). La via in questione, vuoi per la sua esposizione a Nord Est, vuoi per la scarsità di protezioni e per la roccia non sempre buona, vuoi per la coda che si deve fare sulla prima parte Tridentina per raggiungere l'attacco è caduta nel dimenticatoio ed è scarsamente frequentata, pertanto perfetta per noi
La via in generale non sale mai troppo di grado ma nel complesso richiede un bell'impegno psicologico per via della roccia che a tratti resta in mano o si sgretola sotto i piedi (per fortuna ci sono molti camini in cui incastrarsi in caso di caduta
).Relaziun:
Gruppo del Sella
Torre Exner 2479 m Via Kostner
Via aperta da Franz Kostner detto “Cesco” (1905-2006) nel 1930, risale la bellissima torre sfruttando le debolezze della parete su roccia a tratti buona a tratti molto detritica. Poiché nella parte inferiore della torre passa la famosa ferrata Tridentina, nei primi tiri occorre prestare attenzione a non far cadere detriti su chi sta salendo.
Difficoltà: III, IV
Sviluppo: 380 m
Esposizione: Nord-Est
Ore: 4.30
Soste: alcune su vecchi chiodi o clessidre altre da individuare ed attrezzare
Roccia: buona solo negli ultimi tre tiri
Attrezzatura: serie di friends e nut, cordini in kevlar martello e chiodi
Avvicinamento: Dal parcheggio in prossimità degli ultimi tornanti per Passo Gardena (parcheggio della ferrata Tridentina) seguire il sentiero che porta all'attacco della ferrata e risalirne il primo pezzo; dopo la prima rampa proseguire sul sentiero che porta al secondo attacco della ferrata (nessuna possibilità di perdersi basta seguire la fila dei ferraioli). Risalire la ferrata e giunti all'altezza della grande cascata, dove la ferrata perde verticalità e compie un lungo traverso verso sinistra, abbandonare la ferrata in corrispondenza di una nicchia con un vecchio fittone, dove attacca la via. Si può far sosta o su una grossa clessidra un po' umida o direttamente sul fittone della ferrata.
L1: attaccare la paretina grigia a sinistra del canale camino (IV-) per poi proseguire all'interno del canale per detriti e roccette sino ad una serie di massi incastrati dove si supera un ultimo salto roccioso (IV) oltre il quale si rinviene la sosta (clessidra e spuntone con cordini vecchi) alla base di un secondo camino (50 m)
L2: risalire il camino a sinistra della sosta (IV) e riavvicinarsi per aiutarsi in spaccata sulla destra per continuare a progredire sino ad un canalino detritico (una clessidra), risalirlo prestando attenzione nella parte finale dove occorre superare un saltino di roccia alquanto friabile (si consiglia di incastrasi nel camino per evitare cadute rovinose vista la scarsa possibilità di protezione) per giungere ad un piccola selletta dove si trova la sosta su tre chiodi e un cordone. ( 25 m)
L3: traversare in discesa alcuni metri verso destra e risalire per un canalino terroso (II clessidra con cordino)per portarsi poi nuovamente verso destra e passare in un carattristico cavernone (II) oltre il quale si trova la sosta su un chiodo e spuntone instabile (30 m)
L4: risalire la paretina verticale sopra la sosta (IV una clessidra) e proseguire sempre per la paretina che ora si abbatte leggermente (III+) sino ad una cengetta dove si rinviene la sosta su clessidra con cordone vecchio (25 m)
L5: risalire leggermente sulla sinistra le belle rocce gradinate grigie (IV- un passo) si a giungere ad un camino alla cui base si trova un chiodo. Seguire il camino (IV- una clessidra sulla sinistra) obliquando a destra sino a raggoiungere una zona non molto verticale e detritica dove si risale (III) cercando di mantenere un linea verticale sostando dove è più comodo sui numerosi spuntoni. (55 m)
L6: si risale in verticale su rocce gradinate (III) puntando verso una fascia strapiombante di rocce gialle alla base della quale si sosta su spuntone. (35 m)
L7: obliquando verso destra si risalgono gli ultimi gradoni sino a raggiungere la parete verticale sottostante ad un camino (III) Si risale la paretina verticale (IV-) sino alla base del camino dove si sosta su tre chiodi (2 vecchi e uno nuovo) e cordone vecchio (35 m)
L8: salire la paretina a destra del camino (IV due chiodi) uscire per rocce più semplici a sinistra (1 chiodo con cordino vecchio) e proseguire per una serie di fessure (IV-) obliquando verso sinistra. Superare un breve camino di roccia gialla ma solida (III) per portarsi alla base dell'evidente diedro giallo dove si può sostare su un vecchio chiodo con anello. (55 m)
Esiste anche la possibilità di spezzare il tiro in due sostando su chiodo clessidra in uscita dal primo camino.
L9: risalire i diedro stando sulla bellissima placca di destra (IV un cordone su pietra incastrata nel fondo del diedro e poi una clessidra), proseguire traversando a destra per rocce buone e sostare in prossimità dello spigolo su chiodo e spuntone (45 m)
L10: dalla sosta per roccette e detriti si raggiunge la vetta (II I 25 m).
Discesa: dalla cima scendere seguendo l'evidente traccia che porta alla ferrata poco prima del famoso ponte “traballante” della tridentina; seguire in salita la ferrata e successivamente il sentiero che porta al rifugio Cavazza al Pisciadù. Da qui per il sentiero 666 si ridiscende al parcheggio (h 1.30)
Appena le scarico metto due fotine ma proprio due
Anche tu per non incontrare gente ti sei rassegnata alla roccia marcia 
:"Cavolo ho lasciato l'8 nello zaino!!!!!!!!!!!!!" 
...qualche ferrata, il Cauriol e in un lunghissimo we a Predazzo..alcune cimette ..non ricordo nemmeno il nome 
