A zonzo sulla Caprazoppa....

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daniele64
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A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

Sabato 20 gennaio mi sono deciso ad effettuare un giro progettato da tempo per la stagione invernale : un anello a zonzo per la Caprazoppa ed il retrostante altipiano , per cercare di vedere il maggior numero possibile dei tanti siti interessanti che vi si trovano . Le previsioni del tempo sono abbastanza univoche , sarà una giornata limpida e soleggiata ma fredda e parecchio ventosa : stavolta ci azzeccheranno in pieno ! :pensoso: In questo caso l' escursione prevede il treno come mezzo per arrivare a Finale Ligure , un po' per risparmiare :imbarazzo: ed un po' per evitare l' eventuale traffico intenso del week end sulle nostre malconce autostrade . :angry1: L' Intercity ( a tariffa scontata ... :risata: ) mi scarica alla stazione di Finale verso le 9,45 . A piedi mi dirigo verso Il bel centro storico di Finalborgo , seguendo la strada lungo il torrente Pora .
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Attraverso il torrente e seguendo la Provinciale per circa 100 metri a sinistra trovo subito una carrareccia che si inerpica dolcemente nel fitto bosco di lecci . In 5 minuti arrivo alla colorata chiesina della Regina Pacis , da cui si hanno anche belle visuali su Finalborgo .
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I panorami si allargano via via che si prosegue a salire e ci si avvicina alla costa .
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Dopo un paio di lunghi tornanti nella lecceta si arriva ad un cancello che blocca l' accesso alla zona di proprietà della grande Cava Ghigliazza , fallita da pochi anni . A sinistra della cancellata però un lungo tratto di recinzione è stato divelto ed è possibile passare , a proprio rischio , ovviamente . :pensoso: Scendendo , i panorami diventano ancora migliori sulle coste di levante e di ponente mentre ci si avvicina alla caratteristica torretta seicentesca della Caprazoppa , che sovrasta la punta del promontorio .
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E' ora di risalire verso la strada principale , ma sono finite le 10 foto disponibili per questo post ....
FINE PRIMO TEMPO ....
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
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daniele64
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

SECONDO TEMPO ...
Tornato sulla strada principale , riprendo a salire verso la cima dell' altipiano , passando tra boschetti e macchia mediterranea . In alto la strada è chiusa da altri cancelli ma lì accanto passa un sentiero che si inerpica dolcemente nella vegetazione sino alla sommità di una parete verticale molto panoramica . Subito sotto ci sono tracce di vecchie cave e paretine da scalata .
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Ancora pochi passi di salita ed arrivo sulla poco evidente cima del Monte Caprazoppa ( 291 m. ) , dovo trovo un ammasso squadrato di pietre e un discreto panorama a ponente .
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Ora devo affrontare una discesa sul versante opposto lungo un bel sentiero tortuoso nel bosco , in attesa di trovare quello che risalirà verso la chiesa di San Martino . Ad un certo punto i troppi incroci e la quasi totale assenza di indicazioni e segnavia mi fanno intuire che sto scendendo troppo . Mi decido allora di consultare il GPS del cellulare e vedo che ho ceffato il bivio giusto ... :evil1: per fortuna solo di un centinaio di metri . Recupero la strada e salgo verso la chiesa sulla bella mulattiera anche lastricata a tratti , trovando persino qualche freccia e qualche vecchio segnavia . Non mi faccio mancare una deviazione a destra per un' antica cava , con relative costruzioni di pertinenza in rovina .
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Subito dopo arrivo in una radura con una grossa dolina rossiccia , utilizzata palesemente per acrobazie in bici . In questa zona c' ero già stato parecchi anni fa con la famiglia con una passeggiata da Verezzi . Un ultimo strappo ed arrivo all'antica chiesa di san Martino , con i suoi bei panorami sulla costa di ponente . : Thumbup :
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Pochi passi più in alto ci sono i ruderi del cosiddetto Mulino Fenicio , costruzione cilindrica di probabile origine medievale che deve il suo nome al fatto che la tecnica di costruzione delle pale interne ha avuto origine nel Medio Oriente .
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Forse sto esagerando con le foto , perchè mi tocca fare un' altra pausa .... :risataGrassa:
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daniele64
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

TERZO ATTO

E meno male che la mia vecchia fotocamera già alla Regina Pacis ha dato segni di non reggere il freddo , cosicchè ho fatto poche foto ... :risataGrassa:
Accanto al mulino c'è la Croce dei Santi , costruita in pietra in ottima posizione panoramica .
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Quassù in alto , nonostante il sole , il vento freddo è davvero fastidioso :cupo: e ringrazio di aver portano un giubbotto pesante e i guanti , che utilizzerò spesso . Il mio prossimo obbiettivo è il famoso menhir megalitico , che prevede una divagazione dal sentiero principale . Anche stavolta però sbaglio sentiero ( nella zona ce ne è un vero dedalo !! ) e solo ricorrendo ancora al GPS scopro l' errore e torno indietro . Arrivo comunque all' antico monumento , tra l' altro uno dei pochi ben segnalato . Lì , parzialmente al riparo dal vento grazie alla boscaglia , mi fermo a mangiare qualcosa .
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Tornato sul sentiero principale , mi dirigo verso la collinetta sulla cui vetta ci sono i ruderi di un antico castellaro ligure . Anche questo monumento è ben indicato ed arrivarci è facile . Mi viene da dire che nel versante di Borgio Verezzi la segnaletica è molto migliore che nel versante di Finale ... :pensoso:
Devo dire anche che i ruderi sono meglio di quello che mi aspettavo . Ci sono parecchie cinte di muraglioni di pietra che circondano la sommità di questo Monte Castellaro ( 326 m. ) . Purtroppo la mia fotocamera è totalmente kaputt e riesco a fare solo foto col cellulare .
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Anche dalla vetta ( pannello esplicativo ) c'è una bella visuale verso ponente ma ve la risparmio perchè simile alle precedenti . :risata: Scendo quindi dal castellaro e mi dirigo verso la prossima meta , la Torre di Bastia . Prima però faccio un veloce salto verso il cocuzzoletto del Poggio di Gorra ( 331 m. ), impestato di ripetitori ma punto più alto della zona . La torre non è lontana , ma curiosamente non c' è nessuna indicazione per raggiungerla . Stavolta però ci arrivo senza bisogno del GPS , anche perchè è pochi metri sopra la stradella che dai ripetitori scende verso il vicino paese di Gorra . A pochi metri dalla torretta trovo anche quello che è considerato da alcuni un antico menhir . :domanda:
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Bene , ormai ritengo di aver raggiunto tutti gli obbiettivi che mi ero ripromesso di vedere in giornata . Mi rimarrebbe un eventuale salto alla Grotta dell' Orera , che dovrebbe essere vicina alla via del ritorno . Inizio il rientro verso Finalborgo scendendo su sentiero quasi fino a Gorra e poi seguo una stradina stretta ma parzialmente asfaltata che passa per alcune campagne , con alcuni inattesi saliscendi .
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Quando arrivo nei pressi delle Rocche dell' Orera vedo un sentiero in leggera salita segnato con numerosi e nuovissimi segnavia biancorossi che mi incuriosiscono . Decido di seguirlo anche se è piuttosto tortuoso nel bosco . Invece di scendere alla base delle Rocche , però sale sulla loro cima ... :risata: Comunque da lassù c' è un gran bel panorama . :lol:
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Il sentiero sempre ottimamente segnato di biancorosso scende sul versante opposto , passando accanto ad un bel cerchio di pietre nascosto nel bosco !
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Poco dopo il sentiero si innesta in quello segnato con " tre pallini rossi " che passa accanto ad un' edicola sacra e poi scende ripidamente verso Finalborgo , andando ad uscire esattamente dove avevo cominciato in mattinata ! Non mi resta quindi che raggiungere la stazione e prendere il regionale veloce delle 16,37 che mi riporta rapidamente a Genova .
Il mio anellone di oggi risulta di 17,25 km per quasi 800 metri di dislivello totale .
:smt006
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

E per finire non poteva mancare la traccia del mio tortuoso anello , come registrata da Strava ..... :risataGrassa:

Screenshot 2024-01-26 000005.png
:smt006
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by psiconauta »

Bello. : Thumbup :
La Caprazoppa è l'ultima uscita che ho fatto anch'io, qualche giorno prima di Natale.....
Ora, se riuscissi a radunare 2 neuroni 2 per scrivere 2 righe....(una per neurone, insomma... 8) ) :pensoso:
Sempre ottimo il Finalese di questa stagione :)
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...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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daniele64
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

Dai Psico , trova qualche minuto , se ti impegni ce la puoi fare .... :risata: Così almeno ci racconti anche se mi sono perso qualcosa di interessante ( grotte o munumenti ) da quelle parti ....
:smt006
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by Walter1 »

daniele64 wrote:
Fri Jan 26, 2024 0:01
E per finire non poteva mancare la traccia del mio tortuoso anello , come registrata da Strava ..... :risataGrassa:
bel percorso arzigogolato :risataGrassa:
daniele64 wrote:
Fri Jan 26, 2024 0:01
i troppi incroci e la quasi totale assenza di indicazioni e segnavia
confermo, la zona è un dedalo di tracce, anche dopo decenni di frequentazione, quando è un po' che non ci vado, capita anche a me di sbagliare qualche incrocio, per fortuna la zona è relativamente piccola e alla fine tutti i sentieri portano da qualche parte :ahah:
daniele64 wrote:
Fri Jan 26, 2024 0:01
Mi rimarrebbe un eventuale salto alla Grotta dell' Orera
pensa che in tutte le innumerevoli volte che sono stato all'Orera (per scalare) non l'ho mai vista, a meno che non sia quel buco che c'è dalla falesia sinistra, ma chiamarla grotta .... in realtà non ho mai visto praticamente nessuna delle cose che hai visto tu :ahah:
a parte la chiesa di s. martino che è sul percorso di accesso all'Orera da Verezzi
daniele64 wrote:
Fri Jan 26, 2024 0:01
se mi sono perso qualcosa di interessante
forse ti sei perso la zona delle "Arene Candide", dalla parte tra Borgio e Verezzi sotto il Monte Caprazoppa per intenderci, ci sono diverse grotte, cave, falesie interessanti e bei panorami.
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certo sarebbe diventata un po' troppo lunga
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

Ciao Walter . E sì l' altopiano dell' Orera è un bel labirinto e le indicazioni a volte scarseggiano . Però è vero , si può sbagliare strada ma da qualche parte si arriva sempre .... :risataGrassa:
Alla Rocca dell' Orera dovrebbero esserci due grotte , una piccola ed una più grande . Ma io non sono appassionato di speleologia e avrei dato solo un' occhiata agli ingressi . E' vero che in zona poi ci sono tante altre cavità mediamente piccole che ho anche visto , sembravano più scavi fatti di recente dall' uomo . Diverso è il caso della grande caverna delle Arene Candide , che so essere visitabile ( a pagamento ) in alcuni periodi . Però era fuori dal mio giro e penso che in questa stagione sia chiusa .
:smt006
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by awretus »

Una ricostruzione dele sepolture rivenute nelle Arene Candide può essere vista nel museo archeologico di Finale, che consiglio come gita per un giorno di pioggia, a chi è interessato all'archeologia preistorica della zona
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by soundofsilence »

Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: https://www.luoghidasogno.altervista.or ... Finalborgo

Monte Caprazoppa anello per Torre Caprazoppa e Falesia del Sol da Finalborgo

Lunedì 1 Gennaio 2024:Finalborgo (15) – Chiesa Regina Pacis (50) – Cancello cavaGhigliazza (165) – Torre Caprazoppa (70) – Grotta del Luassu (170) – Falesia del Sol (250) – Grotta del Letto di Pietre (200) – Canne d’Organo (185) – Antro dei Pirati (225) – Monte Caprazoppa (291) – Ripetitori Rocca dell’Orera (275) – Grotta dell’Orera (265) - Finalborgo (15).
Partecipanti: Milo, Laura, Leonardo, Silvia e soundofsilence.
Lunghezza: 10 km. circa.
Dislivello: 650 m. circa.
Difficoltà: E, per escursionisti medi la prima parte fino alla salita, facoltativa, alla Grotta del Luassu, che è F+ (alpinistico facile superiore), per un primo saltino di II e per la successiva salita con passi di I su percorso abbastanza esposto. Per la Grotta necessari casco e lampada, specie se si vuole andare un po’ dentro.
La successiva salita alla alla Falesia del Sol e il percorso lungo, o sotto, le falesie successive è in generale F, alpinistico facile, per vari saltini o passaggi scomodi o ripidi e comunque su terreno su cui prestare sempre attenzione, anche per quanto riguarda il non semplice reperimento della traccia giusta. Passate le falesie il percorso torna semplice, quindi E, per escursionisti medi, a parte la facoltativa deviazione per la Grotta dell’Orera che è EE, per escursionisti esperti.
Percorso in macchina: Da Genova su A10 fino all’uscita di Finale. Una volta usciti ci immettiamo sulla provinciale del Colle del Melogno, che imbocchiamo verso sinistra in discesa. Giungiamo quindi ad una rotonda dove a sinistra si va a Finalborgo, ma noi continuiamo dritti per ancora circa 650 metri, fino a trovare uno slargo sulla sinistra ove parcheggiare (ve ne dovrebbe essere anche uno leggermente prima).
Percorso a piedi: dal parcheggio invertiamo marcia risalendo la strada asfaltata verso l’autostrada per circa 350 metri, trovando quindi sulla sinistra l’inizio del sentiero (Strada Napoleonica). Imbocchiamo quindi il sentiero ed ignoriamo subito un bivio a destra che sale verso la Chiesa di Verezzi, continuando invece sulla strada napoleonica. In breve passiamo davanti alla Chiesetta blu di Regina Pacis, quindi, poco prima del primo tornante, possiamo approfittare di una scorciatoia che passa dietro ad un muro. Tornati sulla strada affrontiamo subito un tornante, non particolarmente accentuato, verso sinistra e, quindi, giungiamo ad uno verso destra, presso il quale vi è un cancello della cava. Il cancello sembra difficilmente superabile, ma pochi metri prima sulla sinistra, un sentierino permetto di superarlo senza difficoltà. Entrati quindi nella strada della cava scendiamo dritti fino ad una costruzione, qui continuiamo dritti scendendo a tornanti fino a trovare, subito dopo l’ultimo tornante, il bivio a sinistra per la Torre Caprazoppa, che raggiungiamo senza difficoltà. Giunti alla Torre si può entrarvi sfruttando una scala metallica in loco e anche proseguire qualche metro oltre la torre per godere della vista delle falesie strapiombanti della Caprazoppa. Visitata la Torre torniamo sui nostri passi per la strada di cava fino alla costruzione precedentemente citata. Qui prendiamo a sinistra seguendo un ripiano di cava, semplice, ma con traccia ormai invasa dalla vegetazione. Dopo oltre 250 metri compiamo un tornante a destra e quindi uno a sinistra per salire al ripiano superiore, che percorriamo verso sinistra. Dopo poco meno di 250 metri ci troviamo sotto la Grotta del Luassu, in parete, ma raggiungibile senza difficoltà estreme, grotta caratterizzata da notevoli affioramenti di quarzo. Visitata la grotta, subito dopo, una breve deviazione a destra ci consente di vedere delle belle concrezioni a cielo aperto. Ancora 150 metri e, subito dopo un buchetto in parete, troviamo un bivio, dove prendiamo a destra in salita (a sinistra si va verso le Arene Candide e Borgio). Dopo due tornanti arriviamo quindi ad un ulteriore bivio: a destra si può ritornare verso il punto di partenza più brevemente, ma può anche valere una breve deviazione, per visitare a sinistra, sopra la strada di cava, un paio di anfratti e, proseguendo ancora un po’, oltre un cancello superabile, per godere bei panorami sui ripiani di cava, mentre a sinistra si sale ripidamente verso la Falesia del Sol. Saliamo quindi a sinistra, giungendo in breve ai spettacolari tetti gialli della Falesie, dai quali si gode anche di una bella vista mare. Visitata la falesia torniamo brevemente sui nostri passi per imboccare il sentiero, o meglio traccia in quanto non molto evidente, che continua lungo le falesie verso ovest. Descrivere poi il percorso lungo le falesie è praticamente impossibile, dato il dedalo di tracce, in cui a volte conviene restare sul sentiero che traversa in basso, a volte conviene salire fino alle falesie, dove però non sempre si riesce a continuare…. A grandi linee posso dire che dopo la Falesia del Sol occorre scendere piuttosto in basso, in quanto le falesie si interrompono e precipitano sul fondovalle, per poi risalire alla Grotta del Letto di Pietre; passata la grotticella si trova un bivio dove occorre mantenersi in alti a destra lungo le falesie, raggiungendo così una grotta bassa sulla destra, una settantina di metri dopo la quale, si può scendere ed effettuare la deviazione facoltativa per vedere le Canne d’Organo; il sentiero che vi scende è chiaro sulla sinistra, ma, giunti sullo spigolo di una falesia più bassa, occorre deviare a sinistra e percorrere appunto la nuova falesia per circa 70 metri, fino a raggiungere la particolare formazione. Torniamo quindi sui nostri passi fino alla falesia superiore e riprendiamo a percorrerla verso ovest. Giungiamo così ad una grotticella con un muretto nominata Antro dei Pirati come da targhetta metallica su un albero nelle vicinanze. Una trentina di metri dopo l’Antro dei Pirati, si può lasciare l’ora chiaro sentiero per salire sulla destra fino alla Grotta degli archi, caratterizzata appunto da un doppio arco oltre l’ingresso. Visitata anche questa grotta torniamo al sentiero principale e lo percorriamo facilmente fino ad un bivio, dove prendiamo a destra (a sinistra si va verso le Chiese di Verezzi), per giungere quindi ad un quadrivio, dove imbocchiamo il sentiero più a destra. Giungiamo così in vetta al Monte Caprazoppa, dove troviamo un rudere a pianta quadrata. Dalla panoramica vetta continuiamo per poco meno di 400 metri fino a giungere ad un bivio, dove teniamo la destra, giungendo così, dopo poco più di duecento metri, a costeggiare sulla sinistra il recinto della cava. Giunti in corrispondenza del cancello troviamo un incrocio, dove imbocchiamo il sentiero sulla sinistra. Dopo poco troviamo un bivio con il sentiero rombo rosso a destra, ma noi ci teniamo a sinistra, su sentiero segnato comunque sempre con rombo rosso e tacche gialle. Più avanti le tacche gialle vanno a destra, mentre noi abbiamo continuata a sinistra, ma avremmo fatto meglio a prendere a destra, in quanto il percorso è più diretto. Andando comunque a sinistra dobbiamo ignorare 3 bivi a sinistra ed al terzo compiamo invece un tornante verso destra, che ci riporta a ricongiungerci con le tacche gialle. Poco dopo raggiungiamo un recinto in cui sono contenuti dei ripetitori in un punto panoramico, che, volendo, possiamo raggiungere tramite un’apertura nel recinto. Visitati i ripetitori, riprendiamo brevemente il sentiero principale, con il quale arriviamo ad incrociare il sentiero 3 palle rosse, che in questo tratto scorre tra 2 muretti. Imbocchiamo quindi tale sentiero verso destra, passando a fianco di un’edicola votiva. Subito dopo l’edicola un bivio a sinistra consente di andare a visitare le interessanti Rocce dell’Orera e l’omonima Grotta. La deviazione è facoltativa, ma può valere la pena, si prende a sinistra e si segue il sentiero (volendo si possono fare alcune deviazioni a sinistra per esplorare le particolari forme rocciose e qualche anfratto) La deviazione per la Grotta dell’Orera si trova dopo circa 200 metri di sentiero e non è facilmente riconoscibile, si trova comunque poche decine di metri prima di un interessante tunnel naturale, appena sopra al sentiero, che volendo si può attraversare con attenzione (F, alpinistico facile). Se si individua la giusta traccia si arriva all’altezza delle falesie con sulla destra un ripiano sottostante ad un anfratto, che da sotto potrebbe anche sembrare una grotta. Qui occorre individuare un traccia a sinistra che consente di superare con meno difficoltà di quel che potrebbe sembrare (EE, per escursionisti esperti), le falesie e giungere ad un primo ripiano erboso, dove ci troviamo al cospetto di un piccola grotta di crollo, comunque visitabile; sulla destra di questa grotta una ripida gola ingombra di massi di crollo consente di giungere alla già evidente grande apertura della Grotta. Giunti alla Grotta la visitiamo salendo sui grandi massi, quindi torniamo sui nostri passi al sentiero ed al bivio con le 3 palle rosse, che imbocchiamo verso sinistra. Seguiamo quindi il nuovo sentiero con il quale scendiamo fino all’inizio della strada napoleonica, da cui, in pochissimi metri, scendiamo sull’asfalto e torniamo al parcheggio.
Conclusioni: giro interessante e vario per le spettacolari Falesie del Sol, la Torre Caprazoppa e la Grotta del Luassu, nonché il resto delle falesie, sempre spettacolari e panoramiche e, non ultima, la particolare grotta, da me chiamata degli archi.

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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by psiconauta »

Vabbè, fedele al detto "chi va sulla Caprazoppa impara a caprazoppicare" che mi sono appena inventato 8) , provo anch'io a scrivere qualcosa su questa zona.

Qualche giorno prima di Natale, viste le belle giornate, mi viene in mente il Finalese come possibile meta di una passeggiata non troppo impegnativa e con (di solito) parecchia soddisfazione.
Mi ricordo di aver ipotizzato tempo addietro un giro sul promontorio della Caprazoppa, che sembra offrire un mix interessante di emergenze paesaggistiche, antropologiche, geologiche, storiche, e chi più ne ha ne metta.
Poichè prevedevo di fare anche un giro per bottiglierie :smt030 , viste le feste incombenti, parcheggio in luogo strategicamente centrale subito dopo il ponte di ferro, idea che si rivelerà inutile, perchè, finita la gita, opterò comunque per usare l'auto, e a questo punto avrei potuto parcheggiare prima, in uno slargo sulla sinistra.
Se non altro mi viene l'idea di fare il giro in senso diciamo "antiorario", in modo da sfruttare maggiormente la luce del sole.
Qualcuno mi aveva parlato di una varietà di arance locale dette Pernambucco (in sostanza, una variante della Navel), che prenderebbe il nome dall'omonimo stato brasiliano, colonia portoghese da cui presumibilmente provennero; prima di partire ne recupero un sacchetto dal fruttivendolo più vicino, che mi pare preparato sull'argomento.
Torno quindi indietro sull'asfalto per circa 700 m per poi attraversare e prendere una sterrata nel bosco che piega a dx e rapidamente si trasforma in bel sentiero in parte selciato.

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La mia intenzione era di aggirare la Rocca dell'Orera per cercare l'omonima Caverna,

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ma giunto sotto le pareti della Rocca ravano inutilmente per un po' senza successo, sino a che decido di lasciar perdere e di allontanarmi maggiormente dal traffico stradale che riesco ancora a udire a poca distanza.
Quindi aggiro la Rocca sulla sinistra per seguire poi, giunto sul crinale, dei segni bianco-rossi sulla dx apparentemente recenti, che mi conducono in vetta, dove c'è un bel panorama, tralicci permettendo,

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oltre ad una specie di raduretta non si capisce bene quanto naturale o influenzata dall'uomo, come spesso da queste parti.

Da qui continuo a seguire i segni in discesa, sino a giungere in una stupenda valletta con vari muretti a secco,

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che termina in un bellissimo bosco di roveri (o lecci? o querce? o sono la stessa cosa? e se non lo sono, come ****** dovrei distinguerli? :-k ), davvero affascinante; a proposito di ciò pare che anche nell'antichità venisse apprezzata questa coltura, trovo infatti in rete che Agostino Bianchi, uno dei corrispondenti dell'Accademia d'Agricoltura, in una relazione sui boschi per la Marina fatta al nuovo governo Sardo nel 1815 si era limitato a notare, a proposito del bosco di Verezzi nel Finale: «è de' particolari che coltivano la quercia colla stessa cura colla quale si coltiva altrove l'olivo» (A. Bianchi, Stato del legname da costruzione nella Provincia di Ponente, 1815).
La bellezza di alcuni alberi mi affascina talmente che mi rendo conto di essere praticamente dietro la Chiesa di San Martino di Verezzi solo quando suonano le campane.
Mi aggiro un po' intorno alla Chiesa godendo del magnifico panorama, cercando di identificare sto Mulino Fenicio :pensoso: che dovrebbe essere nelle immediate vicinanze, per decidere alla fine di fermarmi presso un tavolo da picnic per appunto picniccare sotto la bella croce di pietra che marchia il panorama davvero godurioso, in una giornata di sole come questa.

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Procedo in direzione della Torre di Bastia, prima deviando a sx per la Grotta dell'Arma di Crosa, molto carina su 2 livelli,

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poi dirigendomi verso il crinale che seguo, con alcune eventuali piccole deviazioni per guardare il panorama sull'altro versante,

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sino a raggiungere una sterrata carrabile nei pressi di una casa la cui recinzione bisogna aggirare brevemente risalendo un pendio, per giungere alla Torre.

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Dovrebbe esserci un menhir nei paraggi, che identifico in un pietrone abbastanza anonimo che non avrei degnato di uno sguardo, probabilmente,

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anche perchè la vegetazione impera abbastanza.Torno indietro sui miei passi, questa volta seguendo il crinale in direzione di un branco di antenne che abbruttiscono il paesaggio, anche se forse non come una cabina elettrica lì accanto cui non è stato prestato nemmeno lo sforzo abbastanza esiguo di rivestirla in pietra, e mi dirigo lungo il sentiero nel bosco che mi porta a questo fantomatico "dolmen megalitico",

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che sinceramente non definirei proprio così.....al massimo potrei definirlo un "altare", forse, e che sia preistorico mi riservo di dubitarne.
Ma può anche darsi, fatto sta che più che un dolmen pare una panca, sopra la quale la capra.....zoppa 8)
Ma tanto, di dubbi, nella vita è meglio abbondare, coltivarne, anzi.... che per esempio infatti mi chiedevo da tempo cosa ****** dovesse rappresentarmi un "mulino fenicio" in cima a un monte,

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e quando lo trovo, finalmente, leggendo anche un cartello "esplicativo" lì accanto, mi rendo conto che gran parte delle nostre conoscenze derivano da assunti presi per buoni un po' da chiunque, e il porsi questioni ahimè è un'abitudine ormai dimenticata, come dimostrano altresì gli ultimi anni trascorsi, dove le cose più assurde parevano normali alla maggioranza degli esseri non pensanti.
Vabbè.
Sta di fatto che la vedo più come questo ragazzo, che ringrazio per aver pensato, e non essersi fermato semplicemente a leggere le ipotesi gratis di altri, scrivendo invece un articolo dal titolo abbastanza esplicito "Il Faro Mediterraneo diventa un Mulino Fenicio a Sua Insaputa."
https://www.academia.edu/5160168/Faro_o ... cheologico
Questo solo per dire che a volte, non è necessario che "tutti siano d'accordo", come mi sono sentito dire spesso con tono ironico in questi ultimi anni....basta solo che nessuno si faccia domande.
A buon intenditor....

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Allo stesso modo, quelle che mi parevano coppelle sul masso posto dalla Croce di Verezzi, nello stesso cartello vengono definite come "vaschette di corrosione", evidenti segni di "carsismo superficiale", il che mi fa definitivamente propendere verso l'interpretazione che ne avevo dato, durante il picnic, come coppelle (ma in effetti nella pietra calcarea è difficile a volte stabilire il confine tra natura e opera umana).

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Comunque sia, ritorno alla chiesa - che certo meriterebbe una visita - ma sono già in ritardo dalla sveglia :pensoso: , perciò procedo scendendo sul sentiero denominato "Via dei Carri Matti" (mi pare, anche se non ci giurerei, vista l'abbondanza di percorsi che si incrociano in zona) passando prima davanti ad una piccola costruzione che da qualche parte ho visto definita come "uccelliera" non so quanto verosimilmente; questa costruzione però mi intriga per il particolare delle pietre d'angolo (oltre che ai lati dell'ingresso) forate, similmente ad una che trovai nell'alveo di un rio dietro il Forte di Gavi...facendo ricerche non trovai granché sull'utilizzo/scopo di questi sassi, se non ipotetiche funzioni magico/rituali, e l'eventuale definizione di "pietra da cancello", come se potesse essere servita come cardine di una "porta", ipotesi poco convincente e che infatti in questo caso non avrebbe alcun senso.

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Se qualcuno ha idee/ipotesi/suggerimenti, è il benvenuto. :smt102

Proseguendo sul sentiero si giunge alla cosiddetta "Grotta dell'Antenna", cosiddetta non saprei perchè, visto che le antenne sul Monte Caprazoppa certo non mancano ma mi paiono in zone più distanti (ma magari mi sbaglio).

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La Grotta dell'Antenna è davvero carina, sia per la sua struttura divisa praticamente in due, sia per il panorama visibile dalla porta/finestra!

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Beati gli antennisti del tempo che fu.
Dalla Grotta continuo sul sentiero sino a giungere nei pressi del bivio per la Cava del Colle, dove si possono vedere 2 macine o ruote o frantoi scavati nella roccia quasi completamente, ma rimasti in loco.

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Titubante sul percorso da seguire, che qui offre mille variabili, alla fine decido di ritornare verso la chiesa per seguire il tragitto che da quella radura bellissima circondata dai roveri porterebbe in direzione della Cava della Chiesa.

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Prima di giungere alla Cava, il sentiero attraversa una specie di dolina

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dopo la quale, sulla sinistra, spuntano delle mura che definirei quasi ciclopiche, vista l'altezza e la consistenza, affiancate su due lati da scalinate anch'esse in pietra, luogo stupendo in mezzo al bosco, sulla cima del quale appaiono consistenti ruderi, non ho capito se di un'altra chiesa precedente, o magari più probabilmente fabbricati legati all'attività di cava.

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Tornando sul sentiero, in breve sono alla Cava della Chiesa, poco prima della quale, nel bosco, appare un gigantesco monolite abbandonato.

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Spostalo, tu!

La cava è affascinante, con le sue pareti di calcare rosso, a differenza di quello finalese biancastro, e le diverse aperture, spaccature e colpi d'occhio che offre.

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Il sentiero poi prosegue nel fitto del bel bosco, cominciando a scendere continuamente sino ad incontrare, alla fine, la Strada Napoleonica che porta alla Caverna delle Arene Candide,

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ovviamente chiusa (so che da qualche tempo però viene aperta periodicamente per visite guidate); da qui entro poi, vista la recinzione sfondata, nella cava ormai dismessa di Caprazoppa, sperando di uscirne... :pensoso:

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fortunatamente dall'altro lato non c'è nessuna chiusura, perciò mi dirigo brevemente (anche perchè è già un'ora) verso la sottostante Torre di Caprazoppa, a picco sul mare e circondata da reti paramassi con tiranti sui quali bisogna fare attenzione a non inciampare.

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Indeciso se scendere e rientrare a Finale sulla statale o tornare sul sentiero sovrastante, opto per quest'ultima scelta;

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la strada di cava sembra frequentata (soprattutto da pusher, immagino, da alcuni indizi 8) ), sarà per questo che in fondo alla stessa trovo un cancello chiuso con lucchetto che sbarra la strada : dopo aver tentato inutilmente di assottigliarmi alla Mr. Fantastic per passare tra i battenti,

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sono costretto ad arretrare e cercare un varco in una rete con ravanamento incorporato. #-o
Il sentiero (Strada Cappelletta) a questo punto scende prima ripidamente poi più tranquillamente ma in ogni caso senza sorprese, sino alla chiesetta della Regina Pacis

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e poi sino al punto di partenza, dove ribecco la statale che seguo sino al ponte di ferro e quindi alla macchina.
Il tutto per tipo 10,5 KM per 650 m di dislivello.
Raggiunta la macchina rapido giro per bottiglierie & affini per golosità natalizie :unibrow: , e rientro in autostrada senza code (sulla A7....sulla A26 invece i cartelli segnalavano code a Masone per lavori :pensoso: ).
Colgo l'occasione anche per ringraziare Sound (e lo faccio sia da vicino che da lontano, sia salendovi sia guardando indietro 8) ) una cui traccia gps di tempo addietro mi è stata molto utile per l'individuazione dei percorsi ma soprattutto per qualche waypoint che probabilmente non avrei notato, oltre a quelli persi di mio in cui sono molto bravo.
Credo che in ogni caso, vedendo il suo ultimo post dove lui riesce sempre a trovare qualcosa di più bello di quello che hai appena visto tu, ci tornerò per aggiungere altri waypoint.
Si chiamerà Finale ma non finisce mai di stupire.

Aloha : Indian:
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...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by daniele64 »

=D> =D> =D> E bravo Psiconauta , che è tornato a deliziarci con i suoi racconti di avventurose escursioni . : Thumbup : :feliceModerato: Devi essere stato sulla Caprazoppa un mesetto prima di me ad occhio e croce . Vedo che sei riuscito a trovare anche diversi siti che io non avevo individuato , soprattutto le grotte . Del resto in zona c' è talmente tanta roba interessante che bisognerebbe passarci più volte . :risataGrassa: Sarà per la prossima volta .
:smt006
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by awretus »

Ciao psico, provo a rispondere a un paio delle tue domande, almeno a quelle in cui non brancolo del tutto nel buoi, ma ho almeno una candela (cit.)

1.
psiconauta wrote:(o lecci? o querce? o sono la stessa cosa? e se non lo sono, come ****** dovrei distinguerli?
I lecci si distinguono da tutte le altre querce perché sono sempreverdi (in francese sono appunto detti “querce verdi”) e hanno le foglie completamente diverse. Tutti gli altri tipi di querce hanno una forma della foglia caratteristica, con piccoli lobi circolari sul bordo (su acta plantarum troverai le descrizione con la nomenclatura appropriata), che ti consente di riconoscerle facilmente. Ce ne sono diverse specie; so distinguere giusto le roverelle che sono cespugli. Quelli coltivati penso fossero roveri, perché hanno un legno resistente all’acqua marina, che li rende perciò i più indicati per le costruzioni navali.

Qui trovi un articolo sui roveri del solito Moreno che ha come titolo proprio la frase che ti ha colpito dalla relazione del 1815, anche se parla di Masone:
https://www.jstor.org/stable/43777028?s ... b678d4f6a3

Di grandi alberi liguri destinati alle costruzioni navali parla già Strabone (libro 4, cap. 6) «Quivi si trovano selve abbondanti di legname acconcio alla costruzione delle navi, e con alberi di tal mole che qualche volta hanno un diametro di otto piedi»

2.

Per quanto riguarda i manufatti preistorici, ogni strumento umano lascia la firma sulla superficie lavorata. Gli archeologi riescono a capire se ci sono tali segni, a occhio o con microscopio, noi tizi che passiamo possiamo fare congetture più o meno a casaccio, che rispecchiano più i nostri pregiudizi interiori che il mondo esterno. Un episodio illuminante è raccontato nei Voyages di de Saussure, dove un montanaro gli racconta che le fate hanno disegnato dei serpenti sulle pietre; andando a controllare trova dei fossili. Noi abbiamo sostituito le fate con altri esseri più consoni ai tempi moderni, ma interpretiamo uguale al montanaro.
Riguardo alle coppelle, un’indagine geografica condotta sulle Alpi da un gruppo di appassionati di archeologia attivo alcuni decenni orsono, il Gruppo di Ricerche Cultura Montana, ha mostrato che si trovavano quasi sempre in luoghi lontani da insediamenti, in zone di confine geografico: per esempio quelle più vicine a casa mia si trovano ai margini delle montagne, dove ci si affaccia sulla piana. Questa può essere un’indicazione per avanzare congetture, però non si va oltre quelle.
Per le forme di erosione calcarea dovresti cercare un libro introduttivo di geologia: di forme e dimensioni simili alle coppelle ho presenti solo i tafoni, ma si formano su rocce ofiolitiche o granito e su superfici verticali
«Vai finché sei giovane, perché da vecchio puoi solo andare al ricovero» (Saggezza occitana)
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Re: A zonzo sulla Caprazoppa....

Post by soundofsilence »

Mi duole precisare che i tralicci\ripetitori non credo siano la vetta della Rocca dell'Orera che in effetti da questi si vede verso nord.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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