Guglia di San Bernolfo - Nunatak più Cresta Nord Ovest
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Guglia di San Bernolfo - Nunatak più Cresta Nord Ovest
Domenica, una piacevole arrampicata fatta in giornata, in uno dei luoghi più belli e rilassanti delle Marittime alla scoperta di nuove ed interessanti salite. Vi trasmetto la relazione e buone arrampicate.
Guglia di San Bernolfo (2600 m)
Sulla parete Est della Guglia di San Bernolfo, sono state aperte recentemente tre interessanti vie, Makita (Sergio Calvi, Franco Alessandria – 2002, 5b max e obbl.), Nunatak (Ezio Camisassa, Danilo Collino e Katya Feo – 2004, 5c max e obbl.) e I Doi Lilu (Danilo Collino, Gianluca Ippolito – 2005, 6a/b max con 5c obbl.). Tutte e tre le vie percorrono l’evidente parete che fa d’avancorpo ad Est della guglia, e al loro termine propongono una interessante continuazione sulla Cresta NO che conduce alla vetta. Da ogni via è possibile la calata in doppia mentre se si raggiunge la vetta con facile discesa a piedi, si ritorna con una ventina di minuti alla base della parete.
Accesso: risalita la Valle Stura, dopo Vinadio si prosegue fino a Pianche e si continua per le Terme di Vinadio. Giunti alla terme si prosegue per San Bernolfo e si risale la strada asfaltata fin quasi al suo termine, parcheggiando nei pressi di un tornate posto vicino ad un evidente ponte. Dal tornante seguire la strada sterrata che supera il ponte e che dopo una breve discesa comincia a salire nel bosco. Dopo vari tornanti si giunge al Rifugio del Laus (30 min.) lo si supera continuando fin quasi al Lago di San Bernolfo. Poco prima del lago sulla destra si stacca un evidente sentiero subito molto largo (cartello con segnalato Rocca di San Bernolfo). Lo si segue fino a raggiungere dopo vari tornanti il Chiot della Rocca, un avvallamento morenico circondato dalla Rocca di San Bernolfo a sinistra e dalla Guglia di San Bernolfo alla destra. Si continua sempre su buon sentiero che comincia a risalire con diversi tornati la sinistra orografica del valloncello raggiungendo la base del contrafforte Est della guglia. Da qui risalire contornando la base della guglia verso destra fino ad incontrare la prima via (Makita) e poco dopo le placche di Nunatak. Per I Doi Lilu occorre risalire il canale per ancora una decina di metri (1.15 ora dal rifugio).
Nunatak (Ezio Camisassa, Danilo Collino e Katya Feo – 2004)
Sviluppo: 185 m di parete + 165 m della Cresta NO, per complessivi 350 m.
Difficoltà: D+, 5c max e obbligatorio.
Via attrezzata con spit grigi, molto distanziati al di sotto del grado massimo (5c) e all'incirca dai tre ai quattro metri sui passi più difficili. Si rendono per cui necessari friends (dai piccoli ai medio/grandi) e nut piccoli con cavetto.
Attacco: la via attacca in corrispondenza di una bella e compatta placca di gneiss chiaro (spit grigio visibile a ca. 5 metri dalla base e uno più in alto con cordone).
L1: si sale la compatta placca di ottima roccia direttamente superando un breve tratto più ripido (5c), si prosegue sempre dritti (5a/b) per poggiare un poco a destra su placca molto delicata (5c). Arrivati sotto un muretto più verticale, lo si supera salendo dapprima a sinistra verso una lama (5a) per poi obliquare decisamente a destra su piccola rampa/fessura (5b) e continuando sempre a destra più facilmente (4b) verso la sosta su comodo terrazzino roccioso. 55 m S1.
L2: dalla sosta traversare a destra e risalire verso un diedro erboso (3b/c). Attaccare il diedro subito meno marcato portandosi alla base del pilastro che lo borda a destra (4c). Salire il bel pilastro verticale uscendo in alto dove si fa meno ripido un poco a destra (5b). Proseguire su parete meno ripida e ricca di appigli (4c/5a) fin sotto un muretto che si supera un poco sulla destra (5a). Si continua su parete più articolata superando un secondo muretto a destra (4c) e su parete abbattuta (3a) si raggiunge la sosta verso destra posta su comoda cengia erbosa. 55 m S2.
L3: subito a sinistra della sosta si sale la parete verticale e fessurata con passo difficile (5a), si continua su parete articolata e un po disturbata da licheni e tratti con zolle erbose (3c/4a) fin sotto un muretto. Si supera la prima parte del muro su buoni appigli (4c) e dopo un piccolo terrazzino si affronta la seconda parte del muro risalendo una bella lama/fessura a sinistra (4c). Si prosegue più facilmente sempre dritti (3b) superando un ultimo breve muretto (4c) che conduce al terrazzo della sosta. 50 m S3.
L4: dalla sosta salire l’abbattuta placca soprastante facendo un arco da destra a sinistra (4b/c), e continuando a poggiare verso sinistra si raggiunge il culmine del contrafforte. 25 m S4.
L5: dalla sosta seguire la cresta esposta verso destra fin sopra dei grossi spuntoni (2b), scendere per alcuni metri ad un’aerea forcella (3c) e risalire la cresta posta di fronte fino a degli spuntoni dove sostare. 30 m S5 da costruire (nessuna protezione fissa sul tiro).
L6: salire un poco a destra del filo di cresta per poi arrivare sulla cima di un torrione (2c). Continuare in orizzontale rimanendo un poco al disotto ma a sinistra del filo dell’aerea cresta (3b/c), e alla fine del torrione scendere su lame e spuntoni (3a) raggiungendo un ampio colletto erboso. 45 m S6 su due spit collegati da cordone (nessuna protezione sul tiro).
L7: salire la bella placca posta sopra la sosta (spit grigio visibile) superandola o direttamente (passo di 5a) o aggirandola leggermente sulla destra (4b). Continuare verso sinistra contornando la base di un grande spuntone (4a) e arrivati ad una forcelletta, traversare un paio di metri verso la paretina di sinistra (3c) risalendola fino al suo termine (4b, spit grigio visibile), e facendo sosta al di sopra. 30 m S7 da costruire (sul tiro presenti due spit).
L8: dalla sosta si segue la cresta quasi orizzontale che conduce facendo un lieve arco verso sinistra alla croce di vetta (2c/3a). 60 m S8 (nessuna protezione sul tiro, anche se facile proteggersi ogni tanto vista l’esposizione e la presenza di massi e lame instabili).
Discesa: dalla croce di vetta scendere a destra seguendo la marcata traccia (scalini all’inizio), che seguendola poi vero Est conduce ad un colletto da dove sempre per buon sentiero si scende lungo diversi tornanti ripassando alla base del contrafforte, e da lì proseguendo in discesa, verso il Rifugio del Laus sul sentiero dell’avvicinamento.
(relazione C. Marchesi – 2009)
Guglia di San Bernolfo (2600 m)
Sulla parete Est della Guglia di San Bernolfo, sono state aperte recentemente tre interessanti vie, Makita (Sergio Calvi, Franco Alessandria – 2002, 5b max e obbl.), Nunatak (Ezio Camisassa, Danilo Collino e Katya Feo – 2004, 5c max e obbl.) e I Doi Lilu (Danilo Collino, Gianluca Ippolito – 2005, 6a/b max con 5c obbl.). Tutte e tre le vie percorrono l’evidente parete che fa d’avancorpo ad Est della guglia, e al loro termine propongono una interessante continuazione sulla Cresta NO che conduce alla vetta. Da ogni via è possibile la calata in doppia mentre se si raggiunge la vetta con facile discesa a piedi, si ritorna con una ventina di minuti alla base della parete.
Accesso: risalita la Valle Stura, dopo Vinadio si prosegue fino a Pianche e si continua per le Terme di Vinadio. Giunti alla terme si prosegue per San Bernolfo e si risale la strada asfaltata fin quasi al suo termine, parcheggiando nei pressi di un tornate posto vicino ad un evidente ponte. Dal tornante seguire la strada sterrata che supera il ponte e che dopo una breve discesa comincia a salire nel bosco. Dopo vari tornanti si giunge al Rifugio del Laus (30 min.) lo si supera continuando fin quasi al Lago di San Bernolfo. Poco prima del lago sulla destra si stacca un evidente sentiero subito molto largo (cartello con segnalato Rocca di San Bernolfo). Lo si segue fino a raggiungere dopo vari tornanti il Chiot della Rocca, un avvallamento morenico circondato dalla Rocca di San Bernolfo a sinistra e dalla Guglia di San Bernolfo alla destra. Si continua sempre su buon sentiero che comincia a risalire con diversi tornati la sinistra orografica del valloncello raggiungendo la base del contrafforte Est della guglia. Da qui risalire contornando la base della guglia verso destra fino ad incontrare la prima via (Makita) e poco dopo le placche di Nunatak. Per I Doi Lilu occorre risalire il canale per ancora una decina di metri (1.15 ora dal rifugio).
Nunatak (Ezio Camisassa, Danilo Collino e Katya Feo – 2004)
Sviluppo: 185 m di parete + 165 m della Cresta NO, per complessivi 350 m.
Difficoltà: D+, 5c max e obbligatorio.
Via attrezzata con spit grigi, molto distanziati al di sotto del grado massimo (5c) e all'incirca dai tre ai quattro metri sui passi più difficili. Si rendono per cui necessari friends (dai piccoli ai medio/grandi) e nut piccoli con cavetto.
Attacco: la via attacca in corrispondenza di una bella e compatta placca di gneiss chiaro (spit grigio visibile a ca. 5 metri dalla base e uno più in alto con cordone).
L1: si sale la compatta placca di ottima roccia direttamente superando un breve tratto più ripido (5c), si prosegue sempre dritti (5a/b) per poggiare un poco a destra su placca molto delicata (5c). Arrivati sotto un muretto più verticale, lo si supera salendo dapprima a sinistra verso una lama (5a) per poi obliquare decisamente a destra su piccola rampa/fessura (5b) e continuando sempre a destra più facilmente (4b) verso la sosta su comodo terrazzino roccioso. 55 m S1.
L2: dalla sosta traversare a destra e risalire verso un diedro erboso (3b/c). Attaccare il diedro subito meno marcato portandosi alla base del pilastro che lo borda a destra (4c). Salire il bel pilastro verticale uscendo in alto dove si fa meno ripido un poco a destra (5b). Proseguire su parete meno ripida e ricca di appigli (4c/5a) fin sotto un muretto che si supera un poco sulla destra (5a). Si continua su parete più articolata superando un secondo muretto a destra (4c) e su parete abbattuta (3a) si raggiunge la sosta verso destra posta su comoda cengia erbosa. 55 m S2.
L3: subito a sinistra della sosta si sale la parete verticale e fessurata con passo difficile (5a), si continua su parete articolata e un po disturbata da licheni e tratti con zolle erbose (3c/4a) fin sotto un muretto. Si supera la prima parte del muro su buoni appigli (4c) e dopo un piccolo terrazzino si affronta la seconda parte del muro risalendo una bella lama/fessura a sinistra (4c). Si prosegue più facilmente sempre dritti (3b) superando un ultimo breve muretto (4c) che conduce al terrazzo della sosta. 50 m S3.
L4: dalla sosta salire l’abbattuta placca soprastante facendo un arco da destra a sinistra (4b/c), e continuando a poggiare verso sinistra si raggiunge il culmine del contrafforte. 25 m S4.
L5: dalla sosta seguire la cresta esposta verso destra fin sopra dei grossi spuntoni (2b), scendere per alcuni metri ad un’aerea forcella (3c) e risalire la cresta posta di fronte fino a degli spuntoni dove sostare. 30 m S5 da costruire (nessuna protezione fissa sul tiro).
L6: salire un poco a destra del filo di cresta per poi arrivare sulla cima di un torrione (2c). Continuare in orizzontale rimanendo un poco al disotto ma a sinistra del filo dell’aerea cresta (3b/c), e alla fine del torrione scendere su lame e spuntoni (3a) raggiungendo un ampio colletto erboso. 45 m S6 su due spit collegati da cordone (nessuna protezione sul tiro).
L7: salire la bella placca posta sopra la sosta (spit grigio visibile) superandola o direttamente (passo di 5a) o aggirandola leggermente sulla destra (4b). Continuare verso sinistra contornando la base di un grande spuntone (4a) e arrivati ad una forcelletta, traversare un paio di metri verso la paretina di sinistra (3c) risalendola fino al suo termine (4b, spit grigio visibile), e facendo sosta al di sopra. 30 m S7 da costruire (sul tiro presenti due spit).
L8: dalla sosta si segue la cresta quasi orizzontale che conduce facendo un lieve arco verso sinistra alla croce di vetta (2c/3a). 60 m S8 (nessuna protezione sul tiro, anche se facile proteggersi ogni tanto vista l’esposizione e la presenza di massi e lame instabili).
Discesa: dalla croce di vetta scendere a destra seguendo la marcata traccia (scalini all’inizio), che seguendola poi vero Est conduce ad un colletto da dove sempre per buon sentiero si scende lungo diversi tornanti ripassando alla base del contrafforte, e da lì proseguendo in discesa, verso il Rifugio del Laus sul sentiero dell’avvicinamento.
(relazione C. Marchesi – 2009)
Last edited by mahler on Mon Jul 06, 2009 20:55, edited 2 times in total.
purtroppo niente foto. Per quanto riguarda la neve ce n'è ancora una strisca all'attacco delle vie e sul sentiero un paio di brevi tratti con traccia tra il colletto di discesa e la base della guglia. Per quanto riguarda la Rocca di San Bernolfo ancora un po di neve al di sotto della cresta NO che sale alla cima (quindi anche all'attacco di Reverso perso, ecc.). Su dall'Autaret ancora zone con neve, mentre nel vallone di Barbacana tutti i sentieri sono ben puliti anche fino all'attacco della Serra di Barbacana. Sui versanti occidentali del Monte Matto, Rocca la Paur, Cime di Valrossa e Malinvern si vedono ancora zone innevate.
ciao gecko, ho scoperto solo ora e per caso la tua salita della via Nunatak del 2008. Come ti sembra la relazione, secondo te corrisponde abbastanza? Hai alcune considerazioni da aggiungere? La via a destra (I Doi Lilu ) l'hai salita? Ho anche letto quanto è stato discusso sul fatto della roccia ecc. ecc. Secondo me sono vie si parzialmente attrezzate ma del tutto a carattere più alpinistico, per cui occorre prendere le giuste misure su tutto, dal proteggersi, al cercare la via , a tener d'occhio le nuvole, ai tempi di avvicinamento e discesa, ecc. ecc.
Ciao mahler, la I Doi Lilu, non l'ho salita, volevo farla quest'anno ma aspettavo il disgelo (visto la quantità di neve che c'è ancora in giro); penso andremo tra due settimane
Per quanto riguarda la Nunatak la relazione è perfetta; io avevo trovato un pò marcetto l'inizio del terzo tiro però magari la stagione particolarmente rigida ha completato l'opera eliminando ciò che di instabile avevo trovato lo scorso anno; sono d'accordo sulla spittatura, non abbondante ( se paragonata alle vie dal lago) ma presente dove serve
Per quanto riguarda la Nunatak la relazione è perfetta; io avevo trovato un pò marcetto l'inizio del terzo tiro però magari la stagione particolarmente rigida ha completato l'opera eliminando ciò che di instabile avevo trovato lo scorso anno; sono d'accordo sulla spittatura, non abbondante ( se paragonata alle vie dal lago) ma presente dove serve
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
per fare la via a destra, la neve alla base non da particolarmente fastidio. Per il terzo tiro, ora un appoggio a sinistra non c'è più (staccato da me) e nella fessura è presente una piccola lama super instabile da non tirare assolutamente. Fra due settimane. ummm , potrei esserci come no. Devo andare alla Meja a fare Un tonfo per Lally, ma non so se il prossimo w.end o il prossimo ancora. Si vedrà.
Re: Guglia di San Bernolfo - Nunatak più Cresta Nord Ovest
Salita ieri; presente ancora neve all'attacco che costringe a partire dalla via di sinistra per poi obliquare tutto a destra sino a prendere il secondo spit della via. Cresta molto ballerina, evidentemente il gelo ha picchiato duro e per lungo tempo.
Discesa tranquilla solo due brevi lingue di neve da attraversare.
Ottima la compagnia
Discesa tranquilla solo due brevi lingue di neve da attraversare.
Ottima la compagnia
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
Re: Guglia di San Bernolfo - Nunatak più Cresta Nord Ovest
Sabato io e Kevin abbiamo salito la via Nunatak alla Guglia di San Bernolfo.
Si tratta di 4 tiri con difficoltà decrescente. Bellissimo il primo tiro (5c) su placca, abbastanza continuo e divertente, carina L2 (5b). Gli ultimi due tiri invece decisamente sporchi e molto lichenati.
Arrivati ad S4 abbiamo percorso un breve tratto di cresta verso la vetta, molto divertente, con difficoltà sul III, sino ad un intaglio sotto la cima, dove è presente una sosta. Da qui, per breve placca (forse 4a e 2 spit) siamo giunti nuovamente in cresta a pochi metri dalla croce.
Chiodatura ariosa ma giusta
Ambiente e panorama bellissimi!
La Guglia di s. Bernolfo
Bellissimo primo tiro
Da S1
Kevin su L2
In cresta
Vetta
Si tratta di 4 tiri con difficoltà decrescente. Bellissimo il primo tiro (5c) su placca, abbastanza continuo e divertente, carina L2 (5b). Gli ultimi due tiri invece decisamente sporchi e molto lichenati.
Arrivati ad S4 abbiamo percorso un breve tratto di cresta verso la vetta, molto divertente, con difficoltà sul III, sino ad un intaglio sotto la cima, dove è presente una sosta. Da qui, per breve placca (forse 4a e 2 spit) siamo giunti nuovamente in cresta a pochi metri dalla croce.
Chiodatura ariosa ma giusta
Ambiente e panorama bellissimi!
La Guglia di s. Bernolfo
Bellissimo primo tiro
Da S1
Kevin su L2
In cresta
Vetta
Re: Guglia di San Bernolfo - Nunatak più Cresta Nord Ovest
Che bella uscita! e che bella roccia
complimenti!
complimenti!
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa