Punta Oreste Gastone, via Aste

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andreaparodi
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Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by andreaparodi »

A inizio agosto, con Serafino e Pietro, avevamo ripetuto la via Aste-Biancardi alla Punta Tino Prato, trovandola meno impegnativa del previsto, grazie soprattutto alla recente richiodatura.

La sera prima, al Rifugio Garelli, il gestore Guido Colombo aveva attirato la nostra attenzione sull'altra "Via Aste", quella sulla parete nord della Punta Gastone, bella linea su grandiosa muraglia, e, secondo Colombo che gestisce il Garelli da almeno trent'anni, mai ripetuta da nessuno...

Naturalmente ho cominciato a pensarci e tanto ho detto e fatto, che ho convinto i malcapitati Serafino e Pietro a seguirmi nell'avventura (poi dopo, in corso d'opera mi sono fatto un po' di scrupoli, per il mio maledetto ottimismo, ma per fortuna è andato tutto bene).

Allego il bellissimo racconto che Pietro (23 anni) ha scritto di getto dopo l'avventurosa scalata:

PUNTA ORESTE GASTONE VIA ASTE (con apertura di variante diretta centrale) 12/9/2011
(racconto di Pietro Godani)

Partiti su proposta di Andre alla ricerca di quella che sembrava una bella linea dimenticata nei meandri del marcio Marguareis. Si decide tutto all'ultimo e si parte con l'ormai collaudata cordata a tre includente me e Serafino. Il lunedì sveglia alle tre e bellissimo avvicinamento al buio nel bosco popolato da folletti e demoni col timore ben più concreto di incontrare i maremmani degli alpeggi. Superiamo il bosco e le prime luci tingono d'oro la terribile e allo stesso tempo magnetica muraglia dello Scarason. Tagliamo tra piccoli arbusti e siamo sulla morena. Puntiamo ad una rampa ben visibile che Andre ha già percorso per raggiungere la base dell'Armusso. Al suo termine riusciamo ad intuire dove diavolo possa essersi cacciato Aste per evitare la fascia strapiombante presente sullo zoccolo della punta Oreste Gastone. Troviamo un punto di debolezza che raggiungiamo con una breve traversata su cenge. Roccia buona, mettiamo un chiodo e Andrea parte. Le difficoltà paiono umane e in breve arriva in un luogo adatto a sostare. Lo raggiungiamo alla base di un elegante diedro fessurato. Qui la musica cambia: il diedro pare subito impegnativo e proteggersi richiede un po' di malizia. Entrare già non è banale ma uscire è molto peggio: il diedro si raddrizza fin quasi a strapiombare e chi vi si avventura rischia di trasformarsi in un nut umano. L'uscita sulla sinistra è friabile e di pietre ne vengono giù parecchie. Una mi colpisce la mano e mi fa un discreto male ma fortunatamente la muovo bene. Andre riesce a passare dopo quasi un'ora. Usciti dal diedro percorriamo un canalino erboso e sostiamo sotto un muretto alla base di un diedro-camino. Ormai abbiamo capito di essere fuori via ma non possiamo più raggiungere il canale percorso da Aste che vediamo sulla sinistra. Il camino davanti a noi pare percorribile e Andrea va. "Quarto non è" è il primo commento che lascia presagire quanto sarà sostenuto e rognoso questo tiro che ovviamente presenta dei bei punti friabili. Un po' di pioggerellina di pietre ma il casco fa il suo dover e il muretto dove abbiamo fatto sosta fa da scudo. Dopo Andre parte Serafino che tira giù una lavastoviglie su cui Andre era passato perfino con grazia in virtù della minor stazza. In testa mi arriva Serafino ma l'elettrodomestico infuriato supera il mio antro senza sfiorarmi. Sera ha una caviglia bella gonfia ma riesce ad andare. Pian piano ci si rende conto che la via richiede una certa amorevole passione per l'alta difficoltà su roccia marcetta e il mio originario progetto di alternarmi da primo di cordata con Andre viene investito da un po' di coniglieria. Usciti dal camino con elegante arrampicata in opposizione alternata a imprecazioni e strisciate con ogni parte del corpo, ci troviamo in un anfiteatro naturale. Siamo su una crestina esposta in mezzo a repulsive e verticali pareti che ci circondano e accanto a noi sulla sinistra riconosciamo l'uscita del canale originale della via ovviamente franato. Dopo varie congetture Andre decide di passare lungo la crestina dinanzi a noi e raggiunge una rampa che lo porta in cima ad uno spuntone posto a destra dell'uscita del canale. Da lì con passo delicato si porta su una placca e raggiunge uno spuntone. La rampa è umana ma la placca non è affatto banale. "Belin ma qua tutti gli appigli son messi a casaccio" mi lamento a metà placca. Dallo spuntone dove abbiamo fatto sosta si scende a sinistra prima in un canale e poi si prosegue per rampe erbose sulla destra fino ad un piccolo pino sormontato da un pilastro. Risulta evidente che l'unica uscita possibile è quel brutto canale misto erba e roccia non ottima che sta a sinistra del pilastrino. Dal pino con un tiro siamo dentro il canale. Non si può certo definire un luogo solare. Noi ci infiliamo come crostacei nel fondo dell'antro e da lì miriamo i solari pascoli a fondo valle che giacciono in un'atmosfera oziosa ritmata da ronzii di insetti e campanacci. Andrea parte e finalmente esultante trova un chiodo testimonianza dell'impresa di Aste. Il quinto superiore di Aste è assai strettino e Andre fatica un po' ma passa inesorabile. È sera, da una parte il re di pietra si staglia con la sua sagoma sul rosso del tramonto, dall'altra emerge la luna piena. Disarrampichiamo delicatamente in traverso verso destra e proseguiamo per erba fino all'ultimo salto di roccia. Siamo fuori e la cosa ci fa decisamente piacere. Ammiriamo il versate erboso del Marguareis invaso dalla luna piena e iniziamo la discesa [per la Conca delle Carsene e il Passo del Duca]. Dopo parecchie ore, errori di percorso, barcollamenti e un incontro ravvicinato con i temibili maremmani, siamo alla macchina. E' l'una e mezza e siamo distrutti. Tempo un minuto io e Serafino dormiamo. Ogni tanto apriamo un occhio per veder se siamo in strada o in un fosso. Alle quattro siamo a casa e Serafino viene prelevato dalla figlia per andare a lavoro. E' stato un viaggio per amanti ed esperti del marcio come Andrea che si è tirato tutta la via da primo in scioltezza. Al confronto la cresta nord nord-ovest del Monviso era una passeggiata per margherite. Ringrazio i miei compagni per la compagnia in questa avventura.
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by Ago »

:-" 8-[ =D>
Sento il tuo passo sincrono col mio

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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by pria »

..una variante di una via di Aste e Bianciardi (V+) mai ripetuta... :smt107
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gambeinspalla
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by gambeinspalla »

Complimenti!!!!
Siete forti! =D> =D> =D> =D>
"Io intanto salgo, poi si vedrà ..."
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by mikesangui »

Complimenti!!!!

cavolo... questa si che è avventura ...!
andreaparodi
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by andreaparodi »

Impegnato com'ero nella scalata, non ho fatto foto d'azione... Allego comunque due immagini: una prima di cominciare ad arrampicare, l'altra all'inzio della discesa, e anche lo schizzo della via.

Image

Nella prima foto, scattata alle 7 e 12 minuti, si vede il primo sole che arriva ad illuminare la bastionata da cui emergono le punte: Armusso, Garelli, Gastone e Castello delle Aquile.

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Nella seconda ci sono Pietro e Serafino, all'inizio della discesa dalla Punta Gastone (ore 20.45)

Image
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Ramingo
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by Ramingo »

Beh .. se in trent'anni non è mai stata ripetuta ci sarà pure un motivo! :risata:

Tanto di cappello per il pelo sullo stomaco e per la grandissima salita!!! Il racconto di Pietro è molto avvincente!!!! =D> =D>

Se un giorno Andrea dovesse mai propormi una gita fingerò un'attacco di colite! :risata:
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by andreaparodi »

In realtà dalla prima salita sono passati cinquant'anni...

Le nord del Marguareis sono molto ostiche per la loro conformazione geologica, che alterna strati di roccia esageratamente compatta ad altri di rocce assai rotte, pendii erbosi ripidissimi, strapiombi e altre amenità.

Comunque una via del genere è un viaggio estremamente affascinante, in un ambiente grandioso e repulsivo: è difficile descrivere le sensazioni contrastanti e fortissime, ad esempio quando sono sbucato sull'aerea crestina centrale, sopra il gigantesco catino del canalone percorso da Aste e Biancardi, stravolto da una impressionante frana.

Ho visto cose... Una spaccatura enorme colma di massi, tra i quali, sotto, si vedeva il vuoto; rampe erbose che finivano a sbalzo su orridi precipizi; pareti lisce come lavagne sospese nel vuoto... E in cima, di colpo, dagli strapiombi si passa ai prati e alla luce calda del versante sud (beh, veramente quando siamo usciti noi era quasi buio, ma c'era la luna).

Comunque non penso di essere un temerario: salendo sono sempre riuscito a proteggermi bene, e proprio questa è la cosa che mi piace di più: cercare la via migliore e salirla rischiando il meno possibile.

In questo caso il problema più grosso sono state le pietre che facevamo cadere noi o le corde, soprattuto perché eravamo in tre e i miei soci non erano molto abituati al friabile.

Di sicuro, quando vado a fare un via ben attrezzata su roccia ottima mi rimangono poi pochi, vaghi ricordi generici di bella scalata. Invece un'ascensione come questa mi rimane impressa nella memoria per tutta la vita.
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by mazzysan »

andreaparodi wrote:In realtà dalla prima salita sono passati cinquant'anni...

Le nord del Marguareis sono molto ostiche per la loro conformazione geologica, che alterna strati di roccia esageratamente compatta ad altri di rocce assai rotte, pendii erbosi ripidissimi, strapiombi e altre amenità.

Comunque una via del genere è un viaggio estremamente affascinante, in un ambiente grandioso e repulsivo: è difficile descrivere le sensazioni contrastanti e fortissime, ad esempio quando sono sbucato sull'aerea crestina centrale, sopra il gigantesco catino del canalone percorso da Aste e Biancardi, stravolto da una impressionante frana.

Ho visto cose... Una spaccatura enorme colma di massi, tra i quali, sotto, si vedeva il vuoto; rampe erbose che finivano a sbalzo su orridi precipizi; pareti lisce come lavagne sospese nel vuoto... E in cima, di colpo, dagli strapiombi si passa ai prati e alla luce calda del versante sud (beh, veramente quando siamo usciti noi era quasi buio, ma c'era la luna).

Comunque non penso di essere un temerario: salendo sono sempre riuscito a proteggermi bene, e proprio questa è la cosa che mi piace di più: cercare la via migliore e salirla rischiando il meno possibile.

In questo caso il problema più grosso sono state le pietre che facevamo cadere noi o le corde, soprattuto perché eravamo in tre e i miei soci non erano molto abituati al friabile.

Di sicuro, quando vado a fare un via ben attrezzata su roccia ottima mi rimangono poi pochi, vaghi ricordi generici di bella scalata. Invece un'ascensione come questa mi rimane impressa nella memoria per tutta la vita.
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by Ramingo »

andreaparodi wrote:Comunque non penso di essere un temerario: salendo sono sempre riuscito a proteggermi bene, e proprio questa è la cosa che mi piace di più: cercare la via migliore e salirla rischiando il meno possibile.

Di sicuro, quando vado a fare un via ben attrezzata su roccia ottima mi rimangono poi pochi, vaghi ricordi generici di bella scalata. Invece un'ascensione come questa mi rimane impressa nella memoria per tutta la vita.
E lo credo, perfettamente d'accordo con quanto scritto sopra!!! =D>
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by andreaparodi »

Nella Rivista Mensile del CAI, anno 1962, ho rintracciato il racconto della prima ascensione alla nord della Punta Gastone, scritto da Armando Biancardi. Mi par di capire che la nostra via si discosta dall'originale fin dall'inizio, salendo più diretta per un diedro strapiombante (ecco perché ho trovato così lungo...).

Comunque, dal racconto di Biancardi, Armando Aste non era per nulla impressionato dalle muraglie del Marguareis, anzi, nel tratto più ostico era tutto entusiasta, gridava: "splendida, questa è l'arrampicata che piace a me" mentre Biancardi lo guardava perplesso...

Dopo il tratto chiave Aste giunse su uno spigolo friabile ed aereo che forma un piccolo colletto (me lo ricordo bene): da lì provò a salire dritto con dieci metri di corda in bando: "Dopo armeggi, non troppo convinto, pianta un chiodo a rovescio e vi appende una scaletta. Con tutta delicatezza si alza sul primo e sul secondo gradino, poi d'un tratto, la roccia si spezza e chiodo, staffa ed Armando piombano giù. Mi attacco più che posso alla roccia, anche qui malsicura, e cerco di recuperare istantaneamente la corda. Sono soltanto attimi ed è certamente più lungo il dire, ma sono tremendi. Miracolosamente, Armando va ad accavallarsi sul collettino, una gamba al di qua e l'altra al di là dello spigolo..."
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by Ramingo »

andreaparodi wrote:Nella Rivista Mensile del CAI, anno 1962, ho rintracciato il racconto della prima ascensione alla nord della Punta Gastone, scritto da Armando Biancardi. Mi par di capire che la nostra via si discosta dall'originale fin dall'inizio, salendo più diretta per un diedro strapiombante (ecco perché ho trovato così lungo...).

Comunque, dal racconto di Biancardi, Armando Aste non era per nulla impressionato dalle muraglie del Marguareis, anzi, nel tratto più ostico era tutto entusiasta, gridava: "splendida, questa è l'arrampicata che piace a me" mentre Biancardi lo guardava perplesso...
:ahah:
andreaparodi wrote:Dopo il tratto chiave Aste giunse su uno spigolo friabile ed aereo che forma un piccolo colletto (me lo ricordo bene): da lì provò a salire dritto con dieci metri di corda in bando: "Dopo armeggi, non troppo convinto, pianta un chiodo a rovescio e vi appende una scaletta. Con tutta delicatezza si alza sul primo e sul secondo gradino, poi d'un tratto, la roccia si spezza e chiodo, staffa ed Armando piombano giù. Mi attacco più che posso alla roccia, anche qui malsicura, e cerco di recuperare istantaneamente la corda. Sono soltanto attimi ed è certamente più lungo il dire, ma sono tremendi. Miracolosamente, Armando va ad accavallarsi sul collettino, una gamba al di qua e l'altra al di là dello spigolo..."
:shock: :shock: :shock:
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by Ago »

andreaparodi wrote:Miracolosamente, Armando va ad accavallarsi sul collettino, una gamba al di qua e l'altra al di là dello spigolo..."
Spiegato il perché non è stata più ripetuta :ahah:
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by scinty »

Ago wrote:
andreaparodi wrote:Miracolosamente, Armando va ad accavallarsi sul collettino, una gamba al di qua e l'altra al di là dello spigolo..."
Spiegato il perché non è stata più ripetuta :ahah:
Ah ah ah!! Siete mitici!!! E' sempre gustoso leggere delle vostre imprese! Questa in particolare è incredibile, e meraviglioso racconto e commenti!!! :D :lol: : Thumbup :
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Re: Punta Oreste Gastone, via Aste

Post by amadablam »

=D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D>
OT..Titti ha ripreso ad andare in montagna... :strizzaOcchio::
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Tenzin Gyatso (Dalai Lama)

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"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
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