Uscita del 1° luglio 2016 con Gianfranco
Dislivello 1435 m. al Rif. Pagarì, 1645m. il giro totale (risalita di 200 m. per il Lago Bianco)
Durata: 4h 30' al Rifugio, ulteriori 5 h per la salita al lago ed il ritorno a S.Giacomo
Meteo: sereno al mattino, qualche goccia d'acqua sul ritorno.
Come prima escursione della nostra 2 giorni in Val Gesso abbiamo scelto un giro ad anello (senza cima) di grande respiro
(eufemismo 
). Avevo fatto presente la lunghezza del percorso a Gianfranco e nonostante io l'avessi già fatto quasi 30 anni fa (in discesa provenendo dal Rif. Nizza) l'idea di rifarlo in salita collegandolo ad un ritorno diverso mi ha convinto. Sono contento della scelta fatta anche se la discesa dal Lago Bianco a S. Giacomo è stata veramente stressante a livello fisico e non solo 
.Avendo pernottato a S. Giacomo siamo partiti molto presto, con il Gelas già illuminato dal sole, visibile dal ponte sul torrente.
Passate le ex palazzine reali (ora colonie) risaliamo il vallone sino al Pra del Rasur e raggiungiamo il Gias sottano del Vei del Bouc dove il sentiero si biforca, a sinistra per l'omonimo lago, a destra per il rifugio Pagarì che imbocchiamo. Il sentiero sale in modo regolare e poco prima dell'inizio dei tornanti che ci faranno prendere quota incrociamo la deviazione per il Lago Bianco del Gelas, in pratica il punto in cui arriveremo alla fine dell'anello.
Armenti a Pra del Rasur
Salendo lentamente di quota cambiano prospettive e visuali
Durante la salita incrociamo spesso cascatelle e rivoli d'acqua. Ne approfittiamo per rinfrescarci vista la temperatura già calda nonostante l'ora.
Rio Pantacreus
Dall'altra parte del vallone gli innumerevoli zig-zag del sentiero per il Lago del Vei del Bouc
Il bel sentiero sale in maniera regolare in alcuni tratti sostenuto da muretti a secco.....
Il Monviso
L'Oriol (destra) ed il gruppo dell' Asta
(dietro)
Il colle dell'Agnel
Il bel Lago Bianco dell'Agnel in basso sotto l'omonimo colle
Il colletto e la parte iniziale della cresta del Peyrabroc
Avvicinandoci finalmente (siamo già oltre le 4 ore) al rifugio la parete della Maledia si erge in tutta la sua prestanza con il Caire Muraion che le fa da paggio (l'aria fina mi rende poetico
)
Il ghiacciaio del Pagarì sembra ormai ridotto ai minimi termini
(quando lo avevo disceso nel 1986 di neve ce n'era ancora in abbondanza 
)
Al rifugio riusciamo finalmente a bere la famosa
birra Pagarina (notevole 
)Gianfranco brinda, ma il boccale è già stato vuotato
Chiediamo lumi al gestore su eventuali nevai sul percorso per il Lago Bianco del Gelas. Ci tranquillizza. Le poche lingue rimaste, ormai molli vista l'ora e la temperatura, non rappresentano un problema.
Passati senza problemi gli altri nevai seguiamo la traccia che transita in corrispondenza di uno spuntone roccioso,
per poi scendere in un ripido valloncello (tratto in frana), aggirare il successivo costone ed entrare finalmente nell'ampio e roccioso vallone sotto il Lago Bianco.
Seguendo ormai solo degli ometti lentamente prendiamo quota ed in 40 minuti raggiungiamo il primo lago, ancora un poco di fatica e anche il Lago Bianco del Gelas viene raggiunto. Entranbi sono ancora parzialmente ricoperti di ghiaccio.
Posto bellissimo e selvaggio. Sarebbe stato bello salire al Passo dei Ghiacciai, ma ormai non "ne abbiamo più", quel poco ce lo riserviamo per il ritorno
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.
Il primo lago ....
..e finalmente anche il Lago Bianco.
Una breve sosta presso le rovine dell' ex-rifugio Moncalieri e prendiamo la via del ritorno.
Una discesa molto ripida, stressante, snervante, infinita
per ricongiungerci con il sentiero di salita e raggiungere, dopo 5 ore nette dal Rifugio Pagarì, il nostro albergo 
.Saluti
FRANKIE@
mi ha fatto venire una voglia matta di salire su di là...
posti sempre meravigliosi!!! Se riesco anche io mi riprometto di andarci a settembre per portarci una persona 
. Parola di carnivoro. 
...(e non siamo neanche a meta luglio...quando negli anni 70/80 si faceva ancora la Ghigliè con gli sci)