Tra Val Curone e Val Borbera

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frank
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Tra Val Curone e Val Borbera

Post by frank »

Il treno arriva a Tortona in orario; più o meno. In realtà non lo so, è solo una mia sensazione: non mi viene in mente di controllare l'orario e nemmeno m'interessa. D'altronde non ne potevo più: nel vagone eravamo in quattro con la bicicletta, ma parlava solo uno: dalle sue storie abbiamo scoperto che era l'inventore dei viaggi in bicicletta. prima di lui si facevano dei semplici giretti, dopo di lui ci sono solo imitatori (che comunque non possediamo lo spirito originario). Preferivo ascoltare i dialoghi delle tre donne cinesi (almeno credo) sedute al mio fianco: la nonna, il volto con quelle rughe che lo rendono degno di rispetto; la madre, ancora giovane e dal sorriso luminoso; la figlia, cicciotella, con occhiali e vestiti griffati, come tutte le adolescenti. La loro parlata, per me incomprensibile, risultava in una piacevole sonorità di “o” “i” “u”, rese squillanti da abbondanti spolverate di “s” e “z”.
Porto la mtb a mano nel sottopasso, risalgo le scale, esco nel piazzale della stazione.
Saranno le sette e mezza di un sabato mattina di fine agosto: Tortona appare come una signora che si è appena svegliata. Si stiracchia, in vestaglia, spettinata riemergendo un po’ stropicciata dal lungo sonno.
Pedalando tranquillo attraverso la cittadina cercando di ricordare la strada per la Val Curone. La memoria non mi tradisce: riconosco luoghi e nomi. Niente di particolare: aree industriali, centri commerciali, villette, qualche incolto e terreni agricoli. Proprio questi ultimi, procedendo verso la valle prendono il sopravvento, fino a spartirsi gli spazi col torrente. Frutteti ovunque e la strada che procede tranquilla, larga, leggermente ascendente.
D'improvviso il profumo del pane. E' sempre gradito, ma stavolta ci si aggiunge una sfumatura ironica: quello là di prima sul treno… massì… l'inventore dei viaggi in bici… ci aveva insegnato che "andando in auto e in treno non si sente l'odore del pane".
La strada procede affondando nella valle: pianura, colline, poi gli alti profili dei monti. Su tutti uno (Giarolo), disseminato di antenne, sembra chiudere la valle. Ma non è così: attraversato un centro (S.Sebastiano) la valle piega ad est, trascinandosi la strada. Mi basta seguirla per aggirarlo, anche se ora la sua cima si nasconde.
Adesso la strada sale un po’ più decisa. Ma si resta ancora bassi: 300 m dice l'altimetro, 23° il termometro. Procedo tranquillo. I 2 litri di acqua che riempiono la riserva nello zainetto forse sono persino eccessivi... ma non è come sembra; da Ponte del Mulino tutto sale bruscamente: la strada e la temperatura.
Si succedono rapidamente una serie di cartelli che informano: 400m slm, 500 m, 600, 700, 800... e così la temperatura: in circa mezz'ora da 23° arriva a 32°e non sembra volersi fermare. Sole, sole e nient'altro che sole, l’ombra degli alberi nemmeno sfiora la strada. Finalmente una fontana, sotto cui mettere la testa e dove riempire al massimo la riserva d'acqua. Poi la strada riprende meno ripida.
Trascuro tutte le deviazioni e continuo a seguire il solco della val Curone, fino a Salogni: passato il paese una stradina si stacca sulla destra e –sempre sotto il sole- si arrampica ripida sulle pendici del monte Ebro. Il paesaggio cambia: si supera il limite superiore del del bosco. I faggi si trovano solo a macchie, tra arbusti e pascoli. Il caldo aumenta: il termometro sfiora i 38°. Ricordo la prima volta che passai di qua: il grigio della nebbia che avvolgeva la montagna era lacerato dal rosso e dal giallo autunnale delle foglie. Oggi invece si suda parecchio.
Raggiungo e passo altri due che risalgono in mtb. Anche loro -mi dicono- vogliono andare sul monte Ebro. Poi però torneranno dalla val Borbera. Anch'io, rispondo: ho intenzione di riprendere il treno ad Arquata… Quanti chilometri saranno? … da su, credo 35...
Il dialogo è sempre più a distanza; i due si fermano a rifiatare. Rimasti ormai lontani devo quasi gridare per ringraziare e salutare.
Finalmente, a destra della strada si profila una recinzione con una casupola: il Piano delle Fontane. Da qui la strada diventa sterrata, ma meno ripida. Si dovrebbero trovare anche alcune fontane: ci sono cartelli che ne indicano le deviazioni per raggiungerle, ma saranno attive? E comunque sono già le 11.30 e vorrei essere in cima per le 12.30 al massimo, altrimenti… addio treno delle 16,17 ad Arquata Scrivia.
Ormai, verso i 1500 metri di altitudine, seppur rara, qualche folata di vento mitiga la calura: la temperatura ridiscende verso i 32°; anche se sulla cresta tra il colle -dove finisce la strada- e la cima del monte Ebro tira sempre un po’ di vento mi servono un paio di brevi soste all'ombra degli ultimi faggi per far respirare la testa, surriscaldatasi dentro il casco e decisamente fradicia di sudore.
Finalmente ecco l'ultimo traverso che conduce al colle (Bocca di Crenna), evidenziato dalle solite 4 o 5 auto parcheggiate lì dove finisce la strada... finisce?!? …ennò!!! la strada non finisce più. Un cancello la chiude, ma una nuova sterrata, valica la Bocca di Crenna e scende in val Borbera.
Infastidito, immagino code di auto che risalgono e penso “Ma perchè non la asfaltano? perchè non sbancano un versante del monte Ebro per tirarla fino in cima, dove fare poi un bel parcheggio? E magari vendono i biglietti per assistere a un romantico tramonto sull’appennino ligure e sul golfo di Genova, tra gas di scarico, orecchie tappate da lettori mp3 e lettori cd che urlano qualche banale, languido tormentone dell’estate passata”....
... mi sa che il caldo da alla testa...
magari serve solo per il transito di qualche mandria... e comunque è chiusa al traffico.
Almeno per ora.
Subito dopo la Bocca di Crenna faccio le ultime pedalate, poi affronto il ripido. Non so quale sia la pendenza, ma è già più che sufficiente a farmi scendere di sella, dopo di che il fondo sconnesso e sassoso è solo una nota a margine. Ma la fatica è breve: 5, 10 minuti ... a spingere in su la bici, dopo di che si arriva all'ultimo tratto, quello che porta in cima: facile, pedalabile che regala uno splendido arrivo in fuorisella! La vista oggi è limitata: da est, oltre la cresta orientale della val Curone, Penice, Lesima, Alfeo, Cavalmurone, Carmo, Antola, poi la successione dell’Appennino Ligure e oltre solo foschia; verso Nord Alessandria, e la cresta Occidentale della valle. Poi ancora foschia.
In cima due tipi si guardano in giro coi binocoli e parlano con le trasmittenti. Uno dei due prende appunti. Mah! Ho fame. Alcune poiane o falchi (non saprei) sembrano giocare allo “spirito santo" con le correnti ascensionali. Metto giù la bici, tolgo lo zainetto e prendo i panini.
In quella arriva un altro, a piedi. Si ferma e parliamo: delle montagne intorno, di bicicletta, di Milano e di Genova... in effetti del genovese ha l’inconfondibile accento e i classici intercalari ("belin", "bellandi" ) che ne infiorettano la parlata.
"Ciao milanès", mi saluta quando riprendo la via: rispondo ridendo e parto verso la cima subito in basso, a nord ovest (Cosfrone). Da qui una traccia scende lungo la costa (Roncasso) che punta decisamente a ovest, verso la val Borbera. Sceso il primo "gradino", una sterrata si apre sulla sinistra, rientrando verso est. Poi con una serie di tornanti scende nel bosco, passa una malga, qualche fontana e arriva a Piuzzo, piccolo centro sopra Cabella Ligure dove riprende l'asfalto. La discesa in val Borbera è rapida.
Dopo Cabella, la strada scende tranquilla fino a piegare a sinistra e addentrarsi tra scenografiche pareti di conglomerati (le Strette). Ma ora i chilometri (ormai più di 80, compresi 10 a Milano e alla fine saranno 106) si fanno sentire. Il caldo pure. E lo stesso i "sali-" che per fortuna sono sempre seguiti dai relativi "-scendi".
Ma alla stazione di Arquata ci arrivo con l’anticipo giusto: …giusto per fare il biglietto, riprendersi con una visita al bar e aspettare il treno.
Sul treno concludo la giornata un po’ assonnato, ma in compagnia di una simpatica morettina di rientro da una vacanza ciclistica in costa azzurra.
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mazzysan
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Post by mazzysan »

Bel racconto. Ci sono tutti gli ingredienti necessari: sport, fatica, sudore, stati e moti d'animo, incontri vari ed eventuali, panorami, fauna, umorismo.
Con una strizzatina discreta e misurata al sesso, che fa sempre audience :wink:
Bravo :!:
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pexio
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Post by pexio »

ehh...ehhh...sei riuscito col tuo racconto a far sembrare la gita all'Ebro un viaggio in Patagonia!!!!!
comunque....sull'Ebro ci si può andare quasi tutto in sella da Pobbio o passando da Pallavicino --> Monte Giarolo e strada in costa fino all'Ebro :twisted:
ciao
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Post by frank »

grazie per gli apprezzamenti (fanno sempre piacere).
in patagonia non ci sono mai stato: non sapevo che assomigliasse alla val curone!! :) :smt003
scherzi a parte, quando sono rinchiuso in ufficio, davanti al pc, l'abbiocco del dopo pranzo mi fa ripensare ai miei liberi vagabondaggi di cui semplicemente ricompongo impressioni e ricordi.
dalla carta FIE mi sembra di capire che per pobbio dovrebbe bastare proseguire sul roncasso, poi si dovrebbe trovare la strada sulla destra. o sbaglio?
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wolf
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Post by wolf »

complimenti frank, oltre i pedali fai girare bene anche la penna... :D

presto un visita al tuo blog (ora che ho rispolverato la bici)
.
.
...a predicar la pace
ed a bandir la guerra
la pace tra gli oppressi
la guerra all'oppressor
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pexio
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Post by pexio »

frank wrote:grazie per gli apprezzamenti (fanno sempre piacere).
in patagonia non ci sono mai stato: non sapevo che assomigliasse alla val curone!! :) :smt003
scherzi a parte, quando sono rinchiuso in ufficio, davanti al pc, l'abbiocco del dopo pranzo mi fa ripensare ai miei liberi vagabondaggi di cui semplicemente ricompongo impressioni e ricordi.
dalla carta FIE mi sembra di capire che per pobbio dovrebbe bastare proseguire sul roncasso, poi si dovrebbe trovare la strada sulla destra. o sbaglio?
Se non ricordo male bisogna evitare la strada che da Pobbio Sup. va verso Piuzzo....salire con una evidente carrareccia....si arriva ad un bivio (dove arriva quella bella che parte da sotto il Giarolo)....prendere a dx e salire sempre su carrareccia al limite della pedalata sino in vetta!
La bella strada che arriva dal Monte Giarolo la puoi prendere dalla chiesa del paese di Giarolo....quasi tutta pedalabile fino in vetta....poi evitare la costa verso il M.Gropa che non è pedalabile....scendere verso Vendersi fino ad un abbeveratoio per mucche e prendere la strada in costa che passa tutto sotto le vette e si congiunge come ho detto prima con quella di Pobbio
Altra possibilità è salire da Vendersi.... :twisted:
:smt077: EZIO
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pexio
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Post by pexio »

guarda qui..... http://www.liguriabike.it/mappe/liguria/ebro.html
la 4 la fai quasi tutta in sella
la 1 la segui fino in vetta al giarolo poi scendi un pezzo della 5 fino al trogolo...prendi la strada che ti ho detto ma che non è segnata e che ti riporta sulla 4 quasi tutta in sella
:smt077: EZIO
frank
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Post by frank »

pexio wrote:Se non ricordo male bisogna evitare la strada che da Pobbio Sup. va verso Piuzzo....salire con una evidente carrareccia....si arriva ad un bivio (dove arriva quella bella che parte da sotto il Giarolo)....prendere a dx e salire sempre su carrareccia al limite della pedalata sino in vetta!
La bella strada che arriva dal Monte Giarolo la puoi prendere dalla chiesa del paese di Giarolo....quasi tutta pedalabile fino in vetta....poi evitare la costa verso il M.Gropa che non è pedalabile....scendere verso Vendersi fino ad un abbeveratoio per mucche e prendere la strada in costa che passa tutto sotto le vette e si congiunge come ho detto prima con quella di Pobbio
Altra possibilità è salire da Vendersi.... :twisted:
grazie wolf e pexio.
interessante, interessante. in effetti in passato avevo già fatto dal pian della mora tutto il percorso di cresta impiantandomi spesso poi tra cosfrone e giarolo.
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tweedledee
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Post by tweedledee »

Ciao, complimenti per il giro e per il racconto, sarebbe bello vedere anche qualche foto ma mi sembra di capire che non avevi la macchina con te, peccato!
Mi farà piacere leggere ti tue altre avventure, anche se non in Patagonia!!! :D :D :D
Ciao
Andrea
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