Giovedi 18 Aprile 2019
Partecipanti: Ratasuira
Difficoltà: E
Dislivello: 1060 m
Distanza: 12,5 km
Tempo: 5 ore e mezza circa esclusa la sosta per il pranzo
Percorso in auto:
Autostrada A10 uscita Borghetto Santo Spirito, dopo poco meno di 1 km e mezzo alla rotonda si prende a destra per Toirano, si segue la strada principale (SP1) direzione Bardineto per 17 km fino al Giogo di Toirano, giunti all'ultimo tornante (che gira a sinistra) si imbocca la sterrata che si diparte a destra, pianeggiante, in testa al tornante stesso (nelle condizioni attuali è percorribile senza problemi con fuoristrada o suv, direi che sia fattibile con auto "normali" ma occorre prestare attenzione in alcuni brevi tratti con dossi, avvallamenti e pietre affioranti) dopo circa 3 km si giunge ad un ampio spiazzo con un grosso masso al centro dove in fondo a destra è anche presente un'area pic-nic, qui si parcheggia perché la sterrata poco più avanti diventa sentiero
Percorso a piedi:
Si prosegue la sterrata per un altro centinaio di metri, poi si scarta sinista lungo il sentiero che inizia a salire parallelo alla strada e che costeggia due grosse tubazioni metalliche dell'acquedotto, questo lo si abbandona 200 metri più avanti per prendere nuovamente un bivio a sinistra che entra nel bosco e porta ad un passo detto Ca' du Fo', qui si svolta secco a sinistra, quasi a ritornare dalla direzione da cui si arriva imboccando il sentiero contrassegnato da una "x" rossa, questo si divide subito, si possono prendere entrambi, tanto più avanti si ricongiungono, io ho preso quello a destra, in salita, che dopo 200-300 metri porta ad un crinale prativo\roccioso quasi in piano (lungo il quale ci si ricongiungerà al ritorno) il sentiero poi si riaddentra nel bosco, incominciando a salire sul versante di sinistra del Bric Ciazzalunga, alternando faggete, radure prative e tratti più mediterranei con pini e cespugli di erica arborea, con la presenza di alcune "caselle", fin che si giunge ad una sella prativa con bosco su entrambi i lati dove a sinistra si inizia a vedere la vetta del Monte Carmo e proseguendo in piano si giunge al rifugio amici del Carmo che ha un locale attrezzato con stufa a legna, panche e tavoli, sempre aperto gratuitamente al pubblico. Da li con una breve salita si raggiunge la vetta con grossa croce matallica e un bel quadrante in acciaio inox con indicate direzioni e distanze di luoghi del circondario, vette e altri luoghi comunemente noti.
Si scende ripercorrendo il sentiero fino al rifugio dove si svolta a sinistra passando di nuovo sulle pendici del Bric Ciazzalunga ma sul versante opposto rispetto a quello da cui siamo saliti, qui il sentiero perde quota velocemente ed io per paura di scendere troppo inutilmente e dover poi risalire, invece di proseguire fino al bivio indicato sulla mappa, ho imboccato un sentiero a destra non indicato ma con presenza di escrementi di cavallo (ne ho incontrati alcuni qua e la durante il giro) che mi ha fatto ben pensare che se ci passano loro potevo passarci anch'io ed in effetti così è stato, ritovandomi a sbucare sul crinale prativo\roccioso citato in precenza, poco più a monte dell'incrocio col sentiero segnato, risparmiando sicuramente un po' di strada e dislivello. A questo punto si prosegue a ritroso sul sentiero "x" rossa percorso in precedenza fino al passo di Ca' du Fo' dove si prosegue diritto tenendosi a sinistra per passare sul versante opposto. Da qui in breve tempo su tracciato pianeggiante e molto agevole si giunge al bivio per il monte Ravinet che sale a destra in presenza di ometti e di un pannello che ne spiega brevemente storia, flora e fauna. Imboccato il bivio, dopo un brevissimo tratto in salita, il sentiero piega verso sinistra proseguendo in piano fino a giungere a una modesta costa rocciosa dove la traccia sembra perdersi ma alcuni ometti indicano dove svoltare a destra per risalire poi lungo il costone (nell'occasione ho aggiunto 2 ometti per indicare a distanza la direzione da seguire) ad un certo punto si inizia a intravedere chiaramente la luce in mezzo agli alberi, il che indica inequivocabilmente la vetta, che è formata da una dorsale pianeggiante alla cui estremità est si trova un cumulo di pietre con una piccola croce in legno. Da qui si scende dritti lungo il versante opposto rispetto a quello da cui si è saliti, poi con qualche tornantino il sentiero piega a sinistra per poi arrivare ad una sella, dove ritoviamo i tubi dell'acquedotto visti all'inizio, che attraversiamo per risalire sul versante di fronte verso l'abbazia di San Pietro ai Monti. A questo punto si ritorna indietro fino alla sella con i tubi (faccio presente che il tubo più grande, ad una ventina di metri dalla sommità della sella, ha un piccolo rubinetto dove è possibile attingere l'acqua) e si imbocca il sentiero che corre parallelo ad essi, che ci riporta al punto di partenza.
Il giro andrebbe fatto in giornate terse visto che la cosa più interessante sono di sicuro i panorami, che in condizioni ottimali spaziano dalla Corsica alle Alpi, putroppo io ho trovato molta foschia, soprattutto sul mare, che a tratti mi ofuscava la vicina Isola Gallinara e la costa, a pochi km sotto di me, appariva nel torbido. Nel pomeriggio si è un po' dissolta ma non del tutto. Non mancano invece gli avvistamenti di daini che sono molto numerosi
Ometto sorridente a inizio sentiero "x" rossa presso Ca' Du Fo'
Casella salendo verso il Carmo
Rifugio amici del Carmo
Croce di vetta Carmo
Quadrante su vetta Carmo
Bardineto da vetta Carmo
Croce di vetta Ravinet con Carmo sullo sfondo
Croce di vetta Ravinet con costa sullo sfondo
Abbazia San Pietro ai Monti
Borghetto Santo Spirito e Toirano da San Pietro
Cespuglio di erica arborea in fiore
Fiore di nonsocomesichiama (dalle mie parti in dialetto si chiama purassa)
San Pietro da sentiero di ritorno
!
..........comunque sono i parametri di come è stata scattata la foto