Pizzo Maggiore

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soundofsilence
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Pizzo Maggiore

Post by soundofsilence »

Sul mio sito la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... ggiore.htm

Domenica 8-11-2020: Cava Campaccio (1035) – Buca dell’Aria Ghiaccia (1110) – Abisso Mani Pulite (1455) – Buca del Rio Rondegno (1555) – Pizzo Maggiore (1790) – Passo Focolaccia (1650) – Cava Campaccio (1035).

Partecipanti: Em e soundofsilence.

Lunghezza: 11,2 Km. il percorso effettuato da noi, al quale consiglio di fare alcune modifiche, che non dovrebbero però mutare di molto la lunghezza.

Dislivello: 1000 metri circa.

Difficoltà: E fino a quando si lascia la strada di cava, EE il sentiero Meno 1000, che, seppur facile, risulta difficile da seguire in quanto poco tracciato e con i segnavia più agevoli da scorgere nel senso contrario e presenta comunque una pendenza abbastanza elevata in alcuni punti. Discorso a parte merita un errore di percorso poco prima della Buca del Rio Rondegno che ci ha costretto a scomodi passaggi in un ripido bosco, probabilmente bisogna tenersi sopra e sarebbe stato decisamente più facile. EE poi il tratto del sentiero verso il Pisanino, mentre la salita al Pizzo Maggiore è da valutarsi complessivamente PD, mi limito comunque a valutare e descrivere la via del ritorno, in quanto quella dell’andata, la sconsiglio assolutamente. Nel dettaglio il percorso, assolutamente tutto senza qualsivoglia traccia, segnavia od ometto, presenta una prima parte di salita su erba non molto ripida, si traversa poi lungamente su cengia per la maggior parte erbosa ed a tratti rocciosa, quasi sempre facile, ma stretta e un po’ esposta all’inizio, poi via via più ripida, per raggiungere quindi la massima ripidità negli ultimi 30 metri quasi verticali in cui si risale direttamente ad un colletto erboso , dal colletto poi si procede su cresta esposta con un passaggio di I grado ed infine una paretina con un passaggio di II assai esposto ed uno di III leggermente meno. Si consiglia una corda da 20 metri da usare come corrimano in doppia per la discesa di questa paretina, anche se trovare il punto dove piazzarla è difficile, data anche la roccia assai friabile, analogamente servono 60 metri di corda per scendere dal colletto erboso, dove comunque è presente uno spunzone che permette di usarla più facilmente. E poi il tratto di percorso fino alla Focolaccia e quindi anche al bivio tra il sentiero 177 ed il meno 1000, mentre la discesa sul sentiero Meno 1000 è EE, sia per la difficoltà notevole nel seguirlo ed individuarlo per l’assenza di traccia ed i segnavia piazzati male, sia per il terreno sconnesso, scivoloso e con alcuni salti di roccia. Infine consiglierei anche l’uso di un GPS scaricando la mia traccia per rendere meno problematico seguire il sentiero meno 1000, nonché la salita al Pizzo Maggiore.

Percorso in macchina: Da Genova in autostrada prima sulla A12 e quindi sulla A15 (La Spezia – Parma) fino ad Aulla. Si prende quindi la strada per il Cerreto (ss63) in direzione Fivizzano fino al bivio con la sr445 (strada regionale della garfagnana) in località Gassano. Si segue la sr445 in direzione di Piazza al Serchio e Castelnuovo Garfagnana fino a Casola in lunigiana, dove si svolta a destra passando a fianco di una caratteristica torre sulla sede stradale imboccando così la SP59 per Minucciano; giunti a Minucciano continuiamo fino a Gorfigliano e, da qui, verso Vagli, ma, dopo alcuni tornanti, imbocchiamo una strada asfaltata sulla destra (che parte in corrispondenza di due cartelli stradali sormontati da una foto e indicanti Vagli e Campocatino proseguendo invece dritti, nonché di un cartello in legno che indica invece l’inizio del sentiero che dobbiamo seguire più avanti) e la seguiamo per circa un Km. fino ad una breve galleria che attraversiamo per parcheggiare immediatamente dopo.

Percorso a piedi: dal parcheggio continuiamo lungo la strada, che è in realtà una marmifera che arriva fino al Passo della Focolaccia, fino a superare un tornante, dopo il quale è indicata la deviazione a sinistra per visitare la Buca dell’Aria Ghiaccia, deviazione di circa 100 che permette di vedere l’entrata dell’Abisso. Visitata la Buca riprendiamo a salire lungo la marmifera e subito ignoriamo una deviazione a sinistra continuando sulla marmifera principale seguendo i segnavia biancorossi, spesso affiancati da un pippistrello nero, simbolo del sentiero dei Meno 1000. Poco dopo altre 2 marmifere si diramano, la prima a sinistra e la seconda a destra, ma noi continuiamo al centro seguendo i segnavia ed i cartelli. Proseguiamo quindi sulla marmifera per circa 650 metri dall’ultimo bivio e, in corrispondenza di una pronunciata (quasi un tornante) curva a sinistra, lasciamo la marmifera per prendere a destra una diramazione che subito si esaurisce. Qui occorre far attenzione per individuare i segnavia che indicano una labile traccia che sale nel bosco in direzione nord ovest, parallela al Rio Rondegno (asciutto), per poi, dopo oltre 400 metri, attraversarlo e piegare a sinistra (sud). Si passa quindi sulla destra dell’Abisso Mani Pulite (cartelli indicatori) e 100 metri dopo, curviamo a destra in direzione ovest che manterremo per quasi 400 metri fino ad incrociare il sentiero di raccordo per il Pisanino. In questo tratto occorre prestare particolare attenzione ai segnavia che noi in effetti abbiamo perso, dovendo quindi affrontare una malagevole risalita nel bosco che ci ha portato a ritrovare i segnavia in corrispondenza di una bella zona di campi solcati e altre manifestazioni di carsismo di superficie. Ormai quindi fuori dal bosco, resta più facile seguire ometti e segnavia e, in breve, raggiungiamo la Buca di Rondegno (come da targhetta metallica), neanche 50 metri dopo la quale troviamo il sentiero di raccordo per il Pisanino verso destra, mentre un cartello di legno indica il sentiero dei Meno 1000 a sinistra, sentiero che seguiremo al ritorno. Prendiamo quindi verso destra e in circa 150 metri raggiungiamo i segnavia azzurri che indicano la normale del Pisanino, che imbocchiamo verso destra. Seguiamo quindi il sentiero per il Pisanino per circa 260 metri e deviamo quindi sulla sinistra, senza traccia, in direzione del colletto subito a destra del Pizzo Altare, che è la prima vetta subito a destra della Foce di Cardeto. Saliamo quindi dritti in direzione ovest per circa 130 metri, fino a quota 1600 circa e, poco prima di una colata di grosse pietre, pieghiamo a destra puntando verso un albero isolato. Da qui continuiamo a traversare i ripidi pendii erbosi in direzione nord e della vetta del Pizzo Maggiore, cercando di individuare l’inizio di una cengia erbosa che permetta un più facile progressione. Se abbiamo imboccato la cengia giusta (e sarebbe importante farlo, per questo consiglio l’uso del GPS per questa salita) questa dovrebbe continuare allargandosi anche e quindi continuare fino a trasformarsi in rocciosa, poco prima del colletto che dobbiamo raggiungere. Usciti quindi dalla zona rocciosa e ormai sotto il colletto, pieghiamo a sinistra salendo direttamente verso lo stesso, su un pendio erboso molto ripido ed insidioso, per il quale consiglio l’uso di una corda in discesa. Saliamo comunque questi ultimi 30 metri aiutandoci anche con i ciuffi d’erba e giungiamo al colletto, dal quale proseguiamo in cresta verso destra, superando un primo passaggio di primo grado, per poi continuare più facilmente su cresta erbosa fino alla parete che sbarra l’accesso alla vetta, costituita da 3 salti sovrapposti ed assai esposti. Superata la parete, per la quale anche consiglio l’uso della corda in discesa, si risale l’ultimo pendio, ripido ed esposto, ma facile, fino alla vetta. Torniamo quindi sui nostri passi fino a riprendere il Sentiero dei Meno 1000 nel punto che l’avevamo lasciato, dove proseguiamo dritti, lasciando a sinistra il percorso dell’andata, fino ad immetterci sul sentiero segnato che collega Foce di Cardeto alla Focolaccia, che imbocchiamo verso sinistra. Proseguiamo quindi fino al passo della Focolaccia, caratterizzato, e purtroppo rovinato da una grande cava, ed imbocchiamo qui il sentiero sulla sinistra che sale verso la Tambura, per seguirlo per oltre 300 metri, fino ad un colletto, dove prendiamo a sinistra, in discesa, il sentiero 177. Seguiamo quindi il 177 per quasi 500 metri, fino ad un cartello che indica la deviazione per il sentiero dei Meno 1000, sulla sinistra in discesa. Da qui in poi seguire il sentiero diventa un’impresa in quanto si tratta di tracce non sempre individuabili ed i segnavia non sono sufficienti e inoltre in genere sono orientati per essere visti nella direzione opposta. Scendiamo quindi una prima parte abbastanza chiara fino a giungere ad un cartello esplicativo del sentiero che illustra le acque sotterranee. Qui occorre prendere a sinistra nel bosco, subito prima del predetto cartello. Dopodichè seguire la traccia ed i segnavia diventa sempre più complicato tanto che, giunti in vista della marmifera sulla sinistra, abbiamo lasciato il sentiero sulla destra (senza accorgercene neanche in realtà…) che andava a visitare ancora un paio di grotte, per dirigerci su pendio erboso alla strada e seguirla quindi fino alla macchina.

Conclusioni: Giro esplorativo date le pochissime notizie disponibili sulla salita al Pizzo Maggiore e praticamente tutte riguardanti la traversata di cresta e non la salita diretta, il che ha comportato qualche, in realtà uno, errore di percorso. Consiglio quindi vivamente per chi volesse salire il Pizzo Maggiore di seguire il nostro percorso di discesa anche in salita, che è comunque l’unico che proverò a descrivere qui. Consiglierei pure poi di seguire il Sentiero Meno 1000 nel senso giusto, non al contrario come abbiamo fatto noi per giungere prima in vetta, per rendere più facile seguire i segnavia e anche per la natura del terreno. A parte questo la soddisfazione principale di questa gita è stato per noi riuscire a realizzarla, non che i panorami dal Pizzo Maggiore e lungo la salita non siano belli, ma certo sono inferiori a quelli dei vicini Cavallo e Pisanino e, sempre per noi, pure straconosciuti. Il sentiero dei meno 1000 invece presenta alcuni begli esempi di carsismo di superficie, mentre le entrate delle grotte, che non abbiamo visto tutte cercando di abbreviare un po’ il ritorno, sono in genere poco interessanti trattandosi sempre di pozzi verticali.
In definitiva si tratta di un sentiero abbastanza interessante ed una buona alternativa alla partenza dalla Val Serenaia per raggiungere le vette principali.

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Zucchi Pisanino e Monte Mirandola sopra cava

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Pisanino e Monte Mirandola sopra cava

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Buca dell'Aria Ghiaccia

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Monte Cavallo saledo verso Abisso Mani Pulite

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Enrico in bosco di faggi salendo verso Abisso Mani Pulite

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Abisso Mani Pulite

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Buche con campi solcati salendo a Buca Rio Rondegno

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Monte Cavallo salendo a Buca Rio Rondegno

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Pizzo Altare salendo a Buca Rio Rondegno

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Monte Cavallo salendo a Buca Rio Rondegno più da vicino

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Buca con campi solcati salendo a Buca Rio Rondegno

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Pizzo Maggiore e Pisanino salendo a Buca Rio Rondegno

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Campi solcati e Monte Cavallo

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Campi solcati e Monte Cavallo più da lontano

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Roccia arabescata salendo a Buca rio Rondegno

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Carsismo salendo a Buca Rio Rondegno

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izzo Altare salendo a Buca Rio Rondegno più da vicino

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Roccia arabescata salendo a Buca rio Rondegno più da lontano

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Buca Rio Rondegno

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Zucchi di Cardeto dalla Buca del Rio Rondegno

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Buca Svak9

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Grandi campi solcati andando verso sentiero Pisanino

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Roccandagia andando verso sentiero Pisanino

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Cresta della Mirandola da sentiero Pisanino

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Campi solcati e Cavallo da sentiero Pisanino

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Pizzo Altare e Cavallo salendo al Maggiore

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Cresta verso Pizzo di Mezzo da colletto sotto Pizzo Maggiore

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Cresta verso Pizzo Maggiore dal colletto

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Cresta Pizzo Maggiore e Pisanino salendola

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Cavallo Pizzo Altare e di Mezzo salendo al Maggiore

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Castello di vetta Pizzo Maggiore

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Pizzo d'Uccello salendo a Pizzo Maggiore

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Cavallo Pizzo Altare e di Mezzo salendo al Maggiore più da lontano

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Enrico arrampicando verso vetta Pizzo Maggiore

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Enrico in cresta sommitale Pizzo Maggiore

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Pizzo d'Uccello da Pizzo Maggiore

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Pisanino da Pizzo Maggiore

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Pizzo d'Uccello da Pizzo Maggiore più da lontano

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Cavallo Pizzo Altare Pizzo di Mezzo e Contrario dal Maggiore

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Contrario dal Pizzo Maggiore

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Cresta Mirandola e Lago Gramolazzo dal Pizzo Maggiore

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Roccandagia dal Pizzo Maggiore

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Tambura dal Pizzo Maggiore

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Primo piano Cavallo dal Pizzo Maggiore

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Roccandagia dal Pizzo Maggiore

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Cavallo Pizzo Altare Pizzo di Mezzo e Contrario dal Maggiore

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Erba e Tambura dal Pizzo Maggiore

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Grondilice dal Pizzo Maggiore

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Cresta di discesa dal Pizzo Maggiore

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Corda in discesa da colletto sotto Pizzo Maggiore

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Enrico scendendo dal Pizzo Maggiore

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Pizzo di Mezzo scendendo dal Pizzo Maggiore

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Primo piano Pizzo di Mezzo da sotto

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Torrione in cresta Pizzo di Mezzo ancora più da lontano

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Pizzo Altare tornando a sentiero Meno 1000

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Zucchi di Cardeto da Sentiero Meno 1000

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Enrico sul marmo della Focolaccia

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Punta Carina Bivacco Aronte e mare dalla Focolaccia più da vicino

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Guglia di marmo e Punta Carina alla Focolaccia

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Guglia di marmo e Punta Carina alla Focolaccia

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Punta Carina e mare salendo dalla Focolaccia

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Punta Carina e mare salendo dalla Focolaccia più da vicino

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Punta Carina mare e marmifera salendo dalla Focolaccia

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Punta Carina mare e marmifera salendo dalla Focolaccia più da vicino

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Punta Carina e Coda Cavallo salendo dalla Focolaccia

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Punta Carina mare e marmifera salendo dalla Focolaccia primo piano

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Cavallo salendo dalla Focolaccia

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Punta Carina mare e marmifera salendo dalla Focolaccia più da vicino

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Punta Carina e Coda Cavallo salendo dalla Focolaccia

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Mare salendo dalla Focolaccia

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Punta Carina con isole dietro salendo dalla Focolaccia

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Passo della Focolaccia scendendo sul sentiero 177

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Carsismo scendendo dal sentiero meno 1000

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Carsismo scendendo dal sentiero meno 1000 più da lontano

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Carsismo con crepaccio in sentiero meno 1000

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Faggeta scendendo da sentiero meno 1000

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Zucchi di Cardeto dalla marmifera
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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