Finalmente dopo 15 anni sono tornato in questa celeberrima palestra del Pinerolese per fare la famosa “Gerva”!
Vi dico subito che nonostante mi fossi allenato sui 6a della Biurca, alla pria e sulla nostra “Vecchie Beline” l’ho trovata parecchio dura… altro che IV+ come riportato dalle vecchie guide… per paragonarla alle vie moderne non stonerebbe un 5c/5b obb. (visto che rispetto a quando sono andato 15 anni fa ci sono in più gli spit). Comunque detta in soldoni se vuoi salire devi avere almeno una di queste due cose: 1) perfetta padronanza delle tecniche di opposizione 2) la forza di un fabbro.
Io che non sono certamente un bravo climber ho fatto un mix ovvero ogni tanto cercavo di ricordarmi come si arrampica ma quando ne avevo l’occasione, dal momento che ero su granito e non sulla puddinga, tiravo come un fabbro! Alla fine della dulfer avevo l’avambraccio destro talmente gonfio che sembravo braccio di ferro… e vi assicuro che non mi capita spesso.
Comunque sono arrivato in cima e per me, ripetere una via del “Fortissimo”, per quanto inflazionata dalla presenza degli spit, è stata comunque una bella soddisfazione.
Quello che invece mi ha veramente deluso è stato lo stato della palestra. Come ho già accennato nel post della Biurca, non si pretende certo di avere le scritte delle vie su lastre di ardesia o su piattini di porcellana, come accade ad Alpicella o in certi settori del Finalese… per carità! Non si guarda nemmeno allo spit arrugginito o mancante o all’invasione di erba e di rovi su alcuni tratti della via. Però caspita, due ometti per segnalare l’accesso alla struttura non mancano nemmeno per arrivare all’attacco della via Miramare alla Rocca Turchina (via che ripeteranno si e no 3-4 cordate l’anno)!
Invece per costruire un grande rifugio, una grossa sterrata ha praticamente cancellato l’accesso al sentiero e nessuno si è preoccupato di segnalarlo. La logica conseguenza è che ognuno sale dove capita e si è formato un dedalo di tracce in cui è veramente difficile districarsi.
In pratica per riuscire a trovare la struttura (che si trova a 15 minuti dal rifugio) ho perso quasi un’ora. Fare la via è stata la parte più facile (nonostante anche lì sia necessario fare attenzione a non perdere la via seguendo una delle tante file di spit che vanno ovunque). Quindi scesi dal sentiero attrezzato ci si perde nuovamente in bosco veramente fitto e piuttosto impervio. Fortunatamente c’erano due climber in parete che parlavano e seguendo il suono della loro voce sono riuscito (con molta fatica) a ritornare alla struttura, altrimenti non so come avrei fatto. Per scendere al rifugio ho perso nuovamente la traccia giusta e quindi è iniziato nuovamente un sali/scendi in cui per due volte (!) a momenti calpesto un aspide che sembrava un serpente a sonagli! Vi giuro che alla fine mi sembrava di essere in un film tipo “Un tranquillo week end di paura”! E stato veramente umiliante oltre che penoso!
Ripeto: non si vuole criticare nessuno però vi assicuro che vedere una struttura come quella, dove si sono allenati i più grandi alpinisti della storia, semisepolta in una foresta impenetrabile di rovi, arbusti e spine, mi ha fatto veramente tristezza! Chiudo qui.
Foto ne ho fatte pochine… un paio però le metto
Sul diedro del terzo tiro, bello tosto già di suo, ma reso ancora più insidioso da erba e rovi.
La splendida dulfer finale. Solo questo tiro vale il viaggio fino qui.
Il tratto finale della dulfer. Qui se le braccia cominciano a soffrire sono dolori!
![Image](http://www.rogernet.it/mountains/foto/gerva/gerva03.gif)