Ma il boulder cos'è?!?

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Boulder pro o contro?

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REDda
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Ma il boulder cos'è?!?

Post by REDda »

Cosa ci si trova a salire su una pietra dopo aver dato diecimila culate in terra?!

Che soddisfazione si ha a fare un traverso di tre metri tenendo due monoditi a 50centimentri da terra?!

Invece di usare chiodi e fettucce e partiamo con solo il materasso del letto e ci piaziamo per tutto il giorno all'ombra di un bosco umido a tirare craniate contro un ammasso di roccette?!
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Fed7
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Post by Fed7 »

Io non sono ne pro ne contro. Cioè non mi attira come attività, ma non capisco il "contro". Direi al limite "indifferente"
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Alex84
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Post by Alex84 »

Fed7 wrote:Io non sono ne pro ne contro. Cioè non mi attira come attività, ma non capisco il "contro". Direi al limite "indifferente"
io sono assolutamente a favore dell'alpinismo classico, lontano da falesie e fenomeni commerciali tipo il dry-tooling.

Ma il boulder mi piace. tanto. sembra un controsenso ma non lo è. l'alpinismo è uno stile di vita, il buoldering è solo uno sport. e se praticato con questa concezione mentale diventa uno sport bellissimo, di tecnica, di nervi, di concentrazione: è uno sport favoloso.

io mi c*** sotto se c'è da fare un tratto di III°+ con i ramponi ai piedi, ma sui boulder sono arrivato a chiudere dei 7B di 25 movimenti... sono due cose distinte, parallele, che possono benissimo convivere senza "spintonarsi"
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REDda
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Post by REDda »

Io non ci vedo un fine, va bene attività sportiva per spingersi sempre oltre, ma nel dare sempre più importanza a saliere una pietra secondo me si perde il fascino della montagna, dell'avvenutara, del rischio, dell'ignoto.
Oggigiorno tantissimi giovani iniziano a usare le scarpette solo per il boulder, si credono tanto, ma poi hanno paura a fare una camminata di 12 ore, provare a salire su cime, passare ore in luoghi con condizioni che possono cambiare improvvisamente, dove devi contare solo su te stesso e pochi compagni per non lasci la pelle.

Con il fenomueno del buolder basta che al mattino non piova e più o meno il tempo sia decente si prende la macchina si va in un bosco e si prova e riprovano dei passaggi, se poi quel giono non ne ho voglia, magari perchè la sera prima ero a ubriacarmi da in quelche locale si rimane in letto a poltrire. Tutto questo si distacca dalle origine dell'andare in montagna....
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Alex84
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Post by Alex84 »

REDda wrote:Io non ci vedo un fine, va bene attività sportiva per spingersi sempre oltre, ma nel dare sempre più importanza a saliere una pietra secondo me si perde il fascino della montagna, dell'avvenutara, del rischio, dell'ignoto.
Oggigiorno tantissimi giovani iniziano a usare le scarpette solo per il boulder, si credono tanto, ma poi hanno paura a fare una camminata di 12 ore, provare a salire su cime, passare ore in luoghi con condizioni che possono cambiare improvvisamente, dove devi contare solo su te stesso e pochi compagni per non lasci la pelle.

Con il fenomueno del buolder basta che al mattino non piova e più o meno il tempo sia decente si prende la macchina si va in un bosco e si prova e riprovano dei passaggi, se poi quel giono non ne ho voglia, magari perchè la sera prima ero a ubriacarmi da in quelche locale si rimane in letto a poltrire. Tutto questo si distacca dalle origine dell'andare in montagna....
chi fa boulder mica parla di alpinismo. non lo fa certo per abituarsi a faticare in montagna. per quello ci sono cose ben diverse, le pareti, gli avvicinamenti, le ritirate e tutto il resto. Ma il bouldering è uno sport come tanti altri, non ha nessuna pretesa di insegnare qualcosa sulla montagna. mica tutto per forza deve essere in linea con le fatiche (appaganti) dell'alta quota. :wink:

c'è poi un'altro discorso... ovvero per chi pratica prevalentemente scalata su roccia anche in montagna (non il mio caso cmq), il bouldering ha delle potenzialità enormi per lo sviluppo della tecnica e della resistenza alla fatica. ma ripeto, nient'altro che allenamento, non ha certo la pretesa di essere un'attività alpinistica.

p.s. io le scarpette infatti le uso SOLO per fare boulder :lol:
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De-fender06
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Post by De-fender06 »

Mi ricordo ancora la prima volta che ho sentito parlare di boulder.
Stavo tornando da un escursione sul Ferà...avevamo appena passato il rif Don Barbera quando Coren mi dice "ma lo sai che c'è gente che si arrampica sui massi?" ... l'idea mi ha fatto morire dal ridere... Da li fino alla macchina siamo saliti (o ci abbiamo provato) su tutti i massi che abbiamo visto ridendo e dicendo con aria idiota "boulderrrrrr"

Morale della favola? La trovo una cosa buffa :lol:
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REDda
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Post by REDda »

De-fender06 wrote:La trovo una cosa buffa
Anche secodno me è buffa, ma non so io non ci vedo niente di attraente salire su un masso da una parte, quando si può benissimo passare dall'altro lato....
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Alec
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Post by Alec »

REDda wrote:
De-fender06 wrote:La trovo una cosa buffa
Anche secodno me è buffa, ma non so io non ci vedo niente di attraente salire su un masso da una parte, quando si può benissimo passare dall'altro lato....
beh allora non avrebbe alcun senso neanche salire una cima se non per la sua via normale...

come dice il mio omonimo e coetaneo :lol: il boulder non ha niente da spartire con l'alpinismo, ma il gesto atletico è sicuramente impressionante e ammirevole
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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REDda
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Post by REDda »

boh, personalmente il raggiungimento di una cima è qualcosa di più rispetto auna serie di movimenti a un metro da terra....
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Alec
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Post by Alec »

REDda wrote:boh, personalmente il raggiungimento di una cima è qualcosa di più rispetto auna serie di movimenti a un metro da terra....
anche per me l'alpinismo è un'attività superiore e più nobile di tutte le altre....ma è una mia opinione personale, e non per questo mi chiedo se le altre siano degne di esistere. Anzi molte altre attività le ammiro e rispetto
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Alex84
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Post by Alex84 »

la derisione del bouldering da parte di chi pratica alpinismo deriva solamente dal voler a tutti i costi inventare un confronto che non esiste in partenza.

quello dell'alpinista che sfotte i boulderisti è un luogo comune di una banalità a mio avviso incredibile.

io sono felicimente praticante di entrambe le disciplice (e scusate se chiamo l'alpinismo "disciplina", anche se non lo è...)

a chi scala le vette e BASTA propongo:

andate una mattina con la nebbiolina delle prime ore per un sentiero dai suoni ovattati, poi perdetevi sotto lo zoccolo di una parete, cercate il vostro sasso, ed in silenzio, senza patemi d'animo, cercate un problema, provatelo e vedrete che dopo 40 minuti su uno strapiombo di due metri, salendo sulla cima del masso si prova la stessa identica sensazione che si prova arrivando in vetta.

anche questo è vivere la montagna. La sensibilità di chi va per monti consiste nel trarre gioia anche da queste "piccole" cose.
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disgaggio
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Post by disgaggio »

beh il boulder e' un bel gioco...

da piccolo facevo boulder, anche senza saperlo, del resto chi non ha mai arrampicato su un albero un masso qualcosa...
facevo anche PSICOBLOC...
:smt043 :smt043 :smt043
nonstante il nome altisonante e' arrampicare non legato su scogliere...e chiudere la "prova" con un bel tuffo...ergo, essendo in riviera, il passatempo preferito della maggioranza dei ragazzi qui!

e' ovvio che siano due cose ben distinte dall'alpinismo. diciamo un'evoluzione del ramo che si e' staccato con l'arrampicata.
pensare il contrario sarebbe come sostenere che un orango e uno scimpanze' siano uguali!


poi naturalmente io non sono ne' un alpinista ne' un boulderista duro e puro, e tantomeno forte..

la cosa che mi piace di piu' e che fondamentalmente e' uguale sia nell'alpinismo che nel boulder, o nell'arrampicta, e' la cmounanza che si crea:
tu vai in cordata, ed ecco che la tua vita e' nelle mani dell'altro, e quella dell'altro nella tua..
oppure sei su un masso, e devi sgombrare la mente dal pensiero di cadere, e lo puoi fare perche' sotto ci sono gli amici che ti parano...

in entrambi i casi sei contemporaneamente completamente assorbito in te stesso per affrontare il tuo "problema" sia esso una colata di ghiaccio o una sequenza di piattoni e tacchette, ma al trempo stesso conscio che non sei solo...

lo diceva anche ieri in uno dei filmini del GOA canyoning una ragazza: quello che mi piace e' che affidi la tua vita a un altro....
prendi la tacchetta,
la MANARA ti aspetta!!!
...............

usa il cervello, non il martello!
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rikkytikkytavi
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Post by rikkytikkytavi »

Fed7 wrote:Io non sono ne pro ne contro. Cioè non mi attira come attività, ma non capisco il "contro". Direi al limite "indifferente"
Io la penso esattamente allo stesso modo, vivi (in questo caso arrampica :lol: ) e lascia vivere :wink:
Tanto lavoro e niente spasso il morale scende in basso!
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mikesangui
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Post by mikesangui »

Io non pratico boulder... più che altro perchè non lo considero uno sport sicuro.
Adoro il controllo del corpo e il riuscire a fare un movimento difficile...e questo del boulder mi attira... per cui alla sciorba ogni tanto mi ci cimento.. ma non lo farei mai in naturale..
intanto perchè trovo più attraente e completa la falesia.. e poi non è sicuro.. il crash pad è piccolo e a mancarlo ci vuole un'attimo anche se c'è uno buono a parare. L'idea di insicurezza non mi permetterebbe di dare il massimo nel movimento, cosa che renderebbe vana la mia pratica del boulder.

Per il resto.. ogni pratica sportiva orientata al controllo del corpo e della mente la trovo affascinante.. e non vedo come si possa mettere in contrasto questo con l'alpinismo..
E' come dire che lo sci di discesa su pista o il km lanciato sono in concorrenza con lo scialpinismo e lo snaturano..
e non mi sembra un discorso che fila...
Ciaooo
Mike
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granpasso
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Post by granpasso »

Per il resto.. ogni pratica sportiva orientata al controllo del corpo e della mente la trovo affascinante.. e non vedo come si possa mettere in contrasto questo con l'alpinismo..
Quoto.
Belin !
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Alexander
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...

Post by Alexander »

...io non pratico il boulder se intendiamo quello vero non gli allenamenti a pannello... sono un alpinista e mi alleno per l'alpinismo. però non capisco perchè paragonare boulder ad alpinismo.

Capisco il solito discorso che si paragona l'alpinismo alla falesia... al di là che di norma si paragonano gli alpinisti romantici ai climber bronzo di riace... e dall'altra parte si paragonano i collezionisti di vette ai falesisti spirituali... sarebbe più semplice vedere le due disciplie diverse ed accomunare chi colleziona vette e basta per fare curriculum a chi collezioni gradi e chi scala per passione e trascendenza a chi arrampica per passione e magari viaccomuna meditazione e discipline spirituali.

Detto questo... il boulder non è annoverato con nulla di questo...

Se parliamo di boulder immaginando quei ragazzi che sembrano dei rapper mezzi fatti e li paragoniamo a messner... ovviamente vedremo mondi separati... ma sono paragoni viziosi...


Se invece immaginiamo:

- l'alpinismo di Bonatti, Messner, Cozzolino e la ricerca della trascendenza e dei limiti umani e spirituali dell'uomo
- l'arrampicata di Gullich, Hirajama, Berhault e la ricerca della trascendenza e dei limiti umani e spirituali dell'uomo
- il boulder di John Gill, Pat Ament, Royal Robbins e la ricerca della trascendenza e dei limiti umani e spirituali dell'uomo

Troveremo discipline, stili di vita, situazioni, cose, passioni, attività, entità o come volete chiamarle che on c'entrano assolutamente nulla l'una con l'altra... nulla... sono distintissime... eppure sono state portate avanti nella stessa maniera da persone fatte dalla stessa pasta.

forse io anche se facessi boulder non sarei mai un praticante... non sarei mai un boulderista... come anche se so pescare e l'ho fatto per anni non sarò mai un pescatore... ma sempre un alpinista... ma ciò non vuol dire che non lo capisca.

Se si leggono i resoconti degli anni d'oro, le storie di Bleu e del colorado... non si può non sentire un brivido che corre lungo la schiena. I boulder non sono solo una sequenza di prese a 3 metri da terra (a parte che ssitono boulder senza corda a 15 m...) è ricerca della perfezione e dell'equilibrio interiore... stessa cosa che cercano la maggior aprte degli alpinisti di un certo stampo od altre discipline di tutt'altra natura.

Se senti parlare gli scienziati di un certo tempo ci sono loro sull'Olimpo che capiscono solo loro e nessun altro che cosa va al di là dell'infinito. la stessa frase la puoi applicare all'alpinismo e così alla filosofia, ai monaci, ad alcuni matematici, ad alcuni sacerdoti. e la stessa cosa si applica ad alcuni bouleristi d'epoca...

Detto fra noi... rimango un alpinista... quindi anche analizzando la situazione da fuori rimango parte di un ingranaggio e quindi quando mi trovo solo o col compagno in cima ad uno spillo di 3 o 4000 m fra le montagne ghiacciate o rocciose magari a -10 gradi sento dentro una vicinanza con il trascendente che reputo che non vi sia da nessun altra parte...

...eppure magari lo stesso lo potranno dire altri facendo magari un passaggio di 8a su un boulder in mezzo ad una foresta di fianco ad una cascata. del resto molta parte del boulder assomiglia davvero molto a certi allenamenti dei monaci shaolin...

insomma... non sono uno di loro... ma perchè non capirli? io ho provato a leggere la loro storia ed anche se non è la mia, l'ho trovata affascinante
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najaru
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Post by najaru »

io sono sostanzialmente daccordo con quello che dice alex 84

anche se non pratico molto lo trovo un attività molto specifica e interessante per quello che é.

é la ricerca della difficoltà pura, del movimento perfetto, cose che spesso su una via non si riescono a trovare

e poi é un buonissimo allenamento
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disgaggio
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Re: ...

Post by disgaggio »

Alexander wrote:

Se invece immaginiamo:

- l'alpinismo di Bonatti, Messner, Cozzolino e la ricerca della trascendenza e dei limiti umani e spirituali dell'uomo
- l'arrampicata di Gullich, Hirajama, Berhault e la ricerca della trascendenza e dei limiti umani e spirituali dell'uomo
- il boulder di John Gill, Pat Ament, Royal Robbins e la ricerca della trascendenza e dei limiti umani e spirituali dell'uomo

Troveremo discipline, stili di vita, situazioni, cose, passioni, attività, entità o come volete chiamarle che on c'entrano assolutamente nulla l'una con l'altra... nulla... sono distintissime... eppure sono state portate avanti nella stessa maniera da persone fatte dalla stessa pasta.

forse io anche se facessi boulder non sarei mai un praticante... non sarei mai un boulderista... come anche se so pescare e l'ho fatto per anni non sarò mai un pescatore... ma sempre un alpinista... ma ciò non vuol dire che non lo capisca.

Se si leggono i resoconti degli anni d'oro, le storie di Bleu e del colorado... non si può non sentire un brivido che corre lungo la schiena. I boulder non sono solo una sequenza di prese a 3 metri da terra (a parte che ssitono boulder senza corda a 15 m...) è ricerca della perfezione e dell'equilibrio interiore... stessa cosa che cercano la maggior aprte degli alpinisti di un certo stampo od altre discipline di tutt'altra natura.

.....

insomma... non sono uno di loro... ma perchè non capirli? io ho provato a leggere la loro storia ed anche se non è la mia, l'ho trovata affascinante

bravo cri, hai colto in pieno una cosa che sento anche io...ma no navrei saputo dire cosi' bene!!!

del resto, chi dei due e' l'alpinista-scrittore???? :wink:
prendi la tacchetta,
la MANARA ti aspetta!!!
...............

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Re: ...

Post by Alexander »

disgaggio wrote:

bravo cri, hai colto in pieno una cosa che sento anche io...ma no navrei saputo dire cosi' bene!!!

del resto, chi dei due e' l'alpinista-scrittore???? :wink:
...si ma lo scienziato (sempre modesto come ora) chi è fra noi due?
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Re: ...

Post by ziabetta »

Alexander wrote:
disgaggio wrote:
bravo cri, hai colto in pieno una cosa che sento anche io...ma no navrei saputo dire cosi' bene!!!
del resto, chi dei due e' l'alpinista-scrittore???? :wink:
...si ma lo scienziato (sempre modesto come ora) chi è fra noi due?
alpinisti-scrittori... alpinisti-scienziati... alpinisti-cuochi? non ce n'è in giro???

disgaggio, quand'è che si torna a riva?
poi da stasera ho scoperto che anche io ho fatto bouldering: ho una foto di me da piccolina appesa a un masso a mezzo metro
d'altezza mentre mia sorella e mio fratello sono in cima...
:shock:
è una foto ridicolissima!!! ma ho fatto bouldering anche io!
mi manca solo lo psicobloc
:smt043
e per dare il mio piccolo contributo alla discussione boulder pro o contro dico: abbasso le etichette! se uno si diverte a fare qualcosa perché deve dargli un nome solo per fare una classificazione?
o sbaglio???
:?:
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Re: ...

Post by Alexander »

ziabetta wrote:
e per dare il mio piccolo contributo alla discussione boulder pro o contro dico: abbasso le etichette! se uno si diverte a fare qualcosa perché deve dargli un nome solo per fare una classificazione?
o sbaglio???
:?:
...quoto a mille!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

p.s. ho letto ieri del momento tedesco in cui i classici andavano a spaccare gli spit (non fix proprio ancora spit) ai moderni così gli rovinavano le vie ed i moderni allora staccavano i chiodi a secco che i classici usavano per le staffe e così non riuscivano più a salire...

ma che palle... che ognuno faccia semplicemente ciò che lui sente!
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Post by Pazzaura »

zia Betta wrote:e per dare il mio piccolo contributo alla discussione boulder pro o contro dico: abbasso le etichette! se uno si diverte a fare qualcosa perché deve dargli un nome solo per fare una classificazione?
o sbaglio???
Alex84 wrote:la derisione del bouldering da parte di chi pratica alpinismo deriva solamente dal voler a tutti i costi inventare un confronto che non esiste in partenza
Semplice no? Quoto in toto...

Non mi piace l'avversione per gli altri sport o altre attività, anche se si discostano o contrastano con le nostre. Ognuno può essere appassionato di quello che gli pare no? e può fare quelo che gli pare, purchè non vada a disturbare o mancare di rispetto a cose o persone. tu fai boulder 8a 9c 14z? bene. Io faccio vie classiche di IV in dolimti? bene. Dove sta il problema? :wink:
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Post by dags1972 »

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Post by Alexander »

...tocco di classe... me la leggo con calma!
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Post by REDda »

ottimo link...leggo subito...
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Post by bonsai »

si' il link è interessante, il fenomeno boulder per tanti viene considerato una novità un po' bizzarra dei nostri giorni, perseguita da una minoranza di giovani con il caratteristico berretto calato sugli occhi ed i pantaloni tre/quarti, è interessante notare come sia stato invece utilizzato e sviluppato nel corso di decine d'anni e molte volte praticato da nomi illustri legati pero' generalmente ad ambienti diversi, ad esempio oltre ad Allain si trova traccia nelle nostre vallate di H.Buhl che lo pratica per tenersi in forma, negli ambienti innovativi americani degli anni '60 oppure dai Kosterlitz & C. nelle italiane Valle Orco e limitrofe .... al giorno d'oggi un fuoriclasse come I.Pou capace di essere al vertice sia sui massi che sull'arrampicata tradizionale sostiene la necessità di sviluppare nel boulder le capacità messe poi a frutto sulle vie lunghe ...
SASSISMO ( BOULDERING )
Oggi si parla sempre con maggior frequenza di "bouldering" termine intraducibile importato dallo "slang" usato
nell'ambiente degli arrampicatori inglesi, significa impropriamente : allenamento, o meglio scalata fine a se stessa svolta
su blocchi rocciosi alti pochi metri. Un attività quindi legata ai sassi come la frontiera del ghiaccio è riposta sulle cascate
gelate d'inverno. L'arrampicata sui sassi è sempre piu' popolarese ne parla molto, diventa di moda. Molti giovani scalatori considerano questa espressione dell'arrampicataun vero movimento rivoluzionario all'interno di alcuni ambienti conservatoridel Club Alpino Italiano dove era o è ancora considerato privo di ogni utilità e significato perdere giornate intere per salire passaggi sui massi. Le forme dell'alpinismo sono innumerevoli e possiamo considerare con certezza che non tutte sono ancora state inventate. Penso che occorra percorrere la lunga strada di queste esperienze, senza prendere troppo sul serio, ossia ripudiare una forma l'alta montagna per continuare la propria attività limitandosi all'essenzialità di un altra o una sola esperienza : la palestra di roccia, convinti poi di agire in maniera giusta e anticonformista.Scalare una grande parete di cristallo inclinata a 80° presuppone determinate condizioni accettate dall'individuo che saranno profondamente diverse su una cresta soleggiata di pura roccia, da una via di palestra, da un masso di pietra. Queste identificazioni nella scalata diventano simili se alla base di ogni tipo di attività esiste il gioco. Gioco non significa necessariamente facile o poco serio, a volte il gioco è duro, difficile, come in un gioco si possono affrontare i grandi ambienti delle Alpi od ancora cimentarsi sui ristretti metri quadrati di un blocco alla ricerca di un momento estetico. Il gioco è introspettivo nello spirito senza confini ben precisi. Senza "estremizzare" uno o l'altro filone dell'arrampicata abbracceremo tali confini senza differenzazioni. Cosi' un passaggio su un masso riuscito dopo ripetuti tentativici offrirà il medesimo momento di soddisfazione di una grande ascensione in alta montagna.A me resta il ricordo di giornate ricche di attività passate a cercare massi erratici nei boschi, utilizzando una cartina trovata su di un vecchio libro, come pirati alla ricerca di tesori sepolti. Eravamo nei boschi di Avigliana a venti chilometri da Torino. Eppure ho capito l'avventura era totale e completa. Certo giocavamo, ma per noi ogni masso scoperto era un universo intero, un cielo di stelle da esplorare, un deserto da conoscere.
questo brano invece è di un personaggio che viene sicuramente ricordato dai piu' per la sua attività alpinistica e di ricerca sulle colate di ghiaccio, G.C.Grassi ed è una ulteriore testimonianza del connubbio ( per molti ) tra attività in montagna e pratica di scalata sui massi :wink:
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Post by disgaggio »

Pazzaura wrote:
zia Betta wrote:e per dare il mio piccolo contributo alla discussione boulder pro o contro dico: abbasso le etichette! se uno si diverte a fare qualcosa perché deve dargli un nome solo per fare una classificazione?
o sbaglio???
Alex84 wrote:la derisione del bouldering da parte di chi pratica alpinismo deriva solamente dal voler a tutti i costi inventare un confronto che non esiste in partenza
Semplice no? Quoto in toto...

Non mi piace l'avversione per gli altri sport o altre attività, anche se si discostano o contrastano con le nostre. Ognuno può essere appassionato di quello che gli pare no? e può fare quelo che gli pare, purchè non vada a disturbare o mancare di rispetto a cose o persone. tu fai boulder 8a 9c 14z? bene. Io faccio vie classiche di IV in dolimti? bene. Dove sta il problema? :wink:
esatto bravo pazz
prendi la tacchetta,
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Post by disgaggio »

bonsai wrote:si' il link è interessante, il fenomeno boulder per tanti viene considerato una novità un po' bizzarra dei nostri giorni, perseguita da una minoranza di giovani con il caratteristico berretto calato sugli occhi ed i pantaloni tre/quarti, è interessante notare come sia stato invece utilizzato e sviluppato nel corso di decine d'anni e molte volte praticato da nomi illustri legati pero' generalmente ad ambienti diversi, ad esempio oltre ad Allain si trova traccia nelle nostre vallate di H.Buhl che lo pratica per tenersi in forma, negli ambienti innovativi americani degli anni '60 oppure dai Kosterlitz & C. nelle italiane Valle Orco e limitrofe .... al giorno d'oggi un fuoriclasse come I.Pou capace di essere al vertice sia sui massi che sull'arrampicata tradizionale sostiene la necessità di sviluppare nel boulder le capacità messe poi a frutto sulle vie lunghe ...
SASSISMO ( BOULDERING )
Oggi si parla sempre con maggior frequenza di "bouldering" termine intraducibile importato dallo "slang" usato
nell'ambiente degli arrampicatori inglesi, significa impropriamente : allenamento, o meglio scalata fine a se stessa svolta
su blocchi rocciosi alti pochi metri. Un attività quindi legata ai sassi come la frontiera del ghiaccio è riposta sulle cascate
gelate d'inverno. L'arrampicata sui sassi è sempre piu' popolarese ne parla molto, diventa di moda. Molti giovani scalatori considerano questa espressione dell'arrampicataun vero movimento rivoluzionario all'interno di alcuni ambienti conservatoridel Club Alpino Italiano dove era o è ancora considerato privo di ogni utilità e significato perdere giornate intere per salire passaggi sui massi. Le forme dell'alpinismo sono innumerevoli e possiamo considerare con certezza che non tutte sono ancora state inventate. Penso che occorra percorrere la lunga strada di queste esperienze, senza prendere troppo sul serio, ossia ripudiare una forma l'alta montagna per continuare la propria attività limitandosi all'essenzialità di un altra o una sola esperienza : la palestra di roccia, convinti poi di agire in maniera giusta e anticonformista.Scalare una grande parete di cristallo inclinata a 80° presuppone determinate condizioni accettate dall'individuo che saranno profondamente diverse su una cresta soleggiata di pura roccia, da una via di palestra, da un masso di pietra. Queste identificazioni nella scalata diventano simili se alla base di ogni tipo di attività esiste il gioco. Gioco non significa necessariamente facile o poco serio, a volte il gioco è duro, difficile, come in un gioco si possono affrontare i grandi ambienti delle Alpi od ancora cimentarsi sui ristretti metri quadrati di un blocco alla ricerca di un momento estetico. Il gioco è introspettivo nello spirito senza confini ben precisi. Senza "estremizzare" uno o l'altro filone dell'arrampicata abbracceremo tali confini senza differenzazioni. Cosi' un passaggio su un masso riuscito dopo ripetuti tentativici offrirà il medesimo momento di soddisfazione di una grande ascensione in alta montagna.A me resta il ricordo di giornate ricche di attività passate a cercare massi erratici nei boschi, utilizzando una cartina trovata su di un vecchio libro, come pirati alla ricerca di tesori sepolti. Eravamo nei boschi di Avigliana a venti chilometri da Torino. Eppure ho capito l'avventura era totale e completa. Certo giocavamo, ma per noi ogni masso scoperto era un universo intero, un cielo di stelle da esplorare, un deserto da conoscere.
questo brano invece è di un personaggio che viene sicuramente ricordato dai piu' per la sua attività alpinistica e di ricerca sulle colate di ghiaccio, G.C.Grassi ed è una ulteriore testimonianza del connubbio ( per molti ) tra attività in montagna e pratica di scalata sui massi :wink:

mi piace un sacco la citazione...soprattuttto il pezzo sui pirati!
prendi la tacchetta,
la MANARA ti aspetta!!!
...............

usa il cervello, non il martello!
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antani
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Post by antani »

Il mio è il parere di una persona che ormai non ricorda neppure quando ha infilato l'ultima volta le scarpette. Dirò di più: non ho mai visto neppure dal vero un crash pad, a parte i materassi sotto la struttura artificiale del palasport di Courmayeur.
Però dei miei anni da arrampicatore ricordo sopra ogni cosa alcuni passaggi su masso. Ancor più delle tante domeniche col mio compagno di cordata a Finale, raggiungendo le pareti in treno e autostop, ancor più di splendide giornate ad Arnad, oppure nei dintorni di Chamonix, ciò che mi ha lasciato il gusto straordinario del superamento dei miei limiti sono alcuni passaggi su masso: 2 in Val Ferret a Lavachey, masso numero 9 (oggi sotto quel masso non ci si va neppure per mirtilli perché troppa gente lo usa come latrina); a Cravasco, massi della Luna, Illusion, 2 o tre metri verticali con delle tacchettine per me microscopiche; in Val Veny, massi del Peuterey (oggi totalmente abbandonati), Lanciostory. A casa, in una piccolissima guida ai luoghi d'arrampicata della Vallée scritta da Luca Ferraris e Andrea Plat, c'era la foto di Edlinger su Lanciostory. Provai il passaggio senza rendermi immediatamente conto che fosse proprio Lanciostory, poi, tornato a casa dopo innumerevoli cadute, me ne resi conto. Avevo 16 anni, ero da solo in montagna, presi la corriera per tornare a provare il passaggio dopo qualche giorno e ci riuscii. Per tornare a casa feci l'autostop e mi caricò un caravan di una anziana coppia tedesca. Dalla cabina telefonica dietro casa chiamai mio fratello per comunicare la notizia grandiosa.
Perché questa lunga memoria autobiografica? Per dire che l'arrampicata sui massi è per molti aspetti l'essenza dell'arrampicata, il modo più naturale e spontaneo di salire sulla roccia. In falesia c'è la corda, in montagna hai chiodi, nut etc., insomma, un sacco di complicazioni psicologiche e magari etiche (libera o artificiale? spit sì o no?) che invece non si hanno sui massi. Che cosa fa un bambino quando vede un masso? Cerca di salirci sopra. Che cosa fa un bambino quando vede una parete? Pensa che sia altissima. Che cosa fa un arrampicatore sotto un masso? Prova a salire. Che cosa fa un arrampicatore sotto una parete, a meno che non sia Manolo? Deve prima studiare e capire se si può passare.
Nel valutare un'attività sportiva (il termine non è forse il più adatto) credo che occorra badare molto alla sua naturalità e spontaneità. Correre è naturale, che si tratti di correre i 100 m. piani, i 3000 siepi o una skyrace. Correre all'indietro non è spontaneo, a parte durante una partita di calcio, quindi il retrorunning che oggi alcuni praticano mi sembra un'assurdità, adatta al massimo a "Giochi senza frontiere". Arrampicare sui massi è assolutamente naturale e spontaneo. Quella che al limite mi pare una forzatura è la costrizione alle partenze da seduti o da sdraiati per certi passaggi. Può andar bene sul pannello e sulla plastica, ma in natura è una forzatura che uccide la libertà.
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Alex84
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Post by Alex84 »

antani wrote:Per dire che l'arrampicata sui massi è per molti aspetti l'essenza dell'arrampicata, il modo più naturale e spontaneo di salire sulla roccia. In falesia c'è la corda, in montagna hai chiodi, nut etc., insomma, un sacco di complicazioni psicologiche e magari etiche (libera o artificiale? spit sì o no?) che invece non si hanno sui massi. Che cosa fa un bambino quando vede un masso? Cerca di salirci sopra. Che cosa fa un bambino quando vede una parete? Pensa che sia altissima. Che cosa fa un arrampicatore sotto un masso? Prova a salire. Che cosa fa un arrampicatore sotto una parete, a meno che non sia Manolo? Deve prima studiare e capire se si può passare.
Bravo! il bouldering (o sassismo) presenta un lato nascosto difficile da intepretare.
Tu lo riconduci qui quasi ad un ritorno all'infanzia e mi sembra che ciò ti affascini.
Quello che affascina a me è che all'estremo limite mi porta fuori dallo spazio e dal tempo. Dopo uno, due, 10, 30 tentativi non esiste più la dimensione temporale, non esiste + lo spazio intorno.

Sembra che l'intero universo sia ridotto ad una serie di appoggi, tacchette, svasi e piattoni :lol:
On bended knee is no way to be free (Eddie Vedder)
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