Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Moderator: Moderatori

Post Reply
User avatar
paolocerreta
Quotazerino
Posts: 696
Joined: Mon Feb 02, 2015 22:05
Location: Valbrevenna

Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by paolocerreta »

psiconauta wrote::o ma che bei posti !

.........io sono uno di quelli che ti chiederebbe un bell'anello da fare in Valbrevenna..... :feliceModerato:

devo studiare a fondo questo topic :-k
=D>
Studia studia :risata: Come possibilità di anelli c'è ne sono tantissime...ma per un "neofita" di questa zona di appennino ti consiglierei come prima escursione l'anello di Chiappa ( viewtopic.php?f=5&t=12071&hilit=Anello+di+Chiappa" onclick="window.open(this.href);return false;) ben descritto da locontim, con un passaggio obbligato sulla cima dell'Antola : Thumbup :
"Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza. Dall'erba ho imparato ad apprezzare la persistenza."
[Hal Borland]
User avatar
luga
Utente Molto Attivo
Posts: 475
Joined: Sat Oct 31, 2015 10:22

Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by luga »

: Sorry! : avevo letto male e pensavo foste sotto Cerviasca, non sopra..
Ci vorrebbe qualche vecchia mappa..
paolocerreta wrote:
luga wrote:
paolocerreta wrote:... nei pressi di un anonimo secchereccio, attraversando il rio Ote.
potrebbe forse essere il casone di Battiberga
Bel giro comunque : Thumbup :
Grazie luga : Thumbup :
Chiedendo un po' in giro mi è stato detto che in realtà la zona chiamata batiberga rimane sotto Cerviasca, nei pressi delle due costruzioni note con il nome dei Cornaiti .
Chissà a questo punto come si chiamerà! Certo,rimane un peccato che tutti questi toponimi si stanno perdendo nell'oblio della memoria. :triste:
User avatar
paolocerreta
Quotazerino
Posts: 696
Joined: Mon Feb 02, 2015 22:05
Location: Valbrevenna

Re: Valbrevenna: resoconto di una vacanza al naturale...

Post by paolocerreta »

Dopo moltissimo tempo (troppo!) di assenza, torno a scrivere una gita.
Tra le cause di ciò, l’inflazionata mancanza di tempo per girare e l’endemica mancanza di tempo per scrivere…insomma un continuo rincorrere un qualcosa ( appunto il tempo!) che continuamente ci sfugge e non c’è verso di fermarlo un attimo.

Bando alla ciance, vi racconto il giretto che mi sono concesso Venerdì 2 Novembre scorso.
Era un po’ che volevo andare a verificare di persona lo stato della mulattiera che collegava il paese di Mareta a Casareggio, passando per Aia Vecchia.
Perciò, lasciata l’auto presso l’ampio slargo che un tempo era il capolinea del servizio dell’Atp, poco dopo l’abitato di Chioso, mi incammino per poche centinai di metri sull’asfalto della comunale “via alta Val Brevenna”. Pochi metri dopo un secondo slargo, sulla sinistra si stacca un evidente traccia che risale il costone, la quale sale in direzione Mareta.
In realtà, prima di salire verso il paese, ho scavalcato il dirimpettaio guard rail alla traccia, e sono sceso a verificare lo stato dei ruderi vecchio molino sul Brevenna.
Il manufatto si presenta ancora in buone condizioni, con ancora presenti le ruote dentate degli ingranaggi in legno, le mole e le tramogge. Di questo mulino, per la sua posizione piuttosto nascosta, si racconta che durante la seconda guerra mondiale fosse utilizzato di frodo per la macinatura di grano, mais e castagne, per ottenere farina rivenduta sul mercato nero.
molino mareta.jpg
Tornando al sentiero, questo risale ripido verso Mareta, piuttosto infrascato soprattutto all’inizio.
Con rapidi tornanti si giunge ad un bel pianoro, con vista sulla splendida palazzata, di evidente origine medievale malcelata dai discutibili restauri.
mareta 1.jpg
mareta 2.jpg
Giunti qui, si segue il primo carruggio che ci porta al centro del paese. Procedendo sempre in salita, si arriva al piazzale della piccola chiesetta, dove all’ opposto di essa si trova la cappella restaurata con gli splendidi affreschi. Un angolo inaspettato di arte:
cappella mareta.jpg
(ammetto che la foto l'ho presa su internet: fortunatamente gli affreschi cinquecenteschi sono protetti da una vetrata, e ciò rende difficile fare una foto decente senza avere riflessi spiacevoli)

Continuando a salire, si sorpassa una casa bianca fino a giungere ad un rudimentale cancelletto in legno. Qui si incontra un bivio: a sinistra si procede verso Pareto, a destra si va verso Aia Vecchia.
Mi incammino quindi a destra e quasi subito si guada un facile ruscello. La mulattiera entra nel bosco, si oltrepassa un altro rio e tra muri terrazzati monumentali si arriva nei pressi di un casone ( ancora dotato di una bella mangiatoia in legno al suo interno) e ad una minuscola cappella.
Poco oltre, il sentiero svolta bruscamente a sinistra, contornando una fascia semicircolare con vista inusuale su Carsi, Cerviasca, l’Antola e l’alta val Brevenna.
vista antola.jpg
Il sentiero prosegue sempre accompagnato lato monte da un splendido muro di ciclopiche dimensioni.
Si guadano continui e facili rii, si scavalca qualche piccola frana e qualche albero abbattuto dalla recente tempesta, e dopo circa mezzora si arriva nei pressi una bella cappelletta di discrete dimensioni.
cappelletta aia vecchia.jpg
L’edificio religioso ci annuncia l’arrivo prossimo oramai ad Aia Vecchia, borgo che si palesa dopo pochi metri. Aia Vecchia è una favola di pietra: la maggior parte degli edifici hanno conservato l’aspetto originario pietra a vista, con case che svettano alte e collegate tra loro da bellissimi voltini e pontili.
Degno di attenzione è lo splendido portale monolitico con croci incise.
aia vecchia.jpg
portale aia vecchia.jpg
Mi soffermo un attimo sulle meravigliose fasce poste sopra al paese: da qui si ha una ampia vista sui due rami dell’alta val Brevenna, quello solcato del Rio dell’Orso, dove si riesce a scorgere la torretta del castello di Senarega, e quella del Rio Brevenna propriamente detto, fino alle falde dell’ Antola.
Riprendo il cammino lungo la mulattiera, anche qui superando qualche breve tratto infrascato e qualche frana. Poco prima di guadare uno dei tanti rivi, si incontra una singolare costruzione a tre piani, detta cà du Fournaxin. Si racconta che li vivesse un tale chiamato appunto Fournaxin, di Aia Vecchia, il quale produceva e vendeva la calce. In effetti diverse sono le calcinaie presenti in loco, una della quali di notevoli dimensioni.
ca fournaxin.jpg
Lungo la via si alternano boschi misti a boschi di castagno; oramai la mulattiera è parallela alla strada carrozzabile che collega Tonno e Casareggio al fondo valle; incontro il sentiero proveniente da Tassaie e guadando un ultimo rivo, mi ritrovo in poco tempo a Casareggio.
"Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza. Dall'erba ho imparato ad apprezzare la persistenza."
[Hal Borland]
Post Reply

Return to “Escursionismo”