Dopo 9 mesi di lontananza dalla montagna, il mese di Aprile immobilizzato a letto a seguito di un infortunio in scooter, il mese di Maggio convalescente senza possibilità di praticare sport con l’eccezione di un po’ di piscina, il mese di Giugno letteralmente sommerso da impegni di lavoro e famigliari
…. finalmente, con Luglio, arriva il tanto sospirato momento di tornare a respirare un po’ di quell’aria salubre e fresca che soffia sbarazzina tra i colli e le montagne di una certa quota. Avevo in progetto qualcosa di tranquillo e relativamente abbordabile in Marittime, con poco dislivello e arrampicatina facile, sotto le carezze dei raggi del sole che sulla pelle provocano quelle cascate di brividi tiepidi e tanto piacevoli….. ma Alec, come gita iniziale per testare la mia lunga assenza dai terreni rocciosi, mi elenca una serie di proposte alla Bonatti, “se vai bene su uno di quelli vuol dire che sei guarito” …. Recita laconico. 
Così senza neppure rendermene conto mi ritrovo invischiato a parlare di quota, di misto e di ghiacciai, con la mente così distesa nell’immaginare quei luoghi da farmi dimenticare tutto il resto.
Scartate alcune ipotetiche mete, per motivi logistici e pratici, alla fine optiamo per una vetta vista più volte dalla cima di altre sue coetanee di maggior rilievo, la quale affascinava lo sguardo per la sua caratteristica parte sommitale che ricorda vagamente (a seconda di dove la si ammira) la pinna dorsale di un pesce.
Percorreremo la via normale più lunga al Rimpfishhorn, quella che parte dalla Taschhutte, (le più brevi partono dalla Fluhalp raggiungibile da Zermatt paraticamente in funivia oppure dalla Britanniahutte da Sas Fee, stesso mezzo di trasporto. Per entrambe l’avvicinamento al rifugio dopo aver preso la funivia va dai 30’ ai 45’ minuti a piedi. Dato che prendere la funivia a detta di Alec non è assolutamente onorabile ed è deontologicamente in contrasto con la genesi pioneristica, optiamo di partire da Taschalp, a piedi, per 500 metri di dislivello in max un’ora e mezza di cammino. Salendo, zaino in spalla, un doloretto insistente alla caviglia mi fece pensare a chi dei due fosse lo stupido e non tardai ad assumermi la paternità del mio ragionevole dubbio.
Taschalp - la partenza
La pittoresca Taschalpkapelle
Nonostante tutto giungemmo alla Taschutte in un’ora di marcia. Con sollievo nel togliermi gli scarponi, avanzai ad Alec il fatto che sulla salita del giorno successivo potesse anche aleggiare la non tanto remota possibilità di una rinuncia.. “questa possibilità non è contemplata” fu la sua unica epigrafica risposta!!!
In breve decisi di allontanare questo spettro e di godermi la serata e la solita cena a base di soupe salatissima (che avrebbe fatto gola alle capre), verdure bollite con carne che assomigliava ad una polpetta spianata e riso in bianco per la rassegnata tristezza di Alec, una mesta indifferenza da parte mia e la straordinaria felicità degli altri, quasi tutti svizzeri, i quali (a giudicare dalle espressioni esaltate) sembravano apprezzare le pietanze come fossero il pranzo di Natale…. A nostro parere un po’ poco dato quanto ci verrà a costare il pernottamento + cena, la bellezza di 70 Euro….. mai visto rifugio più caro!!!
Ci siamo trattenuti dal mandare il gestore ad espletare necessità fisiologiche e gli abbiamo piuttosto rivolto domande sulle condizioni della montagna le quali erano secondo quanto ci rispose “very good”!
Rimpfishhorn - la cresta Nord in primo piano (la via normale sulla cresta Ovest è quella da destra verso sinistra)
Colazione alle 3.15 e partenza alle 3.40, equipaggiati a dovere percorriamo la prima parte del tragitto su sentiero, tracciato da ometti (questa volta fortunatamente ben visibili), il mio passo è sempre leggermente più veloce di quello di Alec e così mi ritrovo da solo nel buio a salire la morena, mentre salgo prego, l’isolamento ed il silenzio mi predispongono a farlo, calandomi in un’atmosfera di ideale sintonia con l’Altissimo. Farlo mi dà forza, una forza davvero straordinaria e presto mi rallegro sentendo che il dolore alla caviglia del giorno prima era scomparso, non avverto il fiatone e respiro come se fossi stato in montagna tutto l’anno. Raggiunto il primo grande nevaio parecchi metri più in alto, mi fermo assieme a due svizzeri per montare i ramponi e indossare l’imbrago. Mi raggiunge anche Alec e dietro di lui altri ragazzi che erano al rifugio, chi diretti all’Alphubel per via normale chi per la bella rotgrat, altri all’Allalinhorn si divideranno la hohlaubgrat e la normale.
Ci leghiamo ed iniziamo la salita per raggiungere il colletto del Rimpfishsattel a quota 3990 metri.
colletto del Rimpfishsattel
Il passo lo tiene Alec, lento e cadenzato e senza soste, raggiungiamo il colletto con un po’ di fatica data la ripidezza dei pendii che ci fanno soffiare un pochino. Abbiamo due cordate davanti a noi, altre le scorgiamo nel canale nevoso che si alza dritto fra due costole rocciose e che apre la strada alla cresta Ovest, sono cordate provenienti da Zermatt. Ci avviamo lungo il canale, si sale bene, il manto nevoso è perfettamente rigelato e fa un freddo cane, le dita fanno male nonostante i guanti.
Come al solito, decidiamo di effettuare la solita non voluta variante alla salita e, anziché abbandonare il canale per guadagnare le roccette dopo i primi 50 metri, proseguiamo oltre abbordandole più in alto consci del piccolo errore, il quale, ovviamente, darà un piccolo tocco di pepe in più alla salita portandoci dritti dritti su un bel traverso (passo obbligato per tornare in cresta). Quivi troviamo una cordata con un’alpinista svizzera bloccata sul mauvais pais del traverso, una bella placca poco generosa di appigli ma in compenso provvista di micro tacche per le punte dei ramponi, poco incoraggianti data l’esposizione. La ragazza non riesce a progredire e neppure a tornare indietro, dall’altra parte la compagna le urla in francese qualcosa che non capiamo. Tra lei e noi un’altra cordata ha deciso di rinunciare e ripiega sul ripido nevaio, costringendoci ad uno stretto incrocio, con Alec è un attimo, mi offro di aiutarla mentre lui mi assicura. Avanzo sino a raggiungere la placca e tranquilizzandola le indico IMHO il modo migliore per superare il passaggio, raccolto un po’ di coraggio la ragazza passa e ci ringrazia. Le chiedo gentilmente di lasciare “le petit corde et mousquetons” ancorate ad uno spuntone oltre il passaggio in modo da poterle sfruttare “oui certainement” risponde riconoscente. Il passaggio si rivela effettivamente ostico e non agevole, ma lo superiamo bene entrambi. In breve recuperato Alec, risaliamo la cresta sicuri e veloci su passaggi di II sino all’anticima dalla quale si apre una bellissima vista sulla vetta (una di quelle cime da noi preferite, dove c’è spazio solo per due) e mentre attendiamo il passaggio e la discesa delle altre cordate, mi diverto a scattare un po’ di meritate foto.
La cresta Ovest - via normale
Finalmente è il nostro turno, sono le 10.40 e siamo in vetta!!!! Esulto per la mia prestazione, non credevo di poter avvicinare così facilmente un 4000 dopo così tanto tempo di lontananza dall’ambiente e soprattutto senza allenamento, mi sento benissimo e sono davvero felice!!!!
La vetta del Rimpfishhorn mt.4199 dall'anticima
Un granitico Alec in vetta al Rimpfishhorn
Il tempo di restituire il cordino ed il moschettone alle ragazze, di scattare ancora due foto e via, si scende. Le cordate svizzere ci hanno fatto perdere più di tre quarti d’ora sulla cresta in salita e un’ora abbondante la perderemo in impotente attesa durante la discesa, assistendo ad un incredibile serie di numeri da circo da parte delle cordate che ci precedevano…. Manovre mai viste, moschettoni aperti, urla e schiamazzi che rompevano l’equilibrio del silenzio millenario della montagna, mucchi di pietre scagliate giù per la cresta a colpi di rampone… eravamo senza parole e seriamente intimoriti di assistere da un momento all’altro ad un incidente, nella speranza che non coinvolgessero noi con movimenti o manovre azzardate. Nel tentativo di evitare di fare notte in cresta e toglierci velocemente da quella situazione, abbiamo deciso di superare qualche cordata, approntando una veloce serie di doppie, il rischio di incastrare le nostre corde con le loro è stato scongiurato per aiuto divino. Più in basso altri scendevano nella stessa maniera: lo stesso calava gli altri uno per volta a corda singola ed infine calava se stesso con la corda doppiata in quattro!
La cresta Ovest da un'altra prospettiva
Cominciano le doppie...
Alec durante l'ultima doppia
Non potevamo perdere altro tempo, proseguire la discesa su cresta con quelle persone davanti era impossibile, così sull’ultima doppia ci caliamo sul piccolo colletto in testa al fatidico traverso dell’andata, rifarlo al contrario era una ragionevole e conveniente via di fuga. Assicurandoci a vicenda lo superiamo notando che anche sul ritorno esso non concedeva sconti sulla difficoltà. In breve siamo nel canale e praticamente correndo lo scendiamo faccia a monte nel primo tratto, rivolti a valle nel secondo. Al Rimpfischsattel alziamo lo sguardo verso quell’orda di scriteriati ancora abbarbicati sulla cresta.
A passo svelto ci lanciamo giù lungo i pendii nevosi con la vetta in tasca. Al settimo cielo per come il mio fisico ha affrontato i circa 1600-1700 metri di dislivello complessivi ho giusto il tempo per farmi smentire quando, giunti in una conca ove si rendeva necessario risalire un centinaio di metri su pietraia, le forze mi sono improvvisamente venute a mancare. Da li al rifugio (anche se mancava davvero poco) ho camminato dondolando sotto lo zaino come una Caretta Caretta sotto il suo guscio.
Dalla Taschhutte all’auto è andata meglio anche se il dolore ai piedi mi faceva presagire la formazione di consistenti bolle d’acqua. Gran bella vetta anche quella del Rimpfischhorn, ascensione in quota che consiglio vivamente, è considerato il 4000 più difficile del massiccio dell’Allalinhorn ma, se in condizioni, si presenta una salita di misto davvero divertente e priva di grosse difficoltà.
Splendido quadretto del Taschhorn
la prossima volta.... eh?!!! 
...fortunatamente succedono ancora pochi incidenti visto il numero di idioti che frequentano i monti... 
