spigolo sud guglia di piastra marina

Moderator: Moderatori

Post Reply
alebiffi86
Matricola
Posts: 22
Joined: Mon Apr 05, 2010 20:18

spigolo sud guglia di piastra marina

Post by alebiffi86 »

Ieri con Davide siamo andati a ripetere questo storico itinerario (dimenticato ormai..) sulla bella Guglia di Piastra Marina; si tratta della via Montagna-Campora del 1959 che sale l'evidente ed estetico spigolo sud; per quanto riguarda la roccia, nonostante siano presenti numerosi terrazzi detritici davvero scabrosi, nei tratti più impegnativi e verticali và sempre da discreta a buona presentando talvolta dei bei passaggi dove addirittura è davvero affidabile e compatta; diciamo che in una scala da 1 a 10 siamo sul 6 - 6,5...forse nel complesso un pelo meglio della bastrenta al contrario; chissà perchè invece quasi tutti hanno dei pregiudizi su certi itinerari e danno per scontato che si tratti di robe infernali dalle quali è meglio stare alla larga..in Apuane vale sempre la pena di andare a verificare con i propri occhi; provo a fare una breve descrizione, anche se le relazioni non sono mai il mio forte: si parte da Resceto,ci s'incammina sulla via vandelli per poi abbandonarla al primo bivio a sinistra imboccando la lizza Magnani (credo..); giunti in prossimità della guglia s'inizia a risalire lungo il primo evidente canale di raccolta delle acque che interseca la lizza e lo si segue sino allo zoccolo erboso posto alla base della torre (passaggi di II/III-); si risale il ripido paleo tenendo leggermente la destra (viso a monte) in modo tale da non raggiungere lo spigolo esattamente alla sua origine ma piuttosto una ventina di metri più in alto alla base di una evidente cengia obliqua; qui si sosta e comincia il primo tiro: superare un passaggio di III+ che dà accesso alla cengia, percorrerla fino al suo margine destro (rinviati esili alberelli) ed alzarsi in direzione dello strapiombino; questo è già il tratto chiave della via, si tratta infatti di vincere una pancia strapiombante che sulla guida Nerli è data A1. Non salire la pancia direttamente (roccia orribile) ma tenere leggermente la destra dove questa forma un poco marcato diedrino di roccia molto compatta; l'artificiale và attrezzato, io ho infisso numerosi chiodi (tutti tolti) che con una staffa mi hanno permesso di alzarmi sino ad una fondamentale e vecchissima lametta arrugginita sulla quale staffare mi è costato un intero pacco di pannoloni! :unsure: (però avevo qualche chiodo buono sotto i piedi...); si esce con difficoltà a sinistra raggiungendo un comodo terrazzino alla base di un diedro; vincere la faccia destra del diedro con bel passaggio sostenuto (V), uscire facilmente sullo spigolo e dopo pochi metri trovare la sosta su due chiodi, 35 metri, A1, V; il secondo tiro è un po' meno ingaggioso ma per nulla banale: si sale la placca fessurata obliquando a sinistra, appena ci si alza un poco si trova un buon chiodo al vertice di un blocco liscio per nulla facile da vincere (v+); da sopra al blocco si continua per fessure tendezialmente a destra (roccia discreta ma qualche masso instabile) fino a guadagnare un terrazzino alla base di un altra placca fessurata (IV); non seguire le due evidenti fessure frontalmente ma spostarsi decisamente a sinistra sino ad intravedere un chiodo; questo è l'altro passo chiave riportato sulla Nerli: si tratta di vincere una liscia placca di V superata la quale le difficoltà calano; ci sono due possibilità, una è sfruttare la bella fessura a sinistra e tenendo i piedi in aderenza con faticosa dulfer alzarsi per poi ritraversare leggermente a destra, l'altra è staffare sul primo chiodo, aggiungere un friend e guadagnare l'altro chiodo che consente di uscire (io purtroppo ho optato per la seconda.. :( ); a questo punto si raggiunge la base di un facile diedrino, se ne esce direttamente e con qualche facile metro lungo il filo si guadagna la base di un altra placca (fatta sosta su bel chiodo a lametta presente più uno aggiunto), 50 metri V+, IV; ora bisogna evitare di farsi fuorviare dai chiodi che salgono la placca direttamente, si tratta infatti di una variante forse più recente..l'originale,come da relazione, traversa a sinistra su di una cengia gradonata in discreta esposizione (trovato un chiodo); giunti alla fine della cengia se ne esce con un passo di quarto e si arriva così su un vasto terrazzo con albero chiuso in alto a sinistra da un diedro strapiombante; con difficoltà si guadagna l'alberino, lo si rinvia e si punta leggermente a destra verso dei grossi blocchi fessurati; ci si protegge con un friend grande nella spaccatura e con passo atletico su roccia pressochè ottima si guadagna nuovamente il filo dello spigolo; FARE ATTENZIONE: qui giunge la via Mapo ed infatti si trova una sosta che noi abbiamo utilizzato per poi ridiscendere! (molto utile); proseguire facilmente fino alla vetta dove si trova un ottimo spit inox(45/50 metri,IV+) e la bellissima campana che abbiamo suonato con gioia! praticamente erano anni che volevo salire lassù con l'idea di trovarla e fino all'ultimo è stata un incognita perchè mi era stato detto che il vento l'aveva spazzata via...; dalla esile vetta calarsi tramite lo spit fino alla sopracitata sosta di mapo, da lì con due doppie si torna alla base della guglia ed in breve (tramite costone alberato) alla lizza; attenzione alle doppie su mapo: pericolo d'incastro e scariche, (tra l'altro non dev'essere male come via!); bella giornata, ambiente selvaggio ed itinerario storico da non sottovalutare, secondo me non deluderebbe neanche i meno "amatori" delle apuane, certo non bisogna essere dei palati troppo fini; complimenti a Davide che nonostante abbia seguito da secondo (su certi terreni gli necessità ancora un po' di pratica) si è smazzato tutti i tiri in libera, proponendo per il tiro di artificiale una difficoltà di 6b+;
alebiffi86
Matricola
Posts: 22
Joined: Mon Apr 05, 2010 20:18

Re: spigolo sud guglia di piastra marina

Post by alebiffi86 »

foto..
Attachments
DSCN0030.JPG
DSCN0021.JPG
DSCN0020.JPG
DSCN0006.JPG
DSCN0010.JPG
DSCN9999.JPG
DSCN9994.JPG
DSCN9992.JPG
DSCN9989.JPG
Post Reply

Return to “Alpinismo”