quest'anno ferie agostane (vabbè, alcuni giorni) in Trentino, dove a mia memoria non sono mai stato, se non di passaggio.
Molveno, quindi Dolomiti del Brenta, dove cerco dunque di organizzare una passeggiata in compagnia del mio compagno maschio di vacanza (visto che le femmine alla parola "escursione" estraggono aglio e crocifissi
), compagno che chiamerò con un nickname di fantasia assolutamente inventato, tipo miokognato. 
Belin, miokognato, che vanta innumerevoli vacanze a Molveno da quando era piccolo, ma non ha mai fatto escursioni, mi dice : "Figa, tu che vai a camminare, se vieni anche tu a Molveno andiamo sul Croz dell'Altissimo, dai, che dev'essere una figata!" (è di Milano).
Cioè, lui, che va lì da una vita, chiede a me, che non ho mai visto i posti neanche in foto, di accompagnarlo su una vetta.........come direbbe la Sora Lella.....
Comunque sia, qualche foto la guardo, e mi invoglia certochesì, individuo pure un anello che mi piacerebbe fare, anche se non si capisce bene se sia alla mia portata, figuriamoci se so esserlo alla sua..
...Croz dell'Altissimo, poi, già dal nome, bassissimo non dev'essere, e infatti c'ha una parete a picco tipo di 900 metri, belin 
............vabbè, comunque la curiosità ormai è tanta, l'occasione fa l'uomo ladro, come dice il proverbio, visto che chissà quando risarò da ste parti, e soprattutto qui non ruba niente nessuno, che le emozioni bisogna ben guadagnarsele...Il tempo è un po' così così (caldo boia, però) ma per fortuna il giorno prima temporaleggia (ne approfitteremo per visitare il MART di Rovereto), quindi a Ferragosto (ebbene sì, d'altronde questo siamo, turistidelbelino
) ci aspetta una giornata più che buona, quasi ottima, direi, per cimentarci in quest'impresa.Si potrebbe partire pure dall'Hotel dove soggiorniamo, direttamente sul belliSSIMO Lago di Molveno,
la sera prima, dall'Hotel (la lucina in alto a dx è il Rifugio Pradel)
ma il dislivello è piuttostotosto, perciò preferiamo avvicinarci il più possibile, in modo da avere più probabilità di riuscire a fare questo famigerato anello.
Alle 8 del mattino pigliamo perciò la prima funivia disponibile (mi aspettavo orde di escursionisti, invece tutto sommato no, e miokognato dice che non ha mai visto così tanta gente a Molveno, perciò concludo che almeno d'estate sia tutto sommato una meta vivibile) sino al Rifugio Pradel, dove ri-saliamo sulla seggiovia che ci porta sino al Rifugio Montanara.
Qui c'è già un discreto punto panoramico sul Brenta Centrale, ma noi non perdiamo troppo tempo, che vorremmo vederle da un punto di vista migliore, ste cime, perciò, come suggerito dal proprietario dell'albergo e confermatoci dalla gentile signora de La Montanara, una volta riempite le borracce, evitiamo il sentiero diretto che tramite il Palon de Tovre sale al passo, perchè a detta loro ancora in brutte condizioni dopo la tempesta del 2018, per scendere leggermente sulla destra sino a La Fontanella Albi del Mont (abbeveratoio per mucche) e poi risalire sulla sinistra sino al Passo dei Camosci;
qui faccio una breve deviazione a sx verso una finestra panoramica sul Lago e il Palon,
poi torno sui miei passi e proseguiamo, verso il Passo dei Lasteri, sempre su una salita piuttosto ripida su roccia calcarea un po' scivolosa.
Cima dei Lasteri
Giunti poco prima del Passo dei Lasteri,
Busa dei Lasteri
Monte Bondone sullo sfondo
ometto al Passo dei Lasteri
Piz Galin e bricco non identificato
Cima dei Lasteri
Sasso di S.Giovanni (?), Cima dei Lasteri, Piz Galin
deviamo a sx verso la cima del Croz dell'Altissimo;
la cima del Croz e il Lago di Molveno
il tratto più impegnativo è sicuramente proprio quest'ultimo, che prevede di percorrere una cengia di una ventina di metri un po' esposta, e risalire un crinale di roccette molto semplici, per raggiungere la cima, punto panoramico notevolissimo su tutto il Brenta Centrale e altre cime.......
l'intaglio di roccia che precede la predetta cengia poi è qualcosa di spettacolare...
Arriviamo sulla cima da soli ma presto giungono altri escursionisti, ai quali miokognato chiede info sul percorso di discesa, che non si fida, giustamente, essendo con me; tornare indietro sul percorso di salita, però, pare brutto, soprattutto ora che s'è buttato l'occhio sull'altro versante, che appare aspro e selvaggio, quindi dopo un po' di foto e belinate varie, scendiamo in direzione del Passo del Clamer, col proposito di vedere un po' come si mette......arrivati in prossimità del passo,
visuale verso Malga Spora
vediamo sopraggiungere un'affascinante signora bionda in compagnia di un ragazzo più giovane, le cui espressioni vagamente sofferenti mi fanno mettere le mani avanti e pronunciare la seguente frase che, a posteriori, miokognato troverà molto divertente : "oh, qualunque cosa ci dicano, noi scendiamo dal Clamer, ok?".
Lui acconsente probabilmente perchè confuso dall'altitudine e dall'emozione (è tutta la vita che vedeva sto picco dall'albergo) perciò facciamo finta di ignorare le avvertenze della biondona che ci dice che "....il sentiero....in salita sì, è bruttino, bisogna arrampicarsi un po'......però in discesa sinceramente non saprei se consigliarvelo....noi ormai non possiamo più tornare indietro, speriamo al Passo di trovare un sentiero che ci riporti a La Montanara..."
Nella foga non penso neanche a tentare di convincere la sventola a tornare indietro raccontandole di orribili crepacci che l'attendono, bensì le dico che oramai sono arrivati, la parte faticosa è finita, solo al Passo non seguire il sentiero normale ma di piegare a sx, visto che anche in vetta un altro escursionista ci aveva confermato le brutte condizioni del sentiero suddetto.
Sfumata così l'ipotesi di una discesa pericolosa con una bionda terrorizzata aggrappata alle mie spalle, mi ritrovo solo con miokognato che, al Passo del Clamer, davanti ad un cartello di legno che minacciosamente avverte "SENTIERO ALPINISTICO DIFFICILE", tituba ulteriormente; faccio solo in tempo ad allontanarmi un attimo per andare a fotografare più da vicino la roccia in equilibrio più in alto,
che al ritorno lo trovo già intento ad intervistare un'altra coppia di escursionisti che, risalendo dal medesimo, calano il carico parlando di gradini di roccia scivolosi, scalette e tratti attrezzati, che in discesa......
Vabbè, tanto è tutto inutile, poichè ormai (proprio come la biondona che l'ebbrezza delle cime mi fa immaginare al Passo dei Lasteri in lacrime per non essere ritornata indietro con me) non possiamo più tornare indietro, o meglio, potremmo anche, ma chi ne ha voglia? Inoltre miokognato mi ha mostrato il giorno prima una foto del menu del Rifugio Croz dell'Altissimo, che ci attende al varco, dove campeggia il piatto tipico di Molveno, NoGnokkeNaPatata, unico piatto tipico che assaggerò, tra l'altro, essendo lo chef dell'Albergo dove risiediamo discepolo fedele di non so quale setta di cuochi estremi che immagino prestare giuramento davanti ai fornelli durante una notte di luna piena di cucinare qualsiasi pietanza con nomi lunghissimi impiattata benissimo a patto di evitare con cura qualsiasi aspettativa logica del turista che è venuto lì proprio pensando di mangiare le cose che lì si mangiano.
Perciò avanziamo, incontrando praticamente subito i tratti incasinati di cui sopra
, discese molto ripide su calcare scivoloso, per fortuna con molti appoggi, ma in discesa ciò non è comunque bello........miokognato scende diculo, un po' in tutti i sensi, io ci metto la faccia (non che la differenza si noti...) nel senso che mi giro per usare meglio mani e piedi, così per un tratto piuttosto lungo di cui non ho foto perchè appunto, mani sempre impegnate, sino ad un torrentello che sbuca non si sa bene da dove tra delle rocce (Busa del'Acqua?).Da qui in poi il sentiero percorre la Valle delle Seghe, cosiddetta pare per la presenza a valle di antiche segherie (giuro che la biondona non c'entra
) 
costeggiando il torrente sino al Rifugio Croz dell'Altissimo, dove ci rifocilliamo con Gnokkepatata (che tra l'altro dalle mie parti son sinonimi
) e prendiamo un sentiero a mezza costa in lievissima pendenza che ci riporta, con un passaggio tramite una breve galleria, 
al Rifugio Pradel, dove pigliamo la funivia per tornare alla base.
In tutto un giro di circa 12 km per un dislivello di 1300e rotti, tutto molto bello e consigliabile a chi si trova in zona, forse avrebbe appunto più senso percorrerlo al contrario rispetto a quanto abbiamo fatto noi, ma in definitiva a me è piaciuto credo più così, soprattutto perchè così facendo si giunge al ritorno al Rifugio Croz, molto carino, vicino al torrente e con panche e tavoli all'ombra degli alberi proprio sotto la paretona dell'Altissimo.
e, a questo proposito.........
la parete del Croz da sotto
...'nsomma, che lo sali, o che lo scendi, sempre Altissimo rimane.
Aloha
..........speriamo che non ci legga, va.... 
