Meglio così. Come tu ben sai, io sono soggetto ad attacchi di paranoia sulla sicurezza (deformazione pseudo-para-professionale altrimenti detta sindrome della chioccia )alec wrote:la foto inganna Mauro, si vede comunque che è più indietro rispetto al punto con la cornicemazzysan wrote:Non ho capito se sei tu nella foto. Comunque sia, il soggetto dell'immagine si è fermato, ovviamente a mio personalissimo parere, nell'unico punto "a rischio" del percorso, almeno secondo le foto postate.ramingo wrote:Ho proceduto senza il minimo sforzo, tranquillo ed attento a quello che facevo, misurando i passi, le distanze, attento a passare all'interno delle cornici e testando la consistenza della neve nei punti più stretti ed esposti. Effettivamente non ho sentito il bisogno di legarmi... il percorso mi è sembrato facile, ma è una mia impressione, penso sia soggettivo.
Mi pare infatti che si veda abbastanza bene la cornice che sporge. Io, ribadisco sempre IMHO, mi sarei fermato un po' prima o un po' dopo
D'altra parte, saccheggiando nei grani di saggezza di Messner, la sicurezza è nella propria testa...
Monte Tambura
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Ed è importantissimo. Sono una persona dallo spirito avventuroso e amo confrontarmi con me stesso e mettermi alla prova anche su percorsi impegnativi ma so che con certe cose non si scherza, per cui so che senza una preparazione adeguata oltre certi limiti per ora non mi posso spingere. Se dentro di noi fossimo tutti un pò più chiocce, molti incidenti, a volte anche stupidi, potrebbero essere sul serio evitati.mazzysan wrote: io sono soggetto ad attacchi di paranoia sulla sicurezza (deformazione pseudo-para-professionale altrimenti detta sindrome della chioccia )
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Grazie. Esatto quasi tutta, solo in alcuni brevissimi tratti siamo stati costretti a piegare sulla nord perchè il lato sud era un pò troppo ripido e presentava tratti di neve ghiacciata, in altri due punti ci siamo invece trovati di fronte a grossi ammassi di neve e per scavalcarli è stato necessario l'aiuto della picozza e delle mani oltre a puntare bene i ramponi. E' stato davvero divertente.
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Re: Monte Tambura
Come anticipato in altro topic, domenica con Alessandro siamo stati sulla Tambura partendo da Resceto.
Abbiamo seguito la via Vandelli (innevata dagli 8-900 m in su) fino ai pendii (moderatamente ripidi, con la neve) sottostanti la finestra Vandelli, a oltre 1300 m di quota.
Da qui abbiamo abbandonato il sentiero per scendere con attenzione a sinistra, per pendii innevati (brevi passaggi sui 40-45°), perdendo 50-100 m di quota fino a guadagnare l'ampio ed evidente canale che fiancheggia la Vandelli ed esce in cresta poco a sinistra (nord) del Passo della Tambura. Il canale presenta dei salti nella parte inferiore, ma da qui in poi è molto facile e appoggiato:
Lo abbiamo risalito con calma e senza alcuna difficoltà. Il canale è forse anche più facile della stessa parte alta della Vandelli, che in queste condizioni può presentare dei traversi ghiacciati da non sottovalutare. Unico tratto da fare con un po' più di attenzione è una breve strettoia leggermente più ripida:
Siamo usciti sulla cresta sud della Tambura, poco più in alto del passo, ormai già un po' stanchi (soprattutto io). Abbiamo risalito lentamente la cresta, con molte soste per rifiatare e osservare il solito splendido panorama, qui in direzione Alto di Sella (Sumbra e Panie sullo sfondo):
Siamo arrivati in vetta dopo poco meno di 5 ore dalla partenza da Resceto, un tempo non certo lusinghiero, ma pur sempre dopo quasi 1500 m di dislivello in maggioranza su neve. La giornata è tipicamente invernale, con cielo coperto da nubi alte, ma buona visibilità. Si può ammirare la vicina Roccandagia con la Carcaraia innevatissima (domenica percorsa da 3 sciapinisti):
Siamo poi scesi, sempre lentamente, per la più lunga cresta Nord fino al passo della Focolaccia. Qui la veste invernale nasconde le ferite delle cave, ecco la solita cartolina con l'Aronte e la Punta Carina:
Non ci è rimasta che la lunga discesa, prima per la strada di cava e poi per il sentiero n. 166, che nella parte più alta, ancora innevata, ha richiesto un po' di attenzione.
Nel complesso è stata una bella giornata, priva di "contenuti" tecnici (difficoltà nel complesso F+) ma ricca di bei panorami e molto utile per migliorare l'allenamento...
Abbiamo seguito la via Vandelli (innevata dagli 8-900 m in su) fino ai pendii (moderatamente ripidi, con la neve) sottostanti la finestra Vandelli, a oltre 1300 m di quota.
Da qui abbiamo abbandonato il sentiero per scendere con attenzione a sinistra, per pendii innevati (brevi passaggi sui 40-45°), perdendo 50-100 m di quota fino a guadagnare l'ampio ed evidente canale che fiancheggia la Vandelli ed esce in cresta poco a sinistra (nord) del Passo della Tambura. Il canale presenta dei salti nella parte inferiore, ma da qui in poi è molto facile e appoggiato:
Lo abbiamo risalito con calma e senza alcuna difficoltà. Il canale è forse anche più facile della stessa parte alta della Vandelli, che in queste condizioni può presentare dei traversi ghiacciati da non sottovalutare. Unico tratto da fare con un po' più di attenzione è una breve strettoia leggermente più ripida:
Siamo usciti sulla cresta sud della Tambura, poco più in alto del passo, ormai già un po' stanchi (soprattutto io). Abbiamo risalito lentamente la cresta, con molte soste per rifiatare e osservare il solito splendido panorama, qui in direzione Alto di Sella (Sumbra e Panie sullo sfondo):
Siamo arrivati in vetta dopo poco meno di 5 ore dalla partenza da Resceto, un tempo non certo lusinghiero, ma pur sempre dopo quasi 1500 m di dislivello in maggioranza su neve. La giornata è tipicamente invernale, con cielo coperto da nubi alte, ma buona visibilità. Si può ammirare la vicina Roccandagia con la Carcaraia innevatissima (domenica percorsa da 3 sciapinisti):
Siamo poi scesi, sempre lentamente, per la più lunga cresta Nord fino al passo della Focolaccia. Qui la veste invernale nasconde le ferite delle cave, ecco la solita cartolina con l'Aronte e la Punta Carina:
Non ci è rimasta che la lunga discesa, prima per la strada di cava e poi per il sentiero n. 166, che nella parte più alta, ancora innevata, ha richiesto un po' di attenzione.
Nel complesso è stata una bella giornata, priva di "contenuti" tecnici (difficoltà nel complesso F+) ma ricca di bei panorami e molto utile per migliorare l'allenamento...
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Re: Monte Tambura
Beato te! Quest'anno non sono riuscito ancora a fare un salto in Apuane...
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Monte Tambura
Guarda, non è che ti sia perso tantissimo viste le condizioni, purtroppo si comincia solo ora a trovare neve buona (per chi va con piccozza e ramponi, intendo)...
Re: Monte Tambura
Bel giro e tanta bella neve
Ti faccio due domande. La normale della Roccandagia è la cresta sul davanti, nella foto? il canale di san viano sbuca alla selletta a sinistra della vetta? e il canale che sbuca a quella stessa selletta da questo versante (quello visibile nella foto) che difficoltà ha? grazie Davec
Ti faccio due domande. La normale della Roccandagia è la cresta sul davanti, nella foto? il canale di san viano sbuca alla selletta a sinistra della vetta? e il canale che sbuca a quella stessa selletta da questo versante (quello visibile nella foto) che difficoltà ha? grazie Davec
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Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Re: Monte Tambura
Ciao, dunque:
- la normale alla Roccandagia è la cresta che dici tu (parte dalla Sella Roccandagia, che si raggiunge dalla Carcaraia)
- il San Viano esce sulla cresta a destra della vetta, dalla foto non si vede bene il punto preciso, che (se ricordo bene...) si trova fra la Penna di Campocatino e la vetta della Roccandagia, a circa 1700 m. Se ti interessa salirlo, deve essere bello per l'ambiente, e abbastanza facile (max 45°). Purtroppo non l'ho mai fatto. Essendo a sudest prende il sole già dall'alba, per cui o lo attacchi di notte o scegli giornate freddissime... altrimenti diventa molto pericoloso. Domenica probabilmente era buono, però per noi è lontanuccio come viaggio in auto.
La forcella a sinistra della vetta è quella che da Campocatino vedi a sinistra del Grondalpo, nei pressi credo esca il mitico "Couloir Nord" della Roccandagia, via di ghiaccio e misto molto difficile e spesso non in condizioni.
Dal versante della Carcaraia (sud-ovest) ci si può arrivare per il breve pendio/canale che vedi nella foto. Potrebbe essere un accesso alternativo alla cresta sommitale (che è molto, molto affilata ed esposta). Non credo che abbia particolari difficoltà, sarà solo un po' ripido.
In condizioni di innevamento continuo e neve ben trasformata (un po' particolari in verità) sarebbe bello andare in vetta alla Roccandagia direttamente per i pendii a sinistra della normale, o per quelli a destra del colletto che dicevi tu.
Per te che scii, forse la Carcaraia domenica ti sarebbe piaciuta, c'era ancora farina, anche se forse non dappertutto.
- la normale alla Roccandagia è la cresta che dici tu (parte dalla Sella Roccandagia, che si raggiunge dalla Carcaraia)
- il San Viano esce sulla cresta a destra della vetta, dalla foto non si vede bene il punto preciso, che (se ricordo bene...) si trova fra la Penna di Campocatino e la vetta della Roccandagia, a circa 1700 m. Se ti interessa salirlo, deve essere bello per l'ambiente, e abbastanza facile (max 45°). Purtroppo non l'ho mai fatto. Essendo a sudest prende il sole già dall'alba, per cui o lo attacchi di notte o scegli giornate freddissime... altrimenti diventa molto pericoloso. Domenica probabilmente era buono, però per noi è lontanuccio come viaggio in auto.
La forcella a sinistra della vetta è quella che da Campocatino vedi a sinistra del Grondalpo, nei pressi credo esca il mitico "Couloir Nord" della Roccandagia, via di ghiaccio e misto molto difficile e spesso non in condizioni.
Dal versante della Carcaraia (sud-ovest) ci si può arrivare per il breve pendio/canale che vedi nella foto. Potrebbe essere un accesso alternativo alla cresta sommitale (che è molto, molto affilata ed esposta). Non credo che abbia particolari difficoltà, sarà solo un po' ripido.
In condizioni di innevamento continuo e neve ben trasformata (un po' particolari in verità) sarebbe bello andare in vetta alla Roccandagia direttamente per i pendii a sinistra della normale, o per quelli a destra del colletto che dicevi tu.
Per te che scii, forse la Carcaraia domenica ti sarebbe piaciuta, c'era ancora farina, anche se forse non dappertutto.
Re: Monte Tambura
grazie, esaustivodavec77 wrote:Ciao, dunque:
- la normale alla Roccandagia è la cresta che dici tu (parte dalla Sella Roccandagia, che si raggiunge dalla Carcaraia)
- il San Viano esce sulla cresta a destra della vetta, dalla foto non si vede bene il punto preciso, che (se ricordo bene...) si trova fra la Penna di Campocatino e la vetta della Roccandagia, a circa 1700 m. Se ti interessa salirlo, deve essere bello per l'ambiente, e abbastanza facile (max 45°). Purtroppo non l'ho mai fatto. Essendo a sudest prende il sole già dall'alba, per cui o lo attacchi di notte o scegli giornate freddissime... altrimenti diventa molto pericoloso. Domenica probabilmente era buono, però per noi è lontanuccio come viaggio in auto.
La forcella a sinistra della vetta è quella che da Campocatino vedi a sinistra del Grondalpo, nei pressi credo esca il mitico "Couloir Nord" della Roccandagia, via di ghiaccio e misto molto difficile e spesso non in condizioni.
Dal versante della Carcaraia (sud-ovest) ci si può arrivare per il breve pendio/canale che vedi nella foto. Potrebbe essere un accesso alternativo alla cresta sommitale (che è molto, molto affilata ed esposta). Non credo che abbia particolari difficoltà, sarà solo un po' ripido.
In condizioni di innevamento continuo e neve ben trasformata (un po' particolari in verità) sarebbe bello andare in vetta alla Roccandagia direttamente per i pendii a sinistra della normale, o per quelli a destra del colletto che dicevi tu.
Per te che scii, forse la Carcaraia domenica ti sarebbe piaciuta, c'era ancora farina, anche se forse non dappertutto.
ancora una cosa, per arrivare alla sella roccandagia diciamo da gorfigliano, bisogna passare per forza dalla forcella di porta e poi traversare la carcaraia o c'è un percorso più diretto?
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Re: Monte Tambura
Perché cosa c'entra la Forcella di Porta
Forse intendevi il passo della Focolaccia...
Comunque, no di certo, non devi andare fino alla Focolaccia, anzi. Lasciata la macchina alla galleria, segui la strada e appena possibile prendi a sinistra sui pendii della Carcaraia. Senza percorso obbligato, ma tenendosi un po' a sinistra verso la Roccandagia, arrivi tranquillamente alla sella. Vedere guida Nerli. Non è molto diverso dal percorso sciistico per la Tambura, che invece di salire alla sella devia a destra verso la vetta o verso la parte finale della cresta nordest.
Tutto questo in inverno, si intende.
D'estate si può partire direttamente da Campocatino con il sentiero n. 177 (tratti esposti e attrezzati) e dopo il passo Tombaccia deviare a sinistra...
Forse intendevi il passo della Focolaccia...
Comunque, no di certo, non devi andare fino alla Focolaccia, anzi. Lasciata la macchina alla galleria, segui la strada e appena possibile prendi a sinistra sui pendii della Carcaraia. Senza percorso obbligato, ma tenendosi un po' a sinistra verso la Roccandagia, arrivi tranquillamente alla sella. Vedere guida Nerli. Non è molto diverso dal percorso sciistico per la Tambura, che invece di salire alla sella devia a destra verso la vetta o verso la parte finale della cresta nordest.
Tutto questo in inverno, si intende.
D'estate si può partire direttamente da Campocatino con il sentiero n. 177 (tratti esposti e attrezzati) e dopo il passo Tombaccia deviare a sinistra...
Re: Monte Tambura
davec77 wrote:Perché cosa c'entra la Forcella di Porta
Forse intendevi il passo della Focolaccia...
dev'essere la vecchiaia che incalza
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Re: Monte Tambura
io vorrei salirla partendo da resceto..su per la vandelli fino al passo tambura e poi fare la cresta il problema è che se mi porto su la mia ragazza,che tra l'altro si fermerebbe al passo a prendere il sole son sicuro che mi uccide non gli piace proprio salire lungo la via vandelli ha proprio un odio immotivato..vedremo vedremo
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Re: Monte Tambura
Oggi salita alla Tambura con ramponi e piccozza, dalla Carcaraia.
Come anticipato nel topic sulle condizioni questo versante è forse quello che sulle Apuane ha conservato più neve, se ne trova un po' già dalla strada di cava in basso. Ovviamente l'aspetto della Carcaraia è molto diverso da quello completamente candido di fine inverno, affiorano spesso roccette, ma comunque sia si sale bene con i ramponi, praticamente sempre su neve (durissima).
Noi partendo da poco prima della galleria alle 9, abbiamo seguito più o meno l'itinerario scialpinistico tenendoci più sul lato destro orogr. del versante, raggiungendo la cresta nordest nel suo tratto finale e infine la vetta, dopo 2h 20 di cammino.
La giornata, sebbene iniziata con parecchie nubi basse, è stata molto bella, perché durante la salita il cielo è tornato azzurro e al nostro arrivo sulla cima la Tambura era fra le poche montagne di Apuane e Appennini che emergeva da un mare di nubi sterminato.
Discesa per la cresta nordovest fino alla Focolaccia (vagando nella nebbia fitta, alla ricerca del passaggio per attraversare la cava... oltretutto con il marmo liscio ricoperto da un malefico sottile strato di verglas! ), pausa pranzo all'Aronte, e discesa per la strada di cava fino alla macchina.
Nel complesso, gita priva di difficoltà tecniche ma in ambiente splendido e utile per ricominciare l'allenamento con i ramponi ai piedi .
Come anticipato nel topic sulle condizioni questo versante è forse quello che sulle Apuane ha conservato più neve, se ne trova un po' già dalla strada di cava in basso. Ovviamente l'aspetto della Carcaraia è molto diverso da quello completamente candido di fine inverno, affiorano spesso roccette, ma comunque sia si sale bene con i ramponi, praticamente sempre su neve (durissima).
Noi partendo da poco prima della galleria alle 9, abbiamo seguito più o meno l'itinerario scialpinistico tenendoci più sul lato destro orogr. del versante, raggiungendo la cresta nordest nel suo tratto finale e infine la vetta, dopo 2h 20 di cammino.
La giornata, sebbene iniziata con parecchie nubi basse, è stata molto bella, perché durante la salita il cielo è tornato azzurro e al nostro arrivo sulla cima la Tambura era fra le poche montagne di Apuane e Appennini che emergeva da un mare di nubi sterminato.
Discesa per la cresta nordovest fino alla Focolaccia (vagando nella nebbia fitta, alla ricerca del passaggio per attraversare la cava... oltretutto con il marmo liscio ricoperto da un malefico sottile strato di verglas! ), pausa pranzo all'Aronte, e discesa per la strada di cava fino alla macchina.
Nel complesso, gita priva di difficoltà tecniche ma in ambiente splendido e utile per ricominciare l'allenamento con i ramponi ai piedi .
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Re: Monte Tambura
Le foto, anche se fatte con il cellulare, danno una buona idea del manto nevoso!
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Re: Monte Tambura
Beh per ora non ci sono molte altre news, nel senso che in giro c'è troppo poca neve e ancora meno ghiaccio, bisogna aspettare le prossime nevicate (vedo dai bollettini che forse potrebbero arrivare fra qualche giorno, anche a bassa quota).
Fra le vie classiche dell'alpinismo invernale apuano c'è abbastanza poco di fattibile (poi i "fortissimi" se vogliono passano lo stesso ).
Nella zona dell'Acqua Bianca dov'ero ieri ho visto in buone condizioni solamente il solito Canale Cambron al Cavallo (copertura continua anche in uscita, con una lingua di neve anche sullo zoccolo basale, e niente cornici sommitali)... per il resto: canale Ceragioli con uscita secca, poca neve sotto gli Zucchi di Cardeto, versanti sud ed est del Pisanino praticamente puliti.
Leggo altrove sul web che sulle Panie l'Amoretti-Di Vestea è fattibile, però con il salto iniziale scoperto e delicato.
Fra le vie classiche dell'alpinismo invernale apuano c'è abbastanza poco di fattibile (poi i "fortissimi" se vogliono passano lo stesso ).
Nella zona dell'Acqua Bianca dov'ero ieri ho visto in buone condizioni solamente il solito Canale Cambron al Cavallo (copertura continua anche in uscita, con una lingua di neve anche sullo zoccolo basale, e niente cornici sommitali)... per il resto: canale Ceragioli con uscita secca, poca neve sotto gli Zucchi di Cardeto, versanti sud ed est del Pisanino praticamente puliti.
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Re: Monte Tambura
Aspetterò Gennaio per cominciare la stagione in Apuane, mi piace vederle completamente imbiancate!
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Re: Monte Tambura
Oggi sono tornato al canale sud-ovest di destra alla Tambura... in realtà ero partito con l'intenzione di andare a prendere il canale accanto (più a sinistra), ma poi probabilmente ho sbagliato a una biforcazione e mi ci sono ritrovato dentro...
Il canale di destra l'avevo già fatto anni fa, comunque forse meglio così, perché a differenza dell'altro era probabilmente meglio innevato (è esposto a ovest ed è incassato, quindi prende poco sole). Stavolta ho salito direttamente i salti della parte iniziale, che erano coperti dalla neve. Il primo molto delicato per la neve poco consistente, il secondo invece è più facile (in altre condizioni è un salto di roccia verticale di 5-6 m! Ma ora siamo a fine stagione, e anche se è stato un inverno magro le slavine hanno fatto il loro corso).
Per l'avvicinamento al canale, il cui percorso è facile ma lungo e suggestivo, io ho fatto così.
Da Resceto si risale la via di lizza della Focolaccia (segnavia n. 166) fino a dove se ne stacca verso destra il segnavia n. 163 che traversa verso la Vandelli, a ca. 1100 m. Lo si segue, oltrepassando subito un primo marcato solco (altra via) e si comincia a traversare la costola successiva. Qui si abbandona il segnavia per salire lungo la costola: con un po' d'attenzione si reperisce una traccia molto vaga ma segnalata da evidenti ometti. Si seguono gli ometti, su terreno tipicamente apuano, fino a un ripiano detritico. Di qui ci si sposta un poco verso destra e si risale ancora per un breve tratto la costola a monte, fino ad arrivare in prossimità di un altro marcato canale, facile e appoggiato. Qui inizia la via.
Si imbocca il canale, incontrando ben presto l'inizio della neve di slavina (quota ca. 1200 m). Si raggiunge un ampio ripiano con biforcazione: qui si prende a destra affrontando un primo salto, che può essere delicato. Al ripiano successivo, si può ancora affrontare direttamente un salto sulla destra oppure aggirarlo tramite una rampa nevosa parallela e a sinistra. Più avanti, il canale prosegue lungamente, appoggiato e senza particolari difficoltà, fino alla cresta sommitale della Tambura, aprendosi a ventaglio nella parte finale (più ripida, lunghi tratti a 45°). Si esce poco a sud della vetta.
Il canale di destra l'avevo già fatto anni fa, comunque forse meglio così, perché a differenza dell'altro era probabilmente meglio innevato (è esposto a ovest ed è incassato, quindi prende poco sole). Stavolta ho salito direttamente i salti della parte iniziale, che erano coperti dalla neve. Il primo molto delicato per la neve poco consistente, il secondo invece è più facile (in altre condizioni è un salto di roccia verticale di 5-6 m! Ma ora siamo a fine stagione, e anche se è stato un inverno magro le slavine hanno fatto il loro corso).
Per l'avvicinamento al canale, il cui percorso è facile ma lungo e suggestivo, io ho fatto così.
Da Resceto si risale la via di lizza della Focolaccia (segnavia n. 166) fino a dove se ne stacca verso destra il segnavia n. 163 che traversa verso la Vandelli, a ca. 1100 m. Lo si segue, oltrepassando subito un primo marcato solco (altra via) e si comincia a traversare la costola successiva. Qui si abbandona il segnavia per salire lungo la costola: con un po' d'attenzione si reperisce una traccia molto vaga ma segnalata da evidenti ometti. Si seguono gli ometti, su terreno tipicamente apuano, fino a un ripiano detritico. Di qui ci si sposta un poco verso destra e si risale ancora per un breve tratto la costola a monte, fino ad arrivare in prossimità di un altro marcato canale, facile e appoggiato. Qui inizia la via.
Si imbocca il canale, incontrando ben presto l'inizio della neve di slavina (quota ca. 1200 m). Si raggiunge un ampio ripiano con biforcazione: qui si prende a destra affrontando un primo salto, che può essere delicato. Al ripiano successivo, si può ancora affrontare direttamente un salto sulla destra oppure aggirarlo tramite una rampa nevosa parallela e a sinistra. Più avanti, il canale prosegue lungamente, appoggiato e senza particolari difficoltà, fino alla cresta sommitale della Tambura, aprendosi a ventaglio nella parte finale (più ripida, lunghi tratti a 45°). Si esce poco a sud della vetta.
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Re: Monte Tambura
Due parole anche sulle condizioni: oggi ho visto di tutto, nella parte bassa si incontravano tratti di neve dura e trasformata, tratti slavinati, ma anche faticosissime sezioni di neve ancora non trasformata e non portante: neve che ha reso particolarmente delicato il passaggio del primo salto.
Salendo, nella parte alta la neve era generalmente trasfomata e portante, indurita dal rigelo. L'uscita purtroppo è secca, su detriti, per fortuna non ripidissimi.
Allego alcune foto.
Salendo, nella parte alta la neve era generalmente trasfomata e portante, indurita dal rigelo. L'uscita purtroppo è secca, su detriti, per fortuna non ripidissimi.
Allego alcune foto.
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Re: Monte Tambura
dai sei riuscito comunque a tirare fuori dal cilindro una salita su neve!
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