Buongiorno a tutti. Con estrema soddisfazione, visto che cadiamo nel 15mo anno di vita di Quotazero.com e del suo forum, possiamo annunciare ufficialmente la creazione del settimo itinerario "targato" Qz, iniziato l'anno scorso ma poi bloccato e rallentato dalla pandemia che ha allungato tutte le operazioni sul campo: tracciatura e pulizia sono complete al 95%, restano alcun rifiniture ma già oggi si può percorrerlo senza problemi, con attenzione in alcuni tratti dove la traccia è un po' stretta e con la raccomandazione di evitare giornate di pioggia o comunque molto umide per la classica scivolosità di qualche versante erboso, di un paio di impluvi e del fondo di quanto resta delle antiche mulattiere. C'è da guadare due volte il Rio Noci, ma non lo abbiamo mai trovato troppo ricco di acqua da rendere necessario togliersi gli scarponi. Assolutamente consigliato portare con sé i bastoncini telescopici. Complessivamente un itinerario classificabile E con qualche tratto indubbiamente EE.
Prima di tutto i ringraziamenti: al Comune di Montoggio (al sindaco Mauro Fantoni e al responsabile della Polizia locale Sandro Morando), che ha appoggiato il nuovo intervento sul territorio coprendo il costo delle vernici e delle targhe; a Franco Azzarone, che due anni fa, in occasione della Festa dei sentieri, mi disse di aver ritrovato tracce di un antico itinerario che sarebbe stato bello recuperare e con il quale ho effettuato i primi sopralluoghi per individuare il percorso; a Lorenzo Torre (il nostro Lmmt), che ha operato con tenacia e fatica il taglio di molti arbusti e piante infestanti, prolungando con generosità le sue ore di normale lavoro professionale nei pascoli del Candelozzo; a Paolo De Lorenzi, che mi ha fornito le preziosissime mappe catastali della prima metà del secolo scorso, fondamentali per ritrovare mulattiere e sentieri in gran parte ormai inghiottiti dalla vegetazione; a Claudio Carbone, memoria storica, avendo vissuto a lungo nella sua infanzia tra Morasco e Feto, che mi ha spesso accompagnato nell'opera di tracciatura; a Joey, fedele tenace compagna di escursioni e di incontri con la fauna dei boschi.
Mi permetto di ricordare anche un nostro grande amico, Flavio Mazzacurati, indimenticato "Antolino" del forum, che qualche tempo prima che ci lasciasse favoleggiava di rendere sempre più accessibile una zona bellissima e poco conosciuta come l'alta vallata del Rio Noci: dopo il Qz4 Montoggio-Casa Teitin, il Qz5 Sella di Noci-Sella del Carmo, il Qz6 Bromia-Campoveneroso, ecco dunque il Qz7, denominato "sentiero delle tre valli", collegamento trasversale che interseca anche il Qz2 Monte Candelozzo-Monte Bano, il primo itinerario in zona recuperato e curato da Quotazero. Lo trovate, come gli altri, puntualmente indicato nelle bellissime cartine aggiornate da Giorgio Mazzarello nel suo sito
http://www.mappeliguria.com.
Notizie e immagini di Feto, Noci nonché di altri paesi abbandonati potete trovarli nel libro di Paolo De Lorenzi e Christian Roccati "Villaggi fantasma" (Edizioni del Capricorno) nonché nel mitico e irreperibile "Monte Bano, molte storie" di Fezzardi e nel sito di De Lorenzi
http://www.paesiabbandonati.it.
Volendo rispettare la cultura escursionistica ligure di cui la Fie resta un baluardo abbiamo scelto un classico suo simbolo come segnavia, la X gialla, peraltro non presente in zona. Vi diciamo subito che la lunghezza del Qz7 è di 9 km e 300 metri, percorribili (al netto delle soste) in 5 ore in direzione Monte Lago e in 4 ore e 30 minuti in senso opposto: verso la vetta il dislivello di salita è di 759 metri, 290 metri quello di discesa. Alla fine della presentazione come sempre riassumeremo lunghezza e tempistica dei tratti parziali.
Via con le immagini, ovviamente in vari blocchi per spiegare compiutamente tutte le caratteristiche del percorso. Il punto di partenza è a Morasco, 473 metri s.l.m., sulla strada provinciale che da Montoggio porta a Laccio, un po' più di un km oltre Bromia, presso la fermata degli autobus dell'ormai ex Atp, che ci ha permesso di installare sulla palina la targa di inizio itinerario:
Allegato:
a.jpg [ 195.68 KiB | Osservato 3673 volte ]
Ecco il punto esatto:
Allegato:
morasco1.jpg [ 387.43 KiB | Osservato 3673 volte ]
Proprio di fronte c'è uno slargo antistante una casa dove si può posteggiare, cosa possibile anche lungo la strada principale, in un rettilineo, un centinaio di metri prima, lato Bromia. In ogni caso l'imbocco del Qz7 è raggiungibile, dal lunedì al venerdì, con il servizio pubblico della linea M2 dell'Amt provinciale (Bromia-Laccio). le cui corse sono in coincidenza con quelle in arrivo/partenza da/per Genova, via Creto.
Dopo pochi metri, procedendo verso Levante, si scende a destra, passando il ponte sul torrente Laccio, in direzione di una casa bianca, l'ex Molino Mangini,
Allegato:
morasco2.jpg [ 482.61 KiB | Osservato 3673 volte ]
superata la quale (salendo subito a sinistra si va verso Busè e Chiappa) si prende a costeggiare, con un iniziale saliscendi, la sponda destra idrografica del Torrente Feto
Allegato:
rio feto1.jpg [ 491.71 KiB | Osservato 3673 volte ]
Dopo poco meno di mezzo chilometro si incontra un ponticello, privo di ringhiere, che un tempo era l'imbocco di una delle strade che conducevano a Campoveneroso, risalendo la valletta del Rio Branca in sponda sinistra (la traccia comincia a inerpicarsi per poi perdersi, come ho constatato insieme a Lmmt in una lunga giornata di ravanamenti)
Allegato:
riofeto2.jpg [ 568.09 KiB | Osservato 3673 volte ]
Lo si ignora e si procede dritti, seguendo i segnavia, con l'itinerario che è in pratica un sentiero pensile a fianco dell'alveo del Torrente Feto (c'è anche un piccolo salto che si può evitare scendendo sul greto)
Allegato:
riofeto3.jpg [ 535.73 KiB | Osservato 3673 volte ]
Dopo quasi 700 metri dal via si incontra un altro ponticello, questo sì da imboccare
Allegato:
ponte1.jpg [ 541.33 KiB | Osservato 3673 volte ]
e che porta a quello che scavalca la confluenza tra Feto e Branca (massima attenzione, le ringhiere sono pericolanti). Siamo a 1 km e 420 metri dalla partenza e qui inizia la salita verso Feto e oltre...
Allegato:
ponte2.jpg [ 503.14 KiB | Osservato 3673 volte ]
Si procede nel bosco su una larga mulattiera che conserva per molti tratti il selciato originale e che con alcuni tornanti fa prendere rapidamente quota
Allegato:
perfeto1.jpg [ 567.63 KiB | Osservato 3668 volte ]
fino ad arrivare, dopo un'ora dalla partenza, alle case diroccate di Feto di sotto
Allegato:
perfeto2.jpg [ 613.85 KiB | Osservato 3668 volte ]
in quanto il paese era formato da due piccoli nuclei, il primo dei quali, incontrato salendo, è pressoché distrutto, tanto che occorre passare sui resti dell'ultima costruzione in pietra venuta giù (un po' come accade a Pian dei Curli, seguendo il sentiero Nenno-Cappelletta del Colletto). Quando Feto era ancora frequentato da qualcuno (primissimi anni 60 del secolo scorso, come ricorda Claudio Carbone che vi andava in estate a casa dei nonni) il collegamento tra le due parti era immediato, di poche decine di metri.