… non è il titolo di nuovo film di H. Ford ma il risultato di una giornata rubata al lavoro e passata nei silenzi tra le rocce e i boschi di S. Stefano d’Aveto.
Siamo partiti ieri mattina alle 6.30. In realtà l’intenzione era di ripetere lo spigolo nord della Rocca del Prete poi, anche per non fossilizzarsi sulle stesse vie, ci siamo lasciati incuriosire da una relazione trovata la sera prima sul web e così siamo andati a provare la via “Indiana Giones” aperta da Calderone nel 2001 e che sale sulla parete a destra dello spigolo. Diciamo subito che la roccia non è granito e che a tratti è un poco friabile e che la chiodatura non è proprio ravvicinata (ma messa con criterio) però, data la difficoltà non elevata dei singoli passaggi, salendo con un po’ di attenzione si viene ampiamente ripagati dall’ambiente straordinario che si può trovare in queste zone dell’Appennino Piacentino.
Avvicinamento:
da “Prato della Rocca”, ampia radura prativa che si trova sotto le pareti della Rocca del Prete e raggiungibile in una ventina di minuti da Rocca d’Aveto seguendo le piste di fondo (cartelli indicatori), si prosegue seguendo i bolli di vernice rossi verso lo spigolo nord della Rocca. Dopo pochi minuti si raggiunge una morena. Subito all’inizio della morena si stacca un sentierino che sale verso la parete, molto ben segnalato con bolli di vernice gialla e che in pochi minuti porta sotto la parete. Si noterà una targa metallica che indica il nome di una via in artificiale. Poco a destra si vede un canalino appoggiato alla cui base ci sono due spit di sosta.
Relazione:
Si sale il canalino su difficoltà contenute (III) quindi la pendenza si abbatte fino ad arrivare sotto ad un risalto con masso incastrato che ricorda vagamente il passaggio d’uscita della via normale del Brec de Chambeyron. Si attacca sulla destra seguendo una larga fessura che sale in diagonale cercando di guadagnare la sommità del masso sfruttando i rari appigli e appoggi. Se non mi è sfuggito qualcosa, sebbene la relazione lo riporti come IV, il passo potrebbe a mio avviso essere tranquillamente valutato intorno al V grado, se non altro perché piuttosto faticoso e non proprio intuitivo. Tuttavia si tratta solo di un passaggio comunque ben protetto con due spit. Raggiunta la sommità del masso si raggiunge subito la sosta, facendo attenzione a non smuovere i sassi sul fondo del canale.
Il secondo tiro non continua nel canale (come si potrebbe ingannevolmente supporre) ma attacca invece le placche sulla sinistra del canale (salendo). Dopo una 15na di metri si raggiunge un lungo diedro-camino dal fondo erboso, abbastanza verticale ma con passaggi non superiori al III-III+ anche se piuttosto continui. Si sale il diedro evitando di andare ad incastrarsi sul suo fondo (che alcuni punti potrebbe sembrare invitante) ma cercando di stare il più possibile sull’esterno e sfruttando l’opposizione del diedro. L’intero tiro è circa 50 metri e ci sono 10 spit.
Dalla seconda sosta si continua in traverso sulla destra (spit con catena all'inizio del traverso) in leggera discesa. Per circa 20 metri si continua a tenersi bassi sempre traversando verso destra (II e III). Attenzione che alcuni spit si vedono solo quando ci si arriva a portata di mano. Solo negli ultimi 10 metri si sale in obliquo verso destra fino alla sosta che sovrasta il canale iniziale.
Il quarto tiro è a mio avviso il più bello: si continua in un altro diedro-camino con bella arrampicata di opposizione e roccia discreta su difficoltà di III grado, usciti dal diedro si continua quindi in parete sulla sinistra raggiungendo direttamente l’ampio pianoro prativo della sommità della Rocca (spit di sosta su un masso).
Dalla sommità della Rocca e poi possibile continuare verso il Monte Maggiorasca che si raggiunge in circa 30 minuti di sentiero segnalato. Arrivati sotto il paretone del Maggiorasca si può ancora fare un po’ di divertente arrampicata. Noi, non avendo le relazioni, abbiamo individuato un elegante spigolo che parte direttamente dal sentiero e che sale per circa 35 metri su difficoltà inizialmente di V su placca e poi di III/IV su roccia ottima e chiodata a spit in maniera ragionevole (8 spit in 35 metri). Dalla sosta (un po’ spostata sulla faccia sinistra dello spigolo ma integrabile grazie ad uno spuntone sullo spigolo) è poi possibile uscire direttamente sulla vetta del Maggiorasca per un canalino di roccia mista ad erba su difficoltà di I/II (quasi si cammina).
Ci sono anche delle belle vie di oltre 70 metri sul versante di parete che da su S. Stefano… buone per un'altra salita
Dal Maggiorasca si può quindi scendere per il sentiero FIE verso prato della Cipolla e poi nuovamente a Rocca d’Aveto.
Alcune foto della via
Passaggio alla Indiana Jones (mai nome più indicato) la faticosa uscita dal masso incastrato del primo tiro...
In opposizione sul lungo lungo diedro del secondo tiro
Alcuni passaggi sul traverso del terzo tiro. Ben visibile in basso a sinistra il "Prato della Rocca"
Gli ultimi passaggi prima del'uscita sulla sommità della Rocca del Prete (quarto tiro)
La parte superiore dello spigolo della parete del Maggiorasca
In arrampicata sullo Spigolo del Maggiorasca (uscita delle placche iniziali) in basso si nota il sentiero
Il canalino che permette di uscire in vetta
In vetta al Maggiorasca
Indiana Giones e le pareti del Maggiorasca…
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Belle foto e "simpatici" passaggi!
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Re: Indiana Giones e le pareti del Maggiorasca…
Belle foto,complimenti. Guardandole mi è venuta una gran voglia di ripeterla .Volevo sapere se le soste sono già attrezzate
Re: Indiana Giones e le pareti del Maggiorasca…
Si le soste sono attrezzate, o almeno lo erano 5 anni fa.....Nino1 wrote: Belle foto,complimenti. Guardandole mi è venuta una gran voglia di ripeterla .Volevo sapere se le soste sono già attrezzate
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Re: Indiana Giones e le pareti del Maggiorasca…
Relazione "ufficiale" qui!
Ji ta kyo ei
Amicizia e mutua prosperità
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Re: Indiana Giones e le pareti del Maggiorasca…
Ok grazie delle info e delle relazioni Saranno molto utili