Monte Oronaye: alla ricerca della ferrata degli alpini
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Monte Oronaye: alla ricerca della ferrata degli alpini
Questo agosto ho avuto modo di fare diversi bei giri in Val Maira e quando la vacanza sembrava ormai terminata io e Matteo abbiamo deciso, alle 11 del mattino, di prendere l'auto, partire da Tetti (Dronero) e andare a dare un pò un'occhiata alla zona del Col Feuillas, con la speranza di trovare segni della vecchia ferrrata degli alpini per poter poi un giorno tornare ad esplorarla. L'orario di partenza non era certo dei migliori e il tempo un pò incerto...ma siamo partiti lo stesso.
Alle 12 siamo sopra Pratorotondo, parcheggiamo l'auto al primo tornante sterrato a ci incamminiamo. I cartelli danno il colle a 2,40 ... conosco bene la strada visto che è quella che ho sempre percorso per salire sull'Oronaye.
Ci si incammina così ridendo e scherzando...ma anche tenendo un buon passo...in testa sto quasi pensando che se il tempo tiene si potrebbe salire sulla vetta, visto che lui non c'è mai stato...comunque non gli dico nulla e cerco solo di andare abbastanza svelto, senza però esagerare.
Alla fine in 1,40 siamo sul colle... ...ma il tempo non è decisamente dei migliori e poi anche la ricerca della ferrata mi attira parecchio.
Il lato sud dell'oronaye (quello dove c'è il canalone per salire in vetta) risulta cupo e tetro vista l'assenza di sole...mentre il lato da cui siamo arrivati si comincia e riempire di nebbia....davvero uno spettacolo suggestivo.
Purtroppo non ricordo cosa mi aveva detto a suo tempo Brun sulla posizione della ferrata...così dal colle seguiamo il filo di cresta che punta verso l'oronaye...è un vero spettacolo. Per una volta mi sento fuori dallo schema di una salita...ci si muove senza badare all'orologio e senza badare a quanto velocemente si avanza...si guarda se si vedono segni, resti di una presenza umana passata.
La cresta presenta passaggi molto facili e comunque aggirabili...a volte mi spingo un pò a destra a volte a sinistra. Ogni tanto riconosciamo qualche muretto o qualcosa di simile e subito ci esaltiamo perchè lassù, in mezzo alla nebbia e ai picchi rocciosi tutto fa molto effetto.
NIENTE ferrata però...saliamo fino sopra ai primi salti rocciosi dell'Oronaye ma nulla...siamo saliti un bel pò più in alto del colle che vediamo più in basso sotto il cielo scuro.
Scendiamo...a questo punto conviene tornare alla casermetta (bivacco enrico e mario) e fare un ultimo tentativo di ricerca lì...
Mentre dal colle scendiamo non siamo molto convinti che troveremo qualcosa...quel lato è pieno di nebbia e la visibilità scarsa...inoltre il cielo è pieno di nuvoloni scuri e potrebbe degenerare ...
Ok, arrivati di nuovo al bivacco provo a guardare in fondo a questo...e vedo appunto che dietro una traccia di sentiero sale per qualche metro per poi cominciare ad avanzare su pietraia costeggiando la parete dell'oronaye e lentamente avvicinandola. Dopo poco notiamo anche dei segni gialli sbiaditi...che sia la strada giusta? Ok...seguiamo...l'entusiasmo comincia nuovamente a crescere e quando troviamo nel mezzo della pietraia due sbarre metalliche probabilmente appartenenti alla vecchia ferrata e arrivate fin quaggiù chissà come....siamo sulla strada giusta! Poco dopo su un masso troviamo anche la scritta un pò sbiadita che indica appunto la ferrata.
La traccia continua a salire e si inoltra tra le insenature rocciose del monte...la nebbia lascia un pò tregua e ci ritroviamo in un ambiente davvero impressionante. Il cielo scuro...nubi basse ovunque da cui spuntano le vette circostanti...la nostra via che comincia a salire su roccia: vecchi cavi in parte strappati ci dicono che siamo nel posto giusto.
Ok, ferrata trovata...è stato bello, torneremo alla prima occasione, magari con tempo bello e una giornata davanti....
....non va proprio così.
Dopo tutta questa ricerca non diamo manco un'occhiata? Non è possibile...così ci mettiamo a salire seguendo i segni gialli e i cavi...che però ci guardiamo bene dall'usare (devono essere visti solamente come un reperto!). E' emozionante. L'immaginazione costruisce le parti mancanti, mi fa pensare a quel tetro clima in quel tetro posto negli anni tetri della guerra. Voglia di andare avanti, senso di rispetto per il passato, un pensiero per le persone che lì non sono state per fare una bella gita ma a rischiare la vita in periodi certamente più difficili.
Saliamo un primo salto roccioso poi un altro e ancora qualche passaggetto...nulla di difficile assolutamente...però la roccia dell'oronaye si sa, non è certo sicura...ogni presa va controllata per non cadere e non scaricare sulla testa dell'altro. E poi il cielo...potrebbe venire un temporale da un momento all'altro...e allora scendere sarebbe certamente più fastidioso...e non abbiamo nulla con noi.
Sto quasi per dire a matteo "dai, la nostra esplorazione è andata già molto più in là di quanto potessimo sperare oggi..." quando sopra di me a pochi metri vedo una costruzione...vale la pena arrivare fino a lì!
In breve ci troviamo su un piccolo spiazzo con questa costruzione davanti. Sebre stata messa a posto recentemente...dentro solo del cavo e delle travi.
Osservo che la ferrtata proseguirebbe adesso in traverso per poi risalire...siamo in mezzo a questo monte e tutto pare abbastanza inospitale, soprattutto con questo cielo.
E' meglio non tirare oltre la corda...iniziamo la discesa molto contenti dell'esplorazione fatta.
Bisogna discendere con cautela ed evitare assolutamente di attaccarsi ai cavi. Va tutto bene...ritorniamo nella sottostante pietraia e poi ci buttiamo giù dritti invece di tornare alla casermetta...raggiungendo così il sentiero più in basso e ritornando nel giro di un'oretta all'auto.
Che dire...la sensazione di esplorazione, il fascino di questo monte..insomma, è stata una magnifica giornata di montagna.
Spero non smantelleranno questo reperto, onestamente ora che ho visto il luogo vorrei non venisse toccato.
p.s. al bivacco enrico e mario guardate un pò cosa abbiamo trovato...
Altre foto:
http://www.quotazero.com/gallery/catego ... 302&page=3
Alle 12 siamo sopra Pratorotondo, parcheggiamo l'auto al primo tornante sterrato a ci incamminiamo. I cartelli danno il colle a 2,40 ... conosco bene la strada visto che è quella che ho sempre percorso per salire sull'Oronaye.
Ci si incammina così ridendo e scherzando...ma anche tenendo un buon passo...in testa sto quasi pensando che se il tempo tiene si potrebbe salire sulla vetta, visto che lui non c'è mai stato...comunque non gli dico nulla e cerco solo di andare abbastanza svelto, senza però esagerare.
Alla fine in 1,40 siamo sul colle... ...ma il tempo non è decisamente dei migliori e poi anche la ricerca della ferrata mi attira parecchio.
Il lato sud dell'oronaye (quello dove c'è il canalone per salire in vetta) risulta cupo e tetro vista l'assenza di sole...mentre il lato da cui siamo arrivati si comincia e riempire di nebbia....davvero uno spettacolo suggestivo.
Purtroppo non ricordo cosa mi aveva detto a suo tempo Brun sulla posizione della ferrata...così dal colle seguiamo il filo di cresta che punta verso l'oronaye...è un vero spettacolo. Per una volta mi sento fuori dallo schema di una salita...ci si muove senza badare all'orologio e senza badare a quanto velocemente si avanza...si guarda se si vedono segni, resti di una presenza umana passata.
La cresta presenta passaggi molto facili e comunque aggirabili...a volte mi spingo un pò a destra a volte a sinistra. Ogni tanto riconosciamo qualche muretto o qualcosa di simile e subito ci esaltiamo perchè lassù, in mezzo alla nebbia e ai picchi rocciosi tutto fa molto effetto.
NIENTE ferrata però...saliamo fino sopra ai primi salti rocciosi dell'Oronaye ma nulla...siamo saliti un bel pò più in alto del colle che vediamo più in basso sotto il cielo scuro.
Scendiamo...a questo punto conviene tornare alla casermetta (bivacco enrico e mario) e fare un ultimo tentativo di ricerca lì...
Mentre dal colle scendiamo non siamo molto convinti che troveremo qualcosa...quel lato è pieno di nebbia e la visibilità scarsa...inoltre il cielo è pieno di nuvoloni scuri e potrebbe degenerare ...
Ok, arrivati di nuovo al bivacco provo a guardare in fondo a questo...e vedo appunto che dietro una traccia di sentiero sale per qualche metro per poi cominciare ad avanzare su pietraia costeggiando la parete dell'oronaye e lentamente avvicinandola. Dopo poco notiamo anche dei segni gialli sbiaditi...che sia la strada giusta? Ok...seguiamo...l'entusiasmo comincia nuovamente a crescere e quando troviamo nel mezzo della pietraia due sbarre metalliche probabilmente appartenenti alla vecchia ferrata e arrivate fin quaggiù chissà come....siamo sulla strada giusta! Poco dopo su un masso troviamo anche la scritta un pò sbiadita che indica appunto la ferrata.
La traccia continua a salire e si inoltra tra le insenature rocciose del monte...la nebbia lascia un pò tregua e ci ritroviamo in un ambiente davvero impressionante. Il cielo scuro...nubi basse ovunque da cui spuntano le vette circostanti...la nostra via che comincia a salire su roccia: vecchi cavi in parte strappati ci dicono che siamo nel posto giusto.
Ok, ferrata trovata...è stato bello, torneremo alla prima occasione, magari con tempo bello e una giornata davanti....
....non va proprio così.
Dopo tutta questa ricerca non diamo manco un'occhiata? Non è possibile...così ci mettiamo a salire seguendo i segni gialli e i cavi...che però ci guardiamo bene dall'usare (devono essere visti solamente come un reperto!). E' emozionante. L'immaginazione costruisce le parti mancanti, mi fa pensare a quel tetro clima in quel tetro posto negli anni tetri della guerra. Voglia di andare avanti, senso di rispetto per il passato, un pensiero per le persone che lì non sono state per fare una bella gita ma a rischiare la vita in periodi certamente più difficili.
Saliamo un primo salto roccioso poi un altro e ancora qualche passaggetto...nulla di difficile assolutamente...però la roccia dell'oronaye si sa, non è certo sicura...ogni presa va controllata per non cadere e non scaricare sulla testa dell'altro. E poi il cielo...potrebbe venire un temporale da un momento all'altro...e allora scendere sarebbe certamente più fastidioso...e non abbiamo nulla con noi.
Sto quasi per dire a matteo "dai, la nostra esplorazione è andata già molto più in là di quanto potessimo sperare oggi..." quando sopra di me a pochi metri vedo una costruzione...vale la pena arrivare fino a lì!
In breve ci troviamo su un piccolo spiazzo con questa costruzione davanti. Sebre stata messa a posto recentemente...dentro solo del cavo e delle travi.
Osservo che la ferrtata proseguirebbe adesso in traverso per poi risalire...siamo in mezzo a questo monte e tutto pare abbastanza inospitale, soprattutto con questo cielo.
E' meglio non tirare oltre la corda...iniziamo la discesa molto contenti dell'esplorazione fatta.
Bisogna discendere con cautela ed evitare assolutamente di attaccarsi ai cavi. Va tutto bene...ritorniamo nella sottostante pietraia e poi ci buttiamo giù dritti invece di tornare alla casermetta...raggiungendo così il sentiero più in basso e ritornando nel giro di un'oretta all'auto.
Che dire...la sensazione di esplorazione, il fascino di questo monte..insomma, è stata una magnifica giornata di montagna.
Spero non smantelleranno questo reperto, onestamente ora che ho visto il luogo vorrei non venisse toccato.
p.s. al bivacco enrico e mario guardate un pò cosa abbiamo trovato...
Altre foto:
http://www.quotazero.com/gallery/catego ... 302&page=3
- Brun Rusan
- Utente Molto Attivo
- Posts: 479
- Joined: Sat Apr 01, 2006 17:50
- Location: Dronero (CN)
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Benissimo Bade!
Foto bellissime: avrei voluto esserci io con quel tempo e non con il cielo sereno come mi capita sempre quest'estate! (beninteso per la possibilità di fare belle foto e non per la montagna che notoriamente è meglio col bel tempo...).
Sono contento che hai trovato la strada giusta, anche se l'esatto punto di partenza per la ferrata non è quella che hai seguito tu (dal ripiano del rifugio) ma dal tornate sottostante e che passa accanto ad un ricoverino senza tetto, evitando così il primo tratto esposto e pericoloso del sentiero.
Ormai eri a buon punto: da dov'eri c'era ancora mezz'oretta con un traversone e un canale con corrimano bellissimi per arrivare alla Forcella Dronero, dove c'è il secondo ricovero nella roccia (ancora più caratteristico!) e da cui parte la scala con i famosi 141 gradini (per la verità mi risultano 119 in tutto..)
Purtroppo stanno finanziando il rifacimento della ferrata e temo la distruggeranno... (alla Forcella Dronero c'è già una matassa di cavo che peserà alcuni quintali).
Devo informarmi meglio su come intendono rifarla e mobilitarmi se è il caso: la ferrata si può fare accanto, ma MAI smantellare quella esistente!
Passare le mani su quei cavi vengono i brividi, è una cosa indescrivibile che credo Bade avrà anche provato: si accarezza la storia e il sudore dei nostri padri, impegnati in quella stupida guerra coi cugini francesi.
Foto bellissime: avrei voluto esserci io con quel tempo e non con il cielo sereno come mi capita sempre quest'estate! (beninteso per la possibilità di fare belle foto e non per la montagna che notoriamente è meglio col bel tempo...).
Sono contento che hai trovato la strada giusta, anche se l'esatto punto di partenza per la ferrata non è quella che hai seguito tu (dal ripiano del rifugio) ma dal tornate sottostante e che passa accanto ad un ricoverino senza tetto, evitando così il primo tratto esposto e pericoloso del sentiero.
Ormai eri a buon punto: da dov'eri c'era ancora mezz'oretta con un traversone e un canale con corrimano bellissimi per arrivare alla Forcella Dronero, dove c'è il secondo ricovero nella roccia (ancora più caratteristico!) e da cui parte la scala con i famosi 141 gradini (per la verità mi risultano 119 in tutto..)
Purtroppo stanno finanziando il rifacimento della ferrata e temo la distruggeranno... (alla Forcella Dronero c'è già una matassa di cavo che peserà alcuni quintali).
Devo informarmi meglio su come intendono rifarla e mobilitarmi se è il caso: la ferrata si può fare accanto, ma MAI smantellare quella esistente!
Passare le mani su quei cavi vengono i brividi, è una cosa indescrivibile che credo Bade avrà anche provato: si accarezza la storia e il sudore dei nostri padri, impegnati in quella stupida guerra coi cugini francesi.
Già, è quella sensazione di contatto con la montagna e la storia ... in un ambiente a dir poco suggestivo...Passare le mani su quei cavi vengono i brividi, è una cosa indescrivibile che credo Bade avrà anche provato: si accarezza la storia e il sudore dei nostri padri, impegnati in quella stupida guerra coi cugini francesi.
io alla prima costruzione ho trovato questo....Purtroppo stanno finanziando il rifacimento della ferrata e temo la distruggeranno... (alla Forcella Dronero c'è già una matassa di cavo che peserà alcuni quintali).
Non sai che voglia avevo di proseguire...dava proprio la sensazione di entrare nel cuore della montagna...tutto scuro e inospitale ma allo stesso tempo molto attraente.. ... ma davvero il tempo era brutto e penso sia stata la decisione giusta.Ormai eri a buon punto: da dov'eri c'era ancora mezz'oretta con un traversone e un canale con corrimano bellissimi per arrivare alla Forcella Dronero, dove c'è il secondo ricovero nella roccia (ancora più caratteristico!) e da cui parte la scala con i famosi 141 gradini (per la verità mi risultano 119 in tutto..)
Però ho pensato proprio alla scala...avrei voluto quanto meno vederla..
Brun, ma secondo te quando ci metteranno mano?
Certo l'idea non mi piace per nulla...tanto sarebbe una ferrata che per l'aspetto tecnico non mi pare avrebbe molto senso...e rovinierebbe parte dell'atmosfera che si respira...quella sensazione di andare indietro nel tempo.
Bellissime foto!
Complimenti
Complimenti
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Do you speak English?
Belandi!
(by Origone)
....non ci sono relazioni di brun (però c'è un vecchio topic in cui ne avevamo parlato e lui aveva messo una bellissima foto con la scaletta..)
...però se segui le indicazioni di cui sopra poi è segnata e inoltre i "cavi-reperto" sono meglio di qualsiasi segnavia..
comunque a mio parere ci vuole un minimo di attrezzatura per eventuali imprevisti/ritirate ...
...però se segui le indicazioni di cui sopra poi è segnata e inoltre i "cavi-reperto" sono meglio di qualsiasi segnavia..
comunque a mio parere ci vuole un minimo di attrezzatura per eventuali imprevisti/ritirate ...
..
...mi piace ciò che hai saputo ,,,trasmettere con foto e racconto
...........tienici informati Brun
...mi piace ciò che hai saputo ,,,trasmettere con foto e racconto
..io amo la montagna in queste sue vesti !...................e molte volte in passato mi ci sono "inoltrato" in solitudine !...sensazione di contatto con la montagna e la storia ... in un ambiente a dir poco suggestivo..
.....Purtroppo stanno finanziando il rifacimento della ferrata e temo la distruggeranno... (alla Forcella Dronero c'è già una matassa di cavo che peserà alcuni quintali).
Devo informarmi meglio su come intendono rifarla e mobilitarmi se è il caso: la ferrata si può fare accanto, ma MAI smantellare quella esistente!
Passare le mani su quei cavi vengono i brividi, è una cosa indescrivibile che credo Bade avrà anche provato: si accarezza la storia e il sudore dei nostri padri, impegnati in quella stupida guerra coi cugini francesi..
...........tienici informati Brun
"E®ne" ...VECCHIA BELINA DOC.
- Brun Rusan
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io, stavo giusto cercando un giro come quello.Brun Rusan wrote:Ho preparato da tempo la bozza della relazione della Via Ferrata
e, se interessa a qualcuno farla ancora quest'anno,
potrei anche inviarla singolarmente o metterla in rete.
Fatemi sapere....
Domenica sono libero, mentre la moglie studia prendo il baby e ci diamo un'occhiata.
grazie Brun
E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
sentirsi solo e vivo, tra le montagne grandi, e i grandi spazi immensi. (R.Cocciante)
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- Brun Rusan
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Ti ho spedito ora la relazione all'indirizzo del profilo.brookite wrote:io, stavo giusto cercando un giro come quello.
Domenica sono libero, mentre la moglie studia prendo il baby e ci diamo un'occhiata.
grazie Brun
Fammi sapere se ti è arrivata, perchè mi ha dato uno strano errore all'invio.
Tieni conto che si tratta solo di una bozza
e, nel caso dovessi utilizzarla, ti chiederei di verificare
se la descrizione è corretta e sufficientemente dettagliata.
Inoltre, ci terrei a sapere il tuo parere su questo modo di fare la relazione...
Grazie e buona gita!
Ricevuta, grazie. Molto visulale !! Bella.Brun Rusan wrote:Ti ho spedito ora la relazione all'indirizzo del profilo.brookite wrote:io, stavo giusto cercando un giro come quello.
Domenica sono libero, mentre la moglie studia prendo il baby e ci diamo un'occhiata.
grazie Brun
Fammi sapere se ti è arrivata, perchè mi ha dato uno strano errore all'invio.
Tieni conto che si tratta solo di una bozza
e, nel caso dovessi utilizzarla, ti chiederei di verificare
se la descrizione è corretta e sufficientemente dettagliata.
Inoltre, ci terrei a sapere il tuo parere su questo modo di fare la relazione...
Grazie e buona gita!
Ma c'è qualcuno che ha voglia di venire su con me domenica??
E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
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Accidenti pensa che volevo chiedertelo ma non volevo sembrare invadente, in realtà sarò in Val Maira ma per una gita alla Meja col mio CAI. Sigh... Dure le scelte a volte. Spero anche io di poter andare presto su quel percorso...brookite wrote: Ma c'è qualcuno che ha voglia di venire su con me domenica??
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Ma dai, invadente ! Il problema è che io quella zona non la conosco per niente e volevo salire con qualcuno che mi facesse da guida, al di là del fatto della ferrata mi interessa tutta la valle.scinty wrote:Accidenti pensa che volevo chiedertelo ma non volevo sembrare invadente, in realtà sarò in Val Maira ma per una gita alla Meja col mio CAI. Sigh... Dure le scelte a volte. Spero anche io di poter andare presto su quel percorso...brookite wrote: Ma c'è qualcuno che ha voglia di venire su con me domenica??
Se mai facciamo una cosa: domenica vado a fare la Funs a Entraque. Facciamo il 23 ? C'è qualcun altro che si agrega? QUasi quasi apro un post in "Appuntamenti..."
E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
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- luigi.marchese
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Monte Oronaye - Via ferrata degli Alpini
Andamento lento
Partiamo da Genova alle 13:30 circa, Scinty mi aspetta nella sempiterna Via Dino Col (che prima o poi devo scoprire chi è) con una zaino più grosso di lei. Imbocchiamo l’autostrada e dopo circa tre ore di viaggio accompagnate da un disco di musica occitata, un disco di musica occitana e a volte anche un cd di musica occitana, raggiungiamo la frazione di Pratorotondo dove parcheggiamo poco dopo.
Non conoscendo la situazione carico in macchina due corde, (ovviamente quella che mi sarebbe servita la lascio a casa) pensado di utilizzarle per salire in conserva il tratto tra il ricovero coperto e la fine della scala. Una corda è una 70m da 10,2 che nel grigri blocca da Dio, l’altra è una 9,4 più leggera ma che col grigri necessità di un pò di attenzione.
Domando a Scinty: “Lo sai usare il grigri?”
Risposta: “Che cosè?”
Metto nello zaino la corda grossa, 5,7 kg di nylon. Mal che vada provvede la meccanica, poi ci decidiamo a salire, sono le ore 17:00.
A mè comincia a venire il fiatone appena chiudo l’auto con il telecomando della chiave, lo zaino pesa più di venti chili, ma pazienza. Dopo un pò mi rendo conto che oltre ad essermi caricato Yoghi sulle spalle ci ho messo anche Bubu (la corda). Arrivato ad un masso scarico Bubu nascondendolo sotto un mucchio di ciotoli. Quindi notevolmente alleggerito proseguiamo la salita e avvistiamo un capriolo ben immortalato dalla Scinty. Veramente l’avvistamento lo ha fatto mio figlio, la mia visuale era coperta da varie figure tipo la Madonna, Padre Pio, Gesù (che mi diceva “figliolo ti capisco, consolati che a tè almeno quando arrivi in cima non ti fanno nulla”).
Per farla breve (ma breve non fù, anzi furono 3 ore e un quarto di sofferenza) arriviamo al bivacco con buio, anche se devo dire che arrivare lassù con la luna piena è stato veramente uno spettacolo.
Non appena aperta la porta, ci salta alla gola un odore di umido e chiuso da far paura, i materassi grondano letteralmente acqua, insomma la situazione non è delle migliori: dato che mi è capitato di bivaccare peggio, mi faccio e gli faccio coraggio e si comincia a pensare alla cena.
Quell’anima candida della Scinty mi fà notare che esiste anche una cucina a gas con la bombola e fà per aprire il coperchio per vedere come accendere il fuoco. A quel punto, sfruttando gli ultimi residui di energia e lucidità che mi rimangono le faccio notare che:
1)Non mi fido ad usare un impianto a gas che non conosco onde non rievocare con un bel botto, una battaglia della seconda guerra mondiale.
2)Dato che ho portato su fornello e pentole, usiamole vacca boia!
Metto su l’armamentario mentre gli altri due cercano di decidere con molta difficoltà se fare la pasta e fagioli o la zuppa di orzo e piselli. Dato che il teatrino va avanti un pò, vengo chiamato a dirimere la questione. In pochi secondi decido per la pasta, almeno qui sono risucito a sbrigarmi senza far perdere tempo. Dopo dieci minuti scodello il tutto, gli altri sbafano mentre io non hò niente fame e decido di saltare cena. Arriva anche il dolce, e metto su un thè per scaldarci perchè la situazione è un pò “umida”. Insomma, tra frizzi e lazzi mettiamo su i sacchi a pelo e ci infiliamo dentro, con un’umidità che potrebbe ridurci alla consistenza di tre bei pezzi di bollito per la sagra di Carrù.
Piccolo preambolo: venerdì sono andato a comprare un sacco nuovo, il negoziante mi dice “Guarda, questo ha una temperatura comfort sui 4/5 gradi, è leggero e piccolo.” Lo compro e dopo qualche ora mi accorgo che sull’etichetta c’è scritto “Comfort 20° - Extreme 10°” Penso ad un errore suo e torno in negozio facendogli notare la cosa ma mi garantisce che lo hanno anche altri e che a quella temperatura ci stai. Dubbioso della cosa gli rispondo che se mi fà prendere del freddo torno nel negozio e ne discutiamo a tre, io lui e la picca nuova che mi ha venduto. Ora, io non sò se tra i suoi clienti si possano annoverare i pinguini, probabilmente il mio fisico non è sicuramente più quello di vent’anni fà dei bivacchi all’aperto o con la tenda monostrato col ghiaccio all’interno, fatto stà che è stata una notte decisamente fredda e scomoda. Non vi dico il nome del negozio per non perdermi l’effetto sorpresa ma quando sul giornale leggerete:
Cliente impazzito prede a piccozzate il titolare del negozio *’**** ** ****** ** **** allora capirete chi è.
E così l’alba arriva, usciamo dai sacchi che grondiano letteralmente acqua e cominciamo i preparativi per la salita. Ravanando ravanando giungiamo in breve al ricovero coperto, ma qui una serie di nuvole basse si piazza sulla cima e ci toglie la visibilità. Percorro da solo il pezzo dei cavi staccati, sembra facile, ma il fatto di avere solo uno spezzoncino da 20 metri mi dà poca fiducia. Visto che il tempo non accenna a migliorare, decidiamo di scendere. Naturalmente non appena rimettiamo i piedi sul ghiaione viene bello ma ormai è tardi. L’anno prossimo cerchero di portare su anche la corda magari migliorando con un pò di allenamento i miei tempi di salita. Sono convinto di poter arrivare a quattro ore nel tratto auto-bivacco con un pò di convinzione.
Mentre scendiamo incrociamo dei tizi che salivano a fare la ferrata convitti di trovare cavo ovunque. Li informiamo della situazione e in breve siamo nuovamente al bivacco.
Pranzo a base di minestra d’orzo e piselli, dolce al cioccolato, biscotti, caffè, poi dentro la roba negli zaini e giù. Recupero Bubu sepolto nella ghiaia, arriviamo all’auto e partiamo. Sono le 16:00 esatte, arriveremo a casa alle 21:00.
Morale: neanche in auto riesco a stare nei tempi.
Partiamo da Genova alle 13:30 circa, Scinty mi aspetta nella sempiterna Via Dino Col (che prima o poi devo scoprire chi è) con una zaino più grosso di lei. Imbocchiamo l’autostrada e dopo circa tre ore di viaggio accompagnate da un disco di musica occitata, un disco di musica occitana e a volte anche un cd di musica occitana, raggiungiamo la frazione di Pratorotondo dove parcheggiamo poco dopo.
Non conoscendo la situazione carico in macchina due corde, (ovviamente quella che mi sarebbe servita la lascio a casa) pensado di utilizzarle per salire in conserva il tratto tra il ricovero coperto e la fine della scala. Una corda è una 70m da 10,2 che nel grigri blocca da Dio, l’altra è una 9,4 più leggera ma che col grigri necessità di un pò di attenzione.
Domando a Scinty: “Lo sai usare il grigri?”
Risposta: “Che cosè?”
Metto nello zaino la corda grossa, 5,7 kg di nylon. Mal che vada provvede la meccanica, poi ci decidiamo a salire, sono le ore 17:00.
A mè comincia a venire il fiatone appena chiudo l’auto con il telecomando della chiave, lo zaino pesa più di venti chili, ma pazienza. Dopo un pò mi rendo conto che oltre ad essermi caricato Yoghi sulle spalle ci ho messo anche Bubu (la corda). Arrivato ad un masso scarico Bubu nascondendolo sotto un mucchio di ciotoli. Quindi notevolmente alleggerito proseguiamo la salita e avvistiamo un capriolo ben immortalato dalla Scinty. Veramente l’avvistamento lo ha fatto mio figlio, la mia visuale era coperta da varie figure tipo la Madonna, Padre Pio, Gesù (che mi diceva “figliolo ti capisco, consolati che a tè almeno quando arrivi in cima non ti fanno nulla”).
Per farla breve (ma breve non fù, anzi furono 3 ore e un quarto di sofferenza) arriviamo al bivacco con buio, anche se devo dire che arrivare lassù con la luna piena è stato veramente uno spettacolo.
Non appena aperta la porta, ci salta alla gola un odore di umido e chiuso da far paura, i materassi grondano letteralmente acqua, insomma la situazione non è delle migliori: dato che mi è capitato di bivaccare peggio, mi faccio e gli faccio coraggio e si comincia a pensare alla cena.
Quell’anima candida della Scinty mi fà notare che esiste anche una cucina a gas con la bombola e fà per aprire il coperchio per vedere come accendere il fuoco. A quel punto, sfruttando gli ultimi residui di energia e lucidità che mi rimangono le faccio notare che:
1)Non mi fido ad usare un impianto a gas che non conosco onde non rievocare con un bel botto, una battaglia della seconda guerra mondiale.
2)Dato che ho portato su fornello e pentole, usiamole vacca boia!
Metto su l’armamentario mentre gli altri due cercano di decidere con molta difficoltà se fare la pasta e fagioli o la zuppa di orzo e piselli. Dato che il teatrino va avanti un pò, vengo chiamato a dirimere la questione. In pochi secondi decido per la pasta, almeno qui sono risucito a sbrigarmi senza far perdere tempo. Dopo dieci minuti scodello il tutto, gli altri sbafano mentre io non hò niente fame e decido di saltare cena. Arriva anche il dolce, e metto su un thè per scaldarci perchè la situazione è un pò “umida”. Insomma, tra frizzi e lazzi mettiamo su i sacchi a pelo e ci infiliamo dentro, con un’umidità che potrebbe ridurci alla consistenza di tre bei pezzi di bollito per la sagra di Carrù.
Piccolo preambolo: venerdì sono andato a comprare un sacco nuovo, il negoziante mi dice “Guarda, questo ha una temperatura comfort sui 4/5 gradi, è leggero e piccolo.” Lo compro e dopo qualche ora mi accorgo che sull’etichetta c’è scritto “Comfort 20° - Extreme 10°” Penso ad un errore suo e torno in negozio facendogli notare la cosa ma mi garantisce che lo hanno anche altri e che a quella temperatura ci stai. Dubbioso della cosa gli rispondo che se mi fà prendere del freddo torno nel negozio e ne discutiamo a tre, io lui e la picca nuova che mi ha venduto. Ora, io non sò se tra i suoi clienti si possano annoverare i pinguini, probabilmente il mio fisico non è sicuramente più quello di vent’anni fà dei bivacchi all’aperto o con la tenda monostrato col ghiaccio all’interno, fatto stà che è stata una notte decisamente fredda e scomoda. Non vi dico il nome del negozio per non perdermi l’effetto sorpresa ma quando sul giornale leggerete:
Cliente impazzito prede a piccozzate il titolare del negozio *’**** ** ****** ** **** allora capirete chi è.
E così l’alba arriva, usciamo dai sacchi che grondiano letteralmente acqua e cominciamo i preparativi per la salita. Ravanando ravanando giungiamo in breve al ricovero coperto, ma qui una serie di nuvole basse si piazza sulla cima e ci toglie la visibilità. Percorro da solo il pezzo dei cavi staccati, sembra facile, ma il fatto di avere solo uno spezzoncino da 20 metri mi dà poca fiducia. Visto che il tempo non accenna a migliorare, decidiamo di scendere. Naturalmente non appena rimettiamo i piedi sul ghiaione viene bello ma ormai è tardi. L’anno prossimo cerchero di portare su anche la corda magari migliorando con un pò di allenamento i miei tempi di salita. Sono convinto di poter arrivare a quattro ore nel tratto auto-bivacco con un pò di convinzione.
Mentre scendiamo incrociamo dei tizi che salivano a fare la ferrata convitti di trovare cavo ovunque. Li informiamo della situazione e in breve siamo nuovamente al bivacco.
Pranzo a base di minestra d’orzo e piselli, dolce al cioccolato, biscotti, caffè, poi dentro la roba negli zaini e giù. Recupero Bubu sepolto nella ghiaia, arriviamo all’auto e partiamo. Sono le 16:00 esatte, arriveremo a casa alle 21:00.
Morale: neanche in auto riesco a stare nei tempi.
E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
sentirsi solo e vivo, tra le montagne grandi, e i grandi spazi immensi. (R.Cocciante)
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ce l'ho fatta ce l'ho fatta! E anche voi, non so quanti avrebbero resistito!!! Però vi piaceva!!!brookite wrote:dopo circa tre ore di viaggio accompagnate da un disco di musica occitana, un disco di musica occitana e a volte anche un cd di musica occitana...
quella è stata bellissima...brookite wrote:Domando a Scinty: “Lo sai usare il grigri?”
Risposta: “Che cosè?”
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Toh, senti quà: c'è una bella sezione per sentire i primi trenta secondi di musica di ogni brano
www.davidevandesfroos.com
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E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
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Grazie, spero sempre nell'omino fastweb per stasera!brookite wrote:Toh, senti quà: c'è una bella sezione per sentire i primi trenta secondi di musica di ogni brano
www.davidevandesfroos.com
E non vedo l'ora di raccontare anche io qualcosa e mettere le foto...
peccato che l'umido non si può raccontare ne' a parole ne' con foto...
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Esatto, Scinty e figliolo sono rimasti alla casetta. Io ho mollato lo zaino e sono salito ancora qualche decina di metri, poi , non avendo a disposizione una corda sufficientemente lunga e visto il tempo che per circa un quarto d'ora non ci permetteva di vedere a dieci metri, abbiamo deciso di scendere.bade wrote:bel racconto
quindi in pratica siete arrivati dopo il primo tratto di cavi, dove c'è la prima casettina?
L'ambiente comunque è molto suggestivo...
umido il bivacco enrico e mario? ...na...non ci credo..
Tra l'altro ho visto la foto della scala sul libro di Brun, rimango della mia idea che con un ragazzino è meglio salire lasciandosi dietro la corda e recuperarlo come si farebbe arrampicando. Tra l'altro avevo con me anche le radio, quindi non ci sarebbero stati problemi a sentirsi anche a 50 metri di distanza.
Piuttosto, non so se avete notato, proprio sotto il bivacco, dove parte il sentiero della ferrata (noi al ritorno siamo arrivati quasi sul tetto del bivacco!) sta affiorando un residuato bellico. Visto così mi darebbe l'idea di un carrello o ponte di teleferica. Sarebbe interessante andar su in gruppo, dissepellirlo e issarlo fino al bivacco. Sarà a circa dieci/quindici metri di distanza, con un pò di attrezzatura non dovrebbe essere difficile.
Penso che potrebbe essere una bella cosa come ricordo di quei giorni cupi.
Andiamo?
E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
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Io ci sto.
E spero di avere di nuovo l'occasione per arrivare in cima alla scaletta. Con un po' di sicura passerei sul cengione con la tranquillità che avevo sulla cresta del Pelvo. Non devo dimostrare niente a nessuno, il mio unico desiderio è percorrere quella antica ferrata e arrivare in cima alla scaletta. Da quando ho visto la foto fatta da Brun è uno dei piccoli sogni che coltivo...
E spero di avere di nuovo l'occasione per arrivare in cima alla scaletta. Con un po' di sicura passerei sul cengione con la tranquillità che avevo sulla cresta del Pelvo. Non devo dimostrare niente a nessuno, il mio unico desiderio è percorrere quella antica ferrata e arrivare in cima alla scaletta. Da quando ho visto la foto fatta da Brun è uno dei piccoli sogni che coltivo...
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brookite wrote:Andamento lento
Partiamo da Genova alle 13:30 circa, Scinty mi aspetta nella sempiterna Via Dino Col (che prima o poi devo scoprire chi è) con una zaino più grosso di lei. Imbocchiamo l’autostrada e dopo circa tre ore di viaggio accompagnate da un disco di musica occitata, un disco di musica occitana e a volte anche un cd di musica occitana,
Paolo
Il silenzio è il grido più forte.
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Bravi brookite (e figlio!) e scinty...
credo che più che le difficoltà, sia stato il tempo incerto a fermarvi!
Ormai il tratto che vi rimaneva da scalare per raggiungere l'inizio della scala
era sicuramente più facile e meno pericoloso del tratto che avevate salito
per raggiungere il primo ricoverino...
Ecco una foto della scala che dalla Forcella Dronero sale all'anticima dell'Oronaye
(sulla Guida dei Monti d'Italia è scritto di 141 scalini, ma a me risultano 119=102+17)
credo che più che le difficoltà, sia stato il tempo incerto a fermarvi!
Ormai il tratto che vi rimaneva da scalare per raggiungere l'inizio della scala
era sicuramente più facile e meno pericoloso del tratto che avevate salito
per raggiungere il primo ricoverino...
Ecco una foto della scala che dalla Forcella Dronero sale all'anticima dell'Oronaye
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Sai che non l'avevo mai notato?brookite wrote:Piuttosto, non so se avete notato, proprio sotto il bivacco, dove parte il sentiero della ferrata (noi al ritorno siamo arrivati quasi sul tetto del bivacco!) sta affiorando un residuato bellico. Visto così mi darebbe l'idea di un carrello o ponte di teleferica. Sarebbe interessante andar su in gruppo, dissepellirlo e issarlo fino al bivacco. Sarà a circa dieci/quindici metri di distanza, con un pò di attrezzatura non dovrebbe essere difficile.
Penso che potrebbe essere una bella cosa come ricordo di quei giorni cupi.
Andiamo?
Si potrebbe davvero recuperare, valorizzare e metterlo a monito accanto al bivacco (o sul tetto).
Potrebbe davvero essere un monumento all'idiozia umana, alla stupida guerra, all'inutile lotta coi cugini francesi!
Io sarei dell'idea di salvare questo reperto, come del resto tutta la ferrata!
Mi spiacerebbe troppo andasse distrutta, oltrechè dall'incuria, anche dalla distruzione voluta!
Per educazione vorrei solo parlarne col buon Perino che ha contribuito
a salvare la casermetta del Feuillas con la trasformazione in Bivacco Enrico e Mario
che, pur umido, risulta essere uno dei pochissimi riutilizzi
delle vecchie caserme militari (con il Rifugio Carmagnola)...
A voi, che ci avete fatto caso, sembra essere qualcosa di simile a questo carrello di teleferica
che si trova tuttora in punta allo Scaletta?