Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
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Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
Da un po' di tempo volevo portare la mia cognatina (la sorella di Alec) in Val Maira... e finalmente il giorno è arrivato: Federica si rivela all'altezza della situazione già dal primo cruciale step della giornata, la scelta dei panini suggerendo l'aggiunta ai soliti salumi (alcuni dei quali, vorrei sottolineare, di produzione dello stesso negozio ) delle verdure grigliate, accoppiata bomba che credo replicheremo in occasione di tutte le future gite valmairesi .
Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima???
Percorriamo la valle fino a Chiappera mentre a stento riesco a trattenere la necessità di esternare tutto: "qui vidi.., quando andammo... lassù c'è... quella volta che..."
Lasciamo l'auto sopra il Campo Base, involontariamente alla partenza del sentiero per il rifugio Stroppia... e partiamo sulla strada militare verso le grange Collet, prima delle quali imbocchiamo il sentiero per il Vallone dell'Infernetto.
Non tutto accade per caso: per quanto la Val Maira sia tutta bella, come recita una poesia, se devo consigliare a qualcuno dove andare la prima volta indico senza esitazioni Chiappera. La fine della Valle. Dove i pascoli lasciano il posto alle cime più alte... dove in breve ti ritrovi in Francia senza che nessuna strada asfaltata abbia rovinato il paesaggio turbando la pace di questi luoghi...
La prima volta che ho messo piede in Val Maira, sono salita nel Vallone dell'Infernetto: e lì mi ritrovo per la seconda volta, ben 12 anni dopo. Avevo in mente di salire il Monte Pertusà già l'anno scorso insieme a una mia amica (meno male che la gita era saltata , voglio dire.. meno male per la mia amica ): non è così difficile, ma come sempre nelle nostre gite i sentieri diventano un po' un optional... ma abbiamo con noi due compagni tosti che non si fanno per nulla intimorire dalle pietraie che ti scivolano a tratti sotto ai piedi!!!
La mia cognatina va come una lippa tanto che nessuno riesce a starle dietro ma come fa!!!
Percorriamo il Vallone dell'Infernetto fino a che il sentiero non gira decisamente a sinistra per dirigersi verso l'omonimo colle. Consultiamo la cartina che non lascia dubbi sul da farsi: a quel punto, nel breve pendio che ci si para davanti, si segue una vaga traccia che sale a destra (c'è persino un ometto all'inizio della traccia, non abbiamo pensato di renderlo più evidente) e porta alla base di una pietraia che, senza ne' traccia ne' ometti, si risale per andare verso l'unica direzione possibile per la vetta: una cengiona erbosa sopra dei risalti rocciosi che conduce ai più docili pendii sotto il M. Pertusà. Una volta sopra la pietraia costituita da pietre e massi più grandi, non si fa altro che traversare (in lieve salita) tutto il pendio pietroso prima del cengione. Un po' più avanti si trova anche una traccia, ma non ci vuole molto a capire che il monte non è particolarmente frequentato. Dal cengione in poi la situazione si fa più "stabile" e in breve si raggiungono i verdi declivi sommitali da dove in breve si arriva in vetta. Si raggiunge dapprima l'anticima, per poi scendere sulla destra di un intaglio roccioso e risalire verso la caratteristica vetta i cui pendii erbosi culminano a sinistra con una puntina rocciosa e una vertiginosa parete affacciata sul Vallone del Maurin.
Ma non tralasciamo il motivo per cui sono arrivata fino a qui: il Pertus!!! Dai pendii sopra il cengione, andando dritti si arriva a una sella a sinistra dell'anticima. Da lì basta spostarsi ancora un po' a sinistra e si raggiunge la caratteristica formazione rocciosa, una specie di mirino sul Maurin.
La vetta è bella, pratosa, rilassante e panoramica. Putroppo, dopo l'esaltazione per il pranzo con gli innovativi panini crudo + zucchine e pancetta artigianale + melanzane grigliate non resta molto tempo per lo svacco: come da tradizione, la strada è ancora lunga... non vorremo mica scendere da dove siamo saliti!!! Le gambe sono buone e bisogna sfruttarle: io vorrei salire al colle Ciaslaras e scendere dal Maurin, mentre Alec propone la salita al Colle dell'Infernetto con discesa dal Vallonasso di Stroppia. Mi tocca prendere atto del fatto che per il Ciaslaras occorre il doppio del dislivello ed è molto più lontano. Tuttavia, mi turba quella neve nel ripido canale che porta al Colle dell'Infernetto: l'unica volta che l'ho fatto, in discesa, troppi anni fa quando non masticavo nulla di montagna, mi era sembrata un'impresa epica. Sono titubante, per la ripidezza con l'aggiunta di neve, ma vedo diverse persone salire e altre scendere... Fede, incuriosita, esprime il desiderio di salire... come poter scoraggiare tanto sano interesse ... e Infernetto sia!!! In fin dei conti è ripido, ma non è così lungo e in cima trovo anche dei gradini che anni or sono non c'erano, che agevolano l'ultimo tratto di salita fino alle roccette attrezzate con i cavi (che non servono se non in presenza di neve) attraverso le quali passa il sentiero prima di arrivare al colle. In men che non si dica siamo al colle!
Come altri cartelli in zona, purtroppo il cartello alla base della salita è completamente sbagliato!!! Indica un'ora e dieci minuti mentre noi abbiamo impiegato una scarsa mezz'ora a risalire il pendio!!!!!
Una volta in cima, ancora una volta gli occhi si riempiono di bellezza e ricordi. Sarebbe bello raggiungere il bivacco Barenghi, ma per goderci con più tranquillità il ritorno decidiamo di tagliarlo fuori e raggiungere il sentiero principale nel Vallonasso di Stroppia percorrendo il sentiero S19 che, guarda caso, non avevo mai fatto prima . Con la promessa di tornare una volta insieme al Barenghi per dormirci
Qualunque strada scegli è sempre stupenda. La traccia scende per un tratto in maniera evidente: poi bisogna prestare attenzione ai segnavia biancorossi che scendono a un tratto decisamente in una valletta per poi condurre sul sentiero principale attraverso i prati (in caso di nebbia sarebbe un problema). Dal sentiero Dino Icardi arriviamo al bellissimo Lago Niera e in breve al rifugio Stroppia poco prima del quale, sul ponticello, si può godere del meritato refrigerio che offre il salto della cascata, portando con sè aria fresca e goccioline di acqua pura.
La discesa dallo Stroppia, ripida e scivolosa, è sempre devastante. Alec ritrova inaspettatamente la sua gioventù scegliendo di farla quasi di corsa, seguito dignitosamente da me, Fabri e Fede. Perdo per un attimo il sentiero per infognarmi sul vecchio tracciato che passa in mezzo al corso d'acqua. Piuttosto che tornare indietro per cinque - dieci minuti a verificare l'errore, passiamo tutti e quattro in mezzo al torrente ormai rassegnati, con i piedi completamente immersi nella cascata. E che sorpresa, subito dopo esserne usciti, udire le voci dei ragazzini che ci seguivano, sopra le nostre teste, arrivare da sopra sul sentiero giusto, con i piedi belli asciutti
Ma tra non molto saremo alla macchina, per trovare sollievo nel rio di fronte al nostro parcheggio, in preparazione di una bella cena che ci attende, dopo 8 stupende ore in giro per monti, tra pascoli verdi, severe vette, camosci, marmotte, cascate, laghetti e fiori di ogni genere...
Spero di aver trasmesso anche solo metà di ciò che provo per questi posti... Un sentito grazie ai nostri fierissimi compagni di gita, che non stento a credere avremo il piacere di ritrovare tra non molto in atre nuove avventure...
le "mie amiche" pecore, i "miei amici" bergè... me lo sentivo che li avrei incontrati... le pecore pascolano, i cani vigilano...
la felicità è alle stelle (..dalle stalle... )
ma basta allontanarsi dai sentieri più frequentati ed ecco un bel regalo per chi ci accompagna per la prima volta su questi sentieri... (anche questo me lo sentivo )
un bel buchetto... il Pertùs che da il nome a questo monte... una finestra sul Vallone del Maurin
la vetta del Monte Pertusà
"zorella", un giorno tutto questo sarà tuo... (in realtà elencava tronfio tutte le vette fatte negli anni gloriosi... )
Vetta e vista sul Maurin
Questi contrasti di colori (verde, grigio, cielo, nuvole, sole, ombre...) mi fanno impazzire...
alle nostre spalle ecco in grandi linee l'itinerario..
il lago Niera è sempre spettacolare... e rilassante...
marmottengi curiosa ma sempre sospettosa...
refrigerio e meraviglia
Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima???
Percorriamo la valle fino a Chiappera mentre a stento riesco a trattenere la necessità di esternare tutto: "qui vidi.., quando andammo... lassù c'è... quella volta che..."
Lasciamo l'auto sopra il Campo Base, involontariamente alla partenza del sentiero per il rifugio Stroppia... e partiamo sulla strada militare verso le grange Collet, prima delle quali imbocchiamo il sentiero per il Vallone dell'Infernetto.
Non tutto accade per caso: per quanto la Val Maira sia tutta bella, come recita una poesia, se devo consigliare a qualcuno dove andare la prima volta indico senza esitazioni Chiappera. La fine della Valle. Dove i pascoli lasciano il posto alle cime più alte... dove in breve ti ritrovi in Francia senza che nessuna strada asfaltata abbia rovinato il paesaggio turbando la pace di questi luoghi...
La prima volta che ho messo piede in Val Maira, sono salita nel Vallone dell'Infernetto: e lì mi ritrovo per la seconda volta, ben 12 anni dopo. Avevo in mente di salire il Monte Pertusà già l'anno scorso insieme a una mia amica (meno male che la gita era saltata , voglio dire.. meno male per la mia amica ): non è così difficile, ma come sempre nelle nostre gite i sentieri diventano un po' un optional... ma abbiamo con noi due compagni tosti che non si fanno per nulla intimorire dalle pietraie che ti scivolano a tratti sotto ai piedi!!!
La mia cognatina va come una lippa tanto che nessuno riesce a starle dietro ma come fa!!!
Percorriamo il Vallone dell'Infernetto fino a che il sentiero non gira decisamente a sinistra per dirigersi verso l'omonimo colle. Consultiamo la cartina che non lascia dubbi sul da farsi: a quel punto, nel breve pendio che ci si para davanti, si segue una vaga traccia che sale a destra (c'è persino un ometto all'inizio della traccia, non abbiamo pensato di renderlo più evidente) e porta alla base di una pietraia che, senza ne' traccia ne' ometti, si risale per andare verso l'unica direzione possibile per la vetta: una cengiona erbosa sopra dei risalti rocciosi che conduce ai più docili pendii sotto il M. Pertusà. Una volta sopra la pietraia costituita da pietre e massi più grandi, non si fa altro che traversare (in lieve salita) tutto il pendio pietroso prima del cengione. Un po' più avanti si trova anche una traccia, ma non ci vuole molto a capire che il monte non è particolarmente frequentato. Dal cengione in poi la situazione si fa più "stabile" e in breve si raggiungono i verdi declivi sommitali da dove in breve si arriva in vetta. Si raggiunge dapprima l'anticima, per poi scendere sulla destra di un intaglio roccioso e risalire verso la caratteristica vetta i cui pendii erbosi culminano a sinistra con una puntina rocciosa e una vertiginosa parete affacciata sul Vallone del Maurin.
Ma non tralasciamo il motivo per cui sono arrivata fino a qui: il Pertus!!! Dai pendii sopra il cengione, andando dritti si arriva a una sella a sinistra dell'anticima. Da lì basta spostarsi ancora un po' a sinistra e si raggiunge la caratteristica formazione rocciosa, una specie di mirino sul Maurin.
La vetta è bella, pratosa, rilassante e panoramica. Putroppo, dopo l'esaltazione per il pranzo con gli innovativi panini crudo + zucchine e pancetta artigianale + melanzane grigliate non resta molto tempo per lo svacco: come da tradizione, la strada è ancora lunga... non vorremo mica scendere da dove siamo saliti!!! Le gambe sono buone e bisogna sfruttarle: io vorrei salire al colle Ciaslaras e scendere dal Maurin, mentre Alec propone la salita al Colle dell'Infernetto con discesa dal Vallonasso di Stroppia. Mi tocca prendere atto del fatto che per il Ciaslaras occorre il doppio del dislivello ed è molto più lontano. Tuttavia, mi turba quella neve nel ripido canale che porta al Colle dell'Infernetto: l'unica volta che l'ho fatto, in discesa, troppi anni fa quando non masticavo nulla di montagna, mi era sembrata un'impresa epica. Sono titubante, per la ripidezza con l'aggiunta di neve, ma vedo diverse persone salire e altre scendere... Fede, incuriosita, esprime il desiderio di salire... come poter scoraggiare tanto sano interesse ... e Infernetto sia!!! In fin dei conti è ripido, ma non è così lungo e in cima trovo anche dei gradini che anni or sono non c'erano, che agevolano l'ultimo tratto di salita fino alle roccette attrezzate con i cavi (che non servono se non in presenza di neve) attraverso le quali passa il sentiero prima di arrivare al colle. In men che non si dica siamo al colle!
Come altri cartelli in zona, purtroppo il cartello alla base della salita è completamente sbagliato!!! Indica un'ora e dieci minuti mentre noi abbiamo impiegato una scarsa mezz'ora a risalire il pendio!!!!!
Una volta in cima, ancora una volta gli occhi si riempiono di bellezza e ricordi. Sarebbe bello raggiungere il bivacco Barenghi, ma per goderci con più tranquillità il ritorno decidiamo di tagliarlo fuori e raggiungere il sentiero principale nel Vallonasso di Stroppia percorrendo il sentiero S19 che, guarda caso, non avevo mai fatto prima . Con la promessa di tornare una volta insieme al Barenghi per dormirci
Qualunque strada scegli è sempre stupenda. La traccia scende per un tratto in maniera evidente: poi bisogna prestare attenzione ai segnavia biancorossi che scendono a un tratto decisamente in una valletta per poi condurre sul sentiero principale attraverso i prati (in caso di nebbia sarebbe un problema). Dal sentiero Dino Icardi arriviamo al bellissimo Lago Niera e in breve al rifugio Stroppia poco prima del quale, sul ponticello, si può godere del meritato refrigerio che offre il salto della cascata, portando con sè aria fresca e goccioline di acqua pura.
La discesa dallo Stroppia, ripida e scivolosa, è sempre devastante. Alec ritrova inaspettatamente la sua gioventù scegliendo di farla quasi di corsa, seguito dignitosamente da me, Fabri e Fede. Perdo per un attimo il sentiero per infognarmi sul vecchio tracciato che passa in mezzo al corso d'acqua. Piuttosto che tornare indietro per cinque - dieci minuti a verificare l'errore, passiamo tutti e quattro in mezzo al torrente ormai rassegnati, con i piedi completamente immersi nella cascata. E che sorpresa, subito dopo esserne usciti, udire le voci dei ragazzini che ci seguivano, sopra le nostre teste, arrivare da sopra sul sentiero giusto, con i piedi belli asciutti
Ma tra non molto saremo alla macchina, per trovare sollievo nel rio di fronte al nostro parcheggio, in preparazione di una bella cena che ci attende, dopo 8 stupende ore in giro per monti, tra pascoli verdi, severe vette, camosci, marmotte, cascate, laghetti e fiori di ogni genere...
Spero di aver trasmesso anche solo metà di ciò che provo per questi posti... Un sentito grazie ai nostri fierissimi compagni di gita, che non stento a credere avremo il piacere di ritrovare tra non molto in atre nuove avventure...
le "mie amiche" pecore, i "miei amici" bergè... me lo sentivo che li avrei incontrati... le pecore pascolano, i cani vigilano...
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"zorella", un giorno tutto questo sarà tuo... (in realtà elencava tronfio tutte le vette fatte negli anni gloriosi... )
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solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
- Maury76
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Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
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Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
Bravi e complimenti Si vede che la val Maira è qualcosa di "tuo"
Ecco, il lato mangereccio "rappacifica" ogni possibile diatriba tra cognateDa un po' di tempo volevo portare la mia cognatina (la sorella di Alec) in Val Maira... e finalmente il giorno è arrivato: Federica si rivela all'altezza della situazione già dal primo cruciale step della giornata, la scelta dei panini
Questo è un aspetto che vorrei poter "implementare" anche nelle mie gite... almeno si movimenta la gita!non resta molto tempo per lo svacco: come da tradizione, la strada è ancora lunga... non vorremo mica scendere da dove siamo saliti!!!
Anche lì errori sui tempi di percorrenza Strano, per come avevi descritto precendentemente mi sembrava tutto ottimamente segnato... certo ti spiazza un po' per organizzarti sui tempi...ome altri cartelli in zona, purtroppo il cartello alla base della salita è completamente sbagliato!!! Indica un'ora e dieci minuti mentre noi abbiamo impiegato una scarsa mezz'ora a risalire il pendio!!!!!
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
quasi commosso da una forte nostalgia..
Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
È stato bellissimo portare due persone care nella nostra valle preferita e vedere che anche loro provano la nostra stessa emozione
Dopo tanti anni e innumerevoli gite nel cuneese, ed in val Maira in particolare, riesco sempre a ritrovare un'atmosfera unica e paesaggi e colori che ho trovato solo qui.
Alla prossima gita familiare
Dopo tanti anni e innumerevoli gite nel cuneese, ed in val Maira in particolare, riesco sempre a ritrovare un'atmosfera unica e paesaggi e colori che ho trovato solo qui.
Alla prossima gita familiare
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
ah... ecco perché ti ho sposatoAlec wrote:Dopo tanti anni e innumerevoli gite nel cuneese, ed in val Maira in particolare, riesco sempre a ritrovare un'atmosfera unica e paesaggi e colori che ho trovato solo qui.
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- Littletino
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- Location: Arenzano
Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
Mi fate venire voglia di Val Maira, voi due.
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
Il lago Niera con il gruppo Rocca Castello la sotto è sempre da brivido
“L’acqua esiste per la sopravvivenza del corpo. Il deserto esiste per la sopravvivenza dell’anima”
Proverbio Tuareg
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- psiconauta
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Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
Littletino wrote:Mi fate venire voglia di Val Maira, voi due.
.....si rispondono pure da soli, non ti lasciano neanche fare domande...scinty wrote:se devo consigliare a qualcuno dove andare la prima volta indico senza esitazioni Chiappera. La fine della Valle. Dove i pascoli lasciano il posto alle cime più alte... dove in breve ti ritrovi in Francia senza che nessuna strada asfaltata abbia rovinato il paesaggio turbando la pace di questi luoghi...
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
psiconauta wrote:.....si rispondono pure da soli, non ti lasciano neanche fare domande...
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Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
Quasi quasi ci vado anch'io....scinty wrote:Ma non tralasciamo il motivo per cui sono arrivata fino a qui: il Pertus!!! Dai pendii sopra il cengione, andando dritti si arriva a una sella a sinistra dell'anticima. Da lì basta spostarsi ancora un po' a sinistra e si raggiunge la caratteristica formazione rocciosa, una specie di mirino sul Maurin.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: Monte Pertusà (m. 2736) anello da Campo Base - Chiappera
soundofsilence wrote:Quasi quasi ci vado anch'io....scinty wrote:Ma non tralasciamo il motivo per cui sono arrivata fino a qui: il Pertus!!! Dai pendii sopra il cengione, andando dritti si arriva a una sella a sinistra dell'anticima. Da lì basta spostarsi ancora un po' a sinistra e si raggiunge la caratteristica formazione rocciosa, una specie di mirino sul Maurin.
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