Qui la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... ometta.htm
Lunedì 26-8-2019: Saint Jacques (1700) – Fiery (1860) – Alpe Ventina (2200) – Mase (2440) – Gran Lago (2815) – Colle Superiore Cime Bianche (2990) – Colle Inferiore Cime Bianche (2905) – Gran Sometta (3165) – Colle Inferiore Cime Bianche (2905) – Mase (2440) – Alpe Ventina (2200) – Fiery (1860) – Saint Jacques (1700).
Partecipanti: Maury76 (http://finoincima.altervista.org/" onclick="window.open(this.href);return false;) e soundofsilence.
Lunghezza: 21,5 Km. circa.
Dislivello: 1650 circa.
Difficoltà: E tutto esclusa la salita alla vetta che direi EE, in quanto su traccia ripida e a volte un po’ insidiosa, anche se sempre ben riconoscibile.
Percorso in macchina: Da Genova con l’A10 fino a Voltri, dove si prende l’A26 (Alessandria-Torino) e la si segue fino a poco oltre Casale Monferrato, dove si prende per Santhià e Aosta e si prosegue fino ad Ivrea, dove si continua sulla Aosta-Torino (A5) fino all’uscita di Verres, da dove imbocchiamo la Val d’Ayas seguendo le indicazioni stradali. Percorriamo quindi la Val d’Ayas fino a Brusson, poi Champoluc, ed infine Saint Jacques, dove la valle termina, cercando parcheggio il più in alto possibile, dove riusciamo. Noi abbiamo parcheggiato prima della piazza principale del paese (dove il parcheggio permesso è solo di due ore con disco orario) in un piccolo spazio a destra, subito dopo il bivio per la frazione di Croisette Dessous (Dove è presente anche il Rifugio CAI Città di Casale). Meglio sarebbe stato riuscire a parcheggiare più avanti, oltre il paese, nella frazione Blanchard, poco prima del termine della strada, ma non abbiamo trovato posto.
Percorso a piedi: dal parcheggio continuiamo sulla strada asfaltata fino al suo termine in corrispondenza di un ponte sul torrente Verra, che imbocchiamo verso sinistra, iniziando così a percorrere il sentiero per Fiery, come da indicazioni. Giungiamo in breve ad un nuovo ponte, che attraversiamo verso destra, per poi abbandonare la carrareccia a destra e proseguire dritti a sinistra sul sentiero che scorcia la strada. Giungiamo quindi ad un bivio segnalato, dove lasciamo a destra per il Lago Blu e prendiamo a sinistra per Cime Bianche e Fiery, che raggiungiamo dopo pochi metri. Attraversiamo quindi il paese e giungiamo in breve ad un altro ponte che attraversiamo verso sinistra, ignorando un bivio a destra che riporta verso il Lago Blu, mentre noi continuiamo a seguire le indicazioni per le Cime Bianche. A quota 2070 circa, troviamo quindi un bivio, dove è ininfluente prendere a sinistra od a destra, che le due tracce si riuniscono, noi comunque prendiamo a sinistra, ignorando poi un’ulteriore deviazione a sinistra recante indicazioni per la visita ad un forno della calce. Giungiamo così in breve ai ruderi dell’Alpe Ventina, a quota 2200 circa, dopodichè attraversiamo il torrente e giungiamo quindi ai grandi prati dell’Alpe Varda a quota 2340 circa. Da qui in poi attraverseremo una ampia zona prativa e paludosa pressochè pianeggiante e caratterizzata anche da alcuni specchi d’acqua, dei quali solo uno vicino al sentiero. Superato il predetto lago, giungiamo ai ruderi di Mase, da dove il sentiero riprende a salire più ripidamente, giungendo a quota 2600 circa, ad una nuova zona paludosa con altri specchi d’acqua, anche questi lontani dal sentiero. Saliamo quindi più ripidamente al prossimo lago (ignorando un paio di vicine deviazioni a sinistra per i sentieri 5a e 6°, mi pare), a quota 2815, stavolta vicino al sentiero. Visitiamo il bel lago a destra ed il successivo, decisamente più grande, e chiamato appunto Gran Lago. Visitati i laghi torniamo al sentiero ed imbocchiamo a destra la ripida rampa verso il Colle Superiore di Cime Bianche, salita che ci offre bellissime viste sui due laghi appena visitati. Giunti in vista del Colle, anticipato da un bacino artificiale, pieghiamo sul pianoro a sinistra prima di raggiungere il predetto bacino e ci immettiamo su una sterrata\pista da sci, che scende verso il Colle Inferiore, da qui già visibile immediatamente a sinistra della Gran Sometta. Scendiamo quindi in mezzo ad alcuni laghi e raggiungiamo il pianoro, purtroppo ingombro di impianti, sottostante al colle che dobbiamo raggiungere. Dal pianoro saliamo brevemente fino all’antistante colle, dove superiamo le installazioni sciistiche e subito prendiamo una traccettina sulla destra che sale assai ripidamente il pendio iniziale della Gran Sometta. Seguiamo quindi ometti e traccia, che dopo una prima parte dritta, piegano a sinistra per aggirare le fasce rocciose sommitali e quindi risalirle con una più facile cengia che giunge poco sotto la vetta. Dalla vetta torniamo sui nostri passi fino al Colle Inferiore Cime Bianche, da cui scendiamo dritti verso i laghi, che possiamo anche visitare a piacimento, ma dobbiamo però puntare a quello sulla sinistra del lago più grande, che è piazzato esattamente ad est del Colle Inferiore. Giunti a questo lago proseguiamo seguendone l’emissario ed una chiara traccia segnata da ometti, che, prima o poi, dovremmo incrociare e che ci porta quindi nei pressi della confluenza col torrente principale, che guadiamo alla meglio nei pressi di un grosso ometto, per ritrovarci poi sul sentiero dell’andata, che imbocchiamo verso destra in discesa e lo seguiamo fino al parcheggio.
Conclusioni: Bellissimo e particolare l’ambiente delle Cime Bianche, cime che quasi sembrano irreali e fuori posto per quanto sono diverse da tutti i monti circostanti, peccato però per i troppi impianti che rovinano il paesaggio, soprattutto nella zona dei laghi, anche se il Gran Lago ed il suo vicino gemello, che sono sicuramente i più belli e suggestivi, ne restano fortunatamente fuori. Nonostante questo gita assolutamente consigliabile per gli ambienti incomparabili. Noi volevamo anche salire alla Pointe Sud, la più bassa delle 3 Cime Bianche, ma non ne abbiamo avuto tempo, data la lunghezza della gita, così come non abbiamo avuto tempo di visitare i laghi fuori sentiero, che ve ne era più di uno ed avrebbero sicuramente meritato.
Meridiana a Saint Jacques
Chiesa affrescata a Saint Jacques
Affresco in Chiesa a Saint Jacques
Torrente Evancon con Epilobi sulla riva a Saint Jacques
Cascata in Torrente di Tzere salendo a Fiery
Arrivando a Fiery
Chiesetta a Fiery più da vicino
Torrente di Tzere dal ponte andando all'Alpe Ventina
Ruderi all'Alpe Ventina
Rothorn e Testa Grigia salendo dall'Alpe Ventina
Bivio per Bivacco Mariano
Gobba di Rollin salendo a Mase
Cime Bianche salendo a Mase
Laghetto e Gobba di Rollin salendo a Mase
Laghetto con riflessa Gobba di Rollin salendo a Mase
Rio con Rothorn e Testa Grigia sullo sfondo salendo a Mase
Rio salendo a Mase con Bec Carrè che spunta appena
Rio salendo a Mase con Bec Carrè che spunta appena più da lontano
Rio salendo a Mase più da lontano
Ansa in torrente salendo a Mase
Primo piano malga Mase
Ruderi a Mase
Pointe Sud e Bec Carrè salendo verso Cime Bianche
Gobba di Rollin salendo verso Cime Bianche
Torrente e Gobba di Rollin salendo verso Cime Bianche più da lontano
Torrente e 2 laghetti salendo verso Cime Bianche
Anse torrente salendo verso Cime Bianche più dall'alto
Cime Bianche salendovi
Cime Bianche salendovi più da lontano
Bec Carrè e Gran Sometta salendo verso Cime Bianche
Gran Sometta salendo verso Cime Bianche
Bec Carrè salendo verso Cime Bianche
Pointe Sud salendo verso Cime Bianche
Bec Carrè salendo verso Cime Bianche
4 Mucche colorate e Lago salendo al Colle Superiore Cime Bianche
Lago salendo al Colle Superiore Cime Bianche
Parte centrale Lago salendo al Colle Superiore Cime Bianche
Parte centrale Gran Lac
Vista parziale Gran Lac e Gobba di Rollin
Vista parziale Gran Lac e Gobba di Rollin
Lago dal Gran Lac con Roisettaz sullo sfondo
Lago e Gran Lac
Lago e Gran Lac più da vicino
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche con Gobba di Rollin sullo sfondo
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche più da vicino
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche ancora più da vicino
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche più da lontano
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche con Gobba di Rollin sullo sfondo più da vicino
Gran Lac e altro lago salendo a Colle Superiore Cime Bianche con Gobba di Rollin sullo sfondo più da vicino
Gran Lac e altro Lago dall'alto salendo a Colle Superiore Cime Bianche
Gobba di Rollin salendo a Colle Superiore Cime Bianche
Gran Lac e Lago Punta di Rollin con Gobba sullo sfondo
Pointe Sud e Bec Carrè salendo a Colle Superiore Cime Bianche
Gran Lac e Lago Punta di Rollin con Gobba sullo sfondo più da vicino
Gran Lac e Lago Punta di Rollin salendo a Colle Superiore Cime Bianche
Gobba di Rollin salendo a Colle Superiore Cime Bianche
Gran Sometta dal Colle Supriore Cime Bianche
Pointe Sud e Bec Carrè andando a Colle Inferiore Cime Bianche
4 Laghi andando a Colle Inferiore Cime Bianche
3 Laghi andando a Colle Inferiore Cime Bianche
Cupola sommitale Bec Carrè andando a Colle Inferiore Cime Bianche
Maury verso Colle Inferiore Cime Bianche con Pointe Sud e Bec Carrè sullo sfondo
Lago Perso salendo a Colle Inferiore Cime Bianche
Bec Carrè da Colle Inferiore Cime Bianche
Bec Carrè salendo a Gran Sometta
Bec Carrè salendo a Gran Sometta
Sentiero e cupola sommitale Gran Sometta
Lago Perso e Bec Carrè salendo a Gran Sometta
Salendo cupola sommitale Gran Sometta
Lago Goillet e Cervinia da Gran Sometta
Lago Goillet dalla Gran Sometta più da vicino
Ober Gabelhorn e Furggen da Gran Sometta
Breithorn occidentale da Gran Sometta
Breithorn occidentale e Gobba Rollin da Gran Sometta
Lago Goillet e Cervinia da Gran Sometta più da vicino
Dent d'Herens scendendo da Gran Sometta
Lago Perso e Bec Carrè scendendo da Gran Sometta
Lago Perso scendendo da Gran Sometta
Lago e impianti scendendo da Gran Sometta
Piccolo Cervino e Gobba Rollin scendendo da Gran Sometta
Bec Carrè scendendo da Gran Sometta
Bec Carrè da Colle Inferiore Cime Bianche
Gran Sometta scendendo dal Colle Inferiore Cime Bianche
Lago e Gran Sometta
Lago con Pointe Sud sullo sfondo e Bec Carrè riflesso
Lago con Pointe Sud e Bec Carrè riflessi
Lago con Pointe Sud e Bec Carrè riflessi
Primo piano Gran Sometta scendendo da Colle Inferiore Cime Bianche
Primo piano Bec Carrè scendendo da Colle Inferiore Cime Bianche
Gran Sometta scendendo da Colle Inferiore Cime Bianche
Primo piano Bec Carrè scendendo da Colle Inferiore Cime Bianche più da vicino
Cime Bianche scendendo verso Mase
Bec Carrè scendendo verso Mase
Torrente scendendo verso Mase
Raggi di sole su Gran Tournalin scendendo all'Ape Ventina
Torrente di Verra a Blanchard
Torrente di Vetta a Blanchard con ponte sullo sfondo
Gran Sometta
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Gran Sometta
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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Re: Gran Sometta
Complimenti Sound, splendido tragitto
Le Cime Bianche regalano scorci molto particolari, come hai detto quelle montagne sembrano irreali, hanno un'aspetto completamente diverso dalle altre, e i laghi poi hanno un colore quasi fiabesco... Sul colle non è il massimo, c'è molta antropizzazione, per il resto però è veramente spettacolare
C'è anche la possibilità di chiudere un bel anello scendendo dal vallone di Courtod (parallelo a quello di Ventina che avete percorso), ci son meno pianori, ma uno si trova proprio sotto le pareti delle Cime Bianche
Le Cime Bianche regalano scorci molto particolari, come hai detto quelle montagne sembrano irreali, hanno un'aspetto completamente diverso dalle altre, e i laghi poi hanno un colore quasi fiabesco... Sul colle non è il massimo, c'è molta antropizzazione, per il resto però è veramente spettacolare
C'è anche la possibilità di chiudere un bel anello scendendo dal vallone di Courtod (parallelo a quello di Ventina che avete percorso), ci son meno pianori, ma uno si trova proprio sotto le pareti delle Cime Bianche
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
Re: Gran Sometta
Domenica 31 luglio , secondo giorno del mio week end in Valtournenche . Dopo la fatica dell' ascesa al Monte Roisetta , che io consideravo la gita più impegnativa tra quelle progettate , le gambe rispondono meglio del previsto . Soprattutto le ginocchia non sono doloranti per la lunga discesa . La nottata è stata una meraviglia : all' esterno la temperatura è scesa sotto ai 10° ed io ho dormito con tanto di piumone ... Dopo una bella colazione calorica a base di torte e marmellata sono pronto per la mia escursione e decido per quella che consideravo di media difficoltà : la Gran Sometta da Cervinia . Verso le 8,30 arrivo nei pressi dei condomini Cielo Alto e cerco l' inizio del percorso . Con l' aiuto della mia mappa mi avvio nel bosco di conifere seguendo un tracciato che spesso affianca le piste di sci e sale in maniera decisa verso la mia prima meta , il Bec Pio Merlo , mentre le visuali sono dominate dalla magica mole del Cervino e dei suoi satelliti .
Poco più in alto trovo cartelli con indicazioni precise ma trovo pure una gara di MTB che sta per cominciare e mi fa fare una breve deviazione per evitarne il percorso . Si sale a tornanti verso lo sperone roccioso , attraversando la vecchia decauville e nel tratto finale una grossa e ripida pietraia .
Con un ultimo sforzo arrivo al Bec Pio Merlo ( 2620 m. ), eccellente punto panoramico sulla vallata sottostante .
Mi guardo bene dal tentare di raggiungere la sommità dello sperone perchè mi sembra piuttosto difficile , soprattutto in fase di discesa ... Proseguo la mia salita mentre le visuali si ampliano .
La direzione è quella della Motta di Pletè occidentale che si raggiunge prima per facili pendii prativi e poi per ripida salita tra i sassi .
Al colletto sotto la piatta cima incontro anche un giovane stambecco spelacchiato , che dimostra di non aver troppa paura di me .
Un piccolo sforzo e sono sulla vetta della Motta di Pletè occidentale ( 2840 m. ), dove hanno installato di recente una panchina gigante . La cima è davvero un punto eccezionalmente panoramico !
Sin qui la gita è stata faticosa ma semplice , su sentieri evidenti e segnati . Ma presto le cose cambieranno ... Mi vorrei dirigere verso la Motta di Pletè centrale . Imbocco quindi il sentiero che scende nel sottostante vallone della seggiovia Bec Carrè ma lo abbandono presto salendo ad occhio verso sinistra , in direzione di una specie di altopiano sassoso tra le varie cime delle Motte di Pletè . Il terreno è agevole ma non vedo tracce o segni che indichino la mia direzione . Individuo due cime che ritengo siano la Motta di Pletè centrale e quella orientale e mi ci dirigo , raggiungendo il crinale roccioso . Si aprono belle visuali anche sul versante del lago Goillet mentre salgo senza troppe difficoltà verso la prima cimetta , segnata da un piccolo ometto di pietre .
Scoprirò solo dopo , guardando il tracciato gps del mio giro , che ho sbagliato qualcosa ... Quella non è la cima centrale , che sta parecchio più ad ovest ed è un montarozzo quasi impercettibile .... Dovrebbe essere quel dossetto a destra in questa foto ...
Ignaro dello sbaglio , continuo sulla dorsale , sempre molto panoramica ma sempre più aspra .
Giungo quindi indubitabilmente sulla cima della Motte di Pletè orientale ( 3014 m. ) , segnata con 2 ometti di pietre . La dorsale verso la Gran Sometta presenta qulache difficoltà perchè c'è da fare una bella discesa su pendii molto ripidi e scivolosi .
In effetti , ho trovato questo tratto parecchio difficoltoso , forse anche perchè cominciavo ad essere stanco . Questa è la foto della cima orientale che dà l'idea della ripidità del pendio di discesa...
e questa fa intuire il tracciato ancora da fare per raggiungere finalmente la meta della mia escursione , la Gran Sometta .
Un pezzo non difficile ma faticoso , con una traccia segnata da vecchi bolli stinti arancioni . Fatica allietata dall' incontro con una folta colonia di stambecchi zompettanti sulle rocce sottostanti il colletto .
Ed eccomi infine in plastica posa sulla vetta della Gran Sometta ( 3166 m. ) , dove trovo una bella famigliola di escursionisti saliti dall' altro versante .
Non vi ripeterò la bellezza dei panorami che si godono da lassù , basta qualche foto per rendere l' idea ....
Sono decisamente stanco ma contento . Faccio quindi la consueta lunga sosta a mangiare i miei panetti sotto al sole , mentre medito sul rientro . L' idea originale prevedeva il ritorno lungo la stessa via ma non ho molta voglia di rifarmi gli scoscesi pendii scivolosi delle Motte di Pletè varie ... Quindi decido di scendere al sottostante Colle inferiore delle Cime Bianche per il ripido sentiero segnato . Presso il valico c'è un grosso gruppo di stambecchi che pascola ... sulla strada sterrata
Sono un po' indeciso su quale sia la strada meno faticosa da prendere per tornare a Cervinia . Scarto subito l' idea di salire al Colle superiore delle Cime Bianche perchè la via mi pare lunga e rovinata dai tanti impianti di risalita . Quindi scendo nel vallone sottostante seguendo la seggiovia del Bec Carrè con il dubbio se risalire alla Motta di Pletè occidentale o continuare in basso aggirando le vette . Scelgo alla fine il tracciato che penso mi permetta meno dislivello in salita . Ne ho già fatto abbastanza ! Alla stazione di partenza della seggiovia
trovo il sentiero con tanto di segnavia , che con percorso un po' ondulato mi porta su di un' ampia sterrata di servizio per alpeggi e sciovie , presso la Cleva Della Seya . Seguo la via che in leggera ma lunga salita mi conduce alla stazioncina della vecchia decauville
con la Gran becca che torna protagonista dei panorami .
Tra le varie opzioni di discesa che la cartina mi offre scelgo la più semplice e sicura , ricongiungermi al percorso di salita sotto al Pio Merlo e raggiungere facilmente la mia auto con una bella discesona .
La giornata è stata veramente molto bella , anche se un po' calda . Gente ne ho incontrata un bel po' ma quasi solo in basso al ritorno . Loro salivano mentre io scendevo ... Il giro è stato decisamente più faticoso di quello che avevo preventivato , forse per la mancanza di un vero sentiero sulla cresta della Motta di Pletè o forse perchè avevo nelle gambe la fatica del giorno precedente . Alla fine mi risulta un anellone di 16,5 km per oltre 1200 metri di dislivello totale . Insomma , in 2 giorni mi sono fatto una trentina di km per oiltre 2500 metri di dislivello ... Niente male per me che non faccio mai escursioni consecutive come queste ...
Poco più in alto trovo cartelli con indicazioni precise ma trovo pure una gara di MTB che sta per cominciare e mi fa fare una breve deviazione per evitarne il percorso . Si sale a tornanti verso lo sperone roccioso , attraversando la vecchia decauville e nel tratto finale una grossa e ripida pietraia .
Con un ultimo sforzo arrivo al Bec Pio Merlo ( 2620 m. ), eccellente punto panoramico sulla vallata sottostante .
Mi guardo bene dal tentare di raggiungere la sommità dello sperone perchè mi sembra piuttosto difficile , soprattutto in fase di discesa ... Proseguo la mia salita mentre le visuali si ampliano .
La direzione è quella della Motta di Pletè occidentale che si raggiunge prima per facili pendii prativi e poi per ripida salita tra i sassi .
Al colletto sotto la piatta cima incontro anche un giovane stambecco spelacchiato , che dimostra di non aver troppa paura di me .
Un piccolo sforzo e sono sulla vetta della Motta di Pletè occidentale ( 2840 m. ), dove hanno installato di recente una panchina gigante . La cima è davvero un punto eccezionalmente panoramico !
Sin qui la gita è stata faticosa ma semplice , su sentieri evidenti e segnati . Ma presto le cose cambieranno ... Mi vorrei dirigere verso la Motta di Pletè centrale . Imbocco quindi il sentiero che scende nel sottostante vallone della seggiovia Bec Carrè ma lo abbandono presto salendo ad occhio verso sinistra , in direzione di una specie di altopiano sassoso tra le varie cime delle Motte di Pletè . Il terreno è agevole ma non vedo tracce o segni che indichino la mia direzione . Individuo due cime che ritengo siano la Motta di Pletè centrale e quella orientale e mi ci dirigo , raggiungendo il crinale roccioso . Si aprono belle visuali anche sul versante del lago Goillet mentre salgo senza troppe difficoltà verso la prima cimetta , segnata da un piccolo ometto di pietre .
Scoprirò solo dopo , guardando il tracciato gps del mio giro , che ho sbagliato qualcosa ... Quella non è la cima centrale , che sta parecchio più ad ovest ed è un montarozzo quasi impercettibile .... Dovrebbe essere quel dossetto a destra in questa foto ...
Ignaro dello sbaglio , continuo sulla dorsale , sempre molto panoramica ma sempre più aspra .
Giungo quindi indubitabilmente sulla cima della Motte di Pletè orientale ( 3014 m. ) , segnata con 2 ometti di pietre . La dorsale verso la Gran Sometta presenta qulache difficoltà perchè c'è da fare una bella discesa su pendii molto ripidi e scivolosi .
In effetti , ho trovato questo tratto parecchio difficoltoso , forse anche perchè cominciavo ad essere stanco . Questa è la foto della cima orientale che dà l'idea della ripidità del pendio di discesa...
e questa fa intuire il tracciato ancora da fare per raggiungere finalmente la meta della mia escursione , la Gran Sometta .
Un pezzo non difficile ma faticoso , con una traccia segnata da vecchi bolli stinti arancioni . Fatica allietata dall' incontro con una folta colonia di stambecchi zompettanti sulle rocce sottostanti il colletto .
Ed eccomi infine in plastica posa sulla vetta della Gran Sometta ( 3166 m. ) , dove trovo una bella famigliola di escursionisti saliti dall' altro versante .
Non vi ripeterò la bellezza dei panorami che si godono da lassù , basta qualche foto per rendere l' idea ....
Sono decisamente stanco ma contento . Faccio quindi la consueta lunga sosta a mangiare i miei panetti sotto al sole , mentre medito sul rientro . L' idea originale prevedeva il ritorno lungo la stessa via ma non ho molta voglia di rifarmi gli scoscesi pendii scivolosi delle Motte di Pletè varie ... Quindi decido di scendere al sottostante Colle inferiore delle Cime Bianche per il ripido sentiero segnato . Presso il valico c'è un grosso gruppo di stambecchi che pascola ... sulla strada sterrata
Sono un po' indeciso su quale sia la strada meno faticosa da prendere per tornare a Cervinia . Scarto subito l' idea di salire al Colle superiore delle Cime Bianche perchè la via mi pare lunga e rovinata dai tanti impianti di risalita . Quindi scendo nel vallone sottostante seguendo la seggiovia del Bec Carrè con il dubbio se risalire alla Motta di Pletè occidentale o continuare in basso aggirando le vette . Scelgo alla fine il tracciato che penso mi permetta meno dislivello in salita . Ne ho già fatto abbastanza ! Alla stazione di partenza della seggiovia
trovo il sentiero con tanto di segnavia , che con percorso un po' ondulato mi porta su di un' ampia sterrata di servizio per alpeggi e sciovie , presso la Cleva Della Seya . Seguo la via che in leggera ma lunga salita mi conduce alla stazioncina della vecchia decauville
con la Gran becca che torna protagonista dei panorami .
Tra le varie opzioni di discesa che la cartina mi offre scelgo la più semplice e sicura , ricongiungermi al percorso di salita sotto al Pio Merlo e raggiungere facilmente la mia auto con una bella discesona .
La giornata è stata veramente molto bella , anche se un po' calda . Gente ne ho incontrata un bel po' ma quasi solo in basso al ritorno . Loro salivano mentre io scendevo ... Il giro è stato decisamente più faticoso di quello che avevo preventivato , forse per la mancanza di un vero sentiero sulla cresta della Motta di Pletè o forse perchè avevo nelle gambe la fatica del giorno precedente . Alla fine mi risulta un anellone di 16,5 km per oltre 1200 metri di dislivello totale . Insomma , in 2 giorni mi sono fatto una trentina di km per oiltre 2500 metri di dislivello ... Niente male per me che non faccio mai escursioni consecutive come queste ...
Last edited by daniele64 on Thu Aug 11, 2022 13:30, edited 1 time in total.
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Gran Sometta
Ed ecco il tracciato del mio giro , registrato da Strava ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- Littletino
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- Joined: Tue Jan 29, 2008 15:41
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Re: Gran Sometta
Complimenti Dani!
Hai davvero di che essere soddisfatto della tua trasferta in VdA: belle gite e tempo buono.
Qualcosa mi dice che ne vedremo altre di queste gite...
Hai davvero di che essere soddisfatto della tua trasferta in VdA: belle gite e tempo buono.
Qualcosa mi dice che ne vedremo altre di queste gite...
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Gran Sometta
, Little . Stavolta mi è andata proprio bene ... Se mia moglie mi lascia il guinzaglio lungo magari provo a bissare anche perché vicino a casa non so più dove andare per trovare qualcosa di nuovo ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- Littletino
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Re: Gran Sometta
La nobile arte dell'allungamento del guinzaglio coniugale è una pratica che va eseguita costantemente, applicando ad essa massima pazienza e perseveranza.daniele64 wrote: Se mia moglie mi lascia il guinzaglio lungo magari provo a bissare ...
Non mollare.
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
- awretus
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Re: Gran Sometta
Preferisco i paesaggi del vallone delle Cime Bianche, anche se di lì è molto più lungo. Quando feci il giro dal colle superiore, rinunciai alla cima perché sarebbe stato eccessivo.
Quegli stambecchi devono essere più o meno stanziali, perché li vidi anch'io.
Quegli stambecchi devono essere più o meno stanziali, perché li vidi anch'io.
«Vai finché sei giovane, perché da vecchio puoi solo andare al ricovero» (Saggezza occitana)
Re: Gran Sometta
Sicuramente salendo dalla Val d'Ayas c'è più verde ed è senza tutti quegli impianti di sci che ho visto io . Ma il mio obbiettivo era la dorsale Pio Merlo - Sometta , comunque molto panoramica . Sì , credo anch'io che quegli stambecchi siano stanziali e molto avvezzi alla presenza umana . Cerea .
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]