Meire Bigorie

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awretus
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Meire Bigorie

Post by awretus »

Lo scorso sabato sera, sono salito in compagnia per un tratto della strada che, dalle meire Bigorie (Oncino, valle Po) sale verso l'alpe Tartarea.

Lasciamo l'auto a metà strada tra la trattoria e il bar inquadrato dalla webcam, con in bella vista lo striscione della birra della val Varaita. Accanto a quest'ultimo c'è un prato dove sono piantate delle tende e parcheggiati dei camper. La strada, che sale a tornanti tra prati e ontani, nel primo tratto è prevalentemente asfaltata. Ben presto superiamo un ampio recinto delimitato dal filo, con una mandria di vacche di razza piemontese (da carne) nella parte alta. Lei è triste per la sorte delle vacche, ma purtroppo, con le norme attuali sull'igiene della mungitura e della cottura del formaggio, che impongono qui i medesimi standard degli allevamenti di pianura, questa produzione è econonomicamente sostenibile solo per un allevamento stanziale alle medie quote e non facendo la trasnumanza di alpe in alpe.
Dal basso sentiamo arivare una moto, che ha ignorato la sbarra, ma il pastore, che sta scendendo con un furgoncino, blocca la strada e lo fa retrocedere. È un signore canuto con barbetta, accompagnato da una donna giovane e smilza. Entrambi sono bruciati dal sole. Ci avvisa che all'alpe ci sono i suoi maremmani e ci dà le istruzioni per non farci male.

Più sopra vediamo un gregge di pecore, radunate tutte assieme su un ripido pendio erboso, mentre le vacche sono sparpagliate su un prato dirimpetto, oltre un impluvio, che prende il sole fino a tardi. Ammirando il tramonto su Ostana e, in lontananza, su Torino, di cui è ben visibile il grattacielo della Regione, saliamo fino a quando sentiamo i maremmani abbaiare da dietro un dosso. Facciamo dietrofront e andiamo a cenare su un dosso panoramico con vista sul Monviso, anche se parecchio ***** dalle vacche.
La temperatura non è bassissima, ma soffia una brezza frescolina, per cui, non appena è terminata la fase rossa sulle nuvole, torniamo sui nostri passi e ammiriamo il crepuscolo dal sentiero. Arriviamo alle piemontesi quando fa già buio, cosicché, grazie al fatto che si sono accomodate accanto alla strada, posso fotografarle con il Grande Carro (avevo già una buona foto di vacche piemontesi con nebbia, ora ce l'ho pure con stelle).
Intanto nell'accampmento ardono i fuochi, girano i generatori diesel e la gente se la spassa. Una stella cadente illumina il cielo e la via lattea fa bella mostra. Poco dopo il nostro arrivo, la trattoria spegne le luci e mi consente così di scattare una foto al Monviso con comignolo che avevo puntato all'arrivo. Aspettando ancora un'oretta, sarebbe illuminato dalla luna, ma faremmo troppo tardi.

Sulla via del ritorno vediamo un cucciolo di volpe lungo la strada, un cane a spasso e vari gatti, di cui uno con collare in mezzo al bosco. Arrivando al dosso avevamo visto un capriolo. Nel capoluogo di Oncino parecchia gente tira tardi chiacchierano in mezzo alla strada e li dobbiamo perciò importunare per passare. Più sotto, lungo la stretta strada, ci districhiamo dall'incrocio con dei ggiovani, che risalgono dopo aver festeggiato il sabato sera nella bassa.

Dove al pomeriggio si apposta la stradale, per sanzionare chi supera una striscia continua per non pagare l'autostrada di Pinerolo, facciamo i ligi seguendo la via aspra, ma pur sempre senza pagare l'obolo ai Gavio.
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Ostana
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Monte Tivoli (la luce a metà) e dorsale Po-Pellice
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Il ratto di fuoco
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Vacche piemontesi e Grande Carro
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Bigorie
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Panda e Via Lattea
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