Vabbuò, posto qui che il titolo è giusto, dai…………..
Ciao a tutti,
Due settimane fa, esattamente il 14 di Giugno, le previsioni parevano dare una finestra di bel tempo in mezzo a quella pioggia residua che ha afflitto questo finale di primavera, perciò consideravo la possibilità di fare un giretto, anche se non avevo ben chiaro dove, ma visto il delirio attuale, pensavo di continuare a fare tragitti non molto lontani da casa; l’indecisione rimane sino all’ultimo, ma comunque la mattina devo alzarmi presto per portare mia figlia ad Arquata a prendere il treno per Genova, e allora a quel punto decido che tanto vale, visto che son già in piedi, buttar qualcosa nello zaino e andare a passeggiare da qualche parte, nella fattispecie, prima che faccia troppo caldo, su qualche cima della Val Borbera.
Scelgo modalità bendato con le freccette un tragitto che mi ero segnato sul telefonino : partenza da Volpara, salita al Giarolo, poi crinale Giarolo-Gropà-Panà-Cosfrone-Ebro e ritorno verso Monte Roncasso e Volpara, anche se vedo adesso che tempo addietro, rispondendo a Orsobruno, avevo pensato di salire da Caldirola, probabilmente x rivivere qualche ricordo di gioventù…….
Invece, anche perché logisticamente più comodo, sono salito dal versante Borberino.
Arrivato a Volpara parcheggio e vengo subito abbordato da uno dei caratteristici personaggi di paese (sapete, quelli che si inizia a parlare di parenti vari dopo 5 minuti, qualunque sia la provenienza di entrambi, tra l’altro!
); quando riesco a partire, giusto il tempo di far 2 passi e sento lui che nicchia tipo
“mmmmm….” “eh, non so se di lì riesci a passare, eh….” “quindi?”
“più avanti, c’è una fontana, vai su di lì……”
Vabbè, la fontana la trovo, bevo, ma su di lì esattamente sarebbe…..?
Boh, proseguo lungo le ultime case del paese, arrivo alla chiesa, da cui parte una rampa ripidissima che dopo non molto entra nel bosco e, sempre ripidissimamente, si dirige verso il Giarolo, che in effetti sovrasta letteralmente il paesino; il sentiero però non è che sia granché, in più è tutto bagnatissimo dalle piogge precedenti, e pure freddino, devo dire, nonostante la stagione……….proseguendo giungo alfine in un bosco di abeti dove finalmente perdo il sentiero
e procedo alla volemosebbene
, cominciando a chiedermi quali erano gli altri itinerari che avevo preso in considerazione….
alla fine sbuco su di una sterrata poco sotto gli antennoni del Giarolo, che
consitantagrazia adornano lomontetutto.
dal Giarolo
Eccole qua, le mie reminiscenze giovanili
, il Redentore oramai circondato da demoni d’antenne che lo sovrastano come valesse nulla, e stando lì sotto a mangiare un panetto mi chiedo se ponendo il cartoccio esattamente al centro delle stesse potrei usufruire di un qualche effetto microonde come ho visto in certi video, o se scattando una foto al Cristo e condividendola con gente lontana, questa rimbalzi pure tra le punte degli aghi sulla mia testa, che scritto così fa molto Hellraiser….
In effetti ho visto abbastanza video terrificanti sugli effetti delle frequenze telefoniche da evitare di prendere per i fondelli chiunque parli male del 5G, ad esempio, anche se naturalmente ognuno si frigge il cervello come preferisce, e ultimamente vedo che denigrare chiunque va per la maggiore, perciò prendetevi pure gioco di me ma, finito il panino, il cervello preferisco arrostirmelo sotto il sole, che finalmente è apparso, anche se la nuvolaglia persisterà ancora sino a pomeriggio inoltrato.
Perciò mi incammino lungo sta benedetta (dal Redentore)
recinzione, che mi accompagnerà lungo tutto il percorso di crinale, su di un sentiero parecchio fangoso, grazie alle piogge dei giorni precedenti, e stando all’occhio alle numerose mountainbike in circolazione, che non hanno il campanello trillante della Graziella, sostituito, alla faccia del Redentore, da rutilanti bestemmie che echeggiano tra gli sterrati.
Mi faccio strada tra le farfalle
sfiorando altri piccoli tralicci, il cui frinire si mischia in maniera altresì inquietante con quello delle cicale, a meno che non si tratti proprio di insetti-robot……….
dovremo abituarci a non essere più umani, mi sa……………ma che dico dovremo, dovrete, dovranno, luddisti di tutto il mondo, unitevi, perDiana !
La seggiovia che giunge sul Gropà è gestita da un ragazzo che tiene la radio accesa, diffondendo una insulsa musica elektro che nulla c’entra con l’ambiente, ma capisco che si annoi, ad aiutare a scendere gnocche coi tacchi fidanzate con tizi in camicia che salgono qui a limonare tra le boasse (oh, beati loro, eh).
Tra il Gropà e il Panà (dancatvò?) passo dal Passo (eh, d’altronde) di Brusamonica, ma mi perdo in qualche modo le rovine del Castello (che poi castello probabilmente non era, forse un convento), che mi avrebbero riportato un po’ indietro col pensiero a quei bei tempi in cui belinate non ce n’era, e s’eri donna non era granchè facile, che strega o monaca rischiavi di venir bruciata dal primo bruto che passava, e manco in questo, mi sa, abbiamo fatto progressi definitivi, diciamo che c’è ancora un margine di miglioramento, ecco.
Il
Panà si differenzia dal
Gropà per le lettere che precedono la
A accentata
, per il resto è un panettone erboso uguale agli altri della serie, anche se per arrivargli sulla gro
PPa c’è un bel rampone.
Da qui in poi è tutto mucche e vitelli,
che ti guardano con la loro espressione evidentemente definita bovina proprio perché non si sa che pensarne, almeno io non l’ho mai saputo, avrei dovuto studiare Vacche a scuola, e invece alle superiori 5 anni tutti di soli maschi, che dovrebbe essere vietato per legge
, e comunque un animale così grosso con corna di cui non s’intuisce l’uso, che mastica in continuazione senza fare nemmeno le bolle, è davvero strano; per fortuna ha le tette, che è sempre un valore aggiunto, per quanto mi riguarda, e in effetti è grazie a loro che sono cresciuto, tette e mucche, che quando s’era abelinati in Val Curone all’ora di cena partivo con le mie bottiglie di vetro sino alla stalla della Marcellina, che aveva pure una figlia che le piacevo, ma ero abelinato, dopotutto, proprio come ora, che ci sono le bottiglie di plastica, per fortuna di Satana e sfiga del Redentore e degli animali tutti, noi compresi.
Godersilpanorama
La giornata si svolge così, anonima, tra rimembranze e mancanza di stupore, sinchè non giungo in vetta all’Ebro, dove c’è un po’ di gente e, mentre addento un panetto, vedo comparire una mia amica, anche lei da sola, piacevole incontro, appuntamento non dato, e tutto sembra quasi sbanattare per acquistare un senso.
Scambiamo due chiacchere due, mentre mangiamo un panetto (ma quanti ne ho? Nah, li sto spalmando a caso lungo il racconto
) e ho come la sensazione entrambi siamo un po’ lì, così, che non è che non si sa cosa dire, non si sa proprio che pensare.
Comunque tranquilli, facciamo tutta la serie di battute di rito sulla velocità del servizio dell’Albergo Capanne di Cosola e poi ci salutiamo (eh, lo so, avreste voluto un finale migliore, ma non ce l’ho).
Andiamo, va
La mia giornata è comunque già migliorata, perciò, come direbbe Murphy, non può che peggiorare.
Ma non sembra, perchè la
discesa verso e poi la
risalita del Roncasso si rivela piacevole, un panettone più dolce degli altri che fa da bel balcone sulle Strette e la bassa Val Borbera.
Toh, il Tobbio
Attenzione, però, perchè subito dopo il Roncasso scendo al Colle Trappola, che se si chiama così ci sarà ben un motivo, no, belin ? E infatti qui non so perchè mi viene da andare a scendere un pezzo verso Pobbio dove c'è una fontana che però non raggiungerò, prendendo una
scorciatoia che
in breve (giustamente) mi annoia e mi convince a ritornare sui miei passi al Colle, dove prendo la direzione che devo prendere ma saltando un bivio più avanti, allungando così ancora di un poco la strada, che già così.........quando sono sicuro di essere sicuro di essere sul sentiero sicuro, mi fermo a bere e mangiare un panetto
, e sono seduto lì, e mi viene in mente quella volta che ho perduto il telefono, e poi me l'han ritrovato, e penso ma se lo perdo qui, ma vabbè, col gps dovrei ritrovarlo – forse - e comunque dovrei tornare sino a Volpara.............e insomma son lì che penso sti pensieri che non li capisco neanche da solo, e quando mi alzo, prendo lo zaino e tutto e faccio per incamminarmi, non vedo il mio telefono lì, per terra, che m'era caduto dalla tasca?
Belin, ma allora sono matto o no, mi vien da pensare ?
Comunque vabbè, viva la consapevolezza e si riparte, tutto il tragitto restante è ormai nel bosco, che sarebbe anche bello, specialmente se pieno di funghi, che gli donano sempre quel non so che, ma belin, non ce n'è.
Perciò continuo la ormai noiosetta marcia senza sorprese tranne un bel rapace notturno che mi decolla proprio davanti senza nemmeno fermarsi a salutare, fino a giungere al guado di un rio, attraversato il quale mi materializzo di fronte ad una ragazza bruna che sta rosicchiando una mela sotto un portico.
Insieme alla ragazza bruna si materializza anche l'asfalto, con un paio di rottami storici abbandonati in tempi remoti,
asfalto che per gli ultimi km mi accompagna sino a Volpara, dove mangio un panetto (scherzo, dai, basta!
), ribevo alla fontana dell'andata, e me ne vado
M'è piaciuta sta gita ?
Ma sì, dai, però mi sa che da Caldirola era meglio.
O forse no
Aloha