Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

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topo
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Post by topo »

scinty wrote: Ma la domanda (da ignorante) è: se tali posti sono così inospitali perchè crearvi degli insediamenti?
abbozzo una risposta da poco competente in materia...

perché allora in Italia la ricchezza dipendeva direttamente dallo sfruttamento diretto della terra, quindi se era quella la terra che avevi ... meglio che morir di fame.

ora invece siamo al punto che non convenga più economicamente coltivare terreni ben più ampi e "ricchi" delle fasce della Valbrevenna.
Nella campagna attorno a Chiusa Pesio molti appezzamenti una volta (diciamo 10 anni fa') coltivati ora li vedi tenuti a sfalcio oppure piantumati con alberi di noce; per non farci niente quando i noci saranno cresciuti qualcosa forse ce ne si ricava.

questo per dire due cose da osservatore esterno, e non da diretto interessato...

Ma discorsi come contadini che piantano e poi non raccolgono perché il costo del lavoro non sarebbe equiparabile al ricavo della vendita, penso li abbiate sentiti anche voi..
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Lusciandro
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Post by Lusciandro »

scinty wrote:Ma la domanda (da ignorante) è: se tali posti sono così inospitali perchè crearvi degli insediamenti?
Io avevo letto che nell'entroterra più 'selvatico' erano nati insediamenti per sfuggire alla grande peste del '500

Lusciandro
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Conte Ugolino
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Post by Conte Ugolino »

Allua.
la domanda andrebbe storicizzata ovvero legata al periodo.
Vorrei però porre alcuni esempi.
quando qualche anno fa ho tenuto alcune lezioni presso le scuole medie del Golfo paradiso, una delle mie lezioni era legata al tema geomorfologia ed insediamenti.
Ora la cosa che stupiva di più i ragzzi, era la difficoltà di immaginarsi cosa poteva essere l'area del Golfo paradiso al principio.
Parliamo di una di quelle aree del Genovesato che viene attualmente riconosciuta come tra le più belle e tra le più appetite per i genovesi ( io li chiamo gli inurbati) che quà vogliono prendersi la loro villa e costruire quà il loro "buen ritiro".
Ora occore andare molto più indietro del 1500, quando queste zone erano ripidissimi pendii boscati e soggetti a frane privi nela maggior parte dei casi di terrazzamenti.
Si trattava di luoghi inospitali e non a caso gi insediamenti avevano posizionamenti morfologici del tutto particolari, ascrivibili nella maggior parte dei casi a insediamenti di mezza costa costa lungo i crinali, che costituivano le vie naturali di comunicazione, distanti dal mare, dalle are più o meno pianegianti e altro.
Uno dei più bei documenti storici, tuttora insuperato è lo studio di G. Rovereto
La storia delle "Fascie" dei Liguri ed. TCI 1924 che descrive appunto la nascita di quele che vengono denominate Fasce.
Ora qui mi ricollego alla ScintY. che senso ha avuto ammazzarsi di fatica in una terra arida sempre pendente, sottoposta a frane e ad alluvioni? Mah, queste sono domande a cui è molto difficile rispondere

Bene facciamo un salto un poco più avanti e cerchiamo di dare una risposta storica o perlomeno antropologica alla siffatta domanda.
Alcune zone deell'entroterra, in particolare la Fontanabuona, ma anche la val Brevenna non si discosta molto, hanno avuto la loro ragione di esistere in quanto geomorfologicamente costituivano una via di accesso al versante padano,
Anzi erano la più importante zona di scambio (soprattutto tra il 500 e il 600) con l'area padana, dove caso strano si era creato un circuito forzoso.
Si sarebbe potuto passare anche altrove ma i mercati erano li e li si erano sviluppati alcuni insediamenti, con rapporti di scambio predeterminato all'origine.
Ad es
Chiavari non aveva panifici, così come buona parte della riviera, ma il pane ( bianco) veniva fatto tutto in Fontanabuona e portato e venduto da Recco a Chiavari.
Quando determinati circuiti per svariati motivi si interrompono si ha la crisi che va dallla fine 700 al 900 con aree considerate in crisi.
La Val Brevenna dalla sua ha una prerogativa
Visto il suo andamento si presta da essere utilizzata parzialmente come via di comunicazione per il mercato che si svolge in Antola.
Quando tale mercato va in crisi, ne risente l'economia sottostante e allora si deve vivere ne più e ne meno di sussistenza. Ovvero, cambiano le vie di comunicazioni perchè i mercati non sono più gli stessi e però si è comunque stabilito un insediamento.
Oppure più semplicemente il problema si pone perchè al mulino piazzato sul fondovalle c'è spazio solo per alcuni nuclei familiari e allora sei costretto a spostarti, cercando appunto insediamenti nuovi, piccole aree caratterizzate da morfologie quali paleofrane, esposizioni particolari o altro.

Beh ci sono le castagne, ma bastano, appunto per la sussistenza, non sono merce di scambio perchè il prezzo è fissato eventualmente dal compratore , o meglio, tu hai bisogno di liquidità e non solo di un baratto.
L'ottocento è una età di crisi per certe zone. Finiti i contratti agrri feudali e di epoche successive ( pur onerosi) il proprietario del terreno deve arrangiarsi da se.
E' nato li e prova a viverci, ma appena in qualche modo arriva più o meno nei paraggi una qualche via di comunicazione che fa?
Scappa e scappa via.
E' interessante poi quanto fatto nel secondo dopoguerra a proposito delle strade.
Un amico mi riferiva di un suoi zio che rispose seccamente ad un amministratore:" Nu ei faetu de stradde, ei tracciou de stradde!"
Infati queste strade sono sottoposte a frane, sono più che altro veicoli di fuga, per questi posti, per chi dalla miseria può andare verso la grande Genova e le " Meriche"
Non a caso lo spopolamento di quella zona non è recente non centrano i vinti, come già detto
Nel versante Piemontese, scappano via già molto prima della seconda guerra mondiale.
E' interessante un piccolo accenno sula storia della zona tratto da Wikipedia

"Le origini del comune di Valbrevenna sono molto recenti, infatti esso fu costituito soltanto nel 1896[4]. Prima di allora le varie frazioni facevano parte dei vicini comuni di Savignone, Casella e Montoggio.

La prima sede comunale fu posta a Carsi, poi trasferita a Molino Vecchio negli anni Trenta, quando fu costruita la strada carrozzabile di fondovalle.

La valle era abitata fin dall'epoca pre-romana, come testimonia il ritrovamento di tombe risalenti all'età del ferro presso la località La Cà, nei pressi di Molino Vecchio (questo ritrovamento è avvenuto negli anni '30, durante i lavori di costruzione della strada di fondovalle). Altri reperti, di epoca tardo-romana, sono stati ritrovati presso Pareto, nella località detta Campo Antigo (pron. Campu Antigu).

Fino al 1800 le varie comunità vivevano nei piccoli borghi attorno alle parrocchie, sotto la signoria della famiglia Fieschi, conti di Lavagna, che avevano il dominio sui feudi di Savignone, Casella, Montoggio, e Crocefieschi.

Durante la dominazione napoleonica i feudi imperiali vennero sciolti, costituendo le prime municipalità, alle quali furono aggregate le varie frazioni della valle.

Per secoli l'economia della Valbrevenna è stata un'economia di sussistenza, con gli abitanti che ricavavano dalla terra quanto occorreva per la sopravvivenza, limitando allo stretto necessario gli acquisti fuori del paese, pagati con il ricavato dei prodotti dell'allevamento. Il magro reddito era talvolta integrato da lavori stagionali, gli uomini come braccianti nelle aziende agricole del Piemonte e della Lombardia e le donne come mondine nelle risaie del vercellese. I terreni coltivati erano ottenuti con la creazione di terrazzamenti in pietra lungo i ripidi pendii della valle, costati grande fatica a generazioni di valligiani, ma oggi in gran parte in rovina e invasi dalla vegetazione. Grande importanza aveva anche la raccolta delle castagne, fatte essiccare in appositi locali e poi macinate nei mulini (un tempo numerosi lungo il corso del torrente Brevenna) per ricavarne la farina."

Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento iniziò un flusso migratorio verso le Americhe. La costruzione della strada per la valle Scrivia, tra il 1920 e il 1930, fece cessare il secolare isolamento della valle, portando anche ad un lieve miglioramento delle condizioni economiche, ma non fermò il movimento migratorio, che proseguì anche nel dopoguerra, questa volta verso Genova e i centri più popolosi ed industrializzati della valle Scrivia. La popolazione della valle, che alla costituzione del comune era di circa tremila abitanti, si era ridotta negli anni Settanta a circa 600 persone.
risulta pure asai interessante sempre dallo stesso sito vedere l'andamento demografico

è interessante vedere l'andamento demografico:
Da questo si vede come la crisi sia tutt'altro che recente, anzi.
Il comune di Valbrevenna o comunque l'ensemble degli abitanti delle varie frazioni registrate all'anagrafe, seppur appartenenti a comuni differenti, dal 1881 ha rapidi decrementi della popolazione, dovuti ad evidenti flussi migratori molto accentuati tra ottocento e trentennio del 900, con una ripresa a a partire dal 1990.
Le strade? Quando le han fatte han fatto scappare la gente ( e ti credo!!!!)


Ah quanto alle citazioni le potetre trovare presso il museo etnologico di Senarega.
Io le ho prese dal bel libro di A. Ricchetti
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scinty
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Post by scinty »

Grazie :wink:

pensare che sono stata al Museo poco tempo fa ma visto che un gentile signore che aveva le chiavi si è offerto di aprirlo all'unica visitatrice e stava lì ad aspettarmi, non volevo fargli perdere tempo e non ho letto quasi niente :(

spero di tornarci :!:
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Conte Ugolino
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Post by Conte Ugolino »

se sei appasionata di etnografia vai!
La valle lo merita.
Ah anche se non proprio in val Brevenna vale la pena di seguire il presepe di Pentema
Io ci vado ogni anno

P.S
se ti interesa vedere un mulino-frantoio in azione fammi sapere
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Post by Sub-Comandante »

Grazie Conte Ugolino! Un po' di storia di casa nostra fa sempre piacere sentirla. Alla fine direi che il declino della Valbrevenna è arrivato proprio con la fine dell'economia di sussistenza e l'arrivo dell'industrializzazione, che qui in Italia è arrivata a metà ottocento (ovviamente non sono uno storico, se sbaglio correggetemi!).
Scinty aveva dato anche come causa il clima molto rigido, ma non credo c'entri molto. Infatti il termometro scende sotto lo zero diciamo per tre mesi all'anno, e una popolazione ben radicata non credo possa avere seri problemi, forse disagi ma non problemi. Ad un clima più fresco d'inverno si affiancava un clima estivo mite favorevole all'agricoltura, quindi era una sorta di pareggio. C'è anche da aggiungere che i primi insediamenti di età romana trovarono un clima ben diverso dall'attuale.
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scinty
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Post by scinty »

Conte Ugolino wrote: Ah anche se non proprio in val Brevenna vale la pena di seguire il presepe di Pentema
Io ci vado ogni anno

P.S
se ti interesa vedere un mulino-frantoio in azione fammi sapere
Pentema visto, ma ci tornerei :D

Il mulino? Volentieri! :P
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Post by antolino »

pentema è stupendo, poi ci sono tutti gli altri paesini della valle che sono molto belli, serre, tinello, costapianella..
MEGLIO UN GIORNO DA ANTOLINO CHE CENTO DA LEONI

Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.
Non le vorresti e nemmeno le hai scelte. Ma arrivano.
E dopo non sei più uguale.
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Post by teo-85 »

Grazie Conte della spiegazione, meglio di un' enciclopedia :P . Comunque mi sono espresso male sul discorso dei "vinti", io consideravo le popolazioni costrette a cambiare la loro vita, mentre invece è stata questione di pura necessità adattarsi e cercare una nuova possibilità (se ho detto giusto... :?: ); comunque per quanto riguarda la Fontanabuona mi sembra quella messa meno peggio (o mi sbaglio?) forse perchè si è instaurata un settore industriale minimo, e mi sembra che ci sia ancora un pò di agricoltura e pastorizia ( a tal proposito con alcuni amici di famiglia che sono stati figli di contadini e hanno ancora la casa in Fontanabuona, stiamo coltivando un pò di ortaggi e qualche albero da frutta in alcune fascie, ma è dura!)
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Post by mikesangui »

Che bel racconto...
mi hai messo voglia di provare a fare qualche giorno così!
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Post by lmmt »

Conte Ugolino wrote: Le strade? Quando le han fatte han fatto scappare la gente ( e ti credo!!!!)
Ciao! molto interessante quello che scrivi. quella citata è una affermazione che chiunque dei paesi ti dice: quando è arrivata la strada se ne sono andati tutti via: "prova un po' a portarti dietro a dorso di mulo i mobili", è una cosa che mi ha detto una signora una volta.
però un'altra cosa che risalta è che tutti provano nostalgia, hanno gli occhi lucidi a pensare alla vita che c'era prima, alla vivacità sociale confrontata alla "morte" sociale di ora. 1 paese 1 abitante, 1 paese 2 abitanti, 1 paese 0 abitanti, 1 paese 4 abitanti (!!!), ecc. Mi si dirà: gli occhi lucidi vengono a chi è rimasto e non a quelli che, non a caso, se ne sono andati...
lo spopolamento a cascata è di almeno un secolo anteriore alla fine della seconda guerra, perciò da ben ben prima che arrivassero le strade. però io mi chiedo non c'è stata forse una politica nel dopoguerra che ha favorito, in definitiva, l'abbandono delle valli, una sorta di mazzata finale? Forse, penso io nella mia ignoranza, magari equilibrando i servizi e le prospettive offerti alla città e quelli dati dalla montagna. Certo che se nel '65 in città vivevi ad un certo modo e a Suzzi, solo per arrivarci, dovevi fare 14 km a piedi da Gorreto...
Nota finale sulla testimonianza del prete: a quel tempo i preti ce l'avevano con tutto e con tutti (si evince da tante testimonianze: non gliene andava bene una, figuriamoci se non ce l'avevano col ghiaccio). questo senza nulla togliere alla validità della testimonianza sulle condizioni di vita quasi bestiali di allora
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Post by lmmt »

scusate ho scritto come un cane ma sono di fretta :?
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scinty
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Post by scinty »

mikesangui wrote:Che bel racconto...
mi hai messo voglia di provare a fare qualche giorno così!
Se si trova lo spirito giusto si può godere appieno di tanti particolari; su quotazero da molto tempo a questa parte parliamo di gradi, difficoltà, 3000, 4000, ammiriamo imprese fuori dal comune... spesso non si fa caso a come poco distante da casa ci si possa tuffare in un'atmosfera fatta di così tanta pace... bisogna solo avere la capacità di apprezzare le piccole cose! :wink:

Nell'ultima gita in Val di Susa con alec, un signore del paese (bellissimo) di San Colombano si è messo a parlare con noi. "Io sono nato lì, in quella stalla" "Qui vivevano 270 persone" ho colto subito l'occasione per chiedere "come si viveva una volta?" e lui "eh, si viveva bene. Alla sera ci trovavamo tutti nella stalla a parlare, mica di televisione come si fa oggi, ma del lavoro, della vita del paese, di storie... si viveva in armonia e c'era più unione e serenità. Ora sono tutti per i fatti loro... ma adesso il lavoro è un altro, non ci sono più i pastori e i contadini, una volta la vita era tutta qui". :o
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Post by Sub-Comandante »

scinty wrote:
mikesangui wrote:Che bel racconto...
mi hai messo voglia di provare a fare qualche giorno così!
Se si trova lo spirito giusto si può godere appieno di tanti particolari; su quotazero da molto tempo a questa parte parliamo di gradi, difficoltà, 3000, 4000, ammiriamo imprese fuori dal comune... spesso non si fa caso a come poco distante da casa ci si possa tuffare in un'atmosfera fatta di così tanta pace... bisogna solo avere la capacità di apprezzare le piccole cose! :wink:

Nell'ultima gita in Val di Susa con alec, un signore del paese (bellissimo) di San Colombano si è messo a parlare con noi. "Io sono nato lì, in quella stalla" "Qui vivevano 270 persone" ho colto subito l'occasione per chiedere "come si viveva una volta?" e lui "eh, si viveva bene. Alla sera ci trovavamo tutti nella stalla a parlare, mica di televisione come si fa oggi, ma del lavoro, della vita del paese, di storie... si viveva in armonia e c'era più unione e serenità. Ora sono tutti per i fatti loro... ma adesso il lavoro è un altro, non ci sono più i pastori e i contadini, una volta la vita era tutta qui". :o
La vita era certo più serena e c'era più armonia, a livello umano era sicuramente migliore. Ahimè però non era così facile, procurarsi il cibo da mettere a tavola non era così scontato, e le malattie poi, non ne parliamo. Il progresso ci ha dato molto, anzi moltissimo, ma inevitabilmente si è preso qualcosa.
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by scinty »

La risposta Appenninica ai giorni bianchi di quiete di Alexander... :D
Il bianco e la quiete (e che quiete!) non sono mancati nemmeno nel nostro entroterra la settimana scorsa!
Domenica 3 gennaio, dopo il bel Capodanno quotazerino e dopo adeguato rifornimento di cibo, partiamo per salire in valle.
Ci aspetta una settimana con temperature rigide, senza acqua in casa, armati di sola stufa a legna e una stufina elettrica in bagno da usare con moderazione, visto il consumo che la piccina produce!
Il primo giorno l'accoglienza è freddina! Ruscello e dintorni sono ghiacciati, decorati da candelotti e fantasiose colate cristalline. In pratica si gela!
Solo nei giorni successivi la casa comincia ad acquistare un certo tepore e anche le temperature esterne salgono man mano!
Questa volta mi ero organizzata con ogni ben di Dio per una degna accoglienza a chi si fosse trovato a passare da quelle parti... :wink: : sapori per il vin brulè, tè, cioccolata calda, biscottini made in scinty cotti nel forno della stufa e glassati di cioccolato... e avevo anche organizzato un invito a cena nonostante le perplessità di alec dovute alla mancanza di acqua corrente... ma quale momento è migliore dell'inverno per stare seduti a tavola a mangiare e chiacchierare, davanti al calduccio della stufa?
Purtroppo ho dovuto ridimensionare le mie "manie di accoglienza" a un po' di riso preparato con il grasso del prosciutto e un po' di latte a una micia che (pur bella pasciuta :lol: ) veniva a zampettare nella neve nei dintorni della casa... come resistere a tanta tenerezza?
Anche gli uccellini hanno molto gradito le briciole e qualche resto di verdure buttati nella neve...
Per il resto... il nulla! :shock:
La stessa notte del giorno di arrivo ha iniziato a nevicare, il primo risveglio è stato ben ben imbiancato! E... praticamente non ha più smesso! Solo una piccola tregua giovedì 7 gennaio, quando la neve si è abbassata permettendoci di fare un piccolo rifornimento ad Avosso e una passeggiata a Pian dei Curli. La strada è rimasta sporca tutto il tempo, limitando (anzi impedendo) l'arrivo dei villeggianti.
In una settimana abbiamo visto passare una macchina (di sfuggita), mentre durante una passeggiata abbiamo visto un tentativo di salita prima in auto e poi a piedi, seguito da una veloce ritirata... il tutto testimoniato solo da tracce e impronte...
Anche i nostri progetti di gite si sono ridotti, per esempio quello di andare a visitare il presepe di Pentema svalicando direttamente a piedi... il tempo di percorrenza rallentato dalla neve presente sui sentieri ha battuto la mia volontà coalizzandosi con la mia pigrizia... e poi mi dispiaceva proprio abbandonare la stufa per molto tempo arrivando così alla sera e trovare la casa fredda...
Il 5 pomeriggio decidiamo per una passeggiata a Piancassina... il vuoto! :shock:
Solo le lucine colorate della cappelletta animavano il piazzale desolato... e una genuina decorazione natalizia fatta di rami d'abete, rossi ovari di rose sfiorite e mele abbelliva la porta di una casetta silenziosa. Alcuni piccoli muti abitanti facevano capolino da qualche giardino curato nei più piccoli dettagli...
In giro... la solita micia le cui impronte erano visibili anche lungo il sentiero da noi percorso... "ancora tu?".. "ancora voi?" :P
Il giorno dopo, all'Epifania, decidiamo di verificare la situazione a Senarega. Con grande sorpresa (in un giorno di festa e con lo spazzaneve che per lo meno si degna di pulire costantemente la strada fino lì) troviamo un paese fantasma!
Le solite impronte di qualche sospettoso micio che ti guarda da lontano e mantiene le distanze, niente più. Silenzio... passeggiamo tra le case per ammirare il bellissimo borgo e facciamo ritorno. Siamo gli unici matti nel raggio di chilometri? Beh... più o meno... quando telefoniamo la sera alle rispettive famiglie ci chiedono "ma che ci fate ancora lì?"
Allora è bello essere matti... godersi lo spettacolo della neve che incessante scende dal cielo, a volte più mansueta, a tratti volteggiando in una bufera di vento, affumicarsi davanti a una stufa che ogni tanto fa i capricci per sentire il suo calore appena chiusa la porta e lasciato il freddo alle spalle. Cucinare profumati sughetti e assaporare la polenta fumante mentre fuori continua a fioccare...
In quei momenti io mi dimentico persino della normalità... regnano una pace e un silenzio così surreali che quando per un attimo di lucidità penso di lavorare in un ufficio (e di doverci tornare a breve...) mi rendo conto di riemergere da un mondo molto molto lontano... mi sembra sia passato molto più tempo...
In tutta la settimana abbiamo incontrato solamente una coppia venuta sù con le ciaspole per fare due passi. Anche noi eravamo in giro e avendoli notati poco indietro li abbiamo aspettati per fare due parole. Nel fine settimana anche i vicini sono arrivati a darci man forte e domenica lo spazzaneve è passato aprendo la strada verso... la quotidianità.
Anche le più belle cose finiscono e le immagazziniamo nel libro dei ricordi, visto che queste vacanze per me hanno un sapore speciale, ho cercato di dare un tono più ricco anche alle foto, con cornicette e ritagli. Buona visione e grazie per l'ascolto :wink:

in trappola
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freddino...
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il nostro acquedotto... ci si arrangia come si può..
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..ripagati da alcune dolcezze (sbafate più che altro da alec :lol: )
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e da rare visite
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su questi resti di briciole e spinaci sembra addirittura esserci stata una folla :o
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una nota di colore in mezzo al bianco manto...
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in giro nessuno...
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solo questi due strani figuri...
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e qualche muto abitante :wink:
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barbe di ghiaccio...
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angoli fatati
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e in giro... il silenzio
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non c'è un cane di nessuno :lol:
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posti conosciuti, irriconoscibili
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un classico ricordo per salutare una vacanza sulla neve... o meglio sotto la neve :wink:
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by giobibo »

Questa volta mi ero organizzata con ogni ben di Dio per una degna accoglienza a chi si fosse trovato a passare da quelle parti..
Certo che averlo saputo si trovava sicuramente un "momento" per passare a trovarvi :P
Ma purtroppo devo ancora capire dov'è la sperduta Valbrevenna. :mrgreen:

PS
Correggi la data " 3 dicembre"
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by scinty »

giobibo wrote:
Questa volta mi ero organizzata con ogni ben di Dio per una degna accoglienza a chi si fosse trovato a passare da quelle parti..
Certo che averlo saputo si trovava sicuramente un "momento" per passare a trovarvi :P
Ma purtroppo devo ancora capire dov'è la sperduta Valbrevenna. :mrgreen:

PS
Correggi la data " 3 dicembre"
Ops hai ragione!!! Grazie!

Uhm, Casella? Busalla? Ti dicono qualcosa? In genere sono località note (a Busalla c'è anche l'uscita dell'autostrda) Beh comunque zona Parco Antola! :P
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Alec »

E' stata una settimana proprio speciale, solo noi due nel raggio di chilometri e tanta tanta bella neve (come non ne avevo mai vista da noi in tanti anni).

Sono stato benissimo, una vacanza rigenerante. Magica Valbrevenna :D
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by lmmt »

ho visto le foto (vorrei dire belle ma non lo dico, non vorrei mai... :D inoltre sono ignorante in materia fotografica)
ho letto Pian dei Curli, ma niente foto quindi ne allego qualcheduna

Nota: Quando ho realizzato che le faccine possono effettivamente essere percepite come ipocrisia pelosa mi è corso un brivido di ribrezzo lungo la schiena, quindi cercherò di evitarle. Posso solo aggiungere che per me la faccina sorridente esemplifica il mio stato d'animo quando tratto, parlo, scrivo e leggo di Appennino e dei monti che molto presuntuosamente sento miei; ad eroiche arrampicate e gloriose conquiste preferisco una foto od un racconto di un posto conosciuto, di un luogo immaginato e a me vicino. Ho così tante occasioni per essere truce e scontroso durante la giornata che quando posso ritagliare uno spazio di relax ed evasione, mi riesce difficile mostrarmi rigido, perlopiù nei confronti di tutti coloro per me restano tuttora degli "anonimi" utenti
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la vista di Piano dei Curli
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la grè del seccatoio del Piano dei Curli
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la lince del Piano dei Curli
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l'Antola dal Piano
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by lmmt »

posto che l'Appennino sta scomparendo, e che la val Brevenna è un emergenza nell'emergenza, a mio parere Pian dei Curli è un'emergenza dell'emergenza nell'emergenza: per gli edifici, per i muri a secco lungo la mulattiera che lo raggiunge, volendo anche per l'ottima esposizione solare rispetto ad altri abitati

purtroppo non ho molte altre foto siccome porto con me la macchina fotografica stabilmente da un anno soltanto

p.s. (1): ad occhio e croce estate 2004, di ritorno da una delle precoci esplorazioni, in bici mi ero ingloriosamente e dolorosamente spantegato sul selciato dopo essermi "impuntato" con la ruota davanti, proprio lungo la mulattiera che unisce Pian dei Curli verso Casareggio

p.s. (2): l'ultima foto che allego è a titolo di esempio per migliaia di altre simili, che a me ricordano una delle canzonette che mia mamma mi cantava quando ero babano:
http://www.youtube.com/watch?v=lDCELCR34EU" onclick="window.open(this.href);return false;
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Pazzaura
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Pazzaura »

Image

Bellissima... :D
Anche noi eravamo in giro e avendoli notati poco indietro li abbiamo aspettati per fare due parole
:lol: ... ah, la solitudine...


Comunque, di certo una settimana rigenerante. Ottima scelta!
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delorenzi
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by delorenzi »

Bellissimo reportage brava Scinty.

Molto coinvolgente con foto molto belle e curate. =D> =D>
paolo59
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by paolo59 »

Pazzaura wrote:Image

Bellissima... :D
Anche noi eravamo in giro e avendoli notati poco indietro li abbiamo aspettati per fare due parole
:lol: ... ah, la solitudine...


Comunque, di certo una settimana rigenerante. Ottima scelta!
Quoto Paz per la foto! Bellissima! Non sai quanto vi siamo stati vicini in questa settimana dove qui, nella mite S. Olcese, è nevicato 5 volte e venerdì per ritornare verso casa facevo fatica con le catene! :shock: Meno male che la domenica han pulito la strada! :D
Paolo

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Maury76
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Maury76 »

Complimenti =D> proprio un bel racconto e belle anche le foto (concordo con chi mi ha preceduto, quella allo specchio e' proprio carina).
:shock: ...Certo che la pace li' non e' mancata.... ma credo che dei ritmi della citta' non abbiate sentito proprio la nostalgia :wink:
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by scinty »

lmmt wrote:ho visto le foto (vorrei dire belle ma non lo dico, non vorrei mai... :D
:lol:
lmmt wrote:ho letto Pian dei Curli, ma niente foto quindi ne allego qualcheduna
Anche io dovrei averne qualcuna ma non ricordo se particolarmente interessante. Se le pesco magari le metto.
lmmt wrote: Nota: Quando ho realizzato che le faccine possono effettivamente essere percepite come ipocrisia pelosa mi è corso un brivido di ribrezzo lungo la schiena, quindi cercherò di evitarle. ...Ho così tante occasioni per essere truce e scontroso durante la giornata che quando posso ritagliare uno spazio di relax ed evasione, mi riesce difficile mostrarmi rigido, perlopiù nei confronti di tutti coloro per me restano tuttora degli "anonimi" utenti
:lol: quando vieni a un raduno? :wink:


Grazie a tutti per i commenti sempre molto graditi :D
MAURY76 wrote::shock: ...Certo che la pace li' non e' mancata.... ma credo che dei ritmi della citta' non abbiate sentito proprio la nostalgia :wink:
No no per niente! :mrgreen:
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by margirù »

scinty wrote: solo questi due strani figuri...
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Bellissima, solo voi il silenzio, la natura...
Coraggiosi.


Possibile che a Senarega non c'era nemmeno Stefano...? In estate o nei periodi più strani è possibile incontralo, s’isola dalla civiltà, fa manutenzione alla casetta, inventa o costruisce cose e se gli riesce... porta anche un po' di tecnologia...
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Alec
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Alec »

lmmt wrote:posto che l'Appennino sta scomparendo, e che la val Brevenna è un emergenza nell'emergenza, a mio parere Pian dei Curli è un'emergenza dell'emergenza nell'emergenza: per gli edifici, per i muri a secco lungo la mulattiera che lo raggiunge, volendo anche per l'ottima esposizione solare rispetto ad altri abitati
Pian dei Curli è un paese bellissimo, effettivamente molto soleggiato.

La casa col seccatoio esterno di cui hai messo la foto è la più bella del paese e una delle più belle della valle.

Sicuramente lo saprai ma oltre che da Casareggio puoi arrivarci anche da Pareto o volendo dalle Tessaie scavalcando il monte Pareto.
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Ago »

alec wrote:E' stata una settimana proprio speciale, solo noi due nel raggio di chilometri e tanta tanta bella neve (come non ne avevo mai vista da noi in tanti anni).

Sono stato benissimo, una vacanza rigenerante. Magica Valbrevenna :D

E vorrei vedere che fosse stato il contrario!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :D
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by lmmt »

alec wrote:
lmmt wrote:posto che l'Appennino sta scomparendo, e che la val Brevenna è un emergenza nell'emergenza, a mio parere Pian dei Curli è un'emergenza dell'emergenza nell'emergenza: per gli edifici, per i muri a secco lungo la mulattiera che lo raggiunge, volendo anche per l'ottima esposizione solare rispetto ad altri abitati
Pian dei Curli è un paese bellissimo, effettivamente molto soleggiato.

La casa col seccatoio esterno di cui hai messo la foto è la più bella del paese e una delle più belle della valle.

Sicuramente lo saprai ma oltre che da Casareggio puoi arrivarci anche da Pareto o volendo dalle Tessaie scavalcando il monte Pareto.
sì sì, inoltre si va anche dal ponte stradale sul rio (...?) prima dell'ultimo tratto di salita verso Casareggio, un cunicolo da cinghiali ma ci si va (io non sono andato, ho saputo che lo fanno)
sarei curioso di sapere se ci si va anche da Aia vecchia (a tessaie intendo)
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by scinty »

lmmt wrote:sì sì, inoltre si va anche dal ponte stradale sul rio (...?) prima dell'ultimo tratto di salita verso Casareggio, un cunicolo da cinghiali ma ci si va (io non sono andato, ho saputo che lo fanno)
sarei curioso di sapere se ci si va anche da Aia vecchia (a tessaie intendo)
Sì noi eravamo saliti da Aia Vecchia alle Tessaie, da lì al monte Pareto e poi giù fino a Pian dei Curli, scesi verso Casareggio, ripiegato sul sentiero per Aia Vecchia e tornati allo stesso! Bel giro!

Anche noi abbiamo fatto il sentiero dei cinghiali, in effetti a parte a questo giro ne abbiamo visto alcuni e molte tracce! :P
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Ago »

Scinty wrote:Questa volta mi ero organizzata con ogni ben di Dio per una degna accoglienza a chi si fosse trovato a passare da quelle parti..
... bastava dirlo ... potevo casualmente passare da quelli parti ... sono attrezzato per affrontare certi inconvenienti :lol:

Scinty wrote:...limitando (anzi impedendo) l'arrivo dei villeggianti
... ci son villeggianti e villeggianti. :mrgreen:


Questo staccare mi è sempre piaciuto e tutte le volte che mi è stato possibile mi son sempre ritagliato un momento simile.

Con invidia ....
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Alec »

lmmt wrote:sarei curioso di sapere se ci si va anche da Aia vecchia (a tessaie intendo)
per andare alle tessaie da aia vecchia prendi il vecchio sentiero per casareggio, ad un bivio prendi la mulattiera a sinistra e dopo poco vedrai un piccolo sentiero a destra, quello porta in una decina di minuti alle tessaie.

se chiedi all'anziano signore che abita su ad aia vecchia da solo sarà felice di spiegarti :D mi aveva anche raccontato di quando scendeva da tessaie con un quintale di fieno sulle spalle...
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Alec »

Ago wrote:
Scinty wrote:Questa volta mi ero organizzata con ogni ben di Dio per una degna accoglienza a chi si fosse trovato a passare da quelle parti..
... bastava dirlo ... potevo casualmente passare da quelli parti ... sono attrezzato per affrontare certi inconvenienti :lol:
:mrgreen:

la prossima volta sei il benvenuto...con la strada in queste condizioni avrei consigliato di salire solo ad un nemico :mrgreen:
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by scinty »

margirù wrote:Possibile che a Senarega non c'era nemmeno Stefano...? In estate o nei periodi più strani è possibile incontralo, s’isola dalla civiltà, fa manutenzione alla casetta, inventa o costruisce cose e se gli riesce... porta anche un po' di tecnologia...
Non c'era proprio nessuno... chi è Stefano?
Conosciamo poche persone in valle, si contano sulle dita di... due mani :lol:
Non sarebbe male allargare le conoscenze :P
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by ENZO67 »

Con sincerità vi dico: le foto sembrano cartoline suggestive e condivido la scelta di rigenerarsi, lontano dalla caotica città e dalla routine quotidiana per immergersi in un mondo di assoluta tranquillità mentale!!!! Bravi :smt038
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by scinty »

Grazie Enzo! :D
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by margirù »

scinty wrote:
margirù wrote:Possibile che a Senarega non c'era nemmeno Stefano...? In estate o nei periodi più strani è possibile incontralo, s’isola dalla civiltà, fa manutenzione alla casetta, inventa o costruisce cose e se gli riesce... porta anche un po' di tecnologia...
Non c'era proprio nessuno... chi è Stefano?
Conosciamo poche persone in valle, si contano sulle dita di... due mani :lol:
Non sarebbe male allargare le conoscenze :P

Ti ho inviato un MP

Ciao :smt058
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Ramingo »

Cai figgiuei... vogliate gradire anche i miei sinceri apprezzamenti per il racconto e le foto davvero particolari e comunicative! :biggrin:
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Sub-Comandante »

Finalmente ho trovato il tempo per leggermi con calma l'ultimo racconto di Scinty! Apprezzo molto queste vacanze spartane, con i miei amici viviamo più o meno la stessa esperienza ogni volta che apriamo la casa in val d'Ayas, l'unica differenza è che l'acqua corrente c'è e dopo il primo giorno di gelo i camini e la stufa a legna cominciano a lavorare come si deve dandoci la preziosa acqua calda! Per il resto dobbiamo spalare per liberare la legna e al mattino prima di andare a sciare bisogna sempre riempire almeno tre cariole per il consumo giornaliero.
Questa è la foto che più mi è piaciuta:
scinty wrote:in trappola
Image
Una curiosità: l'acqua corrente manca proprio di base oppure è gelata?
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by Alec »

Sub-Comandante wrote:Una curiosità: l'acqua corrente manca proprio di base oppure è gelata?
essendo l'impianto vecchiotto e a tubi scoperti nei mesi più freddi la stacchiamo :wink:
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

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