Cima del Latous

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scinty
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Cima del Latous

Post by scinty »

Questa volta non vi starò a decantare la bellezza delle montagne, che molti di voi conosceranno molto meglio di me, essendo la mia prima volta al Dante Livio Bianco. Ma poi, esistono posti brutti in montagna? Me lo sono chiesta durante la solita serie di esclamazioni che ho lasciato al vento per lo spettacolo che mi circondava...

“Poi ti porto al Dante Livio Bianco”, suonava come una promessa di tranquillità in mezzo a una tempesta di proposte di gite per rudi escursionisti/alpinisti. Non stavo più nella pelle, un bel rifugio di pietra sulle sponde di un enorme lago alpino, chissà che bello...

Ma poi lo sappiamo, né a me né ad Alec piace oziare... e specialmente in montagna oziare non ha molto senso... ogni tanto può far piacere, ma alla fine dei conti, se non stiamo tutto il giorno in giro per sentieri boschi e monti non ci sentiamo appagati e così... il rilassante fine settimana al Livio Bianco sarà costituito da due lunghe gite su vette (nemmeno a dirlo) poco frequentate.

Iniziamo con l'anello della Cima del Latous.

Abbiamo scelto di salire dal Vallone di Bors e scendere verso il rifugio L. Bianco per il Vallone del Latous. Ero un po' preoccupata perchè il meteo.it, che fino a venerdì pomeriggio dava bello, venerdì sera minacciava pioggia, schiarite e temporali nel pomeriggio di sabato. Temevo che accadesse tutto questo invece la giornata si è mantenuta bella e stabile; visto il percorso senza sentiero, quando oramai eravamo in cammino mi è venuta una certa paura di essere avvolti dalla nebbia, a tratti infatti veniva su da valle mentre in alto le nuvole coprivano i monti, ma subito dopo il cielo si apriva e non abbiamo avuto nessun problema a individuare il percorso. In caso contrario... non sarebbe stata un'esperienza molto piacevole... Avendo perso tempo all'inizio per diversi motivi (tra i quali l'aver sbagliato a individuare il sentiero per il Vallone di Bors, che invece si vede chiaramente lasciandosi del tutto alle spalle Gias del Prato, quando si è quasi al casotto del parco che si trova a quota 1700 m), abbiamo mangiato sulle pietraie sotto Punta della Meris, per riprendere a salire tra le roccette e da lì in un'ora e mezza abbiamo raggiunto la vetta, dove siamo arrivati intorno alle 14:30.

Partiamo verso le 8:30 da Sant'Anna di Valdieri e percorriamo la strada per il rifugio Dante Livio Bianco. Dopo Gias del Prato, si continua a camminare un po' fino a scorgere sulla sinistra un ampio sentiero che si stacca da quello principale (attraversare il ruscello). Questo conduce nel Vallone di Bors, un posto piuttosto selvaggio e apparentemente anche un po' dimenticato. Il sentiero è ampio ed evidente, tuttavia non è molto pulito. In due punti, in prossimità di una frana o di alberi caduti, si è rimediato con uno scivolo di terra che conduce alla parte di sentiero immediatamente superiore (in pratica è stato tagliato il tornante).
Comunque, senza difficoltà si arriva nel cuore del Vallone di Bors dove abbiamo alla nostra sinistra la Rocca Arculon (2620 m) e a destra si erge la Punta della Meris (2641 m). A quel punto il sentiero si divide. Bisogna individuare il sentiero che sale a destra verso Punta della Meris, quando questo termina poco più in alto nelle pietraie il percorso è abbastanza logico, si continua a rimontare il pendio per erba, roccette e qualche facile placca per poi continuare a salire (questa volta volgendo a sinistra) per un pendio tra i rododendri. Sul sentiero opposto al nostro che sale a zig-zag verso Rocca Arculon e poi sembra sparire vediamo due persone, chissà da dove vengono, sembra un posto così sperduto...

Non ci sono ometti quindi bisogna andare sempre a intuito cercandosi il percorso più semplice.
Terminati i rododendri si risalgono roccette e placche miste ad erba puntando sempre in alto verso la cresta. Ci sono diversi modi per salire sul Latous, tutti dati F sulla guida CAI TCI. Noi, non capendo e non vedendo esattamente quale fosse la cima, siamo saliti piuttosto dritti e alla fine ci siamo trovati in cima alla cresta che collega la Punta della Meris alla Cima del Latous (la guida suggerisce fra l'altro di passare su quella cresta anche per raggiungere Punta della Meris).

In un primo tempo ero un po' sconsolata per non aver raggiunto immediatamente la vetta, come nella migliore delle tradizioni quando pensi di essere arrivato ma non è (mai) così, poi però ho trovato molto carina la cresta, forse più comoda e divertente che non risalire dal basso tutte le pietraie che portavano sulla cima. E' una crestina facile dove praticamente si cammina, con un minimo di attenzione, e con qualche elementare passaggino su roccia; terminata la cresta si sale agevolmente sulla Cima del Latous (2744 m). Invece di incontrare orde di escursionisti come sui monti più inflazionati noi incontriamo solo orde di camosci! Sono i padroni qui, ci scrutano dall'alto, corrono sulle creste, li vediamo sulle rocce e un momento dopo sono spariti, disturbati dalla nostra presenza.

La vetta è bella e panoramica, si vedono i suoi fianchi scendere giù nei valloni, c'è pace e silenzio e ci sediamo un po' a goderci la visuale che si ha sui monti intorno.

In cima c'è solo un ometto, niente di più. Il Monte Matto è proprio di fronte a noi, vicinissimo, in tutta la sua imponenza. Riusciamo a vedere anche il rifugio Morelli e il bivacco Gandolfo, non vediamo invece il bivacco Varrone anche se Alec ha individuato il punto dove si trova, forse è perchè è ancora in ombra...

Il rifugio e il lago però adesso ci aspettano, starei qui molto più tempo, è da tanto che non mi godo una vetta al sole, senza fretta, ma la discesa è ancora lunga perchè ci tocca attraversare tutte le pietraie ancora senza sentiero. Scendiamo quindi sul versante Ovest per vaghe tracce verso il Colletto del Matto e da lì voltiamo verso destra per entrare nel Vallone del Latous che ci porterà ai laghetti dai quali un sentiero conduce al rifugio Livio Bianco. Qualche ometto fa capolino, ma sono proprio pochi e non sono di grande aiuto. Dovendo salire da lì non saprei proprio come descrivere il percorso, se non tenersi più sulla sinistra del Vallone, fino a raggiungere il Colletto del Matto (salendo è il vallone a sinistra, quello di destra porta al Drouveron del Matto, punto di attacco della cima Est del Matto).

Per scendere dalla vetta ai laghetti impieghiamo poco più di un'ora e mezza. L'assenza di sentiero tiene alta l'attenzione sia per non inciampare che per trovare i passaggi migliori. I pochi ometti individuati comunque ci confermano che siamo sulla strada giusta e finalmente raggiungiamo gli splendidi laghi. Uno di questi, che andiamo a vedere, si trova in cima a una collinetta ma è più che altro uno stagno, regno di rane e camosci. Sotto invece, se ne trova uno diviso in due parti, da un lato l'acqua è più bassa e dall'altro più profonda e colorata. Ha un colore bellissimo e in un angolo del lago si trova un'enorme roccia rettangolare mentre al di sopra stanno di vedetta i larici. Decidiamo di fermarci lì e osiamo anche fare un piccolo bagnetto. L'acqua è ovviamente “freschetta”, ma non più di quella dei laghetti in Valbrevenna, peccato non avere il tempo di prendere la giusta confidenza, dobbiamo scendere al rifugio almeno a segnalare la nostra presenza.

Ci dirigiamo verso l'altro bel lago più in basso e sulla sua sponda destra seguiamo una traccia che sale nel bosco, poi scende ancora fra i larici, si vede in basso la piattaforma di atterraggio dell'elicottero, poi scompare alla vista perchè il sentiero effettua un largo tornante che sembra portare fuori strada ma poi ritorna in direzione del rifugio e lo raggiungiamo così dall'alto, mentre la terrazza brulica già di persone che si godono i riflessi dorati del sole sulle stupende acque blu del Lago Sottano della Sella, dove arriviamo poco prima delle 18:00.

Dopo una giornata splendida passata in solitudine e silenzio, arrivare al rifugio è un po' disorientante, mi sembra piuttosto sovraffollato, la struttura è piccolina ma c'è tantissima gente... c'è coda per le ciabatte (che ovviamente non ho trovato, accontentandomi di due o tre numeri più del mio...) coda per il bagno e per lavarsi... sono rimasta un po' male, perchè pur aspettandomi che il luogo fosse molto frequentato credevo di trovarlo più tranquillo. Appena seduta a tavola pensavo di avere la prima crisi claustrofobica di tutta la mia vita, ma poi, tutti “viscini viscini”, è andato tutto bene e abbiamo cenato serenamente, c'era pure un francese gentile che si sforzava di parlare italiano ( :shock: ) e che ci ha servito nel piatto lo spezzatino con il purè :) . Dopo cena ci godiamo la pace del lago con una passeggiata fino al suo immissario, mentre il margaro che ha la sua casupola proprio accanto al rifugio andava a mungere le mucche poco più in alto, tornando col suo secchio pieno di latte sulla spalla e il bastone nella mano.

il selvaggio e remoto Vallone di Bors
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dove il sentiero si perde...
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si sale dove si può
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sulla cresta per la Cima del Latous
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il Vallone del Latous, dove scendiamo ancora fuori sentiero...
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i laghi nel Vallone del Latous
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lo stagno dove abbiamo sorpreso rane e camosci... volevamo fare un bagno ma poi abbiamo scelto...
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questo Eden...
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ps1: mi rendo perfettamente conto di fare un incredibile miscuglio di verbi ma... per raccontare mi vien tanto bene il presente, poi ci butto passato e imperfetto così a caso... :imbarazzo: e vabeh licenza poetica :lol:

ps2: ho inserito questa gita in escursionismo perchè, pur essendo data F la salita dal Vallone di Bors, non presenta difficoltà che ritengo alpinistiche. Basta solo stare attenti su placche e roccette.

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Re: Cima del Latous

Post by Pazzaura »

Evvai, questa il sabato... attendo la domenica :D

PS: Le cime più sconosciute sono le vostre :lol:
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Re: Cima del Latous

Post by Alec »

Proprio un bell'anello questo del Latous :feliceModerato:

Molto interessante la salita nel vallone dei Bors, selvaggio e sconosciuto, pieno di camosci.

Bello anche il vallone del Latous, dove passa la via solita, con dei bei laghetti. Che goduria fare il bagno nell'acqua bella fresca :risataGrassa:

Rifugio Livio Bianco un po' sovraffollato :| ma cena abbondante e gradita :)
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

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Re: Cima del Latous

Post by keiji1976 »

Il Vallone del Latus lo ricordo davvero suggestivo, sarà perchè fatto con quella luce che tanto mi piace (mattina molto presto)...sarà perchè è stato forse uno degli ultimi week end fatti con Enrica tra i monti :triste: ...Spero presto sia di tornare lassù (anch solo a salutare Livio), sia poter condividere con lei le emozioni che solo la montagna può regalarti...
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Re: Cima del Latous

Post by em »

Al di fuori degli itinerari piu` noti e frequentati le Marittime "nascondono" dei veri gioielli.
Se non ricordo male nel vallone di Latous, fino al colletto del Matto, c'ero stato un pomeriggio che ero arrivato al Rifugio un po' presto (era inizio stagione quindi avevo trovato un sacco di neve). Il vostro percorso potrebbe essere una interessante alternativa per movimentare la salita al livio Bianco.
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Re: Cima del Latous

Post by scinty »

em wrote:Al di fuori degli itinerari piu` noti e frequentati le Marittime "nascondono" dei veri gioielli.
Se non ricordo male nel vallone di Latous, fino al colletto del Matto, c'ero stato un pomeriggio che ero arrivato al Rifugio un po' presto (era inizio stagione quindi avevo trovato un sacco di neve). Il vostro percorso potrebbe essere una interessante alternativa per movimentare la salita al livio Bianco.
La salita così, tra pietraie e rododendri (e mirtilli! C'erano già i mirtilli!!!) è sicuramente movimentata! :risata:

Davvero bello, avventuroso... :feliceModerato:
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Re: Cima del Latous

Post by arietina »

Leggerò il racconto in un secondo momento :risata: ma le foto rendono già la bellezza dei luoghi! : Thumbup :

Sempre dei bellissimi itinerari! Bravi!! :D
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Re: Cima del Latous

Post by scinty »

: Thanks : arietina! :feliceModerato:
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