Rocca di Perti , Via Lavanda - Settore Placca Piotti

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mahler
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Rocca di Perti , Via Lavanda - Settore Placca Piotti

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Rocca di Perti – settore Placca Piotti

Lavanda

(S. Baglietto detto Gunter, e P. C. Franco detto…. Luglio 2006)

Sviluppo: 100 m
Difficoltà: 6b max, e obbl.
Attrezzatura: spit, due chiodi, e una clessidra attrezzata.

Via dal carattere tipicamente finalese, ovvero aperta seguendo il dove si potrebbe passare e dove le protezioni fisse servono allo scopo.
Una via che all’inizio parrebbe non svelare nulla, ma che poi nella terza lunghezza rivela la vera bellezza delle placche “grigie” finalesi (infatti la Placca Piotti sta lì vicina cone le sue lunghezze eccezioli: Placca Piotti, Lupi dell’Ontario, Panerino…., Baby bomba, Mazzart……..)

Avvicinamento: dai parcheggi del settore su ovest, seguire la strada sterrata che sale alla cava di Perti. Superata la parete delle Gemme, continuare, passare la vecchia barra di ferro, e dopo una cinquantina di metri, mentre la strada prosegue a destra, seguire una anch’essa strada sterrata a sinistra. Dove si perde, prendere l’evidente traccia di sentiero che sale a sinistra. Nel punto dove il sentiero sbuca su marcatossimo sentriero, alla base delle pareti, si trova l’attacco della via. (fessura su roccia bianco giallastra con spit, nome alla base).

L1 attaccare la placca di roccia giallastra e un po’ infida (4c) e raggiungere un’esigua cengetta posta alla base di un netta e alta fessura (clessidra per codino). Attaccare la fessura e superarla con arrampicata tecnica (6a continuo tecnico e faticoso), e dove si abbatte (5a) poggiare verso sinistra e raggiungere una placca abbattuta con canale alberato a sinistra. Superare la placca (4b) e raggiungere una comoda terrazza sostando sulla parete posta di fronte (sosta alta sulla parete di fronte), 30 m S1.
L2 salire su bel muro posto sopra la sosta (primo spit alto) aiutandosi con la rampa posta a destra. Sperare il muro direttamente (6a) e dopo un difficile ristabilimento (6b) portarsi un poco a destra su placca meno abbattuta (5a). Proseguire superando uno spigolo netto a destra e raggiungere un muro aggettante (5b). Attaccare il muro e con decisione superare il bordo finale (6a+). Giunti su ampia terrazza andare a sostare alla base di un’ampia placca grigia. S2 30 m.
L3: dalla sosta salire alcuni metri per poi poggiare decisamente a destra (5a). Superare la prima sezione di placca con arrampicata tecnica (6a con passo di 6b) e proseguire dritti su muro più verticale ma meglio appigliato (5c), e dove la placca decade continuare facilmente verso al sosta. 25 m S3.
L4: attaccare il canalino sporco sopra la sosta (4c) e portarsi da un terazzino al di sopra sulla placca di destra (visibile a sinistra corda fissa in un canalino diedro) . Salirla per alcuni metri (4b) fino a raggiungere un panoramico pulpito, e portandosi un poco verso sinistra raggiungere un grande albero dove sostare. 15 m S4.

Discesa: dall’ultima sosta è possibile spostarsi scendendo vero sinistra fino ad una sosta con corda fissa (la corda descritta precedentemente). Raggiunta questa è possibile scendere la via con calata in doppia raggiungendo la S3 della vi di salita.. Oppure, dall’ultima sosta su albero, traversare a destra superando un intaglio. Arrivati ad un vago spiazzo nella vegetazione seguire le vaghe tracce verso nord e dopo, proseguire nella boscaglia seguiendo le tracce sempre verso sinistra fino ad arrivare nei pressi della Testa dell’elefante, e da lì, con evidente tracciato scendere vero il sentiero che si pone a base del settore Piotti.

Note: bella via, aperta da finalesi doc seguendo lo stile delle vie anni 80. La via è attrezzata a spit (non resinati) ed è giusta dove serve, con tratti un poco esposti e sul difficile, comunque, i passi sono obbligatori, soprattutto per i meno alti (l’apritore, Gunter, è altino (!) e credo l’abbia aperta da basso la via). Roccia eccezionale, e sulle placche grigie stupefacente, una vera via in stile finalese insomma….. e merita per la terza bellissima lunghezza, figlia piccola della placca Piotti… ma non per questo… di minore importanza tecnica e per bellezza.
Why, why can we never be sure till we die
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