M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

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Ramingo
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M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ramingo »

Sulle Guide Monti d’Italia delle Alpi Apuane di Montagna - Nerli - Sabbadini è scritto che questa vetta: “non è una montagna turistica, proprio per la ripidezza e l’insicurezza del terreno, formato da fianchi ispidi e selvaggi di rocce scistose e di paleo, ma la stagione delle nevi lo trasfigura; i suoi erti ed altissimi scivoli lo rendono affascinante per l’appassionato di alpinismo invernale, che qui come in altre montagne apuane può trovare la neve dura adatta alla presa”.

Ed infatti, il re delle Apuane, montagna bella e imponente e meta ambita da tutti gli alpinisti, è anche la più impegnativa. La Mirandola è una via di salita per cresta lunga e complessa che rappresenta, in inverno, un magnifico ed arduo itinerario sicuramente di prim’ordine, tra i più interessanti in Apuane, ed era una vetta da lungo tempo nei sogni di Alec, quasi fin dall’inizio della sua carriera alpinistica, questo suo sogno è diventato realtà con la salita realizzata assieme il 2 Aprile 2010, proprio per questo itinerario.

Partimmo da Genova all’ormai canonico e piacevole orario delle 3.30, anche stavolta il lavoro mi aveva protratto immancabilmente ad andare a dormire alle 23.30 passate… ma l’eccitazione per la salita mi tenne sveglio durante il viaggio di andata, crollerò senza complimenti in quello di ritorno (sfiancato dalla lunga camminata), lasciando volentieri il volante ad Alec. : Oops :

In poco più di due ore, arrivati a Gorfigliano, sostammo nel piazzale presso la vecchia chiesa e, dato che era ancora buio, decidemmo di attendere che schiarisse quel poco da vedere dove mettere i piedi, in fondo una mezz’ora di sonno in più non dispiacque a nessuno dei due. Appena l’oscurità del cielo mutò in un lieve e timido violaceo, ci mettemmo in marcia accompagnati dall’inquietante buongiorno di una civetta e dal curioso canto dell’allocco, prontamente tacitati dai soliti fuochi d’artificio ormai di repertorio. : Sorry! :

Percorrendo una rotabile sterrata, che aggira da Nord il Monte Calamaio (dalla sua somiglianza con l’oggetto)fino al Pianoro erboso del Pianellaccio (occhio e croce direi non prima una quarantina di minuti di cammino dall’inizio della sterrata), piegammo poi a sinistra risalendo alla meglio il bosco, fino a ritrovare più in alto una traccia di sentiero, marcato da rari bolli gialli in parte sbiaditi e di non facile individuazione). Può altresì essere utile orientarsi seguendo il cavo d’acciaio di una vecchia teleferica che attraversa il bosco dall’inizio del sentiero praticamente quasi al termine della faggeta.

La Chiesa vecchia di Gorfigliano (un'atmosfera degna del "Nome della Rosa")
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su per il bosco sopra i prati del Pianellaccio
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La lotta con l’Alpe inizia da qui, neve non trasformata ci ha obbligato a batter traccia mettendo subito alla prova le nostre energie ed il nostro allenamento. Risalimmo pendii e avvallamenti ed infine un ripido canale ci portò ad un colletto a monte della quota 1673 dove inizia la parte più impegnativa della cresta. La grande quantità di neve ci ha notevolmente rallentato nell’avvicinamento, dalla macchina al colletto abbiamo impiegato circa quattro ore. Con neve trasformata e con la traccia già fatta i tempi sarebbero stati dimezzati.

Su per gli erti pendii.. verso l'attacco
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Versante nord del Pisanino al sol nascente
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La vista del Pisanino in grandi condizioni invernali, con le sue pareti spolverate di bianco in quello splendido contrasto neve-roccia, mi disse poi Alec, fu un grande stimolo che fece da mordente alla salita.

La splendida e ardua Cresta della Mirandola
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Ramingo cammello delle nevi... su neve intonsa durante l'avvicinamento al colletto oltre la q.1673
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le nostre tracce firmano la splendida salita
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Alec impegnato sul ripido
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Abbiamo attaccato un primo salto di rocce marce miste a paleo e neve fresca: è il tiro di apertura di Alec! Attesi di vederlo superare il passaggio roccioso e che trovasse un comodo punto ove sostare. Superato il passaggio Alec dovette affrontare un primo ripido pendio innevato. La corda scorreva sulla mia costante sicura sino a che ne restarono una decina di metri… urlai ad Alec che di corda ne restava più poca, ma non ottenni risposta, era lontano e non mi sentiva o più probabilmente il vento rapì il suono della mia voce disperdendolo chissà dove… allora optai per qualche lieve strattone, che Alec avvertì. Molto flebile e lontano lo sentii vociare: “quanta corda ho ancora?” Gli risposi “7 metri” …. Di nuovo non ottenni risposta, non so se avesse capito! La corda scorreva ancora… preoccupato guardai la matassa che diminuiva a vista d’occhio, però capii, dalla velocità in cui essa scorreva, che Alec doveva trovarsi sul facile, allora assestai un altro debole strattone. Di nuovo la voce di Alec rispose “me ne servono ancora 5 metri” … “non li hai” gli rimandai con tutta la voce che avevo in corpo.. la corda volgeva al termine ed io, allungandomi fin quasi alla sosta e lasciandone fuori quel tanto da permettergli un’eventuale manovra, gli diedi l’alt bloccando. Poco dopo lo sentii urlare e solo per intuito ed assonanza riuscii a capire che mi aveva urlato “molla”. Liberai la corda e la seguii mentre veniva recuperata… poco dopo, con l’orecchio teso, è con gioia che lo sentii scandire un sospirato ed atteso “vieni”… irruppi con un sonoro “ok” a pieni polmoni e mi apprestai ad iniziare la scalata al Pisanino. :D

Superati due passaggini rocciosi non particolarmente tecnici, ma delicati per la qualità della roccia, mi apprestai a salire un ripido pendio nevoso, la neve era dura e si saliva bene. Finalmente scorsi più in alto, ben accomodato su un panettone di neve, la sagoma di Alec che recuperava e lo raggiunsi sbuffando per l’accoglienza che il Pisanino ci stava riservando.
Completiamo in conserva la salita dell’irto pendio nevoso fino a raggiungere un tratto più comodo ove la cresta spianava. Aggirammo allora a destra, un gradino e, con un traverso piuttosto inclinato, guadagnammo una rassicurante sosta a spit alla base di un erto canale.

Sul traverso dopo il I tiro
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Alec mi porse così la staffetta per il secondo tiro che aprii con vera gioia e determinazione. In Apuane i declivi sono quasi tutti molto ripidi, alcuni dei quali con impressionanti esposizioni. Le piccozze ed i ramponi facevano il loro e procedetti salendo di buona lena verso una marcata fascia rocciosa, ove secondo la relazione avrebbe dovuto trovarsi una sosta a chiodi che, vista la quantità di neve presente, con tutta probabilità, immaginavamo sepolta. Infatti, man mano che mi avvicinai alle rocce, non vidi alcun chiodo nè scorsi alcun cordino. La voce di Alec mi avvertì che mancavano pochi metri di corda, pochi per portarmi al di sopra delle rocce, oltre un altro canaletto. Decisi pertanto di fermarmi sotto un anfratto di roccia ove il vento aveva creato un bell’ammasso di neve, piantai la piccozza e con la fettuccia allestii la sosta. Mi portai un metro e mezzo più in basso, controllandone la stabilità con un energico strattone e, non vedendola muoversi di un millimetro, recuperai Alec.

Alec sul II tiro
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A lui lasciai volentieri il tiro successivo, un po’ per risparmiare tempo (dato che io ero già in sosta) e poi perché esso era ancor più verticale con tratti d’erba affioranti e ghiaccio e mi spiaceva non lasciare ad Alec la gioia di provarselo da primo :mrgreen:

La fascia rocciosa al termine del II tiro - la sosta è stata effettuata sotto le rocce a sinistra del canalino con erba e rocce affioranti che si intravede a destra della fascia rocciosa
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Tra qualche imprecazione lo superò bene e anch’io non ebbi grandi problemi di risalita, mi fidai della presa sulle punte dei ramponi e spinsi con bel movimento, come fossi in parete…. Per averlo creduto più arduo, sorrisi subito nel superare il passaggio (anche se non era banale) doveva essere sicuramente oltre i 60°, perché salendo avevamo la parete praticamente in faccia :shock:

Superato questo tiro, ci trovammo quindi alla base del canale di uscita dove ripresi il comando salendo ancora su neve, questa volta alquanto farinosa.

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Panoramica sul Cavallo
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Il Pizzo d'Uccello dalla cresta della Mirandola
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Cresta sommitale.. in vista della vetta
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Giunti sulla cresta sommitale ed al colletto, sul quale, dall’altro versante, sbuca il Canale delle Rose (via normale) procedemmo di conserva lungo le asperità rocciose, in un saliscendi di piccoli e medi salti di roccia e ghiaccio (un vero e proprio versante Nord) sino alla tanto agognata vetta!

Alec in vetta al Pisanino contempla soddisfatto il panorama
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...ed il sottoscritto altrettanto soddisfatto della conquista
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Un vento gelido spazzava la cima del re delle Apuane.
Nonostante il freddo, ci godemmo con meritata soddisfazione quel magnifico orizzonte panoramico sul bacino del Serchio, sul dirimpettaio Pizzo d’Uccello, meraviglioso e fiero, sul Cavallo e sugli Zucchi di Cardeto. Affascinante anche il colpo d’occhio sull’altrettanto elegante cresta della Bagola Bianca, sembrava di essere nella mitica foto di Euro Montagna contenuta nell’altrettanto mitico volume CAI-TCI sulle Alpi Apuane.

La severa cresta della Mirandola
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Gli Zucchi di Cardeto
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Alec in vetta posa davanti alla cresta appena percorsa
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Piccola nota d'orgoglio: Prima di scendere, nel disseppellire dalla neve il diario di vetta per apporre le nostre firme, scoprimmo che eravamo stati la seconda cordata a salire quest’inverno sul Pisanino. Ci aveva preceduto una cordata del CAI di Rapallo – Sottosezione di Uscio, i quali sono saliti per la Bagola Bianca il 14 Marzo 2010.
Prima di loro l’ultima cordata di cui si ha notizia è salita nel mese di Ottobre 2009.

la cresta della Bagola Bianca
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Cresta NE della Mirandola
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panoramica sulla Valle del Serchio
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Anche la discesa ha presentato non poche difficoltà. Tornati al colletto di uscita scendemmo il canale già percorso in salita continuando poi dritti in direzione di un isolato alberello (discesa delicata per la ripidezza del pendio e per la notevole esposizione sul salto sottostante). Dall’alberello ci si cala per 60 metri in doppia sfruttando un cordino con moschettone già presente (necessarie due mezze corde) e, superato il salto di roccia, si atterra su un ripido pendio. Qui ci slegammo riponendo le corde e poi, vista la persistente neve dura, optammo di scendere faccia a monte per un bel tratto. Non conoscendo il percorso e non essendoci tracce, inizialmente fummo tentati di scendere dritti verso la conca sottostante, ma ad un più attento esame, ci sembrava potessero nascondersi alla vista pericolosi salti di roccia. Fortunatamente Alec ebbe la brillante idea :smt115 di ricorrere alle dettagliate indicazioni della guida GMI, che porta sempre in tasca durante le gite, la quale da un ben preciso schizzo della parete del Pisanino indicava la traccia di discesa traversando lungamente sotto tutta la fascia rocciosa fino ad un canale, attraverso il quale, affrontati alcuni passi di misto (neve,roccia e paleo) raggiungere la conca sottostante. Da li, entrando nel bosco e piegando gradualmente verso destra su terreno scomodo e ripido ci siamo ricongiunti alle tracce della mattina, con in tasca un’altra grandiosa montagna.
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Pazzaura
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Pazzaura »

Bel raccontone e balla gita succosa... bello... Le Apuane son davvero particolari.
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by paolo59 »

Un'altra bella impresa della coppia Ale+Ale...il racconto mi ha emozionato, ho partecipato alla salita come se fossi stato li insieme a voi.
=D> =D> =D>
Paolo

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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by davec77 »

Bella salita, fatta anche da me un paio di anni fa. : Thumbup :
E' una delle non molte classiche in apuane che si fanno bene a fine stagione con neve trasformata, anche quando la neve non è molta (come ora... avete trovato gli spit fuori se ho ben capito).
Non mi torna una cosa, io in discesa non avevo fatto il canale di uscita della Mirandola ma quello accanto, dove passa la Nerli-Sarperi. Poi avevamo traversato delicatamente a sinistra faccia a monte fino all'albero (che deve essere lo stesso, visto che ci avete trovato il moschettone che avevamo lasciato noi a suo tempo).
Quest'anno poca gente sul Pisanino, le condizioni spesso non c'erano e poi il fatto che la Val Serenaia fosse inaccessibile in auto ha ostacolato le salite da quel lato (Bagola, Sambuco, Canale delle Rose).
Uno dei miei sogni nel cassetto, su quella stessa parete, è la via Zappelli (o Bastrenta?), più impegnativa e credo, non proprio ripetutissima.
Unica piccola nota, nella foto con didascalia "la severa cresta della Mirandola" si vede in realtà la cresta sommitale del Pisanino. La Mirandola è la cresta correttamente indicata in una foto successiva.

P.S. Constato con piacere che avevate il casco...
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Ramingo
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ramingo »

paolo59 wrote:Un'altra bella impresa della coppia Ale+Ale...il racconto mi ha emozionato, ho partecipato alla salita come se fossi stato li insieme a voi.
=D> =D> =D>
@Paz: molto particolari, un tipo di terreno che impegna quasi su ogni versante.

@Paolo: Grazie per i tuoi complimenti sempre molto graditi.
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Ramingo
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ramingo »

davec77 wrote:Bella salita, fatta anche da me un paio di anni fa. : Thumbup :
E' una delle non molte classiche in apuane che si fanno bene a fine stagione con neve trasformata, anche quando la neve non è molta (come ora... avete trovato gli spit fuori se ho ben capito).
Non mi torna una cosa, io in discesa non avevo fatto il canale di uscita della Mirandola ma quello accanto, dove passa la Nerli-Sarperi. Poi avevamo traversato delicatamente a sinistra faccia a monte fino all'albero (che deve essere lo stesso, visto che ci avete trovato il moschettone che avevamo lasciato noi a suo tempo).
Quest'anno poca gente sul Pisanino, le condizioni spesso non c'erano e poi il fatto che la Val Serenaia fosse inaccessibile in auto ha ostacolato le salite da quel lato (Bagola, Sambuco, Canale delle Rose).
Uno dei miei sogni nel cassetto, su quella stessa parete, è la via Zappelli (o Bastrenta?), più impegnativa e credo, non proprio ripetutissima.
Unica piccola nota, nella foto con didascalia "la severa cresta della Mirandola" si vede in realtà la cresta sommitale del Pisanino. La Mirandola è la cresta correttamente indicata in una foto successiva.

P.S. Constato con piacere che avevate il casco...
Grazie. Avevamo visto la foto della tua salita a febbraio del 2008 e avevamo dietro anche la tua descrizione. Oggi penso le condizioni fossero anche peggiori visto il notevole innevamento su entrambi i versanti, che ci ha rallentati fortemente durante l'avvicinamento. Io mi sono pure incastrato sprofondando fino all'inguine con la gamba destra.. E la neve ha fatto subito presa, oltre ad un sasso che mi impediva di estrarre la gamba. Neppure l'aiuto di Alec che cercava di tirarmi fuori è servito. Ho dovuto scavare per un pò di minuti con la piccozza per riuscire a liberarmi. Inoltre la presenza di ghiaccio e di abbondante neve fresca erano arbitrariamente distribuiti, a seconda dell'esposizione, su tutta la via di salita. Solo la sosta chiodata dal colletto era scoperta, gli spit più in alto (quelli che sarebbero serviti per il secondo tiro) erano completamente sepolti. L'albero dal quale ci siamo calati è lo stesso che avevi descritto, l'unica differenza è che noi, anzichè prendere il Nerli-Sarperi e poi traversare, siamo scesi diretti sino alla sosta con cordino e con moschettone (... che non sapevo aveste lasciato voi, ed è tornato utile, grazie) e poi continuato a scendere per pendii, sempre non banali, visti i salti che si presentavano sotto di essi e la neve che, in molti tratti, mutava da crosta indurita a polistirolo. Ascensione davvero spettacolare comunque, l'annuvolamento ci ha levato un pò di vista dalla cima forse, ma ci ha risparmiato di cuocere durante la salita.

#-o Si è vero, la Mirandola da quella foto non si vede, senza pensarci ho inserito la didascalia omettendo involontariamente la distinzione tra la cresta NE ed il tratto sommitale a cui essa si congiunge... : Sorry! :

Ed infine... si avevamo il casco! :freccia: : Builder : Dopo un comune esame di coscienza ci siamo promessi a vicenda di indossarlo sempre qual'ora esso sia necessario. Meglio patire un pò di caldo piuttosto che farsi male in primis o rovinarsi la gita (nella migliore delle ipotesi) per colpa di uno sciocco fastidio o di una stupida dimenticanza.
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by gecko »

Finalmente riesco a respirare, per tutto il racconto sono rimasta col fiato sospeso!!!
Complimenti al granitico e a rammi che si sta pian piano graniticizzando!!! :strizzaOcchio::
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Sub-Comandante »

Davvero complimenti!!!!!!! =D> =D> =D> =D> =D> =D>
Salita di notevole impegno fisico e tecnico, siete stati proprio bravi, non c'è che dire insieme formate una cordata formidabile!!!!! : Thumbup : : Thumbup : : Ok : : Ok :
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ago »

Ragazzi ... che dire? "Magnifique!" :uahuah: :uahuah:

Permettetemi una battuta
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: Icop : ... capisco perchè non vorrebbe mettersi il casco !!! :risata:
Sento il tuo passo sincrono col mio

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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by scinty »

Bravi : Ok : Anche se ho passato una giornata orribile in attesa di vostre notizie (che hanno pure tardato ad arrivare) :(
ramingo wrote:La vista del Pisanino in grandi condizioni invernali, con le sue pareti spolverate di bianco in quello splendido contrasto neve-roccia, mi disse poi Alec, fu un grande stimolo che fece da mordente alla salita.
ah sì? in genere per me è il contrario, ciò che mi fa tagliare la corda! (non quella che mi lega ad alec :lol: )
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Alec »

Bellissimo racconto e splendide foto che ben descrivono la salita che abbiamo fatto : Ok :

Il Re delle Apuane in invernale era il mio sogno alpinistico in quella zona: grazie di cuore ad Ale per avermi accompagnato nella realizzazione di questo progetto :D :D

La Cresta della Mirandola non ha deluso le aspettative, è stata la salita più bella ed impegnativa che abbia mai fatto in Apuane. Condizioni veramente invernali per una via di grande spessore.

Ramingo è stato al solito un eccellente compagno, anche di fuochi d'artificio :lol: :skifree: Alla prossima!

P.S. grazie Ago sei un amico :angry1: :evil1: :ahah:
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Sub-Comandante »

alec wrote:La Cresta della Mirandola non ha deluso le aspettative, è stata la salita più bella ed impegnativa che abbia mai fatto in Apuane. Condizioni veramente invernali per una via di grande spessore.
lo credo bene! Solo a leggere la relazione fa paura! : Thumbup :
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ramingo »

Grazie di cuore a lucertolina, sognatore e al giovane sub-comandante per gli apprezzatissimi complimenti e per la lettura. : Thanks : : Thanks : : Thanks :

... e ad Alec altrettanto formidabile compagno! :smt023
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by mazzysan »

davec77 wrote:Bella salita, fatta anche da me un paio di anni fa. : Thumbup :
E' Uno dei miei sogni nel cassetto, su quella stessa parete, è la via Zappelli (o Bastrenta?), più impegnativa e credo, non proprio ripetutissima.
OTAggiungi la variante Batic e sarà la tua via preferita sulla nord del Pisanino... :strizzaOcchio:: se interessa manda MP
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by davec77 »

Guarda, in realtà a vedere le vostre foto direi che di neve ce n'è pochina, più o meno quanta ne trovammo noi a febbraio 2008 (anno magro).
D'altronde siamo a Pasqua e, forse, con più neve la via non si semplifica poi così tanto (la cresta sommitale anzi diventa una vera e propria lama di coltello).
A memoria, ma potrei sbagliarmi, direi che la sosta a chiodi che non avete trovato non era dove dici tu ma sulle rocce a sinistra subito prima del canale di uscita... in tal caso si spiega come mai non l'avete vista! Comunque ripeto, vado a memoria e potrei sbagliarmi.
Interessante il fatto che l'albero di calata si raggiunga bene anche dal canale di salita. Comunque le pendenze sono più o meno le stesse, direi. Dopo la calata il terreno rimane abbastanza ripido, ma nettamente meno rispetto alla parte alta, per cui ci si riesce a slegare.
Comunque bravi, la salita non è tecnicamente difficile, ma piuttosto lunga e psicologicamente impegnativa. =D>
Ultima cosa: mi sembra che non vi siate portati fittoni da neve e/o corpi morti; ai ripetitori invece li consiglio vivamente, perché su quel terreno sono molto utili sia per le soste sia per le protezioni intermedie.

P.S. Mazzysan... l'anno prossimo CI ANDIAMO! :strizzaOcchio::
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Alec »

davec77 wrote:Guarda, in realtà a vedere le vostre foto direi che di neve ce n'è pochina, più o meno quanta ne trovammo noi a febbraio 2008 (anno magro).
D'altronde siamo a Pasqua e, forse, con più neve la via non si semplifica poi così tanto (la cresta sommitale anzi diventa una vera e propria lama di coltello).
A memoria, ma potrei sbagliarmi, direi che la sosta a chiodi che non avete trovato non era dove dici tu ma sulle rocce a sinistra subito prima del canale di uscita... in tal caso si spiega come mai non l'avete vista! Comunque ripeto, vado a memoria e potrei sbagliarmi.
Interessante il fatto che l'albero di calata si raggiunga bene anche dal canale di salita. Comunque le pendenze sono più o meno le stesse, direi. Dopo la calata il terreno rimane abbastanza ripido, ma nettamente meno rispetto alla parte alta, per cui ci si riesce a slegare.
Comunque bravi, la salita non è tecnicamente difficile, ma piuttosto lunga e psicologicamente impegnativa. =D>
Ultima cosa: mi sembra che non vi siate portati fittoni da neve e/o corpi morti; ai ripetitori invece li consiglio vivamente, perché su quel terreno sono molto utili sia per le soste sia per le protezioni intermedie.
Abbiamo trovato una sosta a spit+cordone subito dopo il traverso, alla base del tiro che ha salito ale. Poi pensavamo di trovarne un'altra alla base del canalino molto ripido, ma non l'abbiamo trovata.

Sono d'accordo sui fittoni/corpi morti (che non ho mai usato), in effetti non sono riuscito ad usare protezioni intermedie...

La via in effetti non presenta grandi difficoltà tecniche ma impegna molto psicologicamente.

Per la discesa, seguire a ritroso il canale di uscita e poi puntare dritti all'albero mi è sembrata la soluzione più logica, perchè evita il traverso (abbastanza inquietante) che bisognerebbe fare scendendo dal canale finale della Nerli-Sarperi...
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by dags1972 »

: Ok :

grande alpinismo
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Alexander »

...davvero immensi ragazzi... mi fa davvero un grande piacere leggere di una bella avventura in un così bel racconto. Senza contare le fotografie davvero splendide! Bravi ad entrambi! è poesia di cristallo che vi guadagnate in punta di picozza.
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Alec »

Grazie Chri e Dags : Thanks :
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by davec77 »

alec wrote: Per la discesa, seguire a ritroso il canale di uscita e poi puntare dritti all'albero mi è sembrata la soluzione più logica, perchè evita il traverso (abbastanza inquietante) che bisognerebbe fare scendendo dal canale finale della Nerli-Sarperi...
Sì esatto, in effetti potrebbe essere meglio... io quella volta era con noi un alpinista molto esperto che conosceva la via e ci fece passare dall'altro canale (che lui scese slegato, faccia a valle e con una picca sola... vabbè che la neve era molla ma... :shock: ).
Il traverso lo facemmo slegati, era tardi, però non fu certo il massimo della vita, un tiro ci stava tutto.
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ramingo »

alec wrote:Grazie Chri e Dags : Thanks :
Grazie ragazzi! :D
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Re: M. PISANINO m.1946 - per la cresta NE della Mirandola

Post by Ramingo »

davec77 wrote:
alec wrote: Per la discesa, seguire a ritroso il canale di uscita e poi puntare dritti all'albero mi è sembrata la soluzione più logica, perchè evita il traverso (abbastanza inquietante) che bisognerebbe fare scendendo dal canale finale della Nerli-Sarperi...
Sì esatto, in effetti potrebbe essere meglio... io quella volta era con noi un alpinista molto esperto che conosceva la via e ci fece passare dall'altro canale (che lui scese slegato, faccia a valle e con una picca sola... vabbè che la neve era molla ma... :shock: ).
Il traverso lo facemmo slegati, era tardi, però non fu certo il massimo della vita, un tiro ci stava tutto.
:shock: .....Azz!!!! Beh... una volta in effetti... gli alpinisti ora più anzianotti che hanno sulla schiena una certa esperienza non erano nuovi a numeri del genere, ad ogni modo... :roll:

...visto che hai tirato fuori il discorso fittoni.. :) .. ne parlavamo con Alec proprio scendendo (ormai già sulla sterrata al ritorno) che su terreni del genere tornerebbero molto utili, ricordavo infatti che tu mi avevi detto di averne un paio se non sbaglio... un corpo morto nel tascone dello zaino o un fittone a testa... non costituirebbero certo una gran differenza di peso e renderebbero un pò più sereni certi passaggi. : Thumbup :
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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