Monte Dubasso
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Monte Dubasso
Domenica con Lara decidiamo di fare un passeggiata nelle Alpi Liguri. Decidiamo di fare l'attraversata Dubasso-Armetta cosi' come e' descritta dallla guida
di A. Parodi "Vette delle Alpi-Dalla Liguria al Monviso". Partiamo da Genova poco prima delle nove. Il punto di partenza dell'escursione e' il santuario
della Madonna del Lago in Val Pennavaira. Per raggiungerlo in macchina si esce ad Albenga, quindi si prende la statale per Garessio. Quest'ultima si lascia seguendo le indicazioni per Nasino ed Alto. Superato il paese di Alto (siamo gia' in provincia di Cuneo) si incontra l'indicazione per la Madonna del Lago.
La macchina si lascia in un piazzale affianco al laghetto dove a lato sorge il Santuario con annesso al fianco un bar-trattoria. Arriviamo al Santuario per le dieci, caffe' al bar, preparazioni varie e siamo pronti per partire. Seguiamo il segno FIE triangolo rosso. Per poco piu' di cento metri si segue la strada asfaltata che sale. Quando finisce l'asfalto per lasciare spazio al cemento si lascia la strada principale per prendere una mulattiera sulla destra. Per un po' si segue la larga mulattiera. Appena entrati in una bellissima faggeta bisogna stare attenti ai segnavia perche' bisogna abbandonare la larga mulattiera per prendere un sentierino che si alza deciso per poi tagliare in diagonale il bosco. Il sentiero e' molto bello, peccato che il tempo non sia dei migliori. Infatti partiti con il sole ci raggiunge la nebbia e l'umidita' ci fa sudare considerevolmente. Aggirate nella faggeta le pendici del Dubasso il sentiero comincia a salire decisamente e i faggi cominciano a lasciare il posto agli abeti. Quando l'abetaia comincia a farsi piu' fitta si incontra un bivio. Per seguire il segno FIE bisogna girare a sinistra. Noi pero' non ci accorgiamo di questa opportunita' e continiamo a salire nell'abetaia. Mi ricordo che anche anni fa avevo commesso lo stesso errore. All'epoca ero ritornato sui miei passi e ritrovato il segno avevo seguito il sentiero ufficiale. Ieri invece subito dopo l'errore incontriamo due trialisti che ci dicono che anche il sentiero che stiamo seguendo porta al Dubasso. Cosi' decidiamo di dare ascolto ai trialisti e proseguiamo ed in effetti dopo una bella salitina si esce dall'abetaia in un bel prato dove si rincontra il segnavia FIE. Ormai siamo sulla cresta che ci porta in breve sulla cima del Dubasso. Siamo completamente avvolti nella nebbia. Infastiditi dalle mosche ci fermiamo per due foto e poi cominciamo a scendere dall'altro versante (segnavia FIE due palle rosse). Si scende per un bellissimo prato. Improvvisamente la nebbia si dirada e esce tra le nubi un po' di sole. Dato che e' mezzogiorno e venti
decidiamo di fermarci a mangiare per poi salire sull'Armetta dopo pranzo. Pero' tempo di mangiare e si rannuvola tutto. Quando ci rimettiamo gli zaini in spalla per ripartire il cielo e' squarciato dai primi tuoni. Decidiamo cosi' di rinunciare all'Armetta. Scendiamo quindi seguendo sempre le due palle rosse fino ad incontrare la carrozzabile sterrata che sale dalla Madonna del Lago. Scendiamo quindi lungo la carrozzabile per un bel pezzo. Nonostante i tuoni troviamo il tempo di fermarci a mangiare anche qualche fragolina di bosco. Si passano diversi casolari, sembra ristrutturati di recente. Si incontra quindi un nucleo di casolari non ristrutturati all'altezza dei quali si abbandona la carrozzabile per prendere un sentiero che scende propio dal laghetto del Santuario. Alle due e mezza siamo dal Santuario. Fortunatamente acqua non ne abbiamo presa. Probabilmente i temporali si sono fermati sul versante della Val Tanaro dell'Antoroto e del Pizzo.
Senza salire sull'Armetta l'anello del Dubasso e' una passeggiata che senza soste si fa in tre ore, tre ore e mezza. Un'ora e quaranta a salire e un'ora e venti a scendere. La fioritura in questo periodo e' bella, ci sono rododendri, gigli di San Giovanni, rose canine, cisti, altri fiori simili ai cisti ma piu' piccoli, arnica, margheritoni e fiori di campo vari. Nel bosco ho visto anche molti funghi, anche delle colombine e nei campi mazze di tamburo. Lungo la carrozzabile abbiamo incontrato persino dei cercatori di funghi interessati ad un genere di fungo che non conoscevo, le gambe secche almeno questo e' il nome che gli davano. Certo e' che con il caldo che c'e' stato a fine maggio e le piogge di adessoper i funghi e' il massimo. Magari cresceranno anche i porcini...
di A. Parodi "Vette delle Alpi-Dalla Liguria al Monviso". Partiamo da Genova poco prima delle nove. Il punto di partenza dell'escursione e' il santuario
della Madonna del Lago in Val Pennavaira. Per raggiungerlo in macchina si esce ad Albenga, quindi si prende la statale per Garessio. Quest'ultima si lascia seguendo le indicazioni per Nasino ed Alto. Superato il paese di Alto (siamo gia' in provincia di Cuneo) si incontra l'indicazione per la Madonna del Lago.
La macchina si lascia in un piazzale affianco al laghetto dove a lato sorge il Santuario con annesso al fianco un bar-trattoria. Arriviamo al Santuario per le dieci, caffe' al bar, preparazioni varie e siamo pronti per partire. Seguiamo il segno FIE triangolo rosso. Per poco piu' di cento metri si segue la strada asfaltata che sale. Quando finisce l'asfalto per lasciare spazio al cemento si lascia la strada principale per prendere una mulattiera sulla destra. Per un po' si segue la larga mulattiera. Appena entrati in una bellissima faggeta bisogna stare attenti ai segnavia perche' bisogna abbandonare la larga mulattiera per prendere un sentierino che si alza deciso per poi tagliare in diagonale il bosco. Il sentiero e' molto bello, peccato che il tempo non sia dei migliori. Infatti partiti con il sole ci raggiunge la nebbia e l'umidita' ci fa sudare considerevolmente. Aggirate nella faggeta le pendici del Dubasso il sentiero comincia a salire decisamente e i faggi cominciano a lasciare il posto agli abeti. Quando l'abetaia comincia a farsi piu' fitta si incontra un bivio. Per seguire il segno FIE bisogna girare a sinistra. Noi pero' non ci accorgiamo di questa opportunita' e continiamo a salire nell'abetaia. Mi ricordo che anche anni fa avevo commesso lo stesso errore. All'epoca ero ritornato sui miei passi e ritrovato il segno avevo seguito il sentiero ufficiale. Ieri invece subito dopo l'errore incontriamo due trialisti che ci dicono che anche il sentiero che stiamo seguendo porta al Dubasso. Cosi' decidiamo di dare ascolto ai trialisti e proseguiamo ed in effetti dopo una bella salitina si esce dall'abetaia in un bel prato dove si rincontra il segnavia FIE. Ormai siamo sulla cresta che ci porta in breve sulla cima del Dubasso. Siamo completamente avvolti nella nebbia. Infastiditi dalle mosche ci fermiamo per due foto e poi cominciamo a scendere dall'altro versante (segnavia FIE due palle rosse). Si scende per un bellissimo prato. Improvvisamente la nebbia si dirada e esce tra le nubi un po' di sole. Dato che e' mezzogiorno e venti
decidiamo di fermarci a mangiare per poi salire sull'Armetta dopo pranzo. Pero' tempo di mangiare e si rannuvola tutto. Quando ci rimettiamo gli zaini in spalla per ripartire il cielo e' squarciato dai primi tuoni. Decidiamo cosi' di rinunciare all'Armetta. Scendiamo quindi seguendo sempre le due palle rosse fino ad incontrare la carrozzabile sterrata che sale dalla Madonna del Lago. Scendiamo quindi lungo la carrozzabile per un bel pezzo. Nonostante i tuoni troviamo il tempo di fermarci a mangiare anche qualche fragolina di bosco. Si passano diversi casolari, sembra ristrutturati di recente. Si incontra quindi un nucleo di casolari non ristrutturati all'altezza dei quali si abbandona la carrozzabile per prendere un sentiero che scende propio dal laghetto del Santuario. Alle due e mezza siamo dal Santuario. Fortunatamente acqua non ne abbiamo presa. Probabilmente i temporali si sono fermati sul versante della Val Tanaro dell'Antoroto e del Pizzo.
Senza salire sull'Armetta l'anello del Dubasso e' una passeggiata che senza soste si fa in tre ore, tre ore e mezza. Un'ora e quaranta a salire e un'ora e venti a scendere. La fioritura in questo periodo e' bella, ci sono rododendri, gigli di San Giovanni, rose canine, cisti, altri fiori simili ai cisti ma piu' piccoli, arnica, margheritoni e fiori di campo vari. Nel bosco ho visto anche molti funghi, anche delle colombine e nei campi mazze di tamburo. Lungo la carrozzabile abbiamo incontrato persino dei cercatori di funghi interessati ad un genere di fungo che non conoscevo, le gambe secche almeno questo e' il nome che gli davano. Certo e' che con il caldo che c'e' stato a fine maggio e le piogge di adessoper i funghi e' il massimo. Magari cresceranno anche i porcini...
Re: Monte Dubasso
Martedì scorso (complice una giornata infra-settimanale libera...) nel "grande elenco" delle gite da fare prima che scoppi il caldo estivo, la scelta cade un po' inaspettatamente (ma anche volutamente, per via degli ottimi resoconti fatti da altri della zona ) su un bel anello escursionistico, che metto subito in pratica con i miei (che ovviamente non disdegnano pur di muoversi da casa...), e ci dirigiamo in quel di ponente, piu precisamente Valle Pennavaira... l'itinerario prescelto è dalla Madonna del Lago al monte Dubasso per il versante est di salita e discesa passando dal colle san Bartolomeo d'Ormea e il versante sud... la giornata si prospetta abbastanza soleggiata, però lo sarà solo sulla costa, mentre sui monti "aleggerà" una coltre di nuvole (che ci impedirà di osservare i panorami, ma non ci farà patire la salita )
Partenza come dicevo dalla Madonna del Lago intorno alle 11 e mezza (un po' scandaloso...), dopo un viaggetto in automobile abbastanza spedito, e seguiamo il segnavia triangolo rosso per la prima parte, percorrendo dapprima una ottima sterrata, che si abbandona dopo alcuni minuti di camminata per un sentiero, sempre ben segnalato. Il sentiero si inerpica sulle propaggini del monte, in mezzo ai faggi,
con alcuni strappi alternati a pezzi più lievi, fino ad arrivare sulla dorsale dove si incontrano anche abeti e larici, disposti più sul versante di Ormea.
Il sentiero attraversa una zona di rocce calcaree e spuntano qua e là diverse guglie rocciose...
Nell'ultima parte prima della vetta, il tragitto va perdendo di ripidità e lo spazio di visuale si allarga, dalla valle Pennavaira, al mare, al monte Galero.
Arrivati sula vetta, inizia a spirare un "venticello" fastidioso e umido, giusto per farci cambiare i vestiti e verso nord compare la sequenza di cime Antoroto-Pizzo d'Ormea, con ancora alcuni nevai sulle pendici...
Ridiscendiamo velocemente al colle san Bartolomeo, mediante il segnavia bollo rosso, dove ci ricolleghiamo alla sterrata proveniente dalla Madonna del Lago, e la seguiamo in discesa; lungo il percorso fa la comparsa anche una buona rappresentanza floreale...
Dal momento che abbiamo passato le 14, ci preme un certo languorino... Optiamo quindi per fermarci in uno spiazzo vicino alle diverse case e casoni che circondano il piccolo pianoro, "sbranando" una focaccia-pane spessa farcita con mortadella e formaggio pecorino romano, con aggiunta di pomodori ovviamente i miei si sono attrezzati anche con il thermos per il caffè (che incredibilmente ha tenuto! ed è bello caldo ).
Dopo il ristoro, riprendiamo il percorso di discesa, rilassandoci con il procedere sulla sterrata e ammirando gli scorci della vallata fino al mare.
Ritorniamo così al santuario e al laghetto adiacente intorno alle 16,
con l'unico piccolo rimpianto di non aver goduto di un po' di sole lungo i tragitto (se non alcuni squarci), mentre la riviera rimaneva ben soleggiata...
Partenza come dicevo dalla Madonna del Lago intorno alle 11 e mezza (un po' scandaloso...), dopo un viaggetto in automobile abbastanza spedito, e seguiamo il segnavia triangolo rosso per la prima parte, percorrendo dapprima una ottima sterrata, che si abbandona dopo alcuni minuti di camminata per un sentiero, sempre ben segnalato. Il sentiero si inerpica sulle propaggini del monte, in mezzo ai faggi,
con alcuni strappi alternati a pezzi più lievi, fino ad arrivare sulla dorsale dove si incontrano anche abeti e larici, disposti più sul versante di Ormea.
Il sentiero attraversa una zona di rocce calcaree e spuntano qua e là diverse guglie rocciose...
Nell'ultima parte prima della vetta, il tragitto va perdendo di ripidità e lo spazio di visuale si allarga, dalla valle Pennavaira, al mare, al monte Galero.
Arrivati sula vetta, inizia a spirare un "venticello" fastidioso e umido, giusto per farci cambiare i vestiti e verso nord compare la sequenza di cime Antoroto-Pizzo d'Ormea, con ancora alcuni nevai sulle pendici...
Ridiscendiamo velocemente al colle san Bartolomeo, mediante il segnavia bollo rosso, dove ci ricolleghiamo alla sterrata proveniente dalla Madonna del Lago, e la seguiamo in discesa; lungo il percorso fa la comparsa anche una buona rappresentanza floreale...
Dal momento che abbiamo passato le 14, ci preme un certo languorino... Optiamo quindi per fermarci in uno spiazzo vicino alle diverse case e casoni che circondano il piccolo pianoro, "sbranando" una focaccia-pane spessa farcita con mortadella e formaggio pecorino romano, con aggiunta di pomodori ovviamente i miei si sono attrezzati anche con il thermos per il caffè (che incredibilmente ha tenuto! ed è bello caldo ).
Dopo il ristoro, riprendiamo il percorso di discesa, rilassandoci con il procedere sulla sterrata e ammirando gli scorci della vallata fino al mare.
Ritorniamo così al santuario e al laghetto adiacente intorno alle 16,
con l'unico piccolo rimpianto di non aver goduto di un po' di sole lungo i tragitto (se non alcuni squarci), mentre la riviera rimaneva ben soleggiata...
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
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Re: Monte Dubasso
Bravo teo
Hai scelto un bel posto per la tua escursione .
Sono stato da quelle parti ancora a Natale ed era una gran bella giornata .
Purtroppo voi siete stati meno fortunati.
Andrà meglio la prossima volta...
Hai scelto un bel posto per la tua escursione .
Sono stato da quelle parti ancora a Natale ed era una gran bella giornata .
Purtroppo voi siete stati meno fortunati.
Andrà meglio la prossima volta...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Monte Dubasso
Già, peccato per il meteo però devo dire che i sentieri di salita e discesa erano ottimamente segnalati, mi pareva pure che in qualche punto fossero stati appena riverniciati....
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- Littletino
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Re: Monte Dubasso
Bello Teo.
Tornaci con la neve, e le ciaspole.
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"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Monte Dubasso
Io ero stata su questo monte e sull'Armetta con le ciaspole, direi che sono molto belle entrambe le versioniLittletino wrote:Bello Teo.
Tornaci con la neve, e le ciaspole.
Leggevo avidamente alla ricerca di ispirazioni da te e quando ho letto "arrivati in vetta" ho pensato "ma come non si mangia oggi?" ma poi ecco il lampo di genio con un altro panino degno di nota!!!teo-85 wrote: Dal momento che abbiamo passato le 14, ci preme un certo languorino... Optiamo quindi per fermarci in uno spiazzo vicino alle diverse case e casoni che circondano il piccolo pianoro, "sbranando" una focaccia-pane spessa farcita con mortadella e formaggio pecorino romano, con aggiunta di pomodori ...
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Monte Dubasso
Ehh i pendii tra Armetta e Dubasso (ma anche verso il Galero...) sono davvero invitanti per ciaspolare... forse l'approccio è più conveniente dal rifugio pian dell'Arma, andando da ovest verso est quindi... anche perchè credo che metà tracciato di salita dal versante est del Dubasso diventa quasi alpinistica d'invernoLittletino wrote:Bello Teo.
Tornaci con la neve, e le ciaspole.
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"De gustibus non disputandum est"
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Re: Monte Dubasso
ti dirò: il panino è stato "recuperato" in extremis con quello che proponeva la cambusa in casa ma ha fatto il suo effetto di saziare abbastanzascinty wrote:Leggevo avidamente alla ricerca di ispirazioni da te e quando ho letto "arrivati in vetta" ho pensato "ma come non si mangia oggi?" ma poi ecco il lampo di genio con un altro panino degno di nota!!!teo-85 wrote: Dal momento che abbiamo passato le 14, ci preme un certo languorino... Optiamo quindi per fermarci in uno spiazzo vicino alle diverse case e casoni che circondano il piccolo pianoro, "sbranando" una focaccia-pane spessa farcita con mortadella e formaggio pecorino romano, con aggiunta di pomodori ...
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Re: Monte Dubasso
domenica tentativo al Dubasso dalla Madonna del Lago
freddo nubi umidità
l'uscita non è stata felice e così dopo un tentativo ritorniamo sui nostri passi e pranziamo dal lago
peccato! la fioritura c'era ma il meteo è stato fatale ...
il "viaggio" però ci ha riservato l'inaspettata sorpresa di riuscire a visitare il recuperato castello di Alto
ci siamo "imbucati" in una visita privata tra amici di infanzia tenuta niente meno che dal sindaco
ma così abbiamo saputo che saranno possibili visite pomeridiane tutte le domeniche a partire dalla prossima, chiedere alla pro-loco
freddo nubi umidità
l'uscita non è stata felice e così dopo un tentativo ritorniamo sui nostri passi e pranziamo dal lago
peccato! la fioritura c'era ma il meteo è stato fatale ...
il "viaggio" però ci ha riservato l'inaspettata sorpresa di riuscire a visitare il recuperato castello di Alto
ci siamo "imbucati" in una visita privata tra amici di infanzia tenuta niente meno che dal sindaco
ma così abbiamo saputo che saranno possibili visite pomeridiane tutte le domeniche a partire dalla prossima, chiedere alla pro-loco
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Re: Monte Dubasso
Il castello di Alto.
Ma quante volte passando ci siamo detti: " poi al ritorno passiamo a dargli un'occhiata".
Mai successo.
E invece sicuramente merita il viaggetto, e "poi" si fa la solita gita al solito Armetta o al solito Dubasso.
La val Pennavaira é ricca di storia e di cose interessanti.
Ma noi si corre sempre sulle vette.
E a volte il maltempo aiuta fare cose diverse, ma non certo meno belle.
Ma quante volte passando ci siamo detti: " poi al ritorno passiamo a dargli un'occhiata".
Mai successo.
E invece sicuramente merita il viaggetto, e "poi" si fa la solita gita al solito Armetta o al solito Dubasso.
La val Pennavaira é ricca di storia e di cose interessanti.
Ma noi si corre sempre sulle vette.
E a volte il maltempo aiuta fare cose diverse, ma non certo meno belle.
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Monte Dubasso
Beh... complimenti lo stesso per il tentativo! Il castello di Alto non immaginavo che lo avrebbero recuperato, ottimo per unire qualche gita all'aspetto storico-culturale...
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
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