Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

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daniele64
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Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

Dopo aver stalkerato a lungo il buon awretus , sono riuscito ( probabilmente per sfinimento :risata: ) a convincerlo a fare un' escursione insieme , per potermi abbeverare in diretta delle sue vaste conoscenze storiche ed etnografiche : Thumbup : =D> . Nel ventaglio di opzioni che mi ha proposto , la scelta è infine ricaduta su questo anellone piuttosto impegnativo in terra di Langa , a cavallo delle province di Asti ed Alessandria , zona per me assolutamente vergine . Così domenica 16 aprile ci siamo dati appuntamento a Monastero Bormida per le ore 8,00 . Le previsioni erano quasi ottime e ( nonostante qualche banco di nebbia e temperature prossime allo 0° in fondovalle durante il viaggio in auto ) la giornata si è dimostrata perfetta , in gran parte serena , tiepida e senza vento : Thumbup : . Sono arrivato spaccando il secondo e l' ho riconosciuto subito , intento già a fare foto al castello dalla sponda del fiume . Dopo le presentazioni e i convenevoli , abbiamo fatto colazione al bar del paese e poi ci siamo avviati al lungo giro . Lui aveva già fatto questo percorso svariati anni fa e così io l' ho seguito tranquillamente come un cagnolino dietro al padrone .... :feliceModerato: . Dico subito che la mia sarà solo la misera cronaca spicciola della nostra escursione , corredata da una gran quantità di foto . Spero che , appena avrà tempo , awretus possa completare il tutto con i suoi sapidi dettagli e con le sue foto di qualità . Superato il bel ponte medievale sulla Bormida di Millesimo , ci siamo subito fermati per la classica foto del paese e del castello ( la prima torre ) .

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Le indicazioni saranno sempre molto evidenti ed andranno dalle frecce indicatrici ai segnavia 5T e dalle tacche biancorosse a quelle gialle . Il primo tratto di strada è su asfalto lungo la Provinciale 56 tra verdi campagne coltivate anche a nocciole .

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Poco più avanti si imbocca un sentiero che scende nell' impluvio secco del Rio Tatorba e poi si impenna sulle pendici boscose della collina soprastante .

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Il tracciato , sempre ben indicato , intersecherà ogni tanto qualche breve tratto di asfalto ed offrirà spesso scorci notevoli , mentre la salita procede verso la seconda torre . In lontananza scorgiamo anche un cinghialone in corsa tra le vigne e poi alcuni cani da caccia in fase di addestramento .

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Prima di arrivare al paese facciamo una sosta alla cappella di Maria del Rosario : siamo intorno agli 8,5 km percorsi ma il giro è ancora molto lungo . In lontananza affiorano le Alpi innevate ed il Monviso fa capolino dietro ad una collina .

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Oramai San Giorgio Scarampi con la sua torre è piuttosto vicino e lo raggiungiamo con un ultimo sforzo . Secondo i calcoli , dovremmo aver superato il primo terzo di percorso .

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Mentre passiamo nel piccolo centro , dalla chiesa del paese esce un gran numero di persone tutte tirate a lucido . Sbirciando dentro capiamo che si è appena svolto un battesimo , così evitiamo di entrare all' interno . Scesi sul versante opposto della collina , troviamo subito il tracciato che prosegue più o meno sul panoramico crinale , sempre alternando asfalto a sterrate e sentieri . Notiamo che i segnavia cercano di limitare al minimo possibile i tratti di asfalto , indirizzando l' escursionista su percorsi alternativi anche se più lunghi e dislivellati .

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Il percorso ci porta nei pressi di Roccaverano ma noi dobbiamo prima puntare alla terza torre , quella di Olmo Gentile . Questo ci costringerà a perdere un bel po' di quota ( circa 150 metri ) , che dopo ovviamente dovremo risalire ....

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Dopo la torre ( la terza ) di Olmo Gentile diamo un' occhiata alla chiesa del borgo dedicata a San Martino , aperta , annusiamo l' invitante Osteria della Posta , e poi ci fermiamo nella bella area picnic adiacente al parco giochi ( dotata pure di servizi : Thumbup : ) per il meritato pasto " pret a manger " :risata: . Questo minuscolo paese ha perso nell' ultimo secolo gran parte dei suoi abitanti , diventando il comune meno popolato della provincia di Asti con circa 70 residenti ! :pensoso: Dopo la bella sosta , utile anche per fare due chiacchiere , riprendiamo il nostro giro risalendo verso Roccaverano , centro principale della zona e noto per la produzione di robiola caprina . Nel frattempo il cielo si sta parzialmente velando . Arriviamo sul culmine del paese e troviamo un' animata piazzetta in cui , di fronte alla torre ( la quarta ) ed ai ruderi del castello , fa bella mostra di sè la splendida chiesa di Santa Maria Annunziata , la cui facciata è attribuita addirittutra al Bramante :shock: .

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Il bel torrione cilindrico è alto una trentina di metri ed è aperto al pubblico ; noi naturalmente ne approfittiamo , salendo il lungo sistema di scale a pioli che ci conduce alla terrazza sommitale , molto panoramica : Thumbup : .

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Dopo facciamo anche una sosta al vicino bar per un buon caffè , dopodichè riprendiamo il giro , che oramai dovrebbe essere quasi tutto in discesa . Scendiamo in direzione della quinta torre , quella di Vengore . Si passa accanto ad una piccola serie di statue mitologiche fatte con rimasugli metallici , con belle visuali sul maestoso Bric Puschera , massima elevazione della provincia di Asti e quindi cima di pregio nonostante i suoi 845 metri :risataGrassa: .

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Prima di arrivare all' ultimo torrione , si passa accanto alla bella chiesina duecentesca di San Giovanni Battista , costruita accanto al vecchio cimitero e contenente un bel ciclo di affreschi quattrocenteschi raffiguranti scene dei Vangeli . Siamo fortunati e la troviamo aperta . Purtroppo le mie foto sono venute buie e non rendono bene l' idea della bellezza dei dipinti .

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Sul poggio successivo si erge la grande torre di Vengore ( la quinta ) e qui ci fermiamo per un' ulteriore sosta . Scopro così che la porta è aperta e grazie alla torcia frontale di awretus e alla luce che entra dalle finestrelle riusciamo a salire quasi sino in cima . Purtroppo la botola appare pesantuccia e non ci sentiamo di aprirla per non correre troppi rischi . :diavoletto:

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Dopo la sosta , riprendiamo la strada in discesa . Anche qui il tracciato indicato dai segnavia cerca di evitare il più possibile l' asfalto , a costo di far fare giri più lunghi ( ma più piacevoli ) agli escursionisti . In questo tratto di campagna passiamo accanto a 3 o 4 sculture moderne . Scoprirò dopo che si tratta del Parco d' arte Quarelli , una curiosa collezione di arte moderna a cielo aperto , sparsa nelle campagne circostanti . Il Parco è purtroppo ormai chiuso da un paio di anni e non si sa se riaprirà , ma le sculture rimangono visibili a tutti ed in pratica facilmente raggiungibili , dato che sono separate dal sentiero solo da una semplice catenella . Poco più avanti passiamo accanto ad un grosso esemplare di rovere secolare , con una circonferenza di circa 4 metri alla base .

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Il nostro cammino prosegue con qualche saliscendi in direzione della chiesina di Santa Libera , dove ritroviamo un breve tratto di asfalto .

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Anche qui è doverosa una sosta perchè il giro è stato lungo e la stanchezza affiora . Indi proseguiamo la discesa su sterrata ( incontrando anche un paio di caprioli sfuggenti ), che ci farà infine ritornare al punto di partenza proprio nei pressi del ponte sulla Bormida mentre cominciano a calare le prime ombre della sera .

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Io sono decisamente stanco , ma molto soddisfatto della camminata , che è stata persino più lunga ed impegnativa di quello che pensavo . Il mio cellulare ha registrato infatti un anellone di ben 32 km per un dislivello di 1160 metri ! :shock: Vista l' ora tarda ci concediamo poi anche una veloce sosta alla pizzeria di Monastero Bormida , per recuperare un po' di forze prima di intraprendere il lungo viaggio in auto che ci riporterà alle rispettive destinazioni , distanti circa un' ora e mezza . Spero di aver occasione di ripetere l' esperienza di un' escursione culturale assieme al mio compagno di viaggio odierno , che ringrazio ancora per avermi fatto da efficientissima guida ... : Thumbup : =D>

:smt006
Last edited by daniele64 on Thu Apr 20, 2023 23:15, edited 1 time in total.
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by Littletino »

Belin che Jolly che ti sei guadagnato Dani, una visita guidata "personale" tra le colline astigiane con Awretus in originale. : Thumbup :
Certo che 32 km e 1.160 m di saliscendi sono una bella distanza da digerire in un sol giorno: come prima gita didattica non c'è male.

Maaaa ..... e come la mettiamo con le cime? [-X

Valgono anche le sommità delle Torri? :risataGrassa:
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

Littletino wrote:
Maaaa ..... e come la mettiamo con le cime? [-X

Valgono anche le sommità delle Torri? :risataGrassa:
Non scherziamo , io conto anche le collinette su cui sono passato .... :risataGrassa:

Ed ecco la traccia del nostro giro , registrata da Strava .
5 torri 2023.png
:smt006
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by awretus »

Aggiungo qualche appunto e qualche scorcio diverso dai suoi, a quanto ha scritto Daniele, anche se mi riprometto di ripetere il giro il prossimo autunno in due giorni, prendendo appunti spesso per scrivere una relazione adeguata. Anche se una persona allenata può tranquillamente percorrerlo in giornata (siamo stati in giro 12 ore in totale, di cui circa 9 di cammino), effettivamente ha più senso spezzato in due giorni, con pernottamento a Roccaverano, dove tra l’altro l’albergo fa ottima cucina piemontese (significa che forse si può rimediare un piatto privo di formaggio, vino o carne :risataGrassa: )

Il sentiero si snoda tra boschi, vigneti, noccioleti, crinali, appezzamenti prativi, terrazze abbandonate, cascine, cappelle e ovviamente torri medievali (5+2 extra), ma anche installazioni artistiche contemporanee, come ricordato da Daniele. L’ambiente è quindi decisamente più vario rispetto alla monocultura vinicola della parte più rinomata della regione, attorno ad Alba. Questa è in larga parte una creazione postbellica.
Le Langhe, al principio dell’apogeo bassomedievale, si presentavano come un territorio pressoché disabitato (desertum, detto in termini medievali). La costruzione di fortificazioni allora non ebbe solo ruolo militare, ma anche di colonizzazione: in un’epoca di espansione demografica, i feudatari maggiori o i monasteri affidavano alla piccola nobiltà desiderosa di ascendere socialmente il compito di erigere castelli in zone disabitate, affinché la gente ci andasse a vivere intorno e incrementasse la dotazione di popolazione e conseguente produzione di beni. Daniele ad un certo punto osserva che ogni paese ha la sua fortificazione: non è una caso, ma una scelta deliberata.

Dal punto di vista naturalistico, abbiamo apprezzato le scarpate, in cui si vedono chiaramente gli strati di rocce sedimentarie marine di cui sono formate queste colline, quindi gli ornielii, alberi parenti dei frassini che nelle Alpi Orientali sono la specie dominante nella bassa montagna, mentre sono assenti nelle Occidentali, un po’ di orchidee. Abbiamo visto un airone cinerino nella Bormida, un cinghiale nero inseguito dai cani, due caprioli e un po’ di escrementi con bacche (immagino volpi o faine). Invece nessuna zecca, almeno per me, mentre a Pasquetta ne avevo presa una in un’ora di sterrata.
Da quello panoramico, la vista era davvero ampia, dall’Antola alle Levanne, ma, se fosse stato più limpido, anche fino al Rosa, oltre che colli, calanchi e paesi dei dintorni.

Al bar la focaccia di confine quasi unta era già meglio della pizza bianca di Torino, ma meno buona di quella di Montechiaro d’Acqui, sull'ultimo ramo della Bormida prima della Liguria.

In cima al primo colle ci siamo trovati ai margini di una battuta al cinghiale. Mi ha colpito che i cacciatori si muovessero in fuoristrada, tra l’altro anche con manovre azzardate sulla strada pubblica. Mi ricorda il romanzo “Il mondo nuovo” (Brave new world) di Aldous Huxley, in cui in un futuro distopico la gente è addestrata ad odiare la natura, ma a svolgervi attività che richiedono notevole consumo di beni, per tenere attiva l’economia. I cacciatori, a differenza degli escursionisti, hanno capito che movimentando denaro si ottengono diritti e sono capaci di fare branco per difendere i propri interessi.

Tra gli edifici il primo è una chiesetta rifatta di recente, la cui Madonna dipinta ha una faccia da influencer fotogenica.

Il primo paese che vediamo è San Giorgio Scarampi. Gli Scarampi fecero fortuna nelle Fiandre come usurai, tanto che il loro nome è attestato nel fiammingo del tempo come insulto.

Quindi Olmo Gentile, dove ricordo una targa contro le “inique sanzioni” successive alla guerra d’Etiopia e una chiesetta modesta. L’olmo è un albero di pianura che fino all’Ottocento aveva un’importanza capitale nell’economia agricola mezzadrile di pianura. La Pianura Padana era una distesa di olmi disposti in filari, descritti da Goethe, che li vide dall’alto, come un mare ondeggiante. Servivano a due scopi. Il primo era analogo a quello dei frassini in montagna, ovvero come foraggio per il bestiame. Il mezzadro doveva produrre per l’autosufficienza, per cui aveva bisogno di animali per le proteine e per fertilizzare i campi. Un’altra cosa di cui aveva bisogno era il vino, perché l’acqua di pianura era spesso inquinata dalla mancanza di una gestione degli scarichi. Le viti erano legate agli olmi e disposte tra questi in filari (maritate era il termine tecnico). Il vino era abbondante ma di cattiva qualità. Gli olmi scomparvero quando si passò all’economia di mercato, dove il proprietario terriero produceva per la vendita con l’impiego di salariati e non aveva più bisogno di produrre ogni cosa in loco.

Roccaverano è il paese principale della zona. la piazza alta con chiesa e torre è pregevole, ma trafficatissima, più per fare bella mostra delle auto rosa di grossa cilindrata ai turisti seduti ai tavolini, che per un’esigenza effettiva di evitare pochi metri di salita. La facciata della chiesa è curata, mentre l’interno è scialbo.

Ha invece dei bei dipinti la chiesa di San Giovanni, circa mezz’ora di cammino più avanti. Dietro l’altare raffigurano dei santi in abiti medievali (tipo Manta), ai fianchi scene del vangelo (sempre in abiti medievali) e sul soffitto gli evangelisti. Sono gotici pur essendo quattrocenteschi. Esiste un classico studio sulla relazione conflittuale tra centri culturali e luoghi marginali, “Centro e periferia nella storia dell'arte italiana” di Carlo Ginzburg, che prima o poi dovrò leggere

Alla torre di Vengore, come detto da Daniele, ho evitato di farmi male stupidamente, avendolo già fatto due volte negli ultimi mesi.

Poco oltre Daniele ha avuto un piccolo cedimento psicologico, perché il sentiero non voleva saperne di scendere, ma continuava a proporre dossi (anche molto panoramici) e deviazioni oziose dalla diritta via, ma si è ripreso prontamente non appena è apparsa la meta successiva, Santa Libera. Questo episodio mi dà lo spunto per parlare della differenza tra alpinismo ed escursionismo, almeno secondo me (“secondo me è come dico io” recita una felpa della mia capa al lavoro). La differenza non è una questione di scala di difficoltà. Nell’alpinismo lo scopo è conquistare una meta, di solito una cima ma potrebbe pure essere un laghetto; pertanto la gita termina quando la si raggiunge e il rientro può essere liquidato con una corda doppia o un rotolamento senza storia, a seconda che sia una TD o una T. Nell’escursionismo invece si sceglie un percorso, in cui non cè una vera meta, ma ogni punto è interessante e può benissimo essere che si salga o si scenda in qualsiasi momento della giornata. In questo senso l’essenza dell’escursionismo è l’anello o traversata nei giri in giornata e più ancora il viaggio itinerante, in cui la partenza e l’arrivo sono due punti a caso ed è il tragitto ciò che importa davvero.

Prima di Santa Libera passiamo accanto a delle cascine abbandonate e dei coltivi dismessi, tra cui un giardino di ciliegi. Il culto di questa santa è un esempio magnifico dell’inventiva e dell’ottimismo medievali, fuso inestricabilmente con culti precedenti. Basti dire che alla donna ad un certo punto cresce la barba e l’iconografia ufficiale la vede allattare due gemelli, un episodio non presente nella sua biografia, ma di derivazione etrusca (mater matuta). In un paio di casi di leggende contemporanee mi è capitato di riuscire a districare i nodi e capire come sono nate e sono evolute. Qui purtroppo non è possibile, per mancanza di fonti, e resta solo il fascino del racconto.

Prima di Santa Libera la luce era molto bella (vedi ultima foto), ma purtroppo poi il cielo si è velato e non abbiamo avuto tramonto.

A ora di cena Daniele inizia a sentire i morsi della fame e sognare un pizza. All’arrivo (sono le 20.30) vediamo due bambini con i cartoni in mano e lui senza indugio va a chiedere dove sia la pizzeria. Io sono titubante, perché nei giorni precedenti ne ho mangiate due, ma alla fine mi aggrego, perché prevale la socializzazione sull’ipertensione e il colesterolo. Poi per fortuna fa anche osteria, così me la cavo con dei peperoni alla bagna cauda e un tiramisu alla nocciola. Alla fine delle fiera sono andato a nanna alle 23.30, dopo essermi alzato alle 5.40.
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by Littletino »

awretus wrote: Anche se una persona allenata può tranquillamente percorrerlo in giornata (siamo stati in giro 12 ore in totale, di cui circa 9 di cammino), effettivamente ha più senso spezzato in due giorni, con pernottamento a Roccaverano, dove tra l’altro l’albergo fa ottima cucina piemontese (significa che forse si può rimediare un piatto privo di formaggio, vino o carne :risataGrassa: )
Ecco, appunto, lo volevo dire anch'io ma temevo di apparire un rammollito indegno di appartenere alla categoria degli escursionisti degni di questo nome.
Volevo infatti chiederti, ovviamente fingendo di farlo per un amico, quale sarebbe stato a tuo parere il meglio posto tappa per poter spalmare su due puntate questo interessante girone turrito.
Roccaverano mi suona bene, avendo già avuto modo di apprezzare le robiole ed i capretti che arrivano fino a noi rivieraschi da quelle zone lontane. Anche il vino non dovrebbe esser male.

L'autunno mi sembra una bella stagione a cui rinviare la pratica.
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by Littletino »

daniele64 wrote:Non scherziamo , io conto anche le collinette su cui sono passato .... :risataGrassa:
Eee vabbeh, le collinette lo sanno tutti che non contano :risataGrassa:

... neanche un bric Puschera .... [-X
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

Littletino wrote:
daniele64 wrote:Non scherziamo , io conto anche le collinette su cui sono passato .... :risataGrassa:
Eee vabbeh, le collinette lo sanno tutti che non contano :risataGrassa:

... neanche un bric Puschera .... [-X
E no !! Non si può mettere in discussione anche il Bric Puschera ... È pur sempre il picco più alto della provincia di Asti ! Per la sua scalata pensavo di farmi accompagnare da Messner , visto che è un Ottomila ( decimetri ) ... :risataGrassa:
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

Ciao Sergio , volevo ringraziarti ancora per la bella giornata : Thanks : . Spero di non essere risultato troppo fastidioso e che ci possa essere qualche altra gita insieme , magari in montagna ... Se ti può consolare , io sono arrivato a casa alle 23 ma poi sono andato a nanna molto più tardi ... :risata:
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by awretus »

Ciao Daniele, sei un escursionista attento, curioso e simpatico: un ottimo compagno di gite! Spero di essere stato all'altezza delle tue aspettative
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by Andrea Bezimen »

Bel giro ma...da quelle parti meglio abbinare esperienze enogastronomiche più approfondite.
Di certo l'idea che avete proposto di spezzare l'anello in due tappe consentirebbe di godere meglio delle bontà di quel territorio benedetto quando si parla di cibi e bevande... : Thumbup :
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

awretus wrote:Ciao Daniele, sei un escursionista attento, curioso e simpatico: un ottimo compagno di gite! Spero di essere stato all'altezza delle tue aspettative
Grazie . : Thanks : Allora , visto che siamo reciprocamente soddisfatti , vediamo di bissare prima o poi ... : Ok :
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

Andrea Bezimen wrote:Bel giro ma...da quelle parti meglio abbinare esperienze enogastronomiche più approfondite.
Di certo l'idea che avete proposto di spezzare l'anello in due tappe consentirebbe di godere meglio delle bontà di quel territorio benedetto quando si parla di cibi e bevande... : Thumbup :
Non avevo preso in considerazione l'idea però con il senno di poi credo sia la soluzione migliore . Si fanno le cose con calma e si ha più tempo per godersele ... : Thumbup :
:smt006
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by Walter1 »

Complimenti per la gita davvero lunghissima! =D>
Hai anche avuto una "guida" molto competente che sicuramente ha dato un valore aggiunto.

Dalle foto mi da l'idea di luoghi molto belli, credo che in autunno possano dare il loro meglio, provo a segnarmeli come "gita fotografica" sperando di trovare il tempo necessario in quel periodo.

bello bello :uahuah:
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by daniele64 »

Anche con i colori autunnali dev'essere uno spettacolo , però le giornate sono più corte ... In quel periodo consiglierei proprio i 2 giorni oppure accorciarlo un pochino , magari tagliando Olmo Gentile ...
:smt006
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Re: Il giro delle 5 torri nella Langa Astigiana

Post by awretus »

Walter1 wrote: Dalle foto mi da l'idea di luoghi molto belli, credo che in autunno possano dare il loro meglio, provo a segnarmeli come "gita fotografica" sperando di trovare il tempo necessario in quel periodo
Gli ornielli in autunno diventano amaranto e sono senz'altro un ottimo soggetto. In più ci sono maggiori probabilità che le Alpi siano limpide tutto il giorno. La torre di Roccaverano resta aperta fino alle 21 ed è quindi un perfetto punto di ripresa per il tramonto e magari pure per i notturni

Quei giorni le stanze del Bramante potrebbe essere affollate, perché anche a me piacerebbe ripetere in due giorni
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