Ma Porca Miseria, mi ero dimenticato di scrivere qualcosa a proposito di questa uscita, fatta il 30 maggio, giusto nel periodo in cui non si poteva ancora uscire di provincia.
Il tutto mi sovviene leggendo che qualche giorno fa alcuni francesi sono stati recuperati dal soccorso alpino in zona, dopo che uno di loro si era infortunato dopo una caduta sulle rocce del rio...
Era da parecchio tempo che mi proponevo di dare un'occhiata a questa zona, essendo il bacino del Rio Miseria Sito di Importanza Comunitaria (SIC) facente parte della Rete Natura 2000, zone di protezione speciale (ZPS) creata dall'Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali, identificati come prioritari dagli Stati membri dell'Unione europea (cit. wiki), e da poco entrato sotto la gestione dell'ente Aree protette dell’Appennino Piemontese.
Non volevo però andare da solo, non conoscendo granchè la zona e volendo esplorare l'ambiente del Rio, ma l'occasione mi si è presentata quando un conoscente (D.) dedito all'escursionismo e con un'ottima conoscenza del territorio, un giorno al bar, mi butta lì : ".....e il Rio Miseria?" "Quando vuoi, andiamo" gli rispondo, "magari questa primavera..." e infatti...
D. è un tipo tranquillo, dedito a passeggiate tranquille, in posti tranquilli, con gente tranquilla, e in effetti mi cita in continuazione "l'Anello dei Gorrei", che penso sia il vero giro che vorrebbe fare, mentre io amo molto il rumore dell'acqua che scorre e le pozze d'acqua tra le rocce...e un Rio che si chiama Miseria, non so perchè, mi sa abbia delle storie da raccontare, Porca Miseria!
Comunque andiamo, poi si vedrà.
Parto al mattino buttando nel bagagliaio un sacco della rumenta appunto da buttare, peccato che giri subito al primo bivio, e in tutti i comuni che incontrerò lungo la strada i bidoni siano dedicati, o chiusi, Porca Miseria

, perciò porto la spazzatura con me sino a Cassinelle, dove adocchio finalmente un bidone "libero", e me ne (appunto) libero (detto tra noi, questi bidoni chiusi a me non sono mai sembrati una grande idea, ma tant'è..)
Parcheggiamo al cimitero di Piancastagna e scendiamo lungo una sterrata proprio dall'altro lato della strada, sino ad incontrare il sentiero CAI 533, che scende dolcemente sino ad un pianoro costellato di rocce abbastanza particolare,

poco dopo il quale c'è una cappelletta, a sx si va alla C.na Viazzi, mentre noi scendiamo a dx, per una scorciatoia che in breve ci porta al Rifugio Forestale Viazzi, con tavoli in legno e barbecue.

Qui facciamo uno spuntino, poi proseguiamo verso il guado sul Rio Miseria, dove il sentiero attraversa il corso d'acqua

e prosegue in salita verso il Rifugio Forestale Gorello, invece noi qui iniziamo a risalire (cioè, ridiscendere, scusate) il rio, che tra pozze, cascatelle, ruscelletti, rocce particolari, ci regala diversi angoli molto suggestivi (almeno per me),




sino a giungere in un punto in cui il Rio Barbuia (così credo si chiami) confluisce nel Rio Miseria, dove troviamo un bel laghetto con un po' più d'acqua.


Proseguiamo ancora per un km o due,



sino a che non incontriamo un incrocio con un sentiero segnalato non ufficialmente, che indica da una parte "Rizzi", dall'altra "Cimaferle"......dalla parte verso Rizzi (cioè sx idrografica) si vede il sentiero che sale abbastanza ripidamente con delle corde, che inquietano un poco (...

) il mio compagno di gita, anche se non ci riguardano.
Comunque andiamo avanti, perchè guardando la cartina mi sembrava "logico" arrivare sino alla confluenza con il Rio Bordanella e risalirlo in direzione del Rifugio Gorello; avanziamo solo un poco, sino ad incontrare una passerella di legno buttata da parte in un ansa del Rio, mentre comincio a notare segni di nervosismo da parte di D., che mi attende in basso mentre risalgo un versante ripido per vedere cosa c'è dall'altra parte;

vista la situazione, comunque, convengo di cominciare a cercare una via di rientro, e mi sembra logico tornare al bivio di prima e prendere il sentiero sulla dx idrografica, che sì, segna "Cimaferle", ma ad un certo punto presenterà una ben qualche deviazione per il Gorello, no?
Cominciamo quindi a seguire le numerosissime tacche rosse antiscemo che lo contraddistinguono, quando, poco dopo l'inizio della salita (forse leggermente ripida, ma assolutamente nulla di che, ma proprio NULLA), D. viene preso da quello che non so definire se non come "attacco di panico"; riesco comunque a convincerlo a proseguire, anche perchè che avremmo dovuto fare, Porca Miseria?
Saliamo per un po' nel bosco e spero di non trovare sorprese, finchè non arriviamo ad un piccolo tratto che definire esposto è veramente troppo, e se lo dico io........in ogni caso, come temevo, la scena si ripete : cerco di fargli notare che giù da quella riva dovrebbe proprio volercisi buttare di proposito, e anche così non farebbe molta strada, visto che c'è qualche pianta, rocce......insomma, per farla breve, riesco a trascinarlo (letteralmente) dall'altra parte, dove c'è di nuovo il bosco, siamo salvi!
Qui alla fine, dopo qualche conato di vomito (Porca Miseria, certo che la mente umana è strana davvero) si rilassa, o per lo meno, io decido che si è rilassato, e proseguiamo sino a giungere a un bivio dovre restiamo un po' perplessi sulla direzione da seguire, io andrei a sx, lui a dx.....alla fine accondiscendo, per non contraddirlo ulteriormente, ma dopo poco il sentiero comincia a scendere troppo, facciamo dietrofront e infatti poco dopo incontriamo una fonte,

con la quale finalmente capiamo definitivamente dove siamo e procediamo ancora un poco per arrivare al Rifugio Gorello, piccolo ma carino, con un bel caminetto.
Ci fermiamo sul tavolone all'esterno per uno spuntino, dopo il quale riprendiamo tenendo la sx al primo bivio e risalendo così prima alla borgata di Mongorello, e poi ad Abasse

e quindi sull'asfalto, che abbandoniamo però pressochè immediatamente per dirigerci verso il Bric Gorrei, indicato da un cartello.
Ad un certo punto del sentiero troviamo un bivio che indica Sentiero dei Partigiani,

impossibile resistere alla tentazione di seguirlo, anche perchè ci porta comunque in vetta al Bricco, che, abbastanza inaspettatamente, nonostante la modesta altitudine, regala qualche bel panorama, che immagino notevole in una giornata tersa, dove verso Nord sicuramente si vedrebbe una bella fetta di arco alpino.

Scendiamo poi dal Bric sino a giungere al Sacrario di Piancastagna, che rende omaggio alla memoria di diversi personaggi e vari sconosciuti (ma Porca Miseria....

).

A Piancastagna non c'è anima viva, scambiamo due chiacchere con un vecchietto sul sordo andante per il quale costituivamo probabilmente l'evento giornaliero, recuperiamo l'auto al cimitero e giungiamo alfine ai Moretti, dove un vecchietto decisamente più arzillo ci dà il benvenuto e tra discorsi vari di pandemie, mascherine e vita vissuta ci dice
"...qui sono andati via tutti un po' di anni fa, perchè dicevano che non c'era niente, ma adesso speriamo che qualcuno si renda conto che invece c'è tutto" ci dà anche alcune indicazioni su bar ed esercizi commerciali, tipo un forno dove acquistiamo una formaggetta del Parco e una specie di pandolce con uvetta e pinoli.
Il Bar scopriamo invece essere gestito da dei ragazzi che si danno da fare per promuovere un minimo di turismo escursionistico nella zona : scopro essere loro ad aver attrezzato con una catena una cascatella sul Rio Arzella, di cui parlavo in altro topic, su di una parete c'è una bella cartina in mostra indicante 4 percorsi ad anello da fare in zona, e insomma, considerando che poco più avanti c'è la Fonte Berbuia, con una bella tettoia in legno, mi pare di poter dire che se pensate di fare qualche escursione in zona, i Moretti (oltretutto un posto che si chiama come una birra non può aver torto, no?) potrebbe essere un buon punto di partenza/arrivo, Porca Miseria !
Aloha
