Cadieres de Brandis

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soundofsilence
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Cadieres de Brandis

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Sul mio sito la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... dieres.htm

Domenica 7-11- 2021: Villars Brandis (980) – Chapelle Saint-Jean (1060) – Colle Basse (1450) – Sommet de Prè Chauvin (1760) – Cadieres de Brandis (1500) – Col Bernaiche (1385) – Villars Brandis (980).

Partecipanti: Em, Maury76, Ivonne e soundofsilence.

Lunghezza: 16,9 Km. circa.

Dislivello: 1200 m. circa.

Difficoltà: E (per escursionisti medi) fino alla Colle Basse, EE (per escursionisti esperti) la salita alla vetta che presenta traccia poco evidente e più difficile da seguire, nonché un tratto terminale roccioso con passaggi di I grado, probabilmente evitabili però passando più a destra. EE anche tutta la discesa dalla vetta fino ai Cadieres, su sentiero non segnato ed a tratti scomodo e poco evidente. EE od F (alpinistico facile) a seconda di cosa si va a vedere e dove si passa. E (per escursionisti medi) tutta la discesa dai Cadieres fino al parcheggio.

Percorso in macchina: da Genova in autostrada A10 fino al confine di Ventimiglia, poi si continua in Francia sull’A8 fino all’uscita 48 (Cagnes sur mer\Vence), quindi si continua in direzione Saint-Paul de Vence sull’Avenue des Alps (D336) che continuiamo a seguire fino alla predetta località e quindi fino a Vence. A Vence continuiamo nella stessa direzione sulla D2 fino per Coursegoules e quindi proseguiamo in direzione Greolieres, dove continuiamo ancora sulla D2 (Route de Gentelly), quindi passiamo Thorenc, sempre sulla D2, che ora prende il nome di Route de Castellane, e che seguiamo fino a Malamaire, dove giriamo a sinistra imboccando la D2211, con la quale arriviamo a Le Moulin, dove imbocchiamo la D6085 verso destra, quindi continuiamo sulla 4085 fino a Castellane. Da Castellane prendiamo a sinistra per il Verdon sulla D952, e dopo poco più di 1,6 Km imbocchiamo a destra una stradina segnalata per Villars Brandis, che seguiamo fino a che non diventa riservata ai residenti poche centinaia di metri prima di terminare e parcheggiamo quindi nel tornante prima del divieto.

Percorso a piedi: dal parcheggio seguiamo la stradina asfaltata in salita fino al paesino, quindi sbuchiamo su strada cementata, alla sinistra della quale inizia un sentierino parallelo che segnali di vernice ci invitano a percorrere per evitare di entrare in proprietà privata. Dopo poco più di 100 metri arriviamo ad un bivio, dove prendiamo a sinistra su sterrata segnata con tacche gialle che seguiamo per poco più di un Km fino ad un bivio: qui la sterrata sale a destra verso le case di Brandis, mentre noi, per accorciare il percorso, prendiamo a sinistra su sentiero, sempre segnato con tacche gialle. Il sentiero imboccato scende decisamente fino a raggiungere una sterrata dove invertiamo marcia compiendo così un lungo tornante ed iniziando nuovamente a risalire (qui troviamo cartelli segnaletici dove dobbiamo seguire per Chasteuil). Oltre 600 metri dopo il tornante troviamo a sinistra un’edicola votiva, da cui si diparte un sentiero che consente di visitare, in poco più di 200 metri, una chiesetta posta in suggestiva posizione. Visitata la chiesetta di Saint-Jean torniamo sui nostri passi e riprendiamo a seguire la sterrata verso sinistra. Seguiamo quindi lungamente la sterrata che perde ancora qualche decina di metri di quota, fino a giungere al bivio per Chasteuil, dove invece noi prendiamo a destra un sentiero a tornanti in ripida salita, sempre segnato con segni gialli (Cartelli segnaletici anche qui). La traccia sale ripida con stretti tornanti e quindi traversa verso sinistra con alcuni tratti dove la traccia non è chiarissima, data anche l’abbondante vegetazione cespugliosa, ma comunque anche seguendo tracce secondarie, casomai, la si ritrova. Arriviamo quindi così alla Colle Basse, dove imbocchiamo una traccia verso destra, che se subito è chiara, diventa più difficile da seguire in seguito, pur aiutati di tanto in tanto da degli ometti di pietra. In effetti la vegetazione rende difficile seguire la traccia che oltretutto spesso cambia direzione, ma anche se si perde il terreno consente comunque di proseguire dritti verso l’evidente cima, pur con qualche scomodità. Nell’ultimo tratto poi noi abbiamo seguito il filo roccioso della cresta, dove si trova qualche facile passaggio di I, probabilmente evitabili passando più a destra.
Dalla vetta la traccia continua più evidente ed intuitiva, seguendo, almeno nel primo tratto, fedelmente il crinale, poi gli ometti ci guidano a tratti un poco più a sinistra nel bosco, senza mai comunque discostarsi troppo dal crinale. Seguendo in ogni caso tracce ed ometti giungiamo infine ad una zona rocciosa caratterizzata da un caos di grandi massi che formano grandi crepacci. Dal caos di rocce continuiamo nella stessa direzione tenendoci, se possibile, vicino al ciglio o comunque dove si riesce a passare meglio, proseguendo in ogni caso fino ad intercettare un’evidente traccia segnata, che imbocchiamo verso destra, per arrivare in pochi metri ad uno stupendo punto panoramico sui Cadieres. Da qui si può esplorare a sinistra ed a destra per cercare vari punti di vista, alcuni raggiungibili con qualche passo di arrampicata. Noi ci siamo limitati ai punti di vista sul bordo del crinale, senza scendere alla sottostante conca che ospita ai Cadieres, cosa senz’altro possibile, ma alla quale abbiamo rinunciato data l’ora tarda, ma torneremo. Esplorati quindi a piacimento i Cadieres, torniamo alla traccia segnata e la percorriamo nell’altro senso, quindi, dopo poco, ci immettiamo su un altro sentiero che imbocchiamo verso destra. Il nuovo sentiero, prima in leggera salita, arriva a svalicare sull’altro versante e scende verso delle evidenti antenne.
Giunti alle antenne inizia una sterrata che seguiamo per pochi metri fino ad un bivio in corrispondenza del Colle Bernaiche, dove troviamo cartelli segnalatori, ed imbocchiamo il sentiero in discesa sulla destra. Seguiamo quindi il nuovo sentiero che ci riporta al bivio iniziale poco sopra Villars, da dove torniamo al parcheggio sui nostri passi.

Conclusioni: I Cadieres sono un ambiente dolomitico eccezionale che meritano sicuramente il lungo viaggio e meriterebbero pure un’esplorazione più approfondita che torneremo sicuramente a fare, ma che nell’occasione non abbiamo avuto il tempo avendoli inclusi in un giro decisamente lungo per la stagione, giro sì abbastanza interessante (soprattutto la Chapelle Saint-Jean) ma non irrinunciabile.

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Cadieres de Brandis salendo da Villars

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Cadieres de Brandis salendo da Villars

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Chapelle Saint-Jean salendo da Villars più da vicino

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Cadieres de Brandis salendo da Villars più da lontano

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Chapelle Saint-Jean salendo da Villars ancora più da vicino

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Cadieres de Brandis salendo da Villars più da lontano

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Chapelle Saint-Jean primo piano andandovi

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Edicola votiva al bivio per Chapelle Saint-Jean

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Chapelle Saint-Jean

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Finestra in Chapelle Saint-Jean

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Finestra in Chapelle Saint-Jean

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Interno Chapelle Saint-Jean

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Cadieres de Brandis da Chapelle Saint-Jean

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Rupe susseguente a Chapelle Saint-Jean più da lontano

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Trincee calcaree sottostanti da Chapelle Saint-Jean

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Chapelle Saint-Jean da dietro e Cadieres de Brandis

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Chapelle Saint-Jean da dietro e Cadieres de Brandis più da vicino

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Trincee calcaree sottostanti da Chapelle Saint-Jean più da vicino

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Palestra di roccia andando verso Chasteuil

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Palestra di roccia andando verso Chasteuil più da vicino

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Cadieres andando verso Chasteuil

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Torrione addossato in palestra di roccia

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Palestra di roccia con torrione addossato vista di fronte

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Chasteuil andandovi verso più da vicino

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Fossile salendo alla Colle Basse

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Vette calcaree salendo alla Colle Basse

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Vette calcaree salendo alla Colle Basse più da vicino

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Stratificazioni calcaree con torrione in mezzo salendo alla Colle Basse più da vicino

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Vette calcaree sopra Colle Basse salendovi

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Cadieres salendo alla Colle Basse

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Vista nord salendo alla Prè Chauvin

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Sommet de Prè Chauvin salendovi

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Sommet du Pioulet e Crete Berbene salendo alla Prè Chauvin

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Rocce sommitali Sommet de Prè Chauvin

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Ometto salendo a vetta Prè Chauvin

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Bastionate calcaree Sommet de Prè Chauvin

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Alberi multicolori dalla Prè Chauvin

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Lac de Castillon dalla Prè Chauvin

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Cresta in discesa dalla Prè Chauvin

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Lac de Castillon scendendo dalla Prè Chauvin

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Alberi colorati scendendo dalla Prè Chauvin

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Cresta discesa dalla Prè Chauvin più da lontano

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Tete de la Barre Sapèe e Cadieres scendendo dalla Prè Chauvin

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Tete de la Barre Sapèe e Cadieres scendendo dalla Prè Chauvin più da vicino

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Nel bosco verso i Cadieres

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Caos di rocce con torrione sullo sfondo avvicinandosi ai Cadieres ancora più da vicino

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Caos di rocce avvicinandosi ai Cadieres

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Imponente parete rocciosa avvicinandosi ai Cadieres

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Strapiombi avvicinandosi ai Cadieres

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Cadieres de Brandis da punto panoramico

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Cadieres de Brandis da punto panoramico primo piano

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Finestra nella roccia in Cadieres de Brandis

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Cadieres de Brandis torrione con finestra

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Cadieres de Brandis torrione principale e parte sinistra

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Cadieres de Brandis torrione principale e parte destra

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Cadieres de Brandis parte sinistra

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Finestra nella roccia in Cadieres de Brandis più da vicino

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Massi allineati davanti ai Cadieres

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Terrazza calcarea di fronte ai Cadieres

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Cadieres da terrazza calcarea

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Cadieres da terrazza calcarea più da vicino

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Crepe in terrazza calcarea davanti ai Cadieres

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Terrazza calcarea con sullo sfondo Sommet de Pioulet e Crete Berbene

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Terrazza calcarea e Cadieres

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Cadieres da terrazza calcarea più da vicino

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Cadieres da terrazza calcarea ancora più da vicino

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Massi allineati davanti ai Cadieres

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Cadieres de Brandis da punto panoramico

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Cadieres de Brandis da punto panoramico più da lontano

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Cadieres de Brandis da punto panoramico più da vicino

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Cadieres de Brandis da punto panoramico più da vicino

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Cadieres de Brandis da punto panoramico più da vicino

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Cadieres de Brandis da punto panoramico ancora più da vicino

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Cadieres de Brandis da punto panoramico più da vicino

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Cadieres de Brandis da punto panoramico primo piano

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Cadieres de Brandis

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Cadieres de Brandis più da vicino

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Coppia di piccoli torrioni in Cadieres di Brandis

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Cadieres de Brandis torrione di sinistra

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Cadieres de Brandis più da lontano

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Cadieres de Brandis più da vicino

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Birillo di roccia spunta in Cadieres Brandis più da vicino

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Cadieres di Brandis visti da sinistra

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Cadieres de Brandis parte sinistra

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Cadieres de Brandis spuntano visti da sinistra più da vicino

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Cadieres de Brandis spuntano visti da sinistra

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Guglia addossata in Cadieres de Brandis

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Cadieres de Brandis andando al Colle Bernaiche

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Tete de la Barre Sapèe con torrione a sinistra

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Tete de la Barre Sapèe con torrione a sinistra più da lontano

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Cadieres de Brandis andando al Colle Bernaiche

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Cadieres de Brandis scendendo al Colle Bernaiche
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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Re: Cadieres de Brandis

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Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: http://www.luoghidasogno.altervista.org ... des+Leques

Anticima Tete de la Barre de la Sapée anello per Cadieres dal Col des Leques

Sabato 28 Ottobre 2023:*Col des Leques (1150) – Col Bernaiche (1400) – Cadieres de Brandis (1545) – Anticima Tete de la Barre de la Sapée (1610) - Col des Leques (1150).
Partecipanti: Ornella, Em, Maury78 e soundofsilence.
Lunghezza: 10,9 Km. circa.
Dislivello: 630 m. circa.
Difficoltà: E, per escursionisti medi il giro normale, escluse le interessantissime deviazioni verso la Tete de la Barre de la Sapée e all’interno dei Cadieres. La deviazione all’interno dei Cadieres è F (alpinistico facile): la discesa iniziale e la risalita finale presentano infatti passi di I grado, ma non esposti, mentre il percorso all’interno può variare di difficoltà variabili a seconda di dove si passa, ma comunque alterna tratti in cui si cammina a tratti con altri passi di I grado. La salita verso la Tete de la Barre de la Sapée puù essere pure valutata F, in quanto necessita di capire dove passare non essendovi alcuna traccia né ometto, poi perché presenta vari passaggi di I grado e vari punti in cui prestare attenzione dati i profondi crepacci tra le grandi pietre che caratterizzano la salita che ha, se non altro, il vantaggio di non essere molto ripida. F+ (alpinistico facile superiore) i pochi passi finali per raggiungere l’anticima, che sono decisamente esposti e delicati, seppur non difficili, in quanto occorre attraversare un profondo crepaccio per raggiungere l’esile ed esposta, anche sull’altro lato, sommità.
Percorso in macchina: da Genova in autostrada A10 fino al confine di Ventimiglia, poi si continua in Francia sull’A8 fino all’uscita 48 (Cagnes sur mer\Vence), quindi si continua in direzione Saint-Paul de Vence sull’Avenue des Alps (D336) che continuiamo a seguire fino alla predetta località e quindi fino a Vence. A Vence continuiamo nella stessa direzione sulla D2 per Coursegoules e quindi proseguiamo in direzione Greolieres, dove continuiamo ancora sulla D2 (Route de Gentelly), quindi passiamo Thorenc, sempre sulla D2, che ora prende il nome di Route de Castellane, e che seguiamo fino a Malamaire, dove giriamo a sinistra imboccando la D2211, con la quale arriviamo a Le Moulin, dove imbocchiamo la D6085 verso destra, quindi continuiamo sulla 4085 fino a Castellane. A Castellane si ignora la deviazione a sinistra per il Verdon e si attraversa invece il paese e si continua in direzione Col des Leques e Digne. Giunti al Colle si parcheggia in un grande parcheggio sulla destra.
Percorso a piedi: dal parcheggio attraversiamo la strada ed imbocchiamo la sterrata ivi presente che scende leggermente per un tratto, raggiungendo un ampio slargo che può fungere da parcheggio alternativo. Dopo lo slargo continuiamo su sterrata, iniziando a salire e, neanche 400 metri dopo lo slargo, troviamo un bivio segnalato da cartelli, dove prendiamo a sinistra, mentre a destra lasciamo la sterrata da cui torneremo. Continuiamo quindi a salire sulla sterrata di sinistra, per giungere ad un bivio segnalato sulla sinistra per Castellane, mentre noi continuiamo dritti a destra sulla sterrata che, successivamente, scorciamo seguendo il sentiero segnato con tacche gialle. Torniamo quindi sulla sterrata in prossimità del Col Bernaiche, dove il sentiero svolta decisamente a destra, mentre a sinistra arriva il sentiero proveniente da Villars Brandis. Continuiamo quindi verso destra, giungendo in breve a delle antenne, quindi continuiamo a salire su uno stretto e tortuoso sentiero, fino a quota 1550 circa, per poi iniziare a scendere fino ad un bivio a 1500 m. circa. Al bivio non segnalato prendiamo il sentiero che sale a sinistra, con il quale arriviamo ad un magnifico punto panoramico sui Cadieres. Da qui si può esplorare un po’ a destra ed un po’ a sinistra mantenendosi sul ciglio della ripa che ci separa dalla conca sottostante ai torrioni dei Cadieres. Esplorato quindi a piacimento torniamo al punto panoramico di partenza e, da qui, scendiamo con cautela verso il la conca dei Cadieres. Occorre scendere un primo passaggio di primo grado e poi destreggiarsi sui sottostanti massi accatastati per giungere quindi in fondo alla conca. Giunti sul fondo ci dirigiamo senza grandi difficoltà verso destra, per raggiungere il miglior punto di vista su una magnifica finestra nella roccia, affiancata da un grande torrione. Torniamo quindi sui nostri passi e continuiamo a percorrere il “canyon” in mezzo ai Cadieres in cui ci troviamo. Prima tenendoci sulla destra ed in salita, poi, quando ridiscendere dritti diventa difficile, scendiamo verso sinistra nel fondo della conca (con qualche difficoltà) e proseguiamo fino al termine del canyon, dove risaliamo a sinistra un canalino prima terroso, e poi roccioso, fino a giungere il ripiano soprastante, dove imbocchiamo una traccia verso sinistra, che ci riporta al punto panoramico dove abbiamo iniziato l’esplorazione dei Cadieres. Dal punto panoramico torniamo sui nostri passi fino al bivio, dove prendiamo a sinistra il sentiero che scende verso il Col des Leques, trovando subito un bivio (a sinistra si continua a costeggiare i Cadieres e quindi si va verso la Sommet de Prè Chauvin) dove noi continuiamo a destra. Dopo un centinaio di metri dal bivio, lasciamo il sentiero segnato, per prendere a destra senza traccia risalendo una breve rampa di pietraia giunti in cima alla quale la vista si apre verso la Tete de la Barre de la Sapèe alla quale puntiamo. Da qui in poi descrivere il percorso è abbastanza impossibile, posto comunque che non è obbligatorio passare dove siamo passati noi, ma bisogna comunque seguire il pendio di pietraia, dove ci sembra più semplice, dirigendosi verso la vetta. In ogni caso, dopo una prima salita, si scende leggermente nell’unico punto del percorso non su pietraia, per poi riprendere a salire sulla pietraia successiva, da dove si può vedere chiaramente tutto il percorso successivo fino alla vetta. Noi siamo saliti tenendoci alla destra di un caratteristico torrione che sembra quasi sormontato da un ometto in cima, mentre al ritorno siamo passati sull’altro lato dello stesso. Oltrepassato questo torrione il pendio diventa un po’ più ripido ed occorre superare un placca abbastanza liscia su cui occorre prestare attenzione. Dopo la placca si sale su terreno leggermente più semplice, fino ad arrivare in vista del castello sommitale, che subito ci è parso inaccessibile, ci siamo diretti quindi verso destra, fino ad un colletto sottostante la vetta, da dove abbiamo potuto affacciarci sulle vette successive, forse anche raggiungibili continuando, ma sicuramente dovendo attraversare un terreno un po’ più intricato a causa della vegetazione. Noi qui abbiamo rinunciato a proseguire e ci siamo invece diretti a destra, verso l’elevazione che ci è parsa quella più alta dopo la vetta e che è anche l’ultima della cresta, appunto a destra della vetta. Pur facendo attenzione alle grandi buche presenti nella pietraia di grandi massi (trovata anche una grande grotta, volendo visitabile, sotto i nostri piedi lungo il percorso) si giunge senza grandi difficoltà fino ad un paio di metri dalla predetta elevazione. Per toccarne la vetta occorre invece traversare piuttosto delicatamente, un profondo crepaccio, per poi salire a destra sulla esposta sommità. Da qui torniamo sui nostri passi, più o meno, fino al sentiero segnato che continuiamo a seguire verso destra in un intrico di rocce. Passiamo quindi vicino ad una nuova grotta di crollo sul sentiero, quindi superiamo un breve tratto attrezzato con cavo, per poi passare in una suggestiva galleria naturale, oltre la quale il sentiero inizia a scendere più decisamente. Scendiamo quindi fino a raggiungere una sterrata, che imboccata verso destra, ci riporta in breve al bivio iniziale dell’andata, dal quale torniamo al parcheggio sui nostri passi.
Conclusioni: un angolo di dolomiti, e dolomiti tra le più belle, caduto non si sa come nelle prealpi della Provenza. L’esplorazione all’interno dei Cadieres è sicuramente da non perdere, si entra in questo magico mondo di castelli di roccia in un canyon selvaggio e solitario, che dà l’impressione di essere fuori dal mondo. Altrettanto entusiasmante la salita verso la Tete de la Barre de la Sapèe, la cui sommità principale è però riservata ad alpinisti esperti e con attrezzatura alpinistica. Da dove siamo arrivati noi è possibile comunque continuare fino alla successiva (e di più facile accesso) vetta, la Rocher du Castel de Ruel, ma è una cosa che ho realizzato in un’uscita successiva, che trovate comunque descritta su questo sito. In ultimo, lungo il percorso in auto, si passa in un bellissimo doppio arco naturale, che al ritorno ci siamo fermati a fotografare, arco che si trova sulla strada “Route de Gentelly”, dopo Greolieres.

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Re: Cadieres de Brandis

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Dire che è uno spettacolo :shock: è dire poco ..... Bravissimi ! =D> =D> =D> =D>
:smt006
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
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Re: Cadieres de Brandis

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Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS:http://www.luoghidasogno.altervista.org ... +de+Leques

Rocher du Castel Ruel e traversata Tete de la Barre de la Sapée anello per Cadieres dal Col de Leques

Mercoledì 8 Novembre 2023: Col des Leques (1150) – Col Bernaiche (1400) – Rocher du Castel de Ruel (1630) – Traversata Tete de la Barre de la Sapée - Cadieres de Brandis (1545) – Col des Leques (1150).
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 9 km. circa.
Dislivello: 600 m. circa.
Difficoltà: il giro può essere valutato globalmente F (alpinistico facile), in quanto buona parte del percorso si svolge senza alcuna traccia, presenta necessità di usare le mani su passaggi non molto oltre il I grado, ma, alle volte, anche esposti, e necessita anche di un buon senso dell’orientamento data appunto l’assenza del sentiero unita, spesso, all’impossibilità di procedere a vista. Giro riservato quindi ad escursionisti molto esperti e con esperienza alpinistica. I tratti facili E, per escursionisti medi, sono quelli dalla partenza alle antenne dove si lascia il sentiero, quello da dove si riprende il sentiero segnato fino ai Cadieres, ed, infine il ritorno al Col des Leques.
Percorso in macchina: da Genova in autostrada A10 fino al confine di Ventimiglia, poi si continua in Francia sull’A8 fino all’uscita 48 (Cagnes sur mer\Vence), quindi si continua in direzione Saint-Paul de Vence sull’Avenue des Alps (D336) che continuiamo a seguire fino alla predetta località e quindi fino a Vence. A Vence continuiamo nella stessa direzione sulla D2 per Coursegoules e quindi proseguiamo in direzione Greolieres, dove continuiamo ancora sulla D2 (Route de Gentelly), quindi passiamo Thorenc, sempre sulla D2, che ora prende il nome di Route de Castellane, e che seguiamo fino a Malamaire, dove giriamo a sinistra imboccando la D2211, con la quale arriviamo a Le Moulin, dove imbocchiamo la D6085 verso destra, quindi continuiamo sulla 4085 fino a Castellane. A Castellane si ignora la deviazione a sinistra per il Verdon e si attraversa invece il paese e si continua in direzione Col des Leques e Digne. Giunti al Colle si parcheggia in un grande parcheggio sulla destra.
Percorso a piedi: dal parcheggio attraversiamo la strada ed imbocchiamo la sterrata ivi presente che scende leggermente per un tratto, raggiungendo un ampio slargo che può fungere da parcheggio alternativo. Dopo lo slargo continuiamo su sterrata, iniziando a salire e, neanche 400 metri dopo lo slargo, troviamo un bivio segnalato da cartelli, dove prendiamo a sinistra, mentre a destra lasciamo la sterrata da cui torneremo. Continuiamo quindi a salire sulla sterrata di sinistra, per giungere ad un bivio segnalato sulla sinistra per Castellane, mentre noi continuiamo dritti a destra sulla sterrata che, successivamente, scorciamo seguendo il sentiero segnato con tacche gialle. Torniamo quindi sulla sterrata in prossimità del Col Bernaiche, dove il sentiero svolta decisamente a destra, mentre a sinistra arriva il sentiero proveniente da Villars Brandis. Continuiamo quindi verso destra, giungendo in breve a delle antenne, qui lasciamo il sentiero segnato per imboccare il crinale retrostante alle antenne. Saliamo quindi seguendo più o meno fedelmente il crinale e, quando questo si esaurisce, continuiamo nella stessa direzione, su terreno ripido, ma senza grandi difficoltà. Si giunge quindi ad una zona rocciosa, dove conviene piegare verso destra per raggiungere il crinale principale. Raggiunto il nuovo crinale saliamo seguendolo più o meno fedelmente, fino a raggiungere un grande ometto di pietra in posizione panoramica sulla destra. Da qui una traccia più o meno chiara ci porta fino sotto il castello di vetta, castello che va affrontato salendo direttamente i primi pochi passi, per poi piegare a sinistra fiancheggiando le pareti sulla destra, per trovare quindi subito un canalino inclinato che consente di salire alla cresta sommitale. La prima parte del canalino costringe ad una specie di passo del gatto a causa di una roccia sporgente, passata la quale la salita diventa più ripida, ma più agevole, facendo comunque attenzione alle prese che possono essere non salde. Superati quindi un paio di saltini, si arriva alla cresta sommitale, che percorriamo con facilità fino alla vetta, dove troviamo una centralina meteo e pure una croce. Scendiamo quindi sui nostri passi alla base del canalino e qui, invece di tornare da dove siamo venuti, attraversiamo la grande pietraia sulla destra più o meno in direzione sud-ovest. Superata la pietraia arriviamo nel bosco, dove cambiamo direzione, piegando a destra verso nord-ovest. Passiamo quindi una depressione e raggiungiamo una specie di fossato tra le rocce, che percorriamo, per uscire quindi dal bosco e trovarci in una nuova pietraia, che percorriamo in direzione ovest. Da qui lo sguardo comincia ad aprirsi e a permetterci di orientarci a vista, dobbiamo passare sulla sinistra di un evidente torrione, seguendo le pietraie, mentre a destra del torrione sembra molto più difficile passare a causa di un caos di vegetazione e rocce decisamente più ripide. Superato il torrione scendiamo brevemente al boschetto sottostante per poi risalire alle pietraie che ci portano in breve a svalicare a fianco della Tete de la Barre de la Sapée sulla destra ed il suo inaccessibile castello di vetta. Qui sulla sinistra è possibile, ma è un percorso esposto e scomodo, raggiungere un’anticima della Tete, come spiegato in un’altra escursione su questo sito, noi invece continuiamo a scendere, passando a fianco di una grotta di crollo e facendo attenzione ai numerosi e profondi interstizi nella pietraia. Passata la grotta puntiamo verso destra e raggiungiamo il crinale esposto, che percorriamo brevemente, per poi seguire una specie di traccia che ci porta ad una placca quasi liscia, da scendere con attenzione. Oltre la placca riprende una specie di ripida traccetta, che seguiamo, per poi puntare verso sinistra. Qui dobbiamo usare come riferimento tre torrioni allineati, ai quali puntiamo, per poi raggiungere il crinale verso sinistra poco sopra i predetti torrioni. Il passaggio è praticamente obbligato, si passa senza difficoltà in un solo punto. Raggiunto il crinale bisogna scendere il sottostante caos di rocce individuando il percorso migliore, per poi raggiungere il sottostante boschetto, che attraversiamo dove è meno intricato, cercando di mantenere più o meno la direzione sud. Così facendo ho raggiunto in breve una traccetta, che imboccata verso destra, porta in pochi metri al sentiero segnato, che imbocchiamo ancora verso destra. Seguiamo quindi il sentiero segnato per poco meno di 300 metri fino ad un bivio non segnalato, dove prendiamo il sentiero che sale a sinistra, con il quale arriviamo ad un magnifico punto panoramico sui Cadieres. Da qui si può esplorare un po’ a destra ed un po’ a sinistra mantenendosi sul ciglio della ripa che ci separa dalla conca sottostante ai torrioni dei Cadieres. Esplorato quindi a piacimento torniamo al punto panoramico di partenza e, da qui, scendiamo con cautela verso il la conca dei Cadieres. Occorre scendere un primo passaggio di primo grado e poi destreggiarsi sui sottostanti massi accatastati per giungere quindi in fondo alla conca. Giunti sul fondo ci dirigiamo senza grandi difficoltà verso destra, per raggiungere il miglior punto di vista su una magnifica finestra nella roccia, affiancata da un grande torrione. Torniamo quindi sui nostri passi e continuiamo a percorrere il “canyon” in mezzo ai Cadieres in cui ci troviamo. Prima tenendoci sulla destra ed in salita, poi, quando ridiscendere dritti diventa difficile, scendiamo verso sinistra nel fondo della conca (con qualche difficoltà) e proseguiamo fino al termine del canyon, dove risaliamo a sinistra un canalino prima terroso, e poi roccioso, fino a giungere il ripiano soprastante, dove imbocchiamo una traccia verso sinistra, che ci riporta al punto panoramico dove abbiamo iniziato l’esplorazione dei Cadieres. Dal punto panoramico torniamo sui nostri passi fino al bivio, dove prendiamo a sinistra il sentiero che scende verso il Col des Leques, trovando subito un bivio (a sinistra si continua a costeggiare i Cadieres e quindi si va verso la Sommet de Prè Chauvin), dove noi continuiamo a destra. In breve il sentiero attraversa un intrico di rocce, dove occorre fare attenzione ai segni gialli. Passiamo quindi vicino ad una nuova grotta di crollo sul sentiero, quindi superiamo un breve tratto attrezzato con cavo, per poi passare in una suggestiva galleria naturale, oltre la quale il sentiero inizia a scendere più decisamente. Scendiamo quindi fino a raggiungere una sterrata, che imboccata verso destra, ci riporta in breve al bivio iniziale dell’andata, dal quale torniamo al parcheggio sui nostri passi.
Conclusioni: sicuramente il più bel giro che si può fare ai Cadieres de Brandis, ma anche il più difficile ed impegnativo, destinato ad escursionisti molto esperti ed agguerriti, volendo se ne può effetturare una versione ridotta come descritto in altre gite in questo sito o anche una combinazione tra i percorsi descritti, importante avere il GPS e la traccia per quantomeno ridurre i tempi di percorrenza che altrimenti possono diventare molto lunghi date le difficoltà di orientamento, sia per l’assenza di traccia, sia perché non sempre si ha la visuale libera per capire dove si sta andando, né è possibile, a causa degli ostacoli naturali, mantenere una direzione costante. Detto questo il giro vale sicuramente la pena sia per i magnifici Cadieres, sia per l’ambiente selvaggio e dolomitico che si attraversa anche dalla Rocher du Castel de Ruel alla Tete de la Barre de la Sapée.

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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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