Monte Lago - Salita da Prato

Moderators: Moderatori, Moderatori di sezione (Archivio)

Post Reply
User avatar
terralba
Quotazerino doc
Posts: 1754
Joined: Mon May 28, 2007 18:35
Location: genova

Monte Lago - Salita da Prato

Post by terralba »

TIPO DI ITINERARIO: escursione
DISLIVELLO TOTALE: 850 metri.
DIFFICOLTA': E/EE (in caso di piogge intense)
LOCALITA' di PARTENZA: Prato (Via Benedetto da Porto), quota 88.
ESPOSIZIONE: Sud/Sud Est
TEMPISTICA: 3h-3h15' in salita, 2h45’-3h in discesa (si deve procedere con attenzione in certi punti per la forte pendenza e l’instabilità di qualche scalino).
TOPIC DI RIFERIMENTO (CON CARTINA): viewtopic.php?f=5&t=1118

COME ARRIVARE: dal centro di Genova si raggiunge Prato in auto lungo le strade di sponda del Bisagno e in bus con le linee Amt 13 e 14; dall'alta Val Bisagno si possono utilizzare le linee dell'Atp.

Per abbreviare leggermente il percorso a piedi si può partire dal Ponte di Cavassolo. Utilizzando l'auto si segue la statale 45 dopo Prato e si devia a sinistra in direzione di Davagna (fermata bus Atp di tutte le linee dirette in alta Val Bisagno e in Val Trebbia); alla curva successiva al primo tornante si imbocca la strada che scende a sinistra e si posteggia subito (c'è poco spazio, però, e spesso occupato). Da lì si raggiunge l’antico ponte dell’acquedotto e, in fondo, si va a destra iniziando l’itinerario.

Consigliamo di non inoltrarsi con l’auto sulla strada che risale la Valle del Concasca e permetterebbe di non seguire a piedi la briglia dell’antico acquedotto: è da tempo privata, percorsa dai mezzi di Mediterranea per le Acque diretti ai loro impianti e dai proprietari di un centro demolizioni auto e di un allevamento di cani. Quando gli addetti se ne vanno la sbarra di accesso viene chiusa con lucchetto; si corre il rischio, tornando, di trovare la strada chiusa.

SVOLGIMENTO: una freccia su un palo con l'indicazione di vari itinerari Fie è il punto di partenza da via Benedetto da Porto; si segue il segnavia quadrato rosso pieno che sale sul tracciato dell’acquedotto e, subito dopo l'oratorio di San Rocco scende a destra fino ad arrivare (dopo circa 20-25') al ponte di Cavassolo (proseguendo si sale a Calvari e al Monte Capenardo). Non lo si imbocca ma si va subito a sinistra per salita Piloni (consigliamo, comunque, prima, di leggere i pannelli ricchi di informazioni storico-architettoniche-ambientali sui due lati del ponte).

Sul muro della casa che fa angolo (il primo dei due mulini di un tempo, chiamati, appunto “piloni”) si trova il primo nuovo segnavia da seguire: cerchio rosso vuoto (con freccia e scritta M. Lago). Da lì si procede in piano sulla copertura in pietra della "briglia" del torrente Concasca, affluente dell'acquedotto principale, finita di costruire nel 1841, attiva per oltre un secolo, anche se con portata molto limitata, perché la presa venne realizzata più in basso rispetto al punto ideale per captare una buona quantità di acqua. Facendo attenzione a qualche lastra mancante, si osserva una vegetazione spontanea di ginestre, timo ed erbe aromatiche. A un certo punto si incontra una sorta di “edicola” sulla destra: era la chiusa costruita per scaricare l’acqua nel torrente in caso di piena del condotto, eventualità che risulta essere stata rarissima.

Dopo poco più di un chilometro e 25 minuti circa di cammino, quando la strada asfaltata di fondo valle raggiunge l’altezza della briglia, una targhetta col segnavia posta su un albero indica di scendere a destra per qualche metro su sterrato; attraverso un’apertura nella recinzione si raggiunge l'asfalto. Il camminamento in pietra in realtà prosegue fino a raggiungere una grande casa recentemente ristrutturata ma non abitata, posta all’altezza della storica presa (quota 165 metri), da cui un tempo si proseguiva sul sentiero in sponda destra idrografica utilizzato dagli abitanti di Canate, ma oggi da lì non si può assolutamente andare avanti.

Risaliti sulla strada asfaltata, dunque, si va a sinistra e si supera prima un allevamento di cani (in sponda destra) e poi una sbarra metallica che introduce al complesso della centrale idroelettrica. Dopo 15’, passata una impraticabile passerella di cemento (anch’essa un tempo utilizzata per raggiungere il sentiero “storico”) e in vista del cancello principale degli impianti di Mediterranea per le Acque, da uno spiazzo si scende a sinistra su un sentiero (targhetta con segnavia su un albero) raggiungendo la confluenza fra i torrenti Arvigo e Canate (lì nasce il Concasca, denominato anche Làvena).

Si guada il primo (solitamente l’acqua è bassissima, tranne che dopo forte pioggia) e si procede in sponda sinistra del Canate per una quarantina di metri, fino all’altezza dei ruderi di quello che era mulino e dell’imbocco (a destra) della mulattiera che risale verso le case abbandonate di Arvigo. Si va a sinistra per guadare il torrente Canate: con acqua bassa non ci sono problemi e si passa sui sassi; con acqua alta (dopo precipitazioni intense o, comunque, quando i tecnici aprono la condotta di svuotamento d’emergenza del bacino idrico sotto il Monte Candelozzo) inevitabile mettere piedi e gambe nell’acqua, sempre fredda.
A proposito: tutto il fondovalle è incassato, nelle prime ore del mattino il sole non arriva e il percorso risulta piuttosto umido.

Si raggiunge l’altra sponda del Canate e si sale a destra, seguendo i segnavia, su un evidente sentiero, seguendolo sino a un secondo guado. Il cerchio rosso vuoto indica di scendere sul greto e di risalirlo per una decina di metri. Con acqua bassa nessun problema; con acqua alta si può in alternativa passare sui pietroni in sponda destra, umidi di prima mattina o in caso di pioggia. Si ritrova, comunque, subito il sentiero; all’immediato bivio si va a destra, tra erba e arbusti, prima in piano, poi in leggera salita sulla sinistra e di nuovo a destra su alcune balze pietrose. Passata una ventina di metri di fronte franoso, si scende a destra, si supera un ulteriore piccolo guado e si prosegue dritti, tra gli alberi, sempre lungo la sponda destra idrografica del rio Canate.

Dopo circa 45’ di cammino un ponticello in cemento (se si traversa il torrente sull'altra sponda si trova la mulattiera priva di segnavia che sale a Scandolaro dove ci si innesta su quella che collega Marsiglia a Canate) supera il Fosso Ronchi (quota 235 slm); subito dopo, a sinistra, iniziano i famosi "1000 scalini" che portano a Canate. Si tratta di classici gradoni in pietra, ma in qualche tratto ci si trova davanti a delle pietre "pensili", sporgenti dal terreno, sistemate con indubbia maestria (sono quasi tutte ancora stabili nonostante cinquant'anni di abbandono) dagli abitanti di Canate che le percorrevano per raggiungere Genova.

La pendenza non è eccessiva, il sentiero è evidente, il segnavia cerchio rosso vuoto è posto sia su alberi che su pietre (sono stati indicati gli scalini n° 500, 1000 e 1050). Si procede costantemente nel bosco, quasi sempre in salita con qualche brevissimo tratto in piano. Si incontrano delle indicazioni numeriche con pittura (7, 6, 5-6, 4, 3, 1, 2) ma sono deviazioni da ignorare. Circa all'altezza dello scalino n° 900 la prima piccola radura, una sorta di "balcone" sulla valle del Canate: di fronte si individuano il valico di Bavari e il forte dei Ratti, a destra l’Alpesisa. Superato il 1000° scalino si trova un altro mini pianoro esposto, al 1100° il panorama si apre anche sull’alta valle col Monte Candelozzo a sinistra, Capenardo e il Monte Prati di Capenardo di fronte. A questo punto ultimo tratto prima di Canate: salita pressoché terminata e, quasi all’improvviso, si arriva sotto la prima casa. Superati uno “scalone” e altri due scalini a sinistra si giunge nel paese (quota 545). Il segnavia conduce tra le case, prima a sinistra, poi a destra e in breve ci si innesta sul sentiero cerchio rosso barrato che proviene da San Martino di Struppa. Circa 50-55 minuti dall'imbocco del “mille scalini”.

Dalla stele partigiana in prossimità della fonte-lavatoio (presso la casa dove vive l'unico abitante attuale di Canate, dedito alla pastorizia) si va a destra e, subito dopo, incrociata la mulattiera per Scandolaro e Marsiglia (segnavia D rossa in campo bianco), a sinistra sul sentierino (cerchio rosso vuoto e cerchio rosso barrato qui si affiancano) che, zigzagando progressivamente in salita per superare (in circa 500 metri) il notevole dislivello, porta alla sella Est del Monte Lago (quota 847) dove si incrocia l'Alta Via dei Monti Liguri. Da lì, per cresta (10 minuti di cammino), seguendo il cerchio rosso vuoto (targhetta indicatrice sul palo dell’AV) si arriva in vetta al Monte Lago (quota 942). Ampio panorama con in bella evidenza l'Antola e le cime vicine (Prelà, Duso, Cremado, Buio), la dorsale del Monte Bano con a fondovalle il Lago Val Noci, l'Alpesisa (raggiungibile seguendo la cresta in discesa e poi salendo nell’ultimo tratto in circa 30 minuti).
pace e bene
User avatar
terralba
Quotazerino doc
Posts: 1754
Joined: Mon May 28, 2007 18:35
Location: genova

Re: Monte Lago - Salita da Prato

Post by terralba »

Abbiamo provveduto a una completa opera di risegnalazione di questo itinerario al quale è stato dato il nome di Sentiero 1 Quotazero, con alcune piccole rettifiche rispetto alla scheda descrittiva, causate dalle modifiche apportate da un paio di episodi di pioggia torrenziale. Sono stati ripassati e aumentati i pittogrammi, sono stati aggiunti anche dei segnali tabellari, nonché un cartello di inizio itinerario
inizio.jpg
e uno di vetta
lago5.jpg
Noterete che sui cartelli abbiamo indicato i tempi di 2h45' per la salita e 2h30' per la discesa, inferiori a quanto riportato nella scheda itinerario. Queste indicazioni rispecchiano una veloce salita/discesa senza fermarsi presso la sella Est e a Canate. Diciamo che sostando normalmente in entrambi i luoghi si rispecchiano le prime indicazioni.

L'autodemolitore non opera più lungo la strada asfaltata, attualmente chiusa più spesso rispetto al passato. Sconsigliamo, quindi, di procedere in auto per evitare di rimanere bloccati dietro la sbarra al ritorno. A piedi la strada si può sempre percorrere, altrnativa al transito sulla briglia del Concasca.

Un'ultima indicazione: se arrivate a Canate con dei cani teneteli al guinzaglio, quando attraversate il paese o almeno inizialmente se vi fermate, perchè potrebbero spaventare gli animali che Francesco, uno dei due abitanti stanziali, alleva. Questione di educazione e di civismo.

Consigliando di seguire quanto riportato rispetto alle condizioni ideali per percorrere questo itinerario, rimandiamo a questo topic ricco di immagini per aggiornare su tutto quanto fatto intorno a questo sentiero: viewtopic.php?f=15&t=8515" onclick="window.open(this.href);return false;
pace e bene
Post Reply

Return to “Escursionismo”