M. Leco e dintorni
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M. Leco e dintorni
Forse non tutti sanno dei sentieri, a volte solo tracce, che partendo da Molini (Val Lemme) risalgono fino ai crinali di Leco e Taccone.
Le vallette dei rii Acquestriate, Tavolin e Barbin confluiscono per gettarsi nel Lemme a Molini, proprio sui confini del Parco Capanne.
La zona non è percorsa da sentieri ufficiali, ma da antiche tracce, anche larghe e evidenti, ormai perse nella vegetazione o crollate.
Esiste però un sentiero "segnato" che parte da fuori Molini e arriva alla sella del Leco.
Ho percorso per l'ennesima volta questo sentiero circa un mese fa, in un più grande anello.
Poco fuori Molini, direzione Bocchetta, si trova una cascina, sulla dx, riconoscibile da un ampio parcheggio in ghiaia e una centralina del gas, più in basso rispetto alla strada. Fino a qualche anno fa qui si lasciava la macchina per raggiungere il "masso di Molini", si attraversava la proprietà e subito si incontravano i segni gialli che portano sino al Leco.
Ora o si chiede il permesso, puntualizzando che non si và ad arrampicare, o si raggiunge la cascina Crovi con la forestale.
In alternativa si parte qualche centinaio di metri sopra (secondo parcheggio "masso" sulla dx), si inbuca una stradina, si attraversa il Lemme, si continua fino a una legnaia e da li si scende verso il rio che si attraversa. In questo modo, si evità di dare fastidio passando proprio nel cortile della cascina.
Attraversato il rio si continua sulla traccia (taglio di legna), si rintracciano gli sbiaditi segni gialli e si raggiunge il primo masso.
Si continua nel bosco di castagni, si attraversa un prato, riprendendo la traccia più in alto (attenzione ai segni, ruderi) e si giunge all'evidente masso dei Crovi (o Priatecia).
Da qui il sentiero raggiunge una selletta con un trivio, a dx M. Priatecia, al centro scendi verso il rio Barbin, a sx continuano i segni su panoramica dorsale.
Si raggiunge cosi la sella del Leco e il sentiero dell'AV; a sx si puo' salire al Leco e alle antenne, scendere su stradina lastricata e raggiunto il bivio con la forestale, a sx, ridiscendere a Molini completando un anello di circa 3 ore.
In questo periodo meglio avere un repellente per le zecche
Questo uno dei possibili giri "alternativi" in zona.
Saluti, Ste
Le vallette dei rii Acquestriate, Tavolin e Barbin confluiscono per gettarsi nel Lemme a Molini, proprio sui confini del Parco Capanne.
La zona non è percorsa da sentieri ufficiali, ma da antiche tracce, anche larghe e evidenti, ormai perse nella vegetazione o crollate.
Esiste però un sentiero "segnato" che parte da fuori Molini e arriva alla sella del Leco.
Ho percorso per l'ennesima volta questo sentiero circa un mese fa, in un più grande anello.
Poco fuori Molini, direzione Bocchetta, si trova una cascina, sulla dx, riconoscibile da un ampio parcheggio in ghiaia e una centralina del gas, più in basso rispetto alla strada. Fino a qualche anno fa qui si lasciava la macchina per raggiungere il "masso di Molini", si attraversava la proprietà e subito si incontravano i segni gialli che portano sino al Leco.
Ora o si chiede il permesso, puntualizzando che non si và ad arrampicare, o si raggiunge la cascina Crovi con la forestale.
In alternativa si parte qualche centinaio di metri sopra (secondo parcheggio "masso" sulla dx), si inbuca una stradina, si attraversa il Lemme, si continua fino a una legnaia e da li si scende verso il rio che si attraversa. In questo modo, si evità di dare fastidio passando proprio nel cortile della cascina.
Attraversato il rio si continua sulla traccia (taglio di legna), si rintracciano gli sbiaditi segni gialli e si raggiunge il primo masso.
Si continua nel bosco di castagni, si attraversa un prato, riprendendo la traccia più in alto (attenzione ai segni, ruderi) e si giunge all'evidente masso dei Crovi (o Priatecia).
Da qui il sentiero raggiunge una selletta con un trivio, a dx M. Priatecia, al centro scendi verso il rio Barbin, a sx continuano i segni su panoramica dorsale.
Si raggiunge cosi la sella del Leco e il sentiero dell'AV; a sx si puo' salire al Leco e alle antenne, scendere su stradina lastricata e raggiunto il bivio con la forestale, a sx, ridiscendere a Molini completando un anello di circa 3 ore.
In questo periodo meglio avere un repellente per le zecche
Questo uno dei possibili giri "alternativi" in zona.
Saluti, Ste
Re: M. Leco e dintorni
queste sono informazioni irrintracciabili: linfa per Quotazero!
- fabio.rapallo
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Re: M. Leco e dintorni
Segnalo anche, per gli amanti della storia locale come me, che questi luoghi fanno da sfondo alla narrazione de "Il vento del Tobbio", di Alessio Franzone "Arrigo", che narra gli episodi di Resistenza che si sono svolti proprio in quelle zone, tra Tobbio, Figne, Leco, fino a Voltaggio, ecc... a partire dall'eccidio della Benedicta in poi. Un libro ormai difficile da reperire, purtroppo, ma ogni tanto sulle bancarelle ne spunta qualche copia.
Complimenti per le descrizioni, un giro da quelle parti lo farò sicuramente!
Ciao,
F.
L'esperienza della marcia decentra da sé e ripristina il mondo,
inscrivendo l'uomo nei limiti che lo richiamano alla sua fragilità e alla sua forza. (DLB)
inscrivendo l'uomo nei limiti che lo richiamano alla sua fragilità e alla sua forza. (DLB)
Re: M. Leco e dintorni
ricordare la storia, conoscerne la geografia e percorrerne i sentieri è continuare a tenere in vita questi luoghi meravigliosi
Nella vita esistono 10 tipi di persone: chi conosce il codice binario e chi no
Re: M. Leco e dintorni
Ieri provato, dalla Carrosina, a percorrere lo sterrato verso Molini, con l'intenzione poi di trovare il sentiero segnato verso il Leco, o qualche altro sentiero che mi riportasse sull'alta via, ma niente da fare; dopo circa 5 km lo sterrato è chiuso da un cancello, ed intorno il bosco è tutto recintato... Non mi è rimasto che tornare indietro.
Nei primi km, mi sembrava di vedere un sentiero sull'altro versante della valle del rio Acquastriata; ho provato, partendo dalla Carrosina, a trovarlo, ma di nuovo senza risultato; dopo neanche un km sono di nuovo tornato indietro
ciao
M.
Nei primi km, mi sembrava di vedere un sentiero sull'altro versante della valle del rio Acquastriata; ho provato, partendo dalla Carrosina, a trovarlo, ma di nuovo senza risultato; dopo neanche un km sono di nuovo tornato indietro
ciao
M.
- psiconauta
- Quotazerino doc
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Re: M. Leco e dintorni
Grazie Stefs mi hai dato alcune indicazioni interessanti..........ad esempio non pensavo neanche più al "masso di Molini", che tra l'altro non ho mai visto.....la vetreria cui accennavo dovrebbe restare da qs. parti :
c'è da dire pure che la zona è ricca di miniere e scavi ottocenteschi (rame e talco, principalmente) quindi un'esplorazione in loco potrebbe rivelarsi molto interessante, se non altro dal punto di vista geologico..............mi sovviene anche che il buon Dott. Ing. Pipino (a qs. uomo dovrebbero fare un monumento.....e invece non se lo caca nessuno..... ) in qualche sua pubblicazione (non so se "Liguria Mineraria" o altra....) aveva messo anche una cartina approssimativa della zona con indicati i vari punti di attività mineraria, molti sul versante est del Priatecia......
diciamo che, guardando una mappa a caso, risalendo il Rio Acque Striate dovrei giungere praticamente alla C.na Carrosina, o comunque intercettare il sentiero 2 ++ gialli che porta sul Figne, da lì volendo procedere verso il Taccone, poi verso il Leco per prendere la forestale cui accenni tu e attraverso forse un po' di ravanamenti passare dal Priatecia e tornare alle Acque Striate o comunque all'auto, che lascerei al cimitero di Molini......è fattibile, secondo te ?
e quanto tempo ci si può impiegare, a buon passo ma con pause x foto, aforismi, siga .......6 ore sono troppo ottimista? sì, eh ? mi rispondo da solo !
Riguardo alle zecche hai ragione, forse meglio aspettare che inizi il caldo serio (dovremmo esserci quasi, no?), che tanto qualche pozza da rinfrescarsi c'è....
Anche a me era venuto in mente "Il vento del Tobbio", e ora che lo citi in effetti penso che prima dell'escursione gli darò una riletta, giusto per aggiungere particolari storici al giro...
Comunque posso dirvi che il libro in questione è stato ristampato nel 2009, con il patrocinio della Provincia di genova e del Municipio V Valpolcevera, e con la collaborazione dei Comuni di Genova, Ceranesi, Sant'Olcese, Serra Riccò, Campomorone, Mignanego, la Comunità Montana, ILSREC, ISRAL, e Associazione Memoria della Benedicta
credo quindi che sia possibile trovarlo provando a contattare i singoli comuni, io stesso l'avevo recuperato così, acquistandolo dal Comune di Campomorone grazie anche ad un'impiegata gentilissima oppure recandosi alla Benedicta in occasione della commemorazione dell'eccidio, lì sono sempre presenti banchetti con molto materiale storico..
E' una ristampa anastatica dell'originale, con l'aggiunta ovviamente di qualche prefazione/introduzione; lo consiglio a tutti, al di là delle ideologie è una lettura coinvolgente, drammatica ed emozionante, oltre che ambientata in zone ben note (beh, forse neanche troppo) agli escursionisti
Aloha
inoltre vedo che lungo la stessa strada forestale sulla cartina sono segnate due località dai toponimi interessanti :; "cave di pietra" e "sette fontane"Stefs wrote:raggiunto il bivio con la forestale, a sx, ridiscendere a Molini
c'è da dire pure che la zona è ricca di miniere e scavi ottocenteschi (rame e talco, principalmente) quindi un'esplorazione in loco potrebbe rivelarsi molto interessante, se non altro dal punto di vista geologico..............mi sovviene anche che il buon Dott. Ing. Pipino (a qs. uomo dovrebbero fare un monumento.....e invece non se lo caca nessuno..... ) in qualche sua pubblicazione (non so se "Liguria Mineraria" o altra....) aveva messo anche una cartina approssimativa della zona con indicati i vari punti di attività mineraria, molti sul versante est del Priatecia......
diciamo che, guardando una mappa a caso, risalendo il Rio Acque Striate dovrei giungere praticamente alla C.na Carrosina, o comunque intercettare il sentiero 2 ++ gialli che porta sul Figne, da lì volendo procedere verso il Taccone, poi verso il Leco per prendere la forestale cui accenni tu e attraverso forse un po' di ravanamenti passare dal Priatecia e tornare alle Acque Striate o comunque all'auto, che lascerei al cimitero di Molini......è fattibile, secondo te ?
e quanto tempo ci si può impiegare, a buon passo ma con pause x foto, aforismi, siga .......6 ore sono troppo ottimista? sì, eh ? mi rispondo da solo !
Riguardo alle zecche hai ragione, forse meglio aspettare che inizi il caldo serio (dovremmo esserci quasi, no?), che tanto qualche pozza da rinfrescarsi c'è....
....ma ti riferisci alla strada che dovrebbe arrivare al Ponte S. Filippo ?maner wrote:Ieri provato, dalla Carrosina, a percorrere lo sterrato verso Molini
Grande fabio.rapallo !fabio.rapallo wrote: "Il vento del Tobbio", di Alessio Franzone "Arrigo"
Anche a me era venuto in mente "Il vento del Tobbio", e ora che lo citi in effetti penso che prima dell'escursione gli darò una riletta, giusto per aggiungere particolari storici al giro...
Comunque posso dirvi che il libro in questione è stato ristampato nel 2009, con il patrocinio della Provincia di genova e del Municipio V Valpolcevera, e con la collaborazione dei Comuni di Genova, Ceranesi, Sant'Olcese, Serra Riccò, Campomorone, Mignanego, la Comunità Montana, ILSREC, ISRAL, e Associazione Memoria della Benedicta
credo quindi che sia possibile trovarlo provando a contattare i singoli comuni, io stesso l'avevo recuperato così, acquistandolo dal Comune di Campomorone grazie anche ad un'impiegata gentilissima oppure recandosi alla Benedicta in occasione della commemorazione dell'eccidio, lì sono sempre presenti banchetti con molto materiale storico..
E' una ristampa anastatica dell'originale, con l'aggiunta ovviamente di qualche prefazione/introduzione; lo consiglio a tutti, al di là delle ideologie è una lettura coinvolgente, drammatica ed emozionante, oltre che ambientata in zone ben note (beh, forse neanche troppo) agli escursionisti
Aloha
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: M. Leco e dintorni
Dalla Carossina al Leco bisogna seguire il sentiero "due croci" che porta sul Figne e sulla AV, altro di segnato non c'è.maner wrote:Ieri provato, dalla Carrosina, a percorrere lo sterrato verso Molini, con l'intenzione poi di trovare il sentiero segnato verso il Leco, o qualche altro sentiero che mi riportasse sull'alta via, ma niente da fare; dopo circa 5 km lo sterrato è chiuso da un cancello, ed intorno il bosco è tutto recintato... Non mi è rimasto che tornare indietro.
Nei primi km, mi sembrava di vedere un sentiero sull'altro versante della valle del rio Acquastriata; ho provato, partendo dalla Carrosina, a trovarlo, ma di nuovo senza risultato; dopo neanche un km sono di nuovo tornato indietro
ciao
M.
In quanto al cancello saranno i proprietari, ma non mi è mai capitato di trovarlo chiuso. Attenzione anche ai cani da quelle parti.
Soprattutto farsi 5 km a tornare in salita non è piacevole.
Ciao
Re: M. Leco e dintorni
C'è anche il masso delle acquestriate, che si trova sulla strada per la Carossina.psiconauta wrote:Grazie Stefs mi hai dato alcune indicazioni interessanti..........ad esempio non pensavo neanche più al "masso di Molini", che tra l'altro non ho mai visto.....la vetreria cui accennavo dovrebbe restare da qs. parti :
Si... le fontane sono lungo la forestale. In quanto a cave non ho idea, ci vorrebbe qualche foto.psiconauta wrote:inoltre vedo che lungo la stessa strada forestale sulla cartina sono segnate due località dai toponimi interessanti :; "cave di pietra" e "sette fontane"
c'è da dire pure che la zona è ricca di miniere e scavi ottocenteschi (rame e talco, principalmente) quindi un'esplorazione in loco potrebbe rivelarsi molto interessante, se non altro dal punto di vista geologico..............mi sovviene anche che il buon Dott. Ing. Pipino (a qs. uomo dovrebbero fare un monumento.....e invece non se lo caca nessuno..... ) in qualche sua pubblicazione (non so se "Liguria Mineraria" o altra....) aveva messo anche una cartina approssimativa della zona con indicati i vari punti di attività mineraria, molti sul versante est del Priatecia......
Lungo il Rio Barbin mi ricordo una costruzione in pietra, ma non vorrei sbagliare.
Si... è un pò complicato da spiegare. Comunque la forestale scende, arrivando sopra Molini sulla statale. Se vuoi passare dal Priatecia devi prima passare dalla cascina dei Crovi e poi dal Masso (dei Crovi o Priatecia). Li seguire il sentiero a tacche gialle di cui parlavo e a una sella prendere a sx.psiconauta wrote:diciamo che, guardando una mappa a caso, risalendo il Rio Acque Striate dovrei giungere praticamente alla C.na Carrosina, o comunque intercettare il sentiero 2 ++ gialli che porta sul Figne, da lì volendo procedere verso il Taccone, poi verso il Leco per prendere la forestale cui accenni tu e attraverso forse un po' di ravanamenti passare dal Priatecia e tornare alle Acque Striate o comunque all'auto, che lascerei al cimitero di Molini......è fattibile, secondo te ?
e quanto tempo ci si può impiegare, a buon passo ma con pause x foto, aforismi, siga .......6 ore sono troppo ottimista? sì, eh ? mi rispondo da solo !
Più semplice sarebbe seguire il sent. "tacche gialle" dalla sella del Leco, in discesa, che percorre la costa prima di scendere a Molini.
Il sent. "tacche gialle" parte o arriva, a seconda, dalla sella erbosa appena sotto il Leco, dove si costeggia sul versante piemonte una pinetina e c'è anche una torretta per la caccia.
Sul Priatecia c'è un grosso ometto di pietre, puoi continare lungo il crinale scendendo senza traccia verso l'acquestriate, ma devi essere proprio appassionato di ravanate. La cosa migliore è seguire i segni, per poi arrivare a Molini in qualche modo.
Come tempi calcola anche 7 e più ore, a seconda delle deviazioni e qualche ravanata.
Io per esempio amo questi giri e ho diverse "maledizioni" sulla mia persona
Ti consiglio l'anello di cui parlo sopra per iniziare a esplorare quelle zone.
Saluti, ste
Re: M. Leco e dintorni
Si, il sentiero "due croci" doveva essere la via del ritorno, dopo aver raggiunto Molini e trovato il sentiero verso il Leco. Vabbè; magari riproverò più avanti, partendo dal Leco; dopo la segnalazione sui cani, indipendentemente dal cancello chiuso, mi è passata la voglia di riprovare a scendere a Molini passando dallo sterrato!Stefs wrote:Dalla Carossina al Leco bisogna seguire il sentiero "due croci" che porta sul Figne e sulla AV, altro di segnato non c'è.maner wrote:Ieri provato, dalla Carrosina, a percorrere lo sterrato verso Molini, con l'intenzione poi di trovare il sentiero segnato verso il Leco, o qualche altro sentiero che mi riportasse sull'alta via, ma niente da fare; dopo circa 5 km lo sterrato è chiuso da un cancello, ed intorno il bosco è tutto recintato... Non mi è rimasto che tornare indietro.
Nei primi km, mi sembrava di vedere un sentiero sull'altro versante della valle del rio Acquastriata; ho provato, partendo dalla Carrosina, a trovarlo, ma di nuovo senza risultato; dopo neanche un km sono di nuovo tornato indietro
In quanto al cancello saranno i proprietari, ma non mi è mai capitato di trovarlo chiuso. Attenzione anche ai cani da quelle parti.
Soprattutto farsi 5 km a tornare in salita non è piacevole. Ciao
Ciao
M.
- psiconauta
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Re: M. Leco e dintorni
grazie Stefs, altre preziose info !Stefs wrote:la forestale scende, arrivando sopra Molini sulla statale. Se vuoi passare dal Priatecia devi prima passare dalla cascina dei Crovi e poi dal Masso (dei Crovi o Priatecia). Li seguire il sentiero a tacche gialle di cui parlavo e a una sella prendere a sx.
Più semplice sarebbe seguire il sent. "tacche gialle" dalla sella del Leco, in discesa, che percorre la costa prima di scendere a Molini.
Il sent. "tacche gialle" parte o arriva, a seconda, dalla sella erbosa appena sotto il Leco, dove si costeggia sul versante piemonte una pinetina e c'è anche una torretta per la caccia.
Sul Priatecia c'è un grosso ometto di pietre, puoi continare lungo il crinale scendendo senza traccia verso l'acquestriate, ma devi essere proprio appassionato di ravanate. La cosa migliore è seguire i segni, per poi arrivare a Molini in qualche modo.
Come tempi calcola anche 7 e più ore, a seconda delle deviazioni e qualche ravanata.
Io per esempio amo questi giri e ho diverse "maledizioni" sulla mia persona
Ti consiglio l'anello di cui parlo sopra per iniziare a esplorare quelle zone.
Saluti, ste
vedrò se ridurre e/o eliminare le ravanate (forse più adatte in autunno) o dedicarmi invece solo al ravanamento, vi terrò aggiornati
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: M. Leco e dintorni
Ho percorso questo anello martedì, sul tardi, una bellissima giornata.
Volevo fare qualche rettifica e precisazione.
Se non si vuole passare nel cortile della cascina, si continua ancora qualche centinaio di metri sulla strada per la Bocchetta, fino ad un parcheggio sulla dx. Riconoscibile da un palo con adesivo "arrampicata Lemme", sulla sx una centralina. Si prende la stradina che da subito scende e attraversa il Lemme, si continua in salita nel bosco e all'altezza o poco dopo aver superato una linea eletrrica, si incomincia a scendere a dx verso il Rio Suia. Si arriva a una vaga traccia che scendendo leggermente verso sx, passa attraverso un'area con cumoli di pietre, arrivati all'altezza del rio lo si attraversa puntando alla traccia che si scorge dall'atro lato. Qui si possono scorgere ancora i segni gialli sugli alberi. Si sale, a ogni bivio prendere la strada in salita, facendo attenzione ai segni. Si attraversa un prato puntando a una costruzione diroccata. Si continua nel bosco, tra enormi faggi. Si arriva ad un prato dove le traccie si perdono nell'erba, si prosegue puntando in alto al margine del bosco, dove il sentiero dovrebbe compiere una svolta a sx. Si seguono ancora le tracce a margine del bosco e si arriva al masso dei Crovi. Più avanti si trova un ometto e qualche segno su pietre, qui il paesaggio si apre sulla alta Val Lemme e seguendo i segni si arriva a una sella (ometto). Dritti si scende al Rio Barbin e si va al Taccone, a dx uana vaga traccia arriva dal M. Priatecia, a sx i segni tra l'erba alta guidano verso la cima del M. Leco (massi) seguendo una spalla erbosa. Questo è il tratto più panoramico e non si puo sbagliare, basta seguire il crinale fino alla sella del Leco.
Per la discesa consiglio di salire al Leco o seguire l'AV, scendere verso la Bocchetta e rintracciata la pista forestale che riporta verso Molini seguirla. Circa 3 ore.
Se dotati di repellente non si rischiano zecche... almeno, io non ne ho prese ed è strano.
Saluti
Volevo fare qualche rettifica e precisazione.
Se non si vuole passare nel cortile della cascina, si continua ancora qualche centinaio di metri sulla strada per la Bocchetta, fino ad un parcheggio sulla dx. Riconoscibile da un palo con adesivo "arrampicata Lemme", sulla sx una centralina. Si prende la stradina che da subito scende e attraversa il Lemme, si continua in salita nel bosco e all'altezza o poco dopo aver superato una linea eletrrica, si incomincia a scendere a dx verso il Rio Suia. Si arriva a una vaga traccia che scendendo leggermente verso sx, passa attraverso un'area con cumoli di pietre, arrivati all'altezza del rio lo si attraversa puntando alla traccia che si scorge dall'atro lato. Qui si possono scorgere ancora i segni gialli sugli alberi. Si sale, a ogni bivio prendere la strada in salita, facendo attenzione ai segni. Si attraversa un prato puntando a una costruzione diroccata. Si continua nel bosco, tra enormi faggi. Si arriva ad un prato dove le traccie si perdono nell'erba, si prosegue puntando in alto al margine del bosco, dove il sentiero dovrebbe compiere una svolta a sx. Si seguono ancora le tracce a margine del bosco e si arriva al masso dei Crovi. Più avanti si trova un ometto e qualche segno su pietre, qui il paesaggio si apre sulla alta Val Lemme e seguendo i segni si arriva a una sella (ometto). Dritti si scende al Rio Barbin e si va al Taccone, a dx uana vaga traccia arriva dal M. Priatecia, a sx i segni tra l'erba alta guidano verso la cima del M. Leco (massi) seguendo una spalla erbosa. Questo è il tratto più panoramico e non si puo sbagliare, basta seguire il crinale fino alla sella del Leco.
Per la discesa consiglio di salire al Leco o seguire l'AV, scendere verso la Bocchetta e rintracciata la pista forestale che riporta verso Molini seguirla. Circa 3 ore.
Se dotati di repellente non si rischiano zecche... almeno, io non ne ho prese ed è strano.
Saluti
- psiconauta
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Re: M. Leco e dintorni
Ciao a tutti,
nei primi giorni in cui si poteva uscire di casa ho deciso di approfittarne per esplorare questa zona come avevo manifestato di voler fare, leggendo il topic, ben 4 anni fa !
Giornata non ideale, con un po' di foschia, foto davvero scabecie, ma vabbè..... .....parcheggiato dal ponte presso il cimitero di Molini, ho risalito lo sterrato sino alla C.na Meriana, passando attraverso uno stretto varco nella rete ho proseguito attraversando il ponte e costeggiando il Rio Acque Striate, passando a fianco della vecchia miniera di rame,
per poi avanzare ravanando sino allo sbarramento del famoso acquedotto “della Cementir” (probabilmente ci si arriva anche prendendo un sentierino sulla sx prima di attraversare il ponticello).
Attraversato il rio passando sullo sbarramento, si prende un bel sentiero sostenuto a tratti da riempimenti e muri in pietra direi abbastanza antichi, salendo lentamente sulla sx idrografica del Rio Acque Striate, in un bell’ambiente che si fa via via più selvaggio, con tratti all’aperto e altri nella boscaglia, compreso un brevissimo (qualche metro) tratto attrezzato con una corda in corrispondenza di una piccola frana,
sino a giungere alla confluenza del Rio Barabin con il Rio Acque Striate, luogo molto bello con un enorme masso a far da testimone proprio all’incrocio dei 2 corsi d’acqua.
Qui ho continuato a risalire il Rio delle Acque Striate, perdendo la traccia e ritrovandola poi più in alto dopo un breve ravanamento, poi il sentiero prosegue come prima nella valletta del Rio in un tratto bellissimo con massicciata in pietra,
sino alla confluenza col piccolo Rio Tavolin, nei pressi del quale si guada.
Qui ho provato a risalire ancora brevemente il Rio delle Acque Striate, con belle cascatelle e suggestivo ambiente,
ma sono presto ritornato sui miei passi per guadare e seguire una traccia che si inerpicava in direzione sud; mia intenzione era arrivare nei pressi della C.na Carrosina, poco distante dal Passo della Dagliola, ma la traccia in questione dopo un tratto nel bosco si perde e infrasca parecchio, ne individuo una sulla destra che dovrebbe andare nella direzione giusta, e più avanti, in effetti, giungo ad uno slargo dal cui panorama fa capolino la Carrosina, e mi fermo a mangiare un panetto.
Da qui riparto seguendo più o meno la cresta del percorso, cercando un punto in cui deviare verso dx, ma alla fine non trovo granchè di sensato, perciò procedo, sino a ritrovarmi, alla fine, prima sulla Costa del Grano, e poi sul Bric Tavolin, dal quale giungo sul sentiero ++ che mi porta sul Monte Figne (ml.1172 slm), la vetta più alta del Parco di Capanne di Marcarolo.
sul Figne
Qui trovo una nutrita comitiva di presumibilmente liguri, che però se ne sta andando, qualche altra coppietta sparsa qui e là a prendere il sole, e... ...guarda un po' chi ti trovo ?
Un Quotazerolo !
Mi saluta ammiccando “....ma che combinate, laggiù? Sembrate tutti matti, perdiana!” poi scompare.
Bah, nani del menga.
Dopo una piccola pausa, continuo sul ++ sino a Passo Mezzano,
e da qui seguo l’Alta Via sino alla Sella del Leco, dove c’è un discreto raggruppamento di merenderos e passeggiatori vari; qui, invece di proseguire sul sentiero, prendo a seguire il crinale che si diparte in direzione Nord, che sembra promettere una bella passeggiata con visuale sui due versanti;
in effetti questo pezzo del percorso è bello e regala delle belle visuali sulle pendici dei bricchi e verso il Rio Tavolin, che sembra molto carino.
Proseguo abbastanza tranquillamente sino ad arrivare a quello che penso sia il Bric Priatecia, per via della piramide di pietre segnalata dal buon Stefs,
Bric Priatecia ?
per poi procedere un po’ più ravanamente verso un successivo bricco con simile piramide di pietre (?)
Bric..................... ????
…….da qui in poi, visto che si intravedeva la C.na Acque Striate, decido di proseguire in discesa nel bosco, tanto la direzione è quella, ma diventa effettivamente una ravanata totale (il bello è che mi ero pure portato un pugain, un pennato, insomma, ma nella foga dell’impresa non l’ho nemmeno tirato fuori dallo zaino, cosa che, a posteriori, avrebbe in effetti avuto un senso).
In ogni caso, in qualche modo, come dice Stefs , riesco ad arrivare alla C.na Meirana, dove speravo di poter rimediare un bel litro di latte fresco, ma il proprietario mi snobba (ci sono i vitelli, ok).
Torno alla macchina e mi dirigo verso Molini, dove riesco a rimediare una birra rossa gratis (nonostante la Liguria sia lì, a due passi! ) dalla gentile proprietaria della Trattoria (che però è chiusa causa Covid) per poi ritornare a casa.
In conclusione, un bel giro che mi ha dato diversi spunti da approfondire in futuro, magari per esplorare meglio i vari rii incontrati e trovare il sentiero giusto x la C.na Carrosina.
Grazie a Stefs x le indicazioni che sono state comunque utili.
Meglio tardi che mai !
Aloha
nei primi giorni in cui si poteva uscire di casa ho deciso di approfittarne per esplorare questa zona come avevo manifestato di voler fare, leggendo il topic, ben 4 anni fa !
Giornata non ideale, con un po' di foschia, foto davvero scabecie, ma vabbè..... .....parcheggiato dal ponte presso il cimitero di Molini, ho risalito lo sterrato sino alla C.na Meriana, passando attraverso uno stretto varco nella rete ho proseguito attraversando il ponte e costeggiando il Rio Acque Striate, passando a fianco della vecchia miniera di rame,
per poi avanzare ravanando sino allo sbarramento del famoso acquedotto “della Cementir” (probabilmente ci si arriva anche prendendo un sentierino sulla sx prima di attraversare il ponticello).
Attraversato il rio passando sullo sbarramento, si prende un bel sentiero sostenuto a tratti da riempimenti e muri in pietra direi abbastanza antichi, salendo lentamente sulla sx idrografica del Rio Acque Striate, in un bell’ambiente che si fa via via più selvaggio, con tratti all’aperto e altri nella boscaglia, compreso un brevissimo (qualche metro) tratto attrezzato con una corda in corrispondenza di una piccola frana,
sino a giungere alla confluenza del Rio Barabin con il Rio Acque Striate, luogo molto bello con un enorme masso a far da testimone proprio all’incrocio dei 2 corsi d’acqua.
Qui ho continuato a risalire il Rio delle Acque Striate, perdendo la traccia e ritrovandola poi più in alto dopo un breve ravanamento, poi il sentiero prosegue come prima nella valletta del Rio in un tratto bellissimo con massicciata in pietra,
sino alla confluenza col piccolo Rio Tavolin, nei pressi del quale si guada.
Qui ho provato a risalire ancora brevemente il Rio delle Acque Striate, con belle cascatelle e suggestivo ambiente,
ma sono presto ritornato sui miei passi per guadare e seguire una traccia che si inerpicava in direzione sud; mia intenzione era arrivare nei pressi della C.na Carrosina, poco distante dal Passo della Dagliola, ma la traccia in questione dopo un tratto nel bosco si perde e infrasca parecchio, ne individuo una sulla destra che dovrebbe andare nella direzione giusta, e più avanti, in effetti, giungo ad uno slargo dal cui panorama fa capolino la Carrosina, e mi fermo a mangiare un panetto.
Da qui riparto seguendo più o meno la cresta del percorso, cercando un punto in cui deviare verso dx, ma alla fine non trovo granchè di sensato, perciò procedo, sino a ritrovarmi, alla fine, prima sulla Costa del Grano, e poi sul Bric Tavolin, dal quale giungo sul sentiero ++ che mi porta sul Monte Figne (ml.1172 slm), la vetta più alta del Parco di Capanne di Marcarolo.
sul Figne
Qui trovo una nutrita comitiva di presumibilmente liguri, che però se ne sta andando, qualche altra coppietta sparsa qui e là a prendere il sole, e... ...guarda un po' chi ti trovo ?
Un Quotazerolo !
Mi saluta ammiccando “....ma che combinate, laggiù? Sembrate tutti matti, perdiana!” poi scompare.
Bah, nani del menga.
Dopo una piccola pausa, continuo sul ++ sino a Passo Mezzano,
e da qui seguo l’Alta Via sino alla Sella del Leco, dove c’è un discreto raggruppamento di merenderos e passeggiatori vari; qui, invece di proseguire sul sentiero, prendo a seguire il crinale che si diparte in direzione Nord, che sembra promettere una bella passeggiata con visuale sui due versanti;
in effetti questo pezzo del percorso è bello e regala delle belle visuali sulle pendici dei bricchi e verso il Rio Tavolin, che sembra molto carino.
Proseguo abbastanza tranquillamente sino ad arrivare a quello che penso sia il Bric Priatecia, per via della piramide di pietre segnalata dal buon Stefs,
Bric Priatecia ?
per poi procedere un po’ più ravanamente verso un successivo bricco con simile piramide di pietre (?)
Bric..................... ????
…….da qui in poi, visto che si intravedeva la C.na Acque Striate, decido di proseguire in discesa nel bosco, tanto la direzione è quella, ma diventa effettivamente una ravanata totale (il bello è che mi ero pure portato un pugain, un pennato, insomma, ma nella foga dell’impresa non l’ho nemmeno tirato fuori dallo zaino, cosa che, a posteriori, avrebbe in effetti avuto un senso).
In ogni caso, in qualche modo, come dice Stefs , riesco ad arrivare alla C.na Meirana, dove speravo di poter rimediare un bel litro di latte fresco, ma il proprietario mi snobba (ci sono i vitelli, ok).
Torno alla macchina e mi dirigo verso Molini, dove riesco a rimediare una birra rossa gratis (nonostante la Liguria sia lì, a due passi! ) dalla gentile proprietaria della Trattoria (che però è chiusa causa Covid) per poi ritornare a casa.
In conclusione, un bel giro che mi ha dato diversi spunti da approfondire in futuro, magari per esplorare meglio i vari rii incontrati e trovare il sentiero giusto x la C.na Carrosina.
Grazie a Stefs x le indicazioni che sono state comunque utili.
Meglio tardi che mai !
Aloha
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: M. Leco e dintorni
Bravo psico , non ti facevo così "esploratore"... Si vede che sound ti ha contagiato .
Scherzi a parte , i posti sono belli , ma li farei in stagioni meno calde ed infestate dalle zecche ...
Scherzi a parte , i posti sono belli , ma li farei in stagioni meno calde ed infestate dalle zecche ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: M. Leco e dintorni
Bel giro "avventuroso" e pieno di ravanage
Prima parte davvero selvaggia e un po' ostica... per il resto ottimo giro e panorami
P.S. non si smentisce mai, Quotazerolo è come il prezzemolo, dappertutto!
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"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
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Re: M. Leco e dintorni
in questo periodo io zecche non ne ho incontrate, ma sono andato a metà maggio, che era ok, adesso sì, immagino sia decisamente troppo caldodaniele64 wrote: Bravo psico , non ti facevo così "esploratore"... Si vede che sound ti ha contagiato .
Scherzi a parte , i posti sono belli , ma li farei in stagioni meno calde ed infestate dalle zecche ...
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Re: M. Leco e dintorni
sì, mi sono divertito, a parte l'ultimo pezzo di ravanage dove ho incontrato anche dei cinghiali con la precedenzateo-85 wrote:Bel giro "avventuroso" e pieno di ravanage
Prima parte davvero selvaggia e un po' ostica... per il resto ottimo giro e panorami
P.S. non si smentisce mai, Quotazerolo è come il prezzemolo, dappertutto!
sulle Figne e Sella del Leco, sull'AV, insomma, abbastanza gente, per la media
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Re: M. Leco e dintorni
Grazie alle preziose informazioni del topic questa primavera mi sono infilato nel rio in ottica torrentistica e ne è uscito un percorsino gradevole, ora mi toccherà dare un'occhiata anche a Barabin e Tavolin!
Oltre alle cascatelle già immortalate nel post c'è questa che è il vero punto forte della discesa.
Una parola sulle incredibili mulattiere con lunghi tratti letteralmente costruiti sui ripidi fianchi del monte. Un vero peccato che siano così abbandonate.
Ciao
Skeno
Oltre alle cascatelle già immortalate nel post c'è questa che è il vero punto forte della discesa.
Una parola sulle incredibili mulattiere con lunghi tratti letteralmente costruiti sui ripidi fianchi del monte. Un vero peccato che siano così abbandonate.
Ciao
Skeno