Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Moderator: Moderatori
Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Un po in ritado perchè probabilmente ora stà nevicando (per la seconda volta)
Lo scorso fine settimana WE passato a Chiappera con una coppia di amici di Roma (ora Bolognesi)
Ecco alcune foto (volevo inserirle nella gallery ma.....)
La cronologia non è questa, ma ho capito dopo la logica di inserimento degli allegati.
Lo scorso fine settimana WE passato a Chiappera con una coppia di amici di Roma (ora Bolognesi)
Ecco alcune foto (volevo inserirle nella gallery ma.....)
La cronologia non è questa, ma ho capito dopo la logica di inserimento degli allegati.
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“L’acqua esiste per la sopravvivenza del corpo. Il deserto esiste per la sopravvivenza dell’anima”
Proverbio Tuareg
Proverbio Tuareg
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Belle!!!! In effetti oggi nevicava per benino!!!!
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Che spettacolo... quest'anno l'appuntamento con l'autunno in Val Maira me lo sono perso... troppi progetti e difficile realizzarli tutti
Spero di andarci presto...
ps bella la foto "prima neve sotto i piedi" trasmette molta gioia
Spero di andarci presto...
ps bella la foto "prima neve sotto i piedi" trasmette molta gioia
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
quest'estate sono stato lì ci voglio tornare assolutamente. In primis il bivacco Carmagnola.
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Effettivamente quest'anno pensavo di non riuscire a vedere i colori dei larici, sapevo che aveva nevicato (circa 30 cm ) ed immaginavo già una natura spoglia. Invece !
Bèh, c'era la gioia della prima neve e la gioia per aver fatto il Greguri senza batter ciglio.ps bella la foto "prima neve sotto i piedi" trasmette molta gioia
“L’acqua esiste per la sopravvivenza del corpo. Il deserto esiste per la sopravvivenza dell’anima”
Proverbio Tuareg
Proverbio Tuareg
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Belle foto giobibo
La val maira con i colori dell'autunno...
p.s.
Per mettere in ordine le foto basta che dopo averle caricate vai appena sotto la casella di testo dove scrivi il topic e usi quel menu a tendina che ti permette di selezionare la foto e inserirla nel testo...è facile e comodo
La val maira con i colori dell'autunno...
p.s.
Per mettere in ordine le foto basta che dopo averle caricate vai appena sotto la casella di testo dove scrivi il topic e usi quel menu a tendina che ti permette di selezionare la foto e inserirla nel testo...è facile e comodo
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Questa giornata è mia solomia.
Venire qui era diventata una necessità, non potevo più aspettare o rimandare. Aspetto quindi un fine settimana... inevitabilmente le previsioni sono pessime.
Per nulla scoraggiata, annuncio ad Ale: “I primi due giorni di bel tempo me ne vado, sparisco, fuggo, mi eclisso”. Detto fatto, prendo due giorni di ferie e metto la sveglia presto, per raggiungere i miei monti.
Non fa niente viaggiare da sola, in autostrada, che è la cosa che mi frena di più, sono disposta a fare anche questo e anzi, questo è un viaggio che vale la pena affrontare, l'ho già fatto altre volte in passato.
Guido sicura e con un buon tempo raggiungo Dronero. La piccola cittadina mi accoglie con i primi raggi di sole autunnale che accendono di colore e luce le facciate delle case e il piccolo campanile che si erge al di là del ponte che sto attraversando. Non posso fare a meno di rischiarare anche io il mio volto con un ampio sorriso, come a ricambiare il saluto a una persona cara che non vedi da tanto...
Le prime due tappe sono ormai obbligatorie, come un gettone per accedere alla Valle. Mi siedo a un tavolino del Caffè Commercio con la mia brioche calda e poi mi faccio preparare i panini al Mercatino.
Compro anche la cena, perchè Corrado mi ha riservato il monolocale dove ero già stata nella mia breve solitaria vacanza di nove anni fa. Sono felice di tornare lì, una piccola stalla a volta tinteggiata di colori caldi con muretti di pietra e un forno di mattoni davanti al quale è posizionata la stufa, che troverò già accesa. E come vicini di casa, mucche e vitellini, perchè la porta a fianco è la stalla vera!
Ho l'ansia di andare, di salire, di superare le auto che non hanno fretta, per arrivare il prima possibile alla fine della valle e non perdere un attimo di quanto mi sta aspettando. Ma è difficile tirare dritto, qualche sosta è inevitabile e ogni tanto mi butto al lato della strada per ammirare i primi caldi colori dell'autunno, qualche scorcio suggestivo dove scattare qualche foto.
Finalmente arrivo al parcheggio sotto il bivio per il Colle Greguri. La zona del gruppo Castello-Provenzale ha un fascino enorme e queste caratteristiche montagne ne costituiscono sicuramente il punto di maggiore attrazione. Poi più sù ci sono le varie baite da dove partono diversi sentieri per appagare le esigenze di molti escursionisti, alpinisti e scialpinisti. Baite che anni fa hanno meritato la copertina su un inserto di una famosa rivista, facendomi sentire improvvisamente possessiva, come se temessi che questo prezioso mondo segreto venisse svelato a persone che non ne sono degne, che non possono capire, amare, rispettare come me... Quassù c'è la baita dei miei sogni, la Grangia Nicolina, la vera baita di Heidi... qualcuno negli ultimi anni l'ha restaurata interrompendo il sogno che un giorno sarebbe stata mia... ma certi sogni sono destinati a rimanere tali e devo essere contenta che qualcuno se ne prenda cura... il contrario sarebbe devastante per gli occhi e per il cuore.
Mi incammino per il ripido sentiero, non posso fare a meno di notare la traccia per salire sulla Rocca Provenzale, alzo gli occhi al cielo e vedo la sua croce, ho un sussulto per un attimo, ma il mio spirito di conservazione mi suggerisce di lasciare perdere e farmi accompagnare in un futuro spero non troppo lontano, oggi è la giornata vagante, senza una meta precisa. Salgo al colle in cerca di panorami e stambecchi.
E' una giornata splendida e la temperatura fantastica.
E fantastica è questa valle dove mi sembra così singolare, a un certo punto di una giornata qualunque, trovarmi sui suoi sentieri luminosi, solitari, silenziosi... ogni tanto mi devo fermare per guardarmi alle spalle, per guardare gli alberi gialli a Chiappera e per assicurarmi di essere davvero sola, perchè è qualcosa di davvero magico. Sul sentiero solo il mio respiro e il Suo, quello del vento. Sono innamorata di questa valle e di tutto ciò che ne fa parte, sono gelosa come il marito di una donna troppo bella per passare inosservata, una donna che fa cadere ai suoi piedi qualunque uomo. Ma questo fiore nascosto è sbocciato lentamente negli ultimi dieci, venti anni, facendo parlare della propria bellezza anche oltre confine... Ha saputo promuovere e attirare un turismo si spera intelligente e rispettoso, cosiddetto “sostenibile”, anche se purtroppo a volte non è così, in nessun luogo della terra.
In questi due giorni comunque, la valle sembra veramente tutta per me. Mi piace ottobre, è forse il mio mese preferito insieme a giugno... mesi di transizione, giugno rappresenta il risveglio della natura (il cui simbolo per me sono i buchi delle tane delle marmotte nella neve e gli anemoni che fioriscono, con la neve ancora abbondante e candida sui monti) e ottobre il suo riaddormentarsi, prepararsi al riposo invernale con un ultimo spettacolo di colori che contrastano il blu del cielo terso oppure il grigio della tipica nebbiolina autunnale. Amo questi mesi di transizione forse perchè sono eternamente indecisa tra una cosa e l'altra, tra diversi desideri e ambizioni, nonostante il mio segno mi imponga di essere un leader, e il mio mese sia agosto. Ma io preferisco nascondermi e, possibilmente, venire a nascondermi quassù... o in un'altra valle selvaggia che amo molto, ma decisamente più a portata di mano.
Al colle trovo bellissimi panorami, ma non gli stambecchi: stanno mangiando un centinaio di metri al di sopra del colle, ma capisco che non sono confidenti poiché si allontanano subito. Io risalgo verso l'Eighier, con la scusa di salire ancora un po' per vedere il panorama e raggiungere la vetta, cerco di avvicinarmi agli stambecchi, ma una volta arrivata in alto li vedo sotto di me, per niente interessati al mio servizio fotografico, a quel punto desisto. La parete dell'Eighier precipita sulle pietraie che riflettono l'ombra della sua cresta rocciosa. E' solo un piccolo monte, ma fa la sua bella figura. Non faccio altro che ammirare tutto quello che mi circonda. Nove anni fa era tutta una scoperta, il nome Oronaye mi faceva sognare. E' il primo monte che ha fatto breccia nel mio cuore, insieme al Chersogno. Oggi vedo il Cervet, il Maniglia, la Tete de l'Homme, l'Aiguille de Chambeyron... e come se qualcuno stesse seguendo i miei pensieri punto il dito verso i vari valloni, la Valle del Maurin, l'Infernetto, il Vallone di Stroppia, il Vallone di Ciabriera: “lì ci sono salita, lì ci sono passata, lì ci sono andata... lì... e quel sentiero lassù, sarà quello del sentiero Cavallero... e quello? Ricordi quando... ricordi..?”.
Torno sui miei passi, dal Colle Greguri scendo verso le grange, è un giro che mi piace sempre: sull'altopiano sotto la Rocca Castello esco dal sentiero per andarmi ad accoccolare su un poggio panoramico che domina le grange Rabet. Lì si stanno radunando le pecore che tornano dai pascoli alti. Un piccolo fiume bianco. La transumanza, un evento sempre toccante. E poi “quelle” pecore... mi suona ancora nelle orecchie il grido del pastore in un ottobre di tanti anni fa, un eco misterioso, quel grido in lontananza ingigantiva il senso di vuoto in quel luogo già così solitario e pieno di pace e ricordi ancestrali... L'anno scorso incontrando “quelle” pecore, insieme a mia mamma in una gelida mattinata di luglio, mi sono soffermata con il pastore conquistata dall'agnellino che ho cullato per un po' tra le mie braccia, prima di riprendere il cammino.
Le pecore salgono, e io ci sono. Le pecore scendono, e io sono lì. Sembra una tradizione da rispettare, se potessi permettermelo non mancherei neppure un appuntamento con le pecore in quel luogo.
Torno alla macchina per intraprendere altre strade, mi trovo sulla sterrata per Prato Ciorliero in una solitudine ancora più disarmante: l'ombra scesa nei valloni rende l'aria azzurrina e pungente, il sole accarezza ormai solo le cime dei monti. Voglio solo fare due passi qui tra i larici, a fianco al ruscello. Non c'è nessuno. Prato Ciorliero è uno dei posti più frequentati in estate, ci sono macchine, famiglie con bambini, voci e schiamazzi. Ma ora non c'è nessuno. E' strano essere qui sola, ma mi sento a mio agio. Mi sento accolta, non smarrita. La vita quassù nei giorni normali è dolcemente lenta e solitaria. In giro incontro pochissime auto, un paio di trattori.
E' tempo di muoversi, mi fermo a Prazzo e compro dei biscotti misti, un pacchetto di caffè e una tisana alla fragolina e ribes, per godermi appieno la serata nel mio piccolo nido.
Salendo a San Michele resto incantata dalla tavolozza di colori ben distribuiti su tutto il versante all'Adrech, come dicono qui, il versante esposto a Sud. In alto i larici non sono ancora gialli, bisogna aspettare ancora un poco, ma qui l'autunno da il meglio di sé.
Prendo posto nel localino che la stufa ha iniziato a riscaldare, ma non riesco a stare ferma, devo fare ancora due passi finchè non inizia a fare buio. E' una gioiosa irrequietezza. Provo sensazioni molto belle e forti e ho paura che domani possa essere uno strazio andare via di qui. Ma chi ero nella mia vita precedente? O che incantesimo mi hanno fatto in quella attuale? Come si fa a spezzarlo? Ma non so se voglio spezzarlo...
Ho sempre bisogno di camminare. Non sono stanca anzi in questi frangenti io mi ricarico, mi rigenero. Farò una passeggiata anche dopo cena, al buio, per chiacchierare un po' al telefono con il maritino che ho abbandonato a casa.
Nel calduccio del mio accogliente rifugio mangio le poche cose prese a Dronero: uno sformatino di spinaci con fonduta e due falde di peperoni con la bagna cauda, tutto ottimo. Poi qualche biscottino di Prazzo e un caffè abbondante. Esco per sentire Ale che mi fa compagnia mentre cammino verso borgata Chiesa, anche lì questa sera tutto tace. Porto la piccola torcia a dinamo, quelle che da Decatlon mettono vicino alle casse perchè la tua mano sovrappensiero l'afferri come si fa in genere con i cioccolatini al supermercato, strategie di marketing... “Fammi compagnia mentre cammino, lo sai che io ho paura di qualunque rumore, arrivo giù fino alla chiesa, oh, aspetta che va giù la luce” Giiii, giiii giii giii.. “Ma hai portato la pila con la dinamo? Perchè non hai preso la torcia frontale?”. Avevo in programma solo questa passeggiata dopo cena perciò la piletta è sufficiente... ma Ale non può stare molto al telefono e mi saluta quando arrivo alla borgata principale. Se chiudiamo la telefonata vuol dire che dovrò tornare indietro da sola nel buio “Magari canterò, ma se ho proprio paura ti chiamo”, “Va bene”.
Ricarico bene la pila giiiii giiiii giiii giiii...
Faccio per tornare indietro, ma mi fermo appena prima che finiscano le case e alzo lo sguardo. Spalanco gli occhi, non ripartirei più. Meno male che non c'è nessuno perchè se mi vedesse qualcuno verrebbero a controllare chi è quella matta che sta lì impalata da dieci minuti sul ciglio della strada. Il cielo stellato è uno spettacolo al quale purtroppo non siamo più molto abituati. La via lattea non ha bisogno di tanti espedienti per riuscire a farsi notare. Penso a Corrado e Grazia e alle ragazze che tutte le sere, rientrando a casa, possono vedere tutto questo. Vedo due stelle cadenti. Due desideri. Non riesco davvero più a fare un solo passo, a staccare gli occhi da quel cielo, forse vorrei vedere altre stelle cadenti, mi sembra un delitto distogliere lo sguardo, ma più guardo questa meraviglia, più so che mi mancherà. Davanti a me la strada esce dal paese e le ultime luci arancioni dei lampioni illuminano gli alberi di fronte della stessa luce calda autunnale che vedevo prima di cena. Alle mie spalle invece ho ancora la protezione di una casa buia di cui vedo il tetto che si protende sopra di me, mentre continuo a fissare le stelle. Silenzio. Non c'è nessuno.
Gli unici rumori sono il fragore del torrente sul fondo del Vallone di San Michele, i grilli e un non precisato rapace notturno, uu-uuuh... Ogni tanto il rumore leggero di una foglia che cade. E magari qualche piccolo animaletto che si muove furtivo. Resto immobile. E penso. Penso che questo momento di libertà e di rarissima solitudine non si verificherà nuovamente con facilità. Penso che è un attimo tutto mio, solo per me. Un attimo di preziosa intimità con questo posto che amo. Penso che questo scorrere del torrente che echeggia nel silenzio della notte, con la luce dei lampioni sugli alberi e il tetto della casa che mi sovrasta mentre il mio sguardo è fisso sul cielo diventeranno l'icona della mia libertà, una fotografia che porterò sempre con me.
Ma cosa vuol dire libertà, in fondo? Esprimo due desideri, uno per ogni stella cadente. Penso che più starò qui impalata, tanto più soffrirò nel separarmi da questi monti. Riconosco che l'amore per questo posto e il gusto tangibile di questa inattesa libertà siano così forti perchè legati a momenti rari. Nessuno saprebbe dire se questa libertà potrebbe tramutarsi in qualcosa di totalmente opposto, vivendo qui, però... so che le persone che conosco non cambierebbero questo con nulla al mondo.
Non me ne vado da un posto qualunque, mi sento quasi a casa. E come ho imparato a casa mia a muovermi la notte con le luci spente, indovinando il corridoio piuttosto che una porta di qualche stanza, inizio a camminare verso l'alloggio, uscendo dal paese e varcando la soglia del buio, senza chiamare nessuno, senza canticchiare, senza nemmeno accendere la torcia. Il torrente scorre, le foglie si muovono. Vedo l'asfalto, lo seguo e cammino sempre con la testa un po' inclinata all'insù, con la bocca aperta in una continua espressione di incanto e stupore per tutta la magia che mi circonda. Di cosa potrei aver paura in fondo? Di un ghiro, di un capriolo, di una mucca? E' vero che le mie paure al buio sono legate a cose poco concrete e potrei sobbalzare per qualunque rumore, ma forse adesso la paura più grande è quella di dover uscire da questa dimensione di sogno.
E' solo un chilometro. Ecco le luci della borgata, meglio chiudermi nella casetta accanto alla stufa e non vedere più tutto questo. Mi siedo al tavolino, con una tisana bollente, e scrivo. Butto giù queste righe e faccio mezzanotte. Non sono stanca. Devo avere nel corpo qualche droga naturale che si autoriproduce, un giorno magari mi studieranno per cercare di estrarla come si fa con le medicine omeopatiche... comunque mi impongo di andare a dormire, domani mi aspetta un'altra giornata da girovaga, qualche acquisto gastronomico e poi ancora un altro viaggio da sola...
la valle mi attende con i suoi colori e le sue suggestioni
per riscoprire ancora una volta la sua bellezza anche in una pozzanghera nei pressi di un cantiere..
lassù, lassù e ancora lassù, sono salita e sempre salirei...
dalla vetta dell'Eighier (non Eiger ) una spruzzata di neve...
mi mette in guardia sull'arrivo dell'inverno... ancora per poco potrò calpestare questi prati prima che l'erba ricominci a crescere...
lassù vola l'aquila solitaria...e mi incanto a guardarla
laggiù un albero altrettanto solo...
e sola sono io persa nell'infinito di queste montagne che sono il mio mondo...
a breve me ne andrò e anche loro puntuali sono pronte a scendere mandate via dalla neve e dal freddo imminenti...
il mio cuore non smetterà mai...
di battere per questi posti... per me il paradiso, il rifugio, il posto più bello del mondo...
queste immagini sempre catturate, perchè ogni volta è una volta diversa e speciale
ancora un po' sola sui sentieri, ascoltando la voce del vento e del ruscello
per poi raggiungere un posto caro scaldata dal calore delle persone e della stufa e dall'amore che provo per questi luoghi
con un risveglio così non si può andare via e gli occhi si inumidiscono..
vado a cercare conforto presso le sponde del Lago Gourc, per rallentare il distacco dai monti...
ed ecco che un improvviso scampanellio annuncia l'arrivo inatteso di alcuni amici dei monti, che galoppando si radunano sulle sponde del lago e mi guardano incuriositi e intimoriti... una sorpresa che arricchisce quel mio momento di solitudine... prima di salutarci...
Grazie, Val Maira
Venire qui era diventata una necessità, non potevo più aspettare o rimandare. Aspetto quindi un fine settimana... inevitabilmente le previsioni sono pessime.
Per nulla scoraggiata, annuncio ad Ale: “I primi due giorni di bel tempo me ne vado, sparisco, fuggo, mi eclisso”. Detto fatto, prendo due giorni di ferie e metto la sveglia presto, per raggiungere i miei monti.
Non fa niente viaggiare da sola, in autostrada, che è la cosa che mi frena di più, sono disposta a fare anche questo e anzi, questo è un viaggio che vale la pena affrontare, l'ho già fatto altre volte in passato.
Guido sicura e con un buon tempo raggiungo Dronero. La piccola cittadina mi accoglie con i primi raggi di sole autunnale che accendono di colore e luce le facciate delle case e il piccolo campanile che si erge al di là del ponte che sto attraversando. Non posso fare a meno di rischiarare anche io il mio volto con un ampio sorriso, come a ricambiare il saluto a una persona cara che non vedi da tanto...
Le prime due tappe sono ormai obbligatorie, come un gettone per accedere alla Valle. Mi siedo a un tavolino del Caffè Commercio con la mia brioche calda e poi mi faccio preparare i panini al Mercatino.
Compro anche la cena, perchè Corrado mi ha riservato il monolocale dove ero già stata nella mia breve solitaria vacanza di nove anni fa. Sono felice di tornare lì, una piccola stalla a volta tinteggiata di colori caldi con muretti di pietra e un forno di mattoni davanti al quale è posizionata la stufa, che troverò già accesa. E come vicini di casa, mucche e vitellini, perchè la porta a fianco è la stalla vera!
Ho l'ansia di andare, di salire, di superare le auto che non hanno fretta, per arrivare il prima possibile alla fine della valle e non perdere un attimo di quanto mi sta aspettando. Ma è difficile tirare dritto, qualche sosta è inevitabile e ogni tanto mi butto al lato della strada per ammirare i primi caldi colori dell'autunno, qualche scorcio suggestivo dove scattare qualche foto.
Finalmente arrivo al parcheggio sotto il bivio per il Colle Greguri. La zona del gruppo Castello-Provenzale ha un fascino enorme e queste caratteristiche montagne ne costituiscono sicuramente il punto di maggiore attrazione. Poi più sù ci sono le varie baite da dove partono diversi sentieri per appagare le esigenze di molti escursionisti, alpinisti e scialpinisti. Baite che anni fa hanno meritato la copertina su un inserto di una famosa rivista, facendomi sentire improvvisamente possessiva, come se temessi che questo prezioso mondo segreto venisse svelato a persone che non ne sono degne, che non possono capire, amare, rispettare come me... Quassù c'è la baita dei miei sogni, la Grangia Nicolina, la vera baita di Heidi... qualcuno negli ultimi anni l'ha restaurata interrompendo il sogno che un giorno sarebbe stata mia... ma certi sogni sono destinati a rimanere tali e devo essere contenta che qualcuno se ne prenda cura... il contrario sarebbe devastante per gli occhi e per il cuore.
Mi incammino per il ripido sentiero, non posso fare a meno di notare la traccia per salire sulla Rocca Provenzale, alzo gli occhi al cielo e vedo la sua croce, ho un sussulto per un attimo, ma il mio spirito di conservazione mi suggerisce di lasciare perdere e farmi accompagnare in un futuro spero non troppo lontano, oggi è la giornata vagante, senza una meta precisa. Salgo al colle in cerca di panorami e stambecchi.
E' una giornata splendida e la temperatura fantastica.
E fantastica è questa valle dove mi sembra così singolare, a un certo punto di una giornata qualunque, trovarmi sui suoi sentieri luminosi, solitari, silenziosi... ogni tanto mi devo fermare per guardarmi alle spalle, per guardare gli alberi gialli a Chiappera e per assicurarmi di essere davvero sola, perchè è qualcosa di davvero magico. Sul sentiero solo il mio respiro e il Suo, quello del vento. Sono innamorata di questa valle e di tutto ciò che ne fa parte, sono gelosa come il marito di una donna troppo bella per passare inosservata, una donna che fa cadere ai suoi piedi qualunque uomo. Ma questo fiore nascosto è sbocciato lentamente negli ultimi dieci, venti anni, facendo parlare della propria bellezza anche oltre confine... Ha saputo promuovere e attirare un turismo si spera intelligente e rispettoso, cosiddetto “sostenibile”, anche se purtroppo a volte non è così, in nessun luogo della terra.
In questi due giorni comunque, la valle sembra veramente tutta per me. Mi piace ottobre, è forse il mio mese preferito insieme a giugno... mesi di transizione, giugno rappresenta il risveglio della natura (il cui simbolo per me sono i buchi delle tane delle marmotte nella neve e gli anemoni che fioriscono, con la neve ancora abbondante e candida sui monti) e ottobre il suo riaddormentarsi, prepararsi al riposo invernale con un ultimo spettacolo di colori che contrastano il blu del cielo terso oppure il grigio della tipica nebbiolina autunnale. Amo questi mesi di transizione forse perchè sono eternamente indecisa tra una cosa e l'altra, tra diversi desideri e ambizioni, nonostante il mio segno mi imponga di essere un leader, e il mio mese sia agosto. Ma io preferisco nascondermi e, possibilmente, venire a nascondermi quassù... o in un'altra valle selvaggia che amo molto, ma decisamente più a portata di mano.
Al colle trovo bellissimi panorami, ma non gli stambecchi: stanno mangiando un centinaio di metri al di sopra del colle, ma capisco che non sono confidenti poiché si allontanano subito. Io risalgo verso l'Eighier, con la scusa di salire ancora un po' per vedere il panorama e raggiungere la vetta, cerco di avvicinarmi agli stambecchi, ma una volta arrivata in alto li vedo sotto di me, per niente interessati al mio servizio fotografico, a quel punto desisto. La parete dell'Eighier precipita sulle pietraie che riflettono l'ombra della sua cresta rocciosa. E' solo un piccolo monte, ma fa la sua bella figura. Non faccio altro che ammirare tutto quello che mi circonda. Nove anni fa era tutta una scoperta, il nome Oronaye mi faceva sognare. E' il primo monte che ha fatto breccia nel mio cuore, insieme al Chersogno. Oggi vedo il Cervet, il Maniglia, la Tete de l'Homme, l'Aiguille de Chambeyron... e come se qualcuno stesse seguendo i miei pensieri punto il dito verso i vari valloni, la Valle del Maurin, l'Infernetto, il Vallone di Stroppia, il Vallone di Ciabriera: “lì ci sono salita, lì ci sono passata, lì ci sono andata... lì... e quel sentiero lassù, sarà quello del sentiero Cavallero... e quello? Ricordi quando... ricordi..?”.
Torno sui miei passi, dal Colle Greguri scendo verso le grange, è un giro che mi piace sempre: sull'altopiano sotto la Rocca Castello esco dal sentiero per andarmi ad accoccolare su un poggio panoramico che domina le grange Rabet. Lì si stanno radunando le pecore che tornano dai pascoli alti. Un piccolo fiume bianco. La transumanza, un evento sempre toccante. E poi “quelle” pecore... mi suona ancora nelle orecchie il grido del pastore in un ottobre di tanti anni fa, un eco misterioso, quel grido in lontananza ingigantiva il senso di vuoto in quel luogo già così solitario e pieno di pace e ricordi ancestrali... L'anno scorso incontrando “quelle” pecore, insieme a mia mamma in una gelida mattinata di luglio, mi sono soffermata con il pastore conquistata dall'agnellino che ho cullato per un po' tra le mie braccia, prima di riprendere il cammino.
Le pecore salgono, e io ci sono. Le pecore scendono, e io sono lì. Sembra una tradizione da rispettare, se potessi permettermelo non mancherei neppure un appuntamento con le pecore in quel luogo.
Torno alla macchina per intraprendere altre strade, mi trovo sulla sterrata per Prato Ciorliero in una solitudine ancora più disarmante: l'ombra scesa nei valloni rende l'aria azzurrina e pungente, il sole accarezza ormai solo le cime dei monti. Voglio solo fare due passi qui tra i larici, a fianco al ruscello. Non c'è nessuno. Prato Ciorliero è uno dei posti più frequentati in estate, ci sono macchine, famiglie con bambini, voci e schiamazzi. Ma ora non c'è nessuno. E' strano essere qui sola, ma mi sento a mio agio. Mi sento accolta, non smarrita. La vita quassù nei giorni normali è dolcemente lenta e solitaria. In giro incontro pochissime auto, un paio di trattori.
E' tempo di muoversi, mi fermo a Prazzo e compro dei biscotti misti, un pacchetto di caffè e una tisana alla fragolina e ribes, per godermi appieno la serata nel mio piccolo nido.
Salendo a San Michele resto incantata dalla tavolozza di colori ben distribuiti su tutto il versante all'Adrech, come dicono qui, il versante esposto a Sud. In alto i larici non sono ancora gialli, bisogna aspettare ancora un poco, ma qui l'autunno da il meglio di sé.
Prendo posto nel localino che la stufa ha iniziato a riscaldare, ma non riesco a stare ferma, devo fare ancora due passi finchè non inizia a fare buio. E' una gioiosa irrequietezza. Provo sensazioni molto belle e forti e ho paura che domani possa essere uno strazio andare via di qui. Ma chi ero nella mia vita precedente? O che incantesimo mi hanno fatto in quella attuale? Come si fa a spezzarlo? Ma non so se voglio spezzarlo...
Ho sempre bisogno di camminare. Non sono stanca anzi in questi frangenti io mi ricarico, mi rigenero. Farò una passeggiata anche dopo cena, al buio, per chiacchierare un po' al telefono con il maritino che ho abbandonato a casa.
Nel calduccio del mio accogliente rifugio mangio le poche cose prese a Dronero: uno sformatino di spinaci con fonduta e due falde di peperoni con la bagna cauda, tutto ottimo. Poi qualche biscottino di Prazzo e un caffè abbondante. Esco per sentire Ale che mi fa compagnia mentre cammino verso borgata Chiesa, anche lì questa sera tutto tace. Porto la piccola torcia a dinamo, quelle che da Decatlon mettono vicino alle casse perchè la tua mano sovrappensiero l'afferri come si fa in genere con i cioccolatini al supermercato, strategie di marketing... “Fammi compagnia mentre cammino, lo sai che io ho paura di qualunque rumore, arrivo giù fino alla chiesa, oh, aspetta che va giù la luce” Giiii, giiii giii giii.. “Ma hai portato la pila con la dinamo? Perchè non hai preso la torcia frontale?”. Avevo in programma solo questa passeggiata dopo cena perciò la piletta è sufficiente... ma Ale non può stare molto al telefono e mi saluta quando arrivo alla borgata principale. Se chiudiamo la telefonata vuol dire che dovrò tornare indietro da sola nel buio “Magari canterò, ma se ho proprio paura ti chiamo”, “Va bene”.
Ricarico bene la pila giiiii giiiii giiii giiii...
Faccio per tornare indietro, ma mi fermo appena prima che finiscano le case e alzo lo sguardo. Spalanco gli occhi, non ripartirei più. Meno male che non c'è nessuno perchè se mi vedesse qualcuno verrebbero a controllare chi è quella matta che sta lì impalata da dieci minuti sul ciglio della strada. Il cielo stellato è uno spettacolo al quale purtroppo non siamo più molto abituati. La via lattea non ha bisogno di tanti espedienti per riuscire a farsi notare. Penso a Corrado e Grazia e alle ragazze che tutte le sere, rientrando a casa, possono vedere tutto questo. Vedo due stelle cadenti. Due desideri. Non riesco davvero più a fare un solo passo, a staccare gli occhi da quel cielo, forse vorrei vedere altre stelle cadenti, mi sembra un delitto distogliere lo sguardo, ma più guardo questa meraviglia, più so che mi mancherà. Davanti a me la strada esce dal paese e le ultime luci arancioni dei lampioni illuminano gli alberi di fronte della stessa luce calda autunnale che vedevo prima di cena. Alle mie spalle invece ho ancora la protezione di una casa buia di cui vedo il tetto che si protende sopra di me, mentre continuo a fissare le stelle. Silenzio. Non c'è nessuno.
Gli unici rumori sono il fragore del torrente sul fondo del Vallone di San Michele, i grilli e un non precisato rapace notturno, uu-uuuh... Ogni tanto il rumore leggero di una foglia che cade. E magari qualche piccolo animaletto che si muove furtivo. Resto immobile. E penso. Penso che questo momento di libertà e di rarissima solitudine non si verificherà nuovamente con facilità. Penso che è un attimo tutto mio, solo per me. Un attimo di preziosa intimità con questo posto che amo. Penso che questo scorrere del torrente che echeggia nel silenzio della notte, con la luce dei lampioni sugli alberi e il tetto della casa che mi sovrasta mentre il mio sguardo è fisso sul cielo diventeranno l'icona della mia libertà, una fotografia che porterò sempre con me.
Ma cosa vuol dire libertà, in fondo? Esprimo due desideri, uno per ogni stella cadente. Penso che più starò qui impalata, tanto più soffrirò nel separarmi da questi monti. Riconosco che l'amore per questo posto e il gusto tangibile di questa inattesa libertà siano così forti perchè legati a momenti rari. Nessuno saprebbe dire se questa libertà potrebbe tramutarsi in qualcosa di totalmente opposto, vivendo qui, però... so che le persone che conosco non cambierebbero questo con nulla al mondo.
Non me ne vado da un posto qualunque, mi sento quasi a casa. E come ho imparato a casa mia a muovermi la notte con le luci spente, indovinando il corridoio piuttosto che una porta di qualche stanza, inizio a camminare verso l'alloggio, uscendo dal paese e varcando la soglia del buio, senza chiamare nessuno, senza canticchiare, senza nemmeno accendere la torcia. Il torrente scorre, le foglie si muovono. Vedo l'asfalto, lo seguo e cammino sempre con la testa un po' inclinata all'insù, con la bocca aperta in una continua espressione di incanto e stupore per tutta la magia che mi circonda. Di cosa potrei aver paura in fondo? Di un ghiro, di un capriolo, di una mucca? E' vero che le mie paure al buio sono legate a cose poco concrete e potrei sobbalzare per qualunque rumore, ma forse adesso la paura più grande è quella di dover uscire da questa dimensione di sogno.
E' solo un chilometro. Ecco le luci della borgata, meglio chiudermi nella casetta accanto alla stufa e non vedere più tutto questo. Mi siedo al tavolino, con una tisana bollente, e scrivo. Butto giù queste righe e faccio mezzanotte. Non sono stanca. Devo avere nel corpo qualche droga naturale che si autoriproduce, un giorno magari mi studieranno per cercare di estrarla come si fa con le medicine omeopatiche... comunque mi impongo di andare a dormire, domani mi aspetta un'altra giornata da girovaga, qualche acquisto gastronomico e poi ancora un altro viaggio da sola...
la valle mi attende con i suoi colori e le sue suggestioni
per riscoprire ancora una volta la sua bellezza anche in una pozzanghera nei pressi di un cantiere..
lassù, lassù e ancora lassù, sono salita e sempre salirei...
dalla vetta dell'Eighier (non Eiger ) una spruzzata di neve...
mi mette in guardia sull'arrivo dell'inverno... ancora per poco potrò calpestare questi prati prima che l'erba ricominci a crescere...
lassù vola l'aquila solitaria...e mi incanto a guardarla
laggiù un albero altrettanto solo...
e sola sono io persa nell'infinito di queste montagne che sono il mio mondo...
a breve me ne andrò e anche loro puntuali sono pronte a scendere mandate via dalla neve e dal freddo imminenti...
il mio cuore non smetterà mai...
di battere per questi posti... per me il paradiso, il rifugio, il posto più bello del mondo...
queste immagini sempre catturate, perchè ogni volta è una volta diversa e speciale
ancora un po' sola sui sentieri, ascoltando la voce del vento e del ruscello
per poi raggiungere un posto caro scaldata dal calore delle persone e della stufa e dall'amore che provo per questi luoghi
con un risveglio così non si può andare via e gli occhi si inumidiscono..
vado a cercare conforto presso le sponde del Lago Gourc, per rallentare il distacco dai monti...
ed ecco che un improvviso scampanellio annuncia l'arrivo inatteso di alcuni amici dei monti, che galoppando si radunano sulle sponde del lago e mi guardano incuriositi e intimoriti... una sorpresa che arricchisce quel mio momento di solitudine... prima di salutarci...
Grazie, Val Maira
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »
ma anche "Maira"
Ciao!
"Perché con uno (occhio) tu guardi il mondo, con l'altro guardi in te stesso".
Amedeo Modigliani
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Che bello... come sempre... la montagna in autunno mi ha sempre affascinato un sacco!!
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
commovente
scelgo questa:
scelgo questa:
graziescinty wrote:
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Scinty in stato di grazia.
Ho letto d'un fiato il testo, e guardato per bene le foto (bellissime): una dichiarazione d'amore incondizionata e appassionata per la "Valle" veramente ben declamata.
Ne sono sinceramente ammirato, complimenti.
Ogni tanto acquisto un libro sulla Val Maira, ce ne sono tanti e tutti belli.
Il motivo di questa abbondanza deriva a mio parere dal fatto che gli amanti della Valle sono tanti, e sfegatati, e quando il loro amore è troppo per tenerselo dentro allora scrivono un libro su di essa.
Avevo letto sul forum che tuo malgrado questa estate avevi frequentato poco la montagna, ora dopo la Pagarinata Rosa e questa fuga d'Amore in Valle è chiaro che "non ce la facevi proprio più".
Buon per noi che ne godiamo i resoconti.
Continua così, e magari, prima o poi, mi capiterà di trovare il "tuo libro sulla Val Maira" all'Ippogrifo di Cuneo.
Ho letto d'un fiato il testo, e guardato per bene le foto (bellissime): una dichiarazione d'amore incondizionata e appassionata per la "Valle" veramente ben declamata.
Ne sono sinceramente ammirato, complimenti.
Ogni tanto acquisto un libro sulla Val Maira, ce ne sono tanti e tutti belli.
Il motivo di questa abbondanza deriva a mio parere dal fatto che gli amanti della Valle sono tanti, e sfegatati, e quando il loro amore è troppo per tenerselo dentro allora scrivono un libro su di essa.
Avevo letto sul forum che tuo malgrado questa estate avevi frequentato poco la montagna, ora dopo la Pagarinata Rosa e questa fuga d'Amore in Valle è chiaro che "non ce la facevi proprio più".
Buon per noi che ne godiamo i resoconti.
Continua così, e magari, prima o poi, mi capiterà di trovare il "tuo libro sulla Val Maira" all'Ippogrifo di Cuneo.
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
per scrivere il libro Scinty ,secondo me ,sarebbe l'ideale viverci,almeno per un pò,in questa meraviglia di posto
un pò scherzo e un pò no...o meglio... si sente forte questo richiamo che provi,che a volte erompe e dilaga...non lo so se prima a o poi lo ascolterai fino in fondo...ti consiglierei di farlo...spero che prima o poi lo farai---anzi son sicuro che,non so come nè quando,lo farai
p.s.
alla faccia della cena frugale
un pò scherzo e un pò no...o meglio... si sente forte questo richiamo che provi,che a volte erompe e dilaga...non lo so se prima a o poi lo ascolterai fino in fondo...ti consiglierei di farlo...spero che prima o poi lo farai---anzi son sicuro che,non so come nè quando,lo farai
p.s.
alla faccia della cena frugale
...montagna vissuta,tempo per respirare... (Reinhard Karl)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
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- lupo della steppa
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
p.s.
anche a me "Oronaye " è uno di quei nomi che mi fa sognare
anche a me "Oronaye " è uno di quei nomi che mi fa sognare
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Grazie a voi...
Vero... io li ho praticamente tutti soprattutto quelli che raccontano delle storie di Valle... me ne mancano due in particolare... che forse non troverò maiLittletino wrote:Ogni tanto acquisto un libro sulla Val Maira, ce ne sono tanti e tutti belli.
Il motivo di questa abbondanza deriva a mio parere dal fatto che gli amanti della Valle sono tanti, e sfegatati, e quando il loro amore è troppo per tenerselo dentro allora scrivono un libro su di essa.
sì e in effetti quei due giorni in particolare (ma anche il Pagarì che mi piace molto) mi hanno un po' calmataLittletino wrote:ora dopo la Pagarinata Rosa e questa fuga d'Amore in Valle è chiaro che "non ce la facevi proprio più".
eeeeh magaaariii... magari una raccolta di racconti delle avventure ValmairesiLittletino wrote:continua così, e magari, prima o poi, mi capiterà di trovare il "tuo libro sulla Val Maira" all'Ippogrifo di Cuneo.
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
non mi istigarelupo della steppa wrote:...ti consiglierei di farlo...spero che prima o poi lo farai---anzi son sicuro che,non so come nè quando,lo farai
beh... mancavano le ravioleslupo della steppa wrote:alla faccia della cena frugale
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Bene almeno tu ci sei andata, così anche quest anno ho potuto vedere i colori dell estate che ci lascia.
È da settembre che cerchiamo un fine settimana per una fuga ottobrina in quel di Chiappera ma per niente non c'è la facciamo.
La prossima volta fatti sentire che magari ti do le chiavi e vai a scrivere due righe melense sul amore per la cella sul nostro diario di casa.
È da settembre che cerchiamo un fine settimana per una fuga ottobrina in quel di Chiappera ma per niente non c'è la facciamo.
La prossima volta fatti sentire che magari ti do le chiavi e vai a scrivere due righe melense sul amore per la cella sul nostro diario di casa.
“L’acqua esiste per la sopravvivenza del corpo. Il deserto esiste per la sopravvivenza dell’anima”
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Brava scinty bel resoconto
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Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
...questo non è un racconto...queste sono sensazioni, è vita...
Bellissimo...davvero!!!
Ottobre...
L'idea di trovarsi in posti che da qui a poco saranno irraggiungibili...essere soli in luoghi che sino a pochi giorni fa brulicavano di persone...
Sentire il profumo dell'inverno che si avvicina...lasciarsi coinvolgere dalla stretta malinconica di una stagione dura, ma che così tanto affascina...
Adoro l'autunno...adoro la montagna solitaria di questa stagione...adoro i colori di questa stagione...ed ancor più adoro rientrare nella sicurezza della mia casetta, al caldo della stufa e con al mio fianco la persona che amo...
Bellissimo...davvero!!!
Ottobre...
L'idea di trovarsi in posti che da qui a poco saranno irraggiungibili...essere soli in luoghi che sino a pochi giorni fa brulicavano di persone...
Sentire il profumo dell'inverno che si avvicina...lasciarsi coinvolgere dalla stretta malinconica di una stagione dura, ma che così tanto affascina...
Adoro l'autunno...adoro la montagna solitaria di questa stagione...adoro i colori di questa stagione...ed ancor più adoro rientrare nella sicurezza della mia casetta, al caldo della stufa e con al mio fianco la persona che amo...
La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti. Per questo il suo breve tempo le basta..
Profilo Instagram: keiji76
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Non mi fare sentire in colpa , dai che c'è ancora un po' di tempo... ora i larici diventano tutti gialligiobibo wrote:Bene almeno tu ci sei andata, così anche quest anno ho potuto vedere i colori dell estate che ci lascia.
È da settembre che cerchiamo un fine settimana per una fuga ottobrina in quel di Chiappera ma per niente non c'è la facciamo.
La prossima volta fatti sentire che magari ti do le chiavi e vai a scrivere due righe melense sul amore per la cella sul nostro diario di casa.
keiji1976 wrote:Adoro l'autunno...adoro la montagna solitaria di questa stagione...adoro i colori di questa stagione...ed ancor più adoro rientrare nella sicurezza della mia casetta, al caldo della stufa e con al mio fianco la persona che amo...
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
scinty wrote: e sola sono io persa nell'infinito di queste montagne che sono il mio mondo...
"E®ne" ...VECCHIA BELINA DOC.
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Erne wrote:
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Chiappera ed i colori d'autunno Valle Maira
Stupendo resoconto di questa piccola fuga dalla realtà
A volte fa bene stare da soli tra i monti che tanto amiamo...
A volte fa bene stare da soli tra i monti che tanto amiamo...
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.