Rocca Barbena dal versante sud.

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Rocca Barbena dal versante sud.

Post by soundofsilence »

Sabato 14/2/09 – Esplorazione versante sud Rocca Barbena

Partecipanti: Erika e Davide

E’ passata ormai una settimana dalla gita in questione e soltanto adesso trovo il tempo di scrivere questa relazione: non è facile rubare qualche minuto agli impegni familiari….
Speriamo almeno, lo dico soprattutto per chi legge, che i ricordi meno freschi facciano sì che questo resoconto mi riesca un po’ più breve…
Vengo quindi subito al dunque: si è trattata di una gita nata male, come tutte quelle che richiedono di tornare entro una data ora: il tempo finisce invariabilmente per non bastare, anche quando sembra di averne in abbondanza….
In effetti mi ero ripromesso di tornare prima delle 17 per fare una sorpresa a mia moglie e portarla al cinema per San Valentino, visto, oltretutto, che saranno almeno 6 anni che non andiamo al cinema da soli….
Partiamo comunque con la solita indecisione sulla meta: proviamo a completare il Sentiero dei Daini o azzardiamo la Rocca Barbena? Dopo molta indecisione mia moglie opta per la seconda ipotesi, ma non sarà una scelta fortunata… In effetti ci dobbiamo subito fermare per un po’ perché mia moglie sta male per le troppe curve…
Arriviamo poi, dopo la sosta, al Colle Scravaion e ci rendiamo subito conto che il versante sud non è così libero da neve come poteva sembrare da lontano…
Mi rendo quindi subito conto che non arriveremo in cima, anche se, scegliendo la via giusta, magari sarebbe anche possibile giungere in vetta senza ramponi, ma sono sicuro che di questo non riuscirò a convincere mia moglie…
In ogni caso parcheggiata la macchina sullo spiazzo all’inizio del sentiero ufficiale al Colle Scravaion, e resici conto prontamente, grazie anche alle stalattiti di ghiaccio abbondantemente presenti in loco e al gelido vento che soffia, della temperatura non precisamente estiva facciamo un’ulteriore sosta per irrobustire il nostro abbigliamento e indossiamo quindi calzamaglie, cappelli e guanti. Terminate queste operazioni, effettuate con talento da contorsionisti all’interno della macchina, seguiamo la strada asfaltata in discesa fino alle scalette dell’acquedotto.
Da queste, purtroppo, mia moglie non ha intenzione di smuoversi e così proseguo da solo in perlustrazione…..
Oltre le scalette si prosegue senza sentiero, ma si può seguire facilmente il tubo dell’acquedotto, testimonianza che qualcuno ci deve pur essere passato, e l’avanzata non è troppo difficile e sembra poter proseguire, spero, a lungo e, possibilmente abbastanza da congiungersi col sentiero che parte dal Colle…. Tutto questo rimane però un punto interrogativo perché mia moglie ha freddo e mi reclama insistentemente, così mi tocca tornare indietro…
Propongo quindi di provare almeno il sentiero ‘ufficiale’ dal Colle Scravaion: così facciamo, ma qui c’è molta più neve, anzi più ghiaccio che neve, e pure qui mia moglie non vuole proseguire e, sempre pure qui, proseguo per almeno un tratto, da solo. Salendo si incontrano altri punti del sentiero completamente coperti di neve/ghiaccio e per passare bisogna trovare strade alternative, salito comunque 100 metri (di dislivello), torno indietro, ancora una volta richiamato da mia moglie, senza aver trovato passaggi insormontabili, ma col sospetto che salendo la situazione possa diventare più problematica (non che ci voglia un genio per immaginarlo…)…
Risaliamo quindi in macchina, rassegnati (almeno io…) a tornare presto per goderci il film, ma, dopo poche centinaia di metri di discesa non posso esimermi dal notare una traccia che sembra promettere bene e che non avevo mai notato prima nelle mie precedenti escursioni alla Rocca Barbena…
Ci fermiamo quindi di nuovo, in corrispondenza di uno spiazzo che sembra fatto apposta per la traccia in questione, che si trova a circa 250 metri di distanza dalle scalette salite in precedenza. Imboccata la traccia, dopo pochi metri, ci troviamo su un ampio e ripido prato che permette di scegliere qualsiasi via di salita si preferisca. Sul pendio sono comunque presenti varie tracce e io decido di seguirne una verso sinistra, in modo da avvicinarmi da dietro alle guglie ammirate dalle scalette. La scelta si rivela giusta, in men che non si dica raggiungo le predette guglie e trovo che la traccia continua sul bordo dello spettacolare canalone che taglia la parete sud della Rocca Barbena e che parte subito sulla destra delle scalette di cui ho parlato fin’ora. Lo spettacolo è grandioso: tutt’attorno al canalone è una selva di guglie e pinnacoli di ogni foggia che partono da dove sono io e arrivano fino alla cresta sommitale della Rocca… Perdipiù la traccia continua agevole e panoramica, con solo qualche albero in più, e non si intravedono, a breve, difficoltà… Sembrerebbe proprio la via migliore per salire dal versante sud, sembrerebbe soltanto però, credo, in effetti, che la possibilità di arrivare sulla vetta, o, comunque, di raggiungere il sentiero segnato senza passaggi alpinistici siano tutte da verificare e certamente minori di quelle di ottenere gli stessi risultati partendo dalle scalette dell’acquedotto… In effetti, partendo da qui, il sentiero segnato è decisamente più distante e varie pareti rocciose sembrano sbarrare la strada più in alto: ho osservato parecchio le fotografie tornato a casa e pur non potendo escludere che ci possa essere un passaggio semplice non sono riuscito a stabilire da che parte possa essere…
Da quello che è detto dovrebbe essere già chiaro, comunque, che anche questo terzo tentativo mi è rimasto incompleto, d’altronde, ormai sarebbe stato troppo tardi per tornare in tempo al cinema e, in ogni caso, il rischio ghiaccio non mi avrebbe assicurato comunque la riuscita…
Sicuro è che vorrei tornarci il prima possibile per verificare il tutto, ma altrettanto sicuro è che vorrei farlo senza ostacoli esterni (leggi soprattutto neve) che ne compromettano la già incerta riuscita…

Link ad alcune foto vecchie e nuove (le nuove cominciano dalla tredicesima...)
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Post by scinty »

Forti gli "artigli" di ghiaccio! :shock:

:roll: Mumble mumble... a te piacciono le rocce, dove scoprire guglie, forme particolari, buchi e caverne.. a silenceofsound piace il mare (e mi pare di capire che non gradisca il freddo e il ghiaccio :lol: )... siete mai stati in Sardegna insieme? :D :wink:
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Post by soundofsilence »

scinty wrote:siete mai stati in Sardegna insieme? :D :wink:
Tu che ne dici?
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Post by scinty »

soundofsilence wrote:
scinty wrote:siete mai stati in Sardegna insieme? :D :wink:
Tu che ne dici?
Che ci siete stati abbondantemente! :lol:
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Post by soundofsilence »

scinty wrote:Che ci siete stati abbondantemente! :lol:
Bene, visto che hai indovinato, ti darò una notizia in esclusiva:
Ci torniamo a giugno....
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Post by gecko »

La Rocca Barbena ha unfascino tutto suo! A giudicare dalle foto non ti mancava molto ad incrociare il sentiero nel tuo terzo tentativo di salita :wink:
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
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Post by soundofsilence »

gecko wrote:non ti mancava molto ad incrociare il sentiero nel tuo terzo tentativo di salita :wink:
Ho usato lo zoom...
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Post by gecko »

soundofsilence wrote:
gecko wrote:non ti mancava molto ad incrociare il sentiero nel tuo terzo tentativo di salita :wink:
Ho usato lo zoom...
allora ti mancava parecchio :wink:
i sentieri che menzioni credo siano utilizzati dai cacciatori durante le battute di caccia; quando ci siamo andati l'ultima volta era novembre e ci siamo finiti in mezzo :?
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
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Post by soundofsilence »

gecko wrote:allora ti mancava parecchio :wink:
Sono salito per un centinaio di metri di dislivello, me ne mancavano quindi più di 200...
gecko wrote: i sentieri che menzioni credo siano utilizzati dai cacciatori durante le battute di caccia;
Sì certo, e non solo dai cacciatori, anche dai cacciati, purtroppo...
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Post by soundofsilence »

Sabato 1 marzo 2009: Rocca Barbena da versante sud e ritorno al Colle Scravaion per 3 palle.

Partecipante: Davide

Missione compiuta!!!!
Ma andiamo per gradi:
Non era la giornata giusta per tornare alla Rocca, il tempo a ovest era chiaramente brutto, avrei dovuto andare alle Balze del Valdarno, come da piano B, certamente lì ci sarebbe stato il sole e non c’era il problema di perdersi o di non riuscire a completare la gita o quello della neve, che, sicuramente, sulla Rocca avrei trovato ancora…
Eppure dovevo andare…
Dopo il doppio fallimento del sentiero dei Daini e quello precedente sempre alla Rocca Barbena il rischio di abbandonare per un bel po’ i miei progetti di esplorazione e rassegnarsi a qualcosa di più ‘tranquillo’ era forte: dopotutto l’incertezza prima di una gita mi crea sempre ansia e sostituisce la gioia spensierata del viaggio con mille dubbi e paure… è qui che mi manca disperatamente qualcun altro con la mia stessa motivazione, quando mia moglie l’aveva anche lei era tutto più facile e più bello…
Sì, forse, il rovescio positivo della medaglia è che quando riesco da solo la soddisfazione è, magari, maggiore, ma non è la sfida con me stesso che cerco nell’andare in montagna e preferisco la tranquilla gioia e contemplazione di una gita serena lungo tutta la sua durata che gli alti e bassi adrenalinici dello sfidare e vincere le mie paure…
In ogni caso la mia passione è più grande di tutto questo e anche del male alle ginocchia e, quindi, pur con tutti i dubbi e le paure parto sempre e comunque, non c’è altro che voglio, posso e amo fare.…
Esaurito quindi il lato psicopatologico torniamo dunque alla realtà della gita:
Parcheggiato al Colle Scravaion alla buon’ora delle 11 (in effetti le mie paure e indecisioni si sono concretizzate nel perdere il più tempo possibile durante e prima del viaggio, compresa una sosta per le ennesime foto a Castelvecchio di Rocca Barbena e una piacevole chiacchierata con un gruppo di ciclisti, memore forse del mio passato di lunghi allenamenti in bici da corsa, sulla pendenza della strada per Balestrino…), decido di salire invece che dall’acquedotto, dagli ampi prati che si trovano 200 metri di strada più a valle, perché questa seconda ipotesi è sicuramente più panoramica, non passando fin dall’inizio in mezzo al fitto bosco…
In breve giungo al punto di 2 settimane fa al limitare del bosco, da qui seguo una vaga traccia facendomi largo alla meglio nella vegetazione. La salita non è mai troppo ripida, a patto di scegliere bene la strada, e l’ostacolo della vegetazione non è insormontabile. Proseguo tenendomi il più possibile sulla sinistra e quindi sul bordo del canalone che taglia tutto il versante sud sia per avere un riferimento, sia nella speranza di un panorama migliore. Quest’ultima speranza non sarà realizzata sia per l’intricata vegetazione, sia perché, nell’incertezza della riuscita dell’’impresa’, ho preferito tirar dritto il più velocemente possibile piuttosto che perdere tempo e confondere la pulizia del percorso alla ricerca di migliori punti panoramici che, sicuramente, rimando a una prossima volta, ormai sicuro dell’itinerario… Le uniche difficoltà del percorso saranno causate soprattutto dalla neve che mi costringerà a percorrere sullo stretto bordo un ripido canalino tra le rocce e che giunto alla guglia più evidente, anche dal colle Scravaion, del profilo della Rocca Barbena, mi farà allungare il percorso piegando a destra in discesa per poi riprendere a salire per evitare una breve discesa su neve, forse non impossibile, ma certo non comoda come il percorso alternativo da me trovato….
In ogni caso l’inconfondibile guglia in questione sarà il punto chiave della salita, ormai il sentiero è vicino, ma io non lo so e sono tentato di tornare indietro: il passaggio davanti a me, ingombro di neve non sembra semplicissimo e, dopo, il bosco prosegue più intricato che mai e non sembra di vedere vie d’uscita o tracce da seguire… Decido per un ultimo tentativo, deviando a destra: trovo una chiara traccia in discesa, ma dopo poco, l’abbandono per una più esile in salita, esile ma con regolari rami messi in orizzontale, sarà un caso, ma sembrano quasi gradini, dopo poche decine di metri finiscono, ma tanto basta a rincuorarmi…
Ancora pochi metri e la gioia è veramente grande nel vedere i 3 pallini rossi su una roccia, tanto che telefono subito a mia moglie per condividere la gioia…
Ritornato sulla terra mi accorgo che davanti a me il sentiero è ingombro di neve: non è un tratto ripido e la neve non è dura, ma traversarlo senza ramponi non mi sembra sicurissimo, anche se non impossibile…
I ramponi però ce li ho e anche se sono più di dieci anni che non li uso, ormai non mi ferma più nessuno…
A dir la verità fermare mi fermo, almeno per mezz’ora, prima di trovare il modo giusto di allacciare il primo rampone…
Ho così il tempo di riflettere e di accorgermi che poco più a valle di dove sono arrivato io sul sentiero vi arriva una traccia ancora più chiara: penso proprio che ci possa essere un sentiero sicuramente meglio definito di quello seguito da me, che, probabilmente parte ancora qualche centinaio di metri più a valle di dove sono partito io, in corrispondenza di una chiara sterrata, forse varrebbe la pena di esplorare anche da lì, anche se, credo, il percorso seguito da me dovrebbe essere, senza dubbio, più panoramico, sia perché la prima parte è completamente sgombra da vegetazione, sia perché la seconda passa sicuramente più a ovest e quindi più vicina alla zona guglie.
Ne frattempo mi metto anche il secondo rampone, stavolta, ormai scoperto il trucco, in pochi istanti…
Troverò ancora una seconda zona di neve più breve, ma sicuramente più pericolosa da affrontare senza ramponi data la ripidità e la difficoltà di trovare un passaggio alternativo, e poi arriverò alla cima senza ulteriore difficoltà, tranne quella di non bucarmi i pantaloni con i ramponi che continuerò a calzare fino in cima, nonostante la completa assenza di neve…
Il panorama dalla vetta è assai limitato dalla nebbia, ma, comunque, suggestivo. La discesa dal versante est è appare decisamente più ingombra di neve, per non parlare del versante nord dove per trovarlo senza neve credo bisognerà aspettare ancora parecchio...
Inizio quindi la discesa verso il Colle Scravaion, sempre con i ramponi ai piedi, in attesa di affrontare di nuovo le 2 zone innevate. Zone innevate che probabilmente rimarranno tali ancora per un po’, visto che in alcuni punti lo spessore della neve è superiore al metro…
Superate la neve mi tolgo subito i ramponi e inizio a godermi il panorama delle guglie, uscendo anche fuori sentiero per avere una migliore visuale. Giunto però nei pressi della finestra della Rocca Barbena (non so se chiama così, ma se date un’occhiata alle foto dovreste capire di cosa stò parlando…) la neve ricomincia e anzi è più abbondante che più in quota… Mi tocca quindi per evitarla passare in cresta più espostamente di quanto vorrei, ma è un attimo, poi salito alla predetta finestra per le foto di rito, mi trovo davanti un campo di neve di cui non si vede la fine in nessuna direzione… Il terreno è però pianeggiante e si potrebbe proseguire senza ramponi, il problema è però in che direzione, complice la neve non riesco a individuare più i segnavia… Decido allora di rimettermi i ramponi per potermi perdere senza limitazioni di direzione….
Nuova pausa riflessiva, quindi, per la calzata dei ramponi (che come spero avrete capito, non sono quelli automatici…) nella quale mi attraversa il pensiero che devo aver compiuto la prima invernale (almeno per quest’annno…) del versante sud-ovest della Rocca, in effetti le chiazze di neve sono tutte immacolate…
Piuttosto che la soddisfazione prevale il terrore, non mi starò mica ammalando di alpinismo? Ci mancherebbe solo questa, di norma sono già abbastanza spaventato anche senza dover arrampicare…
Per fortuna i ramponi non hanno ormai più segreti per me e la pausa riflessiva dura poco, si torna all’azione!
In breve ritrovo il sentiero e mi ritolgo subito i ramponi, nella speranza di riportarli puliti in macchina…
Di neve però ce ne sarà ancora molta, ma il sentiero ormai non più ripido mi consentirà di non rimetterli più.
Arrivato al Colle Scravaion mi godo ancora lo spettacolo delle guglie nella nebbia come fantasmi tra i merletti di un castello incantato.
Riparto quindi, ma trovo ancora il tempo per una fermata a Balestrino, borgo più bello di quello che sembra a prima vista, sarà perché mi piacciono le rovine, forse perché apprezzo la natura quando si riprende lentamente ma inesorabilmente ciò che è suo…
In conclusione credo che valga proprio la pena di salire dal versante sud, la prima parte è veramente molto bella panoramicamente e la seconda non è difficile come potrebbe sembrare; penso inoltre che siano possibili altre vie interessanti di salita da sud, probabilmente meno panoramiche, perché interamente nel bosco, ma che credo possano riservare piacevoli sorprese….

Rocca Barbena (le foto nuove sono le ultime)
Castelvecchio (le foto nuove sono le ultime 3)
Balestrino (Le foto sono tutte nuove!!!)
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Post by FRANKIE@ »

=D> Complimenti ...... bello questo tuo escursionismo di "scoperta" !! :smt023

Tra 15 giorni vorremmo fare il giro completo (Sella Alzabecchi, Colle Scravaion, Cima della Rocca dal versante ovest e discesa da quello est): sara' meglio portarci picozza e ramponi ??? visto che la neve e' ancora molta, almeno a nord.

Ciao

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Post by soundofsilence »

FRANKIE@ wrote:=D> Complimenti ...... bello questo tuo escursionismo di "scoperta" !! :smt023

Tra 15 giorni vorremmo fare il giro completo (Sella Alzabecchi, Colle Scravaion, Cima della Rocca dal versante ovest e discesa da quello est): sara' meglio portarci picozza e ramponi ??? visto che la neve e' ancora molta, almeno a nord.

Ciao

FRANKIE@
Io non mi intendo di ciaspole, ma credo che sul versante nord siano meglio quelle, la neve è morbida ed è sicuramente più facile affondare che scivolare ed, in ogni caso, il sentiero non presenta pericoli...
Per quanto riguarda il versante ovest, l'unico punto in cui mi sembrano quasi indispensabili i ramponi dovrebbe migliorare parecchio nei prossimi 15 giorni(essendo in questo punto la neve non tanto profonda...), quindi credo che si potrà affrontare tranquillamente senza alcuna attrezzatura.
L'incognita è sicuramente il versante est: non mi ricordo quanto sia ripido, anche se sicuramente lo è meno del versante ovest, e non ho idea di che tipo di aderenza diano le ciaspole...
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Post by roberta63 »

Compllimenti, bel giro;il prossimo resoconto sarà sul "sentiero dei daini"? Mi hanno colpito le foto di Balestrino:ma è un paese fantasma :!: ciao
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Post by soundofsilence »

roberta63 wrote:Compllimenti, bel giro;il prossimo resoconto sarà sul "sentiero dei daini"? Mi hanno colpito le foto di Balestrino:ma è un paese fantasma :!: ciao
Beh, hai ragione il sentiero dei daini mi è rimasto in sospeso, però non ho informazioni sufficienti per ritentare con la sicurezza di riuscire e, quindi, preferisco rimandare, magari alla gita sociale del Cai Finale del 19 aprile (anche se la stagione è un pò inoltrata per rimanere così bassi...), così, per una volta, non vado da solo...
Se vuoi della anticipazioni invece, posso dirti che nei miei prossimi programmi c'è prossimamente, ma non subito, un'esplorazione in val Roya, nel tentativo di avvicinarmi il più possibile ai bellissimi e grandissimi archi naturali del Vallon di Groà, mentre nell'immediato le mete più probabili sono: il sentiero Collain e il monte Reixa nel gruppo di Arenzano, il sentiero Frassati della Liguria, il sentiero dell'Acquapendente a Vobbia, il Monte Campana sul Monte di Portofino e le Balze del Valdarno tra quelle che mi vengono prima in mente.
Per quanto riguarda Balestrino ho fotografato solo la parte "fantasma" che mi sembrava più interessante e più in sincronia con la giornata nebbiosa...
Anche in Castelvecchio, per rimanere sulle foto del giorno, c'è una parte disabitata, sicuramente meglio conservata e più estesa di quella di Balestrino e, secondo me, anche più suggestiva...
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Post by FRANKIE@ »

soundofsilence wrote:
FRANKIE@ wrote:=D> Complimenti ...... bello questo tuo escursionismo di "scoperta" !! :smt023

Tra 15 giorni vorremmo fare il giro completo (Sella Alzabecchi, Colle Scravaion, Cima della Rocca dal versante ovest e discesa da quello est): sara' meglio portarci picozza e ramponi ??? visto che la neve e' ancora molta, almeno a nord.

Ciao

FRANKIE@
Io non mi intendo di ciaspole, ma credo che sul versante nord siano meglio quelle, la neve è morbida ed è sicuramente più facile affondare che scivolare ed, in ogni caso, il sentiero non presenta pericoli...Per quanto riguarda il versante ovest, l'unico punto in cui mi sembrano quasi indispensabili i ramponi dovrebbe migliorare parecchio nei prossimi 15 giorni(essendo in questo punto la neve non tanto profonda...), quindi credo che si potrà affrontare tranquillamente senza alcuna attrezzatura.L'incognita è sicuramente il versante est: non mi ricordo quanto sia ripido, anche se sicuramente lo è meno del versante ovest, e non ho idea di che tipo di aderenza diano le ciaspole...
Grazie per le informazioni, penso che ci saranno molto utili. Purtroppo non abbiamo le ciaspole, speriamo che il manto
nel frattempo si compatti un poco, in caso contrario sara' il solito "m..zo". :evil: :cry:

Saluti

FRANKIE@
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FRANKIE@ wrote:in caso contrario sara' il solito "m..zo". :evil: :cry:
Beh nessuno vi obbliga, almeno credo...
Magari potete aspettare ancora un pò, o, magari, potreste salire, come me, da sud e fare comunque un anello, sicuramente più bello, almeno a mio parere, di quello completo, e anche più corto...
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Post by roberta63 »

@ sound:sai se alla gita sociale del CAi di Finale del 19 aprile possono partecipare anche i non soci sottoforma di "ospiti"? Qal è,grossomodo,il percorso? Grazie
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Post by Korba »

Grande!!
Sempre ben dettagliate le tue escursioni.
Quando finirà la neve spero di poterci salire anche io.
Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso!!
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Post by soundofsilence »

roberta63 wrote:@ sound:sai se alla gita sociale del CAi di Finale del 19 aprile possono partecipare anche i non soci sottoforma di "ospiti"? Qal è,grossomodo,il percorso? Grazie
Beh, dipende, a volte nelle gite sociali CAI ammettono gli ospiti senza difficoltà, però questa è una gita EE, penso sia più difficile, penso dovresti sentire il capogita in proposito...
In ogni caso credo che se fossi accompagnata da un socio i problemi sarebbero minori, io sono andato più volte insieme a 'non soci' e non ci sono stati problemi.
Riguardo al percorso, vorrei saperlo anch'io qual'è...
In ogni caso si parte dalle Grotte di Toirano (alle 8,00) e si arriva a San Pietro ai Monti. Il Sentiero dei Daini segue per circa 400 metri il sentiero Terre Alte e poi se ne discosta, attraversando il torrente sulla sinistra e quindi risale ripidamente fino a raggiungere le pareti rocciose sovrastanti che poi inizia e non smette più di costeggiare per tutto il resto del percorso, almeno quello che ho fatto io...
Qui, comunque, c'è il link: http://www.caifinale.it/programmagite.pdf
Ciao.
Last edited by soundofsilence on Fri Mar 06, 2009 20:35, edited 1 time in total.
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Post by soundofsilence »

Korba wrote:Quando finirà la neve spero di poterci salire anche io.
Che percorso intendi fare?
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Lusciandro
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Post by Lusciandro »

Ciao Sound, complimenti per il proseguo dell'esplorazione =D>

Se non hai ancora percorso in Frassati te lo consiglio proprio (filo d'acciaio in ottime condizioni, se non soffri di vertigini è favoloso); anche il sentiero che da Gazeu porta a Punta Martin merita un giro (difficoltà EE, se c'è umido usi le mani 2-3 volte come precauzione). In zona un'altro tratto che trovo affascinante (soprattutto se trovi vento dai quadranti meridionali e un pò di nubi che risalgono dal mare) è quello da Passo del Veleno verso Punta Martin: da panorami che sembrano post apocalittici, al contrafforte NordOvest di Punta Martin alle Neviere e le Caselle della zona, il tutto all'interno del Comune di Genova. Ciliegina sulla torta è scendere a San Carlo di Cese (segnavia 1 X rossa) passando da Punta del Corno per poi costeggiare laghetti e cascatelle del Rio Gandolfi. http://www.openstreetmap.org/?lat=44.47 ... rs=0B00FFF
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Lusciandro
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soundofsilence
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Post by soundofsilence »

Lusciandro wrote:Ciao Sound, complimenti per il proseguo dell'esplorazione =D>

Se non hai ancora percorso in Frassati te lo consiglio proprio (filo d'acciaio in ottime condizioni, se non soffri di vertigini è favoloso); anche il sentiero che da Gazeu porta a Punta Martin merita un giro (difficoltà EE, se c'è umido usi le mani 2-3 volte come precauzione). In zona un'altro tratto che trovo affascinante (soprattutto se trovi vento dai quadranti meridionali e un pò di nubi che risalgono dal mare) è quello da Passo del Veleno verso Punta Martin: da panorami che sembrano post apocalittici, al contrafforte NordOvest di Punta Martin alle Neviere e le Caselle della zona, il tutto all'interno del Comune di Genova. Ciliegina sulla torta è scendere a San Carlo di Cese (segnavia 1 X rossa) passando da Punta del Corno per poi costeggiare laghetti e cascatelle del Rio Gandolfi. http://www.openstreetmap.org/?lat=44.47 ... rs=0B00FFF
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Lusciandro
Grazie dei consigli,
A Punta Martin ci sono già stato più volte, sempre dall'acquasanta, appunto, anche il Rio Gandolfi l'ho risalito più di una volta, stavo invece già tenendo presente per una prossima escursione il percorso da passo del Veleno, di cui mi avevi già parlato a Portofino.
Per quanto riguarda il Frassati, parte EE, invece pensi serva imbragatura e set da ferrata?
Ciao.
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Lusciandro
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Post by Lusciandro »

L'ho fatta sia col bagnato che con la neve e non ne ho sentito il bisogno, basta tenersi al cavo, poi è una cosa soggettiva ma il kit da ferrata mi pare eccessivo.

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Korba
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Post by Korba »

soundofsilence wrote:
Korba wrote:Quando finirà la neve spero di poterci salire anche io.
Che percorso intendi fare?
Mah, visto che di solito sono ad Albenga, pensavo di salire a Castelvecchio. prendere la strada per Bardineto e poi trovare un sentiero.
Più o meno il percorso fatto da te.
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soundofsilence
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Post by soundofsilence »

Lusciandro wrote:ma il kit da ferrata mi pare eccessivo.
Lusciandro
Meglio così...
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Post by soundofsilence »

Korba wrote:Più o meno il percorso fatto da te.
Ottima scelta...
Fammi sapere poi.
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roberta63
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Post by roberta63 »

soundofsilence wrote:
roberta63 wrote:@ sound:sai se alla gita sociale del CAi di Finale del 19 aprile possono partecipare anche i non soci sottoforma di "ospiti"? Qal è,grossomodo,il percorso? Grazie
Beh, dipende, a volte nelle gite sociali CAI ammettono gli ospiti senza difficoltà, però questa è una gita EE, penso sia più difficile, penso dovresti sentire il capogita in proposito...
In ogni caso credo che se fossi accompagnata da un socio i problemi sarebbero minori, io sono andato più volte insieme a 'non soci' e non ci sono stati problemi.
Riguardo al percorso, vorrei saperlo anch'io qual'è...
In ogni caso si parte dalle Grotte di Toirano (alle 8) e si arriva a San Pietro ai Monti. Il Sentiero dei Daini segue per circa 400 metri il sentiero Terre Alte e poi se ne discosta, attraversando il torrente sulla sinistra e quindi risale ripidamente fino a raggiungere le pareti rocciose sovrastanti che poi inizia e non smette più di costeggiare per tutto il resto del percorso, almeno quello che ho fatto io...
Qui, comunque, c'è il link: http://www.caifinale.it/programmagite.pdf
Ciao.
Grazie ciao
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Re: Rocca Barbena dal versante sud.

Post by soundofsilence »

sul mio sito la traccia GPS:http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... ebanco.htm

Domenica 14-3-2021: Colle Scravaion (814) – versante sud Rocca Barbena (785-990) – Rocca Barbena (1141) – Colletto Sebanco (939) – Monte Sebanco (983) – Colletto Sebanco (939) – Colle Scravaion (814).

Partecipanti: Stefy, Gheroppa, Kay, Maury76, Ivonne e Soundofsilence.

Lunghezza: 11 km. circa.

Dislivello: 700 m. circa.

Difficoltà: EE il versante sud, mai difficile, a parte una variante non necessaria fatta da noi per raggiungere una finestra naturale attraverso un difficile canalino (F+, assai ripido e con due saltini, uno di II e uno di III), ma impegnativo comunque per la necessità di orientarsi e scegliere il percorso migliore. EE anche il sentiero segnato per la vetta, che è ripido e presenta qualche punto leggermente esposto. E dalla vetta al Monte Sebanco e ritorno.
Noi abbiamo poi percorso parte della variante alla vetta per la cresta nord, variante da valutare F per il tratto da noi percorso, a causa di un canalino di II, una cengia leggermente esposta e la ripida discesa di ritorno al sentiero nella quale ci si aiuta con gli alberi.

Percorso in macchina: Da Genova in autostrada A10 fino ad Albenga. Ad Albenga prendiamo la sp582 per Garessio e la seguiamo passando Zuccarello e quindi, prima di giungere ad Erli, deviamo a destra per Castelvecchio di Rocca Barbena. Raggiunto il pittoresco paesino, prendiamo quindi a destra per Bardineto ed il Colle Scravaion.
Saliamo quindi fino al Colle, pochi metri prima del quale lasciamo la macchina in uno spiazzo sulla destra in corrispondenza di una casa cantoniera.

Percorso a piedi: dal parcheggio seguiamo quindi l’asfalto a ritroso in discesa per circa 600 metri, passando, circa 200 metri prima, sulla destra di alcuni gradini in cemento che portano ad una chiusa di un acquedotto, per giungere poi, dopo appunto 600 metri, ad uno slargo (dove volendo è possibile parcheggiare) all’estremità destra del quale il terreno digrada più dolcemente e si può anche individuare una traccetta che risale il versante. Seguiamo quindi la traccetta, che subito piega a sinistra e porta ad ampi prati con vista sulle pareti della Rocca. Risaliamo quindi i prati portandoci poi sul limitare sinistro degli stessi, per raggiungere quindi un primo torrione a forma di clava. Visitato il primo torrione saliamo in mezzo ai successivi, seguendo sia alcune tracce di sentiero, sia i punti dove sembra più facile passare e sia ancora dove ci sembra ci sia miglior vista sui torrioni.
Giungiamo quindi ad un secondo torrione di forma particolare, affiancato ai lati da due più bassi.
Superato anche questo secondo torrione, possiamo notare sulla destra un alto torrione con sulla sinistra una finestra formata da un grosso masso appoggiato. Qui ho deciso di andare a raggiungere tale finestra, ma direi che il gioco non vale la candela, in quanto la salita è difficile, come spiegato nelle difficoltà, e non offre in ogni caso grandi viste anche se si arriva a passare attraverso la finestra. Visitata o no la finestra occorre poi proseguire su traccetta un po’ a sinistra del canalino eventualmente salito. Più in alto deviamo poi ancora a sinistra per giungere sul bordo della ripa erbosa che stiamo salendo, il che ci consente di ammirare un altro caratteristico torrione da vicino, nonché una buona vista di quelli che popolano l’adiacente canale verso sinistra. Ritornando quindi verso destra, saliamo finche delle rocce non sembrano impedirci il passaggio verso sinistra, mentre a destra sembra più facile proseguire. Qui se invece proseguiamo a sinistra, troviamo un esile passaggio leggermente esposto, che ci consente una bella vista su un torrione inclinato, al quale poi risaliamo e continuiamo la salita sulla sua destra, possibilmente sulla sua immediata destra, non come abbiamo fatto noi che siamo andati ancora più a destra, questo per godere di un altro splendido punto panoramico sul torrione, senza dover tornare indietro come abbiamo fatto noi. Superato comunque il torrione, un breve tratto di ripido bosco ci porta ad intercettare il sentiero segnato con 3 bollini rossi.
Imbocchiamo quindi il sentiero segnato verso sinistra, onde visitare brevemente il punto panoramico della normale. Pochi metri sul sentiero e una breve deviazione a sinistra ci porta su un poggio panoramico in particolare sul torrione inclinato appena visitato. Riprendiamo quindi il sentiero sempre verso sinistra e usciamo quindi dal bosco, godendo così di un ampio panorama sui torrioni sottostanti. Giungiamo quindi subito ad una selletta e proseguiamo qualche metro, risalendo poi a sinistra, fuori sentiero, fino all’evidente finestra. Tornati quindi alla selletta, lasciamo il sentiero segnato per imboccare una traccetta sulla sinistra. La traccetta sale per prati fino ad un saltino di roccia di II, superato il quale proseguiamo fino ad una cengia sulla sinistra che permette di raggiungere l’aperto crinale roccioso, che seguiamo fino a trovarci la strada sbarrata da una grande torrione, dove prendiamo a destra un canalino assai ripido che ci permette, in breve, ma con attenzione, di ridiscendere al sentiero segnato, che imbocchiamo verso sinistra e che seguiamo fino alla vetta. Dalla vetta si segue l’unico sentiero che scende sull’altro versante, e con anche qualche piccola risalita arriva al Colle Sebanco, dove troviamo cartelli segnalatori. Dal colle possiamo direttamente prendere a sinistra sull’AVML per tornare velocemente al Colle Scravaion, mentre noi invece abbiamo deciso di ampliare il giro proseguendo dritti verso il Monte Sebanco, come comunque indicato in loco. Continuiamo quindi sull’altavia fino alle pendici del Monte Sebanco (non così facilmente individuabili a dire il vero se non si usa una mappa o traccia GPS che lo indichi), poco più di 1 Km dopo il colle. Qui lasciamo la traccia diregendoci facilmente a destra senza traccia ma per pendio facilissimo e non infrascato, che in pochi minuti di falsopiano ci porta in vetta al Monte Sebanco, dal quale scendiamo sull’altro versante fino a riintercettare l’altavia sulla sinistra.
Seguiamo quindi l’altavia ancora per qualche metro fino ad un incrocio, dove imbocchiamo la sterrata sulla sinistra, che compie un tornante e torna indietro rispetto alla direzione da cui siamo venuti. Procediamo quindi sulla nuova sterrata, tenendo sempre la sinistra ad alcuni bivi di sterrate non segnalati e, dopo l’ultimo bivio, la sterrata, prima praticamente pianeggiante, sale a tornanti verso il Colle Sebanco, che in breve raggiungiamo. Dal Colle compiamo ancora pochi passi sul sentiero dell’andata e quini imbocchiamo l’altavia sulla destra, altavia che seguiamo praticamente fino al colle Scravaion senza grosse variazioni di quota. Poco prima del Colle comunque, appena uscii dal bosco, possiamo deviare sui panoramici prati a sinistra, salendo una breve rampa erbosa, dalla sommità della quale scorgiamo, pochi metri sotto, il parcheggio, al quale possiamo scendere senza difficoltà.

Conclusioni: La Rocca Barbena dal versante sud è stata una delle mie prime gite fuori sentiero, se non la prima, e quindi ci sono un po’ affezionato per questo motivo, nonché perché è sicuramente una delle più belle montagne della liguria, con la sua parete nord precipite ed i tanti torrioni del versante sud. Detto questo la salita dal versante sud è sicuramente un poco più interessante della via normale, permettendo di vedere qualche bel torrione da vicino, seppur dovendoselo un po’ andare a cercare, senza peraltro risultare troppo più impegnativa, a parte che per l’orientamento.
Trovo quindi sia un’ottima variante per ammirare meglio questa bella montagna. Un po’ meno interessante è risultata la breve variante sulla cresta nord, che mi riprometto di completare in altra occasione, in questa c’era troppo vento per affrontare una cresta sconosciuta. Infine direi di nessun interesse il prolungamento verso il Monte Sebanco, che è servito solo a rendere la gita meno corta.

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Pizzo delle Penne e Castellino dal Colle Scravaion

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Torrioni Rocca Barbena dalla strada

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Torrioni in crinale Rocca Barbena dalla strada

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Finestra e torrioni in crinale Rocca Barbena dalla strada

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Galero e Antoroto dalla strada

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Torrioni Rocca Barbena da prati versante sud più da vicino

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Torrione da sopra in prati versante sud

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Primo piano torrione in prati versante sud

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Primo piano torrione in prati versante sud da dietro

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Torrione in prati versante sud da dietro

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Torrioni nel canale salendo versante sud

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Finestra e torrioni sopra il canale salendo versante sud

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Due torrioni nel canale salendo versante sud

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Triplo torrione salendo versante sud più da vicino

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Grande torrione con finestra salendo versante sud

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Grande torrione salendo a finestra in versante sud

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Finestra in versante sud Rocca Barbena da dietro

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Torrioni soprastanti finestra in versante sud

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Primissimo piano torrioni soprastanti finestra in versante sud

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Finestra in torrioni versante sud

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Torrioni in canale salendo versante sud

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Doppio torrione in versante sud

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Doppio torrione in versante sud

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Grande torrione nel canale salendo versante sud

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Torrione a tre cime in canale salendo versante sud

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Versante sud con torrioni salendolo

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Versante sud con torrioni salendolo più da vicino

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Torrioni sottostanti da punto panoramico versante sud

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Mare da punto panoramico Rocca Barbena

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Torrione da sopra tra la vegetazione in versante sud

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Torrione spunta salendo versante sud Rocca Barbena

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Torrione storto salendovi in versante sud

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Torrione storto da sotto in versante sud

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Torrione storto da sotto in versante sud primo piano

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Torrione storto primo piano da sopra

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Torrione storto primo piano da sopra

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Torrione storto da sopra vista verticale

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Torrione storto da punto panoramico sotto sentiero

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Torrione storto da sentiero

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Torrioni da punto panoramico sentiero

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Due grandi torrioni da punto panoramico sentiero

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Torrione finestra da punto panoramico sentiero

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Versante cresta nord Rocca Barbena

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Finestra Rocca Barbena da sotto

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Torrione sottostante finestra Rocca Barbena

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Finestra Rocca Barbena più da vicino

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Torrioni sottostanti da cresta nord

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Cresta nord dalla Rocca Barbena

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Mare da Rocca Barbena

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Galero Pizzo d'Ormea e Antoroto da Rocca Barbena

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Croce vetta Rocca Barbena con sullo sfondo Pizzo Ormea e Antoroto

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Gallinara scendendo al Colle Sebanco

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Galero e Rocca Barbena scendendo al Colle Sebanco

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Torrione tra la vegetazione scendendo al Colle Sebanco

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Torrione tra la vegetazione scendendo al Colle Sebanco vista verticale

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Sentiero tra gli alberi andando al Monte Sebanco

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San Pietro ai Monti e mare da prato presso Colle Sebanco

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Prato di bucaneve tornando al Colle Scravaion più da vicino

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9 Bucaneve tornando al Colle Scravaion

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Rocca Barbena spunta dagli alberi tornando al Colle Scravaion

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Rocca Barbena tornando al Colle Scravaion

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Rocca Barbena dal Colle Scravaion più da lontano

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Castelvecchio dalla strada

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Archetti tra le case a Castelvecchio

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Archetti tra le case a Castelvecchio più da lontano

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Archetti tra le case a Castelvecchio ancora più da lontano
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