Groppo Cassimoreno anello per Roccia 5 Dita dal Passo Pianazze

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soundofsilence
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Groppo Cassimoreno anello per Roccia 5 Dita dal Passo Pianazze

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Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: https://luoghidasogno.altervista.org/1/ ... o+Pianazze

Groppo Cassimoreno anello per Roccia 5 Dita dal Passo Pianazze

Sabato 30 Marzo 2024:Passo Pianazze (975) – Lagazzo (890) – Groppo Cassimoreno (898) – Lagazzo (890) – Manfredello (860) – Orlandazzo (995) – Roccia 5 Dita (1081) - Passo Pianazze (975).
Partecipanti: Em e soundofsilence.
Lunghezza: 14,3 Km. circa.
Dislivello: 635 m. circa.
Difficoltà: E, per escursionisti medi fino al Groppo di Cassimoreno, F (alpinistico facile), la breve salita alla vetta, con una paretina di I grado da superare. EE, per escursionisti esperti, ma solamente per quanto riguarda le difficoltà di orientamento, essendo che in alcuni tratti si procede senza traccia (assolutamente consigliabile avere GPS e traccia al seguito) il tratto per andare dal Lagazzo a Manfredello, quindi nuovamente E fino alla base della Roccia 5 Dita. EE la salita alla vetta della Roccia 5 Dita per terreno ripido e traccia non molto chiara. F+, alpinistico facile superiore, la traversata delle 5 Dita, effettuata in salita tramite un canalino che presenta un primo passo di II+, quindi alcuni tratti un poco esposti ed una più facile discesa. E tutto il resto.
Percorso in macchina: Da Genova a Lavagna in autostrada a 12, quindi si prende a nord per Carasco e si prosegue per il Passo del Bocco (prendere a destra al bivio con la val d’Aveto a Borgonovo Ligure). Giunti al Passo si continua dritti in discesa fino a Santa Maria del Taro, quindi si continua sulla SP3 fino a Bedonia. A Bedonia imbocchiamo la SP395R per Bardi (strada provinciale Salsomaggiore-Bardi), con la quale giungiamo a Ponteceno, quindi, passata la località Gravani, prendiamo a sinistra la SP25 con la quale continuiamo fino al Passo delle Pianazze, dove parcheggiamo in un piccolo slargo sulla destra.
Percorso a piedi: dal parcheggio imbocchiamo la sterrata sulla sinistra in salita (a sinistra troviamo anche una strada asfaltata in leggera discesa). Proseguiamo quindi sulla sterrata per circa 1,2 Km fino ad un bivio: la sterrata di sinistra sale sulla Rocca Malagrana e poi si ricongiunge, il che può essere probabilmente una buona alternativa, ma noi abbiamo continuato sulla sterrata di destra, giungendo in circa 500 metri ad un quadrivio; qui imbocchiamo la sterrata di destra in discesa, mentre a sinistra si va verso Romei e, dritti, verso il Rifugio Ragola. Dopo 875 metri circa sulla sterrata, poco prima di arrivare al Lagazzo, un sentierino sulla destra consente di visitare un laghetto a cui le acque del Lagazzo confluiscono. Del Laghetto si può fare il giro e tornare quindi sulla sterrata in corrispondenza della bella radura che precede il Lagazzo, costituito da una palude di cui si vedono solo le canne. Proseguendo poi sulla sterrata a destra del Lagazzo giungiamo ad una piccola elevazione rocciosa sulla sinistra che, salita, consente di avere uno sguardo dall’alto sul Lagazzo. Per salire alla piccola elevazione vi è un sentierino, ma l’ultimo paio di metri richiede di usare le mani (I grado). Visitata l’elevazione torniamo sulla sterrata e ne percorriamo ancora 270 metri circa, fino alla prima curva marcata verso sinistra; qui proseguiamo dritti su un sentierino che ci porta in vista delle rocce sommitali del Groppo di Cassimoreno, che saliamo da destra. Visitato il Groppo torniamo sui nostri passi fino a 380 metri prima del quadrivio, è veramente difficile in effetti indicare altrimenti il punto in cui occorre lasciare la sterrata per deviare a sinistra senza traccia o seguendo tracce evanescenti. Il punto si trova in ogni caso, subito dopo un’accentuata curva a sinistra, qui occorre dirigersi verso nord seguendo vaghe e varie tracce (praticamente indispensabile comunque avere GPS e traccia del percorso). Seguendo più o meno la direzione nord, magari piegando leggermente verso ovest, dopo due guadi e quasi 800 metri si raggiunge quella che era sicuramente una sterrata, sterrata che diviene man mano più evidente e che seguiamo fino a raggiungere i ruderi del paese di Manfredello, dove, con una deviazione a destra, possiamo in breve raggiungere una interessante e ben conservata casa-torre. Visitata la casa-torre torniamo a seguire la sterrata, per raggiungere, dopo 650 metri circa, una stradina asfaltata, che imbocchiamo verso destra. In breve ci immettiamo sulla strada asfaltata principale, che imbocchiamo ancora verso destra e che dobbiamo percorrrere per oltre 2 Km. (noi abbiamo scorciato il tornante più lungo passando nel bosco senza traccia), fino al secondo tornante, da dove si diparte una stradina asfaltata con indicazioni per il Castello di Montereggio, che dobbiamo imboccare. Dopo 200 metri sulla nuova stradina arriviamo ad un bivio, dove prendiamo a destra, lasciando a sinistra per il predetto Castello. Proseguendo ancora per 500 metri sulla stradina asfaltata giungiamo ad un gruppo di case, dove la strada diventa sterrata, sulla quale continuiamo girando a sinistra. Poco più avanti troviamo un bivio, dove prendiamo la sterrata di destra (a sinistra, dopo pochi metri, dovrebbe esserci una fonte). Proseguiamo quindi sulla sterrata, ignorando eventuali bivi a sinistra, fino a giungere alle case di Orlandazzo, ormai in vista della Roccia 5 Dita. Duecentocinquanta metri circa dopo le case, quando la strada curva a destra, noi imbocchiamo una traccia a sinistra per salire verso la Roccia 5 Dita. Da qui in poi la traccia non è molto chiara e si può anche proseguire a destra, oppure individuare una qualche traccetta comunque presente. Noi abbiamo puntato per il primo tratto verso la vetta, per poi piegare a destra verso il crinale, dove abbiamo incrociato un curioso birillo di roccia. Dal birillo abbiamo trovato una traccia un po’ più chiara in direzione sud, per poi piegare in salita a sinistra, quando il terreno diventa più facile. Abbiamo così raggiunto la vetta della Roccia 5 Dita, che pare non essere il punto più alto (dopo le 5 Dita stesse), ma l’altra vetta, di quasi pari altezza, posta sulla sinistra del punto più alto, ma, in ogni caso, noi le abbiamo salite entrambe. Salite le vette ci siamo diretti alle 5 Dita, prima alla destra della vetta più alta, per ammirarla di profilo, quindi abbiamo seguito il contorno verso sinistra, raggiungendo un canalino ripido che consente di accedere alla cresta. Il canalino si risale superando un masso incastrato di II grado, poi un secondo saltino, poi più facilmente fino sul crinale. Dal crinale scendiamo leggermente, con un po’ di esposizione, sull’altro versante, quindi risaliamo ripidamente fino ad un colletto sottostante la cima più alta, da dove ne abbiamo una vista spettacolare. Ridiscendiamo quindi un poco ed individuiamo un più facile canale di discesa, la cui uscita è resa un po’ scomoda da un arbusto che la occlude. Traversate quindi le 5 Dita le contorniamo adesso verso destra, per giungere quindi nuovamente di fronte al Dito principale, da dove proseguiamo dritti fino ad intercettare un chiaro sentiero che imbocchiamo sinistra in discesa. Invece comunque di seguire il sentiero fino alla sottostante sterrata, abbiamo fatto una deviazione verso sinistra in salita, per ammirare meglio le 5 Dita e i torrioni sulla sinistra, per poi comunque scendere alla sterrata, che imbocchiamo verso destra. Dopo 200 metri incrociamo una nuova sterrata, che imbocchiamo verso sinistra e che seguiamo per 400 metri circa, fino ad un bivio, dove lasciamo la sterrata, per imboccare il sentiero sulla destra, sentiero con il quale arriviamo alla strada asfaltata, a pochi metri a sinistra del passo pianazze, dove abbiamo lasciato la macchina.
Conclusioni: interessante la zona delle 5 Dita, specie se se ne effettua la traversata, altri punti di interesse si trovano poi nel laghetto a fianco del Lagazzo, nonché nella bella casa-torre a Manfredello, mentre il resto del giro non offre grandi spunti.

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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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