Oronaye - Canale Nord
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- Vivaldi
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Oronaye - Canale Nord
Vorremmo farlo (forse) questa settimana avvicinandoci con gli sci. Tuttavia vi sottopongo alcuni problemi logistici. Premetto che non vogliamo salirlo con gli sci a spalle e tanto meno scenderlo, gli sci quindi rimarrebbero all'attacco.
Ebbene, per scendere cosa consigliate di fare? Dal canale mi piace poco l'idea, facendo tutto il giro senza sci, invece, è un mezzo suicidio. Qualche idea per scendere verso l'attacco del canale a recuperare gli sci?
Grazie ciau!
Ebbene, per scendere cosa consigliate di fare? Dal canale mi piace poco l'idea, facendo tutto il giro senza sci, invece, è un mezzo suicidio. Qualche idea per scendere verso l'attacco del canale a recuperare gli sci?
Grazie ciau!
A. Vivaldi
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- Brun Rusan
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Re: Canale N Oronaye
La soluzione ideale per salire il canale nord, quando l'avvicinamento è privo di neve, è una sola:Vivaldi wrote:Vorremmo farlo (forse) questa settimana avvicinandoci con gli sci. Tuttavia vi sottopongo alcuni problemi logistici. Premetto che non vogliamo salirlo con gli sci a spalle e tanto meno scenderlo, gli sci quindi rimarrebbero all'attacco.
Ebbene, per scendere cosa consigliate di fare? Dal canale mi piace poco l'idea, facendo tutto il giro senza sci, invece, è un mezzo suicidio. Qualche idea per scendere verso l'attacco del canale a recuperare gli sci?
Grazie ciau!
- salire dal vallone di Unerzio fino al colle d'Enchiausa,
- perdere circa 50 metri nella valle d'Apsoi
- salire il canale nord
- discesa dal canale sud
- rientro (senza risalire nemmeno un metro) dal colle Feuillas
Naturalmente, se vuoi invece lasciare gli sci alla base e non risalire il canale sci a spalla, le cose si complicano, con queste possibilità:
- ridiscendere il canale a ritroso
- fare il giro dal Colle Feuillas e colle d'Enchiausa e riprendere gli sci (improponibile senza sci)
- rientrare attraverso il Colle di Villadel (altrettanto eterno per andare a riprendersi gli assi)
Pertanto, l'unica soluzione proponibile, visto che non intendi nemmeno scendere il canale con gli sci,
è utilizzare la soluzione che ho proposto inizialmente e salire il canale sci a spalle,
per avere almeno un mezzo di locomozione idoneo per il ritorno attraverso il colle Feuillas.
Io, circa un mese fa ero salito dalla valle d'Apsoi,
ma l'avevo ridisceso con gli sci, quindi nessun problema,
salvo le difficoltà tecniche della discesa, non proprio banali,
vista la neve durissima trovata...
Buona gita!
- Vivaldi
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Re: Canale N Oronaye
Verrà la primavera... aspetteremo.Brun Rusan wrote:La soluzione ideale per salire il canale nord, quando l'avvicinamento è privo di neve, è una sola:Vivaldi wrote:Vorremmo farlo (forse) questa settimana avvicinandoci con gli sci. Tuttavia vi sottopongo alcuni problemi logistici. Premetto che non vogliamo salirlo con gli sci a spalle e tanto meno scenderlo, gli sci quindi rimarrebbero all'attacco.
Ebbene, per scendere cosa consigliate di fare? Dal canale mi piace poco l'idea, facendo tutto il giro senza sci, invece, è un mezzo suicidio. Qualche idea per scendere verso l'attacco del canale a recuperare gli sci?
Grazie ciau!
- salire dal vallone di Unerzio fino al colle d'Enchiausa,
- perdere circa 50 metri nella valle d'Apsoi
- salire il canale nord
- discesa dal canale sud
- rientro (senza risalire nemmeno un metro) dal colle Feuillas
Naturalmente, se vuoi invece lasciare gli sci alla base e non risalire il canale sci a spalla, le cose si complicano, con queste possibilità:
- ridiscendere il canale a ritroso
- fare il giro dal Colle Feuillas e colle d'Enchiausa e riprendere gli sci (improponibile senza sci)
- rientrare attraverso il Colle di Villadel (altrettanto eterno per andare a riprendersi gli assi)
Pertanto, l'unica soluzione proponibile, visto che non intendi nemmeno scendere il canale con gli sci,
è utilizzare la soluzione che ho proposto inizialmente e salire il canale sci a spalle,
per avere almeno un mezzo di locomozione idoneo per il ritorno attraverso il colle Feuillas.
Io, circa un mese fa ero salito dalla valle d'Apsoi,
ma l'avevo ridisceso con gli sci, quindi nessun problema,
salvo le difficoltà tecniche della discesa, non proprio banali,
vista la neve durissima trovata...
Buona gita!
Grazie!
A. Vivaldi
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Ciao a tutti.
Ieri io e ramingo siamo saliti all'Oronaye dal canale nord.
C'è molto da dire e molte foto da riordinare, ma ora vado un po' di fretta, pazientate... (soprattutto per le foto).
Intanto posso dire che è stata una bella salita in un bellissimo posto; aggiungo però che nel complesso le condizioni sono state problematiche (più che altro per il rientro) a causa dello zero termico altissimo e della troppa neve ancora presente in giro. Probabilmente si può ancora aspettare, sperando in temperature più basse.
In breve:
- Siamo saliti domenica sera al Bivacco Bonelli in 2h10, neve praticamente continua dai 2100 in su, usate le ciaspole. Bivacco stupendo e assolutamente attrezzato di tutto!
- Dopo una gran magnata e troppo poche ore di sonno siamo partiti alle 5:25 per il canale nord. Neve piuttosto buona in avvicinamento, discreto rigelo, usati i ramponi. Già più molle, invece, nel canale (che comunque è semplice: dopo il conoide le pendenze si aggirano sui soliti 40-45°tranne un breve tratto a 50°nella strozzatura centrale). Siamo saliti comunque abbastanza bene, uscendo al colletto intorno alle 8.
- Dopo una notevole perdita di tempo a causa dei dubbi sulla via per la vetta (che alla fine invece era piuttosto logica; maggiori dettagli a richiesta) ci siamo legati e abbiamo affrontato la crestina finale, nel complesso non difficile ma neppure banale: un breve ma delicato canalino, ripido e in neve molle, poi passaggi di I e II su roccia con i ramponi. Abbiamo fatto un tirello e varie sicure volanti sfruttando l'attrezzatura in loco, più cordini su spuntoni e anche 1 chiodo messo e poi tolto da me. Vetta bellissima e panoramica.
- Discesa delicata della cresta sommitale (fatta anche una doppia per sicurezza) e poi rapidamente giù per il canale sud in neve molle, a ora purtroppo molto tarda.
- Infernale e interminabile traverso in neve marcia, sotto il sole cocente, per raggiungere il remoto colle di Villadel... ci abbiamo messo ben 2h30, raramente ho fatto così fatica in vita mia; sapevo che sarebbe stata dura ma credo comunque di aver sottovalutato l'impegno fisico...
- Discesa dal colle al bivacco, per fortuna molto rapida.
- Dopo un lungo riposo al bivacco (eravamo completamente sfiniti) ritorno abbastanza veloce fino all'auto, parcheggiata alle Sorgenti del Maira, dopo quasi 25 ore in giro.
Sulla guida di Parodi la salita è classificata AD-, io concordo. Secondo me la parte più impegnativa, nelle condizioni di ieri, è la crestina finale, sulla quale è caldamente consigliabile legarsi. In condizioni estive penso sia più facile.
Ieri io e ramingo siamo saliti all'Oronaye dal canale nord.
C'è molto da dire e molte foto da riordinare, ma ora vado un po' di fretta, pazientate... (soprattutto per le foto).
Intanto posso dire che è stata una bella salita in un bellissimo posto; aggiungo però che nel complesso le condizioni sono state problematiche (più che altro per il rientro) a causa dello zero termico altissimo e della troppa neve ancora presente in giro. Probabilmente si può ancora aspettare, sperando in temperature più basse.
In breve:
- Siamo saliti domenica sera al Bivacco Bonelli in 2h10, neve praticamente continua dai 2100 in su, usate le ciaspole. Bivacco stupendo e assolutamente attrezzato di tutto!
- Dopo una gran magnata e troppo poche ore di sonno siamo partiti alle 5:25 per il canale nord. Neve piuttosto buona in avvicinamento, discreto rigelo, usati i ramponi. Già più molle, invece, nel canale (che comunque è semplice: dopo il conoide le pendenze si aggirano sui soliti 40-45°tranne un breve tratto a 50°nella strozzatura centrale). Siamo saliti comunque abbastanza bene, uscendo al colletto intorno alle 8.
- Dopo una notevole perdita di tempo a causa dei dubbi sulla via per la vetta (che alla fine invece era piuttosto logica; maggiori dettagli a richiesta) ci siamo legati e abbiamo affrontato la crestina finale, nel complesso non difficile ma neppure banale: un breve ma delicato canalino, ripido e in neve molle, poi passaggi di I e II su roccia con i ramponi. Abbiamo fatto un tirello e varie sicure volanti sfruttando l'attrezzatura in loco, più cordini su spuntoni e anche 1 chiodo messo e poi tolto da me. Vetta bellissima e panoramica.
- Discesa delicata della cresta sommitale (fatta anche una doppia per sicurezza) e poi rapidamente giù per il canale sud in neve molle, a ora purtroppo molto tarda.
- Infernale e interminabile traverso in neve marcia, sotto il sole cocente, per raggiungere il remoto colle di Villadel... ci abbiamo messo ben 2h30, raramente ho fatto così fatica in vita mia; sapevo che sarebbe stata dura ma credo comunque di aver sottovalutato l'impegno fisico...
- Discesa dal colle al bivacco, per fortuna molto rapida.
- Dopo un lungo riposo al bivacco (eravamo completamente sfiniti) ritorno abbastanza veloce fino all'auto, parcheggiata alle Sorgenti del Maira, dopo quasi 25 ore in giro.
Sulla guida di Parodi la salita è classificata AD-, io concordo. Secondo me la parte più impegnativa, nelle condizioni di ieri, è la crestina finale, sulla quale è caldamente consigliabile legarsi. In condizioni estive penso sia più facile.
Concordo sull'attenzione da porre nel misto verso la vetta.
Per chi volesse vedere qualche foto e leggere qualche impressione, riporto il link alla nostra salita dell'aprile 2007, quando sbucammo al colletto salendo il canale sud:
http://dani-climb.blogspot.com/2007/04/ ... o-sud.html
Per chi volesse vedere qualche foto e leggere qualche impressione, riporto il link alla nostra salita dell'aprile 2007, quando sbucammo al colletto salendo il canale sud:
http://dani-climb.blogspot.com/2007/04/ ... o-sud.html
Bravi ragazzidavec77 wrote:Dopo una notevole perdita di tempo a causa dei dubbi sulla via per la vetta (che alla fine invece era piuttosto logica; maggiori dettagli a richiesta)
Anch'io quando ero andato su con gli sci avevo sbagliato strada dal colletto facendo un percorso un po' più difficile, poi ero sceso per la via corretta.
Belin avevo spiegato bene a Ramingo il percorso da seguire, e gli avevo detto di seguire fedelmente la relazione di Parodi...
La neve molla era da aspettarsela, visto lo zero termico a livelli stellari...comunque è tutto allenamento Ancora complimenti
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Hai ragione Alec... però alla forcella, non abbiamo notato subito il traverso, anche se alla fine con un pò di ragionamento era intuibile... inoltre le freccette rosse indicate nelle relazioni le abbiamo notate solo al ritorno dalla vetta, piccolissime sbiadite e confuse con il colore rossastro dei licheni.. sarebbe il caso che qualcuno di buona volontà le ripassasse con un pò di vernice....alec wrote:Bravi ragazzi
Belin avevo spiegato bene a Ramingo il percorso da seguire, e gli avevo detto di seguire fedelmente la relazione di Parodi...
La neve molla era da aspettarsela, visto lo zero termico a livelli stellari...comunque è tutto allenamento Ancora complimenti
Finalmente ho chiuso i conti con un bel 3000 con il quale avevo un conto in sospeso. Lo scorso Luglio avevo rinunciato a pochi metri dalla croce, impressionato dalla parete che mi separava dalla cima... un pò di pazienza per il racconto e le foto... in effetti c'è molto da dire.. gran bell'uscita!
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Bravi ragazzi!
Ho avuto un racconto dettagliato da ramingo che ho visto comparire come un fantasma in camera mia mentre mi stavo addormentando dopo le 22:30, a depositare le mie ciaspole, ho lasciato dormiente stamattina quando andavo al lavoro e ho ritrovato dormiente al pomeriggio quando sono tornata a casa (dai scherzo nel frattempo è riuscito anche ad andare a lavorare )
L'Oronaye lascia sempre il segno!
Ho avuto un racconto dettagliato da ramingo che ho visto comparire come un fantasma in camera mia mentre mi stavo addormentando dopo le 22:30, a depositare le mie ciaspole, ho lasciato dormiente stamattina quando andavo al lavoro e ho ritrovato dormiente al pomeriggio quando sono tornata a casa (dai scherzo nel frattempo è riuscito anche ad andare a lavorare )
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solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
- davec77
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Allora, forse è utile spendere due parole in più sulla via da seguire dal colletto alla vetta dell'Oronaye.
Il percorso fatto da noi, con il senno di poi, credo fosse il più logico e intuitivo e mi sembra compatibile con la descrizione di Parodi. Infatti, abbiamo trovato attrezzatura in loco e le difficoltà su roccia erano basse, un solo passaggio di II al massimo.
PERO', bisogna dire che ramingo non ha ritrovato vari passaggi che ricordava di aver visto l'anno scorso (era salito da sud), e anche io non mi ritrovo molto con le foto viste sul sito di Andreino. In particolare, in entrambi i casi ci sarebbe una "paretina" di II+ che noi lunedì non abbiamo proprio visto.
Comunque, è andata così.
Arrivati al colletto, colpevoli di non aver studiato a fondo la relazione e un po' fuorviati dai ricordi di ramingo, al quale pareva di aver piegato a destra già prima di arrivare all'uscita del canale sud, siamo scesi un po' nel canale alla ricerca di un passaggio "facile" per arrivare in cresta; un passaggio del genere ovviamente non c'era, e siamo tornati al colletto. A questo punto ci siamo legati e io sono andato in esplorazione. (Al ritorno, guardando bene, abbiamo trovato dei segni rossi sulle rocce, proprio alla partenza, ma sono praticamente invisibili da tanto sono piccoli e sbiaditi).
Dal colletto ho aggirato le prime rocce sulla destra (sud), su neve ma quasi senza perdere quota. Dopo un 20-25 m di traverso ho trovato un breve canalino innevato che riportava in cresta; dopo una breve indecisione se traversare ancora o salire nel canalino, ho deciso di salire. Questo secondo me è stato il tratto più impegnativo, per la neve pessima incontrata, la pendenza (55-60° negli ultimi passi) e la proteggibilità praticamente nulla, a parte una specie di spuntone sulla sinistra. Arrivato alla forcellina sulla cresta ho trovato una vecchia fettuccia infilata in una specie di clessidra!
Dalla forcellina ho recuperato ramingo e sono ripartito sulla cresta, su roccia completamente pulita. Stando un po' a sinistra le difficoltà sono basse, si risalgono gradoni e cengette sul I, massimo II-. Dopo aver rinviato su uno spuntone sono tornato a destra prendendo un diedrino di II, alto 4-5 m. Alla sommità di questo si incontra una splendida sosta con 2 fix nuovi e cordone con maillon di calata, appena a destra del filo. Tiro di 30 m. Da qui in poi è più facile. Si continua sul filo, su neve, e poi su una cengetta a destra, pulita. Prevedendo di proseguire in conserva, qui ho messo e rinviato un buon chiodo, che ho poi tolto al ritorno. Ancora pochi metri e sono uscito sulla cresta nevosa sommitale, orizzontale, che si percorre senza difficoltà fino alla croce. Volendo si può comunque recuperare il secondo su uno spuntone accanto alla croce.
In discesa abbiamo rifatto il tutto al contrario, eccetto che dalla sosta a fix ci siamo calati in doppia, abbastanza agevolmente, fino alla forcellina. Volendo si potrebbe anche disarrampicare; comunque il ritiro della corda non è stato problematico. Dalla forcellina un'opzione era calarci ancora in doppia usando la fettuccia "vetusta" là presente, ma di fidarsi non mi sembrava il caso, così ho assicurato ramingo dall'alto e poi sono sceso nel canalino disarrampicando piano piano...
Purtroppo io in questo tratto non ho fatto fotografie; forse ramingo ne ha scattata qualcuna, nonostante io lo redarguissi ripetutamente per il suo uso eccessivo dell'apparecchio...
Il percorso fatto da noi, con il senno di poi, credo fosse il più logico e intuitivo e mi sembra compatibile con la descrizione di Parodi. Infatti, abbiamo trovato attrezzatura in loco e le difficoltà su roccia erano basse, un solo passaggio di II al massimo.
PERO', bisogna dire che ramingo non ha ritrovato vari passaggi che ricordava di aver visto l'anno scorso (era salito da sud), e anche io non mi ritrovo molto con le foto viste sul sito di Andreino. In particolare, in entrambi i casi ci sarebbe una "paretina" di II+ che noi lunedì non abbiamo proprio visto.
Comunque, è andata così.
Arrivati al colletto, colpevoli di non aver studiato a fondo la relazione e un po' fuorviati dai ricordi di ramingo, al quale pareva di aver piegato a destra già prima di arrivare all'uscita del canale sud, siamo scesi un po' nel canale alla ricerca di un passaggio "facile" per arrivare in cresta; un passaggio del genere ovviamente non c'era, e siamo tornati al colletto. A questo punto ci siamo legati e io sono andato in esplorazione. (Al ritorno, guardando bene, abbiamo trovato dei segni rossi sulle rocce, proprio alla partenza, ma sono praticamente invisibili da tanto sono piccoli e sbiaditi).
Dal colletto ho aggirato le prime rocce sulla destra (sud), su neve ma quasi senza perdere quota. Dopo un 20-25 m di traverso ho trovato un breve canalino innevato che riportava in cresta; dopo una breve indecisione se traversare ancora o salire nel canalino, ho deciso di salire. Questo secondo me è stato il tratto più impegnativo, per la neve pessima incontrata, la pendenza (55-60° negli ultimi passi) e la proteggibilità praticamente nulla, a parte una specie di spuntone sulla sinistra. Arrivato alla forcellina sulla cresta ho trovato una vecchia fettuccia infilata in una specie di clessidra!
Dalla forcellina ho recuperato ramingo e sono ripartito sulla cresta, su roccia completamente pulita. Stando un po' a sinistra le difficoltà sono basse, si risalgono gradoni e cengette sul I, massimo II-. Dopo aver rinviato su uno spuntone sono tornato a destra prendendo un diedrino di II, alto 4-5 m. Alla sommità di questo si incontra una splendida sosta con 2 fix nuovi e cordone con maillon di calata, appena a destra del filo. Tiro di 30 m. Da qui in poi è più facile. Si continua sul filo, su neve, e poi su una cengetta a destra, pulita. Prevedendo di proseguire in conserva, qui ho messo e rinviato un buon chiodo, che ho poi tolto al ritorno. Ancora pochi metri e sono uscito sulla cresta nevosa sommitale, orizzontale, che si percorre senza difficoltà fino alla croce. Volendo si può comunque recuperare il secondo su uno spuntone accanto alla croce.
In discesa abbiamo rifatto il tutto al contrario, eccetto che dalla sosta a fix ci siamo calati in doppia, abbastanza agevolmente, fino alla forcellina. Volendo si potrebbe anche disarrampicare; comunque il ritiro della corda non è stato problematico. Dalla forcellina un'opzione era calarci ancora in doppia usando la fettuccia "vetusta" là presente, ma di fidarsi non mi sembrava il caso, così ho assicurato ramingo dall'alto e poi sono sceso nel canalino disarrampicando piano piano...
Purtroppo io in questo tratto non ho fatto fotografie; forse ramingo ne ha scattata qualcuna, nonostante io lo redarguissi ripetutamente per il suo uso eccessivo dell'apparecchio...
povero davec , ho ben presente cosa significhi!davec77 wrote:forse ramingo ne ha scattata qualcuna, nonostante io lo redarguissi ripetutamente per il suo uso eccessivo dell'apparecchio...
Dal racconto di ramingo era tutto molto diverso rispetto la mia salita estiva! Ho provato a immaginare il mio percorso tutto coperto di neve e irriconoscibile...
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
verissimo Gecko.... ecco il racconto, con il mio largo anticipo :gecko wrote:piccole sì ma come tutte le cose piccole molto belle complimenti
Ragazzi… scusate il ritardo ma ho avuto una settimana di quelle senza respiro..
Davec ha già illustrato molti dettagli della nostra salita. Posso aggiungere che è stata una bellissima uscita, dopo la piacevole esperienza dello Scudo e la traversata del Mongioie, con Davec siamo rimasti in contatto per il piacere di fare qualcos’altro assieme e domenica pomeriggio, ci siamo trovati in viaggio per la Val Maira, diretti verso l’Oronaye. L’idea di smarcare quella vetta che lo scorso anno avevo assaporato a metà, mi riempiva di gioia ed ero in trepidazione per quanto ci aspettava. Nei giorni precedenti avevo sentito Brun per le info del caso e monitorato i siti meteo…tutto era pronto!
Raggiunto Saretto e le placide sorgenti del Maira è iniziata la nostra avventura di due giorni immersi nella magica bellezza delle terre occitane! Equipaggiati all’estremo (ramponi,piastre,bastoncini,due picche,fittoni da neve,casco,macchina fotografica (immancabile) provviste, scorta d’acqua, per un tot. di 20 kg. buoni sulle spalle, attorno alle 17:45 ci siamo incamminati imboccando il sentiero Frassati che dalle sorgenti conduce al Bivacco Bonelli. Osservando le cime imbiancate, i vari e caratteristici pinnacoli rocciosi, l’inconfondibile ed elegante figura della Provenzale, e via via che entravamo nel cuore della Valle i pascoli, il profumo della natura e il silenzio che tutto avvolgeva, mi sentivo sempre più leggero dimenticando quasi i 20 kg. che avevo sulla schiena. Il sentiero, all’inizio e per i primi 200-400 metri, si presentava pulito, solo qualche cumulo di neve da superare qua e là… salendo, l’inverno dalla barba bianca lasciava intendere chiaro il monito di non voler cedere il passo ad una primavera che pure le marmotte stentano a riconoscere.
Sui pendii l’innevamento è ancora notevole e abbiamo dovuto montare le piastre che ci sono state utili solo per coprire il dislivello in salita che ci separava dal Bonelli (per il resto sono state davvero un peso superfluo… e Davec lo potrà confermare… ) Le temperature erano comunque alte, e su entrambi aleggiava il timore di non trovare il canale N in condizioni (solo a Cuneo c’erano quasi 35 gradi ) Arrivati al bivacco attorno alle 20.00 abbiamo potuto goderci gli ultimi raggi di sole ed i colori di un tramonto davvero suggestivo, proiettati sulle pareti d’Oronaye e dell’Autovallonasso… uno spettacolo!
Il laghetto d’Apzoi s’intravvedeva appena, con qualche timido riflesso azzurrognolo sotto la bianca coltre di neve e ghiaccio, accarezzato da un celestiale silenzio. C’era da restare incantati per ore ad ascoltare le voci della natura e ad osservare il fascino che quei posti sprigionano ma c’era un po’ di lavoro da fare, a cominciare dalla cena. La serata è trascorsa chiacchierando di monti, scalate, sogni e di tutto un po’ per poi coricarci, ma non prima di aver respirato un po’ d’aria della notte seduto sullo scalino in pietra sulla soglia godendomi il silenzio e le sagome dell’Oronaye e dell’Autovallonasso che ci sovrastavano. Vorrei segnalare l’alto livello di comfort del bivacco Bonelli, dotato di tutto il necessario per far da mangiare e dall’arredamento davvero caratteristico, complimenti ai gestori e a chi si occupa della manutenzione. La mattina siamo partiti verso le 5.25 leggermente in ritardo sull’ora che ci eravamo prefissati. Montati i ramponi dal rifugio, abbiamo felicemente constatato che le condizioni non erano poi così malvagie, la neve era al limite della portanza. Eccoci così lambite le sponde del lago d’Apzoi siamo saliti lungo il vallone che ci avrebbe portato all’attacco del canale. Giunti sotto al colle d’Enchiausa ecco aprirsi alla nostra destra l’apertura del canale Nord. L’attacco è dolce, poi si fa più ripido. La neve cede un po’ sotto il passo ed è necessario battere traccia, Davec mi confessa di non essere in forma e così apro il canale fino in cima, senza fatica. Nel complesso siamo saliti bene su un manto discretamente portante. Raggiunta la forcella, ove il canale Nord incontra il Sud, non è stato automatico individuare a prima vista il traverso per la via cresta, se avessimo letto meglio la relazione di Parodi, se non mi fossi fatto fuorviare dal ricordo della salita dell’anno scorso (per altro in clima estivo) se avessimo notato subito le frecce rosse (individuate solo al ritorno per puro caso perchè sbiadite) o la targa di metallo, non saremmo scesi lungo il sud per un breve tratto alla ricerca del punto che conduceva alla via di cresta. Troppi se… Quando ci siamo convinti che doveva essere per forza sulla forcella siamo risaliti, perdendo un’abbondante e preziosa mezz’ora. Lezione che non dimenticheremo!!!!
Un po’ più di impegno e attenzione ha richiesto la salita del breve canalino che dalla forcella conduce ai primi passaggi su roccia della via di cresta, si tratta di un bel clivo innevato (neve molla) con una pendenza ben oltre i 50°, dove è stato necessario utilizzare cordini e fettuccia su due spuntoni rocciosi per proteggere il passaggio. Non difficile l’arrampicata fino alla vetta, ma neppure banale perché fatta con i ramponi ai piedi. La cima raggiunta con immensa gioia ed entusiasmo in una bella giornata di sole! Ringraziamento sotto la croce, scambio di complimenti con Davec e ci si prepara per il ritorno. Una doppia e poi il tiro in discesa lungo il ripido canalino innevato, disarrampicato faccia a monte. Fino a raggiungere nuovamente il traverso e da li giù veloci per il C.Sud. Ed ecco che inizia l’odissea…. Il viaggio interminabile per raggiungere il Villadel ci ha sfiancato, il sole picchiava, la neve mollava… abbiamo percorso un abbondante chilometro tutto di traverso tra neve e ghiaioni, fino a metà con i ramponi, poi li abbiamo levati. La sete si faceva sentire ma non potevamo consumare quel poco d’acqua che ci era rimasta perché c’era ancora da coprire tutto il tratto sino al bivacco e poi la strada sino alle sorgenti per raggiungere l’auto. Così quando proprio ne sentivo il bisogno per lenire il calore e rinfrescarmi un poco, scavavo la neve per cercare quella più limpida e pulita e mi riempivo la bocca, era un immenso piacere sotto quel sole che non ti dava tregua. Raggiunto il Villadel dopo un ultimo sforzo la vista del bivacco sembrava un miraggio… era tempo che non mi stancavo così, ma di sicuro è stato un ottimo allenamento. Complimenti a Davec che si è mosso bene nell’ambiente e mi ha fornito indicazioni e consigli utili.
Solo un particolare mi ha lasciato un po’ sorpreso… rileggendo attentamente la relazione di Parodi mi verrebbe da pensare che la via per la vetta fosse la stessa fatta un anno prima, eppure: dopo esser saliti sulla rampa inclinata (quella coperta di neve che formava un muro di almeno 55°) essere tornati sullo spartiacque, passati sul lato nord, tagliato per cenge e superati alcuni spuntoni, avremmo dovuto sicuramente trovarci davanti a quel “famoso” muro, da superare lungo un diedrino, che l’anno precedente mi aveva paralizzato precludendomi la vetta. Ebbene, non ho capito se lunedi ho superato quel muro senza riconoscerlo, oppure se la via dello scorso anno fosse un’altra… mi riservo opportuni accertamenti! Di seguito alcune foto… e ci sono anche quelle del canalino ripido e della tua discesa in doppia… Per me la montagna, l’arrampicata, le scalate, sono una poesia e ampia è la passione della fotografia in quest’ambiente che mi dona emozioni di sconfinata intensità. Ringrazio moltissimo Brun per le consulenze e le informazioni, Davec per la compagnia in questa bella esperienza, importante ed utilissima per la pratica di nodi e manovre e apprezzata per il significato profondo che per me rappresentava. Ciao a tutti.
1°Giorno: Panorama dal Frassati
In traverso salendo al Bonelli
Davec e la massicia parete dell'Autovallonasso
Oronaye al tramonto
2°Giorno: Ore 5.30 alla partenza
Il canale Nord
Davec in salita sul canale Nord
Panorama dalla forcella
Traverso dalla forcella
Orizzonti di roccia
Lo spettacolare canalino dalla forcella verso la vetta
crestina sotto la vetta
Obbiettivo raggiunto!!!
La doppia di Davec
Ultimo sguardo al canale Sud
Il lungo viaggio per Villadel
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Grazie Bade, foto interessante.
Interessante perché, anch'io come ramingo non mi ci ritrovo molto... la situazione trovata da noi il 25 maggio era decisamente diversa, a causa dell'innevamento.
Azzardo delle ipotesi:
- il canalino innevato risalito da noi è quello in basso nella foto, 8-10 m sotto la rampa su cui stanno salendo gli alpinisti
- noi al sommo del canalino abbiamo trovato una fettuccia in clessidra che, quindi, d'estate non viene proprio usata visto che non si passa da lì
- dalla fettuccia suddetta noi siamo passati su facili gradoni a sinistra (nord) della cresta, tornando sul filo solo più avanti; forse i gradoni si intravedono in basso a sinistra nella foto
- dalla sosta a fix, o da poco prima, i due percorsi evidentemente si ricongiungono.
Comunque sia rimane il fatto che in condizioni invernali le cose spesso cambiano di molto (non solo rispetto all'estate, ma anche da inverno a inverno) e bisogna sempre saper valutare localmente il percorso migliore da fare!
Interessante perché, anch'io come ramingo non mi ci ritrovo molto... la situazione trovata da noi il 25 maggio era decisamente diversa, a causa dell'innevamento.
Azzardo delle ipotesi:
- il canalino innevato risalito da noi è quello in basso nella foto, 8-10 m sotto la rampa su cui stanno salendo gli alpinisti
- noi al sommo del canalino abbiamo trovato una fettuccia in clessidra che, quindi, d'estate non viene proprio usata visto che non si passa da lì
- dalla fettuccia suddetta noi siamo passati su facili gradoni a sinistra (nord) della cresta, tornando sul filo solo più avanti; forse i gradoni si intravedono in basso a sinistra nella foto
- dalla sosta a fix, o da poco prima, i due percorsi evidentemente si ricongiungono.
Comunque sia rimane il fatto che in condizioni invernali le cose spesso cambiano di molto (non solo rispetto all'estate, ma anche da inverno a inverno) e bisogna sempre saper valutare localmente il percorso migliore da fare!
Io invece ero salito esattamente dove stanno salendo in foto, secondo me...
http://dani-climb.blogspot.com/2007/04/ ... o-sud.html
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- davec77
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Sì avevo visto le tue foto, penso che tu abbia ragione. Il fatto è che probabilmente nel 2007 c'era molta meno neve, soprattutto lato sud... e vi siete mossi lungo il percorso estivo che magari in quelle condizioni era evidente.Andreino wrote:Io invece ero salito esattamente dove stanno salendo in foto, secondo me...
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Poi come ho detto prima, io ho solo azzardato delle ipotesi
Belle foto Andreino! La foto di Bade mi ha dato l'impressione di esser salito su un altra montagna E' davvero singolare come possano cambiare radicalmente condizioni e prospettive a seconda delle annate e col mutar delle stagioni; e questo è uno dei motivi per cui credo valga la pena di tornare su montagne già salite, poichè a seconda della stagione clima e ambientazione ti offrono condizioni sempre differenti con splendidi ed interessanti punti di vista. Sul canalino ripido, dopo il traverso fatto con Davec, ricordo ( e ne parlavo ieri sera con Cocchy) che erano presenti alcuni spit nella parte sommitale di quest'ultimo in corrispondenza di due passaggini leggermente esposti. Nella salita di 3 settimane fa, ammesso di aver calcato lo stesso tracciato ma sono sicuro di si, questi erano sicuramente coperti dalla neve. La fettuccia della clessidra, il cui colore, per altro, tende a confondersi con le rocce, non me la ricordavo, ma è possibile che resti leggermente più alta nel percorso estivo. Sicuramente l'Oronaye è e resta una gran bella vetta, non tra le più impegnative, non banale, ma un bel 3000 che esige il suo rispetto in fatto di sicurezza ed attenzione e che non solo si presta ad accogliere l'alpi-escursionista più acerbo ma diverte e soddisfa anche il più esperto.
P.S. vorrei aggiungere ancora una cosa tanto per togliermi un ultimo dubbio curioso. Parlandone con Scinty si discuteva sul fatto che prima di giungere di fronte alla parete che con passi di I e II sale alla vetta, oltre il canalino protetto con spit e fettuccia di cui sopra, c'è un punto in cui si trova (se la memoria non ci inganna, perchè ricordo di esserci passato anch'io con Manù e Cocchy la scorsa estate) un passaggio (che mi pareva obbligato) in cui si passava in mezzo a due pareti di roccia abbastanza strette, in cui passava solo una persona alla volta.... non ricordo di aver fatto quel tratto con Davec, per cui è possibile, come già detto da lui poc'anzi, che noi abbiamo aggirato quel tratto per ricongiungerci sulla via di cresta, dopo.
Ed il fatto che mi fosse sembrato all'epoca un passaggio obbligato, in forza a quanto detto prima sul mutar delle condizioni, con neve probabilmente e in quel frangente, la via classica non è stata la più ovvia.
P.S. vorrei aggiungere ancora una cosa tanto per togliermi un ultimo dubbio curioso. Parlandone con Scinty si discuteva sul fatto che prima di giungere di fronte alla parete che con passi di I e II sale alla vetta, oltre il canalino protetto con spit e fettuccia di cui sopra, c'è un punto in cui si trova (se la memoria non ci inganna, perchè ricordo di esserci passato anch'io con Manù e Cocchy la scorsa estate) un passaggio (che mi pareva obbligato) in cui si passava in mezzo a due pareti di roccia abbastanza strette, in cui passava solo una persona alla volta.... non ricordo di aver fatto quel tratto con Davec, per cui è possibile, come già detto da lui poc'anzi, che noi abbiamo aggirato quel tratto per ricongiungerci sulla via di cresta, dopo.
Ed il fatto che mi fosse sembrato all'epoca un passaggio obbligato, in forza a quanto detto prima sul mutar delle condizioni, con neve probabilmente e in quel frangente, la via classica non è stata la più ovvia.
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
stamattina alle 8 sbucavo in cima alla forcella dopo aver risalito il canale nord dell'oronaye
Alle 8:40 ero in vetta.
Nei prossimi giorni racconterò...per ora mi limito a dire che come i miei predecessori (davec e ramingo)...anche io raramente ho faticato così tanto come nel ritorno dall'oronaye al bonelli....
Il resto lo rimando al racconto di domani
ora a nanna perchè sono un pò cotto..
Alle 8:40 ero in vetta.
Nei prossimi giorni racconterò...per ora mi limito a dire che come i miei predecessori (davec e ramingo)...anche io raramente ho faticato così tanto come nel ritorno dall'oronaye al bonelli....
Il resto lo rimando al racconto di domani
ora a nanna perchè sono un pò cotto..