Ciao a tutti, rispolvero questo vechio topic in occasione dell'ultimo raduno....
Raduno 2020.........si può partire da Fiorino, diceva il buon Terralba....partire sì, ma tornare ?
Col senno di poi è chiaro che si trattava di una trappola

per farmi partecipare al raduno, prospettandomi la possibilità di esplorare un poco una valle a me sconosciuta....me lo conferma il fatto che al raduno non c'era praticamente di vino.....vi ho sgamato, raga!
Oltretutto se dico Fiorino non può che sovvenirmi immediatamente la coppia Troisi/Benigni....

"quanti siete? dove andate?"
la seconda che hai detto

anche perchè la cartina di carta me la dimentico subito a casa, si sa mai servisse....
Ma andiamo con ordine......una prima impresa è già arrivare a Fiorino, visto che la parte automobilistica mi è da sempre ostica (tipo l'altra volta che sono andato nel parmense ho girovagato una mezz'oretta a La Spezia, senza volerlo fare, tra l'altro!

) e googlemaps mi imparanoia mettendo sull'uscita di Genova Prà la scritta "questo tratto di strada potrebbe essere chiuso in determinati periodi/orari".
Nonostante ciò sembra andare tutto bene, e riesco ad essere a Fiorino intorno alle 8:45, dopo essere riuscito addiritttura ad assaggiare sta famosa focaccia di Priano a Voltri, che merita la sua fama

(anzi, ho visto pure che poco prima sull'Aurelia esiste una filiale della "Pasticceria di Sambuco").
Parcheggio e mi inoltro sul sentiero ++ rosso verso Ferriere



e poi Cava Grande, dove riesco ancora a gustare un poco di uva bianca e nera in una toppia in abbandono segnalatami da Terralba....

proseguo sul sentiero i cui simboli sono stati riverniciati di fresco e risultano perciò visibilissimi, con poche probabilità di errore, anche se subito dopo Cava Grande la mulattiera sembrerebbe salire sulla destra, mentre in realtà, consultando il gps, scopro che bisogna proseguire diritto (magari nei paraggi immediati c'era anche qualche simbolo che non ho visto, eh...); unico piccolo intoppo dell'andata (ho detto dell'andata...) che comunque non ha influito assolutamente sul percorso che, anzi, si fa sempre più bello e interessante mano a mano che si sale,

tra panorami sull'alveo del Rio del Dente, del Cerusa (che meriterebbero un'esplorazione a se stante), sulle montagne circostanti (il Bric Malanotte sembra davvero degno del suo nome), e le "colate" di pietre che costeggiano la valle.

E' quasi buffo, alla fine, sbucare sulla provinciale anzichè su una qualunque cima, tra carcasse di macchine precipitate e motociclisti/turisti della domenica.
collezione d'auto d'epoca

là, in mezzalmar, ci stan camin che fuuumanOOO

ma-la-notte-no

Purtroppo la giornata non è delle migliori

, perciò evito di salire in vetta al Dente, dove comunque son già stato e dalla quale oggi credo non vedrei nulla, perciò, tolto il Dente (ah-ah

) continuo sull'AV sino ad un bivio dove a poca distanza l'uno dall'altro compaiono 2 simboli di triangolo giallo, proprio quello che dovrei seguire io.........e provo a farlo, evidentemente sbagliando tra i due, perchè dopo un po' di discesa mi ritrovo a dover seguire un tratto traverso contrassegnato con tre palle gialle per riportarmi sulla retta via, quella che passa sotto al Bric Dentino e arriva al Saliera, dove dovrei piegare a dx verso la Cascina T.roia, sede del raduno......poco prima del Saliera incontro però una deviazione che indica C.na T.roia : dubbioso provo a proseguire sino al Saliera ma qui non trovo l'indicazione che speravo, e anzi una freccia indica proprio di proseguire verso il bivio da cui provengo, cosa che faccio, arrivando alla Cascina giusto in tempo per la foto di gruppo.
La Cascina T.roia è un po' un t.roiaio, in effetti, ma nonostante ciò si dimostra confortevole abbastanza per consentirci di passare qualche ora lieta a chiacchierare del più e del meno nelle pause tra una masticata e l'altra, e con una piccola sistemata, come detto da Scinty, si trasformerebbe senz'altro in un luogo piacevolissimo per incontri, feste, picnic e quant'altro.
Stupito di me stesso per la calma che mantengo quando vengo a sapere dell'assenza di vino

(ma ho pur sempre la mia fiaschetta

), quando s'è fattanacerta saluto tutti e mi incammino, anche gli altri stanno ormai appropinquandosi, ma io devo fare un po' più di strada, perciò meglio che mi dia una mossa.
Terralba mi intervista :
"Dove pensi di passare, al ritorno?""Boh, pensavo di andare al Forte Geremia e poi di lì verso la Cannellona, ecc...."Ed è qui che Terralba muove la fatidica questione :
"Ma alla Cannellona, e poi?"Daniele è pronto ad intervenire :
"Beh, c'è la strada !"Forse Terralba qui non fa in tempo a manifestare i suoi dubbi, perchè io pure prontamente al seguito faccio pure lo sborone
"C'è la strada, sennò c'è un sentiero, con segnate pure scorciatoie varie..."Seeeee, come no....
Parto, e dopo una prima rampa necessaria per levarsi dalle scatole, diciamo, il sentiero compie un lunghissimo traverso
you rock

portandosi infine sull'Alta Via, nei pressi del Geremia, che pare aperto e mi piacerebbe visitare, ma è già un'ora, perciò desisto;

seguo una traccia che si rivela essere (credo) il percorso "Salto nel Blu", per mtb, cosa che, non avendo le ruote, non gioca a mio vantaggio, diciamo..........però sembra bello per le bici;


incontro un cartello di legno che indica "Ostaia dell'azenetto" che mi verrebbe quasi voglia di seguire, e forse avrei fatto bene, che sicuramente avrei ricevuto qualche indicazione preziosa...
Invece così, quando arrivo sull'asfalto della Strada della Cannellona, invece di girare a sx (dove a posteriori vedo su openstreet è segnato un sentiero che parrebbe un po' più serio), vado a dx verso un gruppetto di case sparse dove dovrei trovare una traccia che mi porta infine a Fiorino.
Arrivato nei pressi delle case, però, mi rendo conto che le traccette in oggetto sono poco verosimili..

..con fatica ne seguo un tratto, ma al momento di penetrare nel bosco, questo si rivela un vero ginepraio di rovi, ramaglie, tronchi e un catalogo di frasche invidiabile

; dopo una mezz'ora di vani tentativi di aggirare gli ostacoli vari e districare la matassa, visto che ormai sta diventando buio seriamente, rinuncio e torno sull'asfalto dove avevo visto delle passeggiatrici (non "quel" genere); ma le passeggiatrici sono ovviamente scomparse, così resto lì come un baccalà sino a quando passa un'auto che fermo per chiedere informazioni all'autista, che mi comunica che sono nei casini, perchè "sentieri lì ormai non esistono più" e "ormai sta venendo buio, non ti conviene infilarti nel bosco" e "meglio che resti sulla strada asfaltata", tutte cose che già sapevo, insomma.
Ma la domanda che mi sorge spontanea è :
"ma questa strada, dove porta? cioè, come faccio a tornare a Fiorino?""Eh belin..........Fiorino da qui è un casino, la strada porta a Voltri, al limite riesci a scendere a Perogrosso, e poi da lì risalire a Fabbriche e poi a Fiorino...."Mi pare proprio di sentire le mie ginocchia che dicono
"Non pensarci nemmeno, eh...." 
allora visto che a lui non ci passa manco per il belino, provo a dirgli
"Ma non è che mi puoi dare un passaggio, almeno un pezzo?"La reazione è tipo se gli chiedessi di uscire con sua moglie una sera

, cioè una risatina della serie
"eh sì, belin, guarda, sono uscito apposta..." seguita da un NO bello chiaro, attenuato da prevedibili giustificazioni
"sai, di questi tempi..." "magari sei un bravissimo ragazzo...." "poi con sto virus..." e in effetti ha ragione, nello zaino potrei avere benissimo un cadavere fatto a pezzi, che ci sta, son sicuro, 50 litri, dopotutto, se lo schiacci bene...

...va bon, niente, ma è giusto, me lo merito

, e mentre cerco, per passare il tempo, di trovare un lato positivo alla situazione - che ovviamente non c'è - mi viene in mente che potrei diventar famoso come il primo escursionista che invece dell'elisoccorso chiama un taxi.
Devo comunque avere del sangue ligure nelle vene perchè al pensiero del taxi i miei testicoli iniziano a roteare selvaggiamente tanto che parto e m'incammino sull'asfalto, al buio, sinchè dopo non molto vengo raccattato pietosamente da due cacciatori di cinghiali che mi danno un passaggio
"a condizione che non sia uno di quelli che ci stan sulle balle i cacciatori", che mi sembra anche giusto, in effetti, non fa una grinza.
Sta di fatto che loro son di Sambuco, quindi tra due chiacchere dietro la mascherina, con un colpo di fortuna quasi geniale, mi portano sino al bivio poco prima di Fiorino, da dove scarpino ancora sino all'auto.
Io bisognerà che vada a fare un giro su da Sambuco e lasciare offerto da bere a qualcuno, anche a caso, prima o poi.
Voi mi raccomando non dimenticate la cartina, e mai e poi mai, dico MAI, andate nei boschi di Fiorino travestiti da cinghiali.
Aloha
