delorenzi wrote:ieri sera dopo numerosi colloqui cia siamo finalmente messi d' accordo - era tarda notte - sulla spedizione al Monte Grammondo.
Se ne parlava ormai da quasi due anni e per vari motivi si era sempre rimandato.
Abbiamo fatto con il Conte Ugolino e Cocchy.70 la cresta sud/est.
E' stata per il Conte un ritorno in un luogo dove aveva avuto una non bella avventura e per tale motivo era necessaria la sua presenza.
Ecco una foto
Le altre al link: http://www.quotazero.com/gallery/catego ... 9402da35d7
Monte Grammondo
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Monte Grammondo
Conte Ugolino wrote:Gran bella gita, per me carica di ricordi di circa 14 anni fa.
La intrapresi dopo aver letto una relazione sommaria che parlava di sentiero difficile, ma riferiva di sentiero. Bene non era così e nel tentativo di scendere lateralmente col cane, che non passava, precipitò giù da un canalone.
Da un lato questo tragico avvertimento mi fece capiore che giù di li io avrei fato la medesima fine.
Nel frattempo mi ero incastrato in un canalino ripidissimo viscido e su foglie. Non riuscivo più a venirne fuori. Dopodichè ritorno al buio tra rovi e altro, già sconvolti per l'accaduto, finendo fuori traccia sul bordo di un precipizio. Vidi alcune luci e chiamai aiuto, fortunamente mi vennero a prendere e salvai la pele per quella volta. Ma l'esperienza mi ha segnato parecchio. Nel frattempo mi ero anche fatto male e ne portai le conseguenze per qualche mese.
Per molto tempo avevo l'incubo di volare giù assieme al cane. La ripetei qualche anno dopo completamente per cercare di "liberarmi" da quella brutta esperienza.
Ora recentemente su una crestina nel genovesato mi son fatto male a causa di un masso.. Somando le due cose non ero forse nella condizione migliore, avevo però bisogno in un qualche modo di esorcizzarle. Bene ho ripetuto la via, anche se ho chiesto per un trattino la corda. Volevo riaccostarmi con calma ad alcune cose in modo progressivo per riacquistare un poco di fiducia o altresì di testa oltrechè senza traumi fisici possibilmente.
Giro molto belo anche se lunghetto, roccia fatastica nel primo tratto e poi con punti dove richiede attenzione; bei paesagi con ampi panorami, diff complessiva F+ , con passaggi a difficoltà variabili più o meno sul II con tratti come la placchetta non banalissimi e un pochino esposti ( III-), magari anche III.
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Re: Monte Grammondo
Sul mio sito la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... atella.htm
Domenica 25-4- 2022: Villatella (405) – Punta Pellegrio (922) – Punta Renuit (1300) – Monte Grammondo (1379) – Passo Elsi (1106) – Passo della Colla (463) – Villatella (405).
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 12,2 i Km fatti da me con qualche sbaglio di percorso, 11, 2 il percorso pulito.
Dislivello: 1000 m. circa.
Difficoltà: la salita da Villatella fino all’inizio della cresta sud-est è EE (per escursionisti esperti), date le difficoltà di orientamento su traccia scarsamente segnata e a volte non riconoscibile. La cresta sud-est può essere valutata F+ (alpinistico facile superiore) sia per la lunghezza della cresta stessa ed i vari passaggi scomodi o da saper scegliere, ma soprattutto per una paretina di 4-5 metri con passaggi di II+ (esposti), per il resto numerosi passaggi di I grado anche su paretine.Dalla Punta Renuit in poi, dove finisce la cresta, direi tutto E (per escursionisti medi) anche se alcuni brevi tratti sono senza traccia l’orientamento non è comunque difficile.
Percorso in macchina: da Genova fino all’uscita di Ventimiglia con la A10, subito dopo l’uscita si prende a destra per Ventimiglia, lasciando a sinistra per Cuneo e Limone, passiamo quindi il viadotto sul Roja e prendiamo subito a destra per Ventimiglia e Villa Hanbury. Continuiamo quindi in direzione mare per oltre 1,5 Km, fino alle segnalazioni verso destra per la Francia, che seguiamo attraversando nuovamente il Roja, oltre al quale prendiamo ancora a destra sempre seguendo le indicazioni per la francia. Superiamo quindi un lungo tunnel e giungiamo quindi in località Latte, dove prendiamo a destra per Carletti e Villatella. Superata la località Carletti giungiamo in località Sant’Antonio, dove ci immettiamo in Via Tenente Anfosso, che imbocchiamo verso sinistra, giungendo così a Villatella, dove continuiamo fino alla piazza principale, dove si può parcheggiare.
Percorso a piedi: dal parcheggio si continua sulla stretta stradina asfaltata attraverso le case, che subito si trasforma in carrareccia e, quindi, in sentiero. Passiamo accanto ad alcune cisterne quindi, dopo circa 400 metri, ne raggiungiamo una sormontanta da una torretta con una porta e, neanche 50 metri dopo, troviamo un bivio, dove prendiamo a destra in leggera discesa (nylon sugli alberi e piccole tacche rosse a segnare il percorso. Il sentiero prosegue quindi in salita piuttosto chiaramente, anche se i predetti segnavia non si sprecano (anzi forse in questo tratto non ce n’è nessuno) fino a giungere ad una zona pianeggiante, dove ricompaiono tacche rosse, nylon ed ometti di pietra, ma non bastano a rendere facile l’individuazione del percorso. Qui sostanzialmente occorre procedere dritti ed in piano, passando prima a sinistra e sotto un rudere e, quindi, subito a destra di un altro, per poi dirigerci verso un’evidente casa, decisamente meglio conservata, sul versante antistante. Raggiunta la casa pieghiamo a destra, su traccia ora più evidente e nuovamente segnata con piccole tacche rosse, per poi salire fino ad un nuovo rudere di cui passiamo a destra. Traversiamo quindi in piano, passando anche una piccola pietraia, fino a raggiungere una bella radura, sottostante un’altrettanto bella casa, dove la traccia sembra perdersi. Qui occorre continuare in piano, tenendosi al di sotto del muretto di sostegno di una fascia pianeggiante, fino a giungere ad un nuovo rudere, del quale si passa a destra. Superato il rudere il sentiero continua ancora a traversare in piano per oltre 300 metri, giungendo infine all’inizio della cresta sud-est, segnalata da una grossa tacca rossa sull’unico evidente albero. Prendiamo quindi la traccia a sinistra, dove finalmente abbondano le tacche rosse e gli ometti di pietra, in alcuni punti essenziali per trovare il giusto passaggio tra la vegetazione. Saliamo quindi ripidamente per 350 metri su sentiero erboso abbastanza ripido, fino ad arrivare all’inizio della cresta rocciosa, dove subito dobbiamo usare le mani su passaggi di I grado. La prima parte di cresta rocciosa continua ad essere segnata bene, ma poi le grandi tacche rosse scompaiono e ne rimane qualcuna piccola e qualcuna vecchia e scolorita, ma, per fortuna, il percorso diventa più intuitivo e basta rimanere in cresta, cercando a vista il passaggio più agevole, per ritrovare prima o poi ometti o tacche a segnare il percorso. Giungiamo quindi, a quota 910 circa, sull’anticima della Punta Pellegrio, da cui la discesa non risulta evidente a prima vista. Io ho piegato verso sinistra, onde evitare gli apparenti strapiombi sul filo di cresta, ma può darsi esista un’altra via, però in questo punto non ho visto segnavia e quindi non saprei dire. In ogni caso, piegando a sinistra, si può scendere senza troppe difficoltà e poi riguadagnare il filo di cresta e salire alla Punta Pellegrio. Scendiamo quindi anche dalla Punta Pellegrio alla forcella successiva, anche qui, mi pare, senza grandi indicazioni per scegliere il percorso migliore, per poi arrivare al punto chiave della salita, una paretina calcarea di 5 metri, piuttosto esposta e verticale e non con grandissimi appigli. Superata quindi con attenzione la paretina il percorso di cresta si rivela ancora lungo e non sempre agevole, con tratti dove la vegetazione rende difficile seguire il filo di cresta e capire dove sia meglio passare, sempre non molto aiutati dai segnavia. Superata in questo modo una serie di dentini risaliamo un assai ripido prato, ormai in vista di Punta Renuit, dove le difficoltà terminano e, dalla quale, una traccia sulla sinistra, ci porta in breve ad intercettare il sentiero segnato, che imbocchiamo verso destra. Dopo 50 metri quindi, troviamo un bivio, dove prendiamo a sinistra per la vetta del Grammondo. Raggiungiamo quindi prima una croce sopra una finestra nella roccia e quindi raggiungiamo una prima vetta del Grammondo. Dalla vetta seguiamo il filo di cresta verso sinistra, segnato anche da alcuni caratteristici spunzoni adibiti ad ometto di pietra fino a giungere ad un grande cippo sormontato da croce, che dovrebbe costituire la vetta più alta. Da questa seconda vetta prendiamo a sinistra senza traccia (direzione sud) fino ad incrociare, dopo circa 350 metri, il sentiero segnato (tacche gialle e quindi anche strisce biancorosse) che imbocchiamo verso destra in discesa. Giungiamo, quindi, scendendo non molto ripidamente fino al Passo Elsi (non segnalato, né evidente) e, successivamente, al bivio per il Passo del Cornà, segnalato da cartelli, dove prendiamo a sinistra per Villatella. Poco dopo troviamo un nuovo bivio, dove prendiamo nuovamente a sinistra per Villatella. Continuiamo quindi sul sentiero principale che, più avanti, inizia a scendere a tornanti, fino a giungere al Passo della Colla, dove imbocchiamo a sinistra la strada asfaltata. Scendiamo quindi ripidamente fino ad immetterci nella strada asfaltata con cui siamo arrivati in macchina e la imbocchiamo verso sinistra, giungendo in breve al parcheggio.
Conclusioni: salita sicuramente più interessante della via normale, sempre panoramica e su belle pareti di calcare, ma certamente su un percorso non facile da seguire, assolutamente consigliato avere GPS al seguito con la relativa traccia.
Sottopasso uscendo da Villatella
Cisterna con torretta
Rudere soprastante sentiero
Cresta sud-est
Rudere sottostante sentiero
Cresta sud-est più da lontano
Casa presso cui si ritrova sentiero
Entrata rudere lungo il sentiero
Rudere lungo il sentiero visto da dietro
Asino e casa sopra radura
5 Asini in radura
Ultimo rudere lungo il sentiero
Villatella salendo a cresta sud-est
Ultimo rudere lungo il sentiero più da vicino
Mare salendo a cresta sud-est
Albero con tacca rossa ad inizio cresta sud-est
Cartello cresta sud-est
Mare da cresta sud-est
Inizio cresta rocciosa sud-est
Cresta rocciosa sud-est salendola
Tacca rossa su rocce istoriate in cresta sud-est
Paretina in cresta sud-est
Grandi campi solcati in cresta sud-est
Rocce istoriate in cresta sud-est
Rocce istoriate in cresta sud-est e vista sud
Rocce istoriate in cresta sud-est e vista sud più da vicino
Rocce istoriate in cresta sud-est e vista sud più da vicino
Roccione sporgente in cresta sud-est e vista sud
Rocce istoriate in cresta sud-est
Pendio di rocce istoriate risalito in cresta sud-est
Pendio di rocce istoriate risalito in cresta sud-est
Roccioni istoriati in cresta sud-est
Primo piano roccia istoriata in cresta sud-est
Roccioni sporgenti in cresta sud-est e vista sud
Lastroni appoggiati in cresta sud-est
Lame di roccia in cresta sud-est
Lama di roccia e alpi innevate in cresta sud-est
Impegnativa paretina da risalire in cresta sud-est
Mare da cengia in impegnativa paretina in cresta sud-est
Impegnativa paretina in cresta sud-est vista da sopra
Vista verso Grammondo da cresta sud-est
Cresta sud-est salita guardando indietro
Roccioni sporgenti in cresta sud-est e vista sud
Grand Capelet e Bego da cresta sud-est
Roccione sporgente e mare da cresta sud-est
Punta Pellegrio dall'anticima
Guglia di roccia a Punta Pellegrio
Rocce istoriate salendo da Punta Pellegrio
Paretina di II in cresta sud-est
Salendo paretina di II in cresta sud-est
Albero sul filo della cresta sud-est
Roccione in cresta sud-est
Sporgenze da sopra in cresta sud-est
Mare salendo a Punta Renuit
Vista verso Punta Renuit salendovi più da vicino
Ripido prato per Punta Renuit
Torrione e mare da ripido prato per Punta Renuit
Guglia rocciosa in ripido prato per Punta Renuit
Peonia andando a Punta Renuit
9 Peonie salendo a Punta Renuit
4 - Peonie salendo a Punta Renuit
Zona rocciosa salendo a Punta Renuit
Zona rocciosa salendo a Punta Renuit più da vicino
Guglia rocciosa salendo a Punta Renuit
Peonia scendendo da Punta Renuit
Torrione salendo al Grammondo
Croce sottostante vetta Grammondo
Croce sottostante vetta Grammondo e finestra di roccia
Finestra di roccia presso vetta Grammondo
Selva di torrioncini presso vetta Grammondo più da vicino
Selva di torrioncini presso vetta Grammondo ancora più da vicino
3 Torrioncini presso vetta Grammondo
3 Torrioncini presso vetta Grammondo più da lontano
Edicola votiva presso vetta Grammondo
Croce di vetta Grammondo più da vicino
Sentiero e mare scendendo da Grammondo
Sentiero e mare scendendo da Grammondo più da lontano
Bordighera scendendo dal Passo Elsi
Bordighera scendendo dal Passo Elsi
Cresta sud-est scendendo dal Passo Elsi
Mare scendendo al Passo della Colla
Mare scendendo al Passo della Colla più da vicino
Mare scendendo al Passo della Colla ancora più da vicino
Domenica 25-4- 2022: Villatella (405) – Punta Pellegrio (922) – Punta Renuit (1300) – Monte Grammondo (1379) – Passo Elsi (1106) – Passo della Colla (463) – Villatella (405).
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 12,2 i Km fatti da me con qualche sbaglio di percorso, 11, 2 il percorso pulito.
Dislivello: 1000 m. circa.
Difficoltà: la salita da Villatella fino all’inizio della cresta sud-est è EE (per escursionisti esperti), date le difficoltà di orientamento su traccia scarsamente segnata e a volte non riconoscibile. La cresta sud-est può essere valutata F+ (alpinistico facile superiore) sia per la lunghezza della cresta stessa ed i vari passaggi scomodi o da saper scegliere, ma soprattutto per una paretina di 4-5 metri con passaggi di II+ (esposti), per il resto numerosi passaggi di I grado anche su paretine.Dalla Punta Renuit in poi, dove finisce la cresta, direi tutto E (per escursionisti medi) anche se alcuni brevi tratti sono senza traccia l’orientamento non è comunque difficile.
Percorso in macchina: da Genova fino all’uscita di Ventimiglia con la A10, subito dopo l’uscita si prende a destra per Ventimiglia, lasciando a sinistra per Cuneo e Limone, passiamo quindi il viadotto sul Roja e prendiamo subito a destra per Ventimiglia e Villa Hanbury. Continuiamo quindi in direzione mare per oltre 1,5 Km, fino alle segnalazioni verso destra per la Francia, che seguiamo attraversando nuovamente il Roja, oltre al quale prendiamo ancora a destra sempre seguendo le indicazioni per la francia. Superiamo quindi un lungo tunnel e giungiamo quindi in località Latte, dove prendiamo a destra per Carletti e Villatella. Superata la località Carletti giungiamo in località Sant’Antonio, dove ci immettiamo in Via Tenente Anfosso, che imbocchiamo verso sinistra, giungendo così a Villatella, dove continuiamo fino alla piazza principale, dove si può parcheggiare.
Percorso a piedi: dal parcheggio si continua sulla stretta stradina asfaltata attraverso le case, che subito si trasforma in carrareccia e, quindi, in sentiero. Passiamo accanto ad alcune cisterne quindi, dopo circa 400 metri, ne raggiungiamo una sormontanta da una torretta con una porta e, neanche 50 metri dopo, troviamo un bivio, dove prendiamo a destra in leggera discesa (nylon sugli alberi e piccole tacche rosse a segnare il percorso. Il sentiero prosegue quindi in salita piuttosto chiaramente, anche se i predetti segnavia non si sprecano (anzi forse in questo tratto non ce n’è nessuno) fino a giungere ad una zona pianeggiante, dove ricompaiono tacche rosse, nylon ed ometti di pietra, ma non bastano a rendere facile l’individuazione del percorso. Qui sostanzialmente occorre procedere dritti ed in piano, passando prima a sinistra e sotto un rudere e, quindi, subito a destra di un altro, per poi dirigerci verso un’evidente casa, decisamente meglio conservata, sul versante antistante. Raggiunta la casa pieghiamo a destra, su traccia ora più evidente e nuovamente segnata con piccole tacche rosse, per poi salire fino ad un nuovo rudere di cui passiamo a destra. Traversiamo quindi in piano, passando anche una piccola pietraia, fino a raggiungere una bella radura, sottostante un’altrettanto bella casa, dove la traccia sembra perdersi. Qui occorre continuare in piano, tenendosi al di sotto del muretto di sostegno di una fascia pianeggiante, fino a giungere ad un nuovo rudere, del quale si passa a destra. Superato il rudere il sentiero continua ancora a traversare in piano per oltre 300 metri, giungendo infine all’inizio della cresta sud-est, segnalata da una grossa tacca rossa sull’unico evidente albero. Prendiamo quindi la traccia a sinistra, dove finalmente abbondano le tacche rosse e gli ometti di pietra, in alcuni punti essenziali per trovare il giusto passaggio tra la vegetazione. Saliamo quindi ripidamente per 350 metri su sentiero erboso abbastanza ripido, fino ad arrivare all’inizio della cresta rocciosa, dove subito dobbiamo usare le mani su passaggi di I grado. La prima parte di cresta rocciosa continua ad essere segnata bene, ma poi le grandi tacche rosse scompaiono e ne rimane qualcuna piccola e qualcuna vecchia e scolorita, ma, per fortuna, il percorso diventa più intuitivo e basta rimanere in cresta, cercando a vista il passaggio più agevole, per ritrovare prima o poi ometti o tacche a segnare il percorso. Giungiamo quindi, a quota 910 circa, sull’anticima della Punta Pellegrio, da cui la discesa non risulta evidente a prima vista. Io ho piegato verso sinistra, onde evitare gli apparenti strapiombi sul filo di cresta, ma può darsi esista un’altra via, però in questo punto non ho visto segnavia e quindi non saprei dire. In ogni caso, piegando a sinistra, si può scendere senza troppe difficoltà e poi riguadagnare il filo di cresta e salire alla Punta Pellegrio. Scendiamo quindi anche dalla Punta Pellegrio alla forcella successiva, anche qui, mi pare, senza grandi indicazioni per scegliere il percorso migliore, per poi arrivare al punto chiave della salita, una paretina calcarea di 5 metri, piuttosto esposta e verticale e non con grandissimi appigli. Superata quindi con attenzione la paretina il percorso di cresta si rivela ancora lungo e non sempre agevole, con tratti dove la vegetazione rende difficile seguire il filo di cresta e capire dove sia meglio passare, sempre non molto aiutati dai segnavia. Superata in questo modo una serie di dentini risaliamo un assai ripido prato, ormai in vista di Punta Renuit, dove le difficoltà terminano e, dalla quale, una traccia sulla sinistra, ci porta in breve ad intercettare il sentiero segnato, che imbocchiamo verso destra. Dopo 50 metri quindi, troviamo un bivio, dove prendiamo a sinistra per la vetta del Grammondo. Raggiungiamo quindi prima una croce sopra una finestra nella roccia e quindi raggiungiamo una prima vetta del Grammondo. Dalla vetta seguiamo il filo di cresta verso sinistra, segnato anche da alcuni caratteristici spunzoni adibiti ad ometto di pietra fino a giungere ad un grande cippo sormontato da croce, che dovrebbe costituire la vetta più alta. Da questa seconda vetta prendiamo a sinistra senza traccia (direzione sud) fino ad incrociare, dopo circa 350 metri, il sentiero segnato (tacche gialle e quindi anche strisce biancorosse) che imbocchiamo verso destra in discesa. Giungiamo, quindi, scendendo non molto ripidamente fino al Passo Elsi (non segnalato, né evidente) e, successivamente, al bivio per il Passo del Cornà, segnalato da cartelli, dove prendiamo a sinistra per Villatella. Poco dopo troviamo un nuovo bivio, dove prendiamo nuovamente a sinistra per Villatella. Continuiamo quindi sul sentiero principale che, più avanti, inizia a scendere a tornanti, fino a giungere al Passo della Colla, dove imbocchiamo a sinistra la strada asfaltata. Scendiamo quindi ripidamente fino ad immetterci nella strada asfaltata con cui siamo arrivati in macchina e la imbocchiamo verso sinistra, giungendo in breve al parcheggio.
Conclusioni: salita sicuramente più interessante della via normale, sempre panoramica e su belle pareti di calcare, ma certamente su un percorso non facile da seguire, assolutamente consigliato avere GPS al seguito con la relativa traccia.
Sottopasso uscendo da Villatella
Cisterna con torretta
Rudere soprastante sentiero
Cresta sud-est
Rudere sottostante sentiero
Cresta sud-est più da lontano
Casa presso cui si ritrova sentiero
Entrata rudere lungo il sentiero
Rudere lungo il sentiero visto da dietro
Asino e casa sopra radura
5 Asini in radura
Ultimo rudere lungo il sentiero
Villatella salendo a cresta sud-est
Ultimo rudere lungo il sentiero più da vicino
Mare salendo a cresta sud-est
Albero con tacca rossa ad inizio cresta sud-est
Cartello cresta sud-est
Mare da cresta sud-est
Inizio cresta rocciosa sud-est
Cresta rocciosa sud-est salendola
Tacca rossa su rocce istoriate in cresta sud-est
Paretina in cresta sud-est
Grandi campi solcati in cresta sud-est
Rocce istoriate in cresta sud-est
Rocce istoriate in cresta sud-est e vista sud
Rocce istoriate in cresta sud-est e vista sud più da vicino
Rocce istoriate in cresta sud-est e vista sud più da vicino
Roccione sporgente in cresta sud-est e vista sud
Rocce istoriate in cresta sud-est
Pendio di rocce istoriate risalito in cresta sud-est
Pendio di rocce istoriate risalito in cresta sud-est
Roccioni istoriati in cresta sud-est
Primo piano roccia istoriata in cresta sud-est
Roccioni sporgenti in cresta sud-est e vista sud
Lastroni appoggiati in cresta sud-est
Lame di roccia in cresta sud-est
Lama di roccia e alpi innevate in cresta sud-est
Impegnativa paretina da risalire in cresta sud-est
Mare da cengia in impegnativa paretina in cresta sud-est
Impegnativa paretina in cresta sud-est vista da sopra
Vista verso Grammondo da cresta sud-est
Cresta sud-est salita guardando indietro
Roccioni sporgenti in cresta sud-est e vista sud
Grand Capelet e Bego da cresta sud-est
Roccione sporgente e mare da cresta sud-est
Punta Pellegrio dall'anticima
Guglia di roccia a Punta Pellegrio
Rocce istoriate salendo da Punta Pellegrio
Paretina di II in cresta sud-est
Salendo paretina di II in cresta sud-est
Albero sul filo della cresta sud-est
Roccione in cresta sud-est
Sporgenze da sopra in cresta sud-est
Mare salendo a Punta Renuit
Vista verso Punta Renuit salendovi più da vicino
Ripido prato per Punta Renuit
Torrione e mare da ripido prato per Punta Renuit
Guglia rocciosa in ripido prato per Punta Renuit
Peonia andando a Punta Renuit
9 Peonie salendo a Punta Renuit
4 - Peonie salendo a Punta Renuit
Zona rocciosa salendo a Punta Renuit
Zona rocciosa salendo a Punta Renuit più da vicino
Guglia rocciosa salendo a Punta Renuit
Peonia scendendo da Punta Renuit
Torrione salendo al Grammondo
Croce sottostante vetta Grammondo
Croce sottostante vetta Grammondo e finestra di roccia
Finestra di roccia presso vetta Grammondo
Selva di torrioncini presso vetta Grammondo più da vicino
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3 Torrioncini presso vetta Grammondo
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Edicola votiva presso vetta Grammondo
Croce di vetta Grammondo più da vicino
Sentiero e mare scendendo da Grammondo
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Bordighera scendendo dal Passo Elsi
Bordighera scendendo dal Passo Elsi
Cresta sud-est scendendo dal Passo Elsi
Mare scendendo al Passo della Colla
Mare scendendo al Passo della Colla più da vicino
Mare scendendo al Passo della Colla ancora più da vicino
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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