2012 - 51
Ciao.
Dunque oggi mega traversata semi siberiana nell'Arenzanese.. partiamo da Staglieno e raggiungiamo il Faiallo, manco il tempo di vedere la nebbia e la neve che ne perdiamo due per la strada (nel senso che mio fratello vecchio e la sua consorte se ne trottano a casa lasciandoci senza macchina..) ma io e l'eroico fratello minore non desistiamo e prendiamo a scarpinare nelle nevi eterne verso le pendici del Reixa.. neve dura sull'Alta via, si cammina bene.. Case Tassara ci arrivano davanti all'improvviso nel silenzio dei boschi in bianco e nero (Più bianco che nero in verità..)
Raggiungiamo lo spartiacque ligure-padano dove ci accoglie un dolce venticello
che non ci abbandonerà che a quote molto più basse sulla via del ritorno.. la nebbia è sempre con noi e non vediamo una beneamata cippa.. sui versanti esposti a mezzogiorno la neve lascia spesso posto all'erba, mentre su quelli a nord si procede a fatica nei buoni 30cm di coltre bella spessa.. Tagliamo il Pian di Lerca e ci avventuriamo in salita verso la Cima del Pozzo dove ci fermiamo per bere qualcosa di caldo al riparo.. dalla porta lasciata aperta il paesaggio è quantomai "nordico"..
Ci avventuriamo poi di nuovo nella neve e attraverso scorci veramente incantevoli superiamo il bric Damè ed iniziamo ad aggirare a Nord il Bric Resunnou.. il silenzio è immane, non c'è anima viva, non si avverte altro rumore che il vento.. la nebbia e la neve creano paesaggi fatati nei quali si ha pudore di camminare per non rovinarne la magia..
Raggiungiamo la conca del Resunnou con la sua palina segnaletica ma non abbandoniamo l'AV e continuiamo verso Ovest su sterrata innevata fino al rifugio di Prou Riundo che visto così nella nebbia mi ricorda un casino l'Overlook hotel di Kinghiana memoria..
Pappiamo, poi entriamo per un caffè ed il gestore, davvero gentile ed esaustivo ci fa visitare le camere del rifugio che debbo dire mi sembrano davvero pulite ed ordinate, soprattutto se paragonate ad altre strutture visitate anche di recente..mentre usciamo dal rifugio incontriamo dei nostri amici d'infanzia che stanno entrando per farci una magnata.. tanto per capire quanto sia piccolo il mondo..
Ripartiamo nella neve su quadrato rosso vuoto verso Sciarborasca, dopo un pò la neve ci abbandona, lasciando spazio ad un "leppego" che sulle pietre del sentiero è un richiamo irresistibile per le suole vibram, così scendiamo lenti lenti attenti a non ammazzarci.. ad un bivio presso una fonte lasciamo poi il quadrato rosso per impegnare il rombo rosso che scende dal Rama.. attraversiamo un grande rio che deve essere soggetto a piene impetuose, data la mole dei detriti trascinati verso valle e sbuchiamo infine presso una specie di fabbricato in cemento dove inizia una sterrata che ci conduce a Sciarborasca, dove però nemmeno entriamo, infatti svoltiamo a sinistra su di una strada senza segnavia che procede in salita, poi si fa pianeggiante e passa vicino ad una grossa stalla, infine prendiamo un sentierino che tagliando in piano ci conduce nuovamente all'asfalto, oltrepassiamo il pannello segnaletico del parco del Beigua da dove partono i sentieri del Rama, da lì scendiamo su asfalto con segnavia due barre rosse orizzontali e via Cappelletta di S.Anna-Lerca-zona industriale-Terralba raggiungiamo la stazione di Arenzano stanchissimi ma veramente gasati e contenti del bellissimo giro.
TOTALE GIRO SOSTE INCLUSE ORE 07.15
Ciao.. alla prossima, chi si ferma è perduto!
Ah dimenticavo, notizie fresche fresche....
1)Lo Yeti sta scendendo a valle
2) per incontrarsi coi suoi simili..
Ciao ciao..
