N pizzo uccello

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Mr. T
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Post by Mr. T »

fix del 10, roba buona.

Ci si richiodava mezza Camaiore...
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Alexander
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Post by Alexander »

Mr. T wrote:fix del 10, roba buona.

Ci si richiodava mezza Camaiore...

:lol: :lol: :lol: :lol:
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mahler
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Post by mahler »

Credo che il problema non sia legato all'uso della tecnologia corrente (una volta si usava la corda di canapa e gli scarponi chiodati oggi i friends e le scarpette ecc. ecc.), è che da sempre l'alpinismo si è sempre fondato sull'idea stessa di una linea di salita, un'idea che si concretizzava all'interno di una logica ed un'etica precisa. Aprire una via nuova vicino ed a cavallo di una via già presente, che sia aperta a fix o a chiodi o senza lasciare nulla, è senza senso e poco etico. La logica imporrebbe di andare a cercare linee nuove su pareti che offrano tratti insaliti o con dei problemi aperti ed irrisolti (e di questi esempi ne è pieno su tutte le Alpi, anche di vie moderne a fix come quelle citate di Larcher e Vigiani). Tanto per fare un esempio più vicino a me, credo che molte vie nuove sulla SW del Corno, a cominciare dall'ultima aperta in memoria di Berhult, non seguano quest'etica, tant'è che molti itinerari degli anni 60 e 70, ripresi in parte o intersecati dalle linee nuove, si son trovati in un'estrema condizione tale da essere banalizzati, e questo è oltremodo ingiusto e oltraggioso per chi, su quel tratto di parete, vi ha inseseguito concretizzandone attravarso un itinerario, le proprie aspirazioni ed idee. altro discorso è rendere sicura una via classica iperfrequentata (soste e qualche protezione nuova ogni tanto). Quelli ad esempio che si son arrogati di decidere di togliere gli spit alle soste sulla Campia sempre sul Corno, e le poche protezioni ri-messe, hanno secondo me, compiuto un atto, pesantemente contradditorio. Questo perchè avrebbero dovuto fare un lavoro del genere su ben altre vie che corrono sulla parete, e non credendo di rendere giustizia ad una via che è stata salita da frotte di alpinisti, che "usandola" e strasalendola migliaia di volte, è stata resa diversa da come era e pericolosa (provate a rifare una sosta a chiodi piantandoli in una fessura ormai inutilizzabile). Chi nei venti anni precedenti si è salito la via in questione in tutta sicurezza, quando ancora ci si poteva proteggere in buona maniera su tutto il percorso, rischiodandone ora le soste, pretenderebbe che chi verrà dopo di loro dovrà trovarsi in situazioni (cosa non accaduta a loro che si son goduti la via in tutta sicurezza) dove sarà spesso impossibile cercare e gestire la sicurezza del momento. Poi vediamo una via di Ughetto/Ruggeri, o di Grassi/Kosterlitz, banalizzata da una fila di fix che la tocca, incrocia, vi passa accanto. Ho cercato di fare questi esempi per cercare di far capire come siano diverse le questioni, e per far capire il perchè Cassin è daccordo degli spit sulle soste sulla sua via al Badile, e perchè gli alpinisti toscani trovano "oltraggioso" aprire una via sportiva a cavallo di una classica che risolveva il problema di quel tratto di parete.
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davec77
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Post by davec77 »

[...] Ho cercato di fare questi esempi per cercare di far capire come siano diverse le questioni, e per far capire il perchè Cassin è daccordo degli spit sulle soste sulla sua via al Badile, e perchè gli alpinisti toscani trovano "oltraggioso" aprire una via sportiva a cavallo di una classica che risolveva il problema di quel tratto di parete.
Quoto in pieno. Penso che mahler abbia sintetizzato bene la questione.
Nel caso della nord del pizzo la Ratti-Marchetti già bastava, per quel settore della parete. 12 tiri a spit fitti, con discesa in doppia, se li potevano chiodare da un'altra parte... anche su altre montagne magari... non ci vorrebbe intuito e fantasia, per aprire vie nuove?
rockice
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Post by rockice »

mahler wrote:Credo che il problema non sia legato all'uso della tecnologia corrente (una volta si usava la corda di canapa e gli scarponi chiodati oggi i friends e le scarpette ecc. ecc.), è che da sempre l'alpinismo si è sempre fondato sull'idea stessa di una linea di salita, un'idea che si concretizzava all'interno di una logica ed un'etica precisa. Aprire una via nuova vicino ed a cavallo di una via già presente, che sia aperta a fix o a chiodi o senza lasciare nulla, è senza senso e poco etico. La logica imporrebbe di andare a cercare linee nuove su pareti che offrano tratti insaliti o con dei problemi aperti ed irrisolti (e di questi esempi ne è pieno su tutte le Alpi, anche di vie moderne a fix come quelle citate di Larcher e Vigiani). Tanto per fare un esempio più vicino a me, credo che molte vie nuove sulla SW del Corno, a cominciare dall'ultima aperta in memoria di Berhult, non seguano quest'etica, tant'è che molti itinerari degli anni 60 e 70, ripresi in parte o intersecati dalle linee nuove, si son trovati in un'estrema condizione tale da essere banalizzati, e questo è oltremodo ingiusto e oltraggioso per chi, su quel tratto di parete, vi ha inseseguito concretizzandone attravarso un itinerario, le proprie aspirazioni ed idee. altro discorso è rendere sicura una via classica iperfrequentata (soste e qualche protezione nuova ogni tanto). Quelli ad esempio che si son arrogati di decidere di togliere gli spit alle soste sulla Campia sempre sul Corno, e le poche protezioni ri-messe, hanno secondo me, compiuto un atto, pesantemente contradditorio. Questo perchè avrebbero dovuto fare un lavoro del genere su ben altre vie che corrono sulla parete, e non credendo di rendere giustizia ad una via che è stata salita da frotte di alpinisti, che "usandola" e strasalendola migliaia di volte, è stata resa diversa da come era e pericolosa (provate a rifare una sosta a chiodi piantandoli in una fessura ormai inutilizzabile). Chi nei venti anni precedenti si è salito la via in questione in tutta sicurezza, quando ancora ci si poteva proteggere in buona maniera su tutto il percorso, rischiodandone ora le soste, pretenderebbe che chi verrà dopo di loro dovrà trovarsi in situazioni (cosa non accaduta a loro che si son goduti la via in tutta sicurezza) dove sarà spesso impossibile cercare e gestire la sicurezza del momento. Poi vediamo una via di Ughetto/Ruggeri, o di Grassi/Kosterlitz, banalizzata da una fila di fix che la tocca, incrocia, vi passa accanto. Ho cercato di fare questi esempi per cercare di far capire come siano diverse le questioni, e per far capire il perchè Cassin è daccordo degli spit sulle soste sulla sua via al Badile, e perchè gli alpinisti toscani trovano "oltraggioso" aprire una via sportiva a cavallo di una classica che risolveva il problema di quel tratto di parete.
Complimenti mahler in poche righe hai sintetizzato due principi fondamentali: il rispetto di quello che hanno fatto quelli che ci hanno preceduto ed il rispetto della vita dei "fruitori" delle linee classiche. Da prendere come esempio. :smt023
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dadobeast
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Re: N pizzo uccello

Post by dadobeast »

Spero di essere nel topic giusto... :neutral: :pensoso:

Appena il tempo si rimette, vorrei andare a fare la oppio-colnaghi con mio fratello.

Spulciando qua e la in internet, non ho trovato una relazione che sia uguale ad un'altra :pensoso: ...

Allora mi rivolgo ai quotazerini: qualcuno ha una relazione ben fatta? : Thumbup :
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Alexander
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Re: N pizzo uccello

Post by Alexander »

ciao.

qualcuno dei QZini l'ha fatta. io non posso dirti una cosa certa perchè non l'ho ancora fatta, però da quanto ne so è una mega signora via su roccia così così... credo che tu debba dominare alla stragrande il grado, la continuità e la parete per potertela godere. magari se commenta qualcuno che l'abbia vissuta esprime meglio il concetto. poi sappiatemi dire!

ciao
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davec77
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Re: N pizzo uccello

Post by davec77 »

Io ci vorrei andare quest'estate se tutto va bene (allenamento, testa etc.).
In rete ci sono 2-3 relazioni fatte bene, se le confronti attentamente vedrai che le cose tutto sommato tornano. Ricordo che c'è anche un sito con tante foto fatte in via, quasi a tutti i tiri.
I tiri magari non sono sempre esattamente gli stessi perché spesso ci sono più soste, quindi la divisione in tiri può variare. Comunque sono 19-20 lunghezze, delle quali solo 3-4 sono davvero impegnative (i due tiri sopra la sosta di Lotta Continua e la famosa fessura diedrica, più qualche altro passaggio qua e là). Tuttavia visto che è lunghissima, sul III-IV devi andare molto veloce, senza esitazioni. E' fondamentale partire presto (conviene dormire al Donegani e attaccare, direi, non oltre le 8) ed è meglio non avere cordate sopra (pericolosissimo nel camino finale).
Da quello che si dice, la via è abbastanza chiodata, soprattutto sul difficile, e le soste ci sono sempre (anzi c'è scelta come dicevo sopra). Conviene conoscere benissimo la relazione, per non esitare nei punti dubbi, per esempio nel momento in cui bisogna abbandonare la rampa per cominciare a salire verso il primo camino.

Non so che esperienza hai di Apuane, ma se non le conosci forse potrebbe non essere una cattiva idea prepararsi con qualche altra via classica della zona, anche meno difficile, tanto per familiarizzare con il terreno.
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Alec
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Re: N pizzo uccello

Post by Alec »

davec77 wrote:Io ci vorrei andare quest'estate se tutto va bene (allenamento, testa etc.).
In rete ci sono 2-3 relazioni fatte bene, se le confronti attentamente vedrai che le cose tutto sommato tornano. Ricordo che c'è anche un sito con tante foto fatte in via, quasi a tutti i tiri.
I tiri magari non sono sempre esattamente gli stessi perché spesso ci sono più soste, quindi la divisione in tiri può variare. Comunque sono 19-20 lunghezze, delle quali solo 3-4 sono davvero impegnative (i due tiri sopra la sosta di Lotta Continua e la famosa fessura diedrica, più qualche altro passaggio qua e là). Tuttavia visto che è lunghissima, sul III-IV devi andare molto veloce, senza esitazioni. E' fondamentale partire presto (conviene dormire al Donegani e attaccare, direi, non oltre le 8) ed è meglio non avere cordate sopra (pericolosissimo nel camino finale).
Da quello che si dice, la via è abbastanza chiodata, soprattutto sul difficile, e le soste ci sono sempre (anzi c'è scelta come dicevo sopra). Conviene conoscere benissimo la relazione, per non esitare nei punti dubbi, per esempio nel momento in cui bisogna abbandonare la rampa per cominciare a salire verso il primo camino.

Non so che esperienza hai di Apuane, ma se non le conosci forse potrebbe non essere una cattiva idea prepararsi con qualche altra via classica della zona, anche meno difficile, tanto per familiarizzare con il terreno.
mi pareva di aver sentito che anche la relazione della cai-tci è affidabile, o dico una belinata?
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Matteo646
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Re: N pizzo uccello

Post by Matteo646 »

l'ha fatta 4 volte il mio "maestro", però circa 20 anni fa....comunque se ti interessa ti posso fare una scannerizzazione della pagina che è sul libro dell'anno scorso del Barsuglia e Cerboni "Alpi Apuane il gusto di arrampicare"...ciao matteo !
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dadobeast
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Re: N pizzo uccello

Post by dadobeast »

Matteo646 wrote:l'ha fatta 4 volte il mio "maestro", però circa 20 anni fa....comunque se ti interessa ti posso fare una scannerizzazione della pagina che è sul libro dell'anno scorso del Barsuglia e Cerboni "Alpi Apuane il gusto di arrampicare"...ciao matteo !
Bene...grazie a tutti...

Matteo, mi farebbe molto piacere!!! Magari via MP ti do l'indirizzo di posta elettronica dove potermi mandare lo scanner.
davec77 wrote:Io ci vorrei andare quest'estate se tutto va bene (allenamento, testa etc.).
In rete ci sono 2-3 relazioni fatte bene, se le confronti attentamente vedrai che le cose tutto sommato tornano. Ricordo che c'è anche un sito con tante foto fatte in via, quasi a tutti i tiri.
I tiri magari non sono sempre esattamente gli stessi perché spesso ci sono più soste, quindi la divisione in tiri può variare. Comunque sono 19-20 lunghezze, delle quali solo 3-4 sono davvero impegnative (i due tiri sopra la sosta di Lotta Continua e la famosa fessura diedrica, più qualche altro passaggio qua e là). Tuttavia visto che è lunghissima, sul III-IV devi andare molto veloce, senza esitazioni. E' fondamentale partire presto (conviene dormire al Donegani e attaccare, direi, non oltre le 8) ed è meglio non avere cordate sopra (pericolosissimo nel camino finale).
Da quello che si dice, la via è abbastanza chiodata, soprattutto sul difficile, e le soste ci sono sempre (anzi c'è scelta come dicevo sopra). Conviene conoscere benissimo la relazione, per non esitare nei punti dubbi, per esempio nel momento in cui bisogna abbandonare la rampa per cominciare a salire verso il primo camino.

Non so che esperienza hai di Apuane, ma se non le conosci forse potrebbe non essere una cattiva idea prepararsi con qualche altra via classica della zona, anche meno difficile, tanto per familiarizzare con il terreno.
Nei tiri semplici, si pensava di fare della conserva protetta, giusto per accelerare i tempi : Thumbup :
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Re: N pizzo uccello

Post by toni »

Intanto un saluto a Davec che è un pò che non vedo ,conosco abbastanza bene la Oppio ,io non mi fisserei troppo con la relazione scritta ,più ne leggi e piu ti crei confusione nella testa,una volta che hai fatto la rampa e preso la serie di camini basta che tu tenga docchio il pilastro e sapere che il camino finale è alla sua sinistra,la via è una delle più bazzicate della parete quindi trovi anche abbastanza materiale sul posto il resto alla bisogna lo puoi integrare con protezioni veloci,la roccia è tipo apuane ,a tratti buona a volte meno ,paleo ecc.Visto che a piovuto parecchio aspetterei un pochino visto che essendo a nord asciuga piu tardi e poi fai attenzione ad eventuale materiale che si è mosso durante l'inverno e che soprattutto le prime ripetizioni possono incontrare.Ciao e buon divertimento
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davec77
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Re: N pizzo uccello

Post by davec77 »

@alec: confrontandola con le altre la relazione della guida Nerli sembra corretta, anche se ovviamente manca una descrizione tiro per tiro (su Internet si trovano relazioni ben più dettagliate). In generale la guida CAI-TCI è ottima per alcune vie, meno per altre (dove le info sono troppo vaghe, e in qualche caso addirittura scorrette).

@Matteo646: temo che sulla guida del Barsuglia ci sia solo uno schizzo, il che è abbastanza inutile in assenza di altre info... un po' come per tutto quel libro (IMHO)

@dadobeast: tutto sommato io in conserva sulla Oppio non ci andrei, tranne forse sui due tiri della Rampa, che però appunto sono solo due tiri. Insomma non ci sono tratti facili così lunghi da giustificare quel certo grado di sicurezza in meno derivante dalla progressione in conserva. Poi ognuno fa come meglio crede, ovviamente: magari sul V/VI passeggiate e sul IV potreste addirittura slegarvi... d'altronde c'è chi la Oppio l'ha fatta slegato in 1 ora :shock:


Un saluto al Toni, sempre aspri!!!
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mazzysan
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Re: N pizzo uccello

Post by mazzysan »

davec77 wrote: ...
@dadobeast: tutto sommato io in conserva sulla Oppio non ci andrei, tranne forse sui due tiri della Rampa, che però appunto sono solo due tiri. Insomma non ci sono tratti facili così lunghi da giustificare quel certo grado di sicurezza in meno derivante dalla progressione in conserva. Poi ognuno fa come meglio crede, ovviamente: magari sul V/VI passeggiate e sul IV potreste addirittura slegarvi... d'altronde c'è chi la Oppio l'ha fatta slegato in 1 ora :shock:
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Re: N pizzo uccello

Post by murighiol »

L'ho fatta lo scorso settembre. Via incredibile, da fare almeno una volta nella vita. L'impegno non è da trascurare anche perché sbagliare un tiro o più è facile, normale mi vien da dire. Inoltre occorre calcolare due ore di avvicinamento e altre due ore per il rientro.
Se non si vedono chiodi, che sono rari ma ci sono e frequenti nei tiri più difficili, bisogna tornare indietro senza indugio perché vuol dire che si sta sbagliando.
Con la neve e la pioggia di quest'inverno e primavera secondo me farla prima di agosto quest'anno è poco sensato.
Se non si sbagliano i tiri la roccia è discreta. Solo negli ultimi 3 o 4 tiri è fratturata, ma sul facile. basta fare attenzione e non ingaggiarla se ci sono altre cordate sopra di noi.
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