Ciao a tutti. Su sollecitazione di alcuni forumisti che chiedevano informazioni sullo stato attuale del sentiero triangolo giallo vuoto ho compiuto una nuova ricognizione sul terreno Confermo quanto scritto in altri topic: c'è qualche problema nella parte bassa; una volta attraversato il greto del Rio Carpi e superato in qualche modo il fronte di frana la salita nel bosco fino al valico e la successiva ascesa sono regolarissime.
Il problema principale, come sapete, è rappresentato dalla grande frana che si è staccata sul versante destro del Rio Carpi e che incombe su Montoggio. Entro il 2017, mi hanno detto in Comune, dovrebbero essere innalzate un paio di briglie per contenere il grosso smottamento che, davvero, si presenta molto pericoloso. Se quell'enorme massa si terra e pietre scendesse a valle in caso di fortissime piogge Montoggio rischia l'ennesima alluvione.
Tornando al nostro itinerario fino a quando, appunto, non verranno sistemate le briglie il percorso deve essere seguito con prudenza e con un po' di abilità. Direi che, al momento, è roba da EE: un centinaio di metri, non di più, comunque. Costruendo le briglie spero che il tracciato escursionistico resti praticabile; direi anzi che il loro innalzamento dovrebbe eliminarne le criticità.
Alcune indicazioni pratiche. Si parte da piazza Balilla: il primo segnale è sul muro a sinistra sulla strada statale direzione Casella. I triangoli gialli sono ancora visibili e si seguono prima tra le case e poi su asfalto fino al termine delle case della frazione Carpi. Qui si lascia la strada carrabile, si va su sterrato e, a un primo bivio, si procede a destra come indica il pittogramma con segnale direzionale che vedete in questa foto in basso:
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Si arriva a un secondo bivio, dove termina una recinzione a sinistra: il segnavia è sparito e si deve andare non dritti sulla traccia più evidente ma tutto a destra su una nuova traccia, meno evidente, ma che evita il tracciato originale del nostro itinerario ormai dilavatissimo, fangoso, pietroso e invaso anche da rami davanti al quale so che qualcuno ha preferito non procedere oltre.
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In generale anche questo tratto è caratterizzato da uno smottamento, che però non crea soverchi problemi. I vecchi segnavia e qualche segnale corrente sugli alberi conducono fino al luogo che, sulle cartine. è indicato come Cugno; da qui si comincia a salire con maggior pendenza sul tracciato ben individuabile. Si supera un albero abbattuto da anni e ci si inoltra, a saliscendi, nella valletta del Rio Carpi, fino ad arrivare al fronte di frana, che si nota sulla sinistra, mentre a destra procede il sentiero (vi vedete il mio cane Joey)
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Si arriva al punto in cui si attraversa il Carpi, normalmente in secca ma davvero impetuoso con forti piogge, e si deve passare sui massi venuti giù in occasione dell'ultima alluvione. Qui vedete il lato meridionale del guado (su cui alcuni pittogrammi, per quanto sbiaditi, indicano chiaramente il da farsi), superato il quale, "sembra" riprendere bene il sentiero (guardate in alto a destra)
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Dando uno sguardo verso monte si vede l'impressionante distesa di massi che un'eventuale nuova precipitazione alluvionale porterebbe a valle. La loro quantità è davvero notevole: ho risalito per un centinaio di metri il greto e i pietroni in equilibrio instabile si susseguono
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Poco sopra ho scritto "sembra" perchè il sentiero è stato mangiato dalla frana proprio in corrispondenza di un tornante successivo al guado
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A questo punto non c'è altra scelta che guadagnare la quota successiva tagliando sul costone. Sono pochi metri, ma il terreno è cedevole in un tratto costantemente umido, per cui bisogna procedere anche a forza di braccia utilizzando qualche arbusto come punto di presa per inerpicarsi e le radici (ma prima assicuratevi che siano bene ancorate al terreno) in fase di discesa. Ecco come appare, dal basso, questo tratto (l'immagine sembrerebbe mostrare delle tracce ma in realtà ci si deve davvero arrangiare come vien meglio):
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Ed ecco come appare dall'alto (il punto è facilmente individuabile grazie a un ometto di pietre):
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Comunque ognuno può regolarsi come vuole, questione di fiuto su dove mettere bene i piedi. Ripeto, tratto impegnativo ma molto breve, oltre il quale il sentiero/mulattiera si innalza nel bosco piacevolmente e senza ulteriori ostacoli
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In conclusione invito tutti a non farsi spaventare, a essere prudenti (quindi non passate in giorni di pioggia o in quelli immediatamente successivi) e a continuare a praticare questo itinerario, che resta davvero bello e fondamentale nella rete dei sentieri intorno al Bano.
Ciao e... gambe in spalla