Cima del Tor 2400 m
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Cima del Tor 2400 m
Era da tempo che desideravo vedere il lago del Vei del Bouc, e sabato scorso, nel corso delle selezioni per la gita domenicale, ho deciso che era giunto il momento di esaudire questo desiderio.
Il solo lago però, nonostante richieda tre ore di salita e sia un luogo meraviglioso, non bastava e allora, dopo rapida ricerca, ho trovato il suo giusto abbinamento: La Cima del Tor
Per raggiungerla, con poche difficoltà e non eccessivo dislivello aggiuntivo, si parte proprio dal lago, seguendo il tracciato di una suggestiva mulattiera di caccia purtroppo in rovina.
La Cima del Tor (per dirla con le parole di M.Bruno) è una “piccola, modesta ma panoramica vetta” che ovunque viene descritta come un delizioso balcone a 360 gradi posto a cavaliere tra i valloni Muraion e Vei del Bouc, che regala splendide vedute sulle principali vette delle Marittime quali il Clapier, la Maledìa, l’Argentera, il Matto ecc.ecc .
Posso garantire che è assolutamente vero, e andarci in una bella giornata di sole come domenica scorsa è un piacere, come abbinare il giusto vino ad un buon piatto (che sarebbe il Lago).
Tralascio la descrizione del percorso da SanGiacomo di Entracque al Lago del Vei del Bouc, per la quale già esiste apposito Topic, precisando solamente che la passerella sull’emissario del lago è ora solida e ben percorribile.
attachment=0]Passerella sull emissario.jpg[/attachment] Arrivati al lago, dopo tre ore esatte di cammino e 850 m di salita allietati da splendide vedute e fioriture, ci si rilassa qualche minuto ammirando la rara bellezza del luogo.
Poi ci si guarda attorno e si individua facilmente, in alto a sinistra guardando il lago, il Colle del Vei del Bouc mentre sulla nostra destra si staglia una vetta rocciosa a balze erbose, poco invitante e dall’apparenza inutile, perché visibilmente più bassa delle alte cime che contornano il vallone.
E’ lei, la Cima del Tor, la nostra meta, 350 m e un’ora abbondante più in su.
Non fosse per quanto letto sui manuali uno se ne starebbe volentieri in riva al lago con tutti gli altri escursionisti, che già hanno steso i loro bravi teli spugna colorati e si preparano a prendere il sole, ma la Cima è la Cima, e qualcuno deve pur raggiungerla.
Così torniamo brevemente sui nostri passi ed in prossimità del casotto del Parco scorgiamo la larga traccia inerbita dell’antica mulattiera di caccia che, incorniciata da pietre bianche, ci invita maliziosamente a salire, serpeggiando tra suggestivi massi levigati da antichi ghiacci.
La seguiamo di slancio e subito questa ci porta sul versante del vallone Muraion, con sottostante strapiombo e il Pagarì lassù in alto, poi scompare tra cespugli profumati per riapparire subito sopra le nostre teste, ammiccando con un elegante muro in pietra a secco.
E’ la mulattiera l’indiscussa protagonista della salita.
La marpiona sale con geniali giravolte sulle aspre balze, gioca a mostrarsi coi suoi muri di sostegno e a nascondersi tra i folti rododendri in fiore.
Scompare e ricompare in un gioco a rimpiattino che proseguirà fino in vetta.
Nei frequenti tratti franati ed in rovina, confusi dalle numerose tracce che salgono e si dirigono ovunque, ci fermiamo a ragionare dove diavolo è meglio passare, ma così approfittiamo per guardare il lago che sotto di noi cambia colore e forma, e svela i suoi verdi fondali.
Intorno il panorama si allarga, e compare la Serra dell’Argentera, e il Monte Matto, e infine pure da lontano il Re di Pietra.
La relazione dice che arrivati ad un certo punto, alla quota di circa 2350m ed in vista di una imposta di caccia situata in una valletta, occorre lasciare la civettuola mulattiera e salire brevemente per gerbidi alla piccola croce di vetta.
Noi arrivati alla quota 2350m vediamo subito la piccola croce ma non la costruzione di caccia, e quindi, stando al gioco della mulattiera che vuole ancora continuare, la seguiamo per un po’, consapevoli che stiamo lasciando la vetta alle spalle.
L’imposta di caccia proprio non si vede e quindi, scattata qualche foto che mi consentirà poi a casa di individuarla, torniamo con breve traverso alla croce di vetta, che ci attende paziente.
Del panorama ho già detto, il senso di soddisfazione è pieno, la pancia è vuota: quindi mangiamo.
Durante la discesa il gioco a nascondino della traccia è più facile, ed evitata una piccola macchia di neve, in mezz’ora siamo al lago. E che lago.
Notiamo una bella pietra piatta proprio sulla riva che si affaccia verso l’anfiteatro, e scopriamo che mani sagge hanno sistemato altre pietre in modo da ricavarne un comodissimo divano in “gneiss occhiadino”.
Dopo aver rinfrescato le estremità nelle acque ed aver consumato il dessert, ci stendiamo al sole sul nostro bel divano stile Flintstone, e ci addormentiamo tra le voci dei merenderi che abbandonano la magica conca.
Al risveglio non c’è più nessuno, solo marmotte che ci guardano come dire: allora? Andiamo che siete gli ultimi! Ma l’arrivo di un grosso rapace le allarma e le disperde tra fischi assordanti.
Quando compare il Camoscino della sera capiamo che è davvero ora di scendere, e allora giù per le ripide tracce sui prati che sovrastano il Rasur, rinfrescati da un bel vento e sempre sotto un chiaro sole che non vuol tramontare mai, sebbene le nuvole già da un po’ si divertano a coprire e scoprire le cime più alte.
Arrivati alla macchina ancora uno sguardo al cielo ormai rosa, e poi si esclama: eh, che bella giornata in Marittime oggi!
Il solo lago però, nonostante richieda tre ore di salita e sia un luogo meraviglioso, non bastava e allora, dopo rapida ricerca, ho trovato il suo giusto abbinamento: La Cima del Tor
Per raggiungerla, con poche difficoltà e non eccessivo dislivello aggiuntivo, si parte proprio dal lago, seguendo il tracciato di una suggestiva mulattiera di caccia purtroppo in rovina.
La Cima del Tor (per dirla con le parole di M.Bruno) è una “piccola, modesta ma panoramica vetta” che ovunque viene descritta come un delizioso balcone a 360 gradi posto a cavaliere tra i valloni Muraion e Vei del Bouc, che regala splendide vedute sulle principali vette delle Marittime quali il Clapier, la Maledìa, l’Argentera, il Matto ecc.ecc .
Posso garantire che è assolutamente vero, e andarci in una bella giornata di sole come domenica scorsa è un piacere, come abbinare il giusto vino ad un buon piatto (che sarebbe il Lago).
Tralascio la descrizione del percorso da SanGiacomo di Entracque al Lago del Vei del Bouc, per la quale già esiste apposito Topic, precisando solamente che la passerella sull’emissario del lago è ora solida e ben percorribile.
attachment=0]Passerella sull emissario.jpg[/attachment] Arrivati al lago, dopo tre ore esatte di cammino e 850 m di salita allietati da splendide vedute e fioriture, ci si rilassa qualche minuto ammirando la rara bellezza del luogo.
Poi ci si guarda attorno e si individua facilmente, in alto a sinistra guardando il lago, il Colle del Vei del Bouc mentre sulla nostra destra si staglia una vetta rocciosa a balze erbose, poco invitante e dall’apparenza inutile, perché visibilmente più bassa delle alte cime che contornano il vallone.
E’ lei, la Cima del Tor, la nostra meta, 350 m e un’ora abbondante più in su.
Non fosse per quanto letto sui manuali uno se ne starebbe volentieri in riva al lago con tutti gli altri escursionisti, che già hanno steso i loro bravi teli spugna colorati e si preparano a prendere il sole, ma la Cima è la Cima, e qualcuno deve pur raggiungerla.
Così torniamo brevemente sui nostri passi ed in prossimità del casotto del Parco scorgiamo la larga traccia inerbita dell’antica mulattiera di caccia che, incorniciata da pietre bianche, ci invita maliziosamente a salire, serpeggiando tra suggestivi massi levigati da antichi ghiacci.
La seguiamo di slancio e subito questa ci porta sul versante del vallone Muraion, con sottostante strapiombo e il Pagarì lassù in alto, poi scompare tra cespugli profumati per riapparire subito sopra le nostre teste, ammiccando con un elegante muro in pietra a secco.
E’ la mulattiera l’indiscussa protagonista della salita.
La marpiona sale con geniali giravolte sulle aspre balze, gioca a mostrarsi coi suoi muri di sostegno e a nascondersi tra i folti rododendri in fiore.
Scompare e ricompare in un gioco a rimpiattino che proseguirà fino in vetta.
Nei frequenti tratti franati ed in rovina, confusi dalle numerose tracce che salgono e si dirigono ovunque, ci fermiamo a ragionare dove diavolo è meglio passare, ma così approfittiamo per guardare il lago che sotto di noi cambia colore e forma, e svela i suoi verdi fondali.
Intorno il panorama si allarga, e compare la Serra dell’Argentera, e il Monte Matto, e infine pure da lontano il Re di Pietra.
La relazione dice che arrivati ad un certo punto, alla quota di circa 2350m ed in vista di una imposta di caccia situata in una valletta, occorre lasciare la civettuola mulattiera e salire brevemente per gerbidi alla piccola croce di vetta.
Noi arrivati alla quota 2350m vediamo subito la piccola croce ma non la costruzione di caccia, e quindi, stando al gioco della mulattiera che vuole ancora continuare, la seguiamo per un po’, consapevoli che stiamo lasciando la vetta alle spalle.
L’imposta di caccia proprio non si vede e quindi, scattata qualche foto che mi consentirà poi a casa di individuarla, torniamo con breve traverso alla croce di vetta, che ci attende paziente.
Del panorama ho già detto, il senso di soddisfazione è pieno, la pancia è vuota: quindi mangiamo.
Durante la discesa il gioco a nascondino della traccia è più facile, ed evitata una piccola macchia di neve, in mezz’ora siamo al lago. E che lago.
Notiamo una bella pietra piatta proprio sulla riva che si affaccia verso l’anfiteatro, e scopriamo che mani sagge hanno sistemato altre pietre in modo da ricavarne un comodissimo divano in “gneiss occhiadino”.
Dopo aver rinfrescato le estremità nelle acque ed aver consumato il dessert, ci stendiamo al sole sul nostro bel divano stile Flintstone, e ci addormentiamo tra le voci dei merenderi che abbandonano la magica conca.
Al risveglio non c’è più nessuno, solo marmotte che ci guardano come dire: allora? Andiamo che siete gli ultimi! Ma l’arrivo di un grosso rapace le allarma e le disperde tra fischi assordanti.
Quando compare il Camoscino della sera capiamo che è davvero ora di scendere, e allora giù per le ripide tracce sui prati che sovrastano il Rasur, rinfrescati da un bel vento e sempre sotto un chiaro sole che non vuol tramontare mai, sebbene le nuvole già da un po’ si divertano a coprire e scoprire le cime più alte.
Arrivati alla macchina ancora uno sguardo al cielo ormai rosa, e poi si esclama: eh, che bella giornata in Marittime oggi!
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
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Re: Cima del Tor 2400 m
Altre foto:
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Re: Cima del Tor 2400 m
Ad averlo saputo, sarebbe stata un'ottima meta per completare la gita al lago... Bella idea!
Cosi' va la vita
Re: Cima del Tor 2400 m
Ma le frecce erano un invito subliminale
Re: Cima del Tor 2400 m
Adorabili le due marmottine di vedetta
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: Cima del Tor 2400 m
hai ragione!! A momenti, per seguire le frecce, mi imbelinavo nel torrente!!Ago wrote:
Ma le frecce erano un invito subliminale
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Cima del Tor 2400 m
Fantastico!!!!!!
Al lago del Vei dei Bouc dovrebbero esserci delle antiche incisioni di pastori... dovrei tornare a leggere sul libro del Pagarì...
Al lago del Vei dei Bouc dovrebbero esserci delle antiche incisioni di pastori... dovrei tornare a leggere sul libro del Pagarì...
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
- Littletino
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Re: Cima del Tor 2400 m
E' vero, anche io ho letto di incisioni rappresentanti recinti per il bestiame nei pressi del lago.scinty wrote:Fantastico!!!!!!
Al lago del Vei dei Bouc dovrebbero esserci delle antiche incisioni di pastori... dovrei tornare a leggere sul libro del Pagarì...
Ma sull'ultimo libro di Andrea Parodi e Andrea "gambeinspalla" Costa è riferito che attualmente non sono più visibili.
Io comunque non ho visto nulla , neanche l'imposta di caccia !!
P.S. quest'ultima dire il vero alla fine l'ho scovata analizzando minuziosamente una foto scattata sul posto.
Chi la vede è bravo....(è circa al centro della foto sotto i nevai, appoggiata sulla balza)
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
- Maury76
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Re: Cima del Tor 2400 m
Ottima idea la Cima del Tor
Qualche anno fa avevo pensato di andare al Lago e per completare la gità (perchè la cima ci vuole ) avevo pensato al Monte Carbonè come ipotesi impegnativa ,e ad un'altra più soft ossia la Cima del Tor dopo aver letto una relazione sul sito di gambeinspalla.
Molto belle le foto
Qualche anno fa avevo pensato di andare al Lago e per completare la gità (perchè la cima ci vuole ) avevo pensato al Monte Carbonè come ipotesi impegnativa ,e ad un'altra più soft ossia la Cima del Tor dopo aver letto una relazione sul sito di gambeinspalla.
Molto belle le foto
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Re: Cima del Tor 2400 m
Maury76 wrote:Ottima idea la Cima del Tor
Qualche anno fa avevo pensato di andare al Lago e per completare la gità (perchè la cima ci vuole ) avevo pensato al Monte Carbonè come ipotesi impegnativa ,e ad un'altra più soft ossia la Cima del Tor dopo aver letto una relazione sul sito di gambeinspalla.
Molto belle le foto
...anche a me manca la Cima del Tor ...
quando siamo andati al lago ancora non eravamo collezionisti di vette ma ora sì ...quindi ....... ti quoto
Maury76 wrote:(perchè la cima ci vuole )
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
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- Pazzaura
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Re: Cima del Tor 2400 m
Bellissime le alpi in sto periodo...
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: Cima del Tor 2400 m
Luoghi tra i più belli delle Marittime.
Ci dovrò portare anche la Scinty al lago, ovviamente proseguendo fin sul Carbonè
Ci dovrò portare anche la Scinty al lago, ovviamente proseguendo fin sul Carbonè
Quand'è che non sono bellissime?Pazzaura wrote:Bellissime le alpi in sto periodo...
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Re: Cima del Tor 2400 m
c'è sempre l'inghippo, sempre...Alec wrote:Luoghi tra i più belli delle Marittime.
Ci dovrò portare anche la Scinty al lago, ovviamente proseguendo fin sul Carbonè
Quand'è che non sono bellissime?Pazzaura wrote:Bellissime le alpi in sto periodo...
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Re: Cima del Tor 2400 m
Guardando il sentiero che da poco prima del Lago sale al Passo Carbonè ho ripensato al racconto di Frankie e alla loro fatica.
In effetti dopo 3 ore di salita avere ancora 700m di "muro" prima di arrivare al Passo potrebbe scoraggiare chi non è ben determinato.
Da questa foto si vede il sentiero che sale dalla sinistra e si inerpica faticosamente sulla ripida costa: chi vuole si accomodi!
Però il Carbonè in effetti mi attizza non poco...
In effetti dopo 3 ore di salita avere ancora 700m di "muro" prima di arrivare al Passo potrebbe scoraggiare chi non è ben determinato.
Da questa foto si vede il sentiero che sale dalla sinistra e si inerpica faticosamente sulla ripida costa: chi vuole si accomodi!
Però il Carbonè in effetti mi attizza non poco...
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Re: Cima del Tor 2400 m
Complimenti per la bella escursione e le belle foto.
"Perché con uno (occhio) tu guardi il mondo, con l'altro guardi in te stesso".
Amedeo Modigliani
Amedeo Modigliani
Re: Cima del Tor 2400 m
veramente dei bei posti! poi la mulattiera civettuola!!! mette proprio voglia
Re: Cima del Tor 2400 m
Il 7 di Ottobre scorso, in ormai consueta solitaria (e solitudine, non ho incontrato nessuno), sono salito a questa misconosciuta, nonché praticamente invisibile, panoramica Cima Toro o Tor come scritto a vernice su di una pietra.
anche io
anche la mulattiera che sale dopo il lago è in molti tratti franata e/o ricoperta di detrito e non più visibile, c'è comunque una traccia di passaggio con segni blu che facilitano la progressione.
inoltre volendo essere pignoli pignoli, la croce non è in vetta ma nel punto più comodo e panoramico, "ovviamente" non me sono data buona così e con breve e facile scalatina (II°)h o messo mano sulla vera vetta (non ci sta altro che una mano )
fotine
anche io
NON ESISTENTE PIU'Littletino wrote: ↑Tue Jul 05, 2011 20:01Tralascio la descrizione del percorso da SanGiacomo di Entracque al Lago del Vei del Bouc, per la quale già esiste apposito Topic, precisando solamente che la passerella sull’emissario del lago è ora solida e ben percorribile.
anche la mulattiera che sale dopo il lago è in molti tratti franata e/o ricoperta di detrito e non più visibile, c'è comunque una traccia di passaggio con segni blu che facilitano la progressione.
inoltre volendo essere pignoli pignoli, la croce non è in vetta ma nel punto più comodo e panoramico, "ovviamente" non me sono data buona così e con breve e facile scalatina (II°)h o messo mano sulla vera vetta (non ci sta altro che una mano )
fotine
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Re: Cima del Tor 2400 m
Avevo letto che il sentiero era stato danneggiato dalle pesanti precipitazioni degli ultimi anni in zona. Ma immaginavo lo avessero ripristinato, anche perché so che è molto utilizzato dai Locals.
E comunque questa cimetta, così poco visibile che neanche si capisce bene dove sia la cima ma piuttosto panoramica, regala un sorprendente piacere a chi la raggiunge.
Se si va al lago, che già è bello di suo, conviene salirci, magari solo per mangiare in santa pace nel caso l'affollamento al lago risulti eccessivo.
E comunque questa cimetta, così poco visibile che neanche si capisce bene dove sia la cima ma piuttosto panoramica, regala un sorprendente piacere a chi la raggiunge.
Se si va al lago, che già è bello di suo, conviene salirci, magari solo per mangiare in santa pace nel caso l'affollamento al lago risulti eccessivo.
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".