Forti di Genova
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Re: Forti di Genova
Panoramica sui Forti di Genova, Pino Soprano, Sottano e Valgeirato,da Creto: 10 Aprile 2016
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Re: Forti di Genova
Ciao a tutto il forum!
Manco da parecchio tempo, ma così come latito sul forum, latito anche sulle nostre montagne, per tutta una serie di motivi che non sto qui a spiegarvi.
Comunque sia, la passione per la scarpinata mi è rimasta nel cuore e in tutti questi mesi mi sono sentito un animale in gabbia. Così l’altro giorno ho deciso di prendere un raro giorno di ferie e di fare qualcosa di semplice, immediato, che mi proiettasse di nuovo nella dimensione montana.
Sono uscito di casa con lo zaino in spalla, senza chiavi della macchina, biglietti dell’autobus o abbonamento del treno e mi sono posto l’obiettivo di raggiungere la cima più vicina, che nella fattispecie è il Fratello Maggiore o Monte di San Michele (650 slm), dalla cui vetta si gode di una bella vista panoramica, compreso il più alto Forte Diamante, che ho preferito evitare, perché la cima del Fratello Maggiore è appunto più vetta, più monte, una meta più intima.
Ho deciso di affrontare il percorso che parte da Staglieno, più precisamente dalla Chiesa di S. Bartolomeo e si inerpica su dritto per la Salita alla Chiesa di Staglieno, su una creuza piuttosto ben tenuta, fra graziose casette, ville che hanno visto anni migliori, vecchie case di campagna e giardini abbandonati difesi da imponenti e irreprensibili muri di pietra. Mi piace Genova, perché spesso scopri degli incantevoli posti del tutto ignoti e dove il primo pensiero che mi viene in mente è «ah ma qui zitti zitti ci stanno proprio bene!». E mi piacciono queste creuze lastricate con rudi pietre, che procedono su dritte senza indugiare in grevi tornanti e penso alla fatica di chi portava su carri con le merci e carrozze coi signori che abitavano in queste antiche ville.
Così, fra gatti annoiati dalla mia presenza e cani diffidenti dietro ai cancelli, mi sono subito scrollato di dosso il freddo del mattino su per quelle stradine. E intanto che il rumore del traffico giù a fondovalle si faceva meno vicino, ho avuto ancora un sussulto di vita cittadina quando nella minuscola stradina che taglia la creuza, un furgoncino era rimasto bloccato da una moto parcheggiata male e la conducente si prodigava in un concerto di clacson. Un signore di passaggio dava bonari consigli sulle manovre da effettuare e mentre cercavo di capire dove passare per continuare la salita, un altro signore usciva distrattamente di casa, leggermente insospettito che forse la sua moto dava fastidio… Stava per accendersi una bella litigata, subito stemperata dalla flemma genovese del primo signore: «Belin, se sapevo che era la tua, ci davo subito fuoco!».
Districato l’ingorgo, sono riuscito a passare pure io e ad affrontare l’ultima parte della creuza, fra muri di pietra sempre più panciuti a difesa di giardini di cui non rimane più neanche il nome, inselvatichiti com’erano in un rave disordinato di alberi cresciuti troppo fitti.
Mi inoltro quindi in un boschetto tranquillo, mente in basso si sente il respiro profondo dell’autostrada. Ritorno alla luce del sole sulla traccia del metanodotto ormai riconquistata dalla natura, fra insoliti cumuli di pietre e cespugli di timo selvatico. Da una parte vedo l’ordinata costa di Preli; dall’altra ho un’insolita visuale sulla ferrovia del trenino di Casella, di cui posso apprezzare la pendenza, un paio di gallerie e un bel ponticello con arcate. In alto i forti del Puin e del Diamante vegliano sornioni.
Proseguo sotto un bel sole e appena accarezzato da un’arietta fresca molto gradita. Non resisto alla curiosità di andare a vedere una minuscola casupola di pietra, di quelle che danno riparo ai pastori. Non c’è di porta, quindi mi affaccio e noto i resti di una colossale grigliata innaffiata da abbondante birra. C’è pure un comodino laccato e ora mi chiedo: a chi può venire in mente di caricarsi sulle spalle un comodino e portarlo fin lassù?!?!
Soddisfatta la mia curiosità, mi appresto a proseguire di buona lena. Gli allenamenti di corsa mi hanno fatto bene: mi sento in forma e giunto in prossimità della galleria del trenino alla quale bisogna passare sopra, devio per salire sulla collinetta vicino, per guardare che cosa si vede da lassù, oltre ad un palo del metanodotto.
Interseco quindi il sentiero dell’acquedotto e risalgo fino a raggiungere il sentiero delle farfalle, incontrando rari escursionisti, anche se nel bosco sento il vociare di altre persone.
Mi imbatto in due persone intente a conversare amabilmente ad un crocevia; insieme a loro c’è un bell’esemplare di bovaro del bernese evidentemente annoiato dalla conversazione, tanto che lì per lì decide di venire via con me. Dopo due richiami, la voglia di proseguire viene meno di fronte alla fedeltà verso i padroni e io continuo da solo come ero arrivato.
Arrivo alla neviera, dove insieme ad altri due viandanti contempliamo silenziosamente il buco, quasi fosse il sito di un ufo crash di quelli che si vedevano ai tempi di X-Files.
Arrivo infine al crocevia di numerosi sentieri, dai quali si stacca la stradina che sale al Forte Diamante coi suoi implacabili tornanti. Due ciclisti prendono la rincorsa per affrontare la salita, ma io mi volto perché non voglio avere un ricordo vivido di quella salita, dato che fra un mesetto la affronterò di corsa (o più probabilmente al passo), durante la gara podistica Scalata al Diamante…
Mi affretto a salire sul Fratello Maggiore, anche perchè avverto un leggero languorino e ho fretta di meritarmi il panino che porto con me.
Arrivo in cima e la trovo deserta, con l’erba accarezzata da una leggera brezzolina e il sole a scaldare i pochi resti del forte. Mi gusto il panorama: il cielo non è limpido, ma sempre un’emozione abbracciare con lo sguardo la liguria a 360 gradi.
Telefono a casa per salutare e scrivo ai colleghi, per non dimenticare. Mangio tranquillo e soddisfatto e quindi ricomincio subito la discesa, con la pancia piena e di buon umore.
Il tempo diventa via via più grigio mentre scendo, con il sole che si nasconde sempre più frequentemente dietro le nubi. Un cuculo mi segue per un lungo tratto, forse per capire che sentiero avrei preso per tornare a casa.
Appurato che avrei seguito la stessa traccia dell’andata, lo sento allontarsi per andare a controllare dei ciclisti arrivati improvvisamente lassù in alto.
Scendo piuttosto rapidamente, senza incontrare anima viva. Prima di riemergere dal bosco, mi do una sistemata e poi ridiscendo con dignità la ripida creuza fra numerosi gatti intenti nella siesta pomeridiana.
Arrivo a casa appena in tempo per schivare il fronte freddo che improvvisamente si abbatte su Genova, radunando nuvoloni neri e soffiando un terribile vento gelido che fa abbassare la temperatura sulla città. Sono contento di essere tornato fra gli agi della città, ma so che per essere veramente felice, devo mettere gli scarponi e andare a camminare laddove osano i cuculi e i bovari del bernese, fra i comodini abbandonati nelle casupole e farsi accarezzare dal vento come l’erba dei prati.
Manco da parecchio tempo, ma così come latito sul forum, latito anche sulle nostre montagne, per tutta una serie di motivi che non sto qui a spiegarvi.
Comunque sia, la passione per la scarpinata mi è rimasta nel cuore e in tutti questi mesi mi sono sentito un animale in gabbia. Così l’altro giorno ho deciso di prendere un raro giorno di ferie e di fare qualcosa di semplice, immediato, che mi proiettasse di nuovo nella dimensione montana.
Sono uscito di casa con lo zaino in spalla, senza chiavi della macchina, biglietti dell’autobus o abbonamento del treno e mi sono posto l’obiettivo di raggiungere la cima più vicina, che nella fattispecie è il Fratello Maggiore o Monte di San Michele (650 slm), dalla cui vetta si gode di una bella vista panoramica, compreso il più alto Forte Diamante, che ho preferito evitare, perché la cima del Fratello Maggiore è appunto più vetta, più monte, una meta più intima.
Ho deciso di affrontare il percorso che parte da Staglieno, più precisamente dalla Chiesa di S. Bartolomeo e si inerpica su dritto per la Salita alla Chiesa di Staglieno, su una creuza piuttosto ben tenuta, fra graziose casette, ville che hanno visto anni migliori, vecchie case di campagna e giardini abbandonati difesi da imponenti e irreprensibili muri di pietra. Mi piace Genova, perché spesso scopri degli incantevoli posti del tutto ignoti e dove il primo pensiero che mi viene in mente è «ah ma qui zitti zitti ci stanno proprio bene!». E mi piacciono queste creuze lastricate con rudi pietre, che procedono su dritte senza indugiare in grevi tornanti e penso alla fatica di chi portava su carri con le merci e carrozze coi signori che abitavano in queste antiche ville.
Così, fra gatti annoiati dalla mia presenza e cani diffidenti dietro ai cancelli, mi sono subito scrollato di dosso il freddo del mattino su per quelle stradine. E intanto che il rumore del traffico giù a fondovalle si faceva meno vicino, ho avuto ancora un sussulto di vita cittadina quando nella minuscola stradina che taglia la creuza, un furgoncino era rimasto bloccato da una moto parcheggiata male e la conducente si prodigava in un concerto di clacson. Un signore di passaggio dava bonari consigli sulle manovre da effettuare e mentre cercavo di capire dove passare per continuare la salita, un altro signore usciva distrattamente di casa, leggermente insospettito che forse la sua moto dava fastidio… Stava per accendersi una bella litigata, subito stemperata dalla flemma genovese del primo signore: «Belin, se sapevo che era la tua, ci davo subito fuoco!».
Districato l’ingorgo, sono riuscito a passare pure io e ad affrontare l’ultima parte della creuza, fra muri di pietra sempre più panciuti a difesa di giardini di cui non rimane più neanche il nome, inselvatichiti com’erano in un rave disordinato di alberi cresciuti troppo fitti.
Mi inoltro quindi in un boschetto tranquillo, mente in basso si sente il respiro profondo dell’autostrada. Ritorno alla luce del sole sulla traccia del metanodotto ormai riconquistata dalla natura, fra insoliti cumuli di pietre e cespugli di timo selvatico. Da una parte vedo l’ordinata costa di Preli; dall’altra ho un’insolita visuale sulla ferrovia del trenino di Casella, di cui posso apprezzare la pendenza, un paio di gallerie e un bel ponticello con arcate. In alto i forti del Puin e del Diamante vegliano sornioni.
Proseguo sotto un bel sole e appena accarezzato da un’arietta fresca molto gradita. Non resisto alla curiosità di andare a vedere una minuscola casupola di pietra, di quelle che danno riparo ai pastori. Non c’è di porta, quindi mi affaccio e noto i resti di una colossale grigliata innaffiata da abbondante birra. C’è pure un comodino laccato e ora mi chiedo: a chi può venire in mente di caricarsi sulle spalle un comodino e portarlo fin lassù?!?!
Soddisfatta la mia curiosità, mi appresto a proseguire di buona lena. Gli allenamenti di corsa mi hanno fatto bene: mi sento in forma e giunto in prossimità della galleria del trenino alla quale bisogna passare sopra, devio per salire sulla collinetta vicino, per guardare che cosa si vede da lassù, oltre ad un palo del metanodotto.
Interseco quindi il sentiero dell’acquedotto e risalgo fino a raggiungere il sentiero delle farfalle, incontrando rari escursionisti, anche se nel bosco sento il vociare di altre persone.
Mi imbatto in due persone intente a conversare amabilmente ad un crocevia; insieme a loro c’è un bell’esemplare di bovaro del bernese evidentemente annoiato dalla conversazione, tanto che lì per lì decide di venire via con me. Dopo due richiami, la voglia di proseguire viene meno di fronte alla fedeltà verso i padroni e io continuo da solo come ero arrivato.
Arrivo alla neviera, dove insieme ad altri due viandanti contempliamo silenziosamente il buco, quasi fosse il sito di un ufo crash di quelli che si vedevano ai tempi di X-Files.
Arrivo infine al crocevia di numerosi sentieri, dai quali si stacca la stradina che sale al Forte Diamante coi suoi implacabili tornanti. Due ciclisti prendono la rincorsa per affrontare la salita, ma io mi volto perché non voglio avere un ricordo vivido di quella salita, dato che fra un mesetto la affronterò di corsa (o più probabilmente al passo), durante la gara podistica Scalata al Diamante…
Mi affretto a salire sul Fratello Maggiore, anche perchè avverto un leggero languorino e ho fretta di meritarmi il panino che porto con me.
Arrivo in cima e la trovo deserta, con l’erba accarezzata da una leggera brezzolina e il sole a scaldare i pochi resti del forte. Mi gusto il panorama: il cielo non è limpido, ma sempre un’emozione abbracciare con lo sguardo la liguria a 360 gradi.
Telefono a casa per salutare e scrivo ai colleghi, per non dimenticare. Mangio tranquillo e soddisfatto e quindi ricomincio subito la discesa, con la pancia piena e di buon umore.
Il tempo diventa via via più grigio mentre scendo, con il sole che si nasconde sempre più frequentemente dietro le nubi. Un cuculo mi segue per un lungo tratto, forse per capire che sentiero avrei preso per tornare a casa.
Appurato che avrei seguito la stessa traccia dell’andata, lo sento allontarsi per andare a controllare dei ciclisti arrivati improvvisamente lassù in alto.
Scendo piuttosto rapidamente, senza incontrare anima viva. Prima di riemergere dal bosco, mi do una sistemata e poi ridiscendo con dignità la ripida creuza fra numerosi gatti intenti nella siesta pomeridiana.
Arrivo a casa appena in tempo per schivare il fronte freddo che improvvisamente si abbatte su Genova, radunando nuvoloni neri e soffiando un terribile vento gelido che fa abbassare la temperatura sulla città. Sono contento di essere tornato fra gli agi della città, ma so che per essere veramente felice, devo mettere gli scarponi e andare a camminare laddove osano i cuculi e i bovari del bernese, fra i comodini abbandonati nelle casupole e farsi accarezzare dal vento come l’erba dei prati.
L'Alpe si scala. L'Appennino si viaggia, dall'Alpe si vede l'universo, e forse anche Dio, ma dall'Appennino si vedono gli uomini, e si vede il mare. (Maurizio Maggiani)
Re: Forti di Genova
Bella passeggiata e bel raccontino arricchito di particolari di varia umanità ...
Però io preferisco la mole classicamente piramidale del Monte Diamante !
Però io preferisco la mole classicamente piramidale del Monte Diamante !
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- psiconauta
- Quotazerino doc
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Re: Forti di Genova
Bello.
Ti capisco perchè a volte anch'io per vari motivi faccio fatica a partire, ma se poi riesco non me ne pento praticamente mai !
Anche il tuo post è un altro sprone a convincermi a fare un giro sui forti al più presto
Ti capisco perchè a volte anch'io per vari motivi faccio fatica a partire, ma se poi riesco non me ne pento praticamente mai !
Anche il tuo post è un altro sprone a convincermi a fare un giro sui forti al più presto
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
- fabio.rapallo
- Utente Molto Attivo
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Re: Forti di Genova
Ciao,
sabato scorso ho fatto la prima (breve) uscita dopo la nascita della secondogenita. La scelta ovvia quando si vuol perdere poco tempo in spostamenti vari ricade sempre sui nostri forti. Partito dal capolinea del 40 (un po' sopra casa mia), ho fatto un percorso che ha toccato un po' tutti i forti principali: Sperone, Puin, Fratello Minore, Fratello Maggiore, Diamante. A parte il vento a tratti fastidioso è stato un bel giro tra un bel verde tipicamente primaverile. Ecco il Diamante come appariva salendo dalla Baita.
Per la discesa ho utilizzato il sentiero "Triangolo rosso" che dalla Sella del Diamante scende a Bolzaneto, e qui c'è una nota dolente: il sentiero ora va a passare a Camporsella, e facendo poi un lungo tratto di asfalto, peraltro in ambiente abbastanza deteriorato. Ricordo che un tempo il sentiero era molto più diretto: qui nella mappa ho segnato il percorso fatto seguendo il "Triangolo rosso", mentre fino a qualche anno fa sono abbastanza certo che il sentiero tagliasse nel bosco per la linea tratteggiata indicata su OpenStreetMap.
Qualcuno di voi ha notizia di questa modifica?
Ciao, F.
sabato scorso ho fatto la prima (breve) uscita dopo la nascita della secondogenita. La scelta ovvia quando si vuol perdere poco tempo in spostamenti vari ricade sempre sui nostri forti. Partito dal capolinea del 40 (un po' sopra casa mia), ho fatto un percorso che ha toccato un po' tutti i forti principali: Sperone, Puin, Fratello Minore, Fratello Maggiore, Diamante. A parte il vento a tratti fastidioso è stato un bel giro tra un bel verde tipicamente primaverile. Ecco il Diamante come appariva salendo dalla Baita.
Per la discesa ho utilizzato il sentiero "Triangolo rosso" che dalla Sella del Diamante scende a Bolzaneto, e qui c'è una nota dolente: il sentiero ora va a passare a Camporsella, e facendo poi un lungo tratto di asfalto, peraltro in ambiente abbastanza deteriorato. Ricordo che un tempo il sentiero era molto più diretto: qui nella mappa ho segnato il percorso fatto seguendo il "Triangolo rosso", mentre fino a qualche anno fa sono abbastanza certo che il sentiero tagliasse nel bosco per la linea tratteggiata indicata su OpenStreetMap.
Qualcuno di voi ha notizia di questa modifica?
Ciao, F.
L'esperienza della marcia decentra da sé e ripristina il mondo,
inscrivendo l'uomo nei limiti che lo richiamano alla sua fragilità e alla sua forza. (DLB)
inscrivendo l'uomo nei limiti che lo richiamano alla sua fragilità e alla sua forza. (DLB)
-
- Quotazerino
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Re: Forti di Genova
Ciao,
è come scrivi.
Noi percorremmo in salita il sentiero "diretto" in data 01/12/13.
Se non ricordo male all'imbocco inferiore c'era un cartello che indicava il sentiero come chiuso o pericoloso.
Provammo comunque e non riscontrammo alcuna difficoltà, in effetti all'epoca rimasi parecchio sorpreso.
Non so se nel frattempo si sia verificato qualche evento franoso o similare...
è come scrivi.
Noi percorremmo in salita il sentiero "diretto" in data 01/12/13.
Se non ricordo male all'imbocco inferiore c'era un cartello che indicava il sentiero come chiuso o pericoloso.
Provammo comunque e non riscontrammo alcuna difficoltà, in effetti all'epoca rimasi parecchio sorpreso.
Non so se nel frattempo si sia verificato qualche evento franoso o similare...
«Fratell', il piano originale era in tre punti. Primo punto: rovinare le nuove generazioni, rincoglionirle con la televisione, facendoli puntare soltanto sui suord' e a fess' e il calcio finché non sono belli bolliti. Primo punto: acquisito!»
- fabio.rapallo
- Utente Molto Attivo
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- Joined: Mon Oct 10, 2011 12:42
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Re: Forti di Genova
Grazie Lord Mhoram,
abbiamo più o meno le stesse informazioni. Io l'avevo percorso l'11/10/12 in discesa e, in quella direzione, non avevo incontrato nessun cartello di chiusura, né tantomeno problemi di frane o altro. Infatti ieri ho tranquillamente seguito il triangolo rosso e mi sono accorto del cambiamento quando son giunto presso le case di Camporsella. Poi ovviamente gli impicci si concatenano sempre, per cui questo imprevisto è capitato in un giorno in cui a Bolzaneto avevo appuntamento con la famiglia, cosa che mi ha costretto a accelerare di molto il passo per recuperare tempo.
Tra l'altro il percorso così come è ideato ora è davvero poco invitante: un lunghissimo tratto su asfalto e tutto un giro abbastanza dispersivo. Così come è messo ora, mi sento di sconsigliarlo. Per salire da Bolzaneto e' di gran lunga meglio il sentiero che parte dal Giro del Vento e passando per Geminiano gira sotto il fratello minore per raggiungere il crinale dei forti non lontano dal Puin. (mi pare di ricordare sia segnato con un rombo rosso).
A guardare openstreetmap, poi, in zona sembrano esistere altre alternative, al momento non segnate ma probabilmente percorribili (una per tutte, quella che scende direttamente dal Fratello minore in direzione ONO).
Magari qualcuno qui sul forum ha informazioni su questi percorsi.
Grazie, ciao, F.
abbiamo più o meno le stesse informazioni. Io l'avevo percorso l'11/10/12 in discesa e, in quella direzione, non avevo incontrato nessun cartello di chiusura, né tantomeno problemi di frane o altro. Infatti ieri ho tranquillamente seguito il triangolo rosso e mi sono accorto del cambiamento quando son giunto presso le case di Camporsella. Poi ovviamente gli impicci si concatenano sempre, per cui questo imprevisto è capitato in un giorno in cui a Bolzaneto avevo appuntamento con la famiglia, cosa che mi ha costretto a accelerare di molto il passo per recuperare tempo.
Tra l'altro il percorso così come è ideato ora è davvero poco invitante: un lunghissimo tratto su asfalto e tutto un giro abbastanza dispersivo. Così come è messo ora, mi sento di sconsigliarlo. Per salire da Bolzaneto e' di gran lunga meglio il sentiero che parte dal Giro del Vento e passando per Geminiano gira sotto il fratello minore per raggiungere il crinale dei forti non lontano dal Puin. (mi pare di ricordare sia segnato con un rombo rosso).
A guardare openstreetmap, poi, in zona sembrano esistere altre alternative, al momento non segnate ma probabilmente percorribili (una per tutte, quella che scende direttamente dal Fratello minore in direzione ONO).
Magari qualcuno qui sul forum ha informazioni su questi percorsi.
Grazie, ciao, F.
L'esperienza della marcia decentra da sé e ripristina il mondo,
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Re: Forti di Genova
Ieri sono andato ai Forti di Genova.
Era Domenica, bella giornata, il posto è facilmente raggiungibile, percorsi semplici e, volendo, brevi, quindi... Pieno di gente:
Runners, bikers, gruppi di escursionisti, famiglie, scout...pieno! Dovevi stare attento a muoverti.
Dalla stazione di Genova Principe sono andato a prendere la funicolare del Righi (non ho mai preso una funicolare con le fermate...) e dalla stazione a monte sono salito un po' per sentiero e un po' per asfalto (dove puoi vedere il panorama) lungo la dorsale fino al parcheggio sotto il forte Sperone. Quindi ho preso il sentiero basso che costeggia i forti in costa lungo la val Bisagno. Notato che così ho saltato lo Sperone e il Puin, ho preso il sentiero che diritto risaliva al dosso a nord del Puin, così evito i bikers (illuso!). Lì ho fatto una bella pausa panoramica. Quindi ho proseguito raggiungendo i forti Fratello minore e maggiore: Panorama spettacolo!
Quindi dopo breve discesa percorro la salita al Paradiso terrestre, il Forte Diamante. Qui è proprio pieno di gente, quindi, dopo un giro in lungo e in largo del forte, mi accomodo in un posto tranquillo sul prato lungo la dorsale per Trensasco per mangiare.
Ritorno al forte e riscendo per la via dell'andata. Prendo il sentiero in mezzacosta per evitare i forti fratelli e quindi torno al dosso a nord del Puin. Raggiungo il Forte Puin e quindi lo Sperone, dove gironzolo un po' nel fossato. Quindi prendo il sentiero nel bosco che porta al Forte Begato.
Tra radi scorci, sul sentiero nel bosco delle mura raggiungo la Torre Monticello, da dove prendo quasi di corsa un sentiero ripido per bikers che mi porta al campo di calcio Lagaccio e quindi per strada alla stazione di Genova Principe.
Ho come sempre sbagliato i conti con i tempi di discesa e non sono riuscito a ritagliarmi una mezz'oretta per lo sciopping e per mangiare la focaccia ligure. Va beh, sarà per la prossima volta.
Ps il Parco o chi per esso potrebbe sistemare un po' la cartellonistica: è vecchissima, scrostata e poco chiara...
Era Domenica, bella giornata, il posto è facilmente raggiungibile, percorsi semplici e, volendo, brevi, quindi... Pieno di gente:
Runners, bikers, gruppi di escursionisti, famiglie, scout...pieno! Dovevi stare attento a muoverti.
Dalla stazione di Genova Principe sono andato a prendere la funicolare del Righi (non ho mai preso una funicolare con le fermate...) e dalla stazione a monte sono salito un po' per sentiero e un po' per asfalto (dove puoi vedere il panorama) lungo la dorsale fino al parcheggio sotto il forte Sperone. Quindi ho preso il sentiero basso che costeggia i forti in costa lungo la val Bisagno. Notato che così ho saltato lo Sperone e il Puin, ho preso il sentiero che diritto risaliva al dosso a nord del Puin, così evito i bikers (illuso!). Lì ho fatto una bella pausa panoramica. Quindi ho proseguito raggiungendo i forti Fratello minore e maggiore: Panorama spettacolo!
Quindi dopo breve discesa percorro la salita al Paradiso terrestre, il Forte Diamante. Qui è proprio pieno di gente, quindi, dopo un giro in lungo e in largo del forte, mi accomodo in un posto tranquillo sul prato lungo la dorsale per Trensasco per mangiare.
Ritorno al forte e riscendo per la via dell'andata. Prendo il sentiero in mezzacosta per evitare i forti fratelli e quindi torno al dosso a nord del Puin. Raggiungo il Forte Puin e quindi lo Sperone, dove gironzolo un po' nel fossato. Quindi prendo il sentiero nel bosco che porta al Forte Begato.
Tra radi scorci, sul sentiero nel bosco delle mura raggiungo la Torre Monticello, da dove prendo quasi di corsa un sentiero ripido per bikers che mi porta al campo di calcio Lagaccio e quindi per strada alla stazione di Genova Principe.
Ho come sempre sbagliato i conti con i tempi di discesa e non sono riuscito a ritagliarmi una mezz'oretta per lo sciopping e per mangiare la focaccia ligure. Va beh, sarà per la prossima volta.
Ps il Parco o chi per esso potrebbe sistemare un po' la cartellonistica: è vecchissima, scrostata e poco chiara...
Re: Forti di Genova
Sono passato anch'io da quelle parti , ieri . E intorno ai forti c'era veramente un mucchio di altra gente ... Da notare che Forte Diamante era aperto e completamente visitabile ! Una bella botta di fortuna !
E domenica prossima c'è la Mangiaforte ...
E domenica prossima c'è la Mangiaforte ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Forti di Genova
Resuscito anche questo datato post, giusto per ravvivare il moribondo forum
oggi ho tentato di percorrere la traccia che indicava nel 2017 fabio.rapallo.
Ho quindi proseguito con il Triangolo Rosso che porta a Camporsella. (poco prima del borgo un rio che attraversa il sentiero ha eroso molto il percorso tanto che qualcuno ha messo una corda fissa per agevolare il fastidioso "guado" )
Da qui ho imboccato a sinistra la strada (male) asfaltata che porta a Geminiano. A circa metà strada ho trovato due cartelli che indicano "Forte Diamante" "Antica via del fieno", verificando sulla mappa il punto appare molto vicino al Triangolo Rosso quindi presumo che la traccia malmessa si ricongiunga poco sopra. Proseguendo sempre su asfalto ho individuato facilmente il punto dove il fatidico EX (ormai) Triangolo Rosso raggiunge la strada, è un tratturo probabilmente ad uso agricolo, avendo NON visto il tracciato nella parte superiore ripidissimo, evito di imboscarmi e proseguo ancora pochi metri dove a sinistra un piccolo ometto indica l'inizio del "sentiero" che percorre il crinale ONO (Ovest Nord Ovest, o meglio, oh no! non farlo! ) per raggiungere il Forte Fratello Minore.
Beh la traccia c'è, ogni tanto anche qualche segno giallo, ma ora come ora lo ritengo Ampiamente Evitabile.
Il percorso sale sempre molto ripido, traccia pochissimo evidente, segue a grandi linee il crinale ma basta perdere il "calpestato" per non riuscire a procedere nella fitta boschina, comunque la difficoltà maggiore è capire se tale calpestato è di umani o di quadrupedi ...
Alla fine si raggiunge l'ultimo ripidissimo contrafforte sotto il forte, la mappa indica due passaggi, a sinistra nella boschina fitta, a destra nei rovi
Per completare la penitenza ho scelto a destra, conoscendo bene il posto ho facilmente, e con poche/nulle lapidazioni, raggiunto il normale sentiero che sale da Begato. Alla fin fine l'intero giro, partendo dal Righi, è stato di circa 10k per la "bellezza" di 800m disl
(e un "qualcuno", sui forti ci vuole fare arrivare i crocieristi "panzoni" ... ) Se un giorno mi salta il pallino (blu), proverò a percorrere l'EX Triangolo Rosso partendo da sotto e arrivando a ...
(non seguitemi , mi sono perso anch'io [cit. ])
oggi ho tentato di percorrere la traccia che indicava nel 2017 fabio.rapallo.
fabio.rapallo wrote: ↑Tue Apr 25, 2017 10:51Per la discesa ho utilizzato il sentiero "Triangolo rosso" che dalla Sella del Diamante scende a Bolzaneto, e qui c'è una nota dolente: il sentiero ora va a passare a Camporsella, e facendo poi un lungo tratto di asfalto, peraltro in ambiente abbastanza deteriorato. Ricordo che un tempo il sentiero era molto più diretto: qui nella mappa ho segnato il percorso fatto seguendo il "Triangolo rosso", mentre fino a qualche anno fa sono abbastanza certo che il sentiero tagliasse nel bosco per la linea tratteggiata indicata su OpenStreetMap.
Qualcuno di voi ha notizia di questa modifica?
Ciao, F.
Raggiungete il Colletto del Diamante come meglio vi aggrada e godetevi un recente "spettacolo" Nel punto indicato in mappa lungo il sentiero Triangolo Rosso ho trovato un bollo blu su di un albero, già visto tempo addietro, con un qualcosa che all'apparenza sembra una traccia che scende dritto per dritto, ma pochi metri dopo sparisce totalmente e data la pendenza esagerata non ho proseguito. Qualche decina di metri oltre, sempre sul Triangolo Rosso, c'è un cartello, rimaneggiato, con le indicazioni per Geminano ma non ho individuato nessuna traccia possibile.fabio.rapallo wrote: ↑Tue Apr 25, 2017 14:39A guardare openstreetmap, poi, in zona sembrano esistere altre alternative, al momento non segnate ma probabilmente percorribili (una per tutte, quella che scende direttamente dal Fratello minore in direzione ONO).
Magari qualcuno qui sul forum ha informazioni su questi percorsi.
Grazie, ciao, F.
Ho quindi proseguito con il Triangolo Rosso che porta a Camporsella. (poco prima del borgo un rio che attraversa il sentiero ha eroso molto il percorso tanto che qualcuno ha messo una corda fissa per agevolare il fastidioso "guado" )
Da qui ho imboccato a sinistra la strada (male) asfaltata che porta a Geminiano. A circa metà strada ho trovato due cartelli che indicano "Forte Diamante" "Antica via del fieno", verificando sulla mappa il punto appare molto vicino al Triangolo Rosso quindi presumo che la traccia malmessa si ricongiunga poco sopra. Proseguendo sempre su asfalto ho individuato facilmente il punto dove il fatidico EX (ormai) Triangolo Rosso raggiunge la strada, è un tratturo probabilmente ad uso agricolo, avendo NON visto il tracciato nella parte superiore ripidissimo, evito di imboscarmi e proseguo ancora pochi metri dove a sinistra un piccolo ometto indica l'inizio del "sentiero" che percorre il crinale ONO (Ovest Nord Ovest, o meglio, oh no! non farlo! ) per raggiungere il Forte Fratello Minore.
Beh la traccia c'è, ogni tanto anche qualche segno giallo, ma ora come ora lo ritengo Ampiamente Evitabile.
Il percorso sale sempre molto ripido, traccia pochissimo evidente, segue a grandi linee il crinale ma basta perdere il "calpestato" per non riuscire a procedere nella fitta boschina, comunque la difficoltà maggiore è capire se tale calpestato è di umani o di quadrupedi ...
Alla fine si raggiunge l'ultimo ripidissimo contrafforte sotto il forte, la mappa indica due passaggi, a sinistra nella boschina fitta, a destra nei rovi
Per completare la penitenza ho scelto a destra, conoscendo bene il posto ho facilmente, e con poche/nulle lapidazioni, raggiunto il normale sentiero che sale da Begato. Alla fin fine l'intero giro, partendo dal Righi, è stato di circa 10k per la "bellezza" di 800m disl
(e un "qualcuno", sui forti ci vuole fare arrivare i crocieristi "panzoni" ... ) Se un giorno mi salta il pallino (blu), proverò a percorrere l'EX Triangolo Rosso partendo da sotto e arrivando a ...
(non seguitemi , mi sono perso anch'io [cit. ])