Traversata dei camosci 3320 mt.
Moderator: Moderatori
Traversata dei camosci 3320 mt.
Magnifica traversata, impegnativa ma di grande soddisfazione.
Tempo: tutta la giornata.
Quota: intorno ai 3000 mt, si parte da 2800 e si sale e scende fino ai 3300, si rimane in quell’intorno.
Sviluppo: …INFINITO!!!
Parte tecnica:
Veramente apprezzabile (mio gusto personale) la varietà del terreno e delle tecniche da utilizzare, dall’escursione su roccioni, alla progressione su ghiacciaio, all’arrampicata facile ma esposta.
Insomma sarebbe ottima per la didattica, se non fosse che sulle guide disponibili c’è scritta una BUGIA: cioè le decantate corde fisse non ci sono più, sono tutte tagliate, e nemmeno tanto di fresco, quindi spesso ci si trova a procedere su cenge microscopiche e parecchio esposte.
Niente paura per chi è avvezzo, ma bisognerebbe aggiornare le guide per l’utenza che, leggendo “corde fisse”, magari ci va impreparata.
Noi per prudenza avevamo di tutto, oltre a ramponi e piccozza, pure l’attrezzatura alpinistica completa di rinvii, quindi ok. Ma la tempistica si allunga di molto rispetto a quanto riportano le guide.
Anche il tratto di arrampicata (alla fine del canalone, prima di arrivare al ghiacciaio che conduce all' E.Sella) sarà al max un II grado (mi sembrava equivalente a Rocca la Meja, come difficoltà), ma è completamente aperto su precipizio e pressoché improteggibile nel primo tratto (i fittoni, previsti per la corda fissa – assente – sono lontani circa 20 metri l’uno dall’altro) .
Quindi, o vai di friends, se ce li hai, sennò, come la sottoscritta, respiro profondo e… salire!
Tenere conto anche della scarsissima segnalazione all’inizio, proprio nel primo tratto, per cui noi abbiamo perso almeno un’ora buona a trovare l’imbocco giusto.
In realtà sulla guida c’era scritto di salire fino alla madonnina e poi scendere, ok ma noi la strada l’abbiamo trovata molto più sotto e a sinistra. Praticamente andrebbe corretto con” girare secco a sin. intorno al laghetto Smeraldo, NON salire alla madonnina”.
Insomma, con questi perditempo, ci abbiamo messo un’infinità: alle 15:00 eravamo all'E.Sella (incustodito, per chi non lo sapesse), e poi quasi correndo ci vogliono 3 ore a scendere.
Alle 18:00 e spiccioli alla macchina, per un totale di 11 ORE DI GITA!!!
Volendo si poteva prendere la funivia per scendere, intercettandola sul secondo troncone della discesa, ma noi abbiamo preferito non farlo, perché sì ci avrebbe risparmiato un’ora buona di discesa, ma ormai rischiavamo di trovarla chiusa e poi x arrivarci bisognava attraversare la morena tutta sfasciumosa… e ne avevamo l’anima piena di sfasciumi (nel percorso se ne incontrani parecchi…).
Insomma, scelte. Sulla guida erano indicati entrambi i percorsi.
Ora il racconto (meno tecnico…;-))
Partiti da GE in 4 sabato alle 8 e arrivati a Macugnaga (DE-LI-ZIO-SA) alle 11:00 e rotti… tanto presto per godercela un po’ di più.. carinissimo il paesino-Alpenliebe, co n tanto di chiesetta secolare e tiglio monumentale sui 700 anni di età… 8-0..
Macugnaga
Funivia alle 16:00 e sistemazione nel rifugio Oberto. Caruccio, anche se ancora in ristrutturazione, ma diventerà sciccosissimo.
Rifugio Oberto
Peccato che i rifugisti non hanno la più pallida idea di cosa sia l’alpinismo, quindi non è consigliabile chiedere info a loro. Meglio a valle come abbiamo fatto noi, tanto nella piazza principale c’è un bell’ufficio guide.
Pomeriggio salita alla Madonnina dorata che si staglia sul cielo cobalto (che strano stile, sembra una statua etrusca), poi sole, relax, panorama, lettura, partite a carte… in compagnia dei piccoli amici dei monti…
Io e Carla davanti al laghetto Smeraldo
Bambi stambecco e i fratellini
Mattino sveglia comoda alle 6:00, ma abbiamo dovuto aspettare che si levasse un po’ la nebbia, quindi partenza ritardata alle 7:30.
Io ho fatto una gaffe: a casa non avevo controllato le temperature, e visto che settimana scorsa sulla Ciamarella c’era un caldo tropicale da costume da bagno, mi sono regolata ugualmente con l’abbigliamento….
Così son partita da Macugnaga vestita da PAZZA con i sandali con le calze e i pantaloni larghi e al ginocchio,
Poi ok scarponi leggeri e ghette, ma solo 2 maglie addosso (che per me rappresentano il minimo sindacale) e poi… giacca, buff e berretto…
Doppi guanti ma degli scaldini ne funzionava uno solo… (sono pure sfigata!)
Così, con un ventaccio da wind-chill di -5°C… che bulaccata di freddo PORCO che ho preso!!!
Non me l’aspettavo… Una mezza paralisi, ma poi girato il versante per fortuna l’intemperia si è quietata, ed è pure uscito l’amico Sole!
Che spettacolo, eh?
Fichissima la salitozza su roccette, in ambiente quasi Himalayano… e si passa in svizzera.
Tra camoscetti e stambecchi si arriva al ghiacciaio… impressionante nel suo sconvolgimento, chi ci casca è perduto… ma si passa sulla spalla a sinistra, fortuna che ormai tutti i crepacci sono aperti anche in costa… hehmm… TRANNE UNO, che il mio prudente compagno di cordata ha evitato tastando la neve prima di poggiare il piedino con tutto il conseguente ragguardevole peso…
Quindi… torna indietro con calma… trattieni il respiro… e VIA!!! SCAPPA!!!
Arrivati in cresta in maniera quasi grottesca (ormai la psicosi da crepaccio influenzava ogni nostra mossa…) si può ammirare l’immenso panorama che si allarga dal lontanissimo Trentino (uno di noi sosteneva di vedere l’Adamello… mah, secondo me sono visioni da crepacciofobia…), fino all’Appennino (già più probabile, si scorgevano delle sagome sull’orizzonte), e sui ragguardevoli 4000 svizzeri tanto vicini da poterli toccare.
SPETTACOLO, veramente.
E ora la scontiamo con la discesa nel ripido canalone, che come già accennato, non ha più le corde fisse, se non a mozziconi…
Così si va lenti, e davanti a noi c’era pure un gruppetto con notevoli problemi motori… Pensiamo giustamente di rimanere tutti insieme, in caso di bisogno…
Così si arriva al tratto arrampicatorio e poi di nuovo ghiacciaio sconvolto fino al rifugio…
Poi l’interminabile discesa… non molla mai, sei sempre in costa… finalmente la valle e il ritorno nella ridente Macugnaga…
Sono riuscita pure ad andare a Messa nella chiesetta carina, cosa voglio di più??? ))
Un’Odissea che è terminata alle 22:30 finalmente in casa a GE… i miei piccoli mi davano per dispersa…
Tempo: tutta la giornata.
Quota: intorno ai 3000 mt, si parte da 2800 e si sale e scende fino ai 3300, si rimane in quell’intorno.
Sviluppo: …INFINITO!!!
Parte tecnica:
Veramente apprezzabile (mio gusto personale) la varietà del terreno e delle tecniche da utilizzare, dall’escursione su roccioni, alla progressione su ghiacciaio, all’arrampicata facile ma esposta.
Insomma sarebbe ottima per la didattica, se non fosse che sulle guide disponibili c’è scritta una BUGIA: cioè le decantate corde fisse non ci sono più, sono tutte tagliate, e nemmeno tanto di fresco, quindi spesso ci si trova a procedere su cenge microscopiche e parecchio esposte.
Niente paura per chi è avvezzo, ma bisognerebbe aggiornare le guide per l’utenza che, leggendo “corde fisse”, magari ci va impreparata.
Noi per prudenza avevamo di tutto, oltre a ramponi e piccozza, pure l’attrezzatura alpinistica completa di rinvii, quindi ok. Ma la tempistica si allunga di molto rispetto a quanto riportano le guide.
Anche il tratto di arrampicata (alla fine del canalone, prima di arrivare al ghiacciaio che conduce all' E.Sella) sarà al max un II grado (mi sembrava equivalente a Rocca la Meja, come difficoltà), ma è completamente aperto su precipizio e pressoché improteggibile nel primo tratto (i fittoni, previsti per la corda fissa – assente – sono lontani circa 20 metri l’uno dall’altro) .
Quindi, o vai di friends, se ce li hai, sennò, come la sottoscritta, respiro profondo e… salire!
Tenere conto anche della scarsissima segnalazione all’inizio, proprio nel primo tratto, per cui noi abbiamo perso almeno un’ora buona a trovare l’imbocco giusto.
In realtà sulla guida c’era scritto di salire fino alla madonnina e poi scendere, ok ma noi la strada l’abbiamo trovata molto più sotto e a sinistra. Praticamente andrebbe corretto con” girare secco a sin. intorno al laghetto Smeraldo, NON salire alla madonnina”.
Insomma, con questi perditempo, ci abbiamo messo un’infinità: alle 15:00 eravamo all'E.Sella (incustodito, per chi non lo sapesse), e poi quasi correndo ci vogliono 3 ore a scendere.
Alle 18:00 e spiccioli alla macchina, per un totale di 11 ORE DI GITA!!!
Volendo si poteva prendere la funivia per scendere, intercettandola sul secondo troncone della discesa, ma noi abbiamo preferito non farlo, perché sì ci avrebbe risparmiato un’ora buona di discesa, ma ormai rischiavamo di trovarla chiusa e poi x arrivarci bisognava attraversare la morena tutta sfasciumosa… e ne avevamo l’anima piena di sfasciumi (nel percorso se ne incontrani parecchi…).
Insomma, scelte. Sulla guida erano indicati entrambi i percorsi.
Ora il racconto (meno tecnico…;-))
Partiti da GE in 4 sabato alle 8 e arrivati a Macugnaga (DE-LI-ZIO-SA) alle 11:00 e rotti… tanto presto per godercela un po’ di più.. carinissimo il paesino-Alpenliebe, co n tanto di chiesetta secolare e tiglio monumentale sui 700 anni di età… 8-0..
Macugnaga
Funivia alle 16:00 e sistemazione nel rifugio Oberto. Caruccio, anche se ancora in ristrutturazione, ma diventerà sciccosissimo.
Rifugio Oberto
Peccato che i rifugisti non hanno la più pallida idea di cosa sia l’alpinismo, quindi non è consigliabile chiedere info a loro. Meglio a valle come abbiamo fatto noi, tanto nella piazza principale c’è un bell’ufficio guide.
Pomeriggio salita alla Madonnina dorata che si staglia sul cielo cobalto (che strano stile, sembra una statua etrusca), poi sole, relax, panorama, lettura, partite a carte… in compagnia dei piccoli amici dei monti…
Io e Carla davanti al laghetto Smeraldo
Bambi stambecco e i fratellini
Mattino sveglia comoda alle 6:00, ma abbiamo dovuto aspettare che si levasse un po’ la nebbia, quindi partenza ritardata alle 7:30.
Io ho fatto una gaffe: a casa non avevo controllato le temperature, e visto che settimana scorsa sulla Ciamarella c’era un caldo tropicale da costume da bagno, mi sono regolata ugualmente con l’abbigliamento….
Così son partita da Macugnaga vestita da PAZZA con i sandali con le calze e i pantaloni larghi e al ginocchio,
Poi ok scarponi leggeri e ghette, ma solo 2 maglie addosso (che per me rappresentano il minimo sindacale) e poi… giacca, buff e berretto…
Doppi guanti ma degli scaldini ne funzionava uno solo… (sono pure sfigata!)
Così, con un ventaccio da wind-chill di -5°C… che bulaccata di freddo PORCO che ho preso!!!
Non me l’aspettavo… Una mezza paralisi, ma poi girato il versante per fortuna l’intemperia si è quietata, ed è pure uscito l’amico Sole!
Che spettacolo, eh?
Fichissima la salitozza su roccette, in ambiente quasi Himalayano… e si passa in svizzera.
Tra camoscetti e stambecchi si arriva al ghiacciaio… impressionante nel suo sconvolgimento, chi ci casca è perduto… ma si passa sulla spalla a sinistra, fortuna che ormai tutti i crepacci sono aperti anche in costa… hehmm… TRANNE UNO, che il mio prudente compagno di cordata ha evitato tastando la neve prima di poggiare il piedino con tutto il conseguente ragguardevole peso…
Quindi… torna indietro con calma… trattieni il respiro… e VIA!!! SCAPPA!!!
Arrivati in cresta in maniera quasi grottesca (ormai la psicosi da crepaccio influenzava ogni nostra mossa…) si può ammirare l’immenso panorama che si allarga dal lontanissimo Trentino (uno di noi sosteneva di vedere l’Adamello… mah, secondo me sono visioni da crepacciofobia…), fino all’Appennino (già più probabile, si scorgevano delle sagome sull’orizzonte), e sui ragguardevoli 4000 svizzeri tanto vicini da poterli toccare.
SPETTACOLO, veramente.
E ora la scontiamo con la discesa nel ripido canalone, che come già accennato, non ha più le corde fisse, se non a mozziconi…
Così si va lenti, e davanti a noi c’era pure un gruppetto con notevoli problemi motori… Pensiamo giustamente di rimanere tutti insieme, in caso di bisogno…
Così si arriva al tratto arrampicatorio e poi di nuovo ghiacciaio sconvolto fino al rifugio…
Poi l’interminabile discesa… non molla mai, sei sempre in costa… finalmente la valle e il ritorno nella ridente Macugnaga…
Sono riuscita pure ad andare a Messa nella chiesetta carina, cosa voglio di più??? ))
Un’Odissea che è terminata alle 22:30 finalmente in casa a GE… i miei piccoli mi davano per dispersa…
Last edited by Manù on Mon Jul 26, 2010 17:07, edited 1 time in total.
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Bello , ma Carla è per caso del CAI di Bolzaneto? Non vedo bene ma mi sembra di conoscerla...
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
- Pazzaura
- Titano di Quotazero
- Posts: 15183
- Joined: Fri Feb 09, 2007 9:23
- Location: Genova Sestri
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Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Forte...
Credo che la tua macchina fotografica abbia qualche problema, la maggior parte delle foto sono sfuocate. peccato
Credo che la tua macchina fotografica abbia qualche problema, la maggior parte delle foto sono sfuocate. peccato
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Brava Manù, gran bella traversata!
Ci sono stato una..... ventina di anni fa!
La funivia dal Belvedere, al ritorno, io l'ho presa , ma all'andata per il M. Moro era aperto solo il primo breve tratto, quindi la salita al passo ce la siamo guadagnati.
Per il secondo rifugio, ricordo che è l'Eugenio Sella, non il Q.
Brava e buone gite!
Italo B.
Ci sono stato una..... ventina di anni fa!
La funivia dal Belvedere, al ritorno, io l'ho presa , ma all'andata per il M. Moro era aperto solo il primo breve tratto, quindi la salita al passo ce la siamo guadagnati.
Per il secondo rifugio, ricordo che è l'Eugenio Sella, non il Q.
Brava e buone gite!
Italo B.
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Grazie, correggo subito!Italo B. wrote:Brava Manù, gran bella traversata!
Per il secondo rifugio, ricordo che è l'Eugenio Sella, non il Q.
Italo B.
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Pazzaura wrote:Forte...
Credo che la tua macchina fotografica abbia qualche problema, la maggior parte delle foto sono sfuocate. peccato
Non è colpa sua, poverina... il problema è che nella fretta di scattare una foto non seleziono bene dal menu le specialità già impostate oppure il fuoco normale...
Vabbé diciamo che le meraviglie le vedete "attraverso i miei occhi ", visto che sono leggermente miope... quindi un pochino sfocate...
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Che bel giro!!!
Purtroppo vedo che dal lato di Macugnaga sul Rosa c'è sempre meno ghiaccio e meno neve
Purtroppo vedo che dal lato di Macugnaga sul Rosa c'è sempre meno ghiaccio e meno neve
τὸν καλὸν ἀγῶνα ἠγώνισμαι
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Mannaggia!! mi sono arrivate le altre foto dei miei compagni di avventure... mamma quanto sono belle , ma sono tutte superiori al limite della gallery e non potrò inserirle.........
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
mintr wrote:Che bel giro!!!
Purtroppo vedo che dal lato di Macugnaga sul Rosa c'è sempre meno ghiaccio e meno neve
Già , e si vede pure bene il laghetto semi-sotterraneo che minaccia Macugnaga...
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
secondo me quello nella foto è il lago delle Locce e non il lago effimeroManùe wrote: si vede pure bene il laghetto semi-sotterraneo che minaccia Macugnaga...
τὸν καλὸν ἀγῶνα ἠγώνισμαι
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
E quello effimero allora dove sarebbe?
Si sa?
Si sa?
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
La scorsa estate era praticamente scomparso...Manù wrote: E quello effimero allora dove sarebbe?
Si sa?
τὸν καλὸν ἀγῶνα ἠγώνισμαι
Re: Traversata dei camosci 3320 mt.
Bel giro complimenti!!
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)