Davagna - Monti Candelozzo/Lago/Alpesisa/Bano - Montoggio

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terralba
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Davagna - Monti Candelozzo/Lago/Alpesisa/Bano - Montoggio

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DAVAGNA - CAPENARDO - M. CANDELOZZO - M. LAGO - M. ALPESISA - LAGO VAL NOCI - M. BANO - MONTOGGIO

TIPO DI ITINERARIO: Escursione - Traversata

DISLIVELLO: salita m. 1272, discesa m. 1469

DIFFICOLTA': E

LOCALITA' DI PARTENZA: Paravagna (Davagna - Ge)

ESPOSIZIONE: varie

TEMPISTICA E LUNGHEZZA: 8/8,5 ore – km 18.3 (evitando la cima del Monte Candelozzo km 15.5)

TOPIC DI RIFERIMENTO: viewtopic.php?f=5&t=13899" onclick="window.open(this.href);return false;

COME ARRIVARE: trattandosi di una traversata conviene utilizzare i mezzi pubblici Atp. Con l'orario invernale 2017-2018 da Genova si possono prendere da piazza della Vittoria indifferentemente il bus della linea 15 per Torriglia delle ore 6.40 o quello della linea 25 per Cicagna-Chiavari delle ore 6.50 cambiando al capolinea di Prato-Pian Martello con bus Atp per Scoffera (via Davagna) delle ore 7,30 e scendendo alla fermata del bivio per Paravagna-Capenardo alle ore 7.50.
Il biglietto costa 3 euro (col solo bus da Prato 1,80 euro).
Da Montoggio si può rientrare col bus Atp via Creto delle ore 17.10, che arriva in piazza della Vittoria alle 18.20, o con il bus Atp via Busalla-autostrada delle ore 17.15, che arriva alle 18.35 (costo del biglietto 3 euro, limitato alla Doria - via Creto - 1,80 euro).

SVOLGIMENTO - Si parte da quota 604 slm, presso il bivio, con la mattonata (scivolosa col bagnato o col ghiaccio) a sinistra, presso un casottino, dove è ben indicato l'inizio del segnavia II per il Monte Candelozzo, che diventa mulattiera dopo una ventina di metri. Si segue il segnavia intersecando una stradina per la chiesa di San Michele e poi rasentando la sede del Genoa Club sino ad arrivare dopo 400 metri a Paravagna; si taglia la strada asfaltata per Capenardo e si prosegue tra le case. Dopo un truogolo la mulattiera si restringe e si incontrano due tratti invasi da rovi, che si aggirano facilmente passando sul prato a destra; dopo 200 metri il segnavia indica di piegare a sinistra tagliando in breve sul costone e giungendo di nuovo sulla strada per Capenardo. Si va a destra sempre su asfalto per 700 metri e, subito dopo il secondo tornante, si sale a sinistra su un sentierino (segnavia e segnali correnti sugli alberi) che procede per pochi metri in diagonale verso destra, piega a sinistra e poi va di nuovo decisamente a destra fino a risbucare sulla strada asfaltata. Al momento in cui scriviamo (fine dicembre 2017) soprattutto negli ultimi 20 metri sono nuovamente spuntati i rovi, che, in attesa di un nuovo taglio, occorre aggirare o "penetrare" con un po' di pazienza. Al di là della strada si va dritti su un sentiero cementato e scalinato e si giunge alla Cappella di Capenardo dove incontriamo i segnavia quadrato rosso pieno e cerchio rosso barrato che seguiremo in parallelo col II. A questo punto sono stati percorsi km 1,5 in circa 45 minuti.

Seguendo i segnavia si sale sull'ottimamente indicato itinerario verso il ben evidente Monte Candelozzo. Attenzione a superare il recinto con chiusura "a molla". E' stato elettrificato da poco ma chi lo ha fatto non ha sistemato i doverosi (e obbligatori; ma chi controlla?) cartelli di avviso. Dopo 900 metri si arriva al bivio dove il sentiero cerchio rosso barrato piega a sinistra passando sul versante della valle del Rio Scandolaro (affluente del Rio Canate). Volendolo seguire in pratica si accorcia il nostro percorso di circa km 2,800, evitando salita e discesa alla cima del Candelozzo.
Noi proseguiamo in salita lungo il versante Est del Candelozzo, con bella vista sui monti del Levante ligure, seguendo con attenzione i segnavia II e quadrato rosso pieno, nonchè i segnali correnti, posizionati anche per indicare come superare un secondo recinto elettrificato. Si sale più decisamente sul fianco del monte Bastia Sud e, con una serie di zig zag nel sentiero piuttosto dilavato, si giunge al crinale del Candelozzo, alberato solo sul versante nord occidentale, seguendolo sino al cippo di vetta del nostro primo monte. Siamo a quota 1037. Abbiamo percorso km 3,300 dal via in circa un'ora e trenta minuti.

Dalla vetta del Monte Candelozzo prendiamo il sentiero 2 Quotazero, contrassegnato dal quadrato giallo pieno, che conduce al Monte Bano, passando però per la Costa Carmaiola e la Costa dei Fo': si segue per un centinaio di metri il filo di crinale e poi si scende velocemente fino a incontrare, dopo 400 metri, la sterrata Capenardo-Noci a quota 960. Qui si lascia il segnavia quadrato giallo pieno e si piega subito a sinistra, oltre un altro recinto da aprire e chiudere, sulla Alta Via dei Monti Liguri (segnavia Cai bianco rosso ma anche sporadici doppio bollo blu del sentiero di crinale Fie) che scende a mezza costa nel bosco sopra la valletta del Rio dell'Acqua Fredda (nome azzeccato, il tratto è quasi sempre in ombra e termicamente a livelli bassi) fino a incrociare (dopo 900 metri di cammino) il segnavie Fie cerchio rosso barrato a quota 833. Si apre e si chiude un cancelletto con fil di ferro e si prosegue verso Nord Ovest sul sentiero che divide la Val Canate dalla Val Noci. Una serie di facili saliscendi porta prima al Valico Amelia (punto di partenza dei cacciatori per la sottostante valletta del rio D'Orio) e poi al bivio in cui l'AV si separa per un breve tragitto dal cerchio rosso barrato e dal doppio bollo azzurro. Siamo a quota 810 e dal cancelletto di cui abbiamo detto prima abbiamo percorso altri km 1,100. Proseguendo sull'Alta Via saliamo sul Monte Lago Est (vetta pressoché priva di panoramiche) a quota 899 su un sentiero abbastanza largo e con qualche tratto di salita impegnativa, per poi scendere alla Sella Est del Monte Lago, a quota 847 (tavolo con panche).

Allo stesso punto e superando la stessa distanza (500 metri) porta anche il sentierino contrassegnato dai segnavia Fie: è molto stretto, quasi una traccia talvolta, e passa su un versante caratterizzato da qualche smottamento per cui occorre sempre tenersi appoggiati a monte, ma a differenza dell'AV procede quasi in falsopiano. Attenzione, però: per le sue caratteristiche è meglio evitarlo in giorni di pioggia o in quelli immediatamente successivi e/o con la neve/ghiaccio al suolo.
Presso la sella si incrociano Alta Via, il sentiero cerchio rosso barrato e il sentiero 1 Quotazero (cerchio rosso vuoto) che sale dal Ponte di Cavassolo e, lungo i "mille scalini", raggiunge Canate e da lì, appunto, la Sella Est del Lago. Noi lo seguiamo in salita per 500 metri verso la cima del Monte Lago, quasi seguendo il crinale, con a sinistra la valle del Canate e a destra quella del Noci. In circa 15 minuti siamo in vetta, contrassegnata da un cartello in legno con varie indicazioni. Ci troviamo a quota 942 slm e abbiamo coperto dal via km 7.300 in 2h15' al netto delle soste.

Dalla vetta del Lago la visuale si apre a 360 gradi, sulla catena dell'Antola, sul dirimpettaio Bano e sul sottostante lago Val Noci, sui monti del Ponente genovese e ligure e su tutto il versante tra Sud ed Est. Davanti a noi, in particolare, il Monte Alpesisa, che si raggiunge senza problemi seguendo la non segnalata, ma a prova d'errore, crestina: dopo km 1,100 raggiungiamo la sella a quota 835, da cui parte il sentierino che dritto per dritto sale sul pianoro sommitale (andando a zig zag si fatica meno) raggiungibile in 15 minuti al massimo dove incontriamo il segnavia Fie doppio rombo rosso (in arrivo da Prato-S.M. Struppa) che ci porta alla caratteristica croce metallica di vetta, antico regalo delle maestranze Amt. Siamo a quota 984; km. 8,600 dal via, 3 ore di tranquilla percorrenza.

Procediamo sul pianoro di sommità verso Nord Ovest e poi scendiamo lungo un evidente sentierino, qua e là con sbuffi rossi (dovrebbe essere un pallino dalla paternità mai accertata), che presto comincia a scendere diretto sul versante del Lago Val Noci, entrando nel bosco e andando a incontrare il sentiero Alta Via a quota 780, da seguire verso sinistra sino ad arrivare alla Gola di Sisa (730 slm). Qui imbocchiamo il sentiero + (anch'esso proveniente da Prato e S.M. Struppa) seguendolo per poco. Infatti lo si lascia (porta alle case di Sanguinetto superiore) andando a destra lungo una traccia con segnavia per i biker (troviamo anche delle vecchie croci gialle sugli alberi, perché era il tracciato originario del sentiero appena lasciato) e, comunque, procedendo quasi a vista sino alle abitazioni di Sanguinetto inferiore. Andiamo sempre dritti tra le case lungo un sentiero abbastanza evidente in direzione dell'invaso del Val Noci fino a sbucare sul sentiero che lo contorna interamente. Prendiamo a destra e saliamo sulla diga, che percorriamo sino al lato opposto per poi raggiungere il cancello che porta sulla strada carrabile dove troviamo il segnavia rombo giallo pieno. Abbiamo coperto km 11,200 dal via, in 4 h15' e siamo a quota 547 slm.
Pur essendo, in teoria, vietato passarvi, il transito sulla diga non viene contestato da alcuno e anche il cancello risulta sempre aperto. Nel caso sfortunato in cui transitare fosse impossibile o il cancello chiuso, nessun problema: eventulmente si torna indietro e si compie l'intero perimetro del lago Val Noci sul sentiero che lo circonda, passando prima su un ponticello di ferro e poi guadando il Noci, cosa non facilissima se l'acqua è impetuosa. Ci si ritrova presso il primo tornante in salita della strada che porta a Caiasca.

Il segnavia rombo giallo pieno segue fedelmente la carrabile per Caiasca (quota 604), che si raggiunge in 500 metri dalla diga. Si supera l'ultima casa e si prosegue sullo sterrato che porta a Veixe. Dopo 200 metri (quota 627) si va a sinistra sul sentiero che si inerpica sul costone. Come detto nei topic dedicati al sentiero che percorriamo l'imbocco, un po' dilavato, può ma non deve spaventare; dopo pochi metri, infatti, la traccia torna regolare anche se poco dopo occorre superare un brevissimo smottamento e poi un guado quasi sempre secco, un po' malmessi dopo le piogge alluvionali del 2014. Nessun problema particolare, comunque, e avanti tutta seguendo il sentiero che serpeggia per altri 200 metri fino al pianoro di Case Fontana (quota 740), dove, attenzione, troviamo l'unica fonte reperibile da dopo Capenardo e prima di Montoggio (ne trova un'altra solo chi evitasse di salire al Monte Candelozzo).

Oltre la fonte-truogolo si procede per una trentina di metri e, subito dopo l'ultima delle Case Fontana, ormai crollata, si svolta secco a destra (proseguendo dritti il sentiero. non segnalato, porta comunque al valico sotto Monte Bano ma su un percorso più lungo) e si sale sul sentiero che si inerpica, all'inizio con alcune svolte, sempre nel bosco, indicato dai segnavia rombo giallo pieno e da segnali correnti sugli alberi: sono 400 metri che ci fanno arrivare direttamente al valico, a quota 865. Qui si incrociano quattro sentieri: quello appena percorso, quello che arriva parimenti da Case Fontana ma aggirando il costone, quello che giunge da Montoggio (triangolo giallo vuoto) e che noi prenderemo successivamente e quello che, in iniziale falsopiano, porta a Case Montebano e Brugosecco (anche questo lo percorreremo dopo in senso inverso). Dal valico andiamo dritti in salita verso il Monte Bano: l'itinerario è indicato sia dal triangolo giallo vuoto che dal rombo giallo pieno. Occorre fare molta attenzione specialmente presso alcuni bivi, perché alcuni segnavia sono "impalliditi" ma comunque restano visibili e ben disposti. La salita è abbastanza costante e guarda alternativamente sul versante montoggino o su quello della Val Noci. Dopo circa 400 metri si va a destra, a mezza costa in leggerissima discesa, su una traccia molto stretta, per poi affrontare, piegando a sinistra, l'ultimo tratto di ascesa, tutto allo scoperto, uno zig-zag tra erba e roccette con i segnavia molto visibili che chiariscono sempre la direzione da prendere, per arrivare infine al piccolo pianoro della cima del Monte Bano (quota 1035 slm) indicata da un cartello in legno con i vari itinerari escursionistici e la targhetta in ricordo di "Antolino", indimenticabile compagno di escursione di tanti quotazerini. Abbiamo coperto km 12,800 in circa 6 ore e 15'.

Dalla vetta del Bano, anch'essa panoramica a 360°, seguiamo verso Est il segnavia quadrato giallo pieno (contraddistingue il Sentiero 2 Quotazero che abbiamo visto iniziare sul Monte Candelozzo); scende con decisione (attenzione con terreno bagnato perchè si scivola molto) sino a una selletta, da cui procediamo verso destra, sul versante della Val Noci, tagliando a mezzacosta e poi scendendo diretti verso le case di Brugosecco. Il sentiero è stretto: occorre seguire con molta attenzione i segnavia (posti anche su alcuni paletti) e i segnali correnti ed evitare di tagliare anche dove è invitante farlo. L'itinerario ci porta a incontrare il sentiero di mezza costa: andando a sinistra il quadrato giallo conduce a Casa Teitin (da cui inizia un altro sentiero, per ora senza segnavia, che scende a Montoggio), noi invece andiamo a destra in discesa, seguendo fino a un successivo bivio il segnavia biancorosso di un bici-itinerario del Cai Ule. Passiamo tra le case di Brugosecco (le macerie dell'ultima crollata ingombrano il sentiero), a quota 941, dove la fonte segnalata è inesorabilmente asciutta da anni e anni, e procediamo tenendo la destra all'altezza del bivio che, sull'altro lato, vede il sentiero (quello segnalato per i biker) scendere verso Veixe (da dove una sterrata carrozzabile porta a Caiasca). Sempre avanti a mezza costa superiamo anche le Case Montebano (quota 874) ritrovando l'incrocio di valico a quota 865.

Ci aspetta l'ultimo tratto, tutto in discesa, verso Montoggio, le cui case si intravedono distintamente in fondo al vallone del Rio Carpi, che percorrremo lungo un'ampia mulattiera nel bosco, costituita da una lunga serie di larghi tornanti che fanno perdere rapidamente quota. Si va giù costantemente sul lato destro orografico sino a incontrare il grande fronte franoso che minaccia da anni Montoggio e sul quale a breve inizieranno i lavori di bonifica con la costruzione di alcune briglie di contenimento. Al momento per superare il tornante che la frana si è mangiato si deve tagliare il costone per una decina di metri, scendendo alla bell'e meglio, aiutandosi con gli arbustelli e poggiando i piedi sulle loro radici. Si riprende subito la mulattiera con il triangolo giallo vuoto che supera il pietroso guado del Rio Carpi (quasi sempre in secca) portandosi sulla sponda sinitra orografica. Anche questo lato è interessato da smottamenti, ma si procede senza particolari problemi sempre facendo attenzione ai segnavia (al momento abbastanza radi) e puntando verso le case della frazione Carpi, presso le quali ritroviamo l'asfalto. Si segue la strada fino a un bivio da cui, invece di andare a destra sulla carrabile, puntiamo dritti in un viuzza tra le case che ci porta infine ad affacciarci sulla strada di fondovalle, vicinissimi a Piazza Balilla, il centro di Montoggio. Siamo arrivati: quota 407, un'ora e 45' per scendere dal Bano via Brugosecco, otto ore-otto ore e mezza complessive dalla partenza a Paravagna.

Questa traversata è consigliabile nelle giornate terse per le belle panoramiche che si incontrano, non soltanto sulle quattro cime interessate; evitarla nelle giornate piovose; occorre essere attrezzati in caso di neve o ghiaccio. Col vento di Tramontana/Grecale consigliamo abbigliamento adeguato perchè molti tratti che portano alle cime toccate sono particolarmente esposti.
Last edited by terralba on Sun Dec 31, 2017 10:57, edited 1 time in total.
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Re: Davagna - Monti Candelozzo/Lago/Alpesisa/Bano - Montoggi

Post by Lord Mhoram »

Complimenti per la notevole traversata!

Il mese scorso anche noi siamo scesi dalla Gola di Sisa alla diga, passando per Sanguineto Inferiore.

Un residente ci ha detto però che il giro del lago è problematico a causa di alcune frane.

Hai informazioni di prima mano sulla effettiva percorribilità?

Grazie e Buon 2018!
«Fratell', il piano originale era in tre punti. Primo punto: rovinare le nuove generazioni, rincoglionirle con la televisione, facendoli puntare soltanto sui suord' e a fess' e il calcio finché non sono belli bolliti. Primo punto: acquisito!»
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Re: Davagna - Monti Candelozzo/Lago/Alpesisa/Bano - Montoggi

Post by terralba »

Ciao. A me hanno parlato di franette, ma non insuperabili. e del guado talvolta difficile, ma non ho fatto verifiche dirette. In ogni caso, per questo itinerario, il giro del lago dovrebbe essere solo una estrema alternativa.

Se fosse impossibile compierlo l'unica è ovviamente risalire a Sanguinetto inferiore e seguire la strada che porta alla Provinciale Creto-Montoggio tagliando a destra nel tratto finale sul sentiero croce gialla/percorso biker e, subito dopo, a destra, risalire dal ponte e seguire dall'inizio il segnavia rombo giallo.

Tra l'altro nello scegliere è bene considerare che la lunghezza è pressochè identica: il giro completo del sentiero intorno al lago Val Noci misura km 3,200; risalire dalla diga a Sanguinetto inferiore, raggiungere la Provinciale e tornar su lungo la strada per Caiasca fino esattamente al punto in cui si imbocca il sentiero del lungolago comporta una percorrenza di km 3,300.
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Re: Davagna - Monti Candelozzo/Lago/Alpesisa/Bano - Montoggi

Post by terralba »

Buongiorno, alcuni aggiornamenti riguardo questo itinerario.

1) Il tratto di sentiero lato Sud del Monte Lago Est, che consentiva di evitare salita/discesa per il transito in vetta è stato dismesso e i segnavia cancellati perché oramai troppo pericoloso per ristrettezza e cedimento della traccia.

2) Dalla vetta del Monte Lago il sentiero di cresta che porta verso la sella Est del Monte Alpesisa è diventato il tratto iniziale/finale del Sentiero QZ7 per/da Morasco, che vi si innesta a quota 835. Da lì si abbandona il segnavia X gialla e si segue il sentierino che dritto per dritto sale sul pianoro sommitale.

3) Il breve tratto di costone che si deve tagliare per evitare il tratto franato sopra il Rio Carpi, vicino a Montoggio, è stato attrezzato con una solida corda alpinistica dal nostro Skeno, per cui è davvero semplice superarlo in sicurezza.

4) Se qualcuno volesse accorciare di circa 50 minuti il percorso può partire da Capenardo, raggiungibile con bus Amt, da Prato, attraverso il servizio a chiamata, su prenotazione: funziona dal lunedì al sabato dalle ore 6.00 alle 19.30. Occorre telefonare al numero verde 800499999 (attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle 12) chiedendo appunto la disponibilità di una corsa e fissando con l'operatore l'orario e il luogo di partenza (Prato o Cavassolo, per dire, che viene concessa anche sulla base delle altre richieste. La prenotazione deve essere effettuata entro il giorno precedente (entro il sabato se si vuole andare di lunedì) e avvisare in caso di disdetta. Il costo del biglietto è uguale a quello delle corse ordinarie e valgono ovviamente anche gli abbonamenti.

Continua a funzionare, peraltro, il servizio regolare di linea ma gli orari sono cambiati rispetto a quelli indicati sopra e sono reperibili sul sito dell'Amt o tramite la sua app. Lo stesso vale per gli orari dei bus da Montoggio verso Genova (via Creto o via Busalla).
pace e bene
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