Grimonett, in ricordo di Vittorio

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mahler
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Grimonett, in ricordo di Vittorio

Post by mahler »

Vittorio Simonetti, come ricoordato da Erne, se n'è andato dopo breve ma terribile malattia. Volevo mettere quì la relazione della sua via capolavoro, aperta assieme ad Alessandro Grillo su Bric Pianarella: la Grimonett (GRIllosiMONETTi). Questa via è ormai divenuta classica e iper ripetuta, conosciuta in tutta Europa tanto è divenuta famosa. Infatti è sicuramente una delle più belle vie finalesi e non solo, e nonostante sia divenuta negli anni assai "unta" in molti tratti, il suo fascino, bellezza ed impegno permangono. Una delle ultime volte che ho incontrato Vittorio, è stato durante
l'innaugurazione della Scuola di Alpinismo e Arrampicata Libera G. Calcagno a Finale Ligure, e, nonostante la sua serietà e la poca inclinazione a facili sentimentalismi o retorica, lo ricordo, ascoltando poi le sue parole rivolte al pubblico presente durante la serata, pieno di forte emozione, e, credo, soprattutto perchè, da noi riconosciuto e invitato come grande rappresentante della storia alpinistica della Pietra di Finale. Se andrete a ripetere la via quì proposta, pensatelo assieme a Grillo, nel cercare dove "diavolo" passare attraverso l'immensa parete gialla e strapiombante messa in centro parete, e ... cercatelo il buchino fatto col perforatore dove mettere un cordino, in uscita della grande erosione.


Grimonett

(Alessandro Grillo e Vittorio Simonetti – 1975)

Difficoltà: 6b (5c/A0 obbligatorio)

Sviluppo: 240 m

Attrezzatura: anelli resinati, portare cordoni e cordini per le eventuali clessidre e per collegare gli ancoraggi di sosta. Utile ma non strettamente necessaria un piccola staffa.

Ritirata: dalla S5 direttamente sulla via, sfuttando nella parte bassa volendo gli alberi, dalla S6 fare una doppia sulla sottostante (un poco a destra faccia a monte) via GNI, e da questa (dalla sua S4, sosta con catena visibile dall'alto) scendere lungo questa via o dalla poi vicina INPS.

La “classica del Paretone”, comunque da non sottovalutare in quanto presenta, soprattutto nella parte alta un’arrampicata sostenuta. Se il passaggio difficile del tetto lo si volesse affrontare in artificiale, è consigliabile l’uso di una staffa (comunque possibile in A0 anche se un po’ faticoso).

Attacco: la via attacca a ca. 10 m ed a destra del punto più basso della parete. L’attacco è dato da una placca con infissi due anelli resinati. L’attacco originale del 1975 è posto più a destra ed in alto del punto d’attacco precedentemente descritto, in corrispondenza del canale terroso che porta all’attacco delle vie successive (Gni, I.N.P.S., Amicizia) e di una cengetta con radici da seguire verso sinistra. È possibile, e senz’altro consigliabile, anche attaccare la via percorrendo la prima lunghezza della via Mio nome, a sinistra dell'attacco della Grimonett (L1 6a, 10 m anelli resinati nuovi di acciaio lucido, possibile continuare, senza sostare, lungo la seconda lunghezza della Grimonett, 40 m in tutto).

L1: salire la placca dapprima dritti, poi in leggero diagonale verso sinistra, fino a raggiungere un albero su cengetta (5c). Dall’albero traversare a sinistra fino a raggiungere un secondo e più grande albero posto sotto una placca verticale incisa da fessura, dove si sosta. 15 m S1, su albero.
L2: salire lungo la fessura verticale (5c/6a o 5a/A0) fino ad entrare in un diedro liscio che porta ad una piccola cengia (5b). Superato un muretto (4c), si giunge ad una seconda cengia sovrastata da un grande pilastro. 30 m. S2 su alberi. Spostarsi sempre per cengia sulla destra del pilastro per una decina di metri dove si sosta su alberi. 10 m. S2 bis.
L3: attaccare diritti un diedrino liscio (4b, vecchio chiodo con anello), spostarsi poi verso destra e successivamente di nuovo a sinistra fino a raggiungere una evidente lama/fessura. Continuare lungo la lama/fessura ad arco (5c o 5a/A0, dulfer molto viscida) fino a ristabilirsi a destra su un gradino inclinato. Continuare verso destra e poi dritto su placca (5b) per poi entrare in un piccolo diedrino a sinistra (5b). Saliti dritto nel diedrino, spostarsi verso destra prima in leggero diagonale, poi verticalmente fino a raggiungere una cengia con alberi (5a). 35 m S3.
L4: salire dalla sosta verso destra per poi superare un breve muretto assai delicato (5c o A0, un passo). Continuare su parete a gradoni (3c) verso destra e raggiungere la vasta cengia alla base della grande erosione. 25 m S4.
L5: attaccare l’erosione a sinistra con passi atletici fino a forzare lo strapiombo soprastante lungo buone prese (5c), oppure (itinerario originale) salire a destra per una fessurina verticale (nessuna protezione) per poi superare la parete strapiombante come precedentemente indicato (6a delicato e obbligatorio). Salire ora all’interno della grande erosione su roccia molto lavorata (5a). Obliquare verso sinistra (5b) e salire lungo il bordo sinistro di un vago pilastrino posto all’interno dell’erosione (5b) per poi raggiungere la volta strapiombante finale. Superarla (5c o A0 usando una piccola ma evidente clessidra artificiale da attrezzare in alto a destra, fatta da Simonetti col perforatore a mano durante la prima salita) ed andare a sostare su un panoramico terrazzo a nicchia posto a sinistra dell’uscita della erosione. 30 m S5.
L6: dalla sosta salire dritti su placca abbattuta fin sotto una zona strapiombante (4c esposto). Scendere a destra e traversare ca. 7/8 m verso destra sempre su placca (5b) fino a raggiungere una sosta posta sotto un tetto. Superare il tetto (6b o A2, possibile in A0 ma molto faticoso, grande clessidra all’uscita da attrezzare se non presente già il cordone) ed entrare in una nicchia dove si sosta (sosta dell’itinerario originale su un vecchio spit, due chiodi vecchi più un resinato, tutti da collegare, sosta consigliata anche se scomoda). 25 m S6.
L7: uscire dalla nicchia a sinistra in forte esposizione e, dopo aver superato uno scalino, salire la placca verticale (6a o 5b/A0). Dopo ca. 4 m spostarsi nel diedrino a destra (5c o 5a/A0). Superarlo e, raggiunto un alberello, continuare dritti su muro ben appigliato fino a raggiungere un terrazzo con grande albero (5b). 25 m S7. (Questa sosta può anche essere raggiunta direttamente facendo sosta sotto il tetto della sesta lunghezza, ed oltrepassando la S6; lunghezza di 30 m, un po’ di attrito sulla corda).
L8: superare il diedro sovrastante con delicata arrampicata tecnica (6b o 5b/A0) raggiungendo un diedro obliquo a sinistra. Salire lungo il diedro (4c) fin quando questo è interrotto da un muro verticale. Attaccare il muro direttamente per poi traversare un paio di metri a destra lungo una fessura orizzontale (5b/c esposto, qui vi era un vecchio chiodo di protezione ora fuoriuscito), uscendo con passo atletico su grosse maniglie dallo strapiombo (5c o 5a/A0, anello resinato alla fine della fessura orizzontale non visibile dal basso). Continuare su parete abbattuta (3b) fino a raggiungere la sommità. 45 m S8.(è possibile spezzare la lunghezza di corda sostando su un piccolo terrazzino posto a metà del tiro ed a sinistra su un anello resinato e grossa radice, è possibile anche continuare a salire verso sinistra tutto il diedro obliquo uscendo poi sulla sommità seguendo dei vecchi chiodi, 4c)
(relazione C. Marchesi - 2001)
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Ago
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Post by Ago »

Alessandro Grillo e Vittorio Simonetti – 1975
Sento il tuo passo sincrono col mio

http://ik1ype.blogspot.com/
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Ektor
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Post by Ektor »

L'ho fatta oggi per la prima volta... Molto molto bella!

... e tanto di cappello agli Apritori (con la A maiuscola) per aver portato alla luce una via Stupenda! :wink:
‎"The other climbers are really talented so they don't need to train as hard as I do. But I have to work fucking hard. My talent is being a masochist" cit.Patxi Usobiaga
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Alexander
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Post by Alexander »

..si lo è davvero... è magica.
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
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