Monte Caucaso

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delorenzi
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Post by delorenzi »

Belin, datemi tempo. Prima devo terminare quello del rio lerca.... :wink:
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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

Aspetteremo... con pazienza certosina... :lol:
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bade
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Post by bade »

:D :D :D :D

il momento della consegna è sempre il più toccante... :D
...comunque vedo che sono posti molto belli e che anche l'accoglienza è stata delle migliori :wink:

Pazzaura direi eroico...privo di un braccio non aggira ostacoli.. 8) ...

qualche nota sulla cresta? :?:
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delorenzi
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Post by delorenzi »

Dieri AA

Alpinisti Asperti.... :lol:
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bade
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Post by bade »

delorenzi wrote:Dieri AA

Alpinisti Asperti.... :lol:
...o AE ?

...........Alpinisti eroici? :lol: :lol:
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topo
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Post by topo »

ma bravi!
e non si dice niente?! :x

bei posti e bel gruppo :D ...
chissà fin dove si spingerà la consegna del quadretto!!
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Dani80
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Post by Dani80 »

Gia' bel giro, e il percorso dalle foto sembra molto interessante.
Ma come hai fatto Paz a suoerare quel salto roccioso, col braccio al collo? Un'impresa propio da utente eroico! :D
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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

Bade la cresta è praticamente tutta EE, ha una traccia molto lieve che spesso sparisce. Ha poi qualche passaggio di primo e il Pazzaura step che dicevano essere un II\III. Come orientamento è semplice, si vede sempre la cappellettà di vetta che è il punto d'arrivo. Certo, in caso di scarsa visibilità, le cose si fanno serie.

Quella di discesa è un po più marcata, più facile, ha un risalto roccioso misto erba che sarà 5 metri, ma studiando un po si scende seguendo una cengetta erbosa e non si usano nemmeno le mani.

Questo è quello che posso dirti io, dall'alto della mia ignoranza alpinistica! :wink:
Ma come hai fatto Paz a superare quel salto roccioso, col braccio al collo? Un'impresa propio da utente eroico!
Beh, si trattava di 2 o 3 metri, con l'aiuto dei ragazzi e utilizzando al meglio le gambe e la mano funzionante ce l'abbiamo fatta! 8)
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Conte Ugolino
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Post by Conte Ugolino »

Allua
di eroico c'è solo l'utente, indi l'escursione di ieri aveva come grado EA ovvero escursionisti Asperti.
Perchè asperti? perchè per essere escursionismo è troppo difficile e per essere alpinismo manco a parlarne.
Comunque due dorsali bellissime, con un tratto ( ou castellucci) poco dopo il Passo della Croce (834), veramente bello si passa infatti su una serie di bancate rocciose d'arenaria nel complesso solide, a parte l'attacco vero e proprio (Pazzaura step è il passo chiave!) dove le difficoltà si possono variare a piacere, aggirando dei brevissimi risalti o affrontandoli direttamente. Notevole l'aspetto scenografico di tutto l'anfiteatro del Caucaso con una vista anzi con un panorama che ha pochi eguali in appennino. ( dovelo trovi un posto con la vista che va dalle Apuane al Monviso :wink: . comunque itinearario di nricerca su antiche tracce o pù semplicemente su itinerari doive forse passano i cinghiali oppure... Di certo la cresta di salita non sò quanti riptitori abbia. vabbe tanto ci siamio divertiti come dei matti e difatti ho cambiato la seconda firma per questo. Mi è piaciuta molto la zona sopra Neirone con la casa di faggio Rotondo, una antica casa raggiunta da una mulattiera abbastanza evidendente come pure tutte le piane ei i ripianetti presso la cappelletta di San Rocco, tra vetusti castagni ed altro. Beh sarà che io son un fan della civiltà condina ( anche perchè ho lavorato e sperimentato de manu che voglia significare) ma mao questi spazi dove 'luomo ha modificato o si è adattato a vivere. e poi infondo una scoperta, perchè in tutta onestà non ho mai dato una grande importanza alla Fontanabuona, Evidentemente per la solita ignoranza che ci porta a non conoscere ciò cheabbiamo dietro. Poi nota positiva. E' una delle prime volte che vado a Levante e non faccio coda, più che altro perchè son passato da strade interne sennò al sab o alla domenica Chiavari e klavagna sono dei Turtaieu pe e macchine. :evil:
poi sto anfiateatro, in basso bucherellato dalle immancabili cave d'ardesia di cui appaioni le discariche, ma grazie a cui sono state realizzate le sterrate ce ci permettono di portarsio a quota 690, non prima di aver sbagliato strad, anche perchè io il gps sulla macchina non lo metterò mai per principio!
Beh Il caucaso è un pò il fratelo minore del Ramaceto e dello Zatta
( continua 1)
Last edited by Conte Ugolino on Mon Sep 24, 2007 18:33, edited 1 time in total.
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Conte Ugolino
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Post by Conte Ugolino »

Continua 2
beh allora il caucaso è un monte minore rispettoa ramaceto e zatta, non ha crestoni rocciosi, non ha diciamo l'imponenza, eppura sa riservare dei piccoli scrigni.Casupole forse pastorali, disposte su un pendio ripidissimo unite a varie strade di cava. ma saran pastorali ste casette, con un piccolo gregge occoreva il mezzo barcaiolo da dare alle pecore. Vabbè. masi ovunque, non nel senso chevenissero giù ma pietroni immensi di turtele fogge nei piccoli avallamenti, o la curiosa pietra cavallina, una enorme masso a forma evidente di incudine attorno ai 1120 metri sulla cresta sovrastante faggio rotondo dove tutti si fan fotografare, ma dove noi purtroppo non siamo andati. Vabbè. la discesa Esci dalla porta del rifugio fai due metri e inizi inl sentiero, riorosamente lungo il crinale. O meglio magari in più punti passava di fianco, ma noi abbiam detto "giù dritti" arriviamo a un punto in cui la tracia scompare, guardando davanti, belin non si vede niente, pare essere sopra un salto di roccia. parte raptus che arriva e dice si scende c'è un passagino ma tranquilli. Peccato che ha sn, si apra l'orrendro baratro :D con svariati metri di roccia verticali tappezzati da licheni, la stessa struttura di nroccia che con un salto morfologico più a levante crea la cascata dell'acquapendente, però non è visibile perchè acqua nisba, tutto secco. Beh passiamo tranquilli aiutando il giovin mutilato che se la cava egregiamente e sempre giù dritti per il filo, con qualche altro saltino che d'inverno col verglass deve essere roba da volatili per diabetici sinoa rintracciare il sentiero preso i piani di Struvega. Poi è tutta una passeggiata su sterrata, ma aspettiamo prima o poi di beccare il traversone che ci porterebbe sotto le balze del caucaso. Alla prossima
aspettando il racconto del Delo
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Raptus
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Post by Raptus »

Ciao,
davvero un gran bel giro e la compagnia ancora meglio. Mi sono davvero divertito come un pazzo..
Grazie a tutti della bellissima giornata, che tra le altre cose si è rivelata utile per far iniziare a scrivere me e Cocchi.70 :lol:
:lol:
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Colsub
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Post by Colsub »

Le foto di delorenzi non sono momentaneamente visualizzabili dato che solo ora ho spostato qui http://www.quotazero.com/gallery/catego ... cat_id=318 le foto del Caucaso.
Ciaooo
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delorenzi
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Post by delorenzi »

Sollecitato e tirato per la giacca da più parti ecco il resoconto della giornata di ieri:

Anello del Monte Caucaso
Il III grado c’è tutto !!

23 settembre 2007


L’ appuntamento è fissato alle ore 9 a Moconesi, in Val Fontanabuona.
Le premesse del Conte erano state: è un giro che non ho mai fatto, e si può fare un anello: percorso di crinale con qualche piccola difficoltà, al massimo saranno 3 metri su roccette.

Con queste premesse ci imbarchiamo da Genova io, Pazzaura, Claudia e Raptus per incontrarci con il Conte Ugolino e Cocchy.70 from Pieve Alta.

Davanti alla chiesa di Moconesi, dopo le presentazioni di rito, facciamo il punto della situazione. Il Conte mi molla un libro sulla zona di 200 pagine e mi dice: “Delo guarda un po cosa dice il libro”. Io sfoglio alcune pagine del testo e rispondo: “ma non crederai mica che mi metta a leggere tutto sto tomo adesso……..”.

Allora passiamo ad una cartina della zona, di più facile e veloce lettura. Bisogna arrivare alla Cappella di San Rocco, che vediamo in alto, da dove poi seguendo il crinale si dovrebbe raggiungere il sentiero che porta al Monte Caucaso, proveniente da Neirone (rombo rosso vuoto).

Dopo le verifiche del caso partiamo ma………. dopo alcune centinaia di metri sbagliamo clamorosamente strada finendo sul piazzale di una cava abbandonata. Retromarcia e finalmente riusciamo ad imboccare la retta via che con una sterrata ci conduce alla Cappella di San Rocco, da dove si ha una bella vista sul sottostante ….traliccio dell’ alta tensione. Ora dico…….. tutti abbiamo l’ elettricità in casa e sarebbe assurdo prendersela con i tralicci, però in questo caso invece che metterlo davanti alla piccola chiesetta, con un po di buon senso si poteva metterlo in posizione leggermente diversa. Ma ormai il danno è fatto.

Fatto questo inciso tecnico/ambientalista, ci si prepara. Il Conte apre il bagaglio della macchina che è …………stranamente vuoto.

Partiamo. Il percorso all’ inizio si sviluppa lungo una traccia a mezza costa fino ad arrivare al crinale dal quale si arriva in breve al Passo della Croce, da dove vediamo bene quello che ci aspetta, ovvero la cresta. Vista da qui non sembra particolarmente difficile, poi ci ricrederemo almeno in parte. Si prosegue, lungo una piccola traccia appena accennata, fino ad arrivare ad un bel risalto di roccia non proprio compatta che ribattezziamo il “Pazzaura step”.

Le cose iniziano a complicarsi; infatti il buon Pazzaura ha sempre il braccio al collo e quindi è impedito nei movimenti. Bisogna però superare il risalto e quindi con uno scatto da vero “Utente Eroico”, ………………lo aiutiamo a salire.

Proseguiamo quindi senza particolari problemi fino ad incontrare il sentiero proveniente da Neirone e in pochi minuti arriviamo alla sommità della vetta, da dove si ha un panorama a 360° sui monti della Liguria e più in la fino alle Apuane ed al Moviso, e da dove possiamo apprezzare le caratteristiche della cresta appena percorsa.

Dopo pochi minuti, arrivano in vetta, la Contessa Sara e le Contessine Carlotta e Caterina con altri amici del Conte. Scendiamo allora al rifugio, dove facciamo la conoscenza del gestore, Maurizio Chenal, che ci accoglie e ci fa visitare la struttura.

E qui scatta la consegna del “Quadretto di Quotazero”, una delle più grosse operazioni di marketing fino ad ora condotte, che viene appeso in bella mostra, niente meno che sopra le foto dell’ inaugurazione del rifugio, tra lo stupore e l’ ammirazione degli altri escursionisti presenti. La commozione è forte……ma passa appena Maurizio ci dice ……… è pronto in tavola.

Qui Pazzaura si dimostra un vero numero uno (da 7a come minimo) e fa onore al buon pranzo: polenta con i funghi, salsiccia, formaggio, crostata, caffè e per finire………….grappa.

Ma come tutte le cose belle che prima o poi finiscono, dobbiamo ritornare a valle, non prima però di avere fatto la foto del gruppo con il gestore del rifugio. Ripartiamo. Tre impavide signore chiedono al Pazzaura da che parte ci accingiamo a scendere e lui da provato Alpinista Eroico, senza tentennamenti indica il crinale sottostante al rifugio. Speriamo non abbiano seguito il consiglio.

Scendiamo lungo il crinale superando alcuni tratti più impegnativi e tra un imitazione di Grillo da parte del Conte e una spiegazione sul lichene geografico che provoca l’ ilarità dei presenti che ne ignoravano fino ad allora l’ esistenza, arriviamo ai Piani di Struvega e poi lungo una sterrata che ci riporta alla cappelletta di San Rocco.

In tutto un anello di circa 10 chilometri molto vario da considerare un sentiero EE con passaggi di I° e II°, gradi da confermare nelle prossime ripetizioni, se ce ne saranno, come ogni via che si rispetti, con l’ idea di segnalarlo con dei bolli di vernice e farlo diventare l’ “Anello di Quotazero al Monte Caucaso”.
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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

GRANDE! :smt043

il MITICO lichene geografico.... che ridere... :mrgreen:

urge un intervento del conte per spiegare ai "profani" di cosa si tratta! :wink:
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Raptus
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Post by Raptus »

Fantastico....

Tutta la domenica a parlare di questi famosi "racconti" di Delorenzi e adesso finalmente ne leggo uno.... :P
molto bello..
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scinty
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Post by scinty »

:smt038 che bel racconto! E dev'essere stata davvero una bella gita!!! :D E il pranzo... :smt118 :wink:
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cocchy.70
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Post by cocchy.70 »

Grande Delorenzi! descrizione minuziosa altro che geometra io ti farei giornalista ad Honorem!

Saluti dal Cocchy!
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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

manfred wrote:HO RACCOLTO NOTIZIE SU QUESTA MONTAGNA, TEMPO PERMETTENDO VORREI ANDARCI... NON CON QUESTO FREDDO!!!

L'Itinerario dei Feudi Fliscani è così chiamato per l'importanza degli insediamenti della potente famiglia genovese dei Fieschi. L'itinerario è il percorso lungo i ruderi dei castelli allora potentati di scambio economico commerciale tra le valli genovesi ed i possedimenti fliscani.

Si parte da Gattorna (ss 225), sentiero n.15

segnavia ( IFF ) su scudo bianco/azzurro colori dei Fieschi.


arrivati a Neirone si prende il sentiero 6, segnavia ( un rombo ) fino alla cima del monte Caucaso 1245 slm, da qui seguendo il sentiero 8, segnavia ( triangolo rosso) si arriva a passo Acquapendente, quindi si scende verso Cornia e si arriva alla ss 225 in località Cicagna.

E’ un percorso breve che conduce al Monte Caucaso (1245 m). Si tratta di una bella vetta d’arenaria, che si sporge a sud dello spartiacque appenninico, dominando dall’alto la Val Fontanabuona con panorama sul Parco di Portofino, il Parco dell’Aveto e l’Antola, inoltre lungo il tragitto si trovano diverse strutture ricettive dove viene curato in modo particolare il settore alimentare, in parole povere… si mangia molto bene


Domina la Valfontanabuona con un alto e ripido versante. Sulla vetta è situata una Cappella-ricovero, mentre, pochi metri sotto la cima, vi è un rifugio. L'itinerario proposto segue un anello che ci permette di passare dalle sorgenti del fiume Aveto

Un altro itinerario

Dal Passo della Scoglina si segue il sentiero di crinale in direzione sudovest, segnato FIE con 3 pallini rossi. Si segue la costiera fino ad arrivare al passo dell'Acquapendente, m. 1075, dove incontriamo il segnavia triangolo rosso pieno che seguiamo, su per una ripida costola, fino a raggiungere la vetta.

Ritorno

Si scende dalla costiera opposta, seguendo sempre il segnavia triangolo rosso pieno, fino ad arrivare al Passo del Gabba m. 1109 e, successivamente, ad incontrare una fonte considerata le "Sorgenti dell'Aveto". Oltre incrociamo la strada carrozzabile che sale dal Passo della Scoglina a Barbagelata.( Il cosiddetto "incrocio di Barbagelata".). Qui è possibile seguire due itinerari: continuare per un pezzo sulla carrabile, in direzione Barbagelata, seguendo l'Alta Via dei Monti Liguri e ritornare alla partenza, oppure seguire la suddetta strada asfaltata, ma in direzione opposta che, in circa 3km, ci porta alla partenza.

ALTRE NOTIZIE


Alle sorgenti dell’Aveto
Un’escursione lungo un percorso che offre molti elementi di interesse, sia naturalistici, per l’osservazione della vita nella faggeta, sia geomorfologici, per un fenomeno di "cattura di un corso d’acqua", l’Aveto, ad opera di un altro, il Rio dell’Acquapendente.

Il percorso: È una delle più importanti “vie del sale”, percorse dai mercanti dei tempi andati per raggiungere la Pianura Padana dalle Riviere liguri. In prossimità del ponte sul Torrente Cornia (m 102) si prende un viottolo, che subito diventa una mulattiera molto ben conservata, la quale risale tra i piani di Precce e il Torrente Cornia, per poi infilarsi in un bosco di castagni. S’incrocia la strada Gallinaria-Cornia, proseguendo sull’altro lato presso un traliccio d’elettrodotto. Il tracciato descrive uno stretto tornante, poi si mantiene più o meno in costa; spiana tenendosi sulla sinistra ed evita sulla destra un rialzo, attraversando così fasce a ulivi. Ad un bivio dopo un tratto erboso si prosegue in salita; si passa accanto al cimitero di Cornia ed una breve strada asfaltata conduce in paese (m 302). S’imbocca la scalinata che porta alla chiesa parrocchiale, poi tra le case e si esce infine dall’abitato per una mulattiera che s’inoltra nel bosco. Si sale con numerosi tornanti, toccando un paio di piccole radure; alla seconda si prende in salita e subito a destra per evitare una siepe di ginestre, arrivando così all’ampio prato di Albareto Basso (m 580), da dove si prosegue in salita lungo la strada delle cave d’ardesia del Monte Albareto (il fondo è appunto in detriti d’ardesia). Dopo il tornante, all’interno di una curva a destra, riprende il sentiero, che sale tra muri a secco e felci. Si passa accanto ad un rudere, poi ci si deve arrampicare su un terrazzamento coperto di rovi di more (nella tarda estate ne sono pieni), i quali vanno aggirati sulla destra, superando anche le rovine di Albareto Alto (m 682). Il sentiero sparisce in un piano invaso dalle felci, ma ne esce con una ripida salita sulla destra; si arriva subito ad un’altra spianata “sporca”, dove conviene puntare direttamente verso il palo bianco sulla sinistra, dietro il quale passa una sterrata che termina presso una cava abbandonata. Comincia di qui un sentiero, quasi pianeggiante, che aggira sulla destra il Monte Albareto (m 774) e prosegue poi nel castagneto, parte in costa e parte sul versante del Cornia. In questo tratto s’incontrano alcuni vecchi stallaggi che possono offrire riparo; bisognerà poi fare attenzione in un punto, dove si notano alcune conifere sulla sinistra: il tracciato costeggia un muretto sul lato destro, lo scavalca un paio di volte e continua ancora verso destra. Dopo un ultimo rudere il sentiero s’impenna ed incrocia l’ex rotabile sterrata (impercorribile sul lato favalese) Moconesi – Passo della Scoglina, proseguendo appena percettibile tra alte felci. Oltrepassata la dorsale Caucaso-Verzi (m 898), il sentiero entra nel Comune di Favale di Malvaro; si prosegue ancora allo scoperto, in piano o moderata salita, fino a passare sotto a notevoli affioramenti rocciosi. D’un tratto l’itinerario devia proprio sulle rocce con un paio di tornanti (passaggio questo reso pericoloso da una frana), per poi entrare in faggeta, dove ci s’imbatte quasi subito in un angolino con sorgente, assai bello a vedersi. In breve, tra bosco e prato, si arriva all’Acquapendente (m 1070, altro sito pittoresco), dove parte una deviazione (vedi oltre). Si risale un tratto del Fosso del Molinello immerso in una piccola pineta, indi s’affronta l’ascesa finale del Monte Caucaso, assai faticosa. Giunti quasi in vetta la pendenza diminuisce, si esce dal bosco e si raggiunge la cappelletta (m 1250). Si scende lungo la dorsale a Nord-Ovest, descrivendo poi un’ampia curva in un prato sotto ad una vetta secondaria (m 1237) ed entrando ancora in faggeta. Si discende il crinale; il sentiero diventa una sterrata, la quale evita sul versante sinistro il Bricco della Guardia (m 1166), attraversa una valletta ed infine, dopo due tornanti, spiana in corrispondenza del Passo di Stre Biurche (m 1109). Si prosegue in Comune di Neirone fino al Passo del Gabba, intagliato nella roccia, dove si passa in Val d’Aveto e nell’isola comunale di Barbagelata (Lorsica). Aggirato il Monte Larnaia (m 1182) si arriva alla strada provinciale 56, che conduce rapidamente a Barbagelata (m 1115).


ALTRA DESCRIZIONE DEL PERCORSO


Dal centro di Gattorna si risale verso Genova per poche centinaia di metri. All'incrocio per Neirone si svolta a destra. Raggiunta la chiesa si va ancora a destra per Moconesi che si raggiunge (km 4,2) proseguendo oltre sempre sulla strada principale.
Si incontra un bivio con segnaletica stradale dove si va diritti così come al bivio successivo per S.Rocco (a sinistra per Serra). Dopo pochi metri la strada diviene sterrata. Si prosegue sulla larga sterrata. Alcune strade che salgono a sinistra vengono trascurate e si prosegue tagliando lo scosceso fianco del Caucaso.
La strada termina ad una cava. All'ultimo tornante prima della cava proseguiamo diritti su sterrata con fondo peggiore arrivando ad uno spiazzo con tavolini (km 10,2). Si prosegue in falsopiano finché lo stradello diviene sentiero ed inizia a scendere.
Qui inizia un tratto a saliscendi con fondo a tratti molto sconnesso ed impegnativo che conduce, con una discesa finale, alla strada provinciale che collega Favale di Malvaro con la Val d'Aveto (km 13,5).
Si sale su asfalto e si arriva così al passo della Scoglina (km 15). Al valico si sale a sinistra e, sempre su asfalto, si arriva in prossimità di Barbagelata.
Circa 800 m prima del paese si nota un cippo di marmo a sinistra della strada (km 18,5). Qui si lascia l'asfalto e si raggiunge il cippo, proseguendo sulla strada forestale sbarrata (segnavia FIE triangolo rosso). La strada forestale inizialmente sale poi scollina ed inizia una ripida discesa che conduce ad una insellatura (sorgenti dell'Aveto). Si risale brevemente per proseguire con un bel percorso tra i faggi.
Si arriva al poco evidente passo del Gabba. La stradina si trasforma in mulattiera e prosegue mentre il sentiero (segnavia triangolo rosso) inizia a salire ripidamente a sinistra con qualche tratto non ciclabile. Si sale nel bosco fino a sbucare nelle radure ormai prossime alla vetta e si costeggia l'impressionante vuoto della parete sud. Di qui si può salire direttamente alla vicina cappelletta in vetta oppure (più ciclabile) svoltare a sinistra e seguire il sentierino che aggira la vetta raggiungendola poi per il versante opposto (km 22,5).
Dislivello: 1200 m.
Ciclabilità: 95%.
Osservazioni: La prima parte è esposta al sole e priva di alberi.
Per il percorso in discesa occorre prestare attenzione al punto in cui il sentiero si stacca dalla provinciale della Scoglina. Il sentiero si trova a destra prima del primo tornante, è in salita ed indicato da segnali in vernice.



Il nuovo rifugio
-----------------



Il rifugio è facilmente raggiungibile da Barbagelata (a piedi o in mountain bike), dal Passo della Scoglina (consiglio questo itinerario molto panoramico attraverso l’Acquapendente), da Neirone (Faggio Rotondo, Feia o sella Giassina), da Moconesi (Piani di Struvega, San Rocco), da Monteghirfo;

La vista è come al solito splendida su gran parte della Liguria dal confine francese a La Spezia per non parlare di gran parte dell’arco alpino occidentale (Argentera, Monviso, Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa), di notte poi le luci della nostra Fontanabuona, della Riviera di Levante, della Versilia e persino di un faro in Corsica !!

I colori del tramonto e dell’alba, soprattutto in giornate serene autunnali o invernali, sono meravigliosi;

L’accoglienza dei gestori del rifugio (Maurizio, moglie e 3 cani) è splendida;

La cucina pure (polenta, pasta alla boscaiola, cinghiale, dolci, ecc.);

I prezzi modici (30,00 Euro per cena, pernottamento e colazione);

La passione con la quale i gestori stanno portando avanti questa attività è encomiabile nonostante numerose difficoltà:

L’acqua utilizzata è solo quella che piove dal cielo

La corrente elettrica viene fornita da un generatore a motore

I viveri vengono portati al rifugio sulle spalle di Maurizio non essendo sempre possibile utilizzare il trattore, ecc.

Il rifugio è accogliente, si può apprezzare direttamente l’arte culinaria dei cuochi, si mangia tutti insieme ed insieme si trascorre tutta la serata (fino a che c’è benzina nel generatore….)
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Post by Conte Ugolino »

Beh Manfred non credo che adesso Il Caucaso sia tanto più freddo dell'Antola 8)
comunque splendida montagna e complimenti per la relazione.
A breve online ne uscirà anche un altra, anche se non su questo sito, sigh :oops:
E una delle montagne più belle dal punto di vista panoramico dell'intero Appennino, raggiungibile in più modi, sia facili che relativamente difficili.
Il nostro it di diretta in effetti può essere corretto se più o meno in prossimità del passo Croce si devia a sn. andando a prendere il sentiero Rombo vuoto ( senza numero Manfred) che il buon Gigi Marrè ha perfettamente segnalato e pulito. Il tutto partendo dalla capppeletta di san Rocco sopra Moconesi e andando dritti per il crinale oppure con una variantina per il Monte Rocio, interessante per gli antichi casolari e la cerreta. Alla cappelletta di San Rocco si può salire a piedi da Moconesi.
Il ritorno molto bello sul versante sud attraverserebbe le varie cave ma è parzialmente da verificare.
Comunque WONDERFUL
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Post by manfred »

Grazie Conte delle ulteriori precisazioni, riguardo ai numeri che io metto nei sentieri è dovuto al fatto che "lavoro" su una carta molto interessante edita da APT Tigullio, con 96 itinerari. i simboli poi sono sempre gli stessi, io ho foto fatte sul Verruga (rombo Vuoto), Caucaso (idem)... S.Nicolao (croce), Ramaceto (croce), Nozarego (idem)...

Insomma è un casino... pensa cosa troverò facendo tutto l'appennino... per fortuna in Calabria e Sicilia ho degli accompagnatori.

Ci vediamo sull' Antola
manfred




Finché avrò un'idea originale.... io sarò libero
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Post by davidmojo »

scusate l'OT

dalla scoglina, com'è l'accesso? vorrei andarmi a cercare le sorgenti dell'aveto! Grazie
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manfred
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Post by manfred »

Dalla Scoglina devi seguire il segnavia tre palline rosse arrivi ad Acquapendente in meno di un ora, sentiero facile.
Oppure seguire il sentiero Alta Via AV fino a Barbagelata e da qui prendere il segnavia triangolo pieno che porta direttamente sul Caucaso, crinale.
manfred




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davidmojo
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Post by davidmojo »

manfred wrote:Dalla Scoglina devi seguire il segnavia tre palline rosse arrivi ad Acquapendente in meno di un ora, sentiero facile.
Oppure seguire il sentiero Alta Via AV fino a Barbagelata e da qui prendere il segnavia triangolo pieno che porta direttamente sul Caucaso, crinale.
volevo fare una sorta di anello: scoglina, monte caucaso, barbagelata, scoglina! potrei farlo anche partendo da barbagelata, il crinale del caucaso dev'essere spettacolare!
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manfred
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Post by manfred »

Se mi dici quando vuoi farlo, io ci torno volentieri si può fare l'anello con i due percorsi per non fare la stessa via
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davidmojo
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Post by davidmojo »

manfred wrote:Se mi dici quando vuoi farlo, io ci torno volentieri si può fare l'anello con i due percorsi per non fare la stessa via
dovrei andare l'8 dicembre, unico giorno libero...con altra gentaglia! ma te ti fai tutto l'appennino??
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manfred
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Post by manfred »

io faccio tutto l'appennino il prossimo anno fino a Villa san Giovanni e poi riprendo sui Peloritani, Etna, Nebrodi, Madonie sino ad Erice, 100 giorni... non vedo l'ora di partire

http://guyatrekking-manfred.blogspot.com
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Post by davidmojo »

manfred wrote:io faccio tutto l'appennino il prossimo anno fino a Villa san Giovanni e poi riprendo sui Peloritani, Etna, Nebrodi, Madonie sino ad Erice, 100 giorni... non vedo l'ora di partire

http://guyatrekking-manfred.blogspot.com
grandioso! ma per nn andare troppo OT, mi sembra che questo anello Barbagelata, Caucaso, Acquapendente, Scoglina sia fattibile...
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manfred
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Post by manfred »

si, Scoglina. Barbagelata, Caucaso, Acquapendente, Scoglina, è un po breve ma va benissimo, fammi sapere allora se il giorno 8 ci sei, contattami su masalemme@tele2.it
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Conte Ugolino
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Post by Conte Ugolino »

Domenica prossima si potrebe fare un giro li se si vuole. Conla neve deve essere magnifico , pensate al panorama!
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;

Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
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terralba
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Post by terralba »

L'altro ieri sono salito sul Caucaso e ho trovato il rifugio chiuso. In questa discussione non è mai stato precisato (a meno che mi sia sfuggito) l'eventuale periodicità d'apertura. Poichè venivo da Cicagna ed ero diretto a Torriglia avevo i viveri nello zaino, ma chi programmasse una camminata più breve contando di rifocillarsi in vetta troverebbe una brutta sorpresa. Sulla porta del rifugio c'è il numero di cellulare del gestore, che compare anche sul cartello all'imbocco della sterrata a Barbagelata (incrocio con l'AV) ma anche chi salisse da lì (itinerario agevolissimo) non penserebbe di dover chiamare per sapere se il rifugio è aperto o meno.
Qualcuno sa qualcosa di più?
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Conte Ugolino
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Post by Conte Ugolino »

A parte il periodo estivo il rifugio apre solo nel fine settimana
Da qualche parte ci deve essere, non mi ricordo però dove :oops:
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;

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Post by Lord Mhoram »

Hai percorso il sentiero "triangolo rosso"? Se sì mi puoi dire in che condizioni è? Penso di farlo il prossimo autunno con temperature meno afose.
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terralba
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Post by terralba »

Sì, ho fatto quello. Condizioni ottime sia per la segnaletica che per la percorribilità. Afa, naturalmente, terribile, ma l'ho fatto apposta per faticare un po' in vista della Rigantoca.

Grazie al Conte per l'informazione circa l'apertura. Secondo me non sarebbe male che tale indicazione apparisse all'inizio di tutti gli itinerari che portano sul Caucaso, così la gente si sa regolare.
Ciao.
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Post by Lord Mhoram »

terralba wrote:Sì, ho fatto quello. Condizioni ottime sia per la segnaletica che per la percorribilità. Afa, naturalmente, terribile, ma l'ho fatto apposta per faticare un po' in vista della Rigantoca.
Avevo letto da qualche parte che c'erano tratti franati. Grazie per l'informazione.
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terralba
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Post by terralba »

Lord Mhoram wrote:
terralba wrote:Sì, ho fatto quello. Condizioni ottime sia per la segnaletica che per la percorribilità. Afa, naturalmente, terribile, ma l'ho fatto apposta per faticare un po' in vista della Rigantoca.
Avevo letto da qualche parte che c'erano tratti franati. Grazie per l'informazione.

Il tratto franato c'era, prima del rio Acquapendente, a una mezz'oretta dalla cima, ma il sentiero è stato risistemato con tanto di corda di sicurezza, che comunque non è più necessaria. E' rimasta anche la scritta "Frana stop" che si poteva eliminare, tanto per non spaventare qualche viandante. Ciao
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Post by locontim »

domenica gita al Caucaso con il nostro gruppo
se volete, alcune foto al link sotto riportato
saluti a tutti
maurizio

http://cralgalliera.altervista.org/anno2008.htm
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Ramingo
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Post by Ramingo »

Pazzaura wrote:Se è il percorso che penso, l'anno scorso il conte ci ha portati e ci ha fatto da guida... il percorso non è segnato, ma merita molto. :wink:
Non difficile...visto che l'ho fatto col tutore al braccio :lol:
(da qui in poi: viewtopic.php?p=50370#50370 )
:D Bellissimo, le foto rendono bene. Appetitoso il "Pazzaura Step"... Non vedo l'ora di cimentarmi, sarò lieto di seguirti, assieme al Conte, Scinty,Alec e tutti quelli che si vorranno aggregare lungo questa via... a presto. :smt039
Last edited by Ramingo on Wed Aug 27, 2008 23:47, edited 1 time in total.
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Post by Ramingo »

P.S. Sai dirmi quant'è il tempo di percorrenza dell'intero percorso?
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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

Bah, non ricordo... ti direi un 3 orette... Ma abbiamo perso tempo nello "step" perche hanno dovuto issarmi come un pachiderma :lol:

Comunque possiamo (anzi dobbiamo :D ) discuterne nel topic del raduno! questo l'ho segnalato solo per chi voleva dare un occhiata alla descrizione di Delo! :wink:
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Post by terralba »

Rinfresco il topic dopo un annetto: ieri ho fatto l'anello Barbagelata-Caucaso-Scoglina-Barbagelata per non perdere la giornata di eccezionale visibilità e ho fatto benissimo, visto che la panoramica a 360° era davvero imperdibile. Dal rifugio un saluto a tutti i quotazerini da Maurizio e da sua moglie; il gestore mi ha detto che ha indirizzato a quotazero un gruppo di escursionisti radioamatori che alcuni giorni fa erano in vetta e che quindi dovrebbero essere delle new entry nella nostra comunità. Rifugio aperto ancora tutti i giorni finché ci sarà tempo bello, l'unica carenza è quella dell'acqua, perdurando la siccità, per cui non è disponibile per i servizi igienici.
Un cartello affisso su un albero avverte che la Comunità montana ha dato l'autorizzazione per l'ampliamento della pista d'esbosco e in effetti il proprietario l'ha già leggermente allargata nel tratto attiguo all'anticima del Caucaso sistemando anche alcune canalette per lo scolo dell'acqua piovana. Per ora niente di impattante; spero che non si allarghi all'ultimo tratto di salita provenendo da Barbagelata, dove per ora si è limitato a tagliare qualche ceppo.
Assicurazione per chi voglia andare in zona: sentieri puliti e segnaletica ottima (addirittura in buone condizioni i due pallini blu del sentiero di crinale che sono sempre i parenti poveri dell'AV) almeno nel versante settentrionale. Salendo dalla Fontanabuona credo che non ci siano state rinfrescate dei segnali, che comunque le ultime volte che ho percorso i vari sentieri erano in discrete condizioni.
Un saluto a tutti.
pace e bene
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