Dom de Mischabel mt.4545

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Ramingo
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Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ramingo »

Il mese di Settembre è stato particolarmente propizio per le gite. Con Alec ci siamo abbondantemente rifatti dalle occasioni perse questa estate, entrambi eravamo in forma e il meteo è stato dalla nostra parte. In soli 30 giorni (tra impegni lavorativi ed altro) siamo riusciti a realizzare tre splendide ascensioni di notevole impegno.

Le nostre scalate settembrine hanno avuto come patria la Svizzera, a partire dalla Dent Blanche, al successivo Grand Combin, salito dalla Cabane di Valsorey, sino alla cima della vetta più alta dei Mischabel: il Dom.

Avevamo già parlato in passato di questa magnifica vetta ed ora si presentava il momento di salirla, le condizioni erano buone, le previsioni meteo promettevano due bellissime giornate, la salita (a parte la lunghezza ed il grande impegno fisico) non opponeva difficoltà, avremmo solo dovuto fare attenzione ai crepacci, molto aperti poiché in stagione avanzata, per il resto non vi erano condizioni ostative che impedissero di tentare.

Quando Lunedì pomeriggio telefonai ad Alec lui si propose subito di accompagnarmi, rimandando alcuni impegni. Telefonai immediatamente al Rifugio della Dom Hutte dove appresi da una voce registrata che purtroppo aveva chiuso i battenti il 13 di Settembre, ma questo non era un problema insormontabile dato che il locale invernale era aperto, avremmo dormito lì.

L’unico inconveniente, se così lo vogliamo chiamare, era camallarsi per le quattro ore ed i 1500 metri di dislivello utili per raggiungere il rifugio, sufficienti scorte di cibo e acqua, per la masochistica gioia di un considerevole peso sulle spalle, il quale, data la fondamentale importanza del materiale trasportato, non ci fece fare la benché minima piega.

Giungemmo a Randa attorno alle 13.30, sistemammo l’auto nel parcheggio coperto della Stazione e consumato il pranzo a base di panini, che sarebbero stati il nostro sostentamento per quei due giorni, ci avviammo verso l’inizio del lungo sentiero che saliva tortuoso verso la Dom Hutte.

Randa, con le sue bellissime baite in legno, perfette in ogni particolare e scrupolosamente curate nei minimi dettagli, gli orti ed i campi coltivati senza un filo d’erba infestante, le staccionate che delimitavano le varie proprietà, sembrava uno di quei paesini tratti da un cartone animato della Disney, tante erano le cure, la pulizia e le attenzioni rivolte persino al più piccolo particolare, mi colpì immediatamente la bellezza di quel luogo, un paesaggio veramente ricco d’animo contadino e profumato di legna e di storia.

Salimmo attraverso prati e pascoli, superammo boschi di larici, quieti ed ombrosi, il sentiero saliva abbastanza dolcemente in alcuni punti, in altri il pendio si faceva improvvisamente ripido facendo guadagnare rapidamente metri di dislivello. Dopo oltre due ore di sudato cammino arrivammo all’inizio del tratto attrezzato, lo salimmo constatando che cavi d’acciaio, maniglie, pioli e scalette erano stati abbondantemente distribuiti nei punti più difficoltosi e noi, indifferenti all’etica, ne approfittammo felicemente. A metà del tratto incontrai due arzilli signori “sulla sessantina” provenienti dalla Dom Hutte. Chiesi loro (per fortuna parlavano bene inglese) se fossero stati sul Dom e a risposta affermativa, mi informai sulle condizioni. “Buone, buone” mi risposero quasi in coro, “Qualche crepaccio aperto” … (qualche? Mi domandai…) “e discreta quantità di neve sui ghiacciai e soprattutto sul ripido pendio che porta alla vetta, ma non preoccuparti, lui (indicando il compagno n.d.r) ha battuto traccia non dovrai far altro che seguire le peste” … “ ma.. sei solo?” mi chiesero. “No” risposi, “il mio amico è qualche decina di metri più sotto, arriva con calma, abbiamo un passo diverso”; risero e ci salutammo.

Quella sosta permise ad Alec di accorciare le distanze, lo vidi arrivare e lo aspettai, sul tratto attrezzato era entrato in funzione il suo turbodiesel (che, come avrò piacere di constatare il giorno successivo, funziona a meraviglia).
Finimmo di coprire la distanza da lì al rifugio assieme, gioendo alla vista delle mura di pietra della casupola della Dom Hutte. Anche questo rifugetto è molto caratteristico, adagiato su un altopiano roccioso e circondato dai più bei 4000 di Zermatt. Dal terrazzino della Dom Hutte è possibile ammirare la magnificente eleganza del Cervino, la possente stazza del Weisshorn (che si mostra proprio di fronte) e ovviamente le enormi fattezze del Dom, che troneggia alle spalle dell’omonimo rifugio.

Entrando al suo interno, ci venne incontro un tizio mingherlino dall’aria piuttosto svaporata, salutandolo gli domandammo se parlasse italiano “parlo italiano” ci rispose con un sorriso ma il suo atteggiamento fece intendere che non fosse molto loquace. Infatti “parlo italiano” furono le uniche due parole che gli sentimmo pronunciare in quei due giorni… :|

Il ragazzo smilzo fece il Dom anche lui, per la via normale, come noi.

In principio avevo insistito perché Alec accettasse di salire il Dom per la Festigrat. Impiegai l’intero viaggio per tentare di convincerlo, al parcheggio di Randa continuai a battere il ferro, ma Alec non si piegava “No, no” mi disse ridendo “non mi freghi più”; si riferiva alla recente fatica del Meitin al Grand Combin (che tra l’altro gli piacque moltissimo).

Vedendo che non v’era modo di smuoverlo dalle sue idee di salire per la normale, lasciai in auto rinvii, nuts e qualche cordino, un po’ dispiaciuto ma ugualmente felice di essere in procinto di raggiungere la quinta vetta più alta delle Alpi Pennine, una montagna maestosa circondata da altre bellissime, ardite e poco frequentate quali il difficile Täschhorn, il Durrenhorn, l’Hobberghorn, lo Stecknadelhorn, il Nadelhron e la Lenzspitze, questi ultimi cinque facenti parte della temuta Nadelgrat.

La Dom Hutte era dotata di luce, cosa buona che ci evitò di cenare al buio, ma sprovvista d’acqua, nemmeno un rubinetto, un tubo, una sorgente, nulla. Fortunatamente la provvidenza ci venne incontro e fu con gran sollievo che scoprimmo una buona scorta di bottigliette d’acqua in cucina, furono la nostra salvezza, nonostante fossimo provvisti di liquidi, senza quelle bottigliette durante la faticosissima salita del giorno seguente, ci saremmo sicuramente disidratati, pertanto porgo i miei più sentiti ringraziamenti all’efficienza del gestore.
Durante la cena ci divertimmo a sfogliare il libro del rifugio, notando che pochi italiani avevano salito il Dom nei mesi precedenti. C’erano nomi da tutta europa, spagnoli, inglesi, sloveni, polacchi, tedeschi, belgi, olandesi, francesi, svizzeri, austriaci persino due scozzesi e addirittura due provenienti dal Montana negli Stati Uniti. Decidemmo, per scaramanzia, di compilare il libro a salita avvenuta.

La sera, prima di coricarmi guardai dall’alto le luci di Zermatt e la sagoma nera del Cervino e spostai lo sguardo anche sulle creste Est e Nord del Weisshorn che si stagliavano contro la luce crepuscolare, tutto sapeva di magico.

La notte trascorse silenziosa e tranquilla e la mattina lo smilzo si svegliò un po’ prima di noi e partì con l’anticipo di circa mezz’ora. Noi lasciammo la Dom Hutte alle 5.30 e iniziammo a salire lungo il sentiero contrassegnato da ometti di pietra inizialmente piuttosto ben distribuiti. Ben presto però, man mano che la pietraia diveniva sempre più sconnessa, gli ometti divenivano più radi e difficili da individuare e la traccia sempre meno chiara.

Le relazioni dicevano di seguire la traccia lungo la morena seguendo gli ometti e noi lo avevamo fatto, poi messo piede sul Festigletscher, risalirlo normalmente lungo una buona traccia stando nei pressi della sponda sinistra e facendo attenzione ai crepacci presenti nella parte iniziale (specie in stagione avanzata).

Si sa, al buio, tutto sembra ingigantito, così anche per noi, nonostante la luce della frontale che poco faceva in quell’oscurità, osservando le pareti e le costole rocciose alla nostra sinistra, ci sembrò ben presto di essere giunti in un punto morto. Non riuscimmo a trovare alcuna direzione utile per proseguire. Osservando poco più in alto, scorgemmo tra i seracchi la frontale dello smilzo che saettava qua e là, entrambi pensammo che quello doveva essere piuttosto imprudente per girovagare da solo tra i crepacci, ma questo non bastò ad impedirci di seguirne le tracce pensando che forse, quella di risalire in parte il Festigletscher, potesse essere tutto sommato la cosa giusta, la relazione non era molto specifica in quanto.
La cosa si rivelò, ovviamente, sbagliata. Iniziammo una penosa circumnavigazione all’interno della seraccata, in mezzo alla parte più tormentata del ghiacciaio, per cercare di evitare le crepe profonde che ci si presentavano davanti ad ogni passo. Fortunatamente nel mentre schiariva e potemmo metter via la frontale, avendo così una più chiara visione di dove eravamo finiti. Adesso che davanti agli occhi ci si presentava nuda e cruda la situazione ci dicemmo che lo smilzo doveva essere o incredibilmente bravo o incredibilmente pazzo per attraversare al buio, da solo, quelle spaccature che facevano correre tutta una serie di brividi giù lungo la schiena. :smt087
Alec ci mise poco a perdere la pazienza, non tollerava di trovarsi in una situazione di pericolo per aver seguito le orme di uno sconosciuto. Intanto l’alba era sorta, ed ora che si delineavano meglio i contorni di ciò che ci circondava, appariva già più possibile il costeggiamento del ghiacciaio lungo le pietraie e gli sfasciumi, cosa che al buio, giuro, sembrava davvero impossibile e altamente rischiosa, inducendo a dirigersi nel tentativo di avanzare, attraverso le seraccate. Ma la luce del giorno non tardò a dimostrare l’esatto contrario. :smt100
Cercai di riportare Alec alla calma, mi dava fastidio vederlo arrabbiato. Non che io fossi felice del punto nel quale ci trovavamo però per mia natura, in casi come quello, rimango estremamente calmo, quasi sorridente. Uno che non mi conosce a fondo potrebbe pensare “questo non si rende conto di dove si trova”, invece me ne rendevo conto eccome, eppure la mia calma mi permetteva di ragionare e di restare concentrato ed attento sul da farsi.

In quell’occasione cercai di indirizzare Alec, che voleva tornare indietro, in direzione di un punto d’uscita dai seracchi, verso la costola rocciosa e gli sfasciumi. Entrambi eravamo consapevoli di essere fuori traccia ma tornare indietro a me sembrava sul serio una pessima idea, era troppo pericoloso, ero convinto che dal punto in cui ci trovavamo, si potesse solo proseguire, non vedevo altre alternative ed inoltre sarebbe stata una grande perdita di tempo prezioso che avrebbe sicuramente compromesso il buon esito della salita. L’apice lo toccammo quando Alec si imbattè in una cosa trattenuta dai ghiacci che scoprii in seguito, avvicinandomi, trattarsi di un cappello di canapa :shock: (risalente a chissà quale epoca), Alec controllò che non vi fosse una testa sotto. #-o

Dopo quel ritrovamento ci fu ben poco da dire, non aveva senso mettersi a litigare tra i seracchi se tornare indietro o andare avanti, non mi pareva molto logico, così pregai Alec [-o< che mi desse ascolto e per fortuna alla fine si convinse e ci dirigemmo oltre, nuovamente verso la sinistra orografica del ghiacciaio.

Attraverso una serie di passi molto ma molto delicati, ci avvicinammo gradualmente verso gli sfasciumi riuscendo, non senza alcuni salti e varie acrobazie tra un seracco e l’altro, a toccare nuovamente la roccia. :smt041

Ci confessammo solamente più tardi, durante la discesa dalla vetta, in un punto ove la tensione era in parte allentata, che il suo nervosismo in mezzo al seracco della discordia fu provocato dalle condizioni dei crepacci, dal non sapere se i ponti di ghiaccio avrebbero retto al nostro passaggio.

Gli dissi che in quell’occasione, pur essendo in sintonia con il suo stato d’animo, non vedevo soluzioni migliori che proseguire, come avevamo fatto fino ad allora, cercando il punto migliore per uscire da quella trappola di ghiaccio. Reputavo che, quando ci si trova a dibattere e i pareri sono discordanti, agire serenamente fosse assai più prudente che agitarsi, oltre che l’atteggiamento migliore in quel frangente.
Riconquistare le rocce fu un respiro di sollievo, ora potevamo guardare di nuovo la meta con rinnovato interesse. :)
Riprendemmo a salire verso la parte alta del Festigletscher, davanti a noi alla canonica mezz’ora di distanza ci precedeva lo smilzo solitario che aveva affrontato i seracchi al buio con la frontale e, dalle peste che abbiamo notato sui punti ove il ghiaccio era meno duro, persino senza ramponi :shock: :shock: :shock:

Non senza fatica raggiungemmo la parte superiore del ghiacciaio, ove esso ha inizio e dove alla sua destra orografica ci attendeva il pendio di rocce rotte che, per piccole cenge e passi di arrampicata (II e corde fisse), conduceva al Festijoch (3723 m.) punto d’attacco della Festigrat e valico necessario al proseguimento della lunghissima via normale.
Raggiunto il passo, scendemmo verso il ghiacciaio dell’Hohberggletscher per un breve pendio nevoso abbastanza ripido 40°. Nonostante la stagione avanzata trovammo la terminale coperta e passammo senza problemi, su questo versante trovammo tutto il ghiacciaio ancora piuttosto innevato.
Attraversammo velocemente il plateau seguente per via dei minacciosi seracchi soprastanti, qua e là era disseminato di blocchi di ghiaccio di ogni dimensione ed era conveniente portarsi rapidamente fuori traiettoria. Presto ci trovammo a salire il facile ghiacciaio, le peste degli svizzeri del giorno prima e del ragazzo solitario che ci precedeva, ci favorivano un poco la salita, comunque interminabile e parecchio faticosa, attraverso quei pochi ma ostacolanti centimetri di neve fresca.
Lo smilzo che per quasi tutta la salita aveva sempre coperto la canonica distanza di una mezz’ora, ed ora aveva anche guadagnato terreno, era davanti a noi di quarantacinque minuti buoni.

Giungemmo ai piedi del colle denominato Lenzjoch (3960m.) dove si tralascia la traccia sulla sinistra (non quella orografica) che si dirige alla Lenzspitz per seguire quella più evidente che piega sulla destra e prosegue verso il Dom,risalendo lunghi e monotoni pendii di neve e ghiaccio non particolarmente ripidi ma estremamente faticosi.
A questo punto, già piuttosto stanchi per aver già speso una buona dose di energie per la salita, ci trovammo a fare i conti con il forte riverbero del sole sulla neve, che disidrata senza quasi che uno se ne accorga.

La sete è stata un fattore predominante la salita (il Signore benedica quelle bottigliette di ottima acqua svizzera ed i succhi di frutta che avevamo al seguito). Alec in questo tratto, anzi da un po’ di tempo oramai era entrato in modalità bulldozer, arrancava senza dar segni di affaticamento su per i pendii del Dom come se stesse salendo sulle colline del Righi… :risata: io dietro lo seguivo e a tratti tiravo la corda per fargli fare una sosta, una breve pausa ogni 20-30 passi, ero stremato. Nonostante il mio allenamento ero davvero stanco, il respiro era regolare come i battiti, non pativo la quota, ma non riuscivo a procedere incessantemente come lui.

Il Gabel (punto di intersezione tra l’anticima sulla quale sbuca la Festigrat e la cima vera e propria del Dom) visto da sotto sembrava così irraggiungibile e i pendii si salivano con luuunghi e pesanti zig-zag e sembravano non finire mai.

Con spirito di sacrificio e motivazione seguivo Alec che in quel momento vedevo raffigurato in un caterpillar che mi trascinava su per il pendio come fossi un fuscello e mentre salivamo cotti dal sole e dalla fatica, in preda alla sete, mi venivano alla mente le cose più disparate e che nulla centravano con il luogo ove ci trovavamo. Pensavo alla soffice ed immacolata dolcezza di un buon gelato, al rinfrescante refrigerio di un bagno nel trasparente mare della riviera, alle sinuose fattezze del corpo femminile (nudo ovviamente) a me disteso all’ombra di un ciliegio, mentre mi cibavo dei suoi frutti prelibati direttamente dalla pianta…. Ed intanto la corda andava in tensione e quel mulo di Alec non voleva saperne di diminuire l’andatura, voleva seppellirmi sul Dom…. fu questo il mio pensiero. “Alec...” lo chiamai “La prossima volta che ti propongo una gita del genere mandami affan….” Alec rise di accorato assenso. Poteva essere a montare il suo caminetto ed invece era con me sul Dom, lo amai per questo.

In breve giungemmo alla sospirata sella del Gabel, a dividerci dalla vetta restavano solo 65 metri piuttosto ripidi dalla pendenza attorno ai 40°, lo smilzo non si vedeva, aveva da tempo raggiunto la vetta. Erano le 12:40.

Dopo aver bevuto, iniziammo a salire questi ultimi durissimi metri, quelli che ti spezzano del tutto perché sai che stai per raggiungere la quota di 4545 metri e sono quasi le 13 ed è dalle cinque e mezza del mattino che arranchi su per pendii di roccia, neve e ghiaccio.
Proprio sull’ultimo tratto ecco sbucare lo smilzo, che scende dalla vetta. Alec gli chiese se mancasse molto, domanda scontata perché entrambi sapevamo che ormai eravamo arrivati, ma voleva sentirselo dire; ovviamente lo smilzo non parlò e si limitò a fare un cenno con la mano per indicare che la vetta era lì sopra, ed a rispondere al mio ciao, con un silenzioso sorriso. Restammo fermi per qualche minuto, osservandolo scendere in silenzio con il suo sorriso ebete stampato in faccia, poi ci guardammo un attimo con aria interrogativa e sconcertata :-s e ritornando con gli occhi sulla traccia coprimmo gli ultimi tremendi metri che ci separavano dalla cima del Dom.

Con un sorriso e gli occhi spalancati ne toccammo la cima alle 13:10 dopo una sgambata di 1600 metri di dislivello ed uno sviluppo davvero interminabile.
Eravamo arrivati finalmente!!! Cioccolata e acqua furono nostre compagne di vetta.


Il panorama era immenso. Con sorpresa vedemmo che nessuno dei precedenti salitori aveva raggiunto la croce di vetta, verso la quale era necessario procedere con cognizione di causa e piede sicuro, attraverso una sottile, affilata ed insidiosa crestina di neve, ancora vergine. Manco il tempo di pensarlo e a turno, ci facemmo sicura per rendere la salita davvero completa.

Dopo almeno venti minuti di meritato riposo e contemplazione ci alzammo per tornare verso valle, ci aspettavano lunghe ore di discesa, ma il peggio era passato. La discesa fu abbastanza veloce e non meritevole di cenni particolari. Verso le 17.00 fummo al rifugio, compilammo il libro con i nostri dati e l’esito positivo della salita e poi, dopo aver pagato il conto del pernotto e chiacchierato brevemente con una giovane coppia di tedeschi che avrebbe salito il Dom il giorno successivo, ci avviammo di buon passo verso Randa, toccando le sue baite alle 20.30 della sera.

Considerazioni personali:
Montagna stupenda con ascensione di enorme interesse ed ampio respiro, la vetta è davvero mastodontica. Vista e panorami sono impareggiabili. Difficoltà tecniche non ve ne sono (il superamento della paretina di rocce tra un ghiacciaio e l’altro richiede un minimo di attenzione, così come i crepacci da attraversare lungo i ghiacciai e la ricerca della traccia al buio). Gita da fare in ottime condizioni psico-fisiche e dotati di tanta motivazione. La salita richiede un buon paio di gambe e molto allenamento, perché se fatta in due giorni comporta 1500 metri di dislivello da percorrere il primo giorno ed un totale complessivo di ben 4800 metri il secondo, tra la salita in vetta e ritorno a Randa!!!

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Per ora dovrete accontentarvi di queste, appena avrò il tempo metterò anche le altre. A presto :smt039
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Alec
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Alec »

Una bella e rude sgambata :lol:

Dopo il Combin della settimana scorsa ritenevo ormai chiusa la stagione alpinistica, ma mi sono fatto convincere dal buon Ramingo (e poi qualcuno dice che io sono il più infido dei venditori #-o )

Il dislivello è davvero tanto, 1500 il primo giorno e 1700 (visto che bisogna scavalcare il Festijoch) il secondo. I 3200 di discesa mettono a dura prova le gambe...

Una simpatica divagazione tra i crepacci :diavoletto: ci ha fatto perdere un'ora al mattino e mi ha fatto un po' innervosire...

La vetta è maestosa e altissima, la più alta interamente in Svizzera e dopo il Bianco e il Rosa (considerati come massicci) la terza vetta delle Alpi. Panorama che non delude le aspettative :D

Aspetto le altre foto :wink: e a la prochaine mon ami.
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by giobibo »

I tuoi racconti si leggono sempre bene ! ci vuole del tempo.....
Anche se non ho ben chiaro dove siete saliti (causa mia ignoranza e non spiegarmelo e come se mi parlassi della luna), devo dire che avete fatto un ascensione di tutto rispetto, come nel Vs stile , cose da extaterrestri, per me
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by scinty »

E bravi... :D
ramingo wrote:Quando Lunedì pomeriggio telefonai ad Alec lui si propose subito di accompagnarmi, rimandando alcuni impegni.
Image...Image....Image........ :ahah:
ramingo wrote:In principio avevo insistito perché Alec accettasse di salire il Dom per la Festigrat. Impiegai l’intero viaggio per tentare di convincerlo, al parcheggio di Randa continuai a battere il ferro, ma Alec non si piegava “No, no” mi disse ridendo “non mi freghi più”
Mi ricorda qualcosa.... :roll: :roll: :roll:
ramingo wrote:Täschhorn, Durrenhorn, Hobberghorn, Stecknadelhorn, Nadelhron Lenzspitze Festigletscher Festijoch Lenzjoch.........
Eeeeeh??? :shock: Ma che è! Troppo complicati questi nomi, fan paura solo a leggerli, dei posti visitati mi fermerei a Randa! :lol:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by paolo59 »

Siete inarrestabili! Bellissimo racconto che ho letto tutto di un fiato! Mi sembrava di essere li! per adesso l'unica montagna che mi rimane è quella dei racconti delle vostre imprese!!
: Thumbup :
Paolo

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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Alec »

scinty wrote:E bravi... :D
ramingo wrote:Quando Lunedì pomeriggio telefonai ad Alec lui si propose subito di accompagnarmi, rimandando alcuni impegni.
Image...Image....Image........ :ahah:
:ahah:
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by scinty »

Mi viene in mente che c'è già un topic che si chiama Dom. Unire? :feliceModerato:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ago »

ramingo wrote: ... mentre salivamo cotti dal sole e dalla fatica, in preda alla sete, mi venivano alla mente le cose più disparate e che nulla centravano con il luogo ove ci trovavamo. Pensavo alla soffice ed immacolata dolcezza di un buon gelato, al rinfrescante refrigerio di un bagno nel trasparente mare della riviera, alle sinuose fattezze del corpo femminile (nudo ovviamente) a me disteso all’ombra di un ciliegio, mentre mi cibavo dei suoi frutti prelibati direttamente dalla pianta….
Quante volte !!!!!!!!!!!!!!
Per me, quello è il momento in cui mi rendo conto che ormai ho rodato. Prima di ciò non faccio altro che l'inventario di tutte quelle parti del corpo, dalla punta dei piedi a quella dei capelli, che lamentano qualcosa. :lol:

Coi vostri racconti state attizzando la cenere.

I complimenti? Ormai saprebbero di circostanza!
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Sub-Comandante »

Ragazzi non ho parole! :shock: Ancora complimenti perchè andare sui 4000 fuori stagione non è mai facile! =D> =D> =D>
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by ciavranèis »

Non so mai bene cosa dire.

Vorrei essere lì.
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ramingo »

Ciao ragazzi e grazie a tutti dei complimenti :) ma in questo caso la salita al Dom, pur fuori stagione, non ha comportato difficoltà particolari. Si è trattato solo di una camminata su neve e ghiaccio estenuante e lunghissima sino alla vetta. L'unica difficoltà incontrata è stata l'aver seguito la traccia dell'alpinista che ci predeva, passando sui seracchi, anzichè tentare di trovare la via giusta costeggiando il Festigletscher. Ma al buio purtroppo non è mai facile orientarsi, soprattutto in assenza di ometti e su terreno sconosciuto e ancor di più con il tempo contato!

Alcune foto: :wink:

Partenza
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Sul sentiero che da Randa sale alla Dom Hutte
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uno dei soliti piacevoli incontri con gli abitanti del posto
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un passo del tratto attrezzato
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Dom Hutte a mt.2940
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Weisshorn
Imponente domina Randa. Nella foto visibili la via normale (cresta di sinistra) e la lunga cresta Nord (a destra)
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Una bellissima immagine del Cervino
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L'alba accende la vetta del Weisshorn
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scalando il seracco
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Cercando una via di uscita dal seracco
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Fuori dalla seraccata, saliamo sul Festigletscher verso la parete di rocce da superare (in alto a sinistra)
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Terminale del Festigletscher (foto presa dal Festijoch)
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Nadelhorn e Lenzspitz
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Nella foto tutto il tratto dell'Hohberggletscher ancora da salire e in alto la lunga traversata di cresta della Nadelgrat
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Lungo un traverso
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l'Hohberggletscher dall'alto e la nostra traccia
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La vetta del Dom si fa più vicina
Qui la fatica si fa sentire... la progressione è più lenta, la sella del Gabel è poco più in alto
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Panorami dalla vetta:

Lo splendido e difficile Taschhorn
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Qualche altra foto in gallery:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ago »

Image

La Montagna nel suo splendore :smt055 :smt055
Sento il tuo passo sincrono col mio

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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by amadablam »

stringo forte la mano ai ragazzi...poi come mio solito,mi vengono in mente tante cose, abbino una salita un ricordo un periodo
Il Dom è stata una delle mie prime montagne salite con "uno stipendio sicuro" avevo trovato lavoro!!!!!!!!!!! Quindi doppia soddisfazione...ed eravamo partiti ed arrivati a Randa (cìè ancora la frana?) con la mia Dyane 6 in 4 persone,...scusate non voglio tediarvi, ma.....+ passa il tempo e + i ricordi affiorano .....
ciao : Thumbup : :strizzaOcchio::
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Tibet libero!!!
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by granpasso »

Anche senza leggere il racconto, probabilmente proporzionato alla lunghezza della salita.......
Supercomplimenti : Thumbup :
Belin !
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roby49
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by roby49 »

granpasso wrote:Anche senza leggere il racconto, probabilmente proporzionato alla lunghezza della salita.......
Supercomplimenti : Thumbup :
Mi pare che sia piu lunga la relazione della salita :strizzaOcchio::
C'ero stato salendo per la Festigrat. il percorso però era migliore nella parte di ghiacciaio dal rif sino alla base del Festigrat. Una grande salita. : Thumbup :
...se hai soggezione di qualcuno, immaginalo seduto sul cesso.... Tiziano Terzani.
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Ramingo
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ramingo »

roby49 wrote:
granpasso wrote:Anche senza leggere il racconto, probabilmente proporzionato alla lunghezza della salita.......
Supercomplimenti : Thumbup :
Mi pare che sia piu lunga la relazione della salita :strizzaOcchio::
C'ero stato salendo per la Festigrat. il percorso però era migliore nella parte di ghiacciaio dal rif sino alla base del Festigrat. Una grande salita. : Thumbup :
@Roby e granpasso: :lol: :lol: :lol: :oops: ehm... si in effetti da un pò di tempo mi propongo di essere più conciso... poi non riesco mai. La prossima volta proverò ad essere più leggero, scrivere così tanto alla fine è un bell'impegno anche per il sottoscritto. :roll:

@ Ama Dablam: poco dopo aver iniziato il primo tratto che parte da Randa il terreno diventa un pò sconnesso. Ci sono radici d'albero un pò dappertutto e molti sassi (ma in mezzo a ciò è stata fatta pulizia dai boscaioli che hanno levato alberi e rami). Quel tratto sembra appunto sia stato solcato da qualche frana, non so se sia quello a cui ti riferivi.

@ Roby: Beato te che hai fatto la Festigrat il mio socio non ne ha voluto sapere. (Cmq a parte tutto, viste le condizioni di innevamento, avremmo trovato neve fresca in cresta e nei punti senza roccia avremmo dovuto battere traccia dato ch enon l'ha salita nessuno e avremmo potuto perdere altro tempo, per questa volta direi che è andata bene così). D'estate penso che le condizioni del Festigletcher siano leggermente migliori nella parte bassa.

e GRAZIE a tutti e tre per i complimenti! :wink:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ramingo »

Ago wrote:La Montagna nel suo splendore :smt055 :smt055
Il Cervino è sempre il Cervino... chissà quando mai e con chi lo salirò.... (Alec l'ha già fatto!!!)
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by roby49 »

ramingo wrote:
Ago wrote:La Montagna nel suo splendore :smt055 :smt055
Il Cervino è sempre il Cervino... chissà quando mai e con chi lo salirò.... (Alec l'ha già fatto!!!)
Vai tranquillo, non è poi cosi terribile. l'ho salito nel "90. è piu terribile il nome che la salita. se lo trovi in condizioni è una via di roccia abbastanza facile, e nei punti strategici ci sono canaponi e scale. L'unico vero problema è il meteo che sul cervino è sempre un po bizzarro
http://www.robyrobiglio.it/montagna/cervino.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Riguardo alla Festigrat, quando c'ero salito era tutta una cresta di neve e ghiaccio, abbiamo proceduto in conserva, senza fare sicurezze, solo in quache punto era un po piu affilata. Ora mi pare di capire sia quasi tutta scoperta,e sicuramente molto piu impegnativa. La decisione se intraprendere o meno un percorso deve in ogni caso esse presa sul posto valutando le condizioni. Avete scelto la via giusta. : Thumbup :
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Pazzaura »

Che settembre!! :shock:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by mazzysan »

: Thumbup :
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Maury76 »

Chapeau....... =D> =D> =D>
Vi ammiro : Thumbup :
Ammazza che crepe :pensoso:
Bellissime foto ,come sempre :wink:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Andreino »

Bellissimo!
Altra grande realizzazione, complimenti! : Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
Andreino

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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by andrea67 »

...mmmhh che invidia (in senso buono). Un settembre da leoni!!! Complimenti per l'impegno, l'ottima scelta di tempi, il crederci sempre (che non è cosa da poco) ecc ecc ecc =D> =D> =D>
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Alexander
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Alexander »

...ciao... scusa vedo solo ora... bravissssssimi!

siete davvero "inarrestabili", avevano ragione!
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by mikesangui »

Complimenti!! uno spettacolo!
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by FRANKIE@ »

: Ok : Veramente notevole :shock: :shock: . Bravissimi : Thumbup :
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by amadablam »

ramingo wrote:
roby49 wrote:
granpasso wrote:Anche senza leggere il racconto, probabilmente proporzionato alla lunghezza della salita.......
Supercomplimenti : Thumbup :
Mi pare che sia piu lunga la relazione della salita :strizzaOcchio::
C'ero stato salendo per la Festigrat. il percorso però era migliore nella parte di ghiacciaio dal rif sino alla base del Festigrat. Una grande salita. : Thumbup :
@Roby e granpasso: :lol: :lol: :lol: :oops: ehm... si in effetti da un pò di tempo mi propongo di essere più conciso... poi non riesco mai. La prossima volta proverò ad essere più leggero, scrivere così tanto alla fine è un bell'impegno anche per il sottoscritto. :roll:

@ Ama Dablam: poco dopo aver iniziato il primo tratto che parte da Randa il terreno diventa un pò sconnesso. Ci sono radici d'albero un pò dappertutto e molti sassi (ma in mezzo a ciò è stata fatta pulizia dai boscaioli che hanno levato alberi e rami). Quel tratto sembra appunto sia stato solcato da qualche frana, non so se sia quello a cui ti riferivi.

@ Roby: Beato te che hai fatto la Festigrat il mio socio non ne ha voluto sapere. (Cmq a parte tutto, viste le condizioni di innevamento, avremmo trovato neve fresca in cresta e nei punti senza roccia avremmo dovuto battere traccia dato ch enon l'ha salita nessuno e avremmo potuto perdere altro tempo, per questa volta direi che è andata bene così). D'estate penso che le condizioni del Festigletcher siano leggermente migliori nella parte bassa.

e GRAZIE a tutti e tre per i complimenti! :wink:
....la mega frana era di fronte a Randa, era venuta giù mezza montagna.....avranno sistemato..gli svizzeri sono precisi (per curiosità quanto costa adesso la mezza pensione?.....)ciao e grazie : Thumbup :
Namaste
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Sub-Comandante »

amadablam wrote:(per curiosità quanto costa adesso la mezza pensione?.....) : Thumbup :
l'anno scorso al rifugio Hohsaas costava 45 euro
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by amadablam »

Sub-Comandante wrote:
amadablam wrote:(per curiosità quanto costa adesso la mezza pensione?.....) : Thumbup :
l'anno scorso al rifugio Hohsaas costava 45 euro
....l'ultima volta che ho messo piede in un rifugio svizzero era il mese di luglio 1995!!!!
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Sub-Comandante »

amadablam wrote:
Sub-Comandante wrote:
amadablam wrote:(per curiosità quanto costa adesso la mezza pensione?.....) : Thumbup :
l'anno scorso al rifugio Hohsaas costava 45 euro
....l'ultima volta che ho messo piede in un rifugio svizzero era il mese di luglio 1995!!!!
come hai fatto a stare così a lungo lontano dalla Svizzera?
I prezzi sono allineati ai rifugi CAI, per risparmiare bisogna pagare in franchi, io avevo solo euro ed invece di 45 ho speso 50...
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by amadablam »

Sub-Comandante wrote:
amadablam wrote:
Sub-Comandante wrote:
amadablam wrote:(per curiosità quanto costa adesso la mezza pensione?.....) : Thumbup :
l'anno scorso al rifugio Hohsaas costava 45 euro
....l'ultima volta che ho messo piede in un rifugio svizzero era il mese di luglio 1995!!!!
come hai fatto a stare così a lungo lontano dalla Svizzera?
I prezzi sono allineati ai rifugi CAI, per risparmiare bisogna pagare in franchi, io avevo solo euro ed invece di 45 ho speso 50...
OTsemplicemente perchè dal 1991 al 1995 ho salito quasi tutte le vette del Mishabel, l'ultimo rif. era il Valsorey per il G.Combin (ma dato che sono masochista ho sempre preferito tentarlo dall'Amiante o arrivando in giornata da Genova al Biv.Musso di fronte alla Isler e vicino al Meiten) poi ho guardato attorno ed ho scopeto il Delfinato Barre Des Ecrins- zone limitrofe , Levanne, l'"est"L'Ortles, G. zebrù, Bernina, Disgrazia, Orobie......zona Bianco e satelliti......ed extraeuropee, ce ne sono ma tante di montagne , ricorda io ho qualche anno + di te.....
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ramingo »

Vi ringrazio ancora uno per uno per i vostri simpatici e graditi commenti alla salita, scusandomi se non sono riuscito a farlo prima ma il mio povero PC avrebbe bisogno di una bella deframmentazione. Appena potrò starne senza per uno o due giorni lancerò l'applicazione.

@Roby49: Complimenti per il tuo blog, molto bello e pieno di immagini,storie e notizie interessanti e, naturalmente, tra le altre, per la salita al Cervino (e per la sua discesa avventurosa).

@ Ama Dablam: tariffe di mezza pensione dei rifugi svizzeri sui 45 euro, solo pernotto nei locali invernali (a rifugio chiuso) 20 euro.
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by wolf »

Fantastico :!:

state dando fondo alle gite più belle del Buscaini :!:

congratulazioni, ragazzi, mi fate sognare :!:
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.
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Alec »

Belle foto Ale : Ok :

Grazie a tutti per i complimenti : Thanks :
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Erne »

Splendida salita.... come le foto. (...quella del Cervino me la salvo)


,,,,,ora vado a leggere con calma il racconto :!:



:mrgreen:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by arietina »

Ramingo wrote: Con spirito di sacrificio e motivazione seguivo Alec che in quel momento vedevo raffigurato in un caterpillar che mi trascinava su per il pendio come fossi un fuscello e mentre salivamo cotti dal sole e dalla fatica, in preda alla sete, mi venivano alla mente le cose più disparate e che nulla centravano con il luogo ove ci trovavamo. Pensavo alla soffice ed immacolata dolcezza di un buon gelato, al rinfrescante refrigerio di un bagno nel trasparente mare della riviera, alle sinuose fattezze del corpo femminile (nudo ovviamente) a me disteso all’ombra di un ciliegio, mentre mi cibavo dei suoi frutti prelibati direttamente dalla pianta….
Povero... :smt056 Stavi proprio delirando dalla fatica e dalla sete! :risata:

Comunque complimenti per la vetta che si dimostra davvero notevole!!! =D>

Leggere che avete avuto un momento di difficoltà e credo anche di pericolo mi ha dato un certo tremore, ma ne siete usciti e in questo caso bravo Ramingo che hai mantenuto tu la calma ed hai fatto in modo di tranquillizzare anche alec...

Le due foto di vetta sono stupende! : Thumbup : Ora andrò a guardare le altre in seguito...sicuramente mi regaleranno molte emozioni.. :wink:

Ancora bravi!!!!!!! =D> =D> =D> =D>
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by arietina »

scinty wrote:
ramingo wrote:Quando Lunedì pomeriggio telefonai ad Alec lui si propose subito di accompagnarmi, rimandando alcuni impegni.
Image...Image....Image........ :ahah:

:ahah: :ahah: :ahah:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by arietina »

Che dire...foto magnifiche...mi dovrò accontentare di vedere certi posti solo in foto, ma non nego che mi danno comunque una grande emozione.. : Thanks :

Grazie a voi per questo.. :wink:
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Re: Dom de Mischabel mt.4545

Post by Ramingo »

E' bello poter portare un pezzo di montagna qui sul forum e Grazie a te per i bei complimenti. :D
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