Signal du Petit Mont-Cenis (Punta Clairy)

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soundofsilence
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Signal du Petit Mont-Cenis (Punta Clairy)

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Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: https://www.luoghidasogno.altervista.or ... Mont-Cenis

Signal du Petit Mont-Cenis (Punta Clairy) anello dal Refuge du Petit Mont-Cenis

Domenica 17 Settembre 2023:Refuge Peti Mont-Cenis (2130) – Pas de la Beccia (2720) – Signal du Petit Mont-Cenis (3163) – Col des Sollieres (2640) - Refuge Peti Mont-Cenis (2130).

Partecipanti: Maury76, Em, Ornella, Ivonne e soundofsilence.

Lunghezza: 14,8 Km. circa.

Dislivello: 1100 m. circa.

Difficoltà: E, per escursionisti medi fino alla cresta per la vetta, che valuterei F (alpinistico facile), anche se non ci sono veri e propri punti da arrampicare obbligatori, però il terreno è molto delicato ed insidioso, e sbagliare percorso, cosa non difficile, porta a trovarsi in difficoltà, si consiglia assolutamente di effettuare tale cresta in salita. Questa salita su insidiosi ed instabili detriti presenta tre punti chiave: il primo, quasi all’inizio, quando bisogna riguadagnare la cresta, ma non si capisce bene la via da seguire, in ogni caso, comunque lo si faccia, bisogna prestare attenzione al terreno franoso ed instabile, il secondo quando troviamo la cresta sbarrata da un risalto roccioso che sembra difficile da passare, qui occorre passarlo un poco a sinistra del crinale, con un passaggio che è difficile intuire, ma è l’unico possibile, il terzo, ormai vicini alla vetta, quando si deve superare un nuovo risalto tramite una cengia esposta, ma facile, il cui accesso è però quantomeno scomodo. Tutto il resto E.

Percorso in macchina: Genova sulla A10 fino a Voltri, poi si prende la A21 fino ad Alessandria, dove si prende la A26 per Torino. A Torino si segue la tangenziale per prendere poi la A32 per Bardonecchia. Dalla A32 usciamo a Susa, dove seguiamo le indicazioni per il passo del Moncenisio. Saliamo quindi al Moncenisio e, giunti al grande lago, continuiamo fino alla sua fine e, quindi, prendiamo una stradina asfaltata in discesa sulla sinistra, con indicazioni per il Rifugio del Mont Cenis. Continuiamo quindi sulla strada asfaltata, e, superato il lago, giungiamo alla deviazione a sinistra, sterrata, per il Rifugio, la superiamo di pochi metri e parcheggiamo la primo parcheggio sulla destra.

Percorso a piedi: dal parcheggio imbocchiamo la sterrata sulla destra, subito dopo il parcheggio stesso, seguendo le indicazioni sui cartelli per il Col des Sollieres. Seguiamo quindi la sterrata fino a giungere nei pressi di un laghetto: qui a sinistra troviamo il sentiero del ritorno, mentre noi continuiamo a destra sulla sterrata, seguendo le indicazioni per il Pas de la Beccia. Dopo circa 350 metri dal bivio, o più avanti in corrispondenza di un laghetto a sinistra del sentiero, è possibile deviare a sinistra per raggiungere un laghetto che si trova circa 150 metri a ovest della strada. Visitato il laghetto e tornati sulla sterrata, abbiamo fatto più avanti un’altra piccola digressione, stavolta a destra, per avere una miglior vista sul Lago del Moncenisio. Fatta anche questa piccola deviazione, continuiamo sulla sterrata ancora per poco, giunti in effetti in località Laro, lasciamo a destra la sterrata, per iniziare a salire a sinistra sul sentiero per il Pas de la Beccia, come da cartelli indicatori. La salita è decisamente ripida, specie nella parte finale (al limite dell’EE), ma la si può comunque scorciare almeno una volta, saltando un lungo tornante.*Giunti al colle si continua sull’unico sentiero sull’altro versante per circa 60 metri, quindi si prende a sinistra una traccia non segnalata, ma abbastanza chiara. La nuova traccia sale, segnata da vari ometti (a dir la verità anche su più tracce) dirigendosi ad un colletto in direzione sud-ovest, posto sotto la cresta del Signal. Giunti al colletto si inizia a salire la ripida cresta, che, come descritto nelle difficoltà, presenta 3 punti chiave, ma che comunque va percorsa tutta con attenzione, cercando di tenere il filo di cresta ove possibile, mentre lo si lascia nei punti in cui risalti di roccia sbarrano il passaggio, la prima volta per passare a destra (primo punto chiave) e poi a sinistra negli altri due punti chiave. Nel primo punto chiave occorre risalire alla cresta tramite un breve canalino sfasciumoso o, più a valle, tramite arrampicata su sfasciumi comunque instabili, mentre nel secondo punto chiave occorre trovare una cengia subito a sinistra del filo di cresta, cengia che sembra non proseguire, ma che percorsa permette invece di passare. Nel terzo punto chiave, ormai vicini alla vetta, occorre raggiungere una cengia esposta, tramite un passo un po’ scomodo e qundi si percorre la cengia, abbastanza esposta, ma facile, per poi percorrere l’ultima più facile parte di crinale, fino a giungere ad un colletto a destra di una centralina meteo piazzata su un’anticima, da dove a sinistra si inizia la discesa verso il Col des Sollieres, mentre a destra si percorre una breve cresta pressochè orizzontale, che porta alla vetta, segnata da un ometto di pietra. Dalla vetta iniziamo quindi la discesa verso il Col des Sollieres, decisamente su sentiero più facile e più chiaro, anche se in vi sono un paio di saltini semplici da affrontare. Si giunge quindi senza difficoltà al Col des Sollieres, qui abbiamo fatto una deviazione verso destra (nord-ovest), fino ad un laghetto scorto scendendo dalla vetta. Raggiunto il laghetto siamo tornati al colle, per fare una seconda deviazione, stavolta verso sud-ovest, seguendo brevemente la sterrata verso il Col des Archettes per quasi 300 metri fino a giungere ad un nuovo laghetto che, purtroppo, abbiamo trovato asciutto. Fatta questa ulteriore deviazione torniamo ancora al Col des Sollieres, dove imbocchiamo la sterrata in direzione sud-est (quella a sinistra guardando verso valle), diretta al Refuge du Mont-Cenis ed al punto in cui abbiamo lasciato la macchina.
Seguiamo quindi la sterrata per poco più di 150 metri, quindi facciamo una deviazione ad un laghetto sulla destra. Rientrati da questa deviazione ne facciamo subito un’altra, questa volta a sinistra, trovando subito un altro laghetto, che passiamo sulla sponda sinistra e, quindi, continuiamo senza traccia, ma più o meno paralleli alla sterrata che abbiamo lasciato (direzione sud-est), fino a sormontare un secondo e terzo laghetto, che passiamo ancora sulle sponde sinistre, per poi continuare nella stessa direzione fino ad altri 2 laghetti più piccoli posti sul fondo di altrettante doline. Qui, piegando a destra, passiamo sulla sinistra delle due doline e, continuando nella stessa direzione, torniamo al sentiero segnato, che imbocchiamo verso sinistra. Seguiamo quindi il sentiero per poco più di 200 metri, quindi nei pressi di un bivio a sinistra che porta verso il Pas de la Beccia, facciamo una piccola deviazione a sinistra per compiere il periplo di un laghetto, quindi deviamo a destra, sotto il sentiero, per raggiungere un altro laghetto (visibile da sentiero). Raggiunto il laghetto continuiamo paralleli al sentiero, passando doline ed altri due laghetti, per poi piegare a sinistra e riprendere il sentiero segnato verso destra. Dopo poco più di 200 metri incrociamo un altro sentiero, diretto a sinistra verso il Pas de la Beccia, ed a destra verso il Col de Bellecombe, mentre noi dobbiamo continuare dritti in discesa; prima di farlo però facciamo una breve deviazione verso sinistra (seguendo il sentiero per il Pas de la Beccia, od un sentierino non segnato precedente, come abbiamo fatto noi) di circa 100 metri, per raggiungere un ultimo laghetto, dal quale poi torniamo a riprendere il sentiero segnato in discesa, con il quale arriviamo in breve al bivio iniziale dell’andata, dal quale torniamo sui nostri passi fino alla macchina.

Conclusioni: peccato non aver praticamente mai visto il Lago del Moncenisio, ma comunque la nebbia di fondovalle ha dato uno gran bello spettacolo, carini i laghetti, ma molti ormai in secca, spettacolari le doline del ritorno, mentre la cresta di salita richiede molta attenzione e non la si consiglia in discesa.

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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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