Cravasco - Monte Taccone
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Cravasco - Monte Taccone
Stamattina io e il buon Alexander dovevamo vederci per fare un po di "scuola di arrampicata ed autoprotezione".... ma dato il meteo, abbiamo rinunciato...
Ma visto che ci faceva piacere vederci comunque abbiamo optato per una passeggiata mattutina, così siamo saliti al monte Taccone partendo da Cravasco.
Il sentiero "due croci rosse" della FIE comincia ad Isoverde e segue l'asfalto fino a poco prima di Cravasco. Noi abbiamo cercato di evitare l'asfalto il più possibile, posteggiando nei pressi di "casa Volpe", che si raggiunge da un bivio sopra Cravasco.
Il sentiero inizialmente oltrepassa un bel ponte di pietra costruito su un torrente che oggi era bello pieno d'acqua... Alex appena l'ha visto ha subito pensato a SKeno
Poi si prosegue su sentiero mai troppo ripido con fondo di pietre, fino a raggiungere dopo 50 minuti circa il ripiano erboso "Prato Perseghin" (cartelli segnalatori), molto carino. Da li la nebbia ci avvolge ed il vento aumenta.... Saliamo verso il monte delle Figne fino a araggiungere "Passo Mezzano" (cartelli segnalatori) e da li prendiamo a destra per la Bocchetta. Poco dopo abbandoniamo il sentiero seguendo una traccia che si stacca sulla destra in salita, che ci porta in breve sulla vetta del Taccone. Siamo saliti di buon passo ed abbiamo impiegato 1 ora e 25 per fare circa 700 metri di dislivello.
Siamo poi riscesi per la stessa via di salita.
Grazie ad Alexander per la compagnia e per tutte le chiacchere che si siamo fatti!
Alla prossima.
Ma visto che ci faceva piacere vederci comunque abbiamo optato per una passeggiata mattutina, così siamo saliti al monte Taccone partendo da Cravasco.
Il sentiero "due croci rosse" della FIE comincia ad Isoverde e segue l'asfalto fino a poco prima di Cravasco. Noi abbiamo cercato di evitare l'asfalto il più possibile, posteggiando nei pressi di "casa Volpe", che si raggiunge da un bivio sopra Cravasco.
Il sentiero inizialmente oltrepassa un bel ponte di pietra costruito su un torrente che oggi era bello pieno d'acqua... Alex appena l'ha visto ha subito pensato a SKeno
Poi si prosegue su sentiero mai troppo ripido con fondo di pietre, fino a raggiungere dopo 50 minuti circa il ripiano erboso "Prato Perseghin" (cartelli segnalatori), molto carino. Da li la nebbia ci avvolge ed il vento aumenta.... Saliamo verso il monte delle Figne fino a araggiungere "Passo Mezzano" (cartelli segnalatori) e da li prendiamo a destra per la Bocchetta. Poco dopo abbandoniamo il sentiero seguendo una traccia che si stacca sulla destra in salita, che ci porta in breve sulla vetta del Taccone. Siamo saliti di buon passo ed abbiamo impiegato 1 ora e 25 per fare circa 700 metri di dislivello.
Siamo poi riscesi per la stessa via di salita.
Grazie ad Alexander per la compagnia e per tutte le chiacchere che si siamo fatti!
Alla prossima.
Last edited by Pazzaura on Tue Apr 22, 2008 14:16, edited 1 time in total.
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Re: Cravasco - Monte Taccone
Ottimo vedi che a venire con me qualcosa servePazzaura wrote:Siamo saliti di buon passo ed abbiamo impiegato 1 ora e 25 per fare circa 700 metri di dislivello
Re: Cravasco - Monte Taccone
E' tutto allenamentodelorenzi wrote:Ottimo vedi che a venire con me qualcosa servePazzaura wrote:Siamo saliti di buon passo ed abbiamo impiegato 1 ora e 25 per fare circa 700 metri di dislivello
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...
...il grande Pazzaura oggi mi ha portato a fare un bel giro! Proposta subito accettata... pur rinunciando alla fase alpinistica è stata una splendida occasione per altro molto divertente!
Salita piacevole parlando delle mille vicissitudini e possibilità quotazerine... praticamente una riunione di mod... ma man mano che ci avvicinavamo alla vetta... gli argomenti hanno trattato sempre più temi alpinistico-personali... e scendendo foglio mentale bianco e s'è passati dalle corse a piedi a quelle in macchina... forte! ci voleva una bella ricarica...
Eh la Liguria sa il fatto suo... 3 ore e da casa ti trovi in montagna e ritorni a casa con la piacevolissima compagnia di un amico montagnardo! bene bene!
...per la cronaca se alla base ho pensato a skeno (per chiedergli se quel torrente si può fare e per sapere qual'è perchè voglio farlo!!! skeno è già stato rintracciato... )
...nel resto della salita abbiam pensato agli altri... e dallo spartiacque, con vento e nuvole veloci, fino alla croce di vetta... la nostra mente è andata all'admin... che lì sarebbe stao come un bambino con la cioccolata...
grazie Paz!!
...giro breve e dalle molte soddisfazioni.... molto consigliato!
Salita piacevole parlando delle mille vicissitudini e possibilità quotazerine... praticamente una riunione di mod... ma man mano che ci avvicinavamo alla vetta... gli argomenti hanno trattato sempre più temi alpinistico-personali... e scendendo foglio mentale bianco e s'è passati dalle corse a piedi a quelle in macchina... forte! ci voleva una bella ricarica...
Eh la Liguria sa il fatto suo... 3 ore e da casa ti trovi in montagna e ritorni a casa con la piacevolissima compagnia di un amico montagnardo! bene bene!
...per la cronaca se alla base ho pensato a skeno (per chiedergli se quel torrente si può fare e per sapere qual'è perchè voglio farlo!!! skeno è già stato rintracciato... )
...nel resto della salita abbiam pensato agli altri... e dallo spartiacque, con vento e nuvole veloci, fino alla croce di vetta... la nostra mente è andata all'admin... che lì sarebbe stao come un bambino con la cioccolata...
grazie Paz!!
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Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Sul sentiro per il taccone
ciao volevo solo segnalare al buon pazzaura che salendo da quell' itinerario dovrebbe aver incrociato un ometto gigante e una targa "palestra delle gritte". Sono una decine di massi un pò piu piccoli della "piccola" di Cravasco ma che per giornate ""tutto esaurito"" a Cravasco valgono la pena di essere visitati sono attrezzati con chioti e spit e predisposte per le calate.
Sicuramente avrai gia visitato il posto se cosi non fosse puoi farci un salto tutto esposto a sud la roccia è serpentinite, sicuramente troverai un pò di boscaglia rovi ecc non è molto frequentata ma per un po di allenamento lontano dalle urla si puo fare. ciao ciao P.S essendo poco frequentata saggia sempre la roccia e gli ancoraggi non si sa mai...
Sicuramente avrai gia visitato il posto se cosi non fosse puoi farci un salto tutto esposto a sud la roccia è serpentinite, sicuramente troverai un pò di boscaglia rovi ecc non è molto frequentata ma per un po di allenamento lontano dalle urla si puo fare. ciao ciao P.S essendo poco frequentata saggia sempre la roccia e gli ancoraggi non si sa mai...
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Re: Sul sentiro per il taccone
Fortissimo! il tuo intervento capita a puntino..... Infatti salendo abbiano notato omettone e scritta bianca "gritte" con frecce bianche... Ci siamo chiesti cosa fosse... MOLTO INTERESSANTE! grazie mille dell'intervento.Barcaiolo wrote:ciao volevo solo segnalare al buon pazzaura che salendo da quell' itinerario dovrebbe aver incrociato un ometto gigante e una targa "palestra delle gritte". Sono una decine di massi un pò piu piccoli della "piccola" di Cravasco ma che per giornate ""tutto esaurito"" a Cravasco valgono la pena di essere visitati sono attrezzati con chioti e spit e predisposte per le calate.
Sicuramente avrai gia visitato il posto se cosi non fosse puoi farci un salto tutto esposto a sud la roccia è serpentinite, sicuramente troverai un pò di boscaglia rovi ecc non è molto frequentata ma per un po di allenamento lontano dalle urla si puo fare. ciao ciao P.S essendo poco frequentata saggia sempre la roccia e gli ancoraggi non si sa mai...
Per dags: la corda la porta colsub che è magro e più allenato di me...
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Re: Sul sentiro per il taccone
Pazzaura wrote:Fortissimo! il tuo intervento capita a puntino..... Infatti salendo abbiano notato omettone e scritta bianca "gritte" con frecce bianche... Ci siamo chiesti cosa fosse... MOLTO INTERESSANTE! grazie mille dell'intervento.Barcaiolo wrote:ciao volevo solo segnalare al buon pazzaura che salendo da quell' itinerario dovrebbe aver incrociato un ometto gigante e una targa "palestra delle gritte". Sono una decine di massi un pò piu piccoli della "piccola" di Cravasco ma che per giornate ""tutto esaurito"" a Cravasco valgono la pena di essere visitati sono attrezzati con chioti e spit e predisposte per le calate.
Sicuramente avrai gia visitato il posto se cosi non fosse puoi farci un salto tutto esposto a sud la roccia è serpentinite, sicuramente troverai un pò di boscaglia rovi ecc non è molto frequentata ma per un po di allenamento lontano dalle urla si puo fare. ciao ciao P.S essendo poco frequentata saggia sempre la roccia e gli ancoraggi non si sa mai...
Per dags: la corda la porta colsub che è magro e più allenato di me...
eh lo sapevo o meglio lo temevo che qualcuno l'avrebbe tirato fuori, comunque era già uscita tempo fa ma si vede che avete la memoria corta, naturale siete giovincelli Comunque regola uno domandarsi come mai non è molto frequentata,
chissà perchè
beh personalmente ne starei molto alla larga per svariatissimi motivi, poi ognuno è libero di fare quel che vuole.
Riportando anche se fuori topic la discussione alla palestra di Sciarborasca... bene se li ci son problemi di malposizionamento dei fittoni quà è un esempio scolastico di malposizionamento, di soste artigianali pericolosissime, di rocce instabili di..... beh fate vobis.
ah se risponde Walter 1 ne sentirete delle belle
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
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Re: Sul sentiro per il taccone
bè, chiunque voglia proseguire su questa questione apra un topic nuovo, magari in arrampicata.Conte Ugolino wrote: ah se risponde Walter 1 ne sentirete delle belle
Qui parliamo della gita al Taccone..
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no non c'entranodelorenzi wrote:Barcaiolo stai parlando dei Massi della Luna ???
comunque come dice l'admin qua si parla solo del Taccone
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Evitiamo di "sporcare" il topicConte Ugolino wrote:no non c'entranodelorenzi wrote:Barcaiolo stai parlando dei Massi della Luna ???
comunque come dice l'admin qua si parla solo del Taccone
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Rispondo a delorenzi, anche se ti hanno prontamente risposto , no non sono i massi della luna, qui puoi trovare da arrampicare ma come detto prima da me e poi da altri.... giusto per sapere che esiste poi uno valuta di persona. Ovviamente il posto non è paragonabile alle falesie che tutti conosciamo e più gettonate.E chiudo era solo per togliere la curiosità a pazz che gli sarà venuta salendo e vedendo le indicazioni. concludo immmediatamente per non andar fuori topic ciao a tutti...
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Ma allora non sono i massi della luna ?????........ scherzo.....
Cravasco - Taccone - Figne:
Dalla cima del Monte Taccone si scende in direzione nord lungo traccia di sentiero fino ad incontrare il segnavia due croci gialle (vado a memoria) che ti conduce al Monte Figne.
Volendo allungare dal Figne, scendi per sterrata fino a Casa Carossina - Passo della Dagliola per arrivare al Monte Tobbio.
Cravasco - Taccone - Figne:
Dalla cima del Monte Taccone si scende in direzione nord lungo traccia di sentiero fino ad incontrare il segnavia due croci gialle (vado a memoria) che ti conduce al Monte Figne.
Volendo allungare dal Figne, scendi per sterrata fino a Casa Carossina - Passo della Dagliola per arrivare al Monte Tobbio.
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Dunque, anello non saprei... Arrivato al Passo Mezzano, trovi cartelli indicatori che indicano a sinistra Figne, a destra Passo della Bocchetta (passando alle pendici del Taccone). Quindi dovresti andare sulle Figne, tornare al passo e poi andare sul Taccone.
Non saprei se c'è il modo di collegarli senza ripassare dal Passo Mezzano... ma non credo... stasera semmai guardo sulla cartina.
Delo però per salire al taccone usi il due croci rosse/gialle, quindi comunque ripercorri il tratto del Passo Mezzano. Quindi NON si tratta di anello..
Non saprei se c'è il modo di collegarli senza ripassare dal Passo Mezzano... ma non credo... stasera semmai guardo sulla cartina.
Delo però per salire al taccone usi il due croci rosse/gialle, quindi comunque ripercorri il tratto del Passo Mezzano. Quindi NON si tratta di anello..
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Un anello completo no, ma si può fare comunque un bel giro! Appena le giornate si allungano e lo permettono! Corricchiando in meno di 50' siamo sul Figne. (dalla Volpe). Partendo da Isoverde invece si può fare un anello salendo da Gallaneto, Prato leone Guana, Taccone Figne e scendere a Cravasco (per il sentiero due croci rosse) e poi a Isoverde facendo un anello che prevede però alcuni tratti di asfalto (ma se corri non ti pesa)bade wrote:Riportando il discorso sul Taccone...un anello che coinvolga Taccone e Figne partendo da Cravasco?
Paolo
Il silenzio è il grido più forte.
Il silenzio è il grido più forte.
Ho spostato qui http://www.quotazero.com/gallery/catego ... cat_id=519 le foto del Taccone
Ciaoo
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Re: Cravasco - Monte Taccone
Taccone 1113 m.
Nel 2010 un sabato mattina di fine gennaio, due alpinisti di quotazero guidarono una spedizione sul tetto del Taccone. Partiti dal campo base di Cravasco, un’ora e mezza di salita dal campo alla vetta, in condizioni estreme.
La sera prima, al telefono con Colsub, Gipa e subcomandante, si valutavano le condizioni delle Apuane, era in programma una salita sulla Pania della Croce o sulla Roccandagia. Le condizioni del meteo però annunciavano nevicate nel corso della nottata ed anche possibili precipitazioni a carattere nevoso anche nel corso della giornata successiva. Ad ogni modo, io ero già propenso a restare a casa, in forte debito di sonno non avrei sopportato un’alzata alle 04:00 del mattino. Esclusa la meta Apuane per via delle nevicate, Gipa mi aveva proposto il Piemonte, canalino e vetta su Cima delle Saline, ma l’ora della sveglia non sarebbe mutata… A malincuore ho declinato.
Con Colsub allora sono seguite alcune comunicazioni circa l’ipotesi di una toccata e fuga su qualche vetta nostrana, ma con sveglia più dignitosa. Avanzo alcune proposte fra cui il Taccone. “Il Taccone mi manca” risponde Colsub,”Andata” gli replico io.
Ore 6.30 mi alzo con la bava alla bocca e la lentezza di un bradipo, tappa in bagno, l’essenziale nello zaino (tanto per l’ora di pranzo sarò a casa…) mi metto in tasca un succo di frutta alla pera e in bocca un pezzo di focaccia di ieri (ancora bella morbida) che masticherò tra la discesa in ascensore e la messa in moto della Polo.
Ore 7.15 sono sotto casa sua e si parte in direzione Campomorone – Cravasco. Arrivati nel borgo di Cravasco, parcheggiamo nei pressi del campo base e poco dopo altri alpinisti ci raggiungono.
Colsub nota, dalle toppe sui loro pile, che appartengono alle Gritte di Bolzaneto, si prepareranno per salire il canale del Guana. Educatamente li abbiamo salutati ed alle 08:30 è iniziata la salita.
Cravasco
Il sole, sorto da poco, iniziava a scaldare ma non ancora da sciogliere lo strato di verglas che ricopriva il sentiero come una pellicola, occorreva un po’ di attenzione. Il vibram degli scarponi scivolava su di esso. Solo dopo circa un quarto d’ora iniziamo a pestare le prime chiazze di neve ed infine ci ritroviamo immersi nel bianco. Agli occhi, la sagoma della costiera del Bric di Guana completamente innevata attribuiva una rispettosa severità all’ambiente.
Bric di Guana e i suoi canali
Gli alberi e le piante erano coperti dalla galaverna. Saliamo.
Lungo il sentiero Colsub avvista in lontananza alcuni caprioli. Deve avere qualche diavoleria negli occhiali perché ci vede meglio di me..
In silenzio osserviamo gli ungulati raggiungere in pochi balzi il pendio innevato e dirigersi verso il crinale.
Folate di vento gelido ci costringeranno di li a poco ad una rapida vestizione.
Colsub si copre e cerca la bombola d'ossigeno...
Raggiungiamo così Prato Perseghin in un panorama himalayano. Le nuvole basse nascondono la cima e la visuale è ridotta a non più di 20 o 30 metri.
Le allucinazioni da quota iniziano a farsi sentire, Colsub mi recupera a fatica mentre, in stato d’incoscienza, vagavo fuori traccia insistendo di aver visto un cartello che mostrava la via per raggiungere il Santo Graal..
Fortuna che aveva una bombola d’ossigeno e dopo avermi fatto respirare due o tre boccate, riprendiamo assieme l’ascensione verso la vetta. Il vento sferza gelido, ed ogni raffica è una frustata. Le nostre giacche a vento sono già coperte dal ghiaccio e candelotti luccicano sotto il nostro naso. La vetta è vicina, ancora pochi passi… Improvvisamente, quando ogni speranza sembrava perduta, ecco apparire tra le nebbie, come un miraggio, la sagoma inconfondibile della croce, con un ultimo sforzo siamo in vetta: Sono le 10:00!!!
In cima il vento è così forte che ti destabilizza, senza guanti si rischia il congelamento degli arti, il cippo e la croce di vetta assomigliano di più ad un iceberg.
Persino la Madonnina è congelata!
Il tempo di due foto eroiche per testimoniare l’impresa ed è l’ora di scendere dalla montagna, meglio non superare il punto di non ritorno. Scendendo cerchiamo di non perdere la traccia delle nostre peste ed il tempo non migliora. A Prato Perseghin ripristiniamo il cartello con l’indicazione per Isoverde nella giusta direzione e proseguiamo la discesa.
La natura dominante e poetica scultrice ci mostra le sue opere meravigliose. Una foto di un bellissimo e raro esemplare di corallo glaciale appenninico mi resta in parte appannata per la condensa sull’obiettivo.
Ma presto le nuvole e le correnti d’aria ci permetteranno nuovamente la visuale e davanti a noi si apre una distesa di cumuli che copre l’intera Val Polcevera…
mostrando in lontananza solo le cime scure di altre vette, un’Alpe di Porale ammantata di bianco e un Bric Guana ora pulito e sgombro da nubi.
Alle 13 ero nuovamente a casa, confortato dal calore di un buon piatto di polenta fumante.
Un’ascensione touch and go ma estremamente apprezzata per le particolari condizioni climatiche ed ambientali.
Ringrazio il mitico Colsub per la compagnia e la collaborazione fotografica ed il saggio Paolo59 per cenni ed informazioni geografiche. A presto.
Nel 2010 un sabato mattina di fine gennaio, due alpinisti di quotazero guidarono una spedizione sul tetto del Taccone. Partiti dal campo base di Cravasco, un’ora e mezza di salita dal campo alla vetta, in condizioni estreme.
La sera prima, al telefono con Colsub, Gipa e subcomandante, si valutavano le condizioni delle Apuane, era in programma una salita sulla Pania della Croce o sulla Roccandagia. Le condizioni del meteo però annunciavano nevicate nel corso della nottata ed anche possibili precipitazioni a carattere nevoso anche nel corso della giornata successiva. Ad ogni modo, io ero già propenso a restare a casa, in forte debito di sonno non avrei sopportato un’alzata alle 04:00 del mattino. Esclusa la meta Apuane per via delle nevicate, Gipa mi aveva proposto il Piemonte, canalino e vetta su Cima delle Saline, ma l’ora della sveglia non sarebbe mutata… A malincuore ho declinato.
Con Colsub allora sono seguite alcune comunicazioni circa l’ipotesi di una toccata e fuga su qualche vetta nostrana, ma con sveglia più dignitosa. Avanzo alcune proposte fra cui il Taccone. “Il Taccone mi manca” risponde Colsub,”Andata” gli replico io.
Ore 6.30 mi alzo con la bava alla bocca e la lentezza di un bradipo, tappa in bagno, l’essenziale nello zaino (tanto per l’ora di pranzo sarò a casa…) mi metto in tasca un succo di frutta alla pera e in bocca un pezzo di focaccia di ieri (ancora bella morbida) che masticherò tra la discesa in ascensore e la messa in moto della Polo.
Ore 7.15 sono sotto casa sua e si parte in direzione Campomorone – Cravasco. Arrivati nel borgo di Cravasco, parcheggiamo nei pressi del campo base e poco dopo altri alpinisti ci raggiungono.
Colsub nota, dalle toppe sui loro pile, che appartengono alle Gritte di Bolzaneto, si prepareranno per salire il canale del Guana. Educatamente li abbiamo salutati ed alle 08:30 è iniziata la salita.
Cravasco
Il sole, sorto da poco, iniziava a scaldare ma non ancora da sciogliere lo strato di verglas che ricopriva il sentiero come una pellicola, occorreva un po’ di attenzione. Il vibram degli scarponi scivolava su di esso. Solo dopo circa un quarto d’ora iniziamo a pestare le prime chiazze di neve ed infine ci ritroviamo immersi nel bianco. Agli occhi, la sagoma della costiera del Bric di Guana completamente innevata attribuiva una rispettosa severità all’ambiente.
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Lungo il sentiero Colsub avvista in lontananza alcuni caprioli. Deve avere qualche diavoleria negli occhiali perché ci vede meglio di me..
In silenzio osserviamo gli ungulati raggiungere in pochi balzi il pendio innevato e dirigersi verso il crinale.
Folate di vento gelido ci costringeranno di li a poco ad una rapida vestizione.
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Raggiungiamo così Prato Perseghin in un panorama himalayano. Le nuvole basse nascondono la cima e la visuale è ridotta a non più di 20 o 30 metri.
Le allucinazioni da quota iniziano a farsi sentire, Colsub mi recupera a fatica mentre, in stato d’incoscienza, vagavo fuori traccia insistendo di aver visto un cartello che mostrava la via per raggiungere il Santo Graal..
Fortuna che aveva una bombola d’ossigeno e dopo avermi fatto respirare due o tre boccate, riprendiamo assieme l’ascensione verso la vetta. Il vento sferza gelido, ed ogni raffica è una frustata. Le nostre giacche a vento sono già coperte dal ghiaccio e candelotti luccicano sotto il nostro naso. La vetta è vicina, ancora pochi passi… Improvvisamente, quando ogni speranza sembrava perduta, ecco apparire tra le nebbie, come un miraggio, la sagoma inconfondibile della croce, con un ultimo sforzo siamo in vetta: Sono le 10:00!!!
In cima il vento è così forte che ti destabilizza, senza guanti si rischia il congelamento degli arti, il cippo e la croce di vetta assomigliano di più ad un iceberg.
Persino la Madonnina è congelata!
Il tempo di due foto eroiche per testimoniare l’impresa ed è l’ora di scendere dalla montagna, meglio non superare il punto di non ritorno. Scendendo cerchiamo di non perdere la traccia delle nostre peste ed il tempo non migliora. A Prato Perseghin ripristiniamo il cartello con l’indicazione per Isoverde nella giusta direzione e proseguiamo la discesa.
La natura dominante e poetica scultrice ci mostra le sue opere meravigliose. Una foto di un bellissimo e raro esemplare di corallo glaciale appenninico mi resta in parte appannata per la condensa sull’obiettivo.
Ma presto le nuvole e le correnti d’aria ci permetteranno nuovamente la visuale e davanti a noi si apre una distesa di cumuli che copre l’intera Val Polcevera…
mostrando in lontananza solo le cime scure di altre vette, un’Alpe di Porale ammantata di bianco e un Bric Guana ora pulito e sgombro da nubi.
Alle 13 ero nuovamente a casa, confortato dal calore di un buon piatto di polenta fumante.
Un’ascensione touch and go ma estremamente apprezzata per le particolari condizioni climatiche ed ambientali.
Ringrazio il mitico Colsub per la compagnia e la collaborazione fotografica ed il saggio Paolo59 per cenni ed informazioni geografiche. A presto.
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Re: Cravasco - Monte Taccone
Spettacolo!!! Complimenti bellissime foto
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: Cravasco - Monte Taccone
Dopo il "glaciale e sofferto" racconto di Ramingo, non mi rimane che fare i miei più calorosi complimenti al mio compagno di avventura che riesce sempre a far rivivere a tutti le sue emozioni
Grazie Ramingo per avermi coinvolto in questa gita
Aggiungere qualche foto:
Qui http://www.quotazero.com/album/thumbnails.php?album=653" onclick="window.open(this.href);return false; trovate la cartella con le foto della salita
Ciaooo
Grazie Ramingo per avermi coinvolto in questa gita
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Re: Cravasco - Monte Taccone
bel giro... complimenti per le foto...
foglie e Madonnina in particolare...
foglie e Madonnina in particolare...
Re: Cravasco - Monte Taccone
A me piace molto questa
Nella foto con te in vetta, ti si erano ghiacciati anche le lenti degli occhiali?
Nella foto con te in vetta, ti si erano ghiacciati anche le lenti degli occhiali?
Re: Cravasco - Monte Taccone
Congelati no...erano solo appannatiAgo wrote:Nella foto con te in vetta, ti si erano ghiacciati anche le lenti degli occhiali?
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Re: Cravasco - Monte Taccone
Bravi eroici quotazerini! Bella gita davvero, di quelle brevi ma che si apprezzano molto proprio per certi particolari!
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Cravasco - Monte Taccone
Che fantastiche foto , bravi!...le meraviglie della natura non hanno limiti!
Re: Cravasco - Monte Taccone
Bravi ragazzi
Molto freddo nel nostro entroterra questo week-end...
Molto freddo nel nostro entroterra questo week-end...
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Re: Cravasco - Monte Taccone
Eroici si, durante la discesa il ginocchio si è fatto sentire... dolori acuti si alternavano ad attimi di quiete in cui il dolore diminuiva.. non vi dico... arrivare all'asfalto è stata una liberazione... scedendo per un attimo ho pensato a Joe Simpson... non posso neppure lontanamente immaginare cosa deve aver vissuto e provato quell'uomo!scinty wrote:Bravi eroici quotazerini! Bella gita davvero, di quelle brevi ma che si apprezzano molto proprio per certi particolari!
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Re: Cravasco - Monte Taccone
Cosa hai fatto al ginocchio ?
Re: Cravasco - Monte Taccone
Vedi topic di questa gita, l'infortunio è partito da li!okkiblu wrote:Cosa hai fatto al ginocchio ?
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“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Re: Cravasco - Monte Taccone
Mi è piaciuto il taglio ironico del racconto.
- Maury76
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Re: Cravasco - Monte Taccone
Complimenti e gran bel racconto
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Re: Cravasco - Monte Taccone
Grazie a tutti
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”